giovedì 19 marzo 2020

Capitolo 17: Le radici comuniste della globalizzazione

Lo Spettro del Comunismo non è scomparso con la disintegrazione del Partito comunista nell'Europa dell'Est


The Epoch Times sta pubblicando la traduzione del libro Come lo Spettro del Comunismo controlla il nostro mondo, dagli autori del libro Nove commentari sul Partito comunista.
Indice dei contenuti

Introduzione

1. Globalizzazione e Comunismo

2. La globalizzazione economica
a. La globalizzazione genera economie di stampo comunista
b. La globalizzazione promuove il Comunismo nei Paesi in via di sviluppo
c. La globalizzazione porta alla polarizzazione della ricchezza, favorendo così la presenza dell’ideologia comunista
d. L’opposizione alla globalizzazione promuove l’ideologia comunista
e. Il Capitalismo occidentale ha rafforzato il Partito comunista cinese


3. La globalizzazione politica
a. L’ONU ha ampliato il potere politico del Comunismo
b. L’ideologia comunista ha sovvertito gli ideali dell’ONU sui diritti umani
c. La globalizzazione promuove la idee politiche comuniste
d. L’idea di un governo mondiale conduce al Totalitarismo

4. La globalizzazione culturale: un mezzo per corrompere l’umanità
a. La globalizzazione culturale distrugge le tradizioni
b. I Paesi occidentali sviluppati esportano una cultura contraria alla tradizione
c. Le multinazionali diffondono una cultura degenerata
d. L’ONU diffonde valori distorti

Conclusione

Note bibliografiche

Introduzione

A partire dal Rinascimento, la storia umana è entrata in un periodo di grandi cambiamenti. La rivoluzione industriale, iniziata alla fine del XVIII secolo, ha portato a un aumento notevole della produttività, la situazione di ogni Paese ha subito enormi cambiamenti e la struttura dell’ordine globale ha attraversato trasformazioni radicali. Allo stesso tempo, anche le strutture sociali, il pensiero e le tradizioni religiose sono cambiate in modo drammatico. È stato allora che le fedi tradizionali sono andate in declino, la morale umana ha cominciato a deteriorarsi, le società sono scivolate nel caos e si sono persi gli standard universalmente condivisi per giudicare i comportamenti. Queste sono le condizioni storiche che hanno messo le basi per la nascita del Comunismo.

Dopo la rivoluzione bolscevica in Russia nel 1917, l’Internazionale Comunista, conosciuta come la Terza Internazionale, ha tentato di esportare la rivoluzione nel mondo. Il Partito Comunista degli Stati Uniti è stato fondato nel 1919, mentre il Partito Comunista Cinese (PCC) nel 1921. Alla fine degli anni Venti e all’inizio degli anni Trenta, una depressione economica globale ha dato un’ulteriore spinta agli ideologi comunisti: le idee politiche ed economiche nel mondo hanno iniziato a spostarsi a Sinistra, l’Unione Sovietica ha raggiunto una certa stabilità e il PCC ha colto l’opportunità per svilupparsi.

Oltre dieci anni più tardi, nel 1949, il PCC ha preso il potere con la forza in Cina, portando alla ribalta il Comunismo violento. L’Unione Sovietica e il PCC governavano allora decine di Paesi e un terzo della popolazione mondiale: il confronto con il mondo occidentale era iniziato e a guerra fredda che ne è seguita è durata mezzo secolo.

La violenza del Comunismo minaccia in modo evidente tutta l’umanità, ma la maggior parte delle persone nel mondo libero occidentale sottovaluta la minaccia rappresentata dagli elementi non violenti del Comunismo, che si sviluppano in modo silenzioso all’interno delle loro società. Oltre alle infiltrazioni dell’Unione Sovietica, ogni sorta di ideologie e movimenti paracomunisti — tra cui la società fabiana e i socialdemocratici — si sono inseriti, in Occidente, all’interno dei governi, del mondo degli affari, dell’educazione e della cultura.


Il movimento di controcultura diffusosi in Occidente durante gli anni ’60, così come la Rivoluzione culturale cinese, sono entrambi conseguenza degli elementi comunisti in azione. Dopo gli anni ’70, le giovani generazioni di contestatori in Occidente hanno lanciato la ‘lunga marcia attraverso le istituzioni’, un tentativo di erodere la cultura tradizionale dall’interno, così da conquistare la leadership sociale e culturale. Dopo poco più di un decennio hanno raggiunto un successo spaventoso.

In seguito alla caduta del muro di Berlino e alla disintegrazione dell’Unione Sovietica, alcune persone hanno festeggiato la fine di quella fase storica e dell’ideologia comunista, mentre altri erano preoccupati per lo scontro di civiltà. Tuttavia, in pochi si sono resi conto che il Comunismo stava assumendo nuove forme e sembianze, nel tentativo di controllare il mondo. La sua nuova bandiera sventolante è diventata quella della globalizzazione.

Con la rivoluzione industriale e lo sviluppo della scienza e della tecnologia, i movimenti delle persone e i cambiamenti nell’economia, nella politica, nella scienza,nella tecnologia e nella cultura, sono diventati molto più frequenti. Le moderne telecomunicazioni, i trasporti, i computer e le reti digitali hanno ridotto le distanze geografiche e annullato i confini che erano rimasti in piedi per migliaia di anni. Il mondo sembra essere diventato piccolo e le interazioni e gli scambi tra i Paesi sono a livelli senza precedenti. Il mondo è diventato sempre più unito. Il rafforzamento della collaborazione globale è una conseguenza naturale degli sviluppi tecnologici, dell’espansione della produzione e delle migrazioni. Questo tipo di globalizzazione è il risultato di un processo storico naturale.

Esiste però un altro tipo di globalizzazione: è il frutto di ideologie comuniste che hanno fatto deviare il naturale processo storico della globalizzazione, per danneggiare l’umanità. Questa seconda forma di globalizzazione è l’oggetto di questo capitolo.


L’essenza della globalizzazione di stampo comunista si trova nella rapida e ampia diffusione di tutti i peggiori aspetti dei regimi comunisti e non comunisti. I mezzi utilizzati comprendono operazioni politiche, economiche, finanziarie e culturali su larga scala, che cancellano rapidamente i confini tra nazioni e popoli: l’obiettivo è quello di distruggere la fede, la morale e le culture tradizionali, elementi dai quali l’umanità dipende per la sopravvivenza e per la propria redenzione. Tutte queste misure mirano a distruggere l’umanità.

In questo libro viene sottolineato come il Comunismo non sia solo una teoria, ma uno spettro malvagio. È qualcosa di vivo, e il suo scopo finale è distruggere l’umanità. Lo spettro non si attiene ad una sola ideologia politica, bensì, quando le condizioni lo permettono, tende a utilizzare anche teorie politiche ed economiche che appaiono essere contrarie alla normale ideologia comunista. Dagli anni ’90 in poi, la globalizzazione ha affermato di promuovere la democrazia, l’economia di mercato e il libero scambio; è stata quindi contestata da diversi gruppi di Sinistra. Tuttavia, questi gruppi di Sinistra non si rendono conto che lo spettro comunista sta operando a un livello superiore. La globalizzazione economica, la politica globale, l’Agenda 21 e varie convenzioni ambientali e internazionali sono tutti diventati strumenti per controllare e distruggere l’umanità.

La globalizzazione, nota anche come globalismo, manipolata dallo spettro comunista ha fatto progressi sorprendenti in diversi settori, utilizzando una varietà di mezzi in tutto il mondo. Questo capitolo discute gli aspetti economici, politici e culturali di questa forma di globalizzazione.

I tre aspetti della globalizzazione appena enunciati si sono fusi nell’ideologia secolare del globalismo. Questa ideologia si presenta in modi diversi in tempi diversi e talvolta utilizza contenuti contraddittori. Nella pratica, però, le sue caratteristiche sono molto simili al Comunismo. Fondato sull’ateismo e sul materialismo, il globalismo promette una splendida utopia, un regno dei Cieli sulla terra, ricco, egalitario e libero dallo sfruttamento, dall’oppressione e dalla discriminazione: un regno gestito da un benevolo governo globale.


Questa ideologia esclude la cultura tradizionale di qualsiasi gruppo etnico, basata sulla fede in Dio e sull’insegnamento della virtù. Negli ultimi anni è divenuto sempre più evidente come questa ideologia si basi sulla ‘correttezza politica’, sulla ‘giustizia sociale’, sulla ‘neutralità dei valori’ e sull’’egalitarismo assoluto’ della Sinistra. Questa è la globalizzazione dell’ideologia. Ogni Paese ha la propria cultura, anche se, tradizionalmente, ognuna di esse era basata su valori universali. La sovranità nazionale e le tradizioni culturali di ogni gruppo etnico svolgono un ruolo importante nel patrimonio nazionale e nell’autodeterminazione e offrono protezione a tutti i gruppi etnici dall’infiltrazione di forze esterne, compreso il Comunismo.

Una volta formato un supergoverno globale, il Comunismo raggiungerà facilmente il suo obiettivo di eliminare la proprietà privata, le nazioni, le etnie e la cultura tradizionale di ogni nazione. La globalizzazione e il globalismo stanno svolgendo un ruolo distruttivo: stanno minando le tradizioni e l’etica umana e stanno portando alla diffusione delle ideologie del Comunismo e della Sinistra. Rivelare le radici comuniste della globalizzazione e le somiglianze tra globalismo e Comunismo è un compito spinoso ma estremamente importante e urgente.
1. Globalizzazione e Comunismo

Marx non usò il concetto di globalizzazione nei suoi scritti, bensì quello di ìstoria universale’, dalle connotazioni molto simili. Nel Manifesto del Partito Comunista, Marx sostiene che l’espansione globale del Capitalismo avrebbe inevitabilmente prodotto un gran numero di proletari, portando poi a una rivoluzione proletaria in tutto il globo, che avrebbe rovesciato il Capitalismo e realizzato il “paradiso” del Comunismo[1]. Marx scrisse: «Il proletariato può dunque esistere soltanto sul piano della storia universale, così come il Comunismo, che è la sua azione, non può affatto esistere se non come esistenza “storica universale”[2]». Il senso è che la realizzazione del Comunismo dipende dall’azione congiunta del proletariato in tutto il mondo: la rivoluzione comunista deve essere un movimento globale.

Lenin in seguito modificò la dottrina di Marx, proponendo che la rivoluzione potesse essere iniziata dall’anello debole del Capitalismo (la Russia), ma nonostante questo i comunisti non rinunciarono mai all’obiettivo di una rivoluzione mondiale. Già nel 1919, i comunisti sovietici fondarono l’Internazionale comunista a Mosca, con filiali sparse in più di sessanta Paesi. Lenin disse allora che l’obiettivo dell’Internazionale Comunista era quello di fondare la Repubblica sovietica mondiale [3].


Il pensatore americano G. Edward Griffin riassume i cinque obiettivi della rivoluzione globale comunista proposta da Stalin nel suo libro Marxismo ed etnie:
Confondere, disorganizzare e distruggere le forze del Capitalismo in tutto il mondo.
Riunire tutte le nazioni in un unico sistema mondiale di economia.
Forzare i Paesi avanzati a versare aiuti finanziari prolungati a beneficio dei Paesi sottosviluppati.
Dividere il mondo in gruppi regionali come fase di transizione al governo mondiale totale. Le popolazioni abbandoneranno più facilmente la loro lealtà nazionale per una vaga lealtà regionale di quanto non lo faranno per un’autorità mondiale. Più tardi, le realtà regionali [come la NATO, SEATO e l’Organizzazione degli Stati americani, ndr] potranno creare un’unica dittatura mondiale del proletariato[4].

William Z. Foster, ex presidente del Partito Comunista Americano, ha scritto: «Un mondo comunista sarà un mondo unificato e organizzato. Il sistema economico sarà una grande organizzazione, basata sul principio di pianificazione che sta nascendo in URSS. Il governo sovietico americano sarà una sezione importante in questo governo mondiale[5]».

Da Marx, Lenin, Stalin e Foster alla ‘comunità dal futuro condiviso’ proposta dal Partito Comunista Cinese, si può notare chiaramente come il Comunismo non sia soddisfatto del potere che esercita in alcuni singoli Paesi: l’ideologia del Comunismo, dal suo inizio alla sua fine, include l’ambizione di conquistare tutta l’umanità.

La rivoluzione mondiale proletaria predetta da Marx non ha avuto luogo. Quello che riteneva essere un Capitalismo disperato e morente, si è invece rivelato trionfante, prospero e fiorente. Rimasto vivo solo in Cina e in pochi altri Paesi, dopo il crollo del Comunismo sovietico e in Europa orientale, il Comunismo sembrava andare incontro alla sua fine. In apparenza il mondo libero aveva vinto.


Eppure, mentre l’Occidente si illudeva che il Comunismo sarebbe stato cestinato nella discarica della storia, la tendenza al Socialismo (la fase primaria del Comunismo) rimaneva fiorente. Il fantasma comunista non era e non è morto. Si nasconde dietro varie dottrine e movimenti mentre corrode ogni angolo del mondo libero e vi si infiltra. Si tratta forse di un caso? Certo che no. La globalizzazione appare come un processo formatosi naturalmente, ma il ruolo del Comunismo sta diventando sempre più evidente nella sua evoluzione. Il Comunismo è infatti una delle ideologie guida della globalizzazione.

Dopo la Seconda guerra mondiale, le forze di Sinistra dei Paesi europei hanno continuato a crescere.
L’Internazionale socialista, che ha sostenuto il Socialismo democratico, comprendeva partiti politici di oltre cento Paesi. Questi partiti erano al potere in vari Paesi, e si sono perfino diffusi in gran parte dell’Europa. Quello che ne è seguito, ovvero un alto livello di sussidi pubblici, tasse elevate e nazionalizzazioni, ha interessato l’Europa nel suo complesso.

La globalizzazione ha svuotato l’industria americana, ridotto la classe media, portato alla stagnazionei redditi, polarizzato ricchezza e povertà, indotto spaccature sociali. Tutto ciò ha fortemente promosso la crescita della Sinistra e del Socialismo negli Stati Uniti, spostando bruscamente le tendenze politiche globali dell’ultimo decennio o giù di lì. Le forze di Sinistra in tutto il mondo sostengono che la globalizzazione abbia causato disuguaglianza di reddito e polarizzazione tra ricchi e poveri. In parallelo a queste tesi, il sentimento anti-globalizzazione è cresciuto rapidamente, diventando una nuova forza che intende resistere al Capitalismo e che chiede il Socialismo.

Dopo la Guerra fredda, gli ideali comunisti si sono infiltrati all’interno della globalizzazione economica. L’obiettivo era di smantellare le economie nazionali e rendere instabile la sovranità economica di ogni Paese. Lo scopo ultimo era arricchire il Partito comunista cinese, sfruttando l’avidità umana e le potenze finanziarie occidentali, che hanno spostato in Cina la propria ricchezza accumulata nel corso di diverse centinaia di anni. Il PCC ha poi utilizzato questa ricchezza per incatenare moralmente altri Paesi e trascinarli verso il basso.


Come capo delle forze comuniste nel mondo di oggi, il PCC rafforza costantemente la sua crescita economica; allo stesso tempo dispensa aiuti ai partiti di Sinistra e comunisti di tutto il mondo per mantenerli in forze. Il PCC usa il suo dominio totalitario per destabilizzare le regole del commercio mondiale e usa la ricchezza che ha ottenuto dal Capitalismo globale per rafforzare il Socialismo. La forza economica del PCC ha anche stimolato le sue ambizioni politiche e militari di esportazione del modello comunista in tutto il mondo.

Da una prospettiva globale, sia la Sinistra anti-globalizzazione che il PCC, che ha beneficiato della globalizzazione, sono cresciuti in nome della globalizzazione stessa. Infatti, lo statu quo del mondo di oggi è molto vicino all’obiettivo che Stalin aveva proposto in passato.
2. La globalizzazione economica

La globalizzazione economica si riferisce all’integrazione del capitale, della produzione e del commercio a livello globale: ha avuto inizio negli anni ’40 e ’50, si è sviluppata negli anni ’70 e ’80, e si è affermata come prassi negli anni ’90. In questo processo, le organizzazioni internazionali e le aziende multinazionali sono state le forze trainanti che hanno condotto, con le loro pressioni, all’allentamento delle regolamentazioni e dei controlli, per consentire il libero flusso di capitali. In superficie, la globalizzazione economica è stata promossa dai Paesi occidentali allo scopo di diffondere il Capitalismo in tutto il mondo.In realtà, la globalizzazione è poi diventata un veicolo per diffondere il Comunismo. In particolare, ha portato i Paesi occidentali a fornire sostegno finanziario al regime cinese, determinando una dipendenza reciproca tra l’economia di mercato capitalista e l’economia totalitaria socialista del PCC. In cambio di benefici economici, l’Occidente ha sacrificato la propria coscienza e i valori universali, mentre il regime comunista ha espanso il proprio potere sugli altri Paesi attraverso la coercizione economica, portando a una situazione in cui il Comunismo sembrava destinato a conquistare il dominio globale.

a. La globalizzazione genera economie di stampo comunista


La globalizzazione ha trasformato l’economia globale in un’unica grande entità economica. Tramite questo processo abbiamo oggi organizzazioni internazionali, trattati internazionali e regolamenti internazionali. In apparenza sembra che si tratti dell’espansione del Capitalismo e del libero mercato. La realtà è che è stato formato un sistema di controllo economico unificato, in grado di emettere ordini che determinano il destino delle aziende di molti Paesi. Questo equivale a formare un sistema economico totalitario centralizzato: qualcosa di altamente in linea con l’obiettivo di Stalin di unire tutti i Paesi per formare un unico sistema economico. In seguito alla costituzione di questo ordine finanziario internazionale, si è venuta a creare una situazione in cui gli aiuti economici dai Paesi sviluppati ai Paesi in via di sviluppo diventano una realtà costante per un lungo periodo. Questo era esattamente il terzo obiettivo di Stalin.

Per quanto riguarda il sostegno finanziario, le organizzazioni finanziarie internazionali di solito attuano interventi macroeconomici all’interno dell’economia del Paese che riceve assistenza. Il metodo utilizzato è dittatoriale: non solo viene imposto forzatamente, ma tende a ignorare anche le condizioni sociali, culturali e storiche del Paese beneficiario. Il risultato è una restrizione delle libertà e un controllo più centralizzato. Lo studioso americano James Bovard ha scritto che la Banca Mondiale «ha fortemente promosso la nazionalizzazione delle economie del Terzo Mondo e ha intensificato il controllo politico e burocratico sulla vita dei più poveri tra i poveri[6]».

D’altra parte, la globalizzazione economica ha creato un’economia globale omogenea, portando a maggiori conformità nelle tendenze dei consumatori, assieme a meccanismi unificati di produzione e consumo. Le piccole imprese, in particolare i negozi tradizionali di arti e mestieri, hanno sempre meno spazio per riuscire a sopravvivere. Molte piccole imprese, assieme a quelle associate a gruppi etnici locali, sono state semplicemente spazzate via. Sempre più persone hanno perso l’ambiente adatto e quindi la possibilità di impegnarsi liberamente nel commercio all’interno dei propri confini nazionali.

I Paesi in via di sviluppo diventano parte di una catena di produzione globale, cosa che indebolisce la sovranità economica delle singole nazioni e in alcuni casi porta al fallimento dello Stato. Alcuni Paesi sono gravati dal debito e dalla necessità di ripagare i prestiti, il che mina le fondamenta di una libera economia capitalistica.


b. La globalizzazione promuove il Comunismo nei Paesi in via di sviluppo

All’inizio degli anni 2000, la Giamaica ha aperto i suoi mercati, iniziando a importare grandi quantità di latte vaccino a basso costo. Il latte è diventato quindi un bene a buon mercato, con la conseguenza di mandare in bancarotta gli allevatori locali, incapaci di sopravvivere alla marea di importazioni a basso costo. Il Messico aveva numerosi impianti di produzione industriale leggera, ma dopo l’ingresso della Cina nell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) la maggior parte di quei posti di lavoro sono scomparsi, trasferiti proprio in Cina. Il Messico ha accusato il colpo in quanto non aveva capacità produttive di alto livello. L’Africa è ricca di minerali, ma con l’arrivo degli investimenti stranieri, i minerali africani sono stati estratti ed esportati all’estero, con un guadagno economico molto basso per i residenti locali.

Gli investimenti esteri portano inoltre alla corruzione che influenza i governi. La globalizzazione dovrebbe portare la democrazia’ in quei Paesi, ma in realtà ha consegnato il potere a dittature corrotte. In molti luoghi, la povertà è aumentata. Secondo quanto affermava la Banca Mondiale nel 2015, «oltre la metà di chi vive in condizione di povertà estrema si trova nell’Africa subsahariana». Inoltre, «il numero dei poveri presenti nella regione è aumentato di 9 milioni, con 413 milioni di persone che nel 2015 vivevano con meno di 1,90 dollari al giorno… [7]».

Durante la recente crisi economica asiatica, la Thailandia ha aperto il suo debole sistema finanziario agli investimenti internazionali: il risultato è stato una prosperità temporanea. Tuttavia, una volta che gli investimenti stranieri sono spariti, l’economia tailandese si è bloccata, influenzando negativamente i Paesi vicini.


Con lo sviluppo delle tecnologie di comunicazione e dei trasporti, la Terra è diventata un unico villaggio. La globalizzazione prometteva di portare prosperità finanziaria e valori democratici all’interno di questo villaggio globale; tuttavia, come ha dichiarato il professor Dani Rodrik della John F. Kennedy School of Government di Harvard, c’è un “trilemma” presente nella globalizzazione: «Non possiamo contemporaneamente perseguire la democrazia, la determinazione nazionale e la globalizzazione economica[8]». Si tratta di una lacuna nascosta della globalizzazione, qualcosa che il Comunismo ha sfruttato.

I benefici e le opportunità offerte dalla globalizzazione sono limitati a un numero ristretto di persone. La globalizzazione ha artificialmente aggravato le disuguaglianze e non è in grado di risolvere i problemi a lungo termine causati dalla povertà. La globalizzazione ha eroso la sovranità nazionale, esacerbato le turbolenze regionali e generato conflitti tra “oppressore” e “oppresso”. Le nozioni di oppressione, sfruttamento, disuguaglianza e povertà sono infatti armi che la Sinistra usa per combattere il Capitalismo, poiché il concetto della resistenza degli oppressi nei confronti dell’oppressore è tipico del Comunismo. L’ideologia comunista dell’egualitarismo e l’ethos della lotta si sono quindi diffusi in tutto il mondo insieme alla globalizzazione.

c. La globalizzazione porta alla polarizzazione della ricchezza, favorendo così la presenza dell’ideologia comunista

Il gigantesco deflusso di industrie e posti di lavoro ha portato la classe operaia e la classe media dei Paesi occidentali a diventare vittime della globalizzazione. Prendiamo l’America, come esempio: con l’enorme fuga di capitali e tecnologia verso la Cina, sono andati persi numerosi posti di lavoro nel settore manifatturiero, con conseguente perdita di industrie e aumento del tasso di disoccupazione. Dal 2000 al 2011, circa 5 milioni e 700 mila lavoratori del settore manifatturiero hanno perso il loro posto di lavoro e circa 65 mila fabbriche hanno chiuso i battenti[9]. Il divario tra ricchi e poveri è in costante aumento negli Stati Uniti e, negli ultimi trent’anni, la crescita del salario medio (corretto in base all’inflazione) ha subito un rallentamento, portando all’emergere dei cosiddetti ‘lavoratori poveri’: coloro che lavorano o cercano lavoro per ventisette settimane all’anno, ma il cui reddito è inferiore al livello ufficiale di povertà. Nel 2016 circa 7 milioni e 600 mila americani sono stati annoverati tra i lavoratori poveri[10].


La polarizzazione tra ricchi e poveri è il terreno in cui il Comunismo può germogliare. I problemi economici non si limitano al solo ambito economico, ma continuano ad espandersi. La richiesta di ‘giustizia sociale’ e di una soluzione all’ingiusta distribuzione del reddito è proprio il fattore che porta all’arrivo di un’ondata di ideologia socialista. Nel frattempo, anche la domanda di assistenza sociale aumenta, cosa che crea a sua volta famiglie più povere e, in ultima istanza, forma un circolo vizioso.

A partire dal 2000, il raggio di azione della politica degli Stati Uniti si è sempre più aperto all’influenza di Sinistra. Durante le elezioni del 2016, la richiesta di Socialismo era in crescita, così come la polarizzazione politica. In larga misura, l’impatto della globalizzazione è da considerarsi alla base di questi cambiamenti. Da un punto di vista storico, maggiore è il disagio in cui si trovano le società democratiche occidentali, più forte il Comunismo si presenta sul palcoscenico mondiale.

d. L’opposizione alla globalizzazione promuove l’ideologia comunista

Con l’avanzata della globalizzazione sono arrivate anche le campagne anti-globalizzazione, segnate dale violente proteste avvenute il 30 novembre 1999 a Seattle, contro la Conferenza ministeriale dell’OMC. In seguito, tre grandi conferenze internazionali tenutesi nel 2001 (il vertice delle Americhe in Quebec, Canada; il vertice dell’Unione Europea a Göteborg, Svezia; e il vertice del G8 a Genova) hanno visto esplodere manifestazioni violente. Nel 2002 a Firenze si è tenuta una manifestazione anti-globalizzazione su larga scala senza precedenti, con circa un milione di partecipanti.


Le campagne anti-globalizzazione in tutto il mondo attirano partecipanti provenienti da diversi contesti. La stragrande maggioranza di loro sono di Sinistra e oppositori del Capitalismo, come i sindacati, le organizzazioni ambientaliste (anch’esse infiltrate da elementi comunisti), le vittime della globalizzazione e il ceto sociale degli svantaggiati. Il risultato è che il pubblico, contando sia i sostenitori che gli oppositori della globalizzazione, collabora inavvertitamente ai fini del Comunismo.

e. Il Capitalismo occidentale ha rafforzato il Partito Comunista Cinese

Nel valutare i successi o i fallimenti della globalizzazione, gli studiosi citano spesso la Cina come esempio di successo. La Cina sembrava aver tratto grandi benefici dalla globalizzazione e si è imposta rapidamente come seconda economia mondiale. Molti prevedevano che la Cina avrebbe infine preso il posto degli Stati Uniti.

A differenza del modello messicano della manodopera a bassissimo costo, il PCC cerca di mettere le mani sulla tecnologia più avanzata dall’Occidente, per poi superare i concorrenti. In cambio della vendita sul mercato cinese, il PCC richiede alle imprese dei Paesi sviluppati di creare joint venture, che poi utilizza per ottenere informazioni sulle tecnologie più importanti. Il PCC ha adottato numerosi metodi a tal fine, dai trasferimenti di tecnologia a veri e propri furti, avvenuti mediante operazioni di pirateria informatica. Una volta conseguite queste tecnologie avanzate, il PCC ha bombardato il mercato mondiale con prodotti a basso prezzo. Inoltre, grazie a sconti e sovvenzioni all’esportazione, il PCC ha sconfitto i concorrenti proponendo di fatto prezzi inferiori a quelli di mercato e portando a uno sconvolgimento dei mercati liberi.


In più, a differenza di altri Paesi non sviluppati che hanno aperto i loro mercati interni, il PCC ha creato molteplici barriere commerciali. Dopo l’adesione all’OMC, il PCC ha approfittato sia delle regole dell’organizzazione, sia del processo della globalizzazione, per attuare un dumping sui prodotti all’estero. Calpestando le regole dell’OMC, il regime ha portato a casa notevoli vantaggi economici. Il Partito, del resto, non ha aperto i propri settori chiave — tra i quali telecomunicazioni, banche e energia — il che, a sua volta, ha permesso alla Cina di trarre vantaggio dall’economia globale, pur rinnegando gli impegni presi.

I profitti economici hanno portato il mondo occidentale a farsi comprare dalla Cina e, come conseguenza, a non vedere e non sentire tutto quello che ruota attorno alle violazioni dei diritti umani. Infatti, mentre il PCC continua a violare i diritti umani, la comunità internazionale continua ad accordare generosi trattamenti di favore al regime.

Nel bel mezzo della globalizzazione, il PCC è un’entità potente; aggiungendo poi la bancarotta morale in cui si trova la società cinese, l’economia di mercato e le regole del commercio in Occidente hanno ricevuto un colpo tremendo. Il PCC ha demolito le regole e ha raccolto tutti i frutti della globalizzazione. In un certo senso, la globalizzazione è stata come una trasfusione di sangue fresco per il PCC, che ha permesso a uno Stato comunista in via di estinzione di tornare in vita. Dietro la manipolazione della globalizzazione c’è lo scopo nascosto di sostenere il PCC attraverso la riallocazione della ricchezza. Nel frattempo, il PCC è stato in grado di accumulare profitti in modo illecito, mentre compie tuttora le peggiori violazioni dei diritti umani.

La globalizzazione è stata un processo che ha portato non solo al salvataggio del PCC, ma anche alla legittimazione del regime comunista cinese. Mentre il Partito ha messo su nuovi “muscoli” socialisti grazie alle “sostanze nutritive” capitaliste, l’Occidente è caduto in relativo declino, cosa che ha incrementato la convinzione del PCC nel perseguire il Totalitarismo comunista e le sue ambizioni globali. L’ascesa della Cina ha infatti entusiasmato molti socialisti e membri della Sinistra in tutto il mondo.


Con la crescita della sua economia, il PCC ha intensificato gli sforzi per infiltrarsi nelle organizzazioni economiche globali, tra cui l’OMC, il FMI, la Banca Mondiale, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale e altre ancora. Quando i funzionari del Partito ottengono una posizione importante all’interno di queste organizzazioni, possono sostenere le strategie del PCC e a difenderne le politiche.

Il PCC si avvale di organizzazioni economiche internazionali per portare avanti i propri interessi economici e il proprio modello corporatista. Se le sue ambizioni non verranno fermate, non c’è dubbio che il regime porterà disastri alla politica e all’economia globale.

Quanto sopra sono solo alcuni esempi di come la globalizzazione economica sia stata usata per promuovere e diffondere il Comunismo. Con i progressi nelle telecomunicazioni e nei trasporti, le attività economiche si estendono ora oltre i confini nazionali. Questo può anche essere considerato un processo naturale, ma in questo caso si è trasformato in un’opportunità per il PCC di incamminarsi sul sentiero del dominio globale. È giunto il momento per la comunità internazionale di fare attenzione a ciò che sta accadendo e di liberare la globalizzazione dagli elementi comunisti. In questo modo, la sovranità dei singoli Stati e il benessere di ciascun popolo avranno la possibilità di divenire realtà.
3. La globalizzazione politica

A livello politico, la globalizzazione si manifesta con l’aumento della cooperazione tra i Paesi, l’emergere di organizzazioni internazionali, la creazione di programmi politici e di trattati internazionali, la restrizione della sovranità nazionale e un graduale trasferimento di potere dagli Stati sovrani alle organizzazioni internazionali. A seguito della creazione delle istituzioni internazionali e di norme e regolamenti che trascendono i confini nazionali, queste istituzioni hanno iniziato a violare la vita politica, culturale e sociale dei singoli Paesi. Il potere politico inizia infatti a concentrarsi in un’istituzione internazionale simile a un governo globale, che erode la sovranità nazionale, indebolisce le credenze tradizionali e le basi morali di società fino ad allora distinte e mina la cultura tradizionale, sovvertendo le regole di condotta convenzionali a livello internazionale. Tutto questo fa parte del graduale avanzamento del programma comunista.


Durante questo processo, il Comunismo promuove e usa le organizzazioni internazionali per rafforzare gli elementi comunisti, diffondendo al contempo la propria filosofia di lotta e le sue ideedistorte in merito ai diritti umani e alle libertà; sostiene così le idee socialiste su scala globale, ridistribuisce la ricchezza e cerca di costruire un governo globale che porti l’umanità sulla via del Totalitarismo.

a. L’ONU ha ampliato il potere politico del Comunismo

L’Organizzazione delle Nazioni Unite, istituita dopo la fine della Seconda guerra mondiale, è la più grande organizzazione internazionale al mondo, inizialmente creata per rafforzare la cooperazione e il coordinamento tra i Paesi. Come entità sovranazionale, le Nazioni Unite sono in armonia con l’obiettivo del Comunismo di eliminare i singoli Stati e sono state utilizzate per aumentare il potere del Comunismo. Fin dagli inizi, le Nazioni Unite sono diventate uno strumento utilizzato dal Comunismo sovietico: un palcoscenico del Partito Comunista su cui auto promuoversi e promuovere l’idea comunista di un governo mondiale.

In occasione dell’istituzione dell’ONU venne redatto lo Statuto (o Carta) delle Nazioni Unite. L’allora Unione Sovietica era uno dei Paesi promotori e un membro permanente del Consiglio di Sicurezza: svolgeva un ruolo di primo piano. Alger Hiss, redattore della Carta e segretario generale della Conferenza della Carta delle Nazioni Unite, nonché funzionario del Dipartimento di Stato americano e importante consigliere di Roosevelt, fu in seguito accusato di essere una spia sovietica e infine condannato per falsa testimonianza nel contesto delle accuse a lui rivolte [11]. I punti di debolezza presenti nella Carta e nelle convenzioni delle Nazioni Unite costituiscono elementi vantaggiosi per i regimi comunisti e probabilmente hanno molto a che fare con l’operato di Hiss.


A capo di molte importanti agenzie delle Nazioni Unite vi sono comunisti o simpatizzanti del Comunismo. Molti segretari generali delle Nazioni Unite sono stati socialisti e marxisti. Trygve Lie, il primo segretario generale, era un socialista norvegese, fortemente sostenuto dall’Unione Sovietica. Il suo compito più importante è stato quello di far entrare il Partito Comunista Cinese nelle Nazioni Unite. Il suo successore, Dag Hammarskjöld, era un socialista favorevole a una rivoluzione comunista globale; si è adoperato spesso per adulare Zhou Enlai, funzionario di alto livello del PCC[12]. Il terzo segretario generale, U Thant, proveniva dal Myanmar (ex Birmania): era un marxista che credeva che gli ideali di Lenin fossero coerenti con la Carta delle Nazioni Unite[13]. Il sesto segretario generale, Boutros Boutros Boutros-Ghali, era al tempo vicepresidente dell’Internazionale Socialista. Non è quindi difficile capire perché i leader dei regimi comunisti ricevano regolarmente trattamenti di cortesia dalle Nazioni Unite. Molte convenzioni delle Nazioni Unite sono di fatto diventate strumenti per promuovere, direttamente o indirettamente, le idee comuniste ed espandere il potere comunista.

La più alta missione delle Nazioni Unite è quella di mantenere la pace e la sicurezza nel mondo. Le forze di pace delle Nazioni Unite sono sotto la responsabilità del Dipartimento per gli Affari Politici. Quattordici persone hanno diretto il dipartimento dal 1946 al 1992 e di queste tredici erano cittadini sovietici. Il regime comunista sovietico ha continuato a cercare di espandere il potere comunista, senza avere alcun interesse reale nel contribuire alla pace nel mondo. Pertanto, anche se il dipartimento ha utilizzato slogan come «salvaguardare la pace nel mondo», l’obiettivo centrale era la promozione degli interessi del Comunismo. Semplicemente, sostenere un’organizzazione filosocialista si conformava ai suoi obiettivi.

A quel tempo, degli agenti comunisti si erano infiltrati negli Stati Uniti. Il direttore dell’FBI J. Edgar Hoover dichiarò nel 1963 che i diplomatici comunisti assegnati alle Nazioni Unite «rappresentano la spina dorsale delle operazioni di intelligence russa in questo Paese[14]». Dopo il crollo dell’ex regime comunista sovietico, la sua ‘eredità’ aleggiava ancora nelle Nazioni Unite: «Gli occidentali che lavoravano alle Nazioni Unite […] si sono trovati circondati da quella che molti hanno definito una mafia comunista[15]».

Il PCC utilizza le Nazioni Unite come strumento di propaganda. Ognuno dei cinque Stati membri permanenti del Consiglio di sicurezza ha un sottosegretario generale delle Nazioni Unite. Sebbene il sottosegretario generale delle Nazioni Unite non possa più rappresentare gli interessi di un singolo Paese, il segretario generale, nel momento in cui rappresenta gli interessi sociali ed economici del PCC, sostiene di fatto l’ideologia del PCC. I più alti funzionari delle Nazioni Unite, compreso il segretario generale stesso, hanno promosso infatti l’iniziativa One Belt, One Road [chiamata anche Nuova Via della Seta, NdT] del PCC presentandola come uno strumento per affrontare la povertà nei Paesi in via di sviluppo.


Il progetto One Belt, One Road è considerato da molti Paesi come un’arma che mira ad espandere l’egemonia del PCC e ha lasciato molti Paesi in una profonda crisi del debito. Ad esempio lo Sri Lanka ha dovuto prestare un importante porto al PCC per novantanove anni, allo scopo di saldare il proprio debito. Per lo stesso motivo, il Pakistan ha dovuto chiedere aiuto al Fondo Monetario Internazionale. Questa Nuova Via della Seta porta al controllo, da parte del PCC, delle realtà politiche e dell’economia dei Paesi che vi partecipano, oltre ad entrare in conflitto con i diritti umani e la democrazia; per questo motivo molti Paesi stanno schiacciando il freno. Nonostante questo, a causa dell’influenza politica del PCC, gli alti funzionari delle Nazioni Unite hanno promosso attivamente il progetto[16].

b. L’ideologia comunista ha sovvertito gli ideali dell’ONU sui diritti umani

Uno degli obiettivi delle Nazioni Unite è quello di promuovere le libertà e i diritti umani , riconosciuti come universali. Il PCC, insieme ad altri regimi corrotti, nega l’universalità dei diritti umani. Al contrario, sostiene che i diritti umani siano “affari interni”, in modo tale da poter nascondere la sua storia, costellata di persecuzioni e abusi. Arriva persino a elogiare sé stesso per aver garantito il diritto alla sussistenza al popolo cinese. Il PCC ha usato la piattaforma delle Nazioni Unite per attaccare i valori democratici dell’Occidente, facendo leva sulle alleanze con i Paesi in via di sviluppo, così da sovvertire gli sforzi delle nazioni libere nel promuovere i valori universali. A causa della manipolazione attuata dai fattori comunisti, l’ONU non solo ha fatto poco per migliorare i diritti umani, ma spesso è stato usato dai regimi comunisti per mascherare gli scarsi risultati in questo campo.

Molti ricercatori hanno documentato come l’ONU abbia tradito i propri ideali. Nate all’ombra dell’Olocausto, le Nazioni Unite non fanno nulla di fronte ai genocidi. Lo scopo originario delle Nazioni Unite era quello di opporsi agli aggressori e proteggere i diritti umani. Per agire in tal senso, l’esercizio del giudizio morale doveva essere una premessa necessaria; eppure le Nazioni Unite attuali rifiutano di esprimere giudizi morali[17].


Dore Gold, ex ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite e autore di Tower of Babble: How the United Nations Has Fueled Global Chaos, [La Torre di Babele: come le Nazioni unite hanno fomentato il disordine globale] ha affermato: «L’ONU non è una entità benigna che opera a livello mondiale, bensì qualcosa di inefficace. Ha effettivamente accelerato e diffuso il caos nel mondo». Gold ha fornito numerose prove, tra cui la «neutralità dei valori» dell’ONU, l’immoralità dell’«equivalenza morale» e del «relativismo morale», la corruzione, i Paesi con scarsi risultati in materia di diritti umani ma che svolgono ruoli principali nella Commissione per i diritti umani, i Paesi non democratici che hanno la maggioranza dei voti e i regimi comunisti che esercitano il controllo[19]. Secondo Gold, le Nazioni Unite sono un «abietto fallimento» e sono «dominate da forze anti-occidentali, dittature, Stati che sponsorizzano il terrorismo, e dai peggiori nemici dell’America, […]tradendo così i nobili ideali dei fondatori dell’ONU[20]».

La Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha adottato la politica del voto a maggioranza. Tuttavia, i Paesi che non hanno una buona reputazione in materia di diritti umani possono diventare Stati membri e persino sovrintendere al Consiglio per i Diritti Umani, rendendo quindi inutile le sue analisi. Il PCC ha poi di fatto comprato molti Paesi in via di sviluppo, facendo sì che le critiche verso lo stato dei diritti umani in Cina — portate avanti dagli Stati Uniti attraverso le Nazioni Unite — venissero ripetutamente accantonate. La tirannia democratica intrinseca alle Nazioni Unite ha permesso che le votazioni siano oggi uno strumento usato dalle forze comuniste per opporsi alle nazioni libere su molte questioni. Questo ha portato gli Stati Uniti a ritirarsi più volte dal Consiglio dei Diritti Umani. L’Occidente vuole promuovere la libertà e i diritti umani, ma è stato ripetutamente bloccato dai Paesi comunisti. Il Consiglio per i Diritti Umani è andato fuori strada, guidato da regimi corrotti, mentre le cosiddette convenzioni internazionali, sebbene adottate, non hanno fatto nulla per vincolare i Paesi totalitari. Questi Paesi si limitano a ripetere degli slogan, ma non attuano le politiche necessarie.

Non è quindi difficile capire come la Carta delle Nazioni Unite sia molto simile alla Costituzione sovietica e in diretta opposizione alla Costituzione degli Stati Uniti. Il suo scopo non è quello di proteggere i diritti delle persone, ma di servire i bisogni dei governanti. Ad esempio, alcune disposizioni della Costituzione sovietica includevano, subito dopo aver elencato i diritti dei cittadini, espressioni come «nell’ambito del campo di applicazione della legge». In apparenza, la Costituzione sovietica portò ai cittadini alcuni diritti, ma in realtà, in seguito sono state stipulate molte leggi specifiche «nell’ambito del campo di applicazione della legge». Tutto questo ha permesso al governo sovietico di privare arbitrariamente i cittadini dei loro diritti, secondo le interpretazioni che rientravano «nell’ambito del campo di applicazione della legge».

Questo è anche il modo in cui la Carta delle Nazioni Unite e vari contratti e convenzioni definiscono i diritti delle persone. Per esempio, nel Patto internazionale sui diritti civili e politici, dichiarazioni come «ognuno ne ha diritto» sono allegate a disposizioni come «i suddetti diritti non saranno soggetti ad alcuna restrizione, eccetto quelle previste dalla legge». Questa non è solo una scelta di arbitraria o casuale, ma una porta di servizio creata e lasciata aperta di proposito dal Comunismo.


Il problema si ha nel momento in cui, quando i politici lo ritengono necessario, ogni diritto presente nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani può essere legalmente sospeso. «Non c’è una scusa migliore per un dittatore», afferma Edward Griffin. «La maggior parte delle guerre e dei crimini a livello nazionale sono commessi in nome di una di queste [disposizioni, NdT][21]». È difficile per i Paesi liberi privare arbitrariamente i cittadini delle loro libertà, ma i regimi comunisti possono approfittare apertamente delle scappatoie presenti nella Dichiarazione dei diritti umani.

c. La globalizzazione promuove la idee politiche comuniste

Il Comunismo, attraverso i suoi agenti, crea ripetutamente problemi a livello globale; allo stesso tempo, però, sostiene che la soluzione sia da ricercare in una maggiore collaborazione internazionale e nelle strutture di potere: il fine è quello di stabilire un governo mondiale. Di conseguenza, vari Paesi si ritrovano sempre più vincolati da un numero crescente di trattati internazionali. A questo consegue che la loro sovranità nazionale viene indebolita.

Molti gruppi sostengono strutture di potere internazionali di questo tipo e, sebbene tali gruppi non siano necessariamente comunisti, le loro rivendicazioni sono coerenti con gli obiettivi comunisti di eliminare le singole nazioni e stabilire un governo mondiale.


Durante la Giornata della Terra nel 1970, una personalità del mondo delle comunicazioni disse: «L’umanità ha bisogno di un ordine mondiale. La nazione pienamente sovrana è incapace di affrontare l’avvelenamento dell’ambiente. […] La gestione del pianeta, che si tratti della necessità di prevenire le guerre o prevenire i danni alle condizioni di vita, richiede un governo mondiale[22]». Nel Secondo manifesto umanista del 1973 si può leggere: «Abbiamo raggiunto un punto di svolta nella storia dell’umanità; la migliore opzione è quella di superare i limiti della sovranità nazionale e di procedere verso la costruzione di una comunità mondiale […] Così guardiamo allo sviluppo di un sistema di diritto mondiale e di un ordine mondiale, basato su un governo federale transnazionale[23]».

In effetti, l’istituzione del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente avvenne dopo che, nel 1972, un’associazione che sosteneva una confederazione globale richiese lo sviluppo di soluzioni ambientali globali e l’istituzione di un’agenzia globale per la protezione dell’ambiente. Il suo primo direttore fu Maurice Strong, un canadese con forti tendenze socialiste.

Al Vertice della Terra delle Nazioni Unite, tenutosi a Rio de Janeiro nel 1992 (noto anche come Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo), 178 governi hanno votato a favore dell’adozione dell’Agenda 21. Il progetto, presentato in un testo di ottocento pagine, includeva contenuti sull’ambiente, i diritti delle donne, l’assistenza medica e così via. Un influente ricercatore presso un istituto di ricerca ambientale e successivamente funzionario del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, aveva in quell’occasione commentato: «La sovranità nazionale, cioè il potere di un Paese di controllare gli eventi all’interno del suo territorio, ha perso molto del suo significato nel mondo di oggi, dove i confini vengono regolarmente violati dall’inquinamento, dal commercio internazionale, dai flussi finanziari e dai rifugiati. […] Le nazioni stanno in effetti cedendo parti della loro sovranità alla comunità internazionale e cominciando a creare un nuovo sistema di governance ambientale internazionale come mezzo per risolvere problemi altrimenti ingestibili[24]».

Superficialmente le motivazioni dietro un governo mondiale sembrano nobili, ma il vero scopo è la promozione del Comunismo per dominare il mondo. Nel sedicesimo capitolo abbiamo descritto in dettaglio come il Comunismo utilizzi anche la pretesa di proteggere l’ambiente per portare avanti i suoi obiettivi.


Durante il mandato di Boutros-Ghali come segretario generale delle Nazioni Unite nel periodo 1992-1996, sono stati compiuti rapidi passi nella marcia delle Nazioni Unite verso un governo mondiale. Boutros-Ghali ha preteso la formazione di un esercito permanente delle Nazioni Unite e invocato anche il diritto di riscuotere tasse[25]. A causa dell’opposizione degli Stati Uniti, Ghali non è stato in grado di servire un secondo mandato. Altrimenti, la situazione che si sarebbe creata nelle Nazioni Unite sarebbe stata difficile da prevedere. Sebbene i regimi comunisti rifiutino sempre di interferire negli affari interni di altri Paesi, essi partecipano attivamente a varie organizzazioni internazionali, sostengono l’espansione delle funzioni delle Nazioni Unite e promuovono il concetto di governance globale.

Nel 2005, il segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan ha affermato: «Nell’era dell’interdipendenza, la cittadinanza globale è un pilastro cruciale del progresso». Robert Chandler, un intellettuale strategico che ha lavorato per l’aviazione americana, la Casa Bianca e vari dipartimenti governativi degli Usa, ritiene che il cosiddetto progresso proposto da Annan distruggerebbe la sovranità nazionale e aprirebbe la strada a una società civile globale senza frontiere. Il programma dell’ONU ‘Per una cultura di pace’ è in realtà organizzato e guidato da appartenenti all’ultra Sinistra, che Chandler ritiene siano intenzionati a distruggere la sovranità nazionale e a creare un governo mondiale totalitario senza frontiere[27].

Il libro The Naked Communist [Il comunista nudo] venne pubblicato nel 1958 con l’intento di denunciare il Comunismo. Il testo elenca i quarantacinque obiettivi dei comunisti, tra i quali: «Promuovere le Nazioni Unite come unica speranza per l’umanità. Se il loro statuto dovesse essere riscritto, esigere che venga costituito un governo mondiale che possieda proprie forze armate indipendenti[28]». Molti si rendono conto che l’istituzione di un governo mondiale non può essere raggiunta a breve termine; è per questo che comunisti e globalisti usano varie argomentazioni per sostenere l’esigenza di creare istituzioni internazionali in vari campi, poi promuovono l’unità di queste istituzioni e continuano a sostenere la dipendenza dalle Nazioni Unite, con lo scopo ultimo di istituire un governo mondiale.

Sostenere un governo mondiale, gonfiando deliberatamente il ruolo delle Nazioni Unite e presentandole come una panacea per tutti i problemi attuali, è parte di un tentativo di giocare a fare Dio, pianificando il futuro dell’umanità attraverso la manipolazione del potere. Si tratta in effetti dell’utopia comunista: una religione che le persone stabiliscono per sé stesse e il cui risultato è devastante.


d. L’idea di un governo mondiale conduce al Totalitarismo

Non c’è niente di sbagliato nell’immaginare un mondo o un futuro migliore, ma cercare di stabilire un governo mondiale per risolvere tutti i problemi dell’umanità significa correre dietro a un’utopia dell’età moderna: il pericolo è di cadere nel Totalitarismo.

Un problema inevitabile, per un governo mondiale che intenda affrontare veramente i problemi globali, è come attuare effettivamente le proprie politiche, siano esse militari, economiche o di altro tipo. Per far passare le sue politiche su scala globale, un governo di questo tipo non prenderebbe sicuramente la forma di una democrazia libera come quella degli Stati Uniti, ma sarebbe invece un grande governo totalitario come l’ex Unione Sovietica o il regime comunista cinese.

Per attirare i vari Paesi ad aderirvi, un governo mondiale dovrebbe offrire allettanti benefici, promettere di portare il benessere e avere un progetto utopistico globale per l’umanità. La proposta sarebbe simile a quella del Comunismo, che si presenta come la panacea dei mali di ogni Paese. Per realizzare gli ideali utopici di un così vasto numero di Paesi e risolvere complesse questioni globali, che si tratti di proteggere l’ambiente o di fornire sicurezza e benessere su scala globale, un tale governo mondiale cercherebbe inevitabilmente di centralizzare il potere. Questa centralizzazione incrementerebbe il potere del governo fino a un livello ineguagliabile, così che il suo controllo sulla società raggiungerebbe un livello senza precedenti. In questa fase, un tale governo mondiale non si preoccuperebbe di raggiungere il consenso tra i Paesi membri o di rispettare gli impegni presi nei loro confronti, ma si concentrerebbe unicamente sull’attuazione delle sue politiche.


Nel mondo di oggi, esistono grandi differenze tra i Paesi. Molti non hanno né una fede ortodossa né le basilari libertà, per non parlare del rispetto dei diritti umani o del mantenimento di elevati standard morali. Se i Paesi si riunissero per formare un governo mondiale, un tale governo adotterebbe gli standard più bassi presenti, eliminando qualsiasi requisito relativo alla fede e alle credenze, alla morale e ai diritti umani. In altre parole, i Paesi si sentirebbero liberi di gestire queste tematiche utilizzando il concetto di cosiddetta neutralità nella religione, nella morale e nei diritti umani. Un governo mondiale promuoverebbe inevitabilmente una sola cultura principale, così da unificare il mondo. Tuttavia, il problema è che ogni Paese ha le proprie tradizioni culturali e credenze religiose.

La maggior parte degli esperti, degli studiosi e dei governi che sostengono attivamente la creazione di un governo mondiale sono atei o hanno opinioni progressiste in merito alle credenze religiose. Appare chiaro che un governo mondiale avrebbe l’ateismo come valore fondamentale: sarebbe una conseguenza inevitabile, dato che il Comunismo è la forza dietro di esso. Per mantenere il suo dominio, il governo mondiale dovrebbe attuare con la forza un processo di rieducazione ideologica, ricorrendo a mezzi coercitivi. Al fine di prevenire la frammentazione o i movimenti indipendentisti dei Paesi membri, un governo mondiale rafforzerebbe notevolmente le sue forze militari e la polizia, così come il controllo sulla libertà di parola e di espressione.

Il governo di un Paese il cui popolo non abbia né fede e né cultura condivise potrà fare affidamento solo su un potere autoritario, cioè sul dominio totalitario, per rimanere al potere. Il risultato sarà una riduzione delle libertà individuali. Un governo mondiale sarebbe inevitabilmente un governo totalitario, in quanto utilizzerebbe il proprio potere autoritario per sostenersi.

In conclusione, il cammino verso un governo mondiale è il cammino verso un Totalitarismo comunista sotto un’altra veste: il risultato non sarebbe diverso dai regimi comunisti di oggi, nei modi in cui schiavizzano e abusano dei loro popoli. L’unica differenza sarebbe che invece di essere confinato in un solo Paese, questo Totalitarismo si estenderebbe al mondo intero, pur essendo controllato da un unico governo, cosa che renderebbe ancora più facile la corruzione e la distruzione dell’umanità. Nel processo di mantenimento del suo dominio, questo gigantesco governo utilizzerebbe progressivamente tutti i metodi malvagi usati dai regimi comunisti. Il cammino verso l’autoritarismo sarebbe anche un processo di distruzione delle culture tradizionali e dei valori morali dell’umanità, che è precisamente quello che il Comunismo mira a realizzare.

4. La globalizzazione culturale: un mezzo per corrompere l’umanità

Gli scambi culturali e i flussi di capitali si espandono in tutto il mondo; allo stesso tempo, anche le varie forme culturali deviate che il Comunismo ha stabilito in quasi cento anni — nell’arte moderna, nella letteratura, nel cinema e nella televisione, negli stili di vita, nell’utilitarismo, nel materialismo e nel consumismo — vengono trasmesse a livello globale. Durante questo processo, le tradizioni culturali dei vari gruppi etnici vengono private delle loro forme esterne e separate dal loro significato originale, dando luogo a culture mutate e devianti, che raggiungono l’obiettivo di corrompere rapidamente i valori morali delle persone, ovunque si diffondano.

Nel mondo, gli Stati Uniti sono il Paese leader a livello politico, economico e militare. Questa leadership porta con sé la cultura americana, che è prontamente accettata e adottata da altri Paesi e regioni. Dopo la Rivoluzione Industriale, con il declino della fede religiosa e l’aumento del materialismo causato dal progresso tecnologico, la gente ha naturalmente tracciato un legame diretto tra la prosperità materiale e la forza di una civiltà. Approfittando di questa tendenza, il Comunismo ha concentrato le sue risorse nel distruggere gli Stati Uniti con mezzi non violenti. Dopo aver influenzato (e corrotto) l’unità familiare, la politica, l’economia, il diritto, le arti, i media e la cultura popolare in tutti gli aspetti della vita quotidiana negli Stati Uniti, e dopo aver distrutto i valori morali tradizionali, il Comunismo ha utilizzato la globalizzazione culturale per esportare la cultura risultante da questa corruzione. Promossa come la cultura avanzata dagli Stati Uniti, si è diffusa in tutto il mondo.

In un batter d’occhio, il movimento Occupy Wall Street di New York è apparso sugli schermi televisivi dei remoti villaggi in India. Attraverso i film di Hollywood, gli abitanti dei villaggi conservatori di confine nello Yunnan in Cina hanno potuto vedere madri single, relazioni extraconiugali e la liberazione sessuale come se fossero tutti aspetti ‘normali’ della vita. L’ideologia alla base del programma di studi Common Core, creato da esponenti del marxismo culturale, si riflette nei libri di testo delle scuole di Taiwan. L’Africa, considerata la regione più arretrata del mondo, si è rivelata la più colpita dall’epidemia di Aids. Dall’Ecuador in Sud America, alla Malesia nel Sud-Est asiatico e alle Fiji nel Pacifico, il rock-and-roll è diventato estremamente popolare.

Willi Münzenberg, attivista comunista tedesco e uno dei fondatori della Scuola di Francoforte, ha affermato: «Dobbiamo organizzare gli intellettuali e usarli per far sì che la civiltà occidentale diventi ripugnante. Solo allora, dopo che avranno corrotto tutti i suoi valori e reso impossibile viverci, potremmo imporre la dittatura del proletariato[29]».


Dal punto di vista della Sinistra, «far sì che la civiltà occidentale diventi ripugnante» è il cammino verso il Comunismo. Per il Comunismo, che ne è la forza motrice, l’obiettivo è corrompere la cultura tradizionale che Dio ha lasciato all’uomo e fare sì che l’uomo abbandoni il divino: tutto allo scopo di distruggere l’umanità.

Se si paragonano la cultura deviata dell’Occidente e la cultura partitica dei regimi totalitari comunisti alla spazzatura, allora la globalizzazione culturale è simile a una tormenta che diffonde la spazzatura su tutto il mond, travolgendo senza pietà i valori tradizionali tramandati all’umanità. Qui ci siamo concentrati sulla spiegazione dell’influenza che la cultura deviata dell’Occidente ha sul mondo. Nel prossimo capitolo analizzeremo come invece la cultura comunista si sia diffusa in tutto il globo.

a. La globalizzazione culturale distrugge le tradizioni

La cultura di ogni etnia presente del mondo ha caratteristiche uniche e porta con sé profonde influenze derivanti da eventi storici remoti. Nonostante le differenze tra le culture etniche, tutte mostrano gli stessi valori universali nelle loro tradizioni, conferiti dal Cielo. Dopo la Rivoluzione industriale, lo sviluppo tecnologico si è fatto portatore di una serie di comodità. A causa dell’influenza del progressismo, gli aspetti tradizionali sono stati considerati generalmente arretrati. Al giorno d’oggi, qualsiasi cosa viene valutata in base a quanto sia moderno, nuovo, parte del ‘progresso’ o in base al suo valore commerciale.


I cosiddetti valori comuni, formatisi dallo scambio culturale nel processo di globalizzazione, non appartengono a una particolare tradizione: sono valori moderni. Gli elementi e i principi adottati nella globalizzazione si discostano dalle tradizioni:includono solo gli elementi più grossolani del patrimonio culturale esistente, così come gli aspetti che possono essere commercializzati. Le idee relative al ‘destino comune dell’umanità’ e al ‘nostro futuro comune’ sono il risultato di tali valori deviati. Il Comunismo promuove valori che appaiono nobili, ma in realtà mirano a far sì che l’umanità abbandoni i valori tradizionali, sostituendoli con valori moderni omogenei e deviati.

Tra le cose piùbasse che si manifestano a livello globale, durante la globalizzazione culturale, vi è la cultura del consumismo. Spinti da interessi economici, i prodotti culturali vengono progettati e commercializzati incentrandosi completamente sul richiamare i bassi istinti dei consumatori. L’obiettivo è quello di controllare l’umanità seducendo, assecondando e soddisfacendo i desideri superficiali delle persone.

Una cultura globale improntata al consumismo si rivolge ai desideri dell’umanità e viene usata per corrompere la tradizione in molteplici modi. In primo luogo, per attirare il massimo numero di consumatori, i prodotti culturali non devono poter offendere nessun gruppo etnico, dalla produzione alla distribuzione. Di conseguenza, le caratteristiche e i significati unici di una certa cultura etnica verranno rimossi da tali prodotti. In altre parole, la tradizione viene eliminata attraverso la deculturalizzazione, o la standardizzazione. Le popolazioni che hanno un più basso livello di istruzione, assieme a un minor potere di consumo, sono quelle più suscettibili a un modello di consumo semplificato, poiché il costo di fabbricazione di tali prodotti è inferiore. A causa della globalizzazione, queste popolazioni rimangono limitate a una cultura commerciale, dai costi di produzione più bassi.

In secondo luogo, la globalizzazione del settore mediatico ha portato alla creazione di monopoli. Il risultato è che gli elementi comunisti possono facilmente utilizzare le idee degenerate dei produttori, per pubblicizzare l’aspetto culturale superficiale dei prodotti e introdurre l’ideologia marxista durante la promozione: l’ibridazione delle culture attraverso la globalizzazione diventa un altro canale di promozione dell’ideologia comunista.


In terzo luogo, una cultura globale rende il consumismo la tendenza dominante della società. Gli spot pubblicitari, i film, i programmi televisivi e i social media bombardano costantemente i consumatori con l’idea di non stare vivendo in modo reale se non consumano, se non possiedono determinati prodotti o non si svagano in un certo modo. Il Comunismo usa mezzi e diversivi per spingere le persone a perseguire l’obiettivo di soddisfare i propri desideri. A causa di questo, le persone si allontanano sempre più dal piano spirituale e, prima che possano rendersene conto, si sono distaccate dalle credenze nel divino e nei valori tradizionali.

Il Comunismo diffonde rapidamente la sua ideologia degradante sullo sfondo della globalizzazione. Fa leva anche sull’effetto gregge: tramite la frequente esposizione a social media, spot pubblicitari, spettacoli televisivi, film e notizie, la gente è bombardata da varie ideologie antitradizionali e innaturali. Questo crea l’illusione che tali ideologie degenerate siano accettate a livello globale. Si diventa gradualmente insensibili ai danni che queste ideologie recano alle tradizioni. I comportamenti distorti sono considerati alla moda e la gente viene anche spinta ad andarne orgogliosa. L’abuso di sostanze, l’omosessualità, il rock-and-roll, l’arte astratta, e molto altro ancora, sono fenomeni che si sono diffusi in questo modo.

L’arte moderna è degenerata e viola tutte le definizioni tradizionali di estetica. Alcune persone sono state in grado di comprendere questo aspetto fin da subito. Quello che succede è che le opere d’arte moderne vengono costantemente esposte nelle città più importanti e vendute a prezzi elevati e i mezzi di comunicazione pubblicano spesso pezzi su queste strane e tetre opere. Il risultato è che buona parte della gente inizia credere di non essere in grado di comprendere le mode e che il proprio gusto artistico debba essere aggiornato. Le persone cominciano a negare il senso della bellezza e a favorire forme di espressione degenerate.

Il Comunismo è in grado di utilizzare l’effetto gregge a causa del fatto che molte persone non hanno una forte volontà. Una volta che l’umanità si discosta dalle tradizioni impartite dal Cielo, tutto diventa relativo e può cambiare nel tempo. La situazione è quindi adatta ad essere sfruttata.


b. I Paesi occidentali sviluppati esportano una cultura contraria alla tradizione

I Paesi occidentali sviluppati svolgono un ruolo decisivo nelle questioni economiche e militari a livello globale. Di conseguenza, la cultura occidentale ha potuto diffondersi rapidamente nei Paesi in via di sviluppo, in quanto è stata considerata la corrente principale della civiltà moderna e la direzione da seguire per lo sviluppo futuro. Sfruttando questa tendenza, è stato possibile diffondere in tutto il mondo la cultura moderna deviata presente negli Stati Uniti e in altri Paesi occidentali. La conseguenza è un danno enorme alle tradizioni di altri gruppi etnici. La musica rock and roll, le droghe e la liberazione sessuale sono state mascherate e proposte come parte della cultura occidentale e si sono rapidamente diffuse. Come sottolineato in questo libro, lo spettro comunista è alla base dello sviluppo di queste culture degenerate, che non hanno nulla a che fare con i valori tradizionali, derivanti dalla fede spirituale.

Attualmente, nel mondo si stanno diffondendo ogni sorta di culture degenerate, che vengono fatte passare come parte della cultura occidentale. Hollywood, in particolare, è diventato uno dei principali corrieri in grado di diffondere le varie ideologie che derivano dal marxismo culturale. Le caratteristiche speciali dell’industria cinematografica permettono di far accettare inconsciamente, agli spettatori, i valori proposti nei film.

Inoltre, a causa della loro forza economica, i Paesi occidentali attirano un gran numero di studenti stranieri. In questo libro abbiamo discusso di come il marxismo culturale abbia preso il controllo dell’educazione occidentale, il che espone allo stesso tempo gli studenti stranieri a varie ideologie di Sinistra. Una volta rientrati nei loro Paesi, gli studenti diffonderanno queste ideologie. Nei loro Paesi, queste ideologie degenerate sono considerate attraenti, a causa del fatto che i Paesi occidentali sono tecnologicamente più avanzati ed economicamente più sviluppati. Così, queste ideologie incontrano scarsa resistenza mentre si diffondono e distruggono le culture tradizionali locali.


Ad esempio, il primo Paese asiatico ad aver riconosciuto il matrimonio omosessuale ha delle tradizioni molto profonde. La globalizzazione è la causa di questo cambiamento: dopo aver studiato in Occidente, un gran numero di studenti ha accettato il matrimonio omosessuale, facendo poi pressione per un cambiamento nel proprio Paese. Per la maggior parte, i politici progressisti che incoraggiano la legalizzazione del matrimonio omosessuale hanno sviluppato la loro visione progressista durante i loro studi all’estero.

c. Le multinazionali diffondono una cultura degenerata

Durante la globalizzazione, il rispetto reciproco e la tolleranza nei confronti di diverse culture nazionali sono diventati un fenomeno di massa. Il Comunismo ne ha approfittato per ampliare arbitrariamente il concetto di tolleranza, rendendo di fatto la neutralità dei valori un ‘consenso globale’ sostenendo così delle ideologie degenerate. In particolare, l’omosessualità e la liberazione sessuale si sono sviluppate rapidamente attraverso la globalizzazione, corrodendo seriamente i valori morali della società tradizionale.

Nel 2016, una multinazionale di negozi al dettaglio ha annunciato che gli spogliatoi e i bagni dei negozi sarebbero stati «friendly to transgender people» [Attenti ai bisogni delle persone transgender, NdT]. Nel pratico, significa che qualsiasi uomo sarebbe potuto entrare nei bagni o negli spogliatoi delle donne a suo piacimento se avesse sostenuto di sentirsi una donna. L’American Family Association ha invitato i consumatori a boicottare l’azienda, a causa dei danni che la politica della multinazionale avrebbe potuto causare a donne e bambini[30]. Per esempio, nel 2018 un uomo è entrato nel bagno delle donne in uno dei negozi e si è denudato davanti a una ragazzina[31].


Da una parte, i consumatori che si rifanno a valori tradizionali si schierano mettendo in atto una resistenza; dall’altra, i giornalisti hanno scoperto che sono centinaia le multinazionali che hanno ottenuto punteggio pieno nell’Indice di uguaglianza aziendale (che misura i comportamenti aziendali nei confronti della comunità LGBT). I giornalisti hanno scoperto che i prodotti e servizi di queste aziende racchiudono tutti gli aspetti della vita quotidiana, cosa che rende irrealistico un qualsiasi tipo di boicottaggio. Le multinazionali in questione rappresentano quasi tutte le principali compagnie aeree, case automobilistiche, catene di fast-food, caffetterie, tutti i principali grandi magazzini, banche, aziende di produzione cinematografica, aziende di telefonia mobile e computer e così via[32]. Questi valori sono diventati onnipresenti e mainstream mediante la globalizzazione e passando per la cultura aziendale di ciascuna multinazionale.

d. L’ONU diffonde valori distorti

Nel 1990 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato che l’omosessualità non doveva più essere considerata una malattia mentale, con la conseguenza di spronare fortemente il movimento omosessuale in tutto il mondo. Con la globalizzazione, l’AIDS si è diffuso in tutto il mondo. Il gruppo più a rischio di contrarre l’AIDS sono gli omosessuali, che a tutt’oggi continuano a essere oggetto di interesse e di discussioni in ambito pubblico; e l’espansione del movimento omosessuale è stata promossa dal Comunismo.Quando gli operatori sanitari incoraggiano i malati di AIDS omosessuali a non vergognarsi e a cercare cure mediche, di fatto promuovono, allo stesso tempo, il riconoscimento morale della condotta omosessuale. In Africa, Asia e America Latina, i finanziamenti della comunità internazionale per combattere l’AIDS hanno avuto l’effetto di promuovere il movimento omosessuale[33].

Il Sudafrica è stato il primo Paese a presentare una nuova convenzione al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, che richiedeva di utilizzare il riconoscimento dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere come indicatori del livello dei diritti umani in un Paese. La convenzione è stata poi adottata ed è divenuta la prima risoluzione delle Nazioni Unite che riguardasse direttamente l’orientamento sessuale e l’identità di genere[34]. La realtà è che quel documento normalizza quelle che un tempo erano considerate mentalità degenerate, attribuendo loro la stessa importanza dei diritti umani naturali.


L’articolo 13 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia afferma: «Il fanciullo ha diritto alla libertà di espressione. Questo diritto comprende la libertà di ricercare, di ricevere e di divulgare informazioni e idee di ogni specie, indipendentemente dalle frontiere, sotto forma orale, scritta, stampata o artistica, o con ogni altro mezzo a scelta del fanciullo[35]».

Alcuni ricercatori si sono chiesti: se i genitori non permettono ai loro figli di indossare magliette con simboli satanici, si tratta di una violazione dei diritti dei bambini? I bambini hanno il diritto di scegliere il modo in cui desiderano parlare con i loro genitori?[36] I bambini possono non essere in grado di valutare le cose. Quando commettono atti violenti o infrangono norme etiche, i genitori possono disciplinare i loro figli? Queste preoccupazioni non sono ingiustificate. Nel 2018 la Provincia dell’Ontario, in Canada, ha approvato una legge per la quale i genitori non dovrebbero contraddire il desiderio del bambino di esprimere il proprio genere (in altre parole, per la legge i bambini possono scegliere da soli il loro genere, quindi i maschi possono dire di essere femmine e viceversa). I genitori che non accettano l’identità di genere scelta dai loro figli possono essere ritenuti colpevoli di maltrattamenti sui minori: lo Stato può quindi togliere ai genitori la custodia dei loro figli[37].

Il Comunismo usa quindi la globalizzazione per alterare e distruggere la cultura tradizionale e i valori morali in modo totale. Ciò include servirsi dei Paesi sviluppati, delle imprese multinazionali e delle istituzioni internazionali. Le persone sono immerse nelle comodità superficiali presenti nel villaggio globale, ma non sono consapevoli del fatto che i loro modelli di pensiero e le loro coscienze stanno rapidamente cambiando. In pochi decenni, queste ideologie, completamente nuove, hanno inghiottito molte parti del mondo, come se provenissero da uno tsunami. Ovunque queste ideologie fanno breccia, la cultura cambia, le civiltà svaniscono: anche i Paesi più antichi e più chiusi non hanno modo di sfuggirne.

La cultura tradizionale è la radice dell’esistenza umana, un’importante garanzia per gli esseri umani di mantenere degli standard morali. È la chiave che gli esseri umani possono usare per essere salvati dal Creatore. Nel processo della globalizzazione, questi elementi sono stati modificati o addirittura distrutti dalle predisposizioni dello spettro comunista. La civiltà umana affronta una crisi senza precedenti.


Conclusione

Da millenni, nazioni e Paesi diversi tra loro sono coesistiti. Sebbene si trovino in regioni differenti, abbiano forme sociali e sistemi politici differenti, usino lingue differenti, presentino qualità culturali e psicologiche differenti, tutti condividono valori universali comuni. Questi valori universali sono il nucleo della cultura tradizionale di ogni gruppo etnico.

In un breve periodo, poco più di cento anni dopo l’emergere del Comunismo sulla scena mondiale, l’umanità si è trovata ad essere in grave pericolo, poiché le culture tradizionali sono state indebolite, danneggiate e distrutte su larga scala.

Dopo la Rivoluzione d’Ottobre, i comunisti hanno preso il potere in Russia e in Cina, le grandi potenze dell’Est, uccidendo le élite culturali tradizionali di quei Paesi e distruggendo la cultura tradizionale con la violenza. Dopo la Seconda guerra mondiale, i Paesi comunisti si sono infiltrati nelle Nazioni Unite e in altre organizzazioni internazionali per controllarle, abusando inoltre delle procedure democratiche per far sì che la maggioranza potesse conquistare la minoranza; hanno inoltre impiegato il loro denaro allo scopo di persuadere i Paesi più piccoli, nel tentativo di usare l’ONU per spingere il mondo intero verso la corruzione.


In tutto il mondo, specialmente dopo la fine della Guerra Fredda, il Comunismo ha usato gli scambi e la cooperazione politica, economica e culturale a livello internazionale per espandere e controllare la globalizzazione, promuovendo i valori degenerati in tutto il mondo. I valori e le tradizioni universali sono stati distrutti e vengono distrutti sistematicamente. Al giorno d’oggi lo spettro del Comunismo domina il mondo intero.

I gruppi politici ed economici transnazionali di oggi hanno enormi risorse e la loro influenza è arrivata a essere presente in ogni aspetto della società umana. Da importanti questioni come l’ambiente, l’economia, il commercio, gli affari militari, la diplomazia, la scienza e la tecnologia, l’istruzione, l’energia, la guerra e l’immigrazione, fino alle questioni più piccole come il divertimento, la moda e lo stile di vita, tutti questi campi sono sempre più manipolati dai globalisti. Una volta formato un governo globale, diventerà facile trasformare o distruggere tutta l’umanità con un solo comando.

Usando la globalizzazione, assieme ad altri mezzi, lo spettro comunista ha rovinato la società umana in poche centinaia di anni: sia l’Oriente che l’Occidente rischiano di essere distrutti. Solo ritornando alla tradizione, gli esseri umani potranno reintrodurre i valori universali e le culture tradizionali nelle proprie nazioni sovrane e durante gli scambi internazionali. Tutto questo permetterà all’umanità, sotto la protezione e la grazia di Dio, di allontanare lo spettro comunista e di andare verso un futuro luminoso.

Capitolo 18 (Parte II): Le ambizioni di controllo globale del Partito Comunista Cinese



Lo Spettro del Comunismo non è scomparso con la disintegrazione del Partito comunista nell'Europa dell'Est

The Epoch Times sta pubblicando la traduzione del libro Come lo Spettro del Comunismo controlla il nostro mondo, dagli autori del libro Nove commentari sul Partito comunista.
Indice dei contenuti

3. La “guerra senza limiti” del PCC
a.”La Grande Propaganda verso l’estero” e la promozione della cultura del Partito nel mondo
• La più grande macchina di propaganda al mondo
• Trasformare i media mondiali in succursali della Xinhua
• Lavaggio del cervello a livello culturale e artistico
b. “Il Fronte Unito”: come disintegrare il mondo libero dall’interno per formare una Lega dei Comunisti
• Corruzione dei personaggi politici e degli uomini d’affari occidentali
• Infiltrazione dei circoli accademici e dei think tank
• Comprare e sfruttare i capi delle comunità cinesi all’estero, gli imprenditori e gli studenti
• Infiltrarsi nel mondo dello spettacolo
• Minacciare e intimidire i dissidenti all’estero
c. La guerra senza limiti economica è l’artiglieria pesante del PCC
• La trappola di “scambiare la tecnologia per l’accesso mercato”
• Una potenza manifatturiera basata sul furto
• Il progetto “mille talenti”: la competizione per i talenti e la guerra dello spionaggio
• Un sistema nazionale malvagio
d. La guerra dello spionaggio coinvolge tutti i cittadini
e. La guerra senza limiti prende molte forme

4. Il “modello cinese” e il suo impatto distruttivo

5. Lezioni imparate e vie di uscita
a. Le politiche di pacificazione sono state un grosso errore
b. Perché l’Occidente na ha sbagliato a gestire il PCC?
c. Come uscire da questa situazione?

3. La “guerra senza limiti” del PCC

Nel processo di realizzazione delle sue ambizioni globali, il PCC non ha morale né regole. Come affermato nei Nove commentari sul Partito Comunista, la storia della fondazione del PCC è un processo in cui esso ha assorbito gradualmente tutte le malvagità provenienti da tutto il mondo, inclusi i suoi nove tratti caratteristici: «malvagità, falsità, istigazione, scatenamento della feccia della società, spionaggio, rapine, lotta, eliminazioni e controllo[1]». Questi tratti ereditati sono ovunque individuabili nel corso del processo di espansione globale del PCC; inoltre, i suoi mezzi e maligni vengono continuamente rafforzati e sviluppati.

La “guerra senza limiti”, un prodotto del pensiero del PCC, è un’espressione concentrata di queste caratteristiche malvagie e una ragione importante del successo del Partito. L’idea di una guerra senza limiti è stata sempre una linea guida della pratica militare del PCC e, nel 1999, due generali comunisti cinesi hanno menzionato ufficialmente il termine nelle loro opere militari. La “guerra senza limiti”, per definizione, è «una guerra al di là di tutti i confini ed i limiti […], è costringere il nemico ad accettare i propri interessi con tutti i mezzi, armati e non armati, militari e non militari, che prevedano o non prevedano l’uccisione. I metodi possono essere di qualunque natura, le informazioni sono onnipresenti, il campo di battaglia è dovunque, al di là di tutti i limiti politici, storici, culturali e morali[2]».

Guerra senza limiti significa che «tutte le armi e le tecnologie possono essere usate a volontà; significa che tutti i confini tra quello che si definisce guerra e quello che non si definisce guerra, tra quello che è militare e non militare vengono spazzati via». Essa utilizza metodi che vanno al di là del singolo Paese e che non sono limitati a particolari settori: la finanza, il commercio, i media, la legge internazionale, lo spazio, sono tutti possibili campi di battaglia della guerra, che ha come armi il terrorismo, l’hackeraggio, le armi biochimiche, ecologiche, atomiche ed elettroniche, il traffico di droga, l’informazione, le tecniche psicologiche e ideologiche, le sanzioni e così via[3].

Gli autori del libro Guerra Senza Limiti ritengono che la “generalizzazione” della guerra sia l’inevitabile risultato del futuro e che tutti i campi debbano essere militarizzati. Credono, inoltre, che la chiave per la guerra senza limiti sia un’enorme quantità di personale non militare. Il governo, secondo questa filosofia, dovrebbe prepararsi al combattimento in tutti i campi di guerra invisibili il prima possibile[4].


A volte, nel linguaggio comune, si parla di “campi di battaglia” in senso metaforico. Il PCC ha invece interpretato tutto nel vero senso della parola. Considera tutti i campi come un campo di battaglia: in qualsiasi momento si deve mantenere uno stato simile a come se ci fosse la guerra, chiunque può deve partecipare alla guerra e ogni conflitto è considerato una lotta mortale. Per raggiungere i suoi obiettivi, il PCC non esita a lanciare accuse e a impiegare tutte le forze dell’intero Paese.

Negli anni ’40, durante la guerra civile della Cina, il PCC usò la guerra economica per far crollare il governo nazionale, la guerra di spionaggio per ottenere direttamente il piano di combattimento dell’esercito nazionale e varie cospirazioni per assistere l’azione militare nello sconfiggere il Kuomintang. Questi metodi storici di guerra senza limiti sono ancora in uso oggi dal PCC e vengono applicati su una scala più grande e più ampia. Guerra senza limiti significa rompere le regole e la morale: questo modo di intendere la guerra rende la maggior parte delle persone, dei governi e delle aziende occidentali incapaci di comprendere il modo in cui agisce il PCC. Ancora più difficile, poi, è competere con esso.

Il PCC ha implementato il pensiero della guerra senza limiti in diversi settori, per ottenere i propri obiettivi:
• L’esportazione della cultura del Partito e delle sue bugie nel mondo mediante la propaganda rivolta all’estero
• Il controllo della stampa globale e la guerra ideologica
• La corruzione mediante l’offerta di fama, sesso, relazioni, soldi e potere dispotico, volta ad unire i leader delle Nazioni Unite o vari personaggi politici di vari Paesi, esperti e accademici, magnati e persone influenti di ogni genere allo scopo di sviluppare amicizie che supportino il PCC e lo aiutino nei periodi di crisi
• Il sostegno e l’incitamento di regimi canaglia allo scopo di distrarre gli Stati Uniti e i governi occidentali
• L’impiego della diplomazia commerciale per far competere tra loro i Paesi liberi, utilizzando l’esca costituita da quel miliardo e più di consumatori cinesi
• Il rafforzamento dell’integrazione economica e dell’interdipendenza con altri Paesi per legarli a séLa violazione delle regole commerciali dell’Omc
• Le false promesse di riforma volte ad accumulare surplus commerciali e riserve in valuta estera
• L’utilizzo dei frutti del capitalismo per rafforzare il socialismo
• L’impiego del mercato, degli scambi con l’estero e delle risorse finanziarie per reprimere i diritti umani in una guerra economica senza limiti e per costringere altri Paesi ad abbandonare le responsabilità morali e i valori universali
• Il costringere i cinesi che lavorano in imprese private di Paesi sviluppati a trafugare informazioni
• Prendere in ostaggio i cittadini cinesi e di altri Paesi

a. “La Grande Propaganda verso l’estero” e la promozione della cultura del Partito nel mondo


Una stazione radiofonica cinese statale ha fondato una filiale a Londra e ha pubblicato un annuncio di lavoro in cui cercava 90 impiegati; tra i requisiti c’era quello di «poter presentare le notizie dal punto di vista della Cina». L’annuncio ha ricevuto più di 6000 candidature. Il PCC ha quindi incontrato un problema che tutti gli invidiano: troppi candidati[5]. L’entusiasmo nei confronti dell’annuncio della radio portavoce del PCC mostra il declino della stampa occidentale e la minaccia della grande propaganda estera del PCC.

• La più grande macchina di propaganda al mondo

Mao Zedong desiderava che l’agenzia di stampa Xinhua controllasse la Terra: «In modo che tutto il mondo possa sentire le nostre voci», diceva [6]. In passato il PCC non era in grado di realizzare questo desiderio, ma ora è quasi a quel punto.

Dopo la crisi finanziaria del 2008, i media occidentali hanno riscontrato difficoltà finanziarie e il PCC ha approfittato del momento per programmare una strategia di “grande propaganda verso l’estero”. Il People’s Daily, il China Daily, la Xinhua News Agency, la CCTV, China Radio International e altri portavoce del PCC hanno aperto giornali, stazioni radio e stazioni televisive in tutto il mondo. Chang Ping, ex direttore di Southern Weekend, ha affermato che dal 2009 le autorità cinesi hanno stanziato 45 miliardi di yuan per la cosiddetta “strategia nazionale per le pubbliche relazioni e la pubblicità”. Tuttavia, secondo altre fonti nella stampa cinese, i 45 miliardi erano solo una piccola parte, quella pubblica, dello stanziamento[7]. La stampa britannica ha infatti stimato che il PCC spende 10 miliardi dollari all’anno nella propaganda[8].


Nel marzo 2018, il Partito Comunista Cinese ha unito CCTV, China Radio International e China National Radio istituendo la Stazione centrale radiotelevisiva generale, gestita dal dipartimento centrale di propaganda e definita “Voce della Cina”: si tratta della più grande macchina di propaganda del mondo.

Una volta, la Xinhua News Agency ha affittato un gigantesco tabellone a Times Square, New York, per fare pubblicità al Partito Comunista. Nel 2016, il PCC ha cambiato il nome della CCTV all’estero, da CCTV a CGTN (China Global Television Network).

Il PCC aggiorna continuamente i metodi della sua propaganda. Per esempio, ha implementato la strategia di “localizzazione” per i giornalisti delle sedi estere dei suoi media principali, che consiste, in sostanza, nel reclutare giornalisti e presentatori locali. Infatti, una foto di Xi Jinping che si collega in videochiamata con la CCTV in America mostra che il 90% dei giornalisti non è cinese[9]. Il contenuto dei programmi è tutto creato nel Paese straniero e i giornalisti sono assunti in loco: sul territorio straniero, con i volti degli stranieri, le voci degli stranieri e il pensiero del Partito comunista; è fatto appositamente per confondere i due concetti: il PCC e la Cina. Il PCC usa gli stranieri per raccontare la storia del PCC (non della Cina) e diffondere la voce del PCC (e non della Cina).

Questa è la scena più distintiva nella grande propaganda verso estero del PCC. Il PCC fornisce anche borse di studio a giovani generazioni di giornalisti internazionali. Con tutto pagato, possono partecipare ai corsi di formazione o agli studi di laurea in Cina. Il motivo è chiaramente quello di infondere in loro la visione del giornalismo del PCC.


Insieme alla colonizzazione economica in Africa, i media del PCC hanno raggiunto tutti gli angoli dell’Africa. Il gruppo televisivo e mediatico StarTimes Media Group, con sede in Cina, opera attualmente in 30 Paesi nel continente africano e afferma di essere «l’operatore di TV digitale in più rapida crescita e più influente in Africa». Un tassista in Uganda ha dichiarato: «Ci sono sempre più africani che comprendono la società cinese guardando le serie tv della Cina contemporanea[10]».

A causa della sua mancanza di credibilità, la propaganda del PCC non ha mai avuto un gran successo all’estero. In ogni caso, il trasformare i media stranieri in propri portavoce, l’attaccare spietatamente i media e gli individui che criticano il Partito e il costringere tutti a sostenere il PCC, sono tutti ingredienti della ricetta della propaganda estera del PCC.

• Trasformare i media mondiali in succursali della Xinhua


Nel 2015, i ministri degli Esteri di 10 Paesi hanno condannato il PCC per le sue azioni volte a costruire isole artificiali nel conteso Mar Cinese Meridionale. In quel momento, una stazione radio della periferia occidentale di Washington ha emesso una voce fuori dal coro: non ha affatto menzionato il piano del PCC di costruire le isole e, al contrario, ha affermato che una “forza esterna” avrebbe cercato di inventare dei fatti e di aggravare le tensioni nel Mar Cinese Meridionale [11]. Questa stazione radio si chiama WCRW e presenta molti contenuti sostenuti del PCC. Curiosamente, la stazione non ospita pubblicità e l’unico suo cliente è una compagnia cinese: G & E Studio Inc, con sede a Los Angeles e appartenente a China Radio International (CRI), che ne detiene il 60% delle azioni. G & E ha almeno 15 stazioni radio simili in America, in varie città, tra cui Washington DC, Los Angeles, Salt Lake City, Atlanta, Philadelphia, Houston, Honolulu e Portland (Oregon) e Vancouver, (Canada).


Il portavoce del Partito Comunista Cinese China Radio International (CRI) fa affidamento su una società locale registrata a nome di un cittadino americano di etnia cinese. Controllandone le azioni, utilizza le stazioni radio statunitensi per promuovere propaganda comunista. Il più grande vantaggio di questa operazione è quello di nascondere l’identità del PCC, facendo sì che le persone abbiano l’impressione che degli americani stiano esprimendo il loro sostegno per il PCC.

Nel 2015, la CRI aveva 33 stazioni in almeno 14 Paesi e nel 2018 le stazioni sono diventate 58 e i Paesi del mondo 35 [12]. Dato che le operazioni e il controllo sono portati avanti mediante l’uso di aziende cinesi locali, sembra che i Paesi democratici non abbiano modo di affrontare la situazione per via legale, nonostante in molti siano scontenti di questa propaganda nascosta. La grande propaganda del Partito Comunista Cinese ha sfruttato le falle della società democratica. In nome della democrazia, promuove la dittatura e cerca di manipolare il pubblico affinché adotti la propria visione delle cose, il tutto sfruttando le scappatoie giuridiche della società libera. Quindi, nel nome della democrazia, cerca di distruggere la democrazia stessa.

Gli inserti del China Daily, che, per usare un’espressione cinese, “si fanno un viaggio con una barca presa in prestito”, costituiscono un’altra parte importante della propaganda verso l’estero del PCC. Il China Daily pubblica notizie sul Washington Post come inserti pubblicitari, utilizzando uno stile d’impaginazione che crea l’illusione di star leggendo una pagina qualunque del Washington Post[13]. Oltre al Post, il PCC ha fatto lo stesso su più di 30 giornali influenti, tra cui il New York Times, il Wall Street Journal, il British Daily Telegraph e Le Figaro. La parola “pubblicità” sulla pagina è collocata in un posto poco appariscente. I lettori potrebbero facilmente pensare che queste pagine siano materiale proprio del giornale.

Il 23 settembre 2018, il China Daily ha inserito quattro pagine di pubblicità sul giornale locale dell’Iowa De Moines Register, che sembravano le notizie ordinarie del giornale, ma i cui contenuti attaccavano il presidente degli Stati Uniti e cercavano di influenzare le elezioni di metà mandato degli Stati Uniti[14].


Il PCC è specializzato nel controllo dei media cinesi dell’estero. Attraverso la coercizione e la tentazione, ha “convertito” un gran numero di media in lingua cinese, inclusi alcuni con tendenze anticomuniste fondati in passato da taiwanesi. Il “Forum Mondiale dei Media Cinesi”, per esempio, è uno strumento divulgativo sponsorizzato dal PCC per trasmettere le istruzioni del Partito ai media cinesi in tutto il mondo. Il 10 settembre 2017, il nono Forum Mondiale dei Media Cinesi si è tenuto a Fuzhou: vi hanno partecipato più di 460 media cinesi d’oltremare provenienti da più di 60 Paesi dei cinque continenti.

Un esempio dell’impatto di questo lavoro di controllo dell’informazione può essere riscontrato nelle notizie del giornale in lingua cinese Qiao Bao, pubblicato in California, che porta la propaganda del PCC all’interno del giornalismo occidentale. Durante il XIX Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese, i lunghi reportage di questo giornale sull’argomento erano esattamente come quelli dei media ufficiali del Partito Comunista Cinese[15].

Durante le proteste del Movimento degli Ombrelli a Hong Kong nel 2014, la Overseas Chinese Media Association, controllata dal PCC con più di 160 membri, ha messo insieme 142 media cinesi che sostengono il PCC in Asia, Europa, Africa, America e Australia e tutti hanno pubblicato una cosiddetta Dichiarazione di «Difesa di Hong Kong», per sostenere il PCC. Una tale penetrazione del PCC all’estero, così diffusa ed efficace, sorprende veramente il mondo esterno[16].

Il PCC sostiene alcuni media cinesi così che agiscano da “falsi media stranieri”, per promuovere la propaganda del PCC sotto altro nome, per creare l’illusione che molti media in tutto il mondo sostengano il PCC.


La soppressione dell’opposizione è un’altra delle operazioni del PCC. Il PCC minaccia l’annullamento del visto o altro per quei media e giornalisti d’oltremare che osano denunciare le sue cattive azioni, costringendoli, così, ad autocensurarsi e ad avere paura di oltrepassare certe soglie. Nel mondo sono pochi i media realmente indipendenti dall’influenza del PCC.

Ci sono diversi modi, per una persona cattiva, di cambiare l’impressione che gli altri hanno di lei. Uno è partire dall’interno, abbandonare il male e diventare una persona buona: gli altri naturalmente cambieranno idea su di lui; il secondo è partire da fuori, fare il lavaggio del cervello agli altriin modo che gli altri non la considerino più cattiva; Il terzo modo è utilizzare il sistema del lavaggio del cervello per trasformare gli altri in cattivi, cosa che fornisce la massima protezione per se stessi.

Il PCC adotta al contempo il secondo e il terzo metodo. Usa una varietà di attività di propaganda su larga scala per fare il lavaggio del cervello agli stranieri, in modo che non abbiano più la percezione che il PCC sia cattivo e li trascina persino nell’acqua con sé, in modo che essi siano disposti a unirsi ai cattivi. Attraverso ampi investimenti e operazioni, il PCC ha istituito un sistema mondiale per il lavaggio del cervello.

• Lavaggio del cervello a livello culturale e artistico


Il lavaggio del cervello culturale è uno strumento importante che il PCC impiega per distruggere la cultura tradizionale. Il PCC ha pubblicizzato il suo impegno nel restaurare la cultura tradizionale negli ultimi anni, ma come accennato nei precedenti capitoli di questo libro, questa ondata di cosiddetta “cultura tradizionale in ripresa” è priva dell’anima vera della cultura tradizionale e ha messo invece la falsa cultura del PCC a rimpiazzo della tradizione.

Questo non ha solo ingannato il mondo, ma ha anche contribuito a devastare ulteriormente la cultura tradizionale. In più, al fine di influenzare ulteriormente il mondo, uno degli elementi chiave della propaganda estera del PCC è di esportare la propria versione della cultura “tradizionale” cinese e utilizzare gli usi e costumi cinesi per “abbellire” il PCC.. Si tratta di un’altra forma di manipolazione delle percezioni, o di lavaggio del cervello. Un esempio tipico di questa strategia è l’Istituto Confucio.

Secondo statistiche incomplete, a partire dalla fine del 2017, il PCC ha creato 525 Istituti Confucio (all’interno dei college e delle università) in 146 Paesi e 1.133 aule di Confucio (per le scuole primarie e secondarie) [17]. I fondi dell’Istituto Confucio provengono dal “Hanban”(l’ufficio della lingua cinese) affiliato al Dipartimento del Fronte Unito del PCC, e l’uso dei fondi è supervisionato dagli ambasciatori e dai consolati del Partito Comunista Cinese. Gli Istituti Confucio sovvertono gli importanti principi accademici dell’autonomia e della libertà delle istituzioni accademiche, con l’obiettivo di promuovere la volontà ufficiale del PCC, mostrare agli studenti la storia filtrata della Cina ed omettere la vera storia del PCC e la pessima situazione dei diritti umani. In alcune aule dell’Istituto Confucio, vengono appesi al muro i saggi letterari di Mao Zedong. Dicono di insegnare la cultura tradizionale cinese, ma di fatto promuovono gli insegnamenti del comunismo ed esportano la cultura del PCC.

Oltre a offrire corsi culturali e linguistici, l’Istituto Confucio distorce anche la storia e organizza persino proteste contro le attività che il PCC ritiene delle minacce al suo dominio. Ad esempio, vari oratori sono stati invitati a pubblicizzare ripetutamente le bugie del PCC sul Tibet e hanno affermato che la causa della guerra di Corea fosse che le forze armate statunitensi che avevano bombardato i villaggi cinesi e il PCC era stato costretto a inviare soldati[18].


Il National Defense Authorization Act for Fiscal Year 2019 del governo statunitense, approvato nel 2018, ha condannato con un linguaggio molto forte i tentativi del PCC di influenzare l’opinione pubblica negli Stati Uniti, in particolare i suoi “media, istituzioni culturali, imprese e gruppi accademici e politici”. L’atto di legge vieta esplicitamente al Ministero della Difesa di finanziare le facoltà di lingua cinese delle università americane che ospitano un Istituto Confucio[19].

Dal settembre all’ottobre 2011, Il PCC ha messo sul palcoscenico del Kennedy Art Center di Washingto, DC il balletto Red Detachment of Women, composto da 300 ballerini. A settembre del 2016, a Los Angeles, si è tenuto un concerto di alto profilo per commemorare l’80° anniversario della vittoria della lunga marcia dell’Armata Rossa. Allo stesso tempo, in Australia, presso i municipi di Sydney e di Melbourne è stato organizzato l’evento “Canzoni rossi per commemorare il 40° anniversario della morte di Mao Zedong”.. Le organizzazioni cinesi locali in Australia hanno però protestato e alla fine hanno interrotto lo spettacolo. Nel 2017, il Partito comunista cinese ha esportato il Red Detachment of Women in Australia, e nel 2018 è riuscito a portare un altro dramma di danza rossa violenta del PCC, Honghu Red Guard a Sydney e Melbourne.

Per quando riguarda la guerra dei media e dell’informazione, il regime del Pcc e i governi democratici non hanno una posizione paritaria: il PCC non consente ai media di alcun Paese democratico di entrare nella Cina, ma può spostare tutti i suoi portavoce in una società democratica a suo piacimento; il PCC non consente a nessuno nel Paese democratico di investire nel portavoce dei media, ma il PCC può inserire le sue parole, i suoi suoni e le sue immagini arbitrariamente all’interno dei media di una società democratica o acquistare direttamente dai media stranieri; i media cinesi del Partito non consentono che i giornalisti occidentali lavorino per loro, ma il PCC può inviare le sue persone nei media occidentali o istruire direttamente gli stranieri come portavoce dei media del Partito.

Finché l’Occidente considera ancora i portavoce del PCC come dei “media”, l’Occidente continuerà a perdere, in questa guerra dell’informazione. Nel 2018, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha richiesto a Xinhua News Agency e a China Global TV Network di registrarsi come “agente straniero” negli Stati Uniti. Anche se questo è già un passo avanti, è ancora lungi dall’essere abbastanza: non ha risolto il problema dalla radice.


La propaganda estera del PCC è un grande progetto che ha lo scopo di cambiare le opinioni del pubblico nei confronti del regime. Si può dire che abbia raggiunto alcuni dei risultati previsti. La diffusione delle tossine comuniste in tutto il mondo attraverso una propaganda su larga scala ha seriamente fuorviato le opinioni del mondo sul PCC, sul modello del PCC, sulla situazione dei diritti umani in Cina e sul Comunismo.

b. “Il Fronte Unito”: come disintegrare il mondo libero dall’interno per formare una Lega dei Comunisti

Il 18 dicembre 2018, durante le celebrazioni della conferenza per il 40° anniversario della “riforma economica cinese” del PCC, è stata conferita a dieci stranieri la “Medaglia di amicizia per la riforma cinese”, per ringraziare del “sostegno e l’aiuto della comunità internazionale per la riforma economica della Cina”. Tra queste dieci, c’era l’ex presidente del Comitato Olimpico Juan Antonio Samaranch, che ha aiutato il PCC a conquistare il diritto di ospitare le Olimpiadi estive del 2008 e Robert Lawrence Kuhn, un uomo d’affari americano che ha firmato un’autobiografia molto lusinghiera dell’ex leader del Partito Comunista Jiang Zemin. In effetti, negli ultimi decenni, ci sono stati innumerevoli politici e celebrità internazionali che hanno aiutato il PCC. Hanno interpretato ruoli diversi per motivi diversi, ma purtroppo sono diventati vittime del fronte unito del PCC e complici di questo regime criminale.

Per raggiungere le sue ambizioni di dominio globale, il PCC ha attinto a tutte le forze possibili. Questa è una parte importante del “fronte unito” del PCC, Tong Zhan. Mao Zedong ha classificato il “fronte unito” come uno dei “tre tesori magici” del PCC. Il governo del Kuomintang nel passato e la società libera di oggi hanno subito enormi perdite a causa del fronte unito del PCC. Fortunatamente, i Paesi occidentali hanno iniziato a svegliarsi e negli ultimi anni hanno pubblicato una serie di studi investigativi sul fronte unito.


Il 24 agosto 2018, la Commissione di revisione economica e della sicurezza USA-Cina (USCC) del Congresso degli Stati Uniti, ha pubblicato una relazione intitolataIl lavoro del fronte unitodella Cina all’estero. Questa relazione fornisce un riassunto sulla struttura e i metodi dell’operazione del fronte unito del PCC, incluso come il PCC usa varie organizzazioni e istituzioni ufficiali e locali per portare avanti il fronte unito e l’influenza del fronte unito del Partito comunista cinese sugli Stati Uniti e altri Paesi occidentali. La relazione ha sottolineato che «il PCC ha rafforzato vigorosamente il suo lavoro del fronte unito negli ultimi anni. Ci sono sempre di più funzionari del Dipartimento Fronte Unito che sono stati assegnati a posizioni di alto livello nel PCC e nel governo. Negli ultimi anni, il PCC ha aumentato di 40.000 il numero dei quadri del fronte unito[20].»

Il think tank europeo Global Public Policy Research Institute (GPPI) ha pubblicato un rapporto di ricerca nel 2018 in cui ha rivelato in dettaglio le attività di infiltrazione del PCC in Europa [21]. Il 29 novembre nel 2018, la Hoover Institution dell’Università di Stanford ha pubblicato anche uno studio dettagliato che rivelava la penetrazione all’estero del PCC. Lo studio ha sottolineato che «le attività del “fronte unito” della Cina (il PCC) vanno oltre la comunità dei cinesi espatriati, e il loro obiettivo è una più ampia gamma di istituzioni settoriali nella società occidentale, dai think tank, alle università, ai media, ai governi locali, statali e nazionali. La Cina (il PCC) si impegna a promuovere l’immagine positiva del suo governo, della sua politica, della sua società e della sua cultura, sopprimendo i diversi punti di vista, riunendo le forze principali degli Stati Uniti a sostegno dei suoi obiettivi politici e dei suoi interessi economici[22]».

In generale, i target del fronte unito del PCC sono le seguenti categorie principali.

• Corruzione dei personaggi politici e degli uomini d’affari occidentali


La relazione USCC ha sottolineato che il PCC considera il lavoro del fronte unito come uno strumento importante per rafforzare il sostegno per il Partito. Per i politici occidentali, il PCC non esita a tirar fuori grosse tangenti e a compiere molti sforzi. Tramite il lobbismo, le tentazioni e le relazioni, il PCC ha stretto forti legami con un gran numero dei funzionari di alto livello dei governi occidentali, li ha trattati come fossero ospiti importanti, preparando per loro doni preziosi e chiamandoli “vecchi amici del popolo cinese”. Tra di loro ci sono dei segretari generali delle Nazioni Unite, capi di Stato, funzionari governativi, parlamentari, consiglieri governativi, capi di organizzazioni internazionali, celebri intellettuali, magnati dei media, ecc. Nei momenti critici, ci si aspetta da loro che esprimano sostegno nei confronti del PCC.

L’ex direttore dell’Ufficio Affari Civili di Hong Kong, Patrick Ho Chi-ping, che è stato condannato a dicembre 2018 dagli Stati Uniti, ha stretti legami con gli alti funzionari del PCC. Aveva rappresentato la compagnia energetica cinese e corrotto funzionari di due Paesi africani per ottenere i diritti di estrazione mineraria. Ha corrotto anche due ex presidenti dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite i quali il PCC ha potuto stringere relazioni con funzionari ad alto livello di altri Paesi[23].

I documenti giudiziari statunitensi hanno mostrato la diffusa corruzione e lo spionaggio della ZTE, il colosso cinese della telecomunicazione: due funzionari del settore delle telecomunicazioni della Liberia hanno testimoniato che tra il 2005 e il 2007, la ZTE ha corrotto i funzionari dei loro Paesi su ampia scala, compreso il presidente stesso del Paese, funzionari governativi a tutti i livelli e la Magistratura.

Il PCC ha corrotto con interessi, favori sessuali e spionaggio per avvicinarsi ai leader politici di diverse fazioni e usarli come pedine per realizzare le sue ambizioni. Dopo le elezioni di metà mandato negli Stati Uniti a novembre nel 2014, in un memorandum di China Huaxin Energy, una compagnia ufficialmente sostenuta dal Partito Comunista Cinese, è stato delineato un piano per contattare con i politici, attività definita come fondare “una relazione e una base di amici”.


La relazione tra Ye Jianming, il presidente di Huaxin e gli alti politici europei è straordinaria. Una volta Ye Jianming ha chiesto al consigliere della sicurezza per un ex presidente degli Stati Uniti se poteva convincere l’esercito americano a non bombardare la Siria, perché voleva comprare i giacimenti petroliferi lì. Tra le persone che aveva contattato c’erano gli alti funzionari della Riserva Federale degli Stati Uniti, gli alti funzionari delle Nazioni Unite e le famiglie degli alti funzionari del governo statunitense[24].

In qualunque momento sia necessario, il PCC formerà vari “fronti uniti” temporanei per isolare il nemico. In passato, il PCC usava i voti dei Paesi del terzo mondo per vincere nelle Nazioni Unite; usava l’Iran per vanificare gli impegni degli Stati Uniti per stabilizzare il Medio Oriente e al tempo stesso consolidare la nuova alleanza economica; mentre nella recente guerra commerciale sino-americana, il PCC ha fatto le pressioni sui Paesi europei per suscitare le contraddizioni tra l’Europa e gli Stati Uniti, formare un nuovo fronte unito e limitare congiuntamente gli Stati Uniti.

Il PCC attinge anche vigorosamente alle figure politiche locali, come i leader delle comunità, i consiglieri comunali, i sindaci e i legislatori statali. La metodologia prevalente è quella di donare denaro alle figure politiche tramite uomini d’affari cinesi o gruppi cinesi, invitarli a visitare la Cina e cogliere l’opportunità per tangenti, concessioni di benefici ai loro parenti e amici quando fanno gli affari nella Cina, o corruzione dei loro assistenti; spesso usano trappole sessuali e altri mezzi bassi del genere.

Nel 2005, Chen Yonglin, l’ex primo segretario del consolato cinese a Sydney, è fuggito in l’Australia. Nel 2017, è stato intervistato da Epoch Times e ha svelato in dettaglio i mezzi con cui il fronte unito del Partito comunista cinese si è infiltrato nel governo australiano e ha corrotto i politici e i funzionari: «Non solo le donazioni politiche, ma anche la quantità di tangenti per i politici in privato è in realtà molto più alta della quantità delle donazioni politiche, in particolare per i politici di alto livello. Ci sono tantissimi funzionari che sono stati corrotti».


«La corruzione ai funzionari politici australiani da parte del PCC include anche portare queste persone in Cina per viaggiare, farli godere di un trattamento da imperatore, che comprendere anche le prostitute offerte dalle compagnie cinesi o dai cinesi immigrati a Australia. Molti funzionari australiani hanno cambiato atteggiamento subito dopo aver visitato la Cina[25]».

Con le sue potenti risorse finanziarie, il PCC ha attirato i partiti comunisti, i partiti di sinistra e i membri della Sinistra in tutto il mondo, e li ha fatti diventare agenti del PCC nel loro Paese, per promuovere la diffusione dell’ideologia comunista.

Il PCC ha usato lo stesso metodo nei confronti della comunità finanziaria e delle compagnie occidentali, invitandone i membri come ospiti, offrendo loro benefici economici e facendo pressione sui loro governi, tramite queste persone, per influenzare le politiche economiche e finanziarie dei Paesi occidentali. Nella guerra commerciale sino-americana, i funzionari ad alto livello del PCC hanno interagito frequentemente con Wall Street. Molte importanti istituzioni finanziarie e società multinazionali negli Stati Uniti hanno attività commerciali in Cina: al fine di espandere la propria attività hanno assunto molti figli dei funzionari ad alto livello del Partito Comunista Cinese, chiamati “principini”; questi ultimi sono gli occhi, le orecchie e la voce del Partito in queste aziende.

• Infiltrazione dei circoli accademici e dei think tank


Nei Paesi occidentali, molti think tank hanno un’influenza diretta sulle politiche e le strategie nazionali, quindi il PCC ha dato grande importanza a questi gruppi. La relazione dell’Hoover Institution rivela che il PCC si è particolarmente impegnato a influenzare il governo statunitense e la sua opinione, creando situazioni favorevoli al Partito Comunista Cinese. Tramite i fondi dati ai think tank, Il PCC cercava di raggiungere l’obiettivo di influenzare questi circoli. Il PCC ha cercato di comprare, controllare o influenzare quasi tutti i gruppi di esperti che si occupano di argomenti legati alla Cina [26].

Il Washington Post ha rivelato che alcune compagnie cinesi vogliono controllare i think tank statunitensi; ad esempio, Huawei, il gigante delle telecomunicazioni cinesi, non solo minaccia la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ma cerca anche di influenzare l’indipendenza del think tank di Washington fornendo loro fondi[27].

Huawei ha sponsorizzato più di 20 università britanniche come Cambridge e Oxford. Il professor Anthony Glees, esperto di sicurezza nazionale del centro di ricerca sulla sicurezza nel Regno Unito, ha dichiarato: «I fondi cinesi per le università britanniche finanziano la ricerca sull’elettronica, cosa che costituisce un problema di sicurezza nazionale». Glees crede che Huawei abbia adottato il progetto “i semi del futuro” per connettersi con l’università e attrarre giovani talenti: «È sicuramente una classica tattica sovversiva comunista[28]».

Usando letangenti del denaro, dello status, degli onori, eccetera, il PCC compra gli studiosi d’oltremare, specialmente gli studiosi specializzati sulla Cina. Alcuni degli studiosi che sono stati comprati hanno seguito la propaganda del PCC e hanno scritto libri per illustrare “l’ascesa pacifica”, “il sogno cinese” e il “modello cinese” del PCC. Il cambiamento di atteggiamento sulla Cina di questi studiosi può influenzare indirettamente la politica occidentale nei confronti del PCC, ed è esattamente ciò che il PCC vuole ottenere.


Ad aggiungere poi al danno la beffa, negli ultimi decenni gli studiosi socialisti occidentali sono stati seriamente influenzati dall’ideologia comunista. Con una piccola “guida” esterna, passeranno dal credere nell’ideologia di sinistra ad abbracciare attivamente il regime comunista.

• Comprare e sfruttare i capi delle comunità cinesi all’estero, gli imprenditori e gli studenti

Il PCC ha trasformato i sentimenti dei cinesi d’oltremare per la madrepatria nella simpatia e nel riconoscimento dell’ideologia del PCC. A tal fine, il PCC fornisce sostegno finanziario ai gruppi chiave per comprare i loro cuori. Il PCC impiega spesso l’espressione “l’amore per la propria patria, l’amicizia verso i simili”, come parte del suo tentativo deliberato di confondere il concetto della “Cina” con quello del “PCC” per ingannare i cinesi d’oltremare. Inoltre, utilizzando una rete di organizzazioni, sostenitori e spie all’estero, marginalizza e attacca i suoi avversari.

Il PCC approfitta di ogni occasione per invitare i cinesi d’oltremare a investire nelle imprese cinesi e organizza spesso ricevimenti di alto livello per i leader della comunità cinese. Per i sostenitori del PCC all’estero, organizza incontri con i veterani del Partito comunista cinese, o li invita alla cosiddetta cerimonia della festa nazionale e così via.


Zach Dorfman, un ricercatore senior del Consiglio di Carnegie per l’Etica e gli Affari Internazionali negli Stati Uniti, ha pubblicato un lungo articolo investigativo nel sito politico americano Politico. L’articolo ha rivelato delle attività di spionaggio della Cina e della Russia nella Silicon Valley, con particolare attenzione agli attori cinesi [29]. L’articolo ha esaminato come esempio Rose Pak, un’intermediaria cinese di San Francisco. Il PCC ha usato la Pak per far sì che la Camera di Commercio cinese di San Francisco impedisse al Falun Gong, ai Tibetani e ai pro-Taiwan, così come agli attivisti uiguri e ad altri gruppi, di partecipare alle parate di Capodanno.

La relazione USCC ha anche rivelato che l’Associazione degli Studenti e degli Studiosi Cinesi (CSSA) è controllata dal PCC ed è un’importante pedina del PCC all’estero. Sui siti di alcuni rami della CSSA si dice chiaramente che sono stati fondati dall’Ambasciata Cinese, o che sono direttamente affiliati ad essa [30]. Accettano spesso ordini di impedire ai dissidenti di esprimere le proprie opinioni, molestare, intimidire e monitorare gli studenti che non rispettano il PCC.

La CSSA è anche direttamente coinvolta nello spionaggio economico industriale. Nel 2005, il giornale francese Le Monde ha rivelato che la CSSA dell’Università di Leuven, in Belgio, costituiva la prima linea della rete di spionaggio economico del PCC in Belgio. La rete di spionaggio ha centinaia di spie che lavorano in varie compagnie europee[31].

• Infiltrarsi nel mondo dello spettacolo


Negli ultimi anni, il PCC ha continuamente aumentato i suoi sforzi per penetrare nel settore dell’intrattenimento degli Stati Uniti. Nel 2012, il Gruppo Wanda ha investito 2 miliardi e 600 milioni di dollari per acquisire il secondo più grande cinema americano, AMC, dopodiché ha speso 3 miliardi e 500 milioni di dollari per Legendary Pictures e un miliardo e 100 milioni per il quarto più grande cinema, Carmack [32]. Nel 2016, Ali Films ha acquisito una parte delle azioni di Amblin Partners, una compagnia del grande regista di Hollywood Steven Spielberg e ha inviato un rappresentante al consiglio di amministrazione della compagnia per l’importante decisione [33].

Uno degli obiettivi principali dell’infiltrazione del PCC nel settore dell’intrattenimento è far parlare il mondo delle “storie buone del PCC)” e presentare “l’ immagine positiva della crescita pacifica” per coprire la sua ambizione di dominare e al tempo stesso far ignorare al mondo l’espansione della cultura del Partito che corrompe tutto il mondo. Dal 1997 al 2013, la Cina ha investito solo in 12 film dei 100 migliori film del mondo di Hollywood. Ma nei cinque anni successivi, la Cina ha partecipato a 41 investimenti nei film più venduti di Hollywood[34].

Hollywood desidera ardentemente il mercato cinematografico in rapida crescita della Cina e i suoi dirigenti sono ben consapevoli che non potranno lucrarci senza adeguarsi alla linea del Partito. Di conseguenza, cercano di assicurarsi di essere in armonia con la censura cinese [35]. Le celebrità americane che si sono opposte al PCC non possono entrare nel Paese o sono escluse dal mercato cinese. La star di Hollywood Richard Gere, che si è espressa chiaramente in merito al Tibet, per esempio, non solo non può più andare in Cina, ma persino la sua carriera come attore ne è stata influenzata: per non offendere il PCC, alcuni produttori hanno rifiutato di investire nei film a cui ha partecipato[36]. Inoltre, ci sono molte star del cinema e della televisione che sono state inserite nella lista nera a causa di altri tipi di trasgressione.

• Minacciare e intimidire i dissidenti d’oltremare


Per gli studiosi occidentali, in particolare quegli esperti critici sulla Cina, il PCC applica la coercizione e gli incentivi, cosa che ha fatto sì che molti studiosi prendessero l’iniziativa di autocensurarsi. I mezzi coercitivi, incluso il rifiuto del visto, hanno un grande impatto sui giovani studiosi e sulla loro carriera professionale; molti studiosi evitano le questioni dei diritti umani, o relative ai Tibetani e agli altri cosiddetti “argomenti delicati”, per non offendere il Partito comunista Cinese.

Perry Link, un professore di Studi dell’Asia Orientale è stato messo nella lista nera per i suoi studi sul massacro di Piazza Tienanmen, che hanno messo in cattiva luce il regime comunista. Il PCC ha quindi utilizzato la sua esperienza come “cattivo esempio”, in modo da disincentivare i più giovani al comportarsi in modo simile [37]. A ottobre il 2017, al vice-presidente della Commissione per i Diritti Umani del Partito Conservatore britannico, Benedict Rogers, (che è anche un sostenitore del movimento democratico di Hong Kong) è stato negato l’ingresso nell’aeroporto di Hong Kong ed è stato rimpatriato[38].

La relazione USCC rivela: «I servizi segreti del PCC hanno chiesto alle minoranze, come gli uiguri che vivono all’estero, di fare le spie per il PCC. Se non sono d’accordo, il PCC li minaccia di inviare loro o le loro famiglie nei campi di detenzione dello Xinjiang. Secondo gli Uiguri che sono stati oggetto di minacce, lo scopo è “non solo raccogliere informazioni sulle attività di uiguri all’estero, ma anche creare discordia all’interno della comunità all’estero, e intimidire le persone per impedire loro di opporsi al governo cinese».

La relazione dell’USCC afferma anche che gli agenti dell’intelligence cinese cercano di reclutare come spie i membri di minoranze etniche, tra cui gli uiguri che vivono all’estero. Se rifiutano, le loro famiglie in Cina possono subire maltrattamenti. Secondo gli uiguri che hanno ricevuto simili minacce, lo scopo delle minacce non è solo quello di ottenere informazioni sulla diaspora uigura, ma anche quello di creare divisioni interne che quindi impediscano un’efficace opposizione al PCC [39].


c. La guerra senza limiti economica è l’artigliera pesante del PCC

Se la propaganda estera, la gestione delle percezioni e il fronte unito sono le forme di soft power del Partito, allora il settore high-tech deve diventare il suo hard power. Negli anni ‘50, lo slogan del PCC era “sorpassare il Regno Unito e raggiungere gli Stati Uniti”, ma era solo una farsa. Oggi, tuttavia, la stessa strategia è diventata realistica e preoccupante.

Dal 1980, il PCC ha attuato una serie di piani strategici per la scienza e la tecnologia, tra cui il Programma 863 (programma nazionale per la ricerca e lo sviluppo dell’alta tecnologia), il Programma 973 (piano nazionale per i progetti di ricerca principali), il Made in China 2025 (strategia per trasformare la Cina da un Paese manifatturiero a una potenza della produzione entro il 2025, conquistando il posto di Paese guida nell’ambito dei big data, del 5G e simili).La strategia include degli ambiziosi piani relativi all’intelligenza artificiale, settore del quale la Cina immagina di divenire leader mondiale entro il 2030. Lo scopo è di migliorare lo stato di “fabbrica del mondo” della Cina in uno stato di gigante della produzione avanzata, ottenendo così il dominio sul mondo.

È normale che un Paese cerchi di migliorarsi nell’industria. È anche normale che un governo dia il suo sostegno alla ricerca e allo sviluppo di un settore così strategico. Allora perché la strategia della tecnologia del PCC è diventata un problema per il mondo occidentale?


La ragione più fondamentale è che la Cina sotto il regime comunista cinese non è un Paese normale. Per dirla in maniera più chiara, lo sviluppo della scienza e della tecnologia del PCC non volto ad entrare nella lista dei Paesi high-tech e orientato a una competizione imparziale con gli altri Paesi, ma ha lo scopo di utilizzare mezzi spregevoli per eliminare completamente gli avversari e sconfiggere le economie occidentali, in particolare l’economia degli Stati Uniti, al fine di dominare il mondo. Lo scopo dello sviluppo della forza scientifica e tecnologica del PCC è quello di servire meglio la sua ideologia, per il dominio del Comunismo alla fine.

L’innovazione tecnologica è il frutto del pensiero libero del capitalismo ed è in naturale conflitto con l’autocrazia totalitaria del comunismo. I ricercatori in Cina non hanno neanche la libertà di usare liberamente internet per la ricerca. È difficile fare le innovazioni sotto l’ambiente chiuso dal PCC. Quindi il PCC, per avere l’avanzata tecnologia occidentale, usa metodi anormali – rubare la tecnologia, attirare le risorse umane, danneggiare l’industria occidentale. Le cose che l’Occidente ha trascorso decenni a sviluppare, con fondi astronomici sono state rubate, studiate e modificate dal PCC e poi sono state messe in produzione su ampia scala, gettate nel mondo e utilizzate per combattere le imprese private e l’economia occidentale. Si può dire che il PCC stia usando l’approccio della “guerra senza limiti” per vincere questa guerra tecnica.

• La trappola di “scambiare la tecnologia per l’accesso al mercato”

Negli ultimi anni, la ferrovia ad alta velocità cinese è diventata il biglietto da visita dell’industria manifatturiera cinese e il protagonista della “diplomazia ferroviaria ad alta velocità”. La sua breve ma intensa storia di oltre dieci anni è stata definita “leggendaria” dai media del Partito Comunista Cinese, ma per le aziende occidentali è un incubo in cui la loro tecnologia è stata rubata. È stata veramente una perdita grande, in cambio di un piccolo guadagno, per l’Occidente.


Il progetto della ferrovia ad alta velocità della Cina è iniziato all’inizio degli anni 90. Nel 2005, il PCC ha abbandonato la ricerca e lo sviluppo indipendenti e si è rivolto all’importazione della tecnologia occidentale. L’obiettivo del PCC è stato molto chiaro, cioè acquisire la tecnologia e produrre in modo indipendente, per realizzare il “sorpasso in curva”. La Cina richiede che i produttori stranieri firmino un contratto di trasferimento tecnologico con le aziende cinesi prima di fare offerte, altrimenti le offerte saranno annullate.

La parte cinese ha anche stabilito una procedura di valutazione denominata “valutazione di implementazione del trasferimento tecnologico”, con cui si valuta quanto l’azienda cinese ha imparato dall’azienda straniera: in questo modo, finché le imprese cinesi non avranno appreso la tecnologia in questione, non pagheranno. In più, le autorità richiedono che, stando all’ultima partita di ordini, le compagnie locali devono averne prodotto il 70%[40].

Queste condizioni a dir poco prepotenti non hanno impedito alle aziende occidentali di rimanere nel promettente mercato cinese. Kawasaki Heavy Industries del Giappone, Alstom della Francia, Siemens della Germania e Bombardier del Canada, hanno tutti partecipato alle offerte. Davanti alla regola di “scambiare la tecnologia per il mercato” del PCC, nessuna società occidentale è disposta a trasferire la sua tecnologia principale. Tuttavia, il PCC gioca tra diverse compagnie e almeno una di loro sarà tentata dagli interessi immediati. La realtà è questa: quando una società comincia a occupare il mercato cinese, le altre compagnie diventano gelose. Di conseguenza, tutte le società sono cadute nella trappola del PCC. Alla fine, la Cina ha introdotto le tecnologie delle suddette quattro compagnie ferroviarie ad alta velocità.

Il governo cinese ha investito fondi enormi senza preoccupazioni. La ferroviaria cinese ad alta velocità è entrata in un periodo di grande sviluppo: è la più lunga ferrovia ad alta velocità al mondo. In pochi anni, la Cina ha assimilato e ha assorbito la tecnologia occidentale nei cosiddetti “diritti di proprietà intellettuale indipendenti. Ciò che ha sorpreso le società occidentali è che la Cina ha effettivamente iniziato a chiedere di registrare dei ”propri” brevetti relativi a ferroviarie ad alta velocità, all’estero. La ferrovia ad alta velocità della Cina è entrata così in forte concorrenza con i suoi ex “maestri” nel mercato internazionale. Poiché la Cina ha accumulato molta esperienza pratica, con la produzione su larga scala ha ottenuto molti vantaggi industriali; in più ha il sostegno finanziario del governo a prescindere dal costo. La ferrovia ad alta velocità cinese ha un grande vantaggio competitivo ed è diventata l’opera principale del progetto “One Belt One Road” del PCC.


Le aziende occidentali che una volta hanno sognato di poter guadagnare dal mercato cinese delle ferrovie ad alta velocità, improvvisamente hanno scoperto di esserne già fuori e di essere diventate anche vulnerabili nel mercato internazionale.Iil presidente onorario della Central Japan Railway Company, Yoshiyuki Kasai, ha detto con dispiacere: «La tecnologia dello Shinkansen è la perla del Giappone. Il trasferimento tecnologico alla Cina è un errore enorme[41].»

Il PCC stesso ha ammesso che il successo delle ferrovie ad alta velocità della Cina è fatto sulle spalle dei giganti, ma il suo scopo fin dall’inizio è stato quello di sbarazzarsi di tutti i ​​giganti. In particolare, il PCC ha un duplice scopo: lo scopo a breve termine è quello di dimostrare la legittimità del suo regime con il successo economico, incitando il sentimento nazionalista con lo sviluppo economico e tecnologico; l’obiettivo a lungo termine è quello di dimostrare che il sistema comunista è superiore al sistema capitalista. Per raggiungere l’obiettivo, ha usato ogni mezzo senza scrupoli per acquisire tecnologia e usare il potere dell’intero Paese contro la libera impresa capitalista.

Le tattiche cinesi del promettere l’accesso al mercato in cambio di tecnologia, del trasferimento forzato di tecnologia, dell’assorbimento e del successivo miglioramento della tecnologia straniera, del far fare pratica nel mercato interno alle proprie aziende prima di affacciarsi sul mondo e dell’inondare il mondo di prodotti da vendere a prezzo inferiore, hanno portato le aziende occidentali a soffrire immensamente e ora alcune di loro hanno cominciato a rifletterci. Altre, tuttavia, vengono attirate come una falena verso una fiamma e tuttora vogliono fare affari con il PCC perseguendo benefici a breve termine.

L’ambizione del PCC di acquisire tecnologia occidentale non si è mai fermata. Il programma “Made in China 2025” è infatti l’incarnazione di questa ambizione. Nel 2015, il governo cinese ha proposto un programma di 10 anni, chiamato “Made in China 2025” secondo cui entro il 2025, la Cina dovrà diventare un grande Paese manifatturiero e nel 2035 l’industria manifatturiera della Cina dovrà superare quella di Germania e Giappone e di altri simili Paesi industrializzati; entro il 2049, la Cina mira ad avere capacità innovativa e a guidare le aree principali di produzione; dovrà costruire quindi un sistema all’avanguardia tecnologica e industriale nel mondo. Il governo del PCC ha considerato l’industria manifatturiera alla «base della nazione» e uno «strumento per rinnovare il Paese».


• Una potenza manifatturiera basata sul furto

In che modo il governo del PCC è riuscito a migliorare le sue capacità di produzione e innovazione in un breve periodo di tempo? Ha usato i soliti vecchi trucchi. Il primo passo è stato costringere le aziende a trasferire le loro tecnologie, come nell’esempio della ferrovia ad alta velocità. Molte aziende occidentali sono infatti disposte a fornire tecnologia in cambio dell’accesso al mercato cinese, mentre di fatto insegnano il mestiere ai propri stessi concorrenti. Il secondo passo è la richiesta formare joint venture tra le aziende estere e quelle cinesi, in modo che l’azienda cinese possa avere l’accesso alla tecnologia. Terzo, il regime incoraggia le proprie aziende ad acquisire le compagnie hi-tech estere, ad investire direttamente nelle startup in ambiti tecnologici chiave e stabilire centri di ricerca e sviluppo (R&S) esteri. Quarto, induce i principali istituti di ricerca tecnologica e scientifica a stabilire dei centri di R&S in Cina. Quinto, impiega politiche fatte apposta per attirare gli esperti esteri di tecnologia nel Paese.

Molte start-up della Silicon Valley negli Stati Uniti hanno bisogno di finanziamenti. Il PCC ha investito tantissimi soldi (dei contribuenti) in queste aziende l, allo scopo di ottenere le tecnologie di nuova generazione. Queste start-up lavorano, per esempio, negli ambiti dello sviluppo dei motori dei razzi spaziali, dei sensori per le navio delle stampanti 3D che permettono di produrre schermi flessibili per la cabina di guida degli aerei da combattimento [42]. Nel 2017, il presidente emerito della Banca della Silicon Valley, Ken Wilcox, ha affermato di essere stato invitato tre volte, nell’arco di sei mesi, da tre aziende statali cinesi, ad acquistare certa tecnologia per conto loro, ma ha rifiutato. «Tutte e tre le società hanno detto che era stato chiesto loro di farlo da Pechino, ma non sapevano cosa comprare nello specifico», ha raccontato. «A loro andava bene tutto, qualsiasi tecnologia[43]».

Lo US Trade Representative a novembre 2018 ha pubblicato i risultati di una indagine secondo cui DanHua Capital (attualmente chiamata Digital Horizon Capital) è stata usata dal Partito comunista cinese per ottenere la tecnologia all’avanguardia americana e la relativa proprietà intellettuale[44].


Queste tecniche per rubare la tecnologia sono quasi presentabili, ma il sorpasso tecnologico del PCC in realtà è dovuto all’uso di mezzi illegali per rubare la tecnologia occidentale. L’approccio al furto del PCC va ben oltre la portata del precedente spionaggio commerciale: ha impiegato il metodo dei grandi numeri, sfruttando una gran quantità di persone, tra cui spie vere e proprie, hacker, studenti, studiosi in visita, immigranti cinesi della Cina continentale e di Taiwan e occidentali conquistati dlala corruzione, il tutto allo scopo di rubare la tecnologia e i segreti dall’Occidente.

Il caccia stealth statunitense F-35 è sempre stato nel mirino del PCC. Su Bin, un cittadino canadese proveniente dalla Cina, è stato condannato a cinque anni di prigione per aver rubato i segreti dell’F-35 nel 2016. Su Bin ha lavorato a fianco di due hacker militari cinesi, con cui ha invaso i sistemi della Lockheed Martin; ha copiato quindi tutte le informazioni segrete commerciali del caccia stealth F-35. Oltre all’F-35, Su Bin e gli altri hanno anche rubato le informazioni del caccia stealth F-22. L’indagine ha scoperto che Su e i suoi complici hanno rubato anche i segreti dei Boeing C-17 (aerei da trasporto strategico), inclusi 630 mila documenti dal sistema della Boeing: fino a 65 terabyte di dati [45]. L’aereo stealth J-20 del PCC è molto simile all’F-22 degli Stati Uniti, mentre il più piccolo FC-31 è un’imitazione del Lockheed F-35.

L’esperto di “metamateriali” della Duke University David Smith ha inventato un “mantello dell’invisibilità” (una tecnologia di copertura delle onde elettromagnetiche). Si tratta di un materiale cruciale per i caccia stealth e l’esercito statunitense ha investito milioni di dollari per sostenerne la ricerca. Nel 2006, uno studente cinese, Liu Ruopeng, è arrivato nel laboratorio di Smith. Un funzionario anti-spyware dell’FBI crede che Liu avesse una missione. Di fatto, nel 2007, Liu ha portato due ex colleghi al laboratorio di Smith, con le loro spese di viaggio coperte dal governo cinese e hanno lavorato per qualche tempo al progetto del mantello invisibile. Quello che ha sorpreso Smith è che un laboratorio simile è stato copiato in Cina[46].

Il 20 dicembre nel 2018, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha citato in giudizio due cittadini cinesi dal gruppo di hacker cinesi “APT 10”. Nell’accusa è stato menzionato che, dal 2006 al 2018, il gruppo APT 10, che ha una relazione intima col PCC, ha effettuato attività di hacking su larga scala, incluso il furto delle informazioni di 45 vittime, tra le quali la NASA e il Dipartimento di Energia, nonché enti dell’ambito dell’assistenza sanitaria, della biotecnologia, della finanza, dell’industria, del petrolio e del gas. Il direttore dell’FBI, Christopher Wray, ha affermato : «L’obbiettivo della Cina [del PCC, ndr] è quello di sostituire gli Stati Uniti come superpotenza leader a livello mondiale; stanno usando mezzi illegali per raggiungere questo obiettivo[47]».


Il furto della tecnologia e dei brevetti da parte del PCC è difficile da evitare, come ha spiegato Kathleen Puckett, un funzionario dei servizi di controspionaggio degli Stati Uniti a San Francisco: «Il PCC mette tutti gli sforzi in attività di spionaggio, per ottenere l’accesso gratuito a tutto[48]».

Il PCC ha lanciato la “guerra del popolo” per rubare le tecnologie avanzate occidentali, razionalizzando, normalizzando, moralizzando e militarizzando il furto, mescolando poi il tutto con il patriottismo, il sentimento nazionale, la reputazione e gli interessi privati. Questo comportamento degenerato è spaventoso e senza precedenti.

Alcuni dicono che il furto della tecnologia possa essere solo frammentato e che non si possa “scippare” un sistema industriale completo se non ne si conoscono bene i meccanismi. Tuttavia, la guerra di spionaggio nell’era elettronica non è la stessa del passato, in cui si facevano semplicemente alcune foto al progetto. Il furto del PCC è completo di un database di tecnologia e molte volte ruba anche i tecnici stessi, insieme alla tecnologia: grazie alla straordinaria potenza della “fabbrica del mondo” costruita negli ultimi decenni e agli investimenti accumulati nella capacità di ricerca e sviluppo a lungo termine, Il PCC è davvero in grado di diventare, con il furto, un “potente Paese manifatturiero”.

• Il progetto “mille talenti”: la competizione per i talenti e la guerra dello spionaggio


Dagli anni ‘70, quando la Cina si è aperta, fino ad ora, milioni di studenti cinesi hanno studiato all’estero e molti di loro sono riusciti a realizzare quelli che hanno imparato. Il PCC vuole approfittare di questi talenti formati, per “importare” direttamente le tecnologie avanzate sviluppate dai Paesi occidentali, allo scopo di raggiungere le sue ambizioni di dominare il mondo. Dal 2008, il PCC ha lanciato il programma dei “talenti cinesi”, conosciuto anche col nome “mille persone”, formalmente allo scopo di reclutare i talenti cinesi d’oltremare perché lavorino, a tempo pieno o part time, con uno stipendio molto importante. In realtà il suo vero obiettivo è rivolto all’alta tecnologia e ai diritti di proprietà intellettuale dell’Occidente.

In un documento dell’FBI declassificato sui “Talenti cinesi (mille persone)” di settembre 2015 si fa menzione del fatto che “l’assunzione di queste persone permette al PCC di: 1) ottenere la tecnologia all’avanguardia degli Stati Uniti e le conoscenze professionali; 2) beneficiare di anni di ricerca scientifica negli Stati Uniti, che sono finanziati dal governo degli Stati Uniti e da fondi privati, 3) influenzare gravemente l’economia degli Stati Uniti[49].

Il National Institute of Health (NIH), in data 13 dicembre 2018 ha sottolineato nella sua relazione sul progetto dei talenti cinesi, che i ricercatori, mentre usavano i fondi del governo degli Stati Uniti, hanno trasferito i diritti di proprietà intellettuale al loro Paese, facendo delle istituzioni accademiche degli Stati Uniti le loro vittime[50]. Uno degli autori della relazione, co-presidente del comitato consultivo per la NIH, M. Roy Wilson, ha osservato che un requisito chiave per essere selezionato dal programma dei talenti cinesi è di avere l’accesso dei diritti di proprietà intellettuale. Secondo Wilson, il problema non è isolato: la minaccia alla ricerca statunitense «è veramente grave e non può essere ignorata[51]».

Peter Harrell, senior fellow del programma di energia, economia e sicurezza presso il Center for a New American Security, ha affermato: «La Cina ha utilizzato tutta la società per avere la capacità tecnologica. Questo include l’acquisto di compagnie innovative mediante investimenti esteri, la richiesta alle compagnie occidentali di trasferire tecnologie all’avanguardia in Cina come condizione per l’accesso al mercato, l’enorme sostegno economico statale per le aziende tecnologie cinesi, il finanziamento dell’istruzione per i migliori studenti cinesi e per i ricercatori esteri e lo sborsare grandi quantità di soldi per attrarre i talenti in Cina [52]».


Il numero di persone coinvolte nel piano dei talenti cinesi del PCC può essere di decine di migliaia: quasi tutte le élite della tecnologia che hanno studiato negli Stati Uniti dagli anni ’80 sono state corteggiate. Questo è essenzialmente l’uso del potere dell’intero Paese per la guerra senza limiti volta ad acquisire i talenti e la proprietà intellettuale.

• Un sistema nazionale malvagio

Oltre al furto, un’altra parte importante nel realizzare le ambizioni del PCC è giocata dal sostegno e dai sussidi del governo. Il sostegno del governo significa che il governo può fornire enormi somme di denaro per sostenere le industrie chiave: in effetti le imprese private occidentali stanno competendo con il potere di un Paese intero. Per i Paesi in cui le decisioni commerciali di solito vengono prese autonomamente dagli imprenditori, la competizione è già persa fin dall’inizio; i sussidi governativi comportano che le aziende possono ignorare i costi, e il loro vantaggio competitivo nel mercato internazionale diventa inimmaginabile.

L’industria delle batterie solari è un tipico esempio dei risultati del sussidi governativi del PCC. Una relazione di aprile 2017 ha mostrato che dieci anni fa non c’era neanche un’azienda cinese tra i primi produttori delle batterie solari nel mondo, ma ora ce ne sono sei, incluse quelle ai primi due posti. Durante il suo primo mandato da presidente, Obama ha fortemente caldeggiato l’industria dell’energia verde, ma decine di produttori di pannelli solari hanno presentato istanza di fallimento o fatto forti tagli, il che ha smorzato l’entusiasmo per l’energia verde da parte del pubblico [53]. Questo è il danno causato dal dumping dei pannelli solari sovvenzionati dal governo cinese sul mercato mondiale.


Anche nei Paesi occidentali lo Stato talvolta finanzia i progetti chiave innovativi. Il prototipo di Internet, per esempio, è stato sviluppato per la prima volta dal Dipartimento della Difesa statunitense. Tuttavia, la partecipazione del governo occidentale è limitata. Una volta che il progetto è entrato in commercio, viene fondamentalmente gestito da società private. La NASA ha una serie di risultati di ricerca avanzati e ha il “NASA Technology Transfer Program” per aiutare le aziende private a commercializzare questi risultati. Ad esempio, molti dei progetti software della NASA mettono il codice sorgente sul web come risorsa pubblica da scaricare gratuitamente. Il PCC è direttamente coinvolto nella commercializzazione dell’alta tecnologia con il potere dello Stato, che equivale a utilizzare una “China Inc.” per competere con le società private occidentali.

Il piano “Made in China 2025” è ovviamente inseparabile dai sussidi governativi. Se il PCC continua a farlo, è per ripetere la storia dei pannelli solari in altre industrie importanti, in modo che i prodotti cinesi diventino i killer del mondo. Attraverso le guerre senza restrizione economiche e tecnologiche, il PCC ha coinvolto con successo molte società occidentali, comprese le multinazionali e le ha fatte cadere nella propria trappola. Queste società occidentali hanno contribuito con i guadagni in valuta straniera al PCC, hanno contribuito con la loro tecnologia avanzata e si sono approfittate del PCC, ma non sono state in grado di operare veramente liberamente e di realizzare le proprie attività. Sono solo pezzi usati dal PCC per raggiungere la propria ambizione.

d. La guerra dello spionaggio coinvolge tutti i cittadini

Il PCC considera tutte le informazioni come armi. Che siano informazioni del governo, delle ​​imprese private, degli individui o di altri ambiti, tutte possono essere utilizzate per attuare le sue ambizioni strategiche. Il PCC ha anche usato la legge per prendere in ostaggio tutti i cinesi in questa guerra senza restrizione. Nella Legge sull’Intelligence della Repubblica Popolare Cinese, passata dal “Parlamento” del PCC, c’è chiaramente scritto: «Le agenzie di intelligence nazionali possono chiedere alle autorità competenti, alle organizzazioni e ai cittadini di fornire il supporto, l’assistenza e la cooperazione necessaria[54]». Ciò significa che ogni cittadino cinese può essere costretto dal PCC a raccogliere informazioni e diventare una spia: questo tipo di guerra è senza precedenza.


Il 12 Dicembre 2018, la Commissione Giustizia del Senato degli Stati Uniti ha tenuto un dibattito sullo “spionaggio non tradizionale”, durante il quale il vicedirettore del controspionaggio presso l’FBI, Bill Priestap, ha rivelato le caratteristiche delle attività del PCC: il PCC a volte gioca secondo le regole, quando gli conviene; altre volte distorce le regole e le rompe per raggiungere i propri fini; quando è possibile, cerca anche di riscrivere le regole e di modellare il mondo secondo le proprie esigenze.

John Demers, assistente procuratore generale della Divisione per la Sicurezza Nazionale del Ministero della Giustizia statunitense, ha testimoniato che il progetto”Made in China 2025″, che in apparenza ha lo scopo di migliorare l’innovazione, è in realtà una guida al furto. Demers ha rivelato che dal 2011 al 2018, oltre il 90% dei casi di spionaggio economico da parte di un Paese o a beneficio di un Paese, hanno coinvolto la Cina (o meglio il Pcc) e che più di due terzi dei casi di furto di segreti commerciali sono legati alla Cina (al PCC) [55].

Nella sezione precedente abbiamo menzionato che il PCC ha usato gli hacker o i talenti per rubare le tecnologie e la proprietà intellettuale, ma in realtà la sua guerra di spionaggio va ben oltre il campo della proprietà intellettuale.

Il PCC controlla tutte le principali società private della Cina e usa queste “imprese private” per la raccolta di informazioni di intelligence. Ted Cruz, senatore americano del Texas, ha dichiarato, per esempio, che Huawei è «un’agenzia di spionaggio del PCC molto sottilmente rivestita da un manto di società di telecomunicazioni». E ancora: «La sua rete di monitoraggio è in tutto il mondo e i suoi clienti sono regimi canaglia come l’Iran, la Siria, la Corea del Nord e Cuba. L’arresto della CFO di Huawei, Wanzhou Meng, in Canada, è sia un’opportunità che una sfida[56]».


A gennaio del 2018, un’inchiesta del giornale francese Le Monde ha rivelato che certe informazioni confidenziali dell’Unione Africana (UA) in Etiopia venivano inviate dalla sede dell’Unione a Shanghai ogni sera: questo si sarebbe verificato per cinque anni e il PCC è accusato di essere il responsabile dell’hackeraggio. Il 13 luglio, inoltre, una relazione dell’Australian Strategic Policy Institute (ASPI) ha rivelato che Huawei è un fornitore di alcune tecnologie dell’infrastruttura di rete del palazzo della UA[57].

Il borsista post-dottorato André Ken Jakobsson, del centro di ricerca militare dell’Università di Copenhagen, ha affermato: «La cosa preoccupante è che il PCC può ottenere informazioni molto critiche e sensibili. Può accedere a un sistema che controlla l’intera nostra società. Nel futuro, tutto sarà connesso alla rete 5G. La nostra preoccupazione è che il Paese che controllerà questi strumenti – la Cina [il PCC, ndr] – ne controllerà l’interruttore[58]».

In Cina il PCC utilizza telecamere, reti di computer e l’intelligenza artificiale, assieme alla tecnologia del riconoscimento facciale per creare un sistema di monitoraggio onnipresente. Se lasciato fare, il mondo di domani sarà la Cina di oggi.

Allo stesso tempo, il PCC ha usato gli hacker su larga scala già nel 1999. Per esempio, gli hacker del Ministero della Sicurezza dello Stato del PCC hanno attaccato il sito dei Trasporti americani, facendo sembrare che l’attacco fosse partito da un sito del Falun Gong all’estero. Il Ministero dei Trasporti degli Stati Uniti ha contattato il sito del Falun Gong, e, dopo aver fatto chiarezza, ha rintracciato l’hacker, che proveniva da un’agenzia di intelligence del PCC[59].


A giugno il 2015, il governo degli USA è stata attaccato dagli hacker del PCC. Molte informazioni riservate sono state rubate, incluse informazioni su più di 21 milioni e 500 mila americani, nello specifico 19 milioni e 700 mila impiegati governativi e 1 milione e 800 mila loro familiari.

A novembre del 2018, Marriott International ha annunciato che dal 2014 le informazioni private, inclusi i passaporti, di un massimo di 500 milioni di ospiti erano state violate. Il 12 dicembre, Il segretario di Stato degli USA Pompeo ha confermato che il PCC era il responsabile di questa violazione. Marriott è il più grande fornitore di hotel per il governo degli Stati Uniti e il personale militare.

e. La guerra senza limiti prende molte forme

• La guerra diplomatica


Il PCC è abile nell’usare la diplomazia del divide et impera. Mentre il mondo criticava la situazione dei diritti umani del Partito comunista cinese, il PCC invitava i Paesi a parlarne in privato individualmente. Ha parlato di questioni relative ai diritti umani in privato con quasi tutti i Paesi, ma questo non ha fermato per niente gli abusi. È solo un metodo per prendere tempo e non fare mai cambiamenti sostanziali. Al tempo stesso il potere del mondo di salvaguardare i diritti umani è praticamente nullificato dal PCC. Il PCC è sfuggito alla condanna e alle sanzioni. Appena è entrato nell’OMS, ha cominciato subito a tentare i Paesi con la sua forza economica e ha usato di nuovo la diplomazia del divide et impera, facendo enormi progressi in vari campi.

Il PCC usa anche la strategia dell’ostaggio. Gli individui, cinesi e stranieri, possono tutti diventare ostaggio del PCC. Prima che il PCC avesse ottenuto il diritto del MFN (la Clausola della nazione più favorita) permanente, durante quasi ogni trattativa con gli Stati Uniti, il PCC arrestava dei dissidenti e poi usava i dissidenti nelle trattative per raggiungere i propri fini. Il PCC non si interessa affatto del Diritto o della benevolenza nei confronti della propria gente, mentre sa chiaramente che i Paesi occidentali si preoccupano dei diritti umani di tutti. Per cui, il PCC ne approfitta spesso, facendo dei suoi stessi cittadini degli ostaggi, minacciando i nemici mettendo un coltello alla gola del proprio popolo. Questo è un vero riflesso della mentalità del PCC sulla guerra senza limiti.

Con il rapido sviluppo dell’economia, il PCC si sente sempre più sicuro di sé e ha cominciato a usare anche gli stranieri come ostaggi. Come è stato raccontato prima, nel 2014 Su Bin è stato accusato di aver hackerato il database militare statunitense. Successivamente, il membro del personale umanitario canadese Gao Kaiwen è stato arrestato dal PCC e accusato di spionaggio.

Dopo che Meng Wanzhou, vice presidente e capo degli affari finanziari di Huawei è stata arrestata il 1° dicembre 2018 a Vancouver dal governo canadese, il ministero degli Esteri cinese ha innescato una serie di forti proteste presso l’Ambasciata e i consolati del PCC in Canada, ha consentito un gran numero di proteste dei pro-PCC in Canada e ha arrestato tre cittadini canadesi in Cina pervendetta [60]. La mossa ha avuto sia lo scopo di esercitare direttamente pressione sul Canada, che di far incrinare l’alleanza tra il Canada e gli Stati Uniti. Il PCC non rispetta nessuna legge: tutti gli stranieri in Cina potrebbero diventarne ostaggio in base ai suoi fini politici, economici, diplomatici. Inoltre, quando il PCC costringe e minaccia i cinesi d’oltremare, in particolare i dissidenti, usa spesso i loro parenti nella Cina come ostaggi.


• Guerra militare senza limiti

Il PCC sviluppa armi per la guerra asimmetrica, come i missili anti-nave e i missili anti-portaerei. Per quanto riguarda le armi convenzionali, il PCC cerca di usare i vantaggi della quantità per superare i vantaggi qualitativi della tecnologia statunitense. La crescita economica e tecnica ha fornito maggiore spazio operativo al PCC per implementare la guerra informatica, la guerra spaziale e altri metodi di attacco high-tech contro gli Stati Uniti. Questo tema è già stato discusso nella prima parte di questo capitolo.

I militari del PCC hanno dichiarato pubblicamente di volere metodi di guerra «non limitati alle nazioni, acerti ambiti e a certi metodi». La guerra ideale, per il PLA, è tale per cui «i confini nazionali tangibili, il cyberspazio intangibile, la legge internazionale, la legge nazionale, il codice di comportamento ed i valori morali non siano vincolanti […]. Non si prendono la responsabilità per nessuno e non sono limitati da nessuna regola. Tutti possono diventare loro obiettivo e ogni mezzo può essere impiegato».

Gli autori di Guerra senza restrizioni, entrambi colonnelli dell’esercito cinese, dicono ai loro lettori: «Avete mai pensato di combinare il campo di battaglia con quello che non non è campo di battaglia, la guerra con quello che non è guerra, l’esercito con quello che non è esercito? Nel concreto, mettere assieme aerei stealth, missili cruise e network killer, la guerra nucleare, la guerra finanziaria e gli attacchi terroristici? O, detto semplicemente, Norman Schwarzkopf Jr [il generale americano della guerra del Golfo, ndr] + Soros + Morris [creatore del Morris Worm, un virus informatico, ndr] + bin Laden?. Questa è la nostra vera carta[61]».


• Guerra finanziaria senza limiti

Il PCC ha iniziato a promuovere il suo personale sistema di pagamenti finanziari e l’utilizzo del renminbi mediante la cosiddetta “assistenza economica” e le imprese private, nel tentativo di costruire un’infrastruttura globale. Intende usare il renminbi per rimpiazzare il dollaro come valuta dominante in campo internazionale. Secondo la strategia di guerra finanziaria senza confini del PCC, il regime può ottenere i suoi obiettivi semplicemente stampando enormi quantità di moneta, potendo così distruggere, quando necessario, il sistema finanziario. I gruppi di esperti del PCC hanno infatti suggerito di impiegare le riserve in valuta estera come un’arma.

• Guerra senza limiti su Internet

Attraverso gli sforzi di Huawei e ZTE per conquistare la tecnologia 5G e il mercato, il PCC si impegna a ottenere la posizione dominante nel 5G e intende guidare questo nuovo mondo di reti. L’ex presidente della Federal Bank di Dallas ha affermato che se nella competizione per il 5G vincesse il PCC, «stabilirebbe un proprio protocollo Internet, proprio come la lingua inglese quando ha sostituito il tedesco come linguaggio della scienza e poi è diventata la lingua di tutti gli eventi importanti a livello mondiale[62]». Con internet è stato formato un mondo nuovo in cui l’informazione scorre diversamente rispetto al mondo tradizionale; il mondo di Internet, infatti, potrebbe controllare il nostro mondo reale. Attualmente, internet sta affrontando una nuova evoluzione della tecnologia per via del 5G. Con la combinazione di 5G e intelligenza artificiale, il mondo di internet si sta muovendo verso il cosiddetto “internet delle cose”, ovvero la digitalizzazione dell’intero mondo.


Il controllo di Internet sul mondo fisico è sempre più ampio e le regole dell’intero mondo vengono progressivamente cambiate. Se il PCC dominasse il 5G, potrebbe agire senza impedimenti.

Inoltre, una grande quantità di informazioni scorre sulla rete: una volta che le operazioni di propaganda estera del PCC si integreranno con un 5G controllato dalla Cina, la sua propaganda soft rivolta all’estero supererà notevolmente le dimensioni e l’effetto attuale.

• Guerra senza limiti sulla droga

Alla riunione del governo tenuta il 16 agosto il 2018, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che l’inondazione di oppioidi principalmente a base di fentanyl dalla Cina era diventata «quasi una guerra[63]». Fino l 2017, gli Stati Uniti hanno subito più di 70 mila casi di decessi per overdose di droga, di cui oltre il 40 per cento è stato dovuto a oppiacei sintetici (per lo più il fentanyl e suoi analoghi). Questi farmaci sono prodotti principalmente in Cina e poi vengono esportati negli Stati Uniti attraverso il servizio postale degli USA, o vengono contrabbandati in Messico e poi portati in America tramite la frontiera sud-occidentale[64].


A novembre del 2017, Markos Kounalakis, ricercatore della Central European University e visiting scholar presso la Hoover Institution della Stanford University, ha scritto che il fentanyl «è, in sostanza, un agente chimico. E viene usato come arma nella Guerra dell’Oppio del 21esimo secolo, da parte della Cina, contro l’America». Il fentanyl ha ucciso migliaia di americani ed è un altro esempio della strategia del PCC. Il PCC usa il fentalyl come «una profittevole esportazione che distrugge inoltre le comunità americane e disturba il mondo politico statunitense[65]».

• Guerra senza limiti della popolazione

A settembre 2018, una famiglia cinese in viaggio in Svezia ha scatenato un putiferio in un albergo svedese: affermavano di essere stati maltrattati dalla polizia. Dopo che l’ambasciata cinese e la stampa hanno reso il caso ancora più esagerato, i cinesi hanno iniziato a boicottare Ikea ed H&M[66]. La tv svedese Svt ha poi mandato in onda un programma sarcastico sull’evento, che ha contribuito ad esacerbare la situazione. Migliaia di utenti dell’internet cinese hanno preso di mira i siti web dell’Ambasciata Svedese, il presentatore tv Jesper Rönndahl e la pagina Facebook della stazione televisiva[67].

Dopo sessant’anni di distruzione della cultura tradizionale cinese, sostituita con la cultura del Partito Comunista, il PCC è veramente capace di prendere il controllo dei cinesi e di trasformarli in un esercito enorme: gli basta semplicemente sventolare la bandiera del nazionalismo. Alla vigilia del 90° anniversario della fondazione dell’esercito cinese, nel 2017, il PCC ha lanciato un software che permette di aggiungere le uniformi del PLA a una propria foto caricata. In soli pochi giorni, l’app ha ricevuto più di un miliardo di visite.


La ragione per cui il PCC può raccogliere così tanta gente in nome del nazionalismo è perché molte persone ignorano la sua vera storia; in particolare, non conoscono la storia di quante persone l’esercito comunista cinese ha ucciso. Cresciuti nella cultura del Partito Comunista Cinese, vivendo, lavorando, e studiando all’estero, i cinesi sono diventati gli esportatori della cultura comunista: una delle armi demografiche del Partito Comunista Cinese.

Si può dire che il PCC ha coltivato con successo una quinta colonna che può agire senza supervisione e fare tutto ciò il Partito chiede. Questo migliora notevolmente la capacità del PCC nelle attività sovversive su larga scala all’interno di una società libera. In caso di guerra, le conseguenze di questa tattica demografica saranno estremamente terribili.

• Guerra culturale senza limiti

Il PCC promuove la cultura e i valori del partito comunista cinese sotto il nome della cultura tradizionale cinese e delle usanze cinesi. La Cina ha una lunga storia e una ricca cultura. Le persone di tutto il mondo hanno un forte interesse per la cultura cinese, ma la loro comprensione di questa cultura è limitata. Il PCC usa le parti superficiali della cultura tradizionale e si traveste da guardiano e rappresentante della cultura cinese. Per le persone del mondo che hanno una conoscenza limitata della cultura cinese, questo tipo di inganno da parte del PCC è estremamente difficile da identificare.


• Altri tipi di guerre senza limiti

Nel 1986, il PCC ha lanciato il piano nazionale 863 per la “guerra asimmetrica mista” contro gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali; l’obiettivo finale di questa “guerra asimmetrica mista” è quello di superare gli Stati Uniti nei campi dell’economia e dell’esercito, rimpiazzandoli nel loro ruolo di leader mondiale. Si tratta di una guerra basata sull’inganno e sul completo disprezzo delle regole: la sua strategia viene dalla guerra senza limiti[68].

Durante il movimento del 4 giugno 1989, il PCC ha ordinato a soldati e poliziotti di fingersi privati cittadini e creare rivolte, così che l’esercito potesse usarle come scuse per le uccisioni di massa, definite “sedare le rivolte”. Nella persecuzione del Falun Gong, il PCC ha creato da solo il falso evento della “auto-immolazione”, per diffamare il Falun Gong e creare la causa per la persecuzione. Durante il movimento Occupy Central with Love and Peace a Hong Kong, il PCC ha inviato alcune persone da Shenzhen per incitare alla violenza, creando la causa per la repressione con la forza.

L’assassinio, per il PCC, è pratica comune. In futuro il PCC potrà usare le stesse tattiche (l’avvelenamento, l’assassino, le esplosioni, il sabotaggio delle reti elettriche e delle strutture di trasporto e così via) per creare guerre civili nei Paesi occidentali.


Il fulcro della guerra senza limiti è la distruzione del senso morale delle persone, allo scopo di usare poi le persone più degenerate per distruggere le altre passo dopo passo. Il PCC è abile nell’usare vari mezzi per sedurre la gente e far loro perdere la morale e la coscienza, perché alla fine seguano il male attivamente o passivamente. Così, il PCC cerca in tutti i modi di scoprire le debolezze – che siano interessi personali o desideri – delle persone influenti nel campo della politica, dell’economia, dell’esercito, dei media, della cultura, della tecnologia, dell’istruzione eccetera, e di usarle per ottenere la loro collaborazione. Quando questo non funziona, il PCC a volte impiega le minacce e l’intimidazione per sfruttare le loro paure e i loro sbagli, ricattandoli perché aiutino il Partito. In alcuni casi, il PCC ha persino comprato persone influenti fornendo loro organi per il trapianto, a loro volta ottenuti uccidendo delle persone.

Le risorse che il PCC ha usato per infiltrarsi nelle nazioni del mondo vanno oltre l’immaginazione e i casi che sono stati rivelati sono solo la punta dell’iceberg. Quante persone, specialmente quelle nella politica e nel mondo imprenditoriale, sono diventate strumenti del PCC per la guerra senza limiti? Col tempo ce ne saranno ancora di più. Tutti i Paesi del mondo hanno iniziato a notare le ambizioni globali del PCC e il suo comportamento malvagio della “guerra senza limiti”, e anche a percepire il ruolo distruttivo degli agenti del PCC nei momenti critici.
4. Il “modello cinese” e il suo impatto distruttivo

Nell’ultimo decennio, i media portavoce del PCC e alcuni studiosi, nonché le persone che lavorano per i media occidentali, hanno espresso pareri positivi sul concetto di “modello cinese”. I termini simili sono anche “la strada cinese”, “il miracolo cinese” e “il consenso Pechino”e così via. Il cosiddetto “modello cinese” generalmente si riferisce alla combinazione del totalitarismo politico e del capitalismo privilegiato del PCC, volto a realizzare la stabilità sociale e lo sviluppo economico. In effetti, l’essenza del “modello cinese” è il “modello del PCC”, che è un fenomeno politico che non è mai esistito nella storia umana.

Nella dimostrazione della legittimità della “Via cinese” i mezzi sono niente di più che i seguenti quattro: il primo si basa sullo sviluppo economico; il secondo si basa sulla stabilità sociale; il terzo, sull’obbedienza dell’opinione pubblica; il quarto, sul riconoscimento internazionale.


Tuttavia, per coloro che sono lucidi, queste quattro dimostrazioni sono insostenibili. L’alta crescita economica non può nascondere i mezzi impropri o addirittura malvagi impiegati per raggiungere lo sviluppo economico. Il cosiddetto “miracolo economico”, in realtà è stato solo il risultato, dopo la riforma economica, del ritorno dell’economia di mercato, in cui la forza lavoro del popolo cinese, che era stata repressa per tantissimo tempo, è riesplosa energicamente. Questa crescita si basa sulla violazione dei diritti umani, sul furto della proprietà intellettuale, sull’uso eccessivo delle risorse naturali, sulla devastazione dell’ambiente naturale: è immorale e anche insostenibile. Ci sono numerosi problemi strutturali nell’economia cinese, che non possono essere risolti sotto il sistema politico attuale. Quando i problemi si accumuleranno al limite ed esploderanno, si verificheranno grandi disastri per il popolo cinese e per il mondo.

Tutte le argomentazioni del PCC sono fasulle, ma quelle relative alla stabilità sociale e all’opinione pubblica sono particolarmente rilevanti. Il regime comunista cinese ha il controllo di tutte le forze armate cinesi e mantiene la stabilità con il pugno di ferro e la sorveglianza continua. Naturalmente, in questo modo, può raggiungere la “stabilità sociale” per un lungo periodo. I media sono tutti controllati dal PCC e chi ha opinioni diverse viene silenziato immediatamente. Nel contesto dell’attuale declino della moralità, nel mondo di oggi, con l’inganno o la tentazione non è difficile trovare alcuni “utili idioti” nella comunità internazionale perché agiscano da amici del PCC e lodino il PCC. I cosiddetti “risultati” del “modello cinese (del PCC)” non possono coprire gli efferati crimini commessi dal regime.

Il PCC, per sua stessa natura, è nemico della cultura tradizionale, della moralità e dei valori universali. Il PCC di oggi è l’asse del male del mondo e il nemico di tutta l’umanità. Se il mondo non si sveglierà e non contrasterà il PCC, il PCC porterà disastri al mondo. I motivi sono seguenti.

La Cina ha un vasto territorio e una grande popolazione e, dopo il 2010, è diventata la seconda economia più grande del mondo e il secondo Paese nucleare con le maggiori spese militari del mondo. Nessun altro regime malvagio, ora o nella storia, ha o ha avuto un potere economico e militare così enorme come quello del PCC. Il PCC ha assorbito le parti più sinistre dei regimi totalitari moderni e delle antiche tattiche politiche cinesi più malvage. Pertanto, il PCC non segue le ragioni normali e la sua profonda e tossica strategia spesso supera l’immaginazione e la comprensione dei leader e gli strateghi nel mondo. Il PCC ha preso in ostaggio un miliardo e 300 milioni di cinesi. Questo enorme mercato è diventato il sogno del mondo. Il PCC compra e tenta imprenditori e politici, per far loro chiudere un occhio dinanzi ai problemi dei diritti umani e agli atti malvagi del PCC e persino li spinge a collaborare con i crimini del PCC.


Nella Storia, il Partito Comunista Cinese ha ucciso 80 milioni cinesi. Oggi la persecuzione del Falun Gong, delle chiese domestiche cristiane, dei tibetani, degli uiguri, dei dissidenti e degli svantaggiati ha portato a crimini infiniti. Una volta che il regime del PCC crollerà, esso affronterà il giudizio finale. Perciò, il Partito Comunista Cinese preferisce continuare sulla sua strada cieca del totalitarismo e della persecuzione e non sceglie di dire addio al palcoscenico storico. Nel processo in cui cerca di sopravvivere, il PCC è come un criminale che desidera fuggire e, a questo fine, è disposto a commettere crimini ancora più gravi.

Il PCC è l’agente principale scelto dallo spettro comunista per il mondo umano. Destinato all’eliminazione, la sua esistenza è sempre stata caratterizzata da un forte senso di crisi e paura. Questo senso di crisi e paura l’ha spinto a ricorrere a tutti i metodi più estremi, in momenti critici, pur di sopravvivere. Essendo spinto da questo senso di crisi, il Partito comunista cinese considera gli Stati Uniti, il cui ruolo è quello di mantenere l’ordine, come il proprio nemico principale e ha quindi segretamente raccolto delle forze sognando di superare gli USA e dominare il mondo. Allo stesso tempo, il PCC ha usato vari mezzi per esportare il modello del PCC e l’ideologia del Partito Comunista, avvelenando il mondo con tossine comuniste. “One Belt One Road” e “il programma della grande sfera” hanno dimostrato le impareggiabili ambizioni geopolitiche del PCC. Ciò che è ancora più terrificante è che il PCC si sta preparando per la battaglia finale con gli Stati Uniti.

Tutte le ambizioni del PCC – che cerca di raggiungere mediante soft power o hard power, sono basate sull’assenza di limiti morali, il che contribuisce a raggiungere un altro grande obiettivo: distruggere la morale tradizionale e i valori universali del mondo. L’ambizione di PCC è costruire un impero del male e dominare il mondo. Porterà solo oppressione totalitaria, prigionia dei pensieri e lavaggio del cervello, al mondo; Porterà a uno Stato di polizia mondiale, all’ateismo mondiale, alla tirannia, all’eliminazione della proprietà privata all’estinzione della religione e della cultura tradizionale. Porterà la lussuria, l’immoralità, la corruzione. Porterà il mondo in povertà e disordine, trasformerà gli esseri umani in non-umani. Porterà l’umanità nell’abisso del degrado morale, che è proprio la via della distruzione dell’umanità organizzata dagli spiriti maligni comunisti.

Il PCC è un regime, un meccanismo e un fenomeno sociale. Il suo obiettivo è la distruzione su larga scala della cultura tradizionale e dei valori universali donati al popolo da Dio, che hanno mantenuto la moralità ortodossa della società umana per migliaia di anni, per infine distruggere tutta l’umanità. Pertanto, oltre al tentativo di dominare il piano militare, l’economia, la scienza e la tecnologia, deve trasmettere il suo ateismo e il suo pensiero malvagio ai Paesi del mondo in modo che possa sentirsi sicuro di sé.


Il Partito Comunista Cinese ora cerca di usare tutti modi per corrompere i politici, i media, la gente e di trasmettere la cultura del Partito ai Paesi e, infine, rende le persone suoi complici, così che cadano insieme ad esso. Questa è la vera intenzione del PCC dietro il promuovere il “modello cinese”.
5. Lezioni imparate e vie di uscita

a. Politiche di pacificazione sono state un grosso errore

A marzo nel 2018, la rivista The Economist ha pubblicato un articolo con il titolo Come mai l’Occidente ha interpretato male la Cina? Secondo l’articolo, l’Occidente ha scommesso che «la Cina si sarebbe mossa verso la democrazia e l’economia di mercato», ma questa scommessa è stata persa. La Cina sotto il regime del PCC non è un’economia di mercato e, stando alla direzione che ha intrapreso, non diventerà un’economia di mercato in futuro. Al contrario, essa controlla l’attività imprenditoriale e il commercio come se fossero parte del potere statale. Usa la tirannia del PCC per “dominare” l’economia globale e usa il denaro per manipolare i partner commerciali e punire le persone e le cose con le quali non è d’accordo[69].

Il PCC, che è ambizioso nella sua lotta per l’egemonia, costituisce una seria minaccia per il mondo. Purtroppo, ancora oggi ci sono un gran numero di Paesi, governi e personaggi politici che vengono invitati ai banchetti del PCC e vengono ingannati senza rendersi conto del pericolo. Questo ricorda un proverbio cinese: “Allevare il cucciolo di tigre mettendo in pericolo sé stessi nel futuro”.


Senza l’aiuto dei Paesi occidentali e il sostegno di così tante aziende multinazionali, giganti high-tech e grandi istituzioni finanziarie, il PCC non avrebbe potuto passare dall’essere una piccola economia con un regime sul punto del collasso a diventare un così potente asse del Male in pochi decenni. Ora sta sfidando gli Stati Uniti in tutte le aree del mondo e estendendo i suoi artigli demoniaci sul Pianeta.

Michael Pillsbury ha sottolineato che il mondo occidentale nutre da sempre forti illusioni nei confronti del PCC: ad esempio pensa che il PCC prima o poi realizzerà la democratizzazione, o che il PCC desideri divenire una società capitalistica in stile americano, che prima o poi si integrerà inevitabilmente nell’ordine sociale internazionale, che gli Stati Uniti e la Cina potranno avere una piena cooperazione, che il potere dei falchi, nel PCC, sia debole e così via. I funzionari degli Stati Uniti hanno seriamente sbagliato i calcoli e hanno sottovalutato le ambizioni di Pechino. Michael Pillsbury ha chiesto al governo degli Stati Uniti di riconoscere rapidamente la realtà e avviare contromisure contro il PCC. Altrimenti, il PCC vincerà[70].

Anche l’ex stratega della Casa Bianca Steve Bannon ha sostenuto: «La leadership del PCC non ha mai avuto alcuna intenzione di aderire all’ordine internazionale dopo la guerra; avevano i propri piani e hanno messo in atto seriamente i loro piani[71]». Il loro piano è infatti quello di controllare le industrie chiave globali, espandere coraggiosamente la propria influenza geopolitica e raggiungere l’egemonia mondiale nella tecnologia e della finanza, ignorando completamente le regole del mondo.

b. Perché l’Occidente ha sbagliato a gestire il PCC?


L’Occidente ha frainteso la Cina per molte ragioni: oltre alle pianificazioni complesse dello spettro comunista menzionate in precedenza, vi è l’astuzia camaleontica del PCC e il fatto che per una società libera è difficile distinguere tra la “Cina” e il “Partito Comunista Cinese”; ma c’è anche un’altra ragione: l’Occidente ha frainteso la Cina a causa della sua volontà di perseguire interessi a breve termine, che fossero gli interessi di individui, aziende o Paesi. Questo ha fornito al PCC la possibilità di approfittarne.

Il PCC, che è moralmente corrotto, prende di mira le falle nella morale delle persone delle società libere: prende di mira, cioè, chi, seguendo meschini interessi personali di breve termine, può permettere al PCC di infiltrare e corrompere le fondamenta di queste società. Esaminando più attentamente le politiche degli Stati Uniti nei confronti l PCC, in gran parte sono dovute al considerare degli interessi immediati, invece che i benefici più profondi a lungo termine e lo spirito fondamentale del Paese, esercitando, quindi, il ruolo che Dio ha dato per missione agli USA.

La gloria e la potenza degli esseri umani vengono da Dio e sono determinate dalla moralità umana. La prosperità e la potenza di un Paese o di un gruppo etnico, anch’esse vengono da Dio, in base alla moralità del Paese. Naturalmente, con i mezzi umani non si possono rompere le predisposizioni dello Spettro. Seguendo questa logica, è chiaro dove ha sbagliato l’Occidente: le pratiche umane non sono sfuggite dal palmo del “diavolo”, quindi alla fine non hanno avuto successo.

Molti governi, grandi aziende e uomini d’affari possono ottenere i cosiddetti “benefici” dal PCC in superficie o in un dato momento, a spese dei principi morali, ma perderanno molto di più di quello che hanno guadagnato. Questi interessi superficiali istantanei sono in realtà veleni. Solo chi sa rinunciare agli interessi immediati, avrà un futuro luminoso.


Il PCC non è un partito politico o un potere politico nel senso normale: non rappresenta il popolo cinese, ma è il rappresentante degli spiriti malvagi comunisti sulla Terra. Collaborare con il PCC è uguale a danzare con il diavolo. L’amicizia con il PCC è uguale ad aiutare il male a spingere l’umanità in un vicolo cieco. D’altra parte, il contrattacco contro il PCC è una contesa tra la giustizia e il male: non si tratta di una disputa di interesse puramente nazionale, ma anche del futuro dell’umanità.

c. Come uscire da questa situazione?

La Cina e il mondo di oggi sono al crocevia del destino. Per i cinesi, il PCC, che ha debiti di sangue, non ha possibilità di miglioramento. Senza il Partito Comunista, la Cina sarà migliore; se questo cancro sarà rimosso, il futuro della Cina sarà pieno di vitalità. Per la gente del mondo, la Cina aveva una civiltà antica ed era un Paese cortese. Senza il Partito Comunista, la Cina diventerà un membro normale della civiltà mondiale: le sue risorse umane, materiali e culturali tradizionali diventeranno ricchezza comune di tutta l’umanità.

Le persone nella Cina continentale stanno lottando per le loro difficoltà e sempre più persone stanno riconoscendo l’essenza del PCC. A novembre nel 2004, è stato pubblicato il libro Nove Commentari sul Partito Comunista e ci sono sempre più persone che hanno ripreso il coraggio morale, il coraggio di abbandonare lo spettro comunista. Ci sono più di trecento milioni di persone che si sono dimesse dal PCC, e dalle sue organizzazioni affiliate. Se il mondo libero sosterrà questa tendenza e abbandonerà il PCC, lo spettro non potrà continuare a mantenerlo e non potrà agire liberamente nel mondo.


Il potente regime dell’ex Unione Sovietica si disintegrò improvvisamente; anche se gli artigli del PCC sono ovunque nel mondo, quando il mondo sarà in grado di riconoscerne la natura malvagia e di fare una scelta di giustizia, la disintegrazione del PCC potrebbe avvenire inaspettatamente.

L’ascesa del PCC è in gran parte dovuta al declino della moralità umana, che deriva dalla ricerca di interessi: gli occhi della saggezza sono stati coperti. Per superare questa difficoltà bisognerà riconquistare il coraggio morale, ripristinare i valori tradizionali e rafforzare la nostra fede in Dio.

Per sconfiggere uno spettro come il PCC non è sufficiente affidarsi esclusivamente al potere umano. Il potere dello spettro malvagio è molto maggiore, per il quale motivo il PCC può continuare ad espandersi. Ma il potere dello spettro non può mai confrontarsi con quello di Dio. Finché le persone sono con Dio e agiscono secondo la volontà di Dio, riceveranno la protezione da Dio e diventeranno molto potenti.

Il PCC è il nemico comune dell’umanità. Respingere le ambizioni del PCC è in effetti salvare il futuro della civiltà umana e salvare l’umanità. Il PCC sarà certamente eliminato da Dio. Contrastare il PCC per evitare il destino dell’eliminazione insieme col PCC è salvare l’umanità stessa.

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