domenica 4 agosto 2019

DOSSIER ESCLUSIVO EUROPOL: INCUBO JIHADISTA NEI PAESI UE

ISIS SCONFITTO IN SIRIA, PIU’ PERICOLOSO IN EUROPA
IN FRANCIA 273 ARRESTI NEL 2018, IN ITALIA 40
PAURA PER I MINORI INDOTTRINATI ALLA JIHAD
MA ANCHE PER GLI INFILTRATI TRA I MIGRANTI

Allarme estrema sinistra: 19 attacchi in un anno
di cui la metà soltano nella penisola italica

__di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___
«Nel 2018, il terrorismo ha continuato a costituire un maggiore minaccia alla sicurezza negli Stati membri dell’UE. Orribile attacchi perpetrati da jihadisti come quelli di Trèbes, Parigi, Liegi e Strasburgo hanno ucciso in totale tredici persone e ne hanno ferite molte di più. Inoltre, un attacco terroristico da parte di un estremista di destra in Italia e numerosi arresti di sospetti terroristi di destra per la pianificazione degli attacchi in tutta l’Unione Europea (UE), indicano che gli estremisti di divergenti orientamenti considerano sempre più la violenza come uno strumento giustificato di confronto. I terroristi non mirano solo a uccidere e mutilare ma anche a dividere la nostra società e a diffondere l’odio. Dobbiamo rimaneri vigile se vogliamo proteggere i nostri cittadini e i nostri valori di fronte ai tentativi di usare la violenza per scopi politici».

Il direttore esecutivo dell’Europol, già commissario generale belga, Catherine De Bolle

A scrivere queste parole è Catherine De Bolle, già commissario generale della polizia belga e dal 2018 direttore esecutivo dell’Europol, nel dossier The Sat 2019, il rapporto annuale sul terrorismo elaborato dagli investigatori di tutte le forze dell’ordine dell’Unione Europea denominato Terrorism Situation and Trend Report. E’ appena stato pubblicato dall’Europol e perciò non è ancora stato diffuso dai media internazionali. Il dato più eclatante delle statistiche è quello sugli arresti: 1.056 sospetti terroristi finiti in manette nel 2018, 511 dei quali perché sostenitori della Jihad nel nome di Allah.

La copertina del dossier dell’Europol 2019 sul 2018 – PER LEGGERE IL DOSSIER COMPLETO iscriviti alla Newsletter e poi invia richiesta per email a:  redazione@gospanews.net


IL TERRORISMO NAZIONALISTA E DI ESTREMA SINISTRA
In esso emergono tre sostanziali gravi emergenze: il terrorismo di matrice etnica-nazionalista soprattutto in Gran Bretagna (Irlanda del Nord), che detiene il record di 83 attacchi (tra effettuati e progettati ma smascherati dai poliziotti dei vari paesi), quello di ispirazione jihadista particolarmente grave in Francia, dove si sono registrati la metà dei 24 attentati (8 realizzati e 16 tentati) da radicali islamici, ed infine quello di estremisti di sinistra: 19 casi in tutta Europa a fronte di 1 soltanto di ispirazione di destra. Quest’ultimo si riferisce della nota sparatoria contro gli immigrati dello pseudo-leghista Luca Traini a Macerata in reazione al brutale squartamento di Pamela Mastropietro, la diciannovenne drogata, violentata, uccisa e fatta a pezzi da un nigeriano in odore di mafia nera.

Gli attacchi terroristici differenziati per nazione e matrice ideologica

Siccome però l’orientamento politico dell’Unione Europea è da sempre socialista-democratico la direttrice dell’Europol si concentra sui pericoli dei terroristi di ultra-destra omettendo completamente di degnare di analoga preoccupazione quelli compiuti dall’ultra-sinistra che proprio in Italia ha portato a segno 10 attacchi nel 2018 con l’arresto di 8 persone mentre in tutta l’Unione Europea gli arrestati di sinistra sono stati 34 contro i 44 di destra, a conferma che l’azione preventiva è molto più concentrata nei confronti dei gruppi neonazisti piuttosto che degli eredi delle famigerate Brigate Rosse comuniste, nonostante il numero di attacchi assai differente.

LA MINACCIA JIHADISTA IN EUROPA OCCULTATA DAL REGNO UNITO
Ma l’allarme più grave per l’Europa e per la penisola italica è rappresentato dai jihadisti. Se nello scorso anno nella multietnica Francia, emblema di libertà, uguaglianza e fratellanza, sono stati arrestati 273 sospettati di terrorismo islamico, in Olanda 45 ed in Germania 43, in Italia 40 musulmani sono finiti dietro le sbarre per cospirazioni finalizzate ad attentati riusciti soprattutto nel territorio francese (10) ed in quelli olandesi e britannici (4) a fronte di due soltanto nello stato tedesco e un in quello italiano.

Gli arresti avvenuti nei differenti paesi dell’Unione Europea

Da un attenta analisi del documento emerge anche il grossolano tentativo di copertura sull’allarme jihadista in Gran Bretagna: mentre in tutte le altre nazioni è bene evidente il numero dei terroristi islamici radicali, nel regno della Regina Elisabetta II, dove le Corti della Sharia sono attive e riconosciute da anni per la risoluzione dei contenziosi civili nelle problematiche familiari, i servizi di intelligence e polizia hanno preferito non diffondere i dati reali degli arrestati di matrice musulmana.

Gli arresti differenziati per tipologia in tutti paesi Ue ad eccezione del Regno Unito che non ha rivelato il numero di jihadisti finiti in manette

Nella lotta al terrorismo «il Regno Unito ha contribuito con 273 arresti non disaggregati per tipo di terrorismo e non includono 148 arresti effettuati in Irlanda del Nord» scrive una nota del dossier The Sat da cui emerge che Londra, guardacaso amministrata da un sindaco musulmano, non ha voluto specificare il numero dei fanatici della Jihad finiti dietro le sbarre, nonostante l’allarme della NCA (National Crime Agency, l’agenzia britannica omologa alla FBI americana) per gli stupri seriali ai danni di ragazze minorenni compiuti dalle bande di musulmani in varie contee, come riportato da Gospa News in altri reportage.
Ecco quindi che il rapporto dell’Europol nasce già in parte “falsato” sebbene la stessa direttrice De Bolle sia la prima ad evidenziare il grave pericolo della minaccia jihadista nell’Unione Europea sempre più benevola per l’accoglienza indiscriminata dei migranti africani nonostante proprio in tale continente ci sia il fermento e la proliferazione dell’Islam radicale.

Paesi e tipologie degli attacchi terroristici progettati, falliti o compiuti

«Mentre nel 2017 i jihadisti hanno perpetrato dieci attacchi terroristici nella UE, l’anno scorso abbiamo subito sette attacchi terroristici jihadisti. Allo stesso tempo, tuttavia, il numero di interruzioni di complotti terroristici jihadisti è aumentato sostanzialmente. Quest’ultimo includeva tentativi di produrre e diffondere prodotti chimici e sostanze biologiche, un fatto che illustra il livello di impegno di individui, cellule e reti per usare tattiche terroristiche per danneggiare il società in cui vivono – scrive la direttrice Europol lanciando un nuovo gravissimo allarme – Il livello della minaccia del terrorismo, quindi, non è diminuito, nonostante la sconfitta militare dell’Isis nell’anno precedente. Semmai, la situazione è diventata più complessa. All’interno del ambiente jihadista, attori multipli di motivazione e fedeltà divergenti stanno complottando da soli o cospirando altri; e estremisti di destra, in un tentativo di giustificare la violenza, preda del percezione di una minaccia dall’Islam, che alcune persone facilmente alimentano interpretando la propaganda terroristica e comportamento criminale come rappresentante di una religione mondiale».

GLI ATTACCHI JIHADISTI NEL 2018
Quanto segue è una panoramica degli attacchi terroristici jihadist completati nel 2018, quattro dei quali sono stati rivendicati dal cosiddetto Stato Islamico (IS).
Il 23 marzo, un uomo marocchino di 26 anni ha dirottato un’auto a Carcassonne (Francia), uccidendo il passeggero e ferendo il conducente. Più tardi, ha sparato e ferito quattro agenti di polizia nelle vicinanze delle caserme e ha attaccato un supermercato a Trèbes, dove ha ucciso due civili, ferendone altre e tenendo in ostaggio i clienti. Un tenente colonnello della Gendarmeria Nazionale Francese, che si è scambiato per un ostaggio, è stato colpito e pugnalato dall’attentatore e morì in seguito alle ferite. La speciale task force della gendarmeria nazionale francese ha ucciso l’aggressore. Un comunicato di Amaq News ha affermato che era “un soldato di IS”;
Il 5 maggio un uomo ha pugnalato e ferito gravemente tre persone all’Aia (Paesi Bassi) prima di essere ferito con un colpo di fucule e arrestato dalla polizia. Le autorità in seguito hanno valutato che aveva un movente terroristico;
Il 12 maggio, un cittadino francese di 20 anni di origine cecena armato con a coltello ha ucciso una persona ferendone molte altre a Parigi (Francia), prima essere colpito a morte dalla polizia. È rivendicata la responsabilità dell’attacco attraverso Amaq News la quale ha affermato che l’attentatore era “un soldato di IS” e ha rilasciato a video dell’attaccante che si dichiara fedele a IS;
Il 29 maggio, un uomo di 31 anni che era stato rilasciato dal carcere in libertà vigilata il giorno prima, ha pugnalato due agenti di polizia e ha preso una delle loro armi a Liegi (Belgio). Ha usato la pistola per sparare e uccidere entrambi gli ufficiali e il passeggero di un’auto, e ferire altri quattro agenti di polizia all’uscita dall’edificio scolastico dove aveva brevemente tenuto una donna in ostaggio. L’aggressore è stato ucciso dalla polizia e il giorno seguente è stato rivendicata la responsabilità dell’attacco tramite Amaq News. L’autore aveva convertito all’Islam ed era stato radicalizzato alla violenza mentre scontava una condanna per reati di droga;
Il 31 agosto, un cittadino afgano di 19 anni che aveva presentato domanda di asilo in Germania pugnalò e ferì gravemente due turisti americani nella stazione centrale di Amsterdam (Paesi Bassi), prima di essere ferito da un colpo d’arma da fuoco e arrestato dalla polizia. Successivamente le autorità hanno valutato che aveva un motivo terroristico;

Cherif Chekatt, ucciso intorno alle 21 di giovedì 13 dicembre dalla Polizia a Strasburgo

L’11 dicembre, un cittadino francese di 29 anni di origine algerina armato con una pistola e un coltello ha ucciso cinque persone e ferito altri in un attacco vicino al mercatino di Natale di Strasburgo (Francia). È stato ferito dalla polizia prima di fuggire dalla scena. Dopo una ricerca di due giorni, è stato ucciso a Strasburgo e IS ha affermato che l’attentatore era un “soldato IS” attraverso una dichiarazione di Amaq News del 13 dicembre. Diverse persone sono state arrestate in connessione con l’attacco, compreso l’individuo che presumibilmente ha fornito l’attaccante con un’arma da fuoco;
Il 31 dicembre, un uomo di 25 anni di origine somala armato con a coltello da cucina pugnalato e ferito tre persone tra cui un ufficiale di polizia alla stazione Victoria di Manchester (Regno Unito). L’aggressore è stato arrestato, e in seguito le autorità hanno valutato che aveva un movente terroristico.

L’IMPATTO SULL’UE DELLA JIHAD NEL SAHEL E IN MEDIORIENTE
«L’uguaglianza e la libertà possono prosperano solo dove i i cittadini possono essere fiduciosi di poter esercitare i loro diritti e partecipare alla vita pubblica senza intimidazione o paura della violenza. Purtroppo, in un numero crescente di luoghi al di fuori dell’Europa, la violenza è diventato prevalente – aggiunge la dottoressa De Bolle – Nei paesi come la Siria, la Libia, il Mali, l’Afghanistan, tra l’altro, i gruppi terroristici hanno acquisito influenza in misura tale da rivaleggiare lo stato, la cui autorità in molti casi sono minate da faziosità politiche, strutture deboli e corruzione. I cittadini di questi paesi sono esposti a esistenziali minacce alle loro vite e proprietà basate sulla loro appartenenza a particolari comunità o aderendo a particolari pratiche o credenze. La perpetuazione di queste crisi ha dimostrato di avere un impatto sull’Europa, sia attraverso la creazione di nuove lamentele o pregiudizi tra diversi comunità in Europa, screditando gli sforzi internazionali per risolvere la crisi attraverso la diplomazia o fornendo spazio ad ideologie distruttive ed alla prosperazione di reti terroristiche».
Più che un’analisi sui dati investigativi internazionali l’introduzione della numero uno dell’Europol pare un trattato di politica mondialista che omettendo di citare le persecuzioni cristiane nei paesi musslmani del Medio Oriente asiatico e del Sahel africano segnala invece un pericolo inevitabile: «la polarizzazione e l’aumento delle opinioni estremiste è una preoccupazione per gli Stati membri dell’UE. Il dibattito pubblico su fenomeni sensibili come il terrorismo, quindi, deve essere basato sui fatti prima di giungere a conclusioni – precisa la direttrice Europol – Sono orgogliosa di dire che Ue Terrorism Situation and Trend Report (TESAT) ha fornito fatti verificati sul terrorismo in Europa dal 2006. Il rapporto è stato accolto come un punto di riferimento nelle discussioni sulle Politiche antiterrorismo dell’UE e sugli studi accademici. Il lavoro dei membri dell’Advisory Board, costituito dalla “troika” (Presidenze del Consiglio UE, vale a dire Austria, Romania e Finlandia); Francia; Spagna; Eurojust; il Centro di intelligence e situazione dell’UE (INTCEN) e l’Ufficio dell’UE per il coordinamento antiterrorismo ha stato indispensabile per la realizzazione del The Sat 2019»
Richiederebbe un articolo intero l’analisi degli innumerevoli interessanti aspetti del dossier. Pertanto ci concentriamo solo sulle più significative novità tralasciando volutamente la lunga parte sulla minaccia jihadista in Asia ed Africa già ampiamente testimoniata da molteplici reportage di Gospa News.

GLI  ATTACCHI MORTALI DEI TERRORISTI ISLAMICI NEGLI ULTIMI ANNI
Con la sconfitta dell’Isis in Iraq ed in Siria «il numero di Foreign Terrorist Fighters europei che viaggiano o tentano di recarsi in zone di conflitto è stato molto basso» ma l’obiettivo delle reti jihadiste è ora nell’UE: «i membri degli stati si sono indirizzati verso la realizzazione di attività nell’Unione Europea».

Il numero e la tipologia degli attacchi (sventati o realizzati) terroristici negli ultimi anni

«Nel 2018, tutti gli attentati mortali del terrorismo sono la conseguenza di attacchi jihadisti: 13 persone hanno perso la vita, inoltre 46 sono state ferite. Questa è una diminuzione considerevole rispetto al 2017, quando dieci attentati hanno ucciso 62 persone». Evidenzia la sintesi del dossier rimarcando che negli Stati membri Ue sono stati ben 16 i complotti sventati e 7 quelli compiuti: «un fatto che indica sia la continua alta attività terroristica ma illustra l’efficacia degli sforzi antiterrorismo».
Tutti gli attacchi terroristici jihadisti sono stati commessi da persone che hanno agito da sole per colpire simboli di autorità ma spesso «il movente dell’autore e il collegamento con altri individui o gruppi radicalizzati è rimasto poco chiaro». Armi da fuoco e coltelli sono stati gli strumenti utilizzati denotando una «diminuita sofisticazione nella preparazione e nell’esecuzione degli attacchi terrorisitici» che ha determinato «un numero inferiore di vittime».

LA MINACCIA AL QAEDA E L’USO DI ORDIGNI ESPLOSIVI IMPROVVISATI
Ma «c’è stato anche un aumento nell’uso di miscele pirotecniche per produrre ordigni esplosivi improvvisati (IED) nelle trame jihadiste. Tre complotti terroristici con l’uso di materiali CBRN (chimici, biologici, radioattivi o nucleari)». Dopo la sconfittà dell’Isis in Siria, eliminato anche dalla roccaforte di Baghouz dalle milize curde SDF, c’è stato un calo degli affiliati al di fuori dell’Unione Europea ma ciò non deve creare troppo ottimismo. L’Europol ritiene infatti «probabile che venga sostituito con l’aumento degli sforzi di al-Qaeda per rivendicare potere e influenza nell’area. La strategia di Al-Qaeda si regge sulla costruzione di alleanze con tribù locali per appofittare delle rimostranze politiche locali ed internazionali anche in Europa».
Ecco perché fenomeni come la strage nelle moschee di Christchurch in Nuova Zelanda, ordita dall’autraliano Brenton Tarrant, di origini israeliane ed addestrato da Isis e Mossad come riportato da Gospa News, piuttosto che i massacri di Pasqua nelle chiese cristiane dello Sri Lanka, progettati da un imam istruito dall’Isis in Siria, rappresentano i fenomeni ideali per creare quella strategia del terrore capace di far proliferare gli estremismi e giustificare l’Islam radicale ed i suoi antagonisti.

PROPAGANDA ISIS SUL WEB E INDOTTRINAMENTO DEI MINORI
«La sconfitta militare dell’IS in Iraq e la Siria ha avuto un significativo impatto sulla funzionalità numerica del gruppo» e «la coerenza narrativa è stata compromessa dall’incapacità unificare internamente le sue posizioni ideologiche. Tuttavia, IS è riuscito a mantenere una presenza online in gran parte grazie a reti non ufficiali di sostenitori e organi di stampa. Sia IS sia al-Qaeda hanno continuato a cercare nuovi vettori online per la loro propaganda». Ma se l’uso di piattaforme e open source tecnologiche è avanzato come uello di strumenti di comunicazione crittofragata «le capacità di attacco informatico del gruppo sono rimaste rudimentali.

Un terrorista con bandiera dell’Isis

Ma il pericolo del proselitismo radicale resta alto: «C’è un rischio continuo che gli individui con background criminale, compresi quelli attualmenti imprigionati, siano vulnerabili all’indottrinamento e potrebbero impegnarsi nel terrorismo». Mentre è drasticamente calato il numero dei cosiddetti Foreign Terrorist Fighters, i combattenti europei in Medio Oriente: «Piuttosto che tentare il viaggio nella zona del conflitto, il focus delle reti jihadiste degli Stati membri UE si è indirizzato allo svolgimento di attività nell’Unione Europea, sia online che offline.
Il numero di individu di ritorno nell’UE è rimasto molto basso: centinaia di europei i cittadini rimangono in detenzione in Iraq e in Siria. Tutti gli uomini e alcune donne si preputa che abbiano ricevuto addestramento per le armi, anche acquisendo esperienza di combattimento.
Mentre i minori sono essenzialmente vittime, ci sono preoccupazioni tra i membri dell’UE che possano essere stati esposti all’indottrinamento e alla formazione in ex territori IS, e ciò potrebbe rappresentare un potenziale minaccia in futuro. L’abuso dei flussi di migrazione da parte di terroristi per entrare nell’UE non sembra essere sistematico». Ma pur non essendo tale finalmente il dossier Europol ammette che anche questa emergenza rappresenta una drammatica certezza.
IL TERRORISMO ETNICO-NAZIONALISTA IN IRLANDA DEL NORD
Come è acclarato l’allarme per le minacce terroristiche di matrice etnico-nazionalista. Se nel 2018, nessun attacco terroristico è stato attribuito al Partiya Karkeren Kurdistan (PKK, Partito dei lavoratori del Kurdistan), a conferma che la minaccia era tale in risposta alle persecuzioni dei Curdi nell’Iraq di Saddam Hussein e nella Turchia, dove il partito HDP è entrato per la prima volta in Parlamento nel 2018, resta altissime le tensioni in Irlanda del Nord ed in Spagna per i partiti separatisti.

Gli attacchi (sventati e riusciti) e gli arresti terroristici avvenuti nel 2018 in Europa

«Nel 2018, i gruppi Dissident Republican (DR) hanno continuato a rappresentare un significativo minaccia alla sicurezza nell’Irlanda del Nord – riporta il dossier Europol – La minaccia è principalmente rappresentata dal Nuovo Esercito Repubblicano Irlandese (NIRA), la Continuità Repubblicano Irlandese Esercito (CIRA), Arm na Poblachta (ANP, Esercito della Repubblica) e Óglaigh na hÉireann (ONH, Guerrieri d’Irlanda) che si dividono in due fazioni». Gli attacchi hanno quasi sempre come obiettivo la polizia britannica e sono stati condotti con molotov, esplosivi e armi da fuoco da invidui collegati con la criminalità organizzata.
In Spagna, invece, la minaccia terroristica l’anno scorso è rimasta molto contenuta dopo che l’Eta Euskadi ta Askatasuna (Basque Fatherland and Liberty) ha sospeso gli attacchi dal 2009 annunciando proprio nel maggio 2018 lo smantellamento della rete. Gli unicici episodi di violenza, con attentati a infrastrutture pubbliche della comunicazione o dei trasporti, sono avvenuti ad opera di pochi estremisti di tale organizzazione confluiti nell’Ernai group, collegato ai partiti di estrema sinistra Baschi. Ma non hanno causato gravi danni o vittime.
Proprio l’estrema sinistra, come detto all’inizio, rimane una delle componenti terroristiche più attive in Europa sebbene le reminiscenze del periodo Nazista inducano la politica e le forze dell’ordine ad evidenziare le preoccupazioni per la minaccia di destra. Ciò non è altro che la conseguenza della solita propaganda dei media del mainstream in gran parte sostenuti da editori di area democratica come il gruppo Gedi in Italia, di proprietà della finanziaria di Carlo De Benedetti, tessera numero uno del Partito Democratico.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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L’AMERICANO ASSASSINO SATANISTA ED IL SANTO MARTIRE CARABINIERE

DA UN SOCIETA' IN PREDA AL DEMONIO CHE COSA POTEVAMO ASPETTARCI: RISPETTO PER UN SERVITORE DELLO STATO CRISTIANO E DEVOTO, OPPURE L'ESALTAZIONE E L'IMPUNITA' DEI SUOI TRUCIDI ASSASSINI SATANISTI?..... 

I RETROSCENA DELLA TRAGEDIA IN DUE FOTO:
L’OMICIDA PER UNA DOSE DI COCAINA
HA LA CROCE ROVESCIATA SULLA SPALLA
IL MILITARE ERA PELLEGRINO A LOURDES
PER AIUTARE LE PERSONE IN DIFFICOLTA’

___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___
Ci sono immagini molto più eloquenti di un delinquente bendato per cinque minuti in caserma. Sono quelle di un assassino e della sua vittima. Forse soltanto queste foto possono spiegare perché uno è riuscito ad essere carnefice e l’altro è caduto martire nel suo lavoro a tutela della legalità.
Sono certo che se Mario Cerciello Rega, eccellente e corpulento vicebrigadiere dei Carabinieri, avesse affrontato in un combattimento leale il suo assassino Finnegan Lee Elder lo scontro sarebbe durato pochi minuti ed il militare avrebbe sopraffatto l’avversario.
Purtroppo così non è stato. Perché Mario era un sant’uomo mentre il suo aggressore un indemoniato che l’ha assalito a tradimento. E chi crede in Dio, e nel soprannaturale che ne deriva, sa che certi drammatici eventi accadono anche per risvegliare le coscienze addormentate o ancor peggio narcotizzate dal benessere materiale che uccide ogni pulsione spirituale.
Finnegan Lee Elder nell’hotel Le Meridien di Roma e in un selfie che evidenzia il suo tatuaggio satanista
E’ tutta in due fotografie la storia assurda dell’assassinio del carabiniere di Roma: quella di Finnegan con il tatuaggio sulla spalla della croce rovesciata emblema acclarato del satanismo, quella di Mario mentre spinge la carrozzella di un’anziana tetraplegica al santuario di Lourdes, dove la Madonna apparve alla pastorella Bernadette Soubirous nel 1858 e dove sono stati certificate dal Comitato Medico Scientifico 70 guarigioni miracolose.
Il carabiniere Mario Cerciello Rega mentre accompagna un’anzia malata durante un pellegrinaggio a Lourdes
Solo questo può spiegare perché un viziato e facinoroso drogatello,  probabilmente alterato da psicofarmaci e dalla mancanza della dose di cocaina, ricercata e non trovata per il “pacco” del pusher che gli ha venduto tachipirina pestata, è riuscito ad affibbiare 11 coltellate ad un valoroso soldato dell’Arma. I giudici ed i periti dimostreranno la follia omicida del ragazzino che ha colpito a ripetizione senza tregua il corpo del carabiniere finchè quest’ultimo non ha mollato la presa con cui aveva afferrato il sospettato di estorsione.
Ma chi come me segue la cronaca nera da trent’anni sa benissimo che la fatalità, o meglio ancora la predistinazione divina, supera ogni logica ed intepretazione umana laddove c’è in gioco la vita o la morte. La storia tragica di questo eroe della Benemerita, eccellente nella professione come nella sua vita privata, ne è l’esempio.
Mario aiutava persone bisognose. Faceva pellegrinaggi a Lourdes, Loreto ed anche a Medjugorie assistendo persone disagiate, dimostrando una fede cristiana non solo pensata e sentita ma anche vissuta e partecipata. Aveva pure ricevuto un encomio per aver accompagnato una bambina in difficoltà all’Ospedale Bambino Gesù di Roma
Ed è questa anche l’unica consolazione che resta per la sua giovane vedova, per i suoi familiari, per i suoi amici e colleghi con gli Alamari: quella di sapere che la sua morte non è stata vana ma serve a dimostrare che nel mondo c’è ogni giorno, ancor più che nei telefilm apocalittici, la lotta tra il bene ed il male, tra la luce e le tenebre.
Finnegan potrà inventarsi mille giustificazioni anche legalmente accettabili ma odora già di anima nera e sporca. Originario di San Francisco ha frequentato il Santa Barbara City College e si è laureato alla Tamalpais High School di Mill Valley, in California, nel 2018. In passato aveva studiato anche alla scuola superiore cattolica della Cattedrale del Sacro Cuore dove militava nella squadra di football dell’istituto (secondo il sito KGO citato da Heavy.com) prima di lasciarla per concludere gli studi nell’altro college. Lì ha fatto amicizia con Gabriel Christian Natale-Hjorth.
Su vari siti alcune amiche li hanno descritti come dissoluti, facili all’ebbrezza da droga o alcol ma pure irascibili e violenti. Finnegan ha raggiunto l’amico a Roma che si trovava in Italia per visitare alcuni lontani parenti. Entrambi provenienti da facoltose famiglie si sono concessi il lusso di soggiornare in un albergo 4 stelle di Roma da 200 euro a notte: Le Meridien Visconti di via Cesi dove, dopo l’efferato delitto, sono stati poi rintracciati dai Carabinieri grazie alle telecamere della videosorveglianza che ne aveva ripreso la fuga
Un’immagine d’archivio di un coltello Trench knife Ka-Bar Camillus usato dai Marines Usa che ha ucciso il vicebrigadiere italiano
Ma Elder era partito dagli Usa già con brutte intenzioni: chi mai si porterebbe in valigia un Trench knife ka-bar Camillus, un pugnale d’assalto usato dai Marines Usa con lama di 18 centimetri? Mentre si sprecano le congetture su come l’arma bianca proibita abbia potuto passare i controlli all’aeroporto resta il fatto che il 19enne californiano aveva nell’animo la predisposizione all’aggressione. Esplosa dopo il raggiro nell’acquisto della cocaina poi non rivelatasi tale. Il borseggio, il contatto col pusher per il tentativo di estorsione non erano finalizzati ai 100 euro che certo ai due giovani statunitensi di buona famiglia non mancavano: ma probabilmete solo per avere la dose di droga di cui sentivano un ossessionante e tremendo bisogno.
Il destino gli ha messo davanti i vicebrigadiere Cerciello Rega. Un carabiniere esemplare, forse fin troppo buono per fare un lavoro che oggi per strada, come insegna la cronaca degli Usa, premia chi aggredisce e spara per primo. Il carabiniere era comunque esperto: ha bloccato il ragazzo dopo essersi qualificato, come ribadito dal Gip di Roma nell’ordinanza di convalida del fermo dei due americani. Non c’è il minimo dubbio che Cerciello ed il suo collega, pur essendo in borghese come ogni operazione a sorpresa necessita, si siano qualificati mostrando il tesserino dell’Arma.
Ma nello spirito cupo del ragazzo californiano già s’agitava una forza maligna potente: capace di fargli affibbiare 11 pugnalate in pochi istanti, finchè il militare che lo aveva preso per un braccio per trattenerlo ed identificarlo non è stramazzato a terra gridando ‘Mi hanno accoltelato”.
il giovane californiano Finnegan Lee Elder portato in caserma dai Carabinieri
Nella sua satanica follia Finnegan ha perfettamente adempiuto l’antico adagio per cui il diavolo fa le pentole ma non il coperchio: invece di gettare l’arma del delitto in quale tombino o cestino cancellando così il principale corpo del reato ha lasciato che l’amico Gabriel, e pertanto complice, la nascondesse nella controsoffittatura della stanza del lussuoso albergo dove alloggiavano. Dove gli abili investigatori dell’Arma non hanno faticato a trovarla.
Finisce così la storia orribile di un ragazzo satanista, forse per caso o forse per convinzione, con la croce rovesciata tatuata sulla pelle e di un carabiniere devoto alla Vergine Maria che agli occhi dei tanti amici e fedeli che hanno gremito la chiesa di Santa Croce a Somma Vesuviana per l’estremo saluto si è già certamente guadagnato il Paradiso per l’Eternità.
Un poco consoli la giovane vedova Rosa, gli amici e noi tutti che piangiamo la sua perdita lo splendido aforisma del poeta libanese cristiano Gibran Kahlil Gibran: “Un funerale tra gli uomini è forse una festa di nozze tra gli angeli”.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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PREGHIERE E LITURGIA DEL GIORNO

SE POTETE ANDATE ALLA S. MESSA


PREGHIERE DEL GIORNO

Domenica 04 Agosto 2019
  




DEVOZIONI DEL GIORNO


 Mese di Agosto dedicato a DIO PADRE

  SANTO ROSARIO  da recitare on-line  


   VANGELI 




LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -




 PRIMA LETTURA 

Qo 1,2;2,21-23
Dal libro del Qoèlet

Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità: tutto è vanità.
Chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e un grande male.
Infatti, quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole? Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte il suo cuore riposa. Anche questo è vanità!

 SALMO 

Sal 89
Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.

Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.

Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.

Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!

Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.


 SECONDA LETTURA 

Col 3,1-5.9-11
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossèsi

Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.
Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.
Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria.
Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato.
Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.


 VANGELO 

Lc 12,13-21
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

venerdì 2 agosto 2019

UN AMICO AL TELEFONO TI STA ASPETTANDO PER UN CONSIGLIO, PER ASCOLTARTI, PER SFOGARTI, PER UN AIUTO

NON RESTARE SOLO CON LE TUE ANGOSCE. C'E' CHI PUO'  ASCOLTARTI E AIUTARTI. IL SERVIZIO E' APERTO A TUTTI E PER TUTTE LE ETA'  


chiedere aiuto


Il nuovo servizio di aiuto a persone in stato di disagio su messaggeria istantanea è attivo da pochi giorni grazie a Telefono Amico Padova



Non più solo telefono: l’aiuto a persone in stato di disagio (solitudine, angoscia, sconforto, rabbia…) da oggi passa anche attraverso Whatsapp.


L’idea è di Telefono Amico-Centro di Padova che in partenership con il comune e del CSV di Padova ha attivato un centro d’ascolto su messaggeria istantanea attivo dal martedì al venerdì dalle 18 alle 21 al numero 345 0361628. Si chiama “WhatsApp Amico” ed è il primo in Italia: vuole essere un servizio di attenzione e di sostegno attraverso uno strumento agile e di largo utilizzo, uno spazio gratuito e anonimoper un aiuto immediato a chi vive un momento difficile.
«La nostra esperienza sul campo», spiega Antonio Iovieno, presidente di Telefono Amico-Centro di Padova, «e il confronto costante coi nostri 60 volontari di Padova ci ha portato a proporre questo servizio pionieristico in Italia. I canali di ascolto tramite mail e chiamata web, quest’ultima introdotta da Telefono Amico Italia a fine ottobre 2016, stanno già dando degli ottimi risultati incrementando i numeri relativi alla chiamata tradizionale. Affiancare la possibilità di scrivere anche via Whatsapp significa raggiungere davvero tutte le fasce d’età, sia quelle “digitalizzate” - i ragazzi - sia chi non ha troppa confidenza col web - gli anziani - o non vuole esporsi tramite contatto vocale».

I primi contatti sono arrivati da ragazzi nella fascia d’età dai 22 ai 30 anni, inferiore rispetto all’età media degli utenti del servizio tradizionale di Telefono Amico. «Sono ragazzi che esprimono una forte crisi esistenziale», continua Iovieno, «che ci chiedono aiuto per gestire problemi introspettivi e, in un paio di casi, hanno fatto emergere anche pensieri suicidi. In nessun caso è stato solo un contatto di ricerca di compagnia».

Già dall’avvio del servizio è pertanto chiara la potenzialità data dalla possibilità di esternalizzare i propri disagi attraverso un messaggio che viene vissuto come maggiormente anonimo rispetto alla telefonata tradizionale.

L’utilizzo di Whatsapp si sta rilevando ben fruibile e immediato. Gli utenti infatti hanno possibilità di scrivere al numero dedicato in qualsiasi momento della giornata e ricevono risposta nelle fasce orarie indicate, periodo nel quale lo scambio di messaggi diventa istantaneo; in questo modo le conversazioni possono proseguire anche per più giorni, come sta avvenendo con i primi contatti.

costi telefono amico

Cuore del servizio rimangono i volontari, che stanno «dall’altra parte del numero» e rispondono alle richieste di aiuto. Sono persone che credono nel dovere di reciprocità, nel dialogo che è incontro e cura, nel riconoscimento e nel rispetto profondo della persona che chiama. Per il nuovo servizio Telefono Amico-Centro di Padova ha formato appositamente 20 dei suoi volontari che hanno l’impegno di ricreare, anche attraverso la messaggistica, uno spazio di dialogo “protetto”, di ascolto empatico, nel quale chi interagisce non vive il timore di sentirsi giudicato e dove viene riconosciuta e garantita la piena libertà di espressione. L’anima del servizio, insomma, rimane fedele alla vocazione cinquantennale di Telefono Amico ma si arricchisce di un upgrade digitale 2.0 i cui ingredienti segreti continueranno ad essere: empatia e cuore.




SE HAI BISOGNO DI UN SACERDOTE CHE TI ASCOLTI E CONSIGLI VISITA QUESTO LINK:


Profezie F.Sheen: il Dominio dell'Anticristo è vicino


#Profezie sull' Anticristo e la sua #filantropia del Beato Fulton Sheen. L'Anticristo vuole estendere il suo #dominio sul mondo intero. Con la sua filantropia sta già operando per sedurre il mondo intero. Siamo all'inizio. Lui pensa di essere infinito, ma si sbaglia.


1Giovanni 2,22 
Chi è il menzognero se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L'anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio. 
2Tessalonicesi 2,3 
Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l'apostasia e dovrà esser rivelato l'uomo iniquo, il figlio della perdizione, 
Galati 1,8

GLI SBARCHI CONTINUANO MENTRE IN AFRICA SI RIACCENDONO I FOCOLAI DI EBOLA. IN CONGO E' VIETATO ENTRARE MA NON USCIRE

Nuovo braccio di ferro all'orizzonte con i talebani dell'accoglienza tedeschi, che hanno recuperato 40 migranti al largo della Libia.




E vogliono puntare su Lampedusa considerata da Gordon Isler, portavoce della Ong tedesca Sea eye «geograficamente il porto (sicuro) più vicino» anche se in mezzo, a 60 miglia, c'è la Tunisia. Si profila il solito copione con il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che firma il divieto di ingresso nelle acque italiane. La nuova sfida scatta, guarda caso, il giorno che dalla nave della Guardia costiera Gregoretti, attraccata ad Augusta, sbarcano i 116 migranti a bordo dalla scorsa settimana.


I furbetti di Sea eye avevano piazzato la nave Alan Kurdi da lunedì davanti alla Tripolitania fra Sabrata e Zwara, due hub dei trafficanti di uomini, in attesa che arrivi il primo gommone. Ieri mattina sono stati recuperate 40 africani provenienti da Nigeria, Costa d'Avorio, Ghana, Mali, Congo e Camerun, in gran parte migranti economici. A bordo del gommone c'erano anche un neonato e due bimbi piccoli. Il recupero è avvenuto ad una trentina di miglia in una posizione che dista appositamente 171 miglia da Malta e 127 da Lampedusa, ma è vicina ai porti sicuri tunisini. «Se la Ong ha davvero a cuore la salute degli immigrati può fare rotta verso la Tunisia. Se invece pensa di venire in Italia come se niente fosse ha sbagliato ministro» dichiara Salvini. L'Alan Kurdi, che batte bandiera tedesca, ha comunicato che deve sbarcare i migranti in cinque stati compresa l'Italia.

In zona, diretta verso la Tripolitania, c'è pure la spagnola Open arms. L'ammiraglia Ocean Vicking di Msf e Sos Mediterranee è in sosta a Marsiglia prima di salpare verso la Libia.

Ieri in serata sono sbarcati i rimanenti 116 migranti da nave Gregoretti, che verranno accolti dai vescovi e distribuiti in cinque Paesi europei (Germania, Portogallo, Francia, Lussemburgo e Irlanda), come aveva anticipato il Giornale. Una cinquantina di migranti sono diretti presso la struttura «Mondo Migliore» di Rocca di Papa vicino a Roma grazie all'intervento della Conferenza episcopale e della Caritas. Probabilmente dopo un po' spariranno come era capitato nel caso di nave Diciotti, ma Forza nuova ha già annunciato battaglia dopo gli scontri dell'ultima volta.

Una trentina di migranti sarà accolta dalla Francia, come ha annunciato via twitter il presidente Emmanuel Macron. Dalla Germania, pure disponibile alla ridistribuzione, il ministro dell'Interno Horst Seehofer invita Salvini ad aprire i porti alle Ong. A bordo di nave Gregoretti c'erano anche 29 persone con tubercolosi e scabbia. «Problema risolto - ha detto Salvini - Autorizzo lo sbarco perché abbiamo avuto la certezza che non rimarranno a carico dei cittadini italiani che già hanno i loro problemi» ha dichiarato Salvini. In contemporanea Legambiente Sicilia ha denunciato il ministro per sequestro di persona. «Non so se mi costerà un altro tentato processo - ha replicato il vice premier - Mi domando cosa c'entri la difesa sacrosanta dell'ambiente con la politica migratoria». Ieri sbarcavano anche 66 migranti curdi e pachistani in due località diverse del Salento. La rotta fa pensare che arrivano dalla Grecia.

Ebola, il Ruanda chiude le frontiere con il Congo dopo nuovi casi di contagio

Due persone morte nella città di Goma. Riesplode l’epidemia dopo un anno

In questa foto, scattata il 4 novembre 2018, gli operatori sanitari trasferiscono un paziente in ospedale dopo che gli è stato diagnosticato il virus Ebola a Butembo, Repubblica Democratica del Congo.


Il Ruanda ha chiuso la frontiera con la Repubblica democratica del Congo in seguito alla nuova esplosione dell'epidemia di ebola. A riferirlo è la stessa presidenza congolese, la quale si è però lamentata di quella che definisce una decisione "unilaterale". La chiusura della frontiera arriva dopo l'annuncio di un terzo caso di ebola a Goma, metropoli a vocazione commerciale da 2 milioni di persone situato al confine con il Ruanda, e due pazienti già deceduti per il contagio.

«Per decisione unilaterale delle autorità ruandesi, i cittadini ruandesi non possono partire per Goma, mentre i congolesi possono lasciare Gisenyi (la citta' di confine ruandese), ma è vietato entrarvi. Questa misura pregiudica l'attività di molti congolesi ed espatriati che vivono a Gisenyi ma lavorano a Goma», afferma una dichiarazione della presidenza congolese.

Nelle ultime 24 ore c’è da registrare la morte del secondo paziente affetto da Ebola della città di Goma. L'uomo, ricoverato nella notte tra martedì e mercoledì, è morto per la malattia che era già in fase avanzata al momento dell'arrivo in ospedale. Lo ha confermato l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che ha tenuto una conferenza stampa per fare il punto ad un anno dall'inizio dell'epidemia nel paese, l'1 agosto del 2018. L'uomo, ha spiegato Michael Ryan, coordinatore per le emergenze dell'Oms, aveva 40 anni, ed era arrivato a Goma dalla provincia di Ituri, a 350 chilometri di distanza, anche se la zona mineraria dove aveva soggiornato non fa parte di quelle colpite dall'epidemia. «Potrebbe essere stato esposto ovunque tra Komanda, nella provincia di Ituri, e Goma - sottolinea Ryan -, avendo preso diversi mototaxi per molti giorni attraversando la regione al centro dell'epidemia».


Il ritorno del virus nella città, dopo il primo caso risalente alla metà di luglio, aumenta le preoccupazioni per l'epidemia, che la settimana scorsa è stata dichiarata emergenza internazionale di salute pubblica. Goma infatti, oltre ad essere densamente popolata, è vicina al confine con il Ruanda, e ha un aeroporto internazionale. Dall'inizio dell'epidemia sono stati registrati quasi 2700 casi, con 1803 morti, ha ricordato durante la conferenza stampa Matshidiso Moeti, direttore dell'ufficio africano dell'Oms.

«Dal primo caso 175mila persone in Congo e 10mila nei paesi vicini sono state vaccinate - ha sottolineato -. Sono stati creati quattordici centri di trattamento e più di 140mila contatti sono stati identificati e monitorati. Inoltre 77 milioni di persone hanno avuto uno screening per Ebola in centinaia di punti sul confine».

Proprio oggi si ricorda un anno dall'inizio dell'epidemia di Ebola in Repubblica Democratica del Congo: è un campanello d'allarme, non deve esserci un secondo anno. Al 28 luglio c'erano 2.671 casi confermati, fra cui oltre 700 bambini, più della metà dei quali (57%) sotto i 5 anni. Una percentuale così alta di bambini colpiti durante un'epidemia di ebola è senza precedenti. A ricordarlo è l'Unicef. «Il giorno in cui ho lasciato la Repubblica Democratica del Congo - ha affermato Jerome Pfaffmann, Senior Health Specialist dell'Unicef - sono stati segnalati altri 12 nuovi casi confermati; 5 erano vivi e hanno potuto accedere alle cure, ma 7 sono morti nella comunità. Così non va bene».