venerdì 28 giugno 2019

Abbiamo esaurito le scorte di papi?

531754_415439291878508_745493033_n1115953-complotto.jpg-qn-quotidiano-net
Solo il Signore può licenziare da Papa.
Ratzinger a Porta a Porta
È come se Benedetto XVI avesse cercato di emancipare il papato e la Chiesa cattolica dall’ipoteca di una specie di Seconda Repubblica vaticana; e ne fosse rimasto, invece, vittima…. si parla del contenuto «sconvolgente» del rapporto segreto che tre cardinali anziani hanno consegnato nei mesi scorsi a proposito di Vatileaks … Si fa notare che da oltre otto mesi lo Ior, l’Istituto per le opere di religione considerato «la banca del Papa», è senza presidente dopo la sfiducia a Ettore Gotti Tedeschi… E continuano a spuntare «buchi» di bilancio a carico di istituti cattolici, dopo la presunta truffa milionaria a danno dei Salesiani: un episodio imbarazzante per il quale il segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ha inutilmente cercato la solidarietà e la comprensione della magistratura italiana….Bertone ha chiesto di incontrare per una decina di minuti il capo dello Stato Giorgio Napolitano prima della festa in ambasciata di oggi pomeriggio.
Massimo Franco, Corriere della Sera, 12 febbraio 2013
A indicare la data fatidica del 2012 è stato il gesuita René Thibautg nel libro “La misterieuse prophétie des Papes”, del 1951. Thibautg cita un professore di Oxford, Sanders, che già nel 1571 aveva fissato al 2012 la distruzione di Romae il giudizio finale. Sanders a sua volta fa riferimento all’ ultima delle 112 profezie del monaco irlandese Malachia relativa all’ ultimo papa, che sarà eletto dopo Benedetto XVI come Pietro II. Stavolta però i conti non tornano: non solo perché Ratzinger gode ottima salute, ma anche perché la profezia di Malachia dovrebbe avverarsi nel 2026, l’ anno indicato pure da Michel Nostradamus per l’ avvento dell’ Anticristo e la distruzione di Roma. È quindi probabile che certi profeti da quia tre anni saranno smentiti; accanto alle loro, però, hanno preso consistenza altre profezie. La Vergine a La Salette nel 1846 annuncia ai pastorelli Massimino e Melaina: «Roma sparirà e il fuoco cadrà dal cielo». Nel 1886, il sensitivo Blanchard racconta la distruzione di San Pietro; don Bosco nel 1870 profetizza a Pio IX quattro sventure di Roma: «Nella prima saranno percosse le terre e gli abitanti (forse la caduta di Roma papale). Nella seconda la strage e lo sterminio sarà sulle tue mura (forse la Seconda guerra mondiale). La terza volta al comando del Santo Padre subentrerà il regno del terrore, dello spavento, della desolazione. La quarta volta il tuo sangue e quello dei tuoi figli laveranno le macchie che tu fai alla legge di Dio». E anche suor Imelda nel 1872 vede in un futuro imprecisato Roma «coperta di macerie».
L’elezione unanime da parte del Sacro Collegio di un semplice monaco eremita, completamente privo di esperienza di governo e totalmente estraneo alle problematiche della Santa Sede, può forse essere spiegato dal proposito attendista di tacitare l’opinione pubblica e le monarchie più potenti d’Europa, vista l’impossibilità di eleggere un porporato su cui tutti fossero d’accordo…il monaco, forse anche intimorito dalla potenza della carica, inizialmente oppose un netto rifiuto che, successivamente, si trasformò in un’accettazione alquanto riluttante, avanzata certamente soltanto per dovere d’obbedienzaIl 28 aprile 2009 Benedetto XVI, visitando la basilica duramente colpita dal terremoto di qualche giorno prima, pose sull’urna (una teca di cristallo) di Celestino V il suo pallio pontificio in ricordo della visita.
Un papa che non informa neppure le persone a lui più vicine delle sue intenzioni e si dimette nella più banale e perciò imprevedibile delle occasioni, che cosa ci dice sulla situazione in Vaticano?
Come bisogna leggere questa notizia se non come un’evasione?
Non voleva essere papa e sa benissimo cosa sta per succedere. Lo scandalo finanziario che sta per colpire il Vaticano (e che coinvolgerà anche molti risparmiatori) sarà epico e darà la stura a molti altri scandali. Il prossimo papa regnerà sulle rovine metaforiche del potere pontificio. Ci saranno omicidi e suicidi eccellenti, la lotta di potere esploderà ancora più virulenta.
Non c’è nulla di originale o sconvolgente in questa tesi. In pochi minuti di ricerche in rete lo arriva a capire chiunque. Il processo è inevitabile e si tratta solo di aspettare.
È arrivato il momento in cui il Vaticano imploderà sotto il peso di tre scandali:
2. omicidi/suicidi eccellenti;
3. pedofilia.
fulmine
RICICLAGGIO E REATI FINANZIARI ASSORTITI
“Prima la fuga di documenti di monsignor Caiola che consentirono a Nuzzi di scrivere il suo libro e che ha rivelato la prosecuzione dello Ior parallelo, che si credeva finito già anni prima. Poi a raffica gli scandali Fiorani, Anemone, Roveraro e riciclaggi vari. Poi l’inchiesta della Procura romana sui movimenti dello Ior presso la Jp Morgan e le pressioni della finanza mondiale perché lo Ior regolarizzasse la sua posizione giuridica (formalmente esso non è una banca e non è soggetto ai controlli internazionali del sistema bancario).
Conseguentemente, Benedetto XVI, dopo aver imposto Gotti Tedeschi (uomo dell’Opus Dei) a capo dello Ior (sino a quel punto più vicino all’ala massonica del “sacro collegio”), decise,  a fine 2010, di aderire alla convenzione monetaria Ue, accettando l’applicazione delle norme antiriciclaggio. Quel che non servì ad evitare nuovi scandali su sospetti movimenti di capitali. A proposito: nella stranissima vicenda dei falsi titoli di Stato americani, che girano dal 2009, il nome dello Ior spunta in 6 casi su 11. Forse solo un caso.
Poi continuò implacabile la fuga di documenti per tutto il 2011-12 dietro la quale non era difficile intravedere lo scontro fra gli uomini dell’Opus e quelli della “Loggia” vaticana. Al punto che, nel maggio dell’anno scorso, Gotti Tedeschi rassegnava le dimissioni, dando il via ad un aperto scontro in seno alla commissione cardinalizia presieduta dal cardinal Bertone, segretario di Stato. Da allora lo Ior non ha un presidente effettivo.
Il prossimo 23 febbraio occorrerà riformare la commissione cardinalizia, con l’uscita dei cardinali Attilio Nicora e Laois Tauran (grande amico di Gotti Tedeschi) entrambi assai polemici con Bertone. In queste stesse settimane il nome dello Ior è tornato all’onore (si fa per dire: onore!) delle cronache per l’acquisizione di Anton Veneta da parte del Monte dei Paschi di Siena e tutto fa pensare che altro verrà fuori, nonostante la scontata smentita vaticana”.
“La Consob americana e tedesca alle costole, per speculazioni con mutui, tassi d’interesse e derivati. La Bundespolizei negli uffici, per sospetto di frodi fiscali e riciclaggio. Infine, un buco gigante di quasi 3 miliardi di dollari (2,2 miliardi di euro) in perdite appurate, solo nell’ultimo trimestre del 2012.
Se le rivelazioni alla Sec (l’autorità di controllo sulle società del governo americano) di tre dipendenti silurati si dimostrassero vere, potrebbe essere la punta dell’iceberg di un rosso abissale mascherato negli anni, pari a oltre 12 miliardi di dollari.
La Deutsche Bank, il maggiore gruppo bancario dell’Unione europea, resta un monolite della finanza in Germania. Ma è sempre meno difendibile e intoccabile, anche dagli inquirenti di Berlino. E non solo per il maxi-derivato Santorini da 1,5 miliardi di euro, disegnato su misura nel 2008 per il Monte dei Paschi di Siena, così da coprire – speculandoci sopra – i bond in pancia all’istituto toscano.
[…]
A Roma, Bankitalia vigila anche su un sospetto flusso di riciclaggio in Vaticano, attraverso pagamenti elettronici su bancomat e conti del gruppo tedesco. In Germania, incalzato da Bruxelles e dall’Eba (l’Autorità bancaria di vigilanza), il governo studia come risanare il sistema bancario. Spesso infarcito – come la storia di Deutsche Bank dimostra – di titoli tossici e conti truccati, attraverso una mole di «operazioni collaterali».
Citando tutte le inchieste, lo Spiegel ha chiamato questo castello di carta (e di miliardi volatilizzati) «il lato oscuro della Deutsche Bank». Che la misura, anche per la prima banca d’Europa, sia colma?”
Mussolini paga il Vaticano per il riconoscimento ufficiale del regime da parte della Chiesa (1929), la Chiesa investe bene quei soldi, anche offshore, e ora il capitale iniziale si è moltiplicato fino a raggiungere la soglia del mezzo miliardo di sterline ed un notevole impero immobiliare paneuropeo
http://www.guardian.co.uk/world/2013/jan/21/vatican-secret-property-empire-mussolini
OMICIDI/SUICIDI ECCELLENTI
“…Il “fumo di Satana” di cui parlava Paolo VI sembra diventato invadente. Anche quando ci fu lo scandalo dei preti pedofili una diplomazia nota per la sua esperienza si lasciò andare a dichiarazioni discordanti e scomposte. Altrettanto sconcertanti i documenti che escono oggi. Lettere anonime contro il primo ministro Bertone, il trasferimento-allontanamento di un prelato che aveva denunciato scandali e ruberie, la diceria di un attentato al Papa. Padre Lombardi, portavoce, si ostina a dire che quest’ultima è solo una sciocchezza. Credo anch’io che lo sia. Il punto però non è nella credibilità della voce ma nel fatto in sé che la voce circoli, e che esca dalle “sacre mura”. Lì è il segno dello sconquasso. Una volta non era così. Quando si seppellì in una veneranda basilica il gangster De Pedis nessuno seppe, e ancora oggi nessuno sa, perché. Quando si consumò (4 maggio 1998) il triplice omicidio del comandante delle guardie svizzere, di sua moglie e del povero caporale Cédric Tornay, la versione data a caldo, chiaramente falsa, non ebbe smentita tanto che ancora oggi è la sola versione ufficiale di un crimine rimasto irrisolto e impunito. Quando si hanno precedenti di tale gravità non ci si può stupire se, degradandosi ulteriormente il tono generale, succeda quello che sta accadendo in questi giorni”.
Corrado Augias, la Repubblica, 17 febbraio 2012
Occhi puntati su gesuiti ed Opus Dei e Cl.
PEDOFILIA
Charles J. Scicluna era il funzionario della Santa Sede che perseguiva i preti pedofili. E lo ha fatto – a differenza di altri – con determinazione, denunciando anche la cultura del silenzio italiana. Ieri è stato rimosso, senza spiegazioni, e spedito a Malta come funzionario di basso rango. Una mossa che sconcerta.
“Nel 1990, Savile ricevette un Ordine Cavalleresco dell’Impero Britannico (OBE) dalla regina Elisabetta II in persona, anche se già correva voce che avesse abusato della sua posizione di star in due programmi popolari della BBC, “Top of the pops” e “La vita secondo Jim”, per aver molestato sessualmente delle ragazzine minorenni. Il suo impegno in opere di carità per gli orfani e gli adolescenti mentalmente disturbati lo ha portato ad una relazione stretta con il principe Carlo, non estraneo a sua volta a scandali sessuali. Lo stesso anno del premio dell’Ordine Cavalleresco Savile ricevette anche un Ordine papale, l’Ordine Pontificio Equestre di san Gregorio il Grande, da papa Giovanni Paolo II. Furono messi sotto pressione sia Buckingham Palace che il Vaticano affinché i premi fossero postumamente tolti, ma entrambe le istituzioni rifiutarono di farlo e continuano a mantenere comunque i premi, scaduti con la morte di Savile”.
Wayne Madsen
**********
12.02.13: Steve Bell on the Pope's resignation
Questi scandali saranno seguiti da rivelazioni sulla reale natura del “cristianesimo” predicato dal Vaticano (un culto anticristiano di natura mitraica)
Succederà tutto entro due anni al massimo, con una rapidità che prenderà tutti di sorpresa, anche quelli che già sospettavano.
Vatileaks era solo un piccolo assaggio.
Si dimette il 28 febbraio, anniversario dell’abolizione della democrazia in Germania, con la Verordnung des Reichspräsidenten zum Schutz von Volk und Staat (1933)

Del potere, della pedofilia, del male categorico

a cura di Stefano Fait e Norats
“Il deputato laburista Tom Watson afferma che un membro di una rete di pedofili aveva dei legami con un consigliere di primo piano di un ex primo ministro britannico: “la pista non è stata seguita ma se esistono ancora i file voglio assicurarmi che la polizia metta al sicuro gli indizi, riesamini il caso ed investighi su una potente rete di pedofili legati al parlamento ed alla residenza del Primo Ministro”.
http://www.ultimaora.net/notizie-mondo/scandalo-pedofilia-bbc-a-downing-street.html
http://www.independent.co.uk/news/uk/crime/was-there-a-paedophile-ring-in-no-10-mp-tom-watson-demands-probe-8224702.html
Nel mondo succedono cose indicibili – aggregazioni di un male ineffabile.
Purtroppo, nell’ articolo di Sofri, come, del resto, nella lettera della Francescato, manca il fatto. Non c’ è il sunto e non c’ è il senso di quel testo di trenta pagine che Cohn-Bendit scrisse nel 1976 e che nulla ha da spartire con «la scoperta del bambino come persona dotata di sessualità» (Francescato), né con «il rifiuto dell’ ipocrisia e della reticenza» (Sofri). Mi dispiace doverlo ricordare, ma il testo di Cohn-Bendit è, nei suoi passi più espliciti, talmente crudo che il Corriere, come qualsiasi altro giornale, non è contento di pubblicarlo e neppure di sunteggiarlo. Cohn-Bendit racconta infatti di come i bambini suoi allievi gli sbottonassero i pantaloni e lo carezzassero, e di come egli, il loro maestro, lasciandoli fare, li carezzasse a sua volta. Questo testo, nei suoi momenti più scabrosi, è certamente pedofilo. Anche se ora Cohn-Bendit, con l’ autorevole e credibile conforto dei suoi ex allievi diventati adulti, ci dice di non avere mai fatto le cose che racconta. Sappiamo valutare la differenza tra chi scrive sconcezze e chi le fa. Ma allora perché Cohn-Bendit non si prende la responsabilità – personale e non epocale – del suo scritto e la fa finita? Ci dispiace che un uomo raffinato come Sofri, del quale siamo sempre curiosi lettori, abbia citato, per difendere quel testo, il professore Marcello Bernardi, i cui libri, soprattutto «Il Nuovo Bambino», ci hanno svezzato nella strana professione di padre. Ci addolora per Bernardi, che è morto, ma anche per Sofri. Purtroppo infatti questo di Cohn-Bendit è un caso in cui il testo non può essere pretesto, in cui il fatto non può essere nascosto, se non per malafede (d’amico). A volte, però, per difendere un amico, è molto meglio dargli un calcio nel sedere.
Francesco Merlo
IL CASO DUTROUX
Maria Grazia Cutuli, “Caso Dutroux, giustizia non è fatta”, Corriere della Sera, 23 agosto 2001
Cinque anni dopo l’ arresto di Marc Dutroux, il belga sospettato di pedofilia e assassinio, c’è un poliziotto in un bar che tormenta un bicchiere tra le mani. «I vertici della procura di Bruxelles, quelli della gendarmeria, tutti contro di me, Eimé Bille, le “petit policier” colpevole solo di aver denunciato un’ indagine zeppa di atti falsi e irregolarità». C’è una giovane avvocatessa dal sorriso gentile, Patricia van der Smissen, che ha dovuto spalare montagne di fango per difendere la sua cliente, «la testimone X1», accusata di mitomania e allucinazioni dopo aver raccontato di minorenni torturati, violentati, uccisi nei festini perversi dell’alta società. Ci sono i genitori di due bambine, Julie Lejeune e Mélissa Russo, stuprate e lasciate morire di fame in un sotterraneo dell’orrore, talmente stanchi da preferire il silenzio. «Troppe parole sono state fraintese», dice uno dei legali, l’avvocato Hissel. Ci sono altri protagonisti messi a tacere, minacciati, rimossi dai loro incarichi per lo stesso motivo: essere entrati in uno degli «affari» più torbidi del Belgio moderno.
È il 13 agosto 1996. Marc Dutroux, 39 anni, un pregiudicato con una lista impressionante di delitti alle spalle – rapimenti, violenze sessuali, furti d’auto – viene arrestato su mandato della procura di Neufchâteau, una cittadina belga vicina ai confini con il Lussemburgo. Sotto la sua casa di Marcinelle, periferia di Charleroi, la polizia scopre un cunicolo scavato nella terra con dentro due ragazzine, Sabine (12 anni) e Laetitia (14 anni), terrorizzate ma ancora vive. Niente da fare invece per Julie e Mélissa, otto anni a testa, scomparse nel 1995. I loro corpi giacciono nel giardino di una seconda residenza dell’ uomo, a Sars-la-Buissière, sepolti sotto il cadavere di Bernard Weinstein, complice di Dutroux. Tre mesi dopo, i resti di altre due ragazze: Ann e Eefje, 17 e 19 anni, sparite a Ostenda nel 1995. Non c’ è solo Dutroux dietro la catena di orrori. La moglie, Michèle Martin, è accusata di aver filmato gli stupri del marito. Un tossicomane, Michel Lelièvre, è riconosciuto come complice. Appare un terzo personaggio, Michel Nihoul, il «principe della notte», sospettato di far da tramite in un commercio di minorenni tra Dutroux e le «alte sfere». Il Paese è sotto choc. Spuntano connessioni internazionali. Scenari foschi dove si materializzano incubi orgiastici, sadismi insospettabili, ma anche interessi d’ altro genere.
Il Belgio, quartiere generale dell’ Unione Europea, della Nato, di migliaia di multinazionali, scopre che dietro l’ affare della pedofilia si potrebbe nascondere una rete criminale che mina lo Stato dai vertici alle fondamenta.
Cinque anni dopo, nessun imputato è alla sbarra. I grossi nomi sono spariti dai dossier. Le connivenze sospette sono accantonate. L’ inchiesta, attualmente in mano a Jacques Langlois, giudice istruttore di Neufchâteau, è ferma all’ esame del Dna di 6 mila capelli prelevati sui luoghi dei delitti. A maggio scorso, e solamente sotto pressione del procuratore Michel Bourlet, il magistrato ha cominciato a ordinare i primi test, per scoprire che su 1.300 capelli analizzati, ce ne sono una ventina che non appartengono ai protagonisti della vicenda. Ma per Langlois, non esiste una rete criminale: il «mostro di Marcinelle» è un predatore isolato. Non ha stuprato Julie e Mélissa, sostiene il magistrato. La data del processo continua a slittare. Forse settembre 2002. Forse più in là. Forse alla fine Dutroux potrebbe cavarsela con cinque, dieci anni di galera o poco più. Il «mostro di Marcinelle» è rinchiuso nella prigione di Arlon, in una cella d’ isolamento dai muri imbottiti. Un secondino lo controlla ogni sette minuti. Ha un team di quattro prestigiosi avvocati che nessuno sa da chi vengano pagati. Sua moglie e il complice Lelièvre si trovano nella stessa prigione. Libero invece Nihoul, che continua a mandare messaggi ben indirizzati: «E’ vero – ammette durante un’ intervista televisiva – ho frequentato club dove si tenevano orge. Ho incontrato ministri, magistrati, gente piazzata ancora più in alto».
La casa reale? Anche questo è uno dei fantasmi che ossessionano il Belgio. Eppure all’inizio l’inchiesta parte bene. Un magistrato zelante, Jean Marc Connerotte, in brevissimo tempo riesce a trovare Sabine e Laetitia e a scoprire i quattro omicidi. La sua rimozione ad ottobre 1996, per aver partecipato a una spaghettata con i parenti delle vittime, fa esplodere la piazza: 600 mila persone protestano davanti al palazzo di GiustiziaComincia l’affossamentol’ investigatore Patrick De Baets e il suo aiutante Eimé Bille, dopo aver ascoltato una decina di testimoni che chiamano in ballo il jet set belga, vengono messi da parte e accusati di malversazioni.
«Tutti i procedimenti a carico nostro non hanno portato a nulla – dice le petit policier Bille mentre beve acqua minerale in un bar di Bruxelles -. Ma la persecuzione continua. Perché?». Stesse domande in un altro quartiere della città. A parlare è Patricia van der Smissen, l’ avvocatessa quarantenne dal viso da ragazzina: «E’ il 1997 a segnare la svolta: il giudice decide la rilettura delle testimonianze». La sua cliente, Régina Louf, testimone «X1», ha cominciato a parlare l’ anno prima. «Aveva riconosciuto Dutroux e Nihoul alla televisione. Voleva raccontare quello che sapeva degli ambienti pedofili». E’ stata violentata e venduta sin da bambina, Régina Louf. Dice di aver preso parte a orge con altri minorenni, di aver visto ragazzini costretti ad accoppiarsi con cani, torturati, uccisi. Ma soprattutto sostiene di aver riconosciuto Nihoul tra gli assassini di una sua amica, Christine van Hees, 16 anni, ritrovata carbonizzata nel 1984. «Régine è stata dichiarata pazza – racconta l’ avvocatessa -. E anche noi legali abbiamo passato anni a difenderci dalle accuse».
Inutile anche il lavoro della commissione d’inchiesta parlamentare, istituita ad ottobre 1996. Un deputato socialista che ne ha fatto parte racconta di minacce e intimidazioni. «Abbiamo raccolto migliaia di testimonianze, ma non avevamo i poteri di un giudice istruttore. Tutto è rimasto a livello di voci». Non crede, lui, alla teoria del grande complotto. Ma all’ effetto domino, sì. «Se si andasse troppo lontano con l’ inchiesta, Dutroux potrebbe far cadere una testa dopo l’altra». Il Belgio si ridurrebbe a un castello di carte.
Il cammino giudiziario
L’ ARRESTO
Marc Dutroux è arrestato il 13 agosto del ‘ 96: lo ha tradito il tubo di scappamento rumoroso del furgoncino Renault con cui prelevava le sue vittime. Due giorni dopo, l’ uomo conduce la polizia nella casa degli orrori di Marcinelle: in una cisterna-prigione la polizia trova ancora vive due dodicenni scomparse da alcune settimane, Sabina e Laetitia. In un’ altra casa, vengono rinvenuti i cadaveri di Julie e Mélissa, rapite nell’ estate del 1995, violentate e lasciate morire di fame. Il 3 settembre, sono rinvenuti i cadaveri di altre due ragazze, An e Edfje, 17 e 19 anni, nello chalet di un amico di Dutroux. Coinvolta anche la moglie, Michelle Martin
I PRECEDENTI
Trentanove anni al momento dell’ arresto, il «mostro di Marcinelle», elettricista disoccupato, era già stato condannato nell’ 86 a 13 anni di carcere per abusi su minori, ma rilasciato nel 1992 per buona condotta (una grazia con sigillo reale)
LA FAMIGLIA
I genitori di Dutroux si separano quando Marc è un adolescente. Il padre dubita della sua paternità biologica. La madre lo lascia per andare a vivere con un ragazzo di 17 anni. Marc, che allora ha 14 anni, va a stare con la madre ma tre anni dopo litiga definitivamente con la donna (che più tardi lo accuserà di incesto con uno dei suoi fratelli in cura psichiatrica) e se ne va di casa
IL CASO POLITICO
Nell’ agosto del’ 96 migliaia di belgi scendono in piazza. Chiedono giustizia. C’ è il sospetto che i pedofili abbiano goduto della protezione di politici e giudici. E’ istituita una commissione d’ inchiesta. Il suo verdetto, nel febbraio ‘ 98: nessuna copertura, ma grave incompetenza della polizia
LA FUGA
Aprile ‘ 98, Dutroux riesce a fuggire dal tribunale. Catturato dopo tre ore in un bosco. Si dimettono il capo della polizia e i ministri dell’ Interno e della Giustizia
Blog con lista di morti sospette legate all’affaire
Laurent Louis, il giovane parlamentare belga che vuole riaprire il caso e che è stato anche aggredito e minacciato per questo:
Marcel Vervloesem, l’attivista arrestato perché ha osato denunciare la rete che è connessa con il mostro di Marcinelle (assomiglia vagamente a Renato Pozzetto, il che me lo rendo anche più simpatico):
Stanno isolando Marcel Vervloesem in carcere, perché hanno paura che faccia delle rivelazioni sulle reti pedopornografiche in relazione al Caso Amsterdam in atto in questi giorni. Si tratta di decine di abusi da parte di Robert M. su neonati e bambini molto piccoli in un asilo nido. Marcel Vervloesem, che studia ed analizza le reti da una quindicina di anni, aveva dato molte informazioni rilevatrici e prove anche sul nesso tra le reti e gli asili nido ad Amsterdam già anni fa al Procuratore Bourlet a Neufchâteau. A quest’ultimo è stato ordinato però di nòn fare indagini sul suddetto materiale, ma ad inviarelo a Turnhout ma… lì il materiale essenziale per indagini è stato insabbiato dal procuratore di Turnhout e un suo sostituto, proprio le stesse persone che ora stanno tenendo in carcere Marcel Vervloesem con delle accuse costruite di proposito. Lo vogliono azzittire. Stiamo parlando dell’insabbiamento del Dossier Zandvoort con quasi 90.000 files di bambini torturati, violentati e spesso anche amazzati per i cosiddetti snuffmovies che valgono decine di migliaia di euro. Molti bambini sono morti anche in rituali esoterici o satanici.
In soldoni, Dutroux liberato nel 1992 per decreto ministeriale di Melchior Wathelet se n’è andato in Thailandia (Roosor ci traffica ed è uno degli indagati) e una volta domiciliato di nuovo in Belgio a Goutroux in via Ferrer continuava a ricevere da lui, nella sua casa d’accoglienza, (casa famiglia qui in Italia), bambini. È inoltre stato visto due volte da un bambino abusato – circolo satanista, a Valence ed a Tournai, non molto chiaro nelle sue deposizioni. 4 dossiers aperti a suo carico tra il 1981 ed il 1996. Quasi 12.000 K7 (credo che parlino di processori CPU) trovati al termine di questo dossier, (compreso quello bis), e nessuna conseguenza dopo il processo!
IL CASO SAVILE-BBC-CASA REALE
“Cade la prima testa nello scandalo del presentatore pedofilo della Bbc. Peter Rippon, responsabile di Newsnight, una delle più seguite trasmissioni di approfondimento giornalistico, ha lasciato l’incarico con effetto immediato. È accusato di non avere mandato in onda un anno fa un programma che rivelava il ruolo di predatore sessuale avuto da Jimmy Savile, per quattro decenni presentatore di classifiche della hit parade e di altri spettacoli televisivi dell’emittente radiotelevisiva pubblica britannica. Saville è morto nel 2011 e non può più rispondere direttamente dello scandalo. Ma sotto accusa ora è la Bbc, sospettata di avere saputo da tempo che il suo presentatore abusava ragazzine minorenni e di non avere fatto nulla per fermarlo. Non solo: una email pubblicata oggi dai giornali solleva un’imputazione anche più grave nei confronti della leadership del network, quella di avere deliberatamente cercato di mettere a tacere la vicenda”.
Sono probabilmente almeno 300 le vittime di Savile e di altri indagati dei quali non si conosce ancora l’identità.
Eccellente commento di un lettore del Guardian:
“Durante il programma Panorama la scorsa notte c’è stata una dichiarazione del giornalista investigativo Meirion Jones, la cui zia ha lavorato presso la scuola Duncroft (è lì che Savile ha perpetrato una parte dei suoi abusi [sessuali contro minori]), e che Jones stesso ha visitato un paio di volte per vedere la sua zia.
Le sue esatte parole sono state:
Era un posto molto strano, pieno di celebrità e membri minori della famiglia reale
Dato ciò che sappiamo circa le ragioni per la visita di Savile a Duncroft, sicuramente dovremmo chiederci chi sono queste altre celebrità e membri della famiglia reale?
Per che diamine di motivo queste persone facevano visite regolari a questa particolare scuola per ragazzine con disturbi psichici?
Cosa c’era di talmente speciale a Duncroft, da renderlo un posto ideale per le celebrità e i reali?
Sicuramente tutto questo merita una specifica investigazione della polizia, non vi pare?”
Altri commenti:
“Così la polizia non è riuscita ad individuare e fermare un molestatore seriale di bambini che ha operato per diversi decenni, il servizio sanitario nazionale e vari operatori sanitari hanno autorizzato questa celebrità a fruire di un libero accesso non-sorvegliato a pazienti vulnerabili e, a quanto pare, hanno ignorato le accuse delle vittime; i tabloid, felici di rivelare la privata quotidianità di innumerevoli celebrità, non hanno detto nulla in quaranta anni di questo individuo davvero molto singolare”.
“Ci sono interrogativi molto più importanti da affrontare. Come ha fatto quest’uomo ad ottenere soggiorni privati ​​negli ospedali e in che modo si è procurato le chiavi dei reparti. Come è stata presa una tale decisione e da chi? Perché le ripetute denunce sono state ignorate? Sembra che tutti sapessero, ma nessuno ha fatto nulla. Perché?
Questo tizio è stato nominato cavaliere e aveva amici ai piani alti: che tipo di protezioni gli hanno queste relazioni? Sapeva troppo riguardo ad altre persone e ciò l’ha reso intoccabile? C’è molto da scoprire in questa storia sordida..”.
“Paul Gambaccini sostiene che Savile era ‘un necrofilo’ (prese i corpi dall’obitorio!), su Five Live.
Max Clifford reputa che ci fossero “molte altri” coinvolti con Savile in questi “eventi”. Quanti, e chi? Tutti hanno guardato dall’altra parte, o non volevano crederci. Orripilante”.
“Sì, e che dire delle scuole, ospedali, unità psichiatriche, persino gli obitori …
Perché gli hanno permesso di andare e venire a suo piacimento? Non hanno il dovere di prendersi cura delle persone che hanno la sfortuna di essere ricoverate o di giacere al loro interno?
Che cosa possiamo imparare da questo? Quanto sono sicuri i pazienti ricoverati negli ospedali, per esempio?”
“Savile, che è morto l’anno scorso a 84, ha rivelato: ‘Uno dei miei compiti è quello di portare via i defunti. Puoi prenderti cura di qualcuno, restare da solo con qualcuno, che ha vissuto tutta la vita, e io sto solo dicendo addio e prendendomi cura di lui”.
Exposure – The Other Side of Jimmy Savile | 2012 | Full Documentary – inchiesta dell’investigatore Mark Williams-Thomas: le testimonianze delle ragazzine violentate (ormai adulte) e dei colleghi; le relazioni di Savile con celebrità e potenti:
Attore Corey Feldman: “Posso dirvi che il problema numero 1 problema di Hollywood è stato, è e sempre sarà la pedofilia. Questo è il problema più grande per i bambini in questo settore …. È il grande segreto
Psicopatia: l’orrore che la gente non vuole vedere e non vuole sapere
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/10/15/psicopatia-portami-via-la-gente-ce-lha-sotto-il-naso-ma-non-la-vuole-vedere/

La loggia degli innocenti


Questo romanzo giallo è stato davvero una piacevole scoperta. Piacevole per il modo in cui è scritto, innanzitutto: un italiano scorrevole e concreto, descrittivo e fattuale - come ci si aspetta dal genere - ma non privo di sfaccettature e di variazioni di stile, che seguono docilmente le esigenze narrative.
E' piacevole, poi, che sia ambientato in Italia, non per una mera questione di amore verso il proprio Paese, ma perché ciò rende la storia - con i luoghi, i cognomi, le situazioni - più viva e reale, legata alle vicende che se anche non viviamo direttamente, seguiamo spesso con apprensione sui nostri giornali.
E d'altra parte non potrebbe essere altrimenti, visto che il protagonista, il commissario Michele Ferrara, capo della Squadra Mobile di Firenze, è palesemente l'alter ego dell'autore, Michele Giuttari, funzionario della Polizia di Stato che in passato ha ricoperto proprio questa carica; e proprio a Firenze.
Giuttari conosce dunque molto bene gli ambienti che descrive, i metodi d'indagine, le difficoltà che ogni investigatore deve superare per riuscire a ricostruire il puzzle che si cela dietro ogni delitto. Ma se fosse solo un bravo poliziotto, avremmo come risultato un resoconto piatto e noioso, di quelli che, come da copione, essi odiano scrivere alla fine dell'indagine, mentre qui ci troviamo di fronte ad uno che sa anche scrivere bene, come dicevo, che sa organizzare il materiale narrativo per ottenere un sicuro effetto di suspence sul lettore.
Quanto alla storia, ovviamente non è bene raccontarla tutta, altrimenti toglierei al lettore il gusto della scoperta, ma la parte iniziale penso si possa accennare senza problemi. Nei dintorni di una Firenze affogata nel caldo estivo viene rinvenuta una ragazza molto giovane, forse solo 12 o 13 anni, senza documenti e in fin di vita per overdose. Portata in ospedale, muore di lì a poco, senza mai riprendere conoscenza. Nessuno sa chi sia, nessuno la cerca, forse è un'immigrata clandestina. Mentre si occupa di questo caso, il commissario viene sconvolto dalla contemporanea scomparsa del suo migliore amico ed inizia così ad occuparsi di entrambe le vicende. Durante l'inchiesta, scoprirà cose terribili, ma molto italiane.

Alcuni brani:
Della ragazzina, forse solo una bambina, il commissario Ferrara, capo della Squadra Mobile di Firenze, cominciò ad occuparsi quasi una settimana dopo che fu trovata all'alba di domenica 29 luglio ai margini di un bosco sulla strada sopra Scandicci sommariamente vestita, priva di documenti e in fin di vita per overdose. Era stata portata all'Ospedale Nuovo e ricoverata con prognosi riservata.

Petra aveva messo le Arie italiane cantate da Cecilia Bartoli nello stereo per accompagnare la cena, e gli andava bene. C'era un che di struggente nell'aria che lo invitava alle confidenze, e si sentiva in vena di confessioni.
"Lo sai che penso?" le disse mentre sorseggiava il Pinot Grigio della Terra dei Forti. Dalla strada giungeva il frastuono della città, attutito dal fruscio delle foglie del pergolato.
"Cosa, Michele?" domandò lei premurosa come sempre.
"Che sono isolato. Non appartengo."
"Che vuoi dire?"
"Non lo so esattamente. Ma è come se in questo paese tutti facessero parte di qualche cosa: la chiesa, un partito politico, la mafia, la 'ndrangheta, la massoneria... Io niente. La polizia, sì. Ci credo. Ma basta? Poi scopri che forse il questore è soggetto alle pressioni di chissà chi, il tuo migliore amico magari è un massone, il sostituto procuratore dipende dalle disposizioni di un organo superiore che noi neanche immaginiamo che ci sia, e io... io sono lì, in mezzo, come un birillo in un gioco di bocce in cui non ho nessun controllo".

Grazia Barbieri incominciò il racconto della giornata di sabato, quando a metà mattinata era giunto alla villa Ugo Palladiani che lei aveva visto pochissime altre volte nei cinque anni in cui era stata a servizio da Simonetta.
"Una visita inaspettata, che lei non gradì"
"Perché?... cosa si dissero?" domandò il commissario.
"Incominciarono subito a litigare. Ho capito solo qualche parola perché in quel momento andai in un'altra stanza... sentii che si misero a gridare e che Simonetta lo rimproverava accusandolo tra l'altro di essere arrivato senza averla avvisata prima".

Lo condusse verso il fianco della montagna tagliato a gradoni dove un gruppo di operai stava lavorando un blocco per estrarlo.
L'operazione era affascinante. Le macchine da taglio segavano il marmo come fosse burro, sollevando nuvole di polvere bianca come borotalco.
Il vecchio si avvicinò a un mucchio e tirò su una manciata che gli porse. Ferrara ne prese un pizzico con le dita e la fece scorrere sui polpastrelli. Avrebbe potuto essere eroina, o cocaina pura.
"Più o meno è questa roba qui" spiegò Franchi alzando la voce per sovrastare il rumore delle seghe. "Solo che questa, il residuo della lavorazione, non va bene perché è sporca. Il filo diamantato che taglia il marmo nel processo si consuma contaminando la polvere vera e propria. Perciò si usa quella ricavata dai detriti che vengono appositamente macinati."

INTERVISTA SHOCK!!! SATANISMO - ORGE - E DROGA IN VATICANO - MAI ANDATA IN TV

LA VERITA' SUL CASO ORLANDI DA QUESTA TESTIMONIANZA?










 Profezia: Un figlio si pentirà e LA VERITA' sarà rivelata

SARA' QUESTO IL CASO?....

Che fine fanno i 100.000 bambini l’anno che scompaiono?

UN SUGGERIMENTO PER UN FILONE DI INDAGINE SULLA SCOMPARSA, ABUSO E MALTRATTAMENTI DI MINORI





Satanismo e organizzazioni pedofile nel mondo. Nel mondo scompaiono ogni anni circa 100.000 bambini. Nella sola Italia ne scompaiono circa 2000, di cui poco meno della metà non verranno mai ritrovati. A questo numero occorre aggiungere i bambini figli di extracomunitari non registrati ufficialmente, e quelli che vengono comprati già da prima della nascita (si paga una coppia in difficoltà affinché faccia nascere un bambino e lo consegni all’organizzazione che lo richiede; è il modo più sicuro; non lascia alcuna traccia del delitto commesso e il bimbo scompare nel nulla e mai comparirà neanche nelle statistiche).

Che fine fanno questi bambini?

Molti finiscono nel traffico di organi. Alcuni vengono utilizzati per i giochi di morte che abbiamo letto nell’articolo sotto (http://paolofranceschetti.com/?p=681). Altri per snuff movies, o per forgiare una sorta di super soldati agli ordini dei militari.



Più spesso vengono utilizzati per tutti e tre questi fini.Queste reti pedofile sono organizzate a livello internazionale e coperte da capi di stato, politici, nonché vertici della polizia, dei carabinieri e dalle istituzioni dell’ONU preposte in teoria alla salvaguardia dei bambini.

Molte delle organizzazioni antipedofilia e dei centri che accolgono i bambini abbandonati, poi, non sono altro che trappole ben congegnate per accalappiare i malcapitati che cercano aiuto.

Le prove di quello che diciamo?

Prove ce ne sono a bizzeffe. Ma il quadro va ricostruito come un immenso puzzle, potendo offrire alcuni pezzi di esso, spettando al lettore ricomporre ad unità il quadro.

Cominciamo dal caso Dutroux

I particolari di questo caso sono raccontati in un libro edito da Stampa alternativa che si intitola “Tutti manipolati”. Il libro è scritto da un gendarme belga, Marc Toussaint (la gendarmeria è il corpo che in Belgio corrisponde al nostro comando dei carabinieri), che aveva partecipato alle indagini ma che ne fu estromesso perché “troppo ligio al dovere”; tentarono anche di farlo fuori provocandogli un incidente in moto.

Il libro, documentato e basato sugli atti dell’inchiesta, racconta di come nel caso Dutroux furono coinvolti cardinali, ministri, e addirittura il Re del Belgio.

Nel 1996 scomparve una bambina belga, Laetitia. Le indagini individuarono il rapitore in un certo Marc Dutroux.

Le indagini successive appurarono che il pedofilo aveva ucciso almeno sei bambine, ma ci vollero otto anni prima di andare al processo.

Nel frattempo, prima del processo, due bambine erano rinchiuse in casa Dutroux, ma i depistaggi della gendarmeria e della magistratura fecero sì che le bambine non venissero trovate durante le perquisizioni, e quando furono trovate erano già morte.

L’inchiesta portò ad individuare come mandanti personaggi di altissimo livello, che arrivavano fino al coinvolgimento personale del Re del Belgio.

L’organizzazione era dedita a snuff movies e attività identiche a quelle descritte nell’esposto pubblicato da noi pochi giorni fa, compreso il gioco del gatto e del topo, che a quanto pare è una costante di queste organizzazioni.

Ma giornalisti e inquirenti che seguivano la cosa morirono (incidenti e suicidi, ovviamente).

E tutto venne messo a tacere dalla magistratura e dalla gendermeria.

In America un ex agente segreto ha salvato dagli abusi e dal controllo mentale una delle vittime di queste organizzazioni, Cathy O’Brien. Dopo essere sfuggiti più volte alla morte e a difficoltà varie, sono riusciti a scrivere due libri: Accesso negato alla verità (edizioni Macro) e Trance-formation of America.

In quest’ultimo si narra di come l’organizzazione che abusava la donna facesse capo addirittura al presidente degli Stati Uniti Bush.

Si narra dei legami di Bush e Clinton con i signori della droga. Si narra dei legami con le organizzazioni pedofile e con quelle sataniche.

In particolare si evidenziano i legami di Bush e Clinton con l’organizzazione chiamata il Tempio di Seth. Il Tempio di Seth è la più potente organizzazione satanica ramificata a livello internazionale, e fondata dal Michael Aquino, un ex ufficiale dell’esercito statunitense molto amico di Bush.

Stupri, omicidi, pedofilia, droga, satanismo… tutto narrato nero su bianco con nomi e cognomi.

E’ di pochi anni fa la notizia che in Ciad vennero arrestate per pedofilia e commercio di esseri umani alcune persone – appartenenenti ad un’organizzazione dal nome L’arca di Zoe – che stavano portando in Francia 103 bambini. Che fine dovessero fare questi bambini non si sa.

Ma il presidente Sarkozy è andato personalmente in Francia a trattare la liberazione degli arrestati e riportarli in patria.

Inizialmente gli arrestati avevano dichiarato che i bambini erano orfani provenienti dal Darfur. Poi si è scoperto che erano figli di famiglie del Ciad, e i genitori erano ancora viventi.

Da notare che l’organizzazione L’arca di Zoe era sotto inchiesta anche in Francia, sospettata di trafficare in bambini per scopi tutt’altro che leciti.

In Italia inchieste così eclatanti non sono neanche iniziate.

Anzi, diciamola meglio. Quelle iniziate non sono state divulgate.

Nel 2006 venne arrestato un avvocato romano, Alberto Gallo, per pedofilia. I giornali riporteranno la notizia come se si trattasse di un pedofilo isolato, ma in realtà faceva parte di un’organizzazione internazionale, la stessa che fa capo a Dutroux.


Il commissario Giuttari, nel suo libro “La Loggia degli Innocenti”, descrive un’organizzazione pedofila che fa capo al procuratore di Firenze, a cui dà il nome di Alberto Gallo.

In altre parole Giuttari lega chiaramente l’ex procuratore di Firenze Piero Luigi Vigna alla rete pedofila che era sotto inchiesta in quel periodo.

Il nome della Loggia fa anche chiaramente un collegamento all’Ospedale degli Innocenti, storico palazzo fiorentino dove da secoli è ospitato un centro che tutela i minori abbandonati.

A questi pezzi del puzzle potremmo aggiungerne altri, più piccoli. Ma questi frammenti che ho riportato ora sono già sufficientemente grandi per poter avere un’idea del quadro complessivo.


Un quadro in cui è possibile individuare una rete internazionale, con al vertice Capi di Stato, Presidenti, Reali, Ministri, Cardinali e prelati, ben protetta da militari, magistratura e forze dell’ordine.


E ben protetti da una letteratura scientifica e da esperti che continuano a negare il fenomeno del satanismo e delle reti internazionali, in quanto sono i massimi garanti del sistema in cui viviamo. Molti di essi sono addirittura a capo di organizzazioni pedofile e/o sataniche, ma poi compaiono come esperti in programmi TV o su riviste specializzate, negando il fenomeno e partecipando ad associazioni Onlus per “combattere” la pedoflia, che spesso hanno anche riconoscimenti e visite del Presidente Napolitano, o altri personaggi istituzionali.

Mi ricorderò sempre tanti anni fa quando parlai col figlio di un boss della ’ndrangheta. Mi disse: “Da noi c’è più legalità e giustizia. In Calabria e in Sicilia i bambini non si toccano; al nord da voi sì”.

All’epoca mi parve una follia. Oggi capisco quello che intendeva dire. Il motivo di tanta segretezza relativamente a queste vicende è chiaro.

La gente è assuefatta a sapere che un Presidente del Consiglio (che sia il nostro o sia quello americano) ha contatti organici con la mafia.

Siamo disposti ad accettare che si scatenino guerre da milioni di morti in Iraq, Afghanistan, in Africa. In fondo, quelli sono negri. Che ce ne importa a noi? Basta che non ci tolgano la partita di calcio domenicale.

Ma probabilmente se si venisse a sapere la verità sui bambini scomparsi, nessuno potrebbe reggere ad un simile shock. E allora sì, forse qualcuno comincerebbe a capire che il mondo in cui viviamo non funziona esattamente come i giornali e i mass media in genere ce lo descrivono.