venerdì 3 maggio 2019

Cristiani sionisti

LA REALTA' E' PIU' COMPLESSA DI QUANTO SI CREDA....IL SIONISMO CRISTIANO SUONA COME UN PARADOSSO   



John Charles Hagee (nato il 12/4/1940) è il fondatore della “Cornerstone Church” di San Antonio, in Texas, una mega chiesa carismatica con più di 19.000 membri attivi. Egli è anche il direttore esecutivo di una corporazione no-profit chiamata “Global Evangelism Television” (GETV) oltre che presidente e direttore della “John Hagee Ministries”, che trasmette via radio e televisione negli USA su 160 stazioni televisive e 8 network – inclusi “The Inspiration Network” (INSP), “Trinity Broadcasting Network” (TBN) e “Inspiration Now TV”.


Le sue trasmissioni arrivano settimanalmente in 99 milioni di case, non solo in America ma anche in Africa, Europa, Australia, Nuova Zelanda e in gran parte delle nazioni del Terzo Mondo.


Pur professando le tradizionali dottrine pentecostali come il “battesimo dello Spirito Santo”, la “assoluta autorità delle Scritture”, il battesimo per immersione e l’evangelismo, Hagee ha creato un significativo dibattito all’interno della cristianità ufficiale per via delle sue controverse convinzioni e dei suoi commenti a proposito di Israele.


Nel febbraio del 2006, Hagee ha ridato vita ad un movimento incentrato sul sostegno al sionismo. Ha invitato i leader cristiani d’America ad unirsi a lui in questa nuova iniziativa. Più di 400 leaders, ognuno di essi in rappresentanza di una diversa denominazione, mega-chiesa, ministero mediatico o università cristiana hanno manifestato il loro appoggio ed è stata così creato il movimento CUFI = Christians United for Israel. In realtà il movimento fu originariamente fondato da David Lewis nel 1992. Dopo un periodo di stasi, Hagee chiese ed ottenne da Lewis il permesso di usare lo stesso titolo per la sua organizzazione. Basata in San Antonio, Texas, la CUFI ha come missione la necessità di stabilire più forti legami tra le denominazioni cristiane d’America e lo stato di Israele. Oggi CUFI è la più vasta organizzazione pro-Israele esistente negli USA con più di 900.000 membri. CUFI sostiene di trovare le proprie giustificazioni nella Bibbia cristiana. Sotto la leadership di Hagee, fornisce una struttura nazionale attraverso cui chiese, organizzazioni parareligiose e semplici individui possono sostenere Israele sia politicamente che finanziariamente. CUFI sostiene che durante l’Olocausto troppi cristiani sono rimasti in silenzio e che i cristiani attuali devono esprimere il loro sostegno ad Israele e proteggere dal prossimo olocausto i 6 milioni di ebrei in Israele: “Stavolta dobbiamo fare la cosa giusta. La nostra fede ce lo richiede. I tempi ce lo richiedono. Il silenzio non è più un opzione.” Poichè il territorio oggi noto come Israele, Gaza e la West Bank fu governato dai Turchi Ottomani prima della 1° guerra mondiale, poi controllato dagli Inglesi e infine spartito per mandato delle Nazioni Unite, Hagee sostiene che la terra non appartiene agli arabi e che il nome “Palestina” (derivato da quello degli antichi Filistei) fu imposto dall’imperatore romano Adriano per punire gli ebrei per la loro rivolta contro l’impero romano.

Il “fondamento biblico” della posizione del CUFI

Gli appartententi al CUFI sostengono di trovare il fondamento delle proprie posizioni nelle Sacre Scritture citate qui di seguito:


“Benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra” (Genesi 12:3)


Nella loro lettura, Eloah avrebbe promesso di benedire ogni uomo o nazione che abbia benedetto il popolo eletto. La storia proverebbe fuori da ogni dubbio che le nazioni che hanno benedetto il popolo ebraico hanno ricevuto la benedizione di Eloah, mentre quelle che lo hanno maledetto sono state maledette.


Paolo scrive in Romani 15:27 che “se gli stranieri sono stati fatti partecipi dei loro (= degli ebrei) beni spirituali, sono anche in obbligo di aiutarli con i beni materiali”.


La cristianità dunque avrebbe quindi un debito di eterna gratitudine verso gli israeliti per il loro contributo alla nascita della fede cristiana. Lo stesso Messia ha detto: “La salvezza è degli ebrei!” (Giovanni 4:22). Il popolo ebraico ha dato alla cristianità:


a) le Sacre Scritture
b) i Profeti
c) i Patriarchi
d) Maria, Giuseppe e Yahushua di Nazareth
e) i Dodici Discepoli
f) gli Apostoli


Mentre i cristiani cercano di negare il legame tra Yahushua di Nazareth e gli ebrei del mondo, lo stesso Yahushua non ha mai negato la propria appartenenza al popolo ebraico. Ebreo di nascita, fu circonciso all’età di otto giorni secondo la tradizione ebraica, ebbe il suo Bar Mitzvah al tredicesimo compleanno, indossò il velo da preghiera che Mosè aveva comandato a tutti gli ebrei di indossare, morì in croce sotto l’iscrizione “Re degli ebrei”.Yahushua considerava gli ebrei la sua famiglia. 


“In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli (gli ebrei. I pagani non furono mai chiamati suoi fratelli), l’avete fatto a me” (Matteo 25:40)


“Pregate per la pace di Gerusalemme! Quelli che ti amano vivano tranquilli.” (Salmo 122:6)


Sempre secondo la logica del CUFI, il motivo per cui Yahushua sarebbe andato a casa del centurione Cornelio a Cafarnao per guarire il suo servo moribondo, fu il fatto che costui era considerato un benefattore del popolo ebraico.


“Perchè ama la nostra nazione ed è lui che ha costruito la sinagoga.” (Luca 7:5)


Il messaggio sarebbe che questo pagano meritò la benedizione di Eloah per avere amato la nazione ebraica e fatto qualcosa di pratico in suo favore. E ancora: perchè Eloah avrebbe scelto la casa di Cornelio di Cesarea come prima casa pagana a ricevere l’annuncio della Buona Notizia e lo Spirito Santo? La risposta sarebbe contenuta in Atti 10.


“Quest’uomo era pio e timorato di Eloah con tutta la sua famiglia, faceva molte elemosine al popolo e pregava Eloah assiduamente.” (Atti 10:2)


A quale popolo Cornelio faceva le sue elemosine? Al popolo ebraico. La stessa cosa è ripetuta in Atti 10:4 e Atti 10:31, cioè per ben tre volte nello stesso capitolo. Tutte queste Scritture dimostrerebbero quindi che la prosperità (Genesi 12:3 e Salmo 122:6), la guarigione (Luca 7:1-5) e il dono dello Spirito Santo furono concessi a coloro tra i pagani che avevano benedetto il popolo e la nazione di Israele in maniera materiale.


Il sostegno di CUFI ad Israele deriva anche dal fatto che tutte le altre nazioni furono create dall’uomo, mentre solo Israele fu creata da Eloah! (Genesi 12:1-3, 13:14-18, 15:1-21, 17:4-8, 22:15-18, 26:1-5 e Salmo 89:28-37).
La storia del sionismo cristiano 


Il sionismo può essere definito come: “il movimento nazionale a favore del ritorno del popolo ebraico nella sua terra e la restaurazione del dominio ebreo nel territorio di Israele”. Nella sua forma più elementare, il termine “sionismo cristiano” significa il sostegno cristiano al sionismo. I sionisti cristiani credono che Dio abbia una permanente “relazione speciale” ed un “patto inscindibile” con il popolo ebreo, al di fuori della chiesa e che il popolo ebraico abbia un diritto divino al possesso della terra di Israele/Palestina. Tutto ciò è basato su una interpretazione letterale e futurista della Bibbia e sulla convinzione che le profezie dell’Antico Testamento riguardanti il popolo ebraico si stiano realizzando ai nostri giorni ed attraverso l’attuale stato secolare di Israele. I cristiani sionisti sono quindi difensori e apologeti dello stato di Israele, il che presuppone la giustificazione dell’occupazione ebraica e degli insediamenti nella Striscia di Gaza, nel Golan e nella West Bank su una base biblica. Il sionismo cristiano ebbe la sua origine tra i protestanti in Gran Bretagna e più tardi tra quelli statunitensi. Nel 1621, il parlamentare inglese Sir Henry Finch scrisse “The World’s Great Restoration”, un libro in cui incoraggiava le rivendicazioni ebree della Terra Santa. Nel 1799, Napoleone fece un proclama in cui prometteva di restituire la Palestina agli ebrei. In seguito il sostegno cristiano si spostò di nuovo in Inghilterra, dove i suoi seguaci inclusero Lord Lindsay, Lord Shaftesbury Lord Palmerston, Lord Manchester, George Eliot, Holman Hunt, Sir Charles Warren, Hall Caine e altri tra cui il ministro Disraeli (ebreo di nascita ma battezzato nella Chiesa Anglicana in giovane età).


Fu Lord Shaftesbury a dire: “C’è un’identità indistruttibile tra razza ebrea e mente ebrea che prosegue fino ai nostri giorni; ma la grande rinascita può avere luogo solo in Terra Santa”. A lui è anche attribuita la frase: “Una terra senza una nazione per una nazione senza una terra”, che più tardi divenne uno slogan del sionismo. Pur riconoscendo il diritto degli attuali Palestinesi al possesso di un territorio accanto ad Israele, bisogna ammettere che storicamente i palestinesi non furono diversi da altri popoli arabi sotto l’impero Ottomano. Più tardi, sotto il controllo britannico della Palestina, alcuni di questi sarebbero divenuti giordani ed altri palestinesi, senza distinzione a quel tempo.


Il sionismo cristiano ha anche un potente influsso su una corrente teologica detta “dispensazionalismo”. Si veda l’immagine seguente:




Il fondatore di questa dottrina fu John Nelson Darby. Una componente chiave del “Dispensazionalismo” è l’idea che il Creatore abbia un rapporto separato con la Chiesa da un lato e con il popolo ebraico dall’altro. Praticamente secondo Darby, Eloah avrebbe “due popoli eletti”, la Chiesa ed Israele. Coloro che aderiscono alla visione dispensazionalista, credono che ci troviamo ora nell’”Età della Chiesa”, un tempo cioè in cui Dio avrebbe temporaneamente sospeso i suoi rapporti con il popolo ebraico per poter lavorare con i pagani attraverso la Chiesa. Alla “fine dei tempi”, Dio “rapirebbe” poi la Chiesa, mettendo fine all’età attuale e poi riprenderebbe a perseguire i propositi divini attraverso il popolo ebraico. La teoria del dispensazionalismo divenne ancora più diffusa a seguito di una serie di viaggi di Darby negli Stati Uniti e personaggi come Dwight L. Moody e Cyrus I. Scofield furono profondamente influenzati da Darby. La “Scofield Reference Bible” divenne una delle più vendute versioni della Bibbia di ogni tempo e conteneva molte delle note personali di Scofield ad interpretazione dei passaggi su Israele e sulla fine dei tempi. Piuttosto che stampare un commentario separato, Scofield scelse di inserire le sue note direttamente nei testi biblici. Oggigiorno, gli insegnamenti di cristiani sionisti come Hal Linsey, Tim Lahaye, Mike Evans e altri si rifanno direttamente a Darby e Scofield.
Un dilemma per la cristianità 


Il dilemma che si presenta a molti studiosi delle profezie bibliche riguarda il fatto che, nonostante gli Stati Uniti siano un paese la cui origine e storia sono profondamente influenzate dalla massoneria, esiste ancora una forte tendenza culturale a considerare gli USA una grande nazione cristiana i cui leader sono cristiani “rinati” con conoscenze e fondamenta evangeliche. E che il ruolo del paese sia di proteggere Israele e gli ebrei durante gli “ultimi giorni”. Il sionismo cristiano è un elemento integrante di questa scuola di pensiero religioso. 


Il movimento conservatore evangelico sta diventando il settore in più rapida crescita all’interno delle chiese cristiane americane; gli evangelici sono stimati in 100-130 milioni, di cui il 20-25% potrebbe essere considerato fondamentalista – circa 20-26 milioni di americani. Tra i fondamentalisti, la maggior parte – ma non tutti – sono inclini a sostenere le posizioni del sionismo cristiano. Un sondaggio di diversi anni fa indica che il 58% degli evangelici crede nella Battaglia di Armageddon, un indicatore della loro predisposizione al sionismo cristiano.


Oggigiorno, i sionisti cristiani formano la più vasta base di sostegno per gli interessi pro-Israele negli USA. Fin dagli anni ’70, la lobby pro-Israele non ha cessato di mobilitare il sostegno politico ed economico per Israele tra i fondamentalisti cristiani. Ad esempio, l’organizzazione ‘Stand for Israel’ si è fatta notare negli ultimi 5 anni per le sue azioni in favore delle politiche di Ariel Sharon.


I gruppi pro-Israele e quelli fondamentalisti cristiani hanno fatto notevoli pressioni sul Congresso e sulla Presidenza americani. La loro difesa di Israele è indefessa e solitamente supportata da citazioni bibliche ben selezionate. Politiche come quelle dell’incremento degli insediamenti israeliani, dell’assassinio preventivo dei leader palestinesi, del dominio israeliano su tutta la Palestina storica (specialmente su Gerusalemme), troverebbero un pronto sostegno nella destra cristiana, e soprattutto nel movimento capeggiato da Hagee.


L’Organizzazione Sionista d’America (Zionist Organization of America o ZOA) ha lodato molto John Hagee. In un discorso di diversi anni fa, il rabbino Presidente Nazionale della ZOA ha detto: “Alla fine, quando Israele sarà sotto enorme pressione senza difensori e sostenitori, il supporto del pastore John Hagee sarà fondamentale. Egli manda un messaggio al presidente, al congresso e ai media per dire che gli ebrei non sono soli, grazie a Dio. Egli prende sul serio la nostra Torah. Noi ebrei dovremmo forse criticarlo per questo? Ed ha risvegliato il cuore e lo spirito dei cristiani per far loro comprendere che la terra santa di Dio è stata data agli ebrei, il suo popolo eletto. Essi ci amano – e noi li amiamo.” 
La ricostruzione del Tempio e i tempi ultimi 


I sionisti cristiani credono ciecamente che la ricostruzione del Tempio sia imminente e sostengono attivamente coloro che la stanno compiendo. La credenza relativa alla ricostruzione del Tempio sta alla base della controversia sulla rivendicazione del diritto di Israele al dominio assoluto su Gerusalemme oltre che all’espansione dei confini dello stato, fino ad includere non solo la Palestina, ma – in una lettura letterale di Genesi 15:18 – la maggior parte del Medio Oriente dall’Egitto all’Eufrate.


Non dovremmo dimenticare che il fine ultimo del rimpatrio degli esiliati e della fondazione del nostro stato è la costruzione del Tempio. Il tempio è al vertice della piramide. Si tratta di una questione di dominio. Chi controlla il Monte del Tempio controlla Gerusalemme. E chi controlla Gerusalemme controlla la terra di Israele. Usando l’analogia di tre cerchi concentrici per illustrare l’agenda sionista, la terra rappresenta l’anello più esterno (conquistato nel 1948), Gerusalemme il cerchio centrale (ottenuto nel 1967) e il Tempio il cerchio più interno ancora da conquistare. Negli ultimi 19 secoli, gli ebrei hanno pregato tre volte al giorno: “Sia Tua volontà che il Tempio venga presto ricostruito ai nostri tempi.” Randall Price sostiene che la Torah obbliga la nazione ebraica a ricostruire il Tempio non appena ciò sia possibile (Esodo 25:8). Una semplice ricerca in Internet digitando “Temple Mount” fornisce circa 25 milioni di pagine. Se si aggiunge “cristiano” si avranno ulteriori 3 milioni di pagine. Tra i sionisti cristiani contemporanei che hanno scritto sulla ricostruzione del Tempio ci sono Thomas Ice e Randall Price, Grant Jeffrey, Hal Lindsey, Tim LaHaye e Dave Hunt. Le loro vendite a livello globale in 50 diverse lingue superano i 70 milioni di dollari. Le loro visioni sono quindi influenti e non possono essere liquidate come marginali o esoteriche. Sono condivise da alcuni dei maggiori collegi teologici ed istituzioni missionarie oltre che da una significativa porzione dei cristiani evangelici, carismatici, pentecostali e fondamentalisti di tutto il mondo. 


I sionisti cristiani ed ebrei sono uniti dalla convinzione che il Duomo della Roccia musulmano deve essere distrutto, che il terzo Tempio ebraico deve essere edificato, che i sacerdoti devono essere riconsacrati e i sacrifici nuovamente istituiti per adempiere alle profezie bibliche e per affrettare l’avvento del Messia. I sionisti cristiani vedono nella fondazione dello stato di Israele del 1948 e nella presa di Gerusalemme del 1967 il segno della fine dell’esilio durato duemila anni e la fine dei “tempi dei pagani”. Hal Lindsey è considerato il padre del moderno movimento profetico biblico ed una delle figure prominenti tra i sionisti cristiani. Egli sostiene che il Monte del Tempio è “il pezzo di terreno più conteso del pianeta” e che dall’esito di questa contesa dipende lo stesso destino della Terra.


Con o senza ostacoli, è comunque sicuro che il Tempio sarà ricostruito. Le profezie lo richiedono. Con la rinascita dello Stato d’Israele in terra di Palestina, l’antica Gerusalemme di nuovo sotto il totale controllo ebreo per la prima volta in 2600 anni e la prospettiva della ricostruzione del Tempio, il segno più importante dell’avvento del Messia. E’ come trovare il pezzo più importante di un puzzle … per tutti quelli che hanno fede nel Messia tanto atteso è un momento fortemente elettrizzante.


E’ dagli anni ’60 che viene scritto e dichiarato da molti che la parte più cruciale delle profezie che si deve ancora adempiere riguarda la ricostruzione del Tempio. Venticinque anni fa, la sola idea che gli ebrei potessero ricostruire il loro sacro Tempio suonava bizzarra e inverosimile. Oggi, questa nozione non provoca più ilarità in nessuno. Delle tre posizioni escatologiche – amillenarista, postmillenarista e premillenarista – è quest’ultima, con la sua credenza in un regno messianico letterale e fisico in terra della durata di mille anni, con a capo Gerusalemme, che ha sostenuto la convinzione di un futuro Tempio ebraico. All’inizio del 19° secolo, la posizione escatologica dominante tra gli evangelici era postmillenarista, con la credenza che la Chiesa avrebbe trionfato sul male e avrebbe gradualmente convertito il mondo prima del ritorno di Yahushua. Gradualmente l’influenza delle visioni apocalittiche di Edward Irving e il dispensazionalismo di J. N. Darby portarono ad una rinascita del pensiero premillenarista, che entro la metà del 20° secolo si era quasi totalmente identificato con il dispensazionalismo.


La convinzione che il Tempio debba essere ricostruito si basa sulla premessa che le profezie dell’Antico Testamento che non si sono ancora compiute letteralmente, parola per parola, dovranno compiersi nel futuro. Come insisteva Scofield “Non esiste un solo caso di un’adempimento ‘spirituale’ o figurativo di una profezia. Gerusalemme è sempre Gerusalemme, Israele è sempre Israele, Sion è sempre Sion”. Le profezie possono essere spiritualizzate, ma rimangono sempre letterali.


John Walvoord, cancelliere del Dallas Theological Seminary, riassume in questo modo la posizione dei dispensazionalisti premillenaristi che “prendono alla lettera” quello che dicono gli autori della Bibbia:


“Da molti anni gli ebrei ortodossi pregano per la ricostruzione del Tempio. In questa aspettativa, hanno avuto il sostegno dei premillenaristi, che interpretano le profezie scritturali in maniera testuale quando queste si riferiscono ad un futuro Tempio a Gerusalemme. Il mondo nel suo insieme, oltre che la maggioranza della chiesa, ha sbagliato a considerare questa aspettativa come un’interpretazione troppo letterale della profezia. Walvoord sostiene che la stessa storia ha dato ragione ai premillenaristi. Il fatto che Israele sia ora organizzata come nazione nel suo antico territorio e i sensazionali fatti recenti che hanno messo Gerusalemme stessa nelle mani di Israele hanno dimostrato largamente che le premesse sia degli amillenaristi che dei postmillenaristi erano errate. Le aspirazioni religiose dei sionisti ebrei e cristiani volte alla ricostruzione del Tempio hanno chiare ramificazioni politiche che minacciano di destabilizzare l’intero Medio Oriente. Hal Lindsey suggerisce che un Tempio ebreo potrebbe essere costruito accanto al santuario musulmano e divenire «la più grande attrazione turistica al mondo». Nei suoi scritti precedenti, Lindsey aveva dichiarato che la disputa che avrebbe innescato la battaglia di Armageddon sarebbe sorta a proposito del Monte del Tempio e della vecchia Gerusalemme (Zaccaria 12:2-3), l’appezzamento di terreno più contestato e strategico al mondo.

L’influenza massonica su Israele 

Abbiamo esaminato fin qui il favore che molti esperti di profezie bibliche nutrono nei confronti dello stato di Israele e della sua ambizione di ricostruire il Tempio. Ma c’è una domanda fondamentale che ci dobbiamo porre:


“Come mai nessuno di questi esperti di profezie bibliche menziona mai il fatto che i finanziamenti a favore della ricostruzione del Tempio provengono in larga parte dalla massoneria? Si tratta solo di una coincidenza? C’è grande enfasi sulla restaurazione del sacerdozio Levitico e sulle ceneri della giovenca rossa, ma nessuno di questi scrittori nota il fatto che la ricostruzione del Tempio del Re Salomone è anche alla base della massoneria. Così pure nessuno menziona il fatto che la maggior parte dei politici che fanno parte del governo israeliano sono membri di logge massoniche segrete il cui fervore religioso non è fondato sulla Torah di Mosè, ma piuttosto sul Talmud Babilonese con le sue influenze cabalistiche ed esoteriche“.



Sembrerebbe che la letteratura profetica ufficiale abbia visto solo un lato della medaglia. Si, Israele è un popolo per cui il patto di Abramo rimane ancora valido, ma in questo momento Israele è in uno stato di cecità spirituale in cui i suoi leader hanno stretto un patto con la morte. Per capire quale sia per la massoneria il significato legato alla ricostruzione del Tempio, dobbiamo esaminare un pò di storia. Nel 1099, i Cavalieri Templari stabilirono il loro quartier generale a Gerusalemme nella Chiesa del Sacro Sepolcro. Secondo quanto scritto in “Holy Blood, Holy Grail”: “i cavalieri e i monaci che occupavano la Chiesa del Sacro Sepolcro, sotto la guida di Goffrédo conte di Buglione furono costituiti in un ‘ordine’ ufficiale – l’Ordine del Sacro Sepolcro”. Due secoli più tardi, entro il 1291, i crociati occidentali furono cacciati dalla Terra Santa dai saraceni e l’Impero Romano perse il Regno Latino di Gerusalemme. I templari, che avevano assorbito il cabalismo esoterico del Medioriente e lo avevano introdotto in Europa, caddero in disgrazia presso il Sacro Romano Impero e nel 1309 Papa Clemente V e re Filippo IV di Francia sciolsero l’ordine. Il Gran Maestro Jacques De Molay fu giustiziato nel 1314 e i cavalieri dell’ordine furono anch’essi giustiziati o abbandonarono l’Europa per salvarsi. In Scozia, un rifugiato templare, Robert the Bruce, fece voto di andare a Gerusalemme e reclamare la città dalle mani dei saraceni. Tuttavia egli morì nel 1329, ma prima di morire aveva espresso il desiderio che il suo cuore fosse estratto dal suo corpo, messo in uno scrigno e sepolto nella Chiesa del Sacro Sepolcro. Da questo “rito satanico” [???] provengono i simboli e le famose immagini del cuore sacro in mano a quel personaggio che in verità è l’uomo Cristico o Anticristo !! [???] Il cuore di Robert the Bruce non arrivò mai a Gerusalemme e fu in seguito riportato in Scozia, dove sembra fu sepolto nell’Abbazia di Melrose. I Templari tennero vivo il suo sogno di rivendicare il possesso della Terra Santa ed è perciò plausibile che il cuore di Alisdair Sinclair abbia sostituito quello di Robert the Bruce. La sepoltura nella Chiesa del Sacro Sepolcro avrebbe simbolizzato la rivendicazione dei Sinclair, come capi della dinastia Merovingia (nota anche come la linea di sangue del Cristo), ad essere i legittimi eredi del trono di Gerusalemme. Il libro “Traitors and Carpetbaggers in the Promised Land”, di Barry Chamish, comprende un capitolo sul controllo massonico di Gerusalemme e spiega la vera ragione della presenza massonica: “I massoni concupiscono il Monte del Tempio, sede del Tempio di Re Salomone, perchè secondo la loro mitologia l’organizzazione sarebbe stata fondata da un certo Hiram Abiff, il massone che avrebbe costruito quello stesso tempio 3000 anni fa” . Nella Bibbia, il re Salomone “superava tutti i re della terra in ricchezze e saggezza”. Figlio di re David e di Batsheba, Salomone (in ebraico, Shlomo) governò Israele all’incirca dal 960 al 922 a. C. e costruì a Gerusalemme un magnifico tempio che ospitava l’Arca dell’Alleanza. Si dice che Salomone avesse centinaia di mogli e di concubine, inclusa la figlia del faraone d’Egitto. Ebbe anche un famoso incontro con la regina di Saba, che, dopo aver visto la sua ricchezza e saggezza, lo ricoprì di doni.


Storicamente Salomone è ritenuto l’autore biblico del “Cantico dei Cantici” e dell’ “Ecclesiaste”, sebbene molti studiosi ritengano che quest’ultimo fu scritto dopo la sua morte. Sulla sommità del Monte Moriah, Salomone costruì un tempio meraviglioso dedicato al Dio degli Israeliti, un progetto che suo padre David non aveva intrapreso per varie ragioni. Nella creazione del tempio Salomone sfruttò i servigi di un certo Hiram Abiff, un abile artigiano di Tiro, per realizzare i calchi e i più preziosi arredi del Tempio. In cambio del suo lavoro, Salomone pattuì di inviare a Hiram ogni anno 4.400 chili di grano, 4.400.000 chili di orzo, 440.000 litri di vino e 440.000 litri d’olio. 

I re che seguirono, compreso Ezechia che adornò il Tempio, usarono i suoi tesori per comprarsi il favore degli alleati o per pagare tributi e allontanare gli invasori. Poi seguirono re idolatri che desecrarono il Tempio e lo lasciarono cadere in abbandono. Al tempo di Giosia, tre secoli dopo la sua costruzione, il Tempio necessitava di sostanziali riparazioni, che dovettero essere finanziate con contributi dei fedeli. Infine, Nabucodonosor saccheggiò e distrusse il Tempio nel 587 a.C. quando prese Gerusalemme e condusse in esilio a Babilonia gli Israeliti. Il Tempio fu ricostruito per la seconda volta quando gli Israeliti tornarono dall’esilio, ma poi fu nuovamente distrutto nel 70 d. C. . 


I templari e i Cavalieri di San Giovanni si votarono alla ricostruzione del Tempio di re Salomone, come oggi fanno i massoni che sono i discendenti di sangue dei templari. La ricostruzione del Tempio non è solo un lavoro di muratura, ma anche un simbolo ideale, che corrisponde al Sacro Graal, un simbolo del Paradiso Ritrovato in Terra. Ai tempi di Salomone, quando il Tempio era ancora intatto, le tribù di Israele erano prosperose e vivevano armoniosamente in uno stato di ordine perfetto, come sotto un governo divino. 


Tutto ciò dipendeva dal Tempio e dal ciclo di rituali che venivano celebrati dentro e attorno ad esso. Quando il Tempio fu distrutto, dicono, il mondo è caduto nel disordine e niente è andato più bene da allora. Secondo le leggende massoniche provenienti dalla scienza cabalistica babilonese che ruotano attorno al tempio, esso era lo strumento di una scienza mistica, sacerdotale, una forma di alchimia attraverso cui elementi di carica opposta nella terra e nell’atmosfera venivano uniti e ritualmente sposati. Il prodotto della loro unione era uno spirito che benediceva e santificava il popolo di Israele. Si narra inoltre a seguito di questi insegnamenti occulti e cabalistici che nel ‘Santissimo’ (il luogo più interno e sacro dove risiedeva la presenza di YHVH) dimorava la “Shekinah.” Era la sua stanza matrimoniale, in cui in certe stagioni entrava lo sposo. Il nome di questo era la Gloria del Dio di Israele ed Egli veniva da Est, dal Monte degli Olivi da dove Egli entrava nel Santissimo. 


“Hiram Abiff, insegna la massoneria, era l’unico sulla Terra che conoscesse ‘i segreti di un maestro massone’, incluso il segreto più importante di tutti, ’la Grande Parola Massonica’, il nome di Dio (il ‘nome ineffabile’). Questo Hiram aveva promesso di rivelare tutti questi segreti una volta ultimata la costruzione del Tempio e di rendere gli stessi Muratori dei Maestri Massoni, capaci di essere loro stessi Maestri (poichè al momento erano solo ‘fratelli’). Un giorno Hiram, come era sua abitudine, entrò nel Santissimo ancora in via di costruzione a mezzogiorno, a pregare e a disegnare i suoi progetti per gli operai per il giorno seguente … mentre usciva dal Tempio fu avvicinato da tre furfanti, in successione, che pretendevano che lui gli rivelasse i segreti immediatamente (senza aspettare il completamento del Tempio). Fu maltrattato dal primo furfante (Jubela), ma fuggì. Ripreso e maltrattato dal secondo (Jubelo), di nuovo rifiutò di divulgare i segreti e di nuovo scappò. Il terzo furfante (Jubelum) gli si avvicinò e quando Hiram rifiutò ancora di rivelare i segreti, lo uccise con un colpo di mazza in fronte. Il corpo fu nascosto in fretta sotto alcuni detriti nel Tempio fino a mezzanotte, poi portato fuori fu sepolto sul fianco di una collina …” Il riferimento ad Hiram Abiff come“figlio della vedova” è un’allusione esoterica alla stirpe di Ruth, nella quale sarebbe nato il Cristo. Il pronipote di Ruth fu il re David ed uno dei suoi pro-pronipoti fu Salomone. Hiram Abiff, l’architetto del tempio di re Salomone, era un alchimista ermetico– descritto come un artigiano dei metalli, nella massoneria Hiram Abiff è identificato come il “Figlio della Vedova” – e nella leggenda del Sacro Graal “Parsifal” viene chiamato esattamente con lo stesso epiteto. La vedova originaria della linea di sangue del Graal era Ruth la Moabita (eroina del libro di Ruth) che sposò Boaz per diventare la bisnonna di David. I suoi discendenti furono chiamati Figli della Vedova.

Il significato esoterico e spirituale del Tempio per la massoneria 

Le tradizioni e le leggende del Tempio di re Salomone sono di grande interesse per chi legge la Bibbia. Ma per i massoni esse hanno un’importanza trascendentale. Il Tempio è un simbolo primario nella massoneria e la storia leggendaria della sua costruzione è la base fondamentale per la regola e la condotta nella vita. [The Holy Bible: The Great Light In Masonry”, King James Version, Temple Illustrated Edition, A.J. Holman Company, 1968].


Il termine “transcendente” è usato da molti appartenenti alla cristianità per descrivere Dio stesso. Proprio come spiega il dizionario, Dio è realmente “trascendente”, “oltrepassa il limite comprensibile dalla mente umana” ed “esiste oltre e indipendentemente dall’esperienza materiale dell’universo”. In altre parole, il Tempio di Salomone è per il massone ciò che Dio è per il cristiano sionista! Credere nel Tempio di Salomone trascende la massoneria stessa.


Perciò la massoneria ha posto la sua fede in qualcosa che il vero Dio ha distrutto non una sola volta ma per ben due volte! 


Sempre dalla Temple Illustrated Edition Bible, leggiamo:


“… In tutto il ricco simbolismo della massoneria antica predominano due simboli o temi. Uno è la ricerca della luce; l’altro è il lavoro di costruzione. La fonte di luce è la Bibbia e la grande rappresentazione dell’arte di costruire è il Tempio di Salomone … è naturale che i massoni sentissero un’affinità con i costruttori di tutte le epoche, ed è anche naturale che provassero un’attrazione particolare per la più famosa e gloriosa delle opere costruite, il Tempio e la Cittadella di Re Salomone … oggi il tempio di Salomone è la casa spirituale di ogni massone”. Forse l’interesse massonico crebbe anche a partire da un livello più o meno accidentale per giungere a considerare il Tempio un simbolo dell’uomo spirituale. Spiega Albert Mackey: “Per il maestro massone, il Tempio di Salomone è indubbiamente il simbolo della vita umana … diviene un calzante simbolo della ricerca umana della verità divina, che non può essere trovata in nessun luogo…”. 


Dietro le quinte: chi sono i “costruttori”?


Alla fine del 1800 il massone Edward Waite dichiarò che esiste un piano segreto all’interno della massoneria per “costruire un altro Tempio a Gerusalemme”. I lavori di ricostruzione del Tempio ebreo a Gerusalemme sono stati largamente influenzati dai gruppi che seguono.

La Gran Loggia Unita d’Inghilterra (UGLE)

La Gran Loggia Unita d’Inghilterra è la madre di tutte le logge massoniche del mondo. Fu formata unendo le due forme di massoneria esistenti nel 1813 (il rito scozzese e il rito di York). I membri del “Club delle Isole” occupano i più alti ranghi della Gran Loggia Unita d’Inghilterra. L’intera gerarchia massonica si basa sul rango e sulla ricchezza. Il primo Gran Maestro fu il Duca di Sussex; l’attuale Gran Maestro – e quindi in qualche modo il capo della massoneria mondiale – è Edward, il Duca di Kent.L’Assistente Gran Maestro dell’UGLE è Lord Northampton, Spencer Douglas David Compton, il 7° marchese di Northampton (è lui che coordina e dirige i piani per la ricostruzione del Tempio di Salomone). Il suo bisnonno fu William Bingham Baring, capo della Baring Bank, discendente di Francis Baring, il direttore della British East India Company. La BEIC introdusse l’Inghilterra nel lucroso commercio internazionale dell’oppio, un affare tuttora monopolizzato dalla Famiglia Reale Inglese e dai suoi agenti. Nel 1987 Lord Northampton tenne a Londra una conferenza finanziata dalla sua stessa fondazione “Hermetic Research Trust” per commemorare il centesimo anniversario della “Golden Dawn” (altra nota società occulta ermetica). Lord Northampton riveste la carica di Assistente Gran Maestro dal 1995 ed è stato nominato Vice Gran Maestro nel 2001. Lord Northampton, che è stato sul Monte del Tempio a fare “degli studi”, ha ammesso candidamente in alcune interviste di essere un seguace dell’israelismo britannico, il quale sostiene che l’oligarchia britannica possiede poteri mistici, perchè l’Inghilterra fu colonizzata da una delle tribù perdute di Israele. Infatti egli ha affermato: “Penso che la tradizione della cabala sia molto forte in Inghilterra perchè una delle tribù perdute venne in questo paese. E credo che la discendenza si possa individuare piuttosto chiaramente nelle vecchie famiglie inglesi. Arrivarono prima in Irlanda, poi nel nord del Galles e infine in Inghilterra. Da loro derivano alcune delle nostre più antiche famiglie.”


Nella visione di Lord Northampton, anche l’America fu colonizzata da un’altra delle tribù perdute. Come ha detto in un’intervista: “Credo che l’America e l’Inghilterra nacquero dalle Due Tribù Perdute ed è questo il motivo per cui, in un modo molto ebraico ed intellettuale, questi due paesi hanno poi preso il controllo del mondo!” Lord Northampton ha anche ammesso di praticare i rituali della Golden Dawn dell’occultista satanista Aleister Crowley. Il braccio destro di Lord Northampton nel progetto del Monte del Tempio è Giuliano De Bernardo, Gran Maestro della Massoneria Regolare Italiana.

La Quatuor Coronati Lodge (La loggia delle Quattro Corone)

Questa loggia fu fondata come speciale loggia di ricerca dal Gran Maestro dell’UGLE, il Principe di Galles re Edoardo VII nel 1884. La loggia fu poi ufficialmente varata nel 1886, con un discorso inaugurale intitolato “La massoneria vista alla luce della cabala.” La loggia avrebbe dovuto focalizzarsi sulla Palestina, sulla cabala, sull’istituzione di uno stato ebraico e sulla ricostruzione del Tempio di Salomone. Sir Charles Warren fu il primo Gran Maestro della Loggia QC. Fu anche il presidente del Fondo per l’Esplorazione della Palestina e due anni prima era stato il direttore degli scavi britannici sul Monte del Tempio. Sir Walter Besant fu uno dei membri fondatori della Loggia QC ed il tesoriere del Fondo per l’Esplorazione della Palestina. Besant era il cognato di Annie Besant, che fu presidentessa della “Società teosofica” dopo Helena Blavatsky. Il Fondo per l’Esplorazione della Palestina fu fondato nel 1865 con finanziamenti della Corona Inglese, dell’UGLE, degli Illuminati Rothschild legati al Vaticano e della Chiesa d’Inghilterra. L’evento a commemorazione della sua fondazione è stato diretto dall’Arcivescovo di York, il quale ha dichiarato che la Terra Santa è per diritto divino proprietà inglese. 

La loggia di Gerusalemme

Due settimane dopo la Guerra dei Sei Giorni del 1967, che vide la conquista di Gerusalemme e del Monte del Tempio da parte di Israele, a Londra ci fu il più grande incontro massonico della storia, per celebrare i 250 anni dalla fondazione dell’UGLE ed il suo primo Gran Maestro il Duca di Kent. Subito dopo, la Loggia Quatuor Coronati inviò un suo membro, il medico ebreo Dr. Asher Kaufman, ad iniziare degli studi sulla originaria esatta collocazione del Tempio. A questo periodo risale anche l’istituzione ad opera di Stanley Goldfoot della “Temple Mount Faithful”, attualmente retta da Gershon Solomon. Nel dicembre del 1995, un mese dopo l’assassinio di Rabin, fu fondata la Loggia di Gerusalemme, nella sotterranea Grotta di Re Salomone adiacente al Monte del Tempio, con la missione di lavorare per la ricostruzione del Tempio. La loggia lavorò fianco a fianco con le reti clandestine di fondamentalisti ebrei e cristiani per fomentare una sanguinosa guerra religiosa per il controllo del Monte del Tempio. Che una simile loggia venisse istituita subito dopo i trattati di pace tra Israele e Palestina ad Oslo e a poche settimane dall’assassinio del Primo Ministro Israeliano Yitzhak Rabin, che di quella pace era stato un artificio, non è certamente una coincidenza. La loggia di Gerusalemme fu fondata dal Gran Maestro della Massoneria Regolare Italiana, Giuliano Di Bernardo. Nella cerimonia inaugurale, Di Bernardo ha dichiarato “la ricostruzione del Tempio è al centro dei nostri studi.” Nel giugno 1996, Di Bernardo ha pubblicato un’edizione italiana del suo libro “Rebuilding The Temple”, pubblicato in inglese dalla Loggia QC. Nelle interviste, Di Bernardo ha candidamente ammesso di aver costruito un complesso sistema di fede irrazionalistico e “utopico” incentrato sul rilancio del cabalismo ebraico e sulla ricostruzione del Tempio”. 


La maggior parte dei cristiani, quando sentono parlare di sionismo, pensano a Gerusalemme, ma questo è un astuto piano degli adoratori di Satana per confondere la terminologia della loro agenda politica, tenere la gente addormentata e indurla al consenso verso le loro politiche perchè “suonano bene”. Il sionismo è un progetto politico, ma quando i cristiani sentono questa parola credono che sia riferita alla Sion ed alla Gerusalemme della Bibbia. Alcuni dei più accreditati ricercatori della storia degli Illuminati e del loro piano segreto per il controllo del mondo credono che il sionismo divenne un progetto politico degli Illuminati bolscevichi per insediare i loro leaders nell’area di Gerusalemme. In effetti, il loro piano prevede il dominio del mondo da Gerusalemme. 


Secondo le Sacre Scritture, nella battaglia di Armageddon l’Anticristo radunerà tutti gli eserciti della Terra in una battaglia finale di opposizione al ritorno del Messia Yahushua. In quel momento il trono dell’Anticristo sarà proprio a Gerusalemme. Autori come Henry Makow e Texe Marrs credono che questo piano risalga al tempo in cui gli ebrei bolscevichi edomiti finanziarono l’ascesa al potere di Hitler per creare le condizioni utili a stabilire la loro nazione in Israele per il governo degli Illuminati, e che questa sia la vera genesi dell’olocausto nazista. Essi credono che dietro l’olocausto ci furono proprio gli ebrei edomiti, perchè la loro intenzione è sempre stata quella di sterminare gli ebrei fedeli alla Torah e di stabilire in Israele una nazione per gli ebrei seguaci del Talmud babilonese.


Le prove suggeriscono che è questo ciò che abbiamo oggi: un dominio degli ebrei apostati seguaci del Talmud, che sostengono l’agenda del Nuovo Ordine Mondiale e degli Illuminati per predisporre il paese al dominio dell’Anticristo. Possibile che gente del calibro di John Hagee ed altri fondamentalisti cristiani siano così sprovveduti da non comprendere più in profondità i piani degli Illuminati? Ad esempio, lo sa Hagee che Benjamin Netanyahu fa parte di una importante loggia massonica il cui obiettivoteologico e strategico messianico non ha niente a che vedere con quello della Bibbia in cui Hagee professa di credere?


Benjamin Netanyahu ha dichiarato pubblicamente (nella rivista israeliana “Shishi”, primavera 1994) che fu introdotto nella loggia massonica durante il suo soggiorno negli Stati Uniti. Il quotidiano “La Repubblica” ha confermato che l’ex primo ministro Yitzak Rabin fu attivo nella massoneria, e stima che ci siano almeno 4.000 massoni in Israele, divisi in 76 logge. La maggior parte dei giudici e delle figure religiose in Israele sono legati alla massoneria. 


L’Università Ebraica di Israele finanziata dai Rothschild ha eretto un obelisco egiziano, simbolo della massoneria, nel suo cortile, e all’interno della nuova Corte Suprema Israeliana c’è una biblioteca progettata in forma di piramide.


Per non parlare del controverso memoriale massonico che sorge in mezzo all’unica strada che conduce da Eilat a Taba, sul confine egiziano. Come al solito, il simbolismo ha un ruolo fondamentale in questa organizzazione. Le due colonne rappresentano i due pilastri del Tempio di Salomone. Erigere un simbolo come questo su un confine strategico di ingresso in Israele è qualcosa che i massoni hanno fatto perchè si sentono ben saldi alle redini del potere e vogliono ostentarlo all’esterno.


Alcuni credono che chiunque stia attualmente lavorando per sostenere gli ebrei in Israele stia solo facendo il gioco degli Illuminati e suggeriscono che dovremmo lasciare che i Rothschild e gli ebrei sionisti compiano i disegni dell’Eterno, perchè la loro condanna è già segnata dal fatto che non hanno riposto le loro speranze nel vero Regno di Yahuveh attraverso Yahushua, l’unico maestro.


Il 3 maggio del 1996, la polizia di Tel Aviv fece irruzione in un appartamento accompagnata da reporter televisivi. Trovarono una scena bizzarra. I muri erano coperti di scritte in latino, sugli scaffali erano in mostra teschi e tibie, due spade incrociate erano montate dietro ad un altare. C’erano cinque porte che conducevano ad altrettanti passaggi segreti monitorati. Il giorno seguente i notiziari riportavano:“Gli appartamenti erano usati per cerimonie della massoneria, un organizzazione che vanta tra i suoi membri ministri di gabinetto e ufficiali di alto rango delle forze armate”. Ci sono le prove che 8 dei 13 primi ministri d’Israele sono stati membri di società segrete massoniche:


David Ben-Gurion – Massone
Moshe Sharett 
Levi Eshkol
Yigal Allon 
Golda Meir – Co-Massone
Yitzhak Rabin – Massone
Shimon Peres* – Massone e istruito dai Gesuiti (Chiesa Cattolica Romana)
Menachem Begin 
Yitzhak Shamir
Benjamin Netanyahu – Massone
Ehud Barak – Massone
Ariel Sharon – Massone
Ehud Olmert** – Massone


Secondo il giornalista investigativo Barry Camish, per diciotto anni lo stato di Israele è stato “sotto il dominio” di membri di un ordine mondiale segreto che secondo molti studiosi biblici ospiterà infine l’Anticristo massonico, detto anche l’anti-Messia. In ogni attuale elezione in Israele, gli unici candidati sono quelli“ammessi e manipolati” dalla massoneria.


Per comprendere la storia, dobbiamo anche sapere che la Rivoluzione Americana scoppiò per via della visione messianica dei massoni di rito scozzese, che erano agenti dell’anti-Messia Shabbatai Zevi; Jacob Frank e la setta ebraica Dolmeh Islamica, i protetti di Shabbatai Zevi, gli ebrei Rothschild che hanno una vasta influenza geo-politica ed economica in ogni continente e Adam Weishaupt, il fondatore dell’Ordine Bavarese degli Illuminati allevato dai Gesuiti.


Solo due dei primi ministri israeliani, Menachem Begin (al potere dal 17 giugno 1977 al 10 ottobre 1983) e Yitzhak Shamir (dal 10 ottobre 1983 al 14 settembre 1984, e dal 20 ottobre 1986 al 13 luglio 1992) furono difensori di una Israele Biblica, la cui esistenza è da attribuire al Mandato Divino trasmesso agli antichi profeti, secondo cui la Casa di Giuda sarebbe tornata alla “Terra Promessa” prima della “fine dei tempi”. 


Conclusione


Quale dovrebbe essere allora la posizione di coloro che credono nel vero Padre Yahuveh nei confronti di Israele? Dovremmo ancora credere – come fa Hagee – che dobbiamo continuare a difendere Israele dalla tirannia islamica e arabica che la circonda? Dovremmo chiudere un occhio sulla montagna di prove che dimostrano fino a che punto l’attuale stato di Israele si sia allontanato dalle radici spirituali fondate dal patto con Abramo? Pur senza condividere la causa palestinese e la sua strategia del terrore verso Israele, dovremmo però difendere il trattamento che gli israeliani riservano ai palestinesi, trattandoli come animali o assassinando degli innocenti? Dobbiamo chiudere un occhio su tutto? Non sarebbe forse meglio che Hagee ed i suoi pari passassero più tempo ad avvertire la nazione di Israele della totale apostasia in cui è precipitata? O ad ammonire i leader israeliani ad abbandonare i patti che hanno stretto con la massoneria per tornare all Dio dei loro padri? I cristiani pro-sionismo devono continuare a ignorare che i fondi che stanno raccogliendo a sostegno di iniziative come la restaurazione del sacerdozio levitico vengono in realtà usati da gruppi massonici per costruire un Tempio che con il sacerdozio levitico non ha nulla a che fare, ma incarna piuttosto quella che Yahushua chiamò: “abominazione della desolazione”? Come fanno gli studiosi di profezie bibliche a vedere solo una faccia della medaglia? Il motivo è l’inganno! La massoneria cavalcherà l’onda del fervore religioso per i suoi propositi e per portare avanti i suoi piani, cioè coinvolgerà i gruppi cristiani – convinti di fare la volontà di Dio sostenendo Israele – ma ignari che il loro silenzio sulla grande apostasia di Israele favorirà il compimento del disegno massonico, l’avvento di un falso Messia che tutti crederanno il vero. Ma allora sarà troppo tardi, perchè Dio si servirà di questo per compiere il suo giudizio su Israele e il mondo intero per il suo patto con la morte e riportare tutto l’universo alla consapevolezza di chi Egli è davvero:

La vostra alleanza con la morte sarà annullata,
e il vostro patto con il soggiorno dei morti non reggerà;
quando l’inondante flagello passerà,
voi sarete da esso calpestati.
(Isaia 28:18)


“L’uscita dall’euro e i terroristi dell’inflazione e della svalutazione” di Piero Valerio

Prima parte



Siamo assediati. Sentendo parlare in televisione tutti i membri del partito unico dell’euro (giornalisti, politici, semplici opinionisti occasionali) possiamo forse capire da dove prendono ispirazione certi scrittori di fantascienza quando devono immaginare il mondo del futuro disumanizzato, robotizzato, automatizzato. Questi adepti della dottrina mistica dell’euro non sono infatti esseri umani “normali”, “razionali”, “senzienti”, ma automi che ripetono in modo meccanico una lezioncina che hanno imparato a memoria da qualche parte e qualcuno gli ha imposto di recitare in tutte le occasioni pubbliche disponibili. Anche rileggere “1984” di George Orwell può essere utile per comprendere i metodi di lavaggio del cervello usati dalla propaganda di regime per manipolare, addomesticare e rendere docile l’opinione pubblica. Per chi non ha tempo e voglia di leggere, rivedere il film “Matrix” è sempre un buon modo di trascorrere una serata e riflettere sulla natura illusoria e posticcia della realtà che può essere creata quando si altera la verità dei fatti con credenze consolatorie e abitudini rassicuranti. Bisogna insomma imparare a convivere con gli automi e regolarsi di conseguenza, dato che l’agente Smith del partito unico dell’euro è il nostro nuovo interlocutore dialettico, politico: non un uomo, ma una macchina programmata per fare e dire certe cose. Tranquilli, questi automi al momento sono innocui, non uccidono (almeno fino ad oggi, domani chissà), ma chi vuole anche solo iniziare a ragionare sul fallimento dell’euro e le possibili alternative, deve sapere subito che si troverà presto o tardi circondato, assediato, aggredito da un esercito sterminato di agenti Smith, che come gli zombies dell’“Alba dei morti viventi” cercheranno di zittirlo e di fargli cambiare idea con le buone o con le cattive maniere.

Queste suggestioni un po’ gotiche e visionarie mi sono venute in mente riguardando con attenzione gli ultimi interventi televisivi dell’economista Alberto Bagnai a Telenova e L’Ultima Parola, dove il professore si è dovuto difendere come un leone dagli attacchi degli automi che ripetevano le loro strampalate teorie sull’inflazione e la svalutazione, senza ascoltare minimamente le spiegazioni razionali che confutavano ad una ad una quelle tesi prive di fondamento scientifico, empirico, storico. Ovviamente Bagnai non ha bisogno di una difesa d’ufficio, perché il professore si difende benissimo da solo e meglio di chiunque altro in Italia su questi argomenti, ma mi interessava solo fare un approfondimento sulla mentalità contorta e raccapricciante che avviluppa gli automi, che senza troppi giri di parole potremmo anche chiamare terroristi o criminali della democrazia. Come anche sottolineato più volte dallo stesso Bagnai, una vera democrazia compiuta si basa sulla correttezza e trasparenza delle informazioni trasmesse ai cittadini, quindi chi consapevolmente o inconsapevolmente continua a propinarenotizie false, allarmismi infondati, paure ingiustificate alla gente è a tutti gli effetti un terrorista o un criminale. Da rimarcare infatti come Bagnai non si ponga in questi dibattiti come il sostenitore di una particolare teoria economica o di un movimento politico, ma solo come un semplice divulgatore di verità empiriche e dati di fatto acclarati che non possono essere contestati sulla base di slogan propagandistici e meccanici, ma al massimo confutati portando altri dati, numeri, fatti più affidabili e certi. Cosa che non è mai avvenuta in questi dibattiti, perché gli automi non solo non supportano mai i loro discorsi con i dati ma nella maggior parte dei casi non conoscono neppure lontanamente il significato degli argomenti dibattuti.

In particolare ci riferiamo alla confusione enorme che gli automi fanno con i concetti di inflazione e svalutazione, mischiando alla rinfusa il fenomeno interno di aumento dei prezzi di beni e servizi (inflazione) con il fenomeno esterno di aumento del prezzo delle valute straniere in termini di valuta nazionale (svalutazione). Ma chi ha già visto questi dibattiti televisivi, si sarà anche accorto che tutti gli automi di qualunque partito politico e estrazione sociale, da Tabacci ad Albertini, dal PD al PDL, dal professore all’ultimo fesso del pubblico, ragionano secondo un preciso schema mentale che si ripete sempre nello stesso ordine. Se entriamo di più nel dettaglio e vediamo come si articola il programma che è stato caricato magari in modo subliminale in tutti questi anni di disinformazione selvaggia nella mente degli automi, ci accorgiamo subito che il loro cervello si attiva immediatamente ogni volta che un diretto interlocutore pronuncia le parole “uscita dall’euro”. Quando allo stato di coscienza arriva la frase “uscita dall’euro”, fra i neuroni dell’automa si apre una valvola o si chiude un interruttore che mette in moto una serie di frasi fatte che si susseguono nella medesima, uguale, rapida successione:



1) L’uscita dall’euro sarebbe per l’Italia una catastrofe, un disastro, una sciagura

2) Uscendo dall’euro e ritornando alla lira, la nostra moneta nazionale subirebbe una svalutazione del 30-50% rispetto ad un’altra imprecisata moneta straniera

3) Una svalutazione del 30-50% comporta un aumento dei prezzi interni o un’inflazione di pari entità, del 30-50% appunto, con conseguente perdita del potere di acquisto del salario dei lavoratori

4) I tassi di interesse schizzerebbero alle stelle

5) Con la nostra moneta svalutata non potremmo più comprare le materie prime che tanto ci servono per vivere e per lavorare, soprattutto il petrolio e il gas

6) La benzina alla pompa costerebbe molto di più, nell’ordine del 30-50% in più

7) Chi ha un mutuo in euro, avrebbe un aumento della rata del 30-50% in più

In genere dopo aver sproloquiato a perdifiato tutte queste scemenze, l’automa si placa e si mette in disparte senza più intervenire attivamente nel dibattito, se non per dissentire o sbuffare ad ogni spiegazione o replica fornita dall’interlocutore: in fondo l’agente Smith inviato a sua insaputa o membro funzionale e arruolato della propaganda di regime ha svolto il suo dovere di spaventare e terrorizzare la gente ed è poco o niente interessato a capire come stanno realmente le cose. La fissità nello sguardo dimostra infatti che nel suo cervello si sta svolgendo intanto un progressivo processo di distacco ed estraniamento dalla realtà, dato che l’automa non vive fisicamente su questa terra ma è mentalmente proiettato ad interagire soltanto con l’universo parallelo illusorio che gli è stato impiantato nella testa fin dalla nascita o per convenienza personale ha imparato ad apprezzare nel corso del tempo. Inutile dire che nel loro mondo, il debito pubblico è la peggiore delle afflizioni che può colpire un paese, la spesa pubblica è uguale a spreco e corruzione, le tasse servono per pagare il debito e la spesa del governo, il pareggio di bilancio è cosa buona e giusta perché incoraggia gli operatori esteri ad investire in Italia. Ma tralasciando per un attimo la descrizione completa dell’universo parallelo in cui vivono questi zombies, queste mummie, concentriamoci punto per punto sul programma specifico “uscita dall’euro” caricato nel cervello degli automi. Ripeto, malgrado nelle mie parole traspaia evidentemente un po’ di sarcasmo ed ironia, l’argomento è molto più serio di ciò che può sembrare in apparenza, perché questi uomini-macchina saranno nel prossimo futuro i nostri principali interlocutori e nel bene o nel male dobbiamo quindi trovare un modo per approcciare con loro, aiutandoli magari ad uscire dal mondo illusorio in cui vivono e sostenendoli durante il percorso di riabilitazione alla realtà. Per carità, nessuno vuole obbligare altri a disintossicarsi da una droga che reputano gradevole e indolore, perché ognuno degli automi conoscendo quanto sia dura, complessa, austera la realtà, potrebbe decidere a buon diritto di continuare a vivere immerso nelle sue illusioni. Alzi la mano chi non adora trastullarsi nelle proprie illusioni. Anche noi, piccola minoranza, che disperatamente cerchiamo di comprendere e interpretare la realtà che ci circonda abbiamo delle illusioni e per quanto mi riguarda, posso serenamente svelarmi la mia: stravolgere il folle paradigma economico che governa le nostre vite per consentire a tutti noi di vivere realmente meglio e con meno affanni inutili ed evitabili. Tuttavia la mia illusione non presuppone una mistificazione della realtà, anzi, necessita di una conoscenza più scrupolosa, capillare, certosina della realtà per essere magari in grado un giorno di trasformarla. Esattamente il contrario di ciò che accade nella mente degli automi che confondono continuamente la dimensione della realtà con quella dell’illusione e spesso senza nemmeno accorgersene, adattano la realtà secondo l’illusione che intanto si sono costruiti nella testa, banalizzando e semplificando in modo grossolano gli aspetti più ostici e controversi del faticoso processo di conoscenza. In perfetta analogia con le leggi della robotica immaginate dallo scrittore russo Isaac Asimov, è come se la prima istruzione del programma caricato nella testa degli automi dicesse loro che il mondo illusorio nel quale vivono è il vero mondo e non ne esistono altri (principio che si ricollega direttamente al famoso TINA, There Is No Alternative, non ci sono alternative a questa impostazione neoliberista, individualistica e privatistica del mondo).

Ad ogni modo, a prescindere dalla preferenza per la realtà o l’illusione e dal grado di commistione fra questi due livelli della vita, ognuno di noi, consapevole o meno di avere fatto questa precisa scelta di campo, dovrebbe astenersi dalla tentazione di influenzare negativamente o informare scorrettamente chi invece questa scelta deve ancora farla. Per me insomma sarebbe già molto bello ascoltare un giorno gli automi dire: “Sentite gente, è vero, lo ammettiamo, la realtà è quella descritta da questi seriosi professori di economia, scienziati, filosofi, ma è una verità ruvida, spinosa, scomoda, meglio che venite a vivere nel nostro mondo illusorio, è bellissimo, non dovete sforzarvi, non dovete pensare, ma vi viene tutto già precaricato nel cervello da “altri”. Sono questi “altri” che governano il mondo al posto nostro e noi dobbiamo solo adeguarci alle loro direttive. E’ facilissimo, semplicissimo, siamo già milioni quelli che abbiamo deciso di vivere così e adesso mancate solo voi. Dai, venite con noi, vi aspettiamo!”. Sappiamo già che una simile sconcertante ammissione di deficienza mentale sarà impossibile da prevedere nel breve periodo, perché contrasta con la prima istruzione di stravolgimento assoluto della realtà del programma degli automi, i quali continueranno a vivere beatamente nel loro bel mondo parallelo illudendosi di avere i piedi ben piantati per terra e infischiandosene dei richiami e dei segnali di allarme che arrivano a fiotti dalla vera realtà.

Quindi, malgrado tutte le nostre comprensibili preoccupazioni e angosce, al momento possiamo solo limitarci a riassumere brevemente i punti fondamentali attraverso i quali sarebbe abbastanza facile smontare tutte le illusorie certezze degli automi, prendendo spunto dalle analisi empiriche dello stesso Bagnai, di Borghi, di Zezza e di tanti altri “veri” economisti (“veri” perché basano i loro ragionamenti sui veri dati di fatto della realtà, non perché abbiano la verità assoluta in tasca, atteggiamento questo che appartiene ai mistici, ai dogmatici, ai religiosi, da cui per ora prendiamo le distanze in quanto i loro insegnamenti sono più utili e adatti per descrivere “verità ultraterrene” e non le miserie di questo mondo). Ma prima di passare all’analisi logica ritengo opportuno che vediate questo video di Byoblu per capire meglio di cosa stiamo parlando e la pericolosità, pervasività, contagiosità del fenomeno di disumanizzazione in corso (mi raccomando concentratevi bene sulle facce del “falso” economista Giuricin e del politicante stralunato e confuso Borghesi).



Fonte: 


Seconda parte
1) Uscita dall’euro

Come abbiamo detto e sentito le prime parole utilizzate dagli automi per descrivere questa eventualità sono catastrofe, disastro, apocalisse, appellandosi quasi sempre ai flagelli della svalutazione e dell’inflazione per giustificare queste rovinose visioni. Gli automi però non dicono mai che la vera catastrofe la stiamo già vivendo adesso in conseguenza della sciagurata scelta di aderire ad un’unione monetaria sbagliata e squilibrata, che consente di bilanciare shock asimmetrici tra i vari paesi soltanto attraverso la svalutazione interna dei salari dei lavoratori o dei prezzi dei beni e servizi prodotti in un determinato stato. Tra i vantaggi dell’euro che vengono ogni tanto elencati dagli automi alcuni sono davvero bizzarri e curiosi: la possibilità di viaggiare senza vincoli burocratici o pagamento di commissioni di cambio da un paese all’altro dell’eurozona. Ciò significa che per loro la possibilità di mandare a spasso i propri figli a Parigi, Berlino, Madrid è molto più importante della vita degli imprenditori che si sono suicidati, della dignità dei lavoratori o della tenuta dell’intero tessuto produttivo nazionale, che basandosi su una struttura diffusa sul territorio di piccole e medie aziende è stato oltremodo penalizzato da un aggancio rigido ad una moneta forte come l’euro-marco. Ricordiamo che la commissione di cambio, che può essere fissa o variabile in base all’importo da convertire in altra valuta, oscilla fra 1 e 5 euro e non ha mai scoraggiato nessuno dall’intenzione di andare a Londra, Stoccolma, New York o Zanzibar. Ma questo modo cinico e inquietante di pensare è perfettamente in linea con il principio che volevano imporre gli oligarchi e i banchieri fondando l’eurozona: la moneta viene prima degli stati, della politica, della cultura, e l’istinto che fin dalla notte dei tempi spinge gli uomini a viaggiare, conoscere, vedere posti nuovi deve essere subordinato alla moneta che utilizziamo per viaggiare, conoscere, vedere posti nuovi. E’ come se un esploratore con gli scarponi e lo zaino in spalla diretto verso luoghi imprecisati ancora da scoprire, fosse in qualche modo obbligato a chiedersi sull’uscio della porta: “Eh sì, però chissà che monete usano laggiù e quale sarà il tasso di cambio? E le commissioni da pagare? Forse è meglio che me ne stia a casa in attesa di tempi migliori per il mercato valutario”.

Capisco che può sembrare un po’ paradossale come esempio, ma l’euro come valore principale di riferimento e di aggregazione di un’intera società, da anteporre alla stessa democrazia, alla cultura, alla libertà, all’uguaglianza dei diritti, pone questo serio problema di alterazione della realtà e della storia del mondo. Gli automi forse ingenuamente o per calcolo credono davvero che l’intera evoluzione della civiltà ruoti intorno alle monete che i popoli hanno via via adottato, mentre le lotte per la democrazia, la tutela dei diritti, l’emancipazione delle classi subalterne, il progresso scientifico e culturale siano soltanto una conseguenza di quella primigenia, originaria, fondamentale scelta: “Ma come hanno fatto i popoli primitivi del passato a vivere senza l’euro? Per fortuna che il buon Dio ci ha dato l’euro e guai a chi ce lo vuole toccare!? Non è forse l’euro il prodotto più alto della modernità, del progresso, della cultura, della creatività dell’Occidente?”. E’ evidente che questa profonda e pervicace distorsione della realtà, della storia, della scala dei valori sia servita invece ai banchieri, agli affaristi, ai faccendieri, agli speculatori per mascherare il loro vero obiettivo e interesse: l’annullamento del rischio di cambio. L’azzeramento del rischio e delle oscillazioni competitive di cambio è stato infatti molto utile e vantaggioso per i grandi gruppi finanziari e commerciali che dovevano spostare grosse quantità di soldi e di merci da un paese all’altro dell’eurozona per fare investimenti, prestiti, profitti, pura speculazione, senza incorrere nel pericolo di subire svalutazioni della moneta locale. Ora però, preso atto di questa circostanza realedifficilmente contestabile, sarebbe molto interessante capire se tutti gli automi, di qualunque corrente politica siano dato che il fenomeno della robotizzazione è trasversale, abbiano presente alcune semplici considerazioni sugli ordini di grandezza: il risparmio sulla commissione di cambio di €2000 per fare una vacanza a Parigi è cosa assai diversa rispetto al prestito di €200 milioni di una banca tedesca ad una spagnola o irlandese per favorire l’inizio di una bolla immobiliare, senza rischiare nulla sul versante della svalutazione. Lechiacchiere stanno a zero e mi pare fuori discussione stabilire a chi veramente abbia più giovato l’introduzione dell’euro, con buona pace di tutti gli studenti che hanno vissuto 6 mesi in Francia o in Germania grazie al progetto Erasmus, risparmiando sulle oscillazioni o commissioni di cambio.

Non capire questo semplice passaggio mi sembra dunque un offuscamento clamoroso della vista, un atto di malafede indecoroso o peggio ancora una conclamata collusione con gli interessi di questi grandi gruppi finanziari e commerciali, dalle cui direttive gli automi sono stati direttamente o indirettamente indottrinati. La gente invece ancora in grado di fare a mente una semplice conversione di valuta può chiaramente comprendere che subire angherie, tasse, vessazioni, privazioni di servizi pubblici essenziali, decurtazioni di stipendi e pensioni per consentire ai grandi capitalisti di aumentare le loro rendite o i profitti, limitando al massimo i rischi e la concorrenza di cambio, non è sicuramente un buon motivo per rimanere ancora nell’area euro. L’Europa non è e non sarà mai l’euro, ma rappresenta da sempre un’entità geopolitica e culturale ben identificabile che prescinde e prevarica la moneta o le monete utilizzate dai paesi del vecchio continente, che ricordiamolo sempre nella sola Unione Europea allargata a 27 stati sono 11. Fra l’altro, l’euro come tutte le monete nella storia (compresa la nostra lira, il marco o il franco) non è irreversibile e non ci è stato consegnato in dono da Dio: esistono nella storia centinaia di casi di distruzione di valute o sganciamenti da altre valute che non hanno comportato assolutamente catastrofi (l’Argentina è l’ultimo e più eclatante caso), a parte un normale periodo transitorio di assestamento e instabilità della nuova valuta.

2) Svalutazione

Secondo gli automi robotizzati una volta usciti dall’euro, la nuova lira si svaluterebbe di circa il 30%-50%, un dato sparato a caso che non tiene in debito conto nessuno dei fattori che realmente influiscono sul tasso di cambio. Nelle precedenti occasioni storiche di sganciamento di una valuta da un’altra moneta forte (per noi l’euro-marco), i fatti e i dati empirici ci dicono che il cambio tende a recuperare la competitività di prezzo perduta nei confronti del paese principale dell’area valutaria (la Germania). Dato che il differenziale di inflazione complessivo dal 1999 ad oggi con la Germania ammonta a circa il 20%-25%, la svalutazione della lira nei confronti dell’euro-marco dovrebbe attestarsi intorno a questa banda di oscillazione. Ovviamente la nuova lira si deprezzerebbe rispetto all’euro-marco, ma potrebbe apprezzarsi nei confronti di altre valute con i cui paesi di origine l’Italia intrattiene rapporti commerciali. Quindi quello che è importante non è tanto la svalutazione bilaterale fra l’Italia e un altro paese, ma il tasso di cambio effettivo che è una media pesata di tutti i tassi di cambio bilaterali principali misurata in base al valore specifico degli scambi effettuati con i rispettivi paesi d’origine.

Tuttavia se questa teoria della “parità relativa del potere d’acquisto” (PPP, Purchasing Power Parity) può essere utile per spiegare i movimenti del cambio nel lungo periodo ed è applicabile soltanto alle variazioni di prezzo di beni e servizi effettivamente destinati all’esportazione (l’aumento di prezzo dei prodotti locali e del barbiere sotto casa non dovrebbe essere conteggiato insomma), il tasso di cambio nel breve periodo è influenzato da altri due elementi: il saldo delle partite correnti e gli investimenti finanziari. Il nostro attuale saldo delle partite correnti è in deficit (-€30 miliardi circa, vedi grafico sotto), ma la causa principale non è dovuta tanto a fattori commerciali (la bilancia commerciale è in pareggio), quanto al peso molto maggiore degli interessi pagati sul debito estero, i profitti portati via dagli investimenti esteri in Italia, le rimesse dei migranti. Siccome la svalutazione iniziale della lira dovrebbe favorire ulteriormente le esportazioni e ridurre le importazioni, migliorando nel complesso la nostra bilancia commerciale, questo processo insieme ad un rinnovo del debito estero a tassi di interesse più bassi (la “nostra” banca centrale, Banca d’Italia, svincolata dalla BCE, potrebbe riacquistare piena autonomia nella scelte di politica monetaria e in particolare nella definizione dei tassi di interesse di riferimento), ad una qualche forma di limitazione degli investimenti esteri in Italia e ad uncontrollo più accurato del deflusso dei capitali, dovrebbe migliorare in breve tempo il saldo delle nostre partite correnti, con conseguente apprezzamento della nostra valuta.


Dal punto di vista finanziario, l’Italia ha una ricchezza complessiva di €3600 miliardi, che difficilmente potrà essere smobilizzata per essere trasferita all’estero, con evidenti effetti negativi sul cambio della nuova lira. Innanzitutto perché molti di questi assets finanziari hanno già subito forti svalutazioni durante gli ultimi anni, quindi l’effetto marginale del deprezzamento della nuova lira sarebbe meno incisivo (una cosa è svalutare del 20% un asset che vale 100, altra cosa è svalutare del 20% un asset che vale già 50). In pratica è come se l’Italia stesse già subendo da qualche anno una svalutazione sotto forma di un maggiore spread sui titoli di stato, che obbliga le aziende a finanziarsi a tassi di interesse più alti e rende meno pregiati i nostri assets. In secondo luogo le fughe di capitali più massicce si sono già verificate in questi ultimi anni e quindi, con un controllo più puntuale sulla circolazione dei capitali durante il periodo di transizione in cui è maggiore l’instabilità di cambio, si potrebbero evitare ulteriori crisi nei nostri conti con l’estero. Se questo presunto deflusso incontrollato di capitali è dunque molto limitato e circoscritto, è invece molto più probabile che nei primi periodi di passaggio alla nuova lira possa presentarsi il fenomeno opposto di afflusso di capitali esteri: gli operatori stranieri potrebbero infatti approfittare dell’iniziale vantaggio di cambio per fare investimenti finanziari di portafoglio o in conto capitale in Italia, aumentando quindi l’offerta di valuta estera e la domanda di nuove lire. Queste operazioni, che ripetiamo dovrebbero essere opportunamente controllate per evitare un aumento eccessivo delle passività (debito estero) nel conto finanziario della nostra bilancia dei pagamenti, tenderanno ad apprezzare e non a deprezzare il cambio della nuova lira. Quindi, in buona sostanza, la paura della svalutazione catastrofica della nuova lira è assolutamente infondata, ingiustificata, non sostenuta dai dati e dai fatti.

3) Inflazione

Questo è sicuramente l’aspetto più incredibile e grottesco di tutta la vicenda: secondo gli automi con una svalutazione della lira del 20% avremmo un’inflazione della stessa entità, quindi intorno al 20%. Capite bene che il meccanismo mentale che porta a questa conclusione è assurdo, illogico, dato che un’eventualità del genere avverrebbe solo se l’Italia non producesse nulla e importasse tutto dall’estero, ma proprio tutto: materie prime, semilavorati, prodotti finiti, servizi. Fra svalutazione e inflazione non c’è mai stata nella storia del mondo una correlazione così forte e diretta, mentre si verifica molto più spesso il fenomeno inverso, ovvero un’inflazione molto alta alla lunga produce una svalutazione del cambio, perché a parità di beni prodotti in due diversi paesi sarà necessaria una maggiore quantità di moneta del paese più inflativo rispetto a quello meno inflativo e il cambio si adegua di conseguenza. Per questo motivo, molto spesso per valutare l’effettivo potere di acquisto di una moneta rispetto ai beni e ai servizi prodotti in un determinato paese, si considera il tasso di cambio reale che tiene conto appunto del differenziale di inflazione fra i due paesi. Se la moneta di un paese si svaluta del 10% e l’inflazione per altri motivi cresce del 10%, il tasso reale di cambio non varia, perché l’aumento dei prezzi interni compensa la svalutazione e per un acquirente estero sarà indifferente comprare prodotti da quel paese.

Questo è a mio avviso il motivo che crea tanta confusione nella mente degli automi perché loro ragionano in termini di tasso di cambio reale e non di quello nominale effettivo: la svalutazione del 20% produce un’inflazione del 20% e per l’acquirente straniero non sarà più vantaggioso rispetto a prima comprare prodotti italiani e l’Italia avrà perso i margini di competitività recuperata, perché i benefici della svalutazione saranno riassorbiti dai danni dell’inflazione. Peccato però che è sbagliato il passaggio intermedio: una svalutazione del 20% non ha mai provocato nella storia, almeno in Italia, un’inflazione del 20%. E vediamo pure con alcuni dati, il motivo per cui possiamo essere abbastanza certi di questa affermazione. Nel grafico sotto possiamo confrontare l’andamento dell’inflazione con il tasso di cambio effettivo dal 1975 ad oggi: come si può vedere già ad occhio nudo non c’è alcuna correlazione diretta fra i movimenti abbastanza ripidi di cambio e l’inflazione, che nonostante i cambiamenti repentini di rivalutazioni e successive svalutazioni della lira continuava a viaggiare per conto suo seguendo un preciso percorso di deflazione. In particolare la forte rivalutazione della lira avvenuta nel 1979 con l’ingresso nello SME è avvenuta a inflazione crescente, mentre al contrario la svalutazione della lira del 1992 seguita all’uscita temporanea dallo SME è stata addirittura accompagnata da una discesa dell’inflazione dal 5% al 4%. Ciò significa che se esistesse davvero una correlazione fra svalutazione ed inflazione, questa sarebbe opposta a quella postulata e propagandata dagli automi.


Il caso della svalutazione del 1992 è sicuramente il più emblematico in questo senso. Il governo Amato decise unilateralmente di far uscire l’Italia dallo SME il 18 settembre del 1992, per mettere un freno agli attacchi speculativi alla lira che erano iniziati nell’estate precedente e avevano costretto il governatore della Banca d’ItaliaCarlo Azeglio Ciampi a bruciare circa 50 miliardi di riserve in dollari nel vano tentativo di difendere la parità di cambio della lira imposta dagli accordi SME. Nel giro di un anno, con la lira libera di fluttuare nel mercato valutario, abbiamo assistito ad una svalutazione nominale effettiva del 25%, che ha favorito le nostre esportazioni e reso meno convenienti le importazioni. Se questa svalutazione fosse stata accompagnata da un corrispondente aumento dell’inflazione (che non c’è stato, dato che l’inflazione è invece diminuita) come sostenuto dagli automi, la nostra bilancia commerciale non avrebbe subito grandi cambiamenti perché per gli acquirenti esteri il prezzo dei prodotti italiani sarebbe rimasto pressoché invariato. Cambiamento che invece c’è stato, e come se c’è stato, perché nel giro di un anno la nostra bilancia commerciale è passata da un deficit ad un surplus (vedi grafico sotto) fino al picco del 1996, ritornando a decrescere non appena si decise malauguratamente per noi la reintroduzione della lira nello SME (1996) e l’ingresso definitivo nell’area euro (1999).


Questo passaggio determinante e decisivo per capire meglio come funzionano le dinamiche della svalutazione di cambio, può essere anche evidenziato benissimo esaminando il grafico sotto, in cui viene riportato l’andamento del tasso nominale effettivo a confronto con il tasso di cambio reale (misurato in termini di valuta estera): i due andamenti sono esattamente speculari, perché ad ogni svalutazione nominale della nostra moneta corrisponde esattamente una rivalutazione reale della valuta estera, come se l’effetto inflazione tanto paventato dagli automi che vanificherebbe i benefici della svalutazione non esistesse proprio. Un falso storico a tutti gli effetti che merita l’accusa di terrorismo mediatico e attentato alla democrazia dell’informazione.


Terza parte

L’inflazione come abbiamo più volte detto è un fenomeno molto complesso che presenta numerose interconnessioni e ha molta più attinenza con i cambiamenti che avvengono nell’economia reale rispetto ai processi monetari, siano essi variazioni di tassi di cambio o aumento di moneta circolante. In generale possiamo dire che si verifica inflazione quando la domanda di beni e servizi supera l’offerta e nel contempo il tessuto produttivo non è così elastico da adattarsi al nuovo regime di domanda. A sua volta questo aumento di domanda può essere collegato ad una politica salariale espansiva o a cambiamenti strutturali nel mercato del lavoro, che migliorano il potere di acquisto reale dei salari (cioè decurtato del tasso di inflazione misurato in quel periodo). La politica salariale espansiva dipende però dal tasso di disoccupazione, perché è storicamente dimostrato (e facilmente intuibile) che un aumento dell’offerta di lavoro, dovuto ad una maggiore disoccupazione, produce una tendenza al ribasso del valore dei salari. Un innalzamento repentino e consistente del costo delle materie primepuò anch’esso tradursi in inflazione, come è avvenuto per esempio in Italia nel 1974 (picco di inflazione del 20%), in conseguenza del primo grande shock petrolifero del 1973, che ha causato un aumento medio del prezzo del petrolio del 258%. Capite bene che quando un imprenditore si trova ad affrontare una quadruplicazione del prezzo di una materia prima così importante come il petrolio (che influisce direttamente e indirettamente sui costi di produzione, a causa dell’aumento della bolletta energetica), è costretto ad aumentare per forza di cose ilprezzo di vendita dei suoi prodotti per coprire i costi e mantenere ancora dei margini di profitto.

La svalutazione, almeno in Italia, è un fenomeno che si muove invece su una banda di oscillazione molto ridotta, nell’ordine del più o meno 20%-25%, quindi consente facilmente agli imprenditori di rimodulare la struttura dei costi aziendali, compresi i margini di profitto, per mantenere inalterata la competitività di prezzo e rispondere ad un aumento del costo di quelle materie prime, semilavorati, prodotti finiti, servizi effettivamente riconducibili a fornitori esteri. Quindi come abbiamo già detto e visto, non solo la svalutazione ha poco o scarsissimo effetto sull’inflazione, ma nella maggior parte dei casi è una conseguenza diretta dell’inflazione. Questo trasferimento dall’inflazione alla svalutazione è avvenuto per esempio in Italia nel 1976 quando la banca centrale decise di attuare una svalutazione competitiva della lira del 20%, per recuperare i margini di competitività di prezzo perduti dalle aziende italiane negli scambi con l’estero, a causa del picco di inflazione del 20% che si era registrato appunto due anni prima. Anche l’introduzione dell’euro nel 1999 ha comportato nei primi due anni una svalutazione iniziale complessiva del 20% della moneta europea nei confronti del dollaro, che non ha avuto alcuna influenza sull’inflazione, la quale ha continuato a ristagnare intorno al suo valoreartificialmente basso del 3% (artificialmente basso perché dovuto soprattutto alle politiche di contenimento dei salari reali dei lavoratori attuate in tutta Europa).

Aggiungiamo anche per completezza, che quando invece si assiste ad un aumento esogeno della moneta circolante, dovuto per esempio a politiche espansive della spesa pubblica dello Stato, gli effetti tanto temuti sull’inflazione, invocati spesso dagli stessi automi che sproloquiano sui danni della svalutazione, sono quasi sempre contenuti principalmente da due fenomeni: la mancata saturazione della capacità produttiva di un paese e la disoccupazione. Il previsto aumento della domanda dovuto alla maggiore quantità di moneta circolante può essere infatti corrisposto da un incremento dell’offerta, trainato da maggiore produttività del lavoro, miglioramenti tecnologici, efficienza dei processi produttivi, senza influire sui tanto osteggiati innalzamenti dei prezzi al consumo. Inoltre l’elevata disoccupazione tenderà a spostare queste nuove masse di moneta circolante nei risparmi di chi ha già un reddito e magari preferirà tesaurizzare questi soldi, investendoli soprattutto in attività finanziare, piuttosto che convogliarli verso nuova domanda di consumi. La paura eccessiva della spesa pubblica, che nella maggior parte dei dibattiti si accoppia quasi sempre con quella dell’inflazione e della svalutazione, presenta quindi notevoli sintomi di infondatezza quando siamo in presenza di alta disoccupazione e scarsa saturazione della capacità produttiva, che consente ampi margini di elasticità dell’offerta. Ma questo purtroppo fa parte ormai integrante della mentalità bacata degli automi, con cui volenti o nolenti dovremo sapere convivere per parecchi anni ancora, dato che l’uscita dall’euro e il ritorno alla nostra moneta sovrana equivale secondo i loro calcoli errati e tanto immaginifici a svalutazione, aumento della spesa pubblica, e “quindi” ad inflazione, la tassa più iniqua del mondo perché colpisce il potere di acquisto dei salari.

A parte che il potere di acquisto dei lavoratori può essere difeso con i normalissimi meccanismi di indicizzazione dei salari all’inflazione utilizzati in quasi tutti i paesi più civili e democratici del mondo, quello che gli automi non capiscono o fanno finta di non capire, per i soliti motivi di annebbiamento, malafede e collusione, è che l’inflazione mantenuta artificialmente bassa in Europa serve più che altro a proteggere nel tempo il valore dei grandi patrimoni finanziari accumulati dagli oligarchi, dai capitalisti, dagli speculatori, e da tutti coloro che vivono di rendita senza sapere neppure cosa sia il lavoro. Questa è una colossale ed epocale lotta di classe che ha come principale obiettivo la distribuzione iniqua dei redditi a favore di una ristretta minoranza di rentiers, benestanti, grandi imprenditori e a danno della maggioranza, che comprende lavoratori, pensionati, piccoli e medi imprenditori, società civile.

Mantenere l’inflazione artificialmente bassa grazie al contenimento dei salari reali e all’aumento della disoccupazione non avvantaggia di certo i lavoratori, i cittadini, la gente comune, che malgrado il ridotto aumento dei prezzi al consumo non avranno mai benefici reali da questa politica ottusa, miope e palesemente iniqua. L’inflazione bassa scoraggia pure gli investimenti perché se un imprenditore deve indebitarsi oggi con una banca ad un certo tasso di interesse e prevede già che i suoi futuri flussi di cassa saranno incerti o decrescenti perché legati ad un andamento costante o addirittura deflativo dei prezzi di vendita dei suoi prodotti, preferirà rimandare sempre a tempi migliori di maggiore vivacità del mercato il momento dell’investimento. Ovviamente l’argomento è molto complesso e meriterebbe ben altri approfondimenti (invito a tal proposito la lettura del libro del professore Alberto Bagnai, il Tramonto dell’Euro, oppure il trattato collegiale dei “veri” economisti italiani scaricabile gratuitamente da internet, Oltre l’Austerità), ma per non appesantire oltremodo i contenuti, rimando l’analisi degli altri punti ad un prossimo articolo, dato che tutti gli effetti collaterali denunciati meccanicamente dagli automi con l’uscita dall’euro (il costo delle materie prime, la benzina, i tassi di interessi, il mutuo), sono solo un corollario delle due principali armi di distrazione e disinformazione di massa: la svalutazione e l’inflazione.

Concludo questo lungo viaggio dentro il mondo illusorio degli automi con una frase dell’economista inglese John Maynard Keynes che racchiude bene in sintesi il significato della cruciale lotta di civiltà che ci troviamo ad affrontare oggi, in cui non solo dobbiamo essere capaci ad intaccare gradualmente, costantemente, implacabilmente i principi su cui si fonda l’enorme potere delle classi dominanti, ma anche a contrastare il possente muro di mummie, subumani, corrotti, inetti, stupidi eretto a loro difesa nella società: “Il futuro ci è sfuggito di mano e nessun uomo detiene più il controllo dei destini immediati dell’Europa. Gli eventi del prossimo anno non saranno opera deliberata degli statisti, ma saranno determinati da quelle correnti segrete che fluiscono continue sotto la superficie della storia, e di cui nessuno sa predire lo sbocco. Abbiamo un solo modo per influire su di esse: mettere in moto le forze della conoscenza e della fantasia capaci di mutare l’opinione. Affermare la verità, distruggere le illusioni, dissipare gli odi, aprire gli animi e istruire le menti; questi devono essere i nostri strumenti”.

Fonte: 

La preghiera di san Michele



Notizie sulla preghiera a san Michele e l’esorcismo di Leone XIII
Gli esorcismi nel Rituale romanum da Leone XIII a Pio XII 

Un tratto di storia significativo per gli esorcismi minori è dato da quella preghiera a san Michele arcangelo che insieme ad una preghiera alla Madonna, prima della riforma liturgica seguita al Concilio Vaticano II, il celebrante e i fedeli recitavano mettendosi in ginocchio alla fine di ogni messa:

Gloriosissimo principe delle milizie celesti, arcangelo san Mi­chele, difendici nella battaglia contro le potenze delle tenebre e la loro spirituale malizia. Vieni in aiuto di noi, che fummo creati e riscattati con il sangue di Gesù Cristo dalla tirannia del demonio. Tu sei venerato dalla Chiesa quale suo custode e a te il Signore ha affidato le anime che un giorno occuperanno le sedi celesti. Prega dunque il Dio della pace a tenere schiacciato Satana sotto i nostri piedi, affinché esso non prevalga né a fare schiavi di sé gli uomi­ni, né a recare danno alla Chiesa. Presenta all’Altissimo, con le tue, le nostre preghiere, perché discendano su di noi le Sue divine misericordie. Incatena Satana e ricaccialo negli abissi da dove non possa più sedurre le anime. Amen.

Questa preghiera composta da Leone XIII nel 1886 era stata ri­presa dall’Enciclica “Humanus genus” (1884) [1] [La preghiera composta nel 1886 era stata ripresa nell’enciclica pubblicata due anni prima ???] nella quale il papa parlava di un esorcismo da lui composto.

La sua storia, assai sin­golare, la racconta sulla “Settimana del Clero” (n. 13 del 30 marzo 1947) padre Domenico Pechenino degli Oblati di Maria Vergi­ne, che era stato già Rettore Maggiore della sua Congregazione. Il testo venne poi ripreso dalle “Ephemerides Liturgicae” (1955, I, 58-59, nota 9) e dalla rivista “Madre di Dio” nell’articolo “La visio­ne diabolica di Leone XIII” di Giuseppe Ferrari (1984,11,4). E Pe­chenino nel terminare l’articolo scriveva:

“Qui finendo, io mi permetto di accennare solo più ad un fatto poco conosciuto, che getta un vivissimo fascio di luce sull’ordine di idee a cui ho accennato. L’ho attinto, il fatto, a fonte sicura. Non ricordo dunque l’anno preciso. Si era un pò dopo il 1890 [???]. Un mat­tino il grande Pontefice Leone XIII aveva celebrato la S. Messa, e stava assistendo ad un’altra di ringraziamento, come al solito. Ad un certo punto lo si vide drizzare energicamente il capo, poi fis­sare intensamente qualcosa al di sopra del capo del celebrante. Guardava fisso, senza battere palpebra, ma con un senso di ter­rore e di meraviglia, cambiando colore e lineamenti. Qualcosa di strano, di grande avveniva in lui. Finalmente, come rivenendo in sé, e dando un leggero ma energico tocco di mano, si alza. Lo si vede avvicinarsi verso il suo studio privato. I famigliari lo seguo­no con premura e ansiosi “Santo Padre, non si sente bene? Ha bi­sogno di qualcosa? Niente, niente!” risponde. E si chiude dentro. Dopo una mezz’oretta fa chiamare il Segretario della S. Congre­gazione dei Riti, e, porgendogli un foglio, gl’ingiunge di farlo stampare e farlo pervenire a tutti gli Ordinari del mondo. Cosa conteneva? La preghiera che recitiamo al termine della Messa, col popolo, con la supplica a Maria e l’infocata invocazione al Prin­cipe delle milizie celesti, S. Michele implorando da Dio che lo ri­cacci nell’inferno.

Circa un anno prima del suddetto racconto, il cardinale Gio­vanni Battista Nasalli Rocca, Arcivescovo di Bologna, nella Lettera pastorale per la quaresima del 1946 diceva:

Il sapientissimo Pontefice Leone XIII, intelligenza superiore e certamente non spirito gretto e piccino, scrisse Egli stesso quella bella e forte preghiera … E quella frase “che si aggirano nel mon­do” ha una spiegazione storica, a noi riferita dal Segretario parti­colare Mons. Rinaldo Angeli. Leone XIII ebbe veramente visione de­gli spiriti infernali che si addensavano sulla Città Eterna, e da quella esperienza … venne la preghiera che volle in tutta la Chie­sa, preghiera che egli recitava con una voce vibrante e potente, che risuonava in modo indimenticabile nell’universale silenzio sotto le volte del massimo tempio della cristianità. Non solo ma scrisse di sua mano uno speciale esorcismo che egli raccomandava ai Ve­scovi e Sacerdoti di recitare spesso per le loro Diocesi e le loro par­rocchie …

Tratto da “Guida spirituale per gli ultimi tempi” di Beppe Amico 



Tratto da: “Inchiesta sugli angeli” di Saverio Gaeta e Marcello Stanzione



Tratto da “I segreti di Karol Wojtila” di Antonio Socci



Tratto da: “Inchiesta sul demonio. Marco Tosatti incontra padre Amorth”

Possa la preghiera fortificarci per quella battaglia spirituale di cui parla la Lettera agli Efesini: “Attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza” (Ef 6, 10). E’ a questa stessa battaglia che si riferisce il Libro dell’Apocalisse, richiamando davanti ai nostri occhi l’immagine di san Michele Arcangelo (cfr. Ap 12, 7). Aveva di sicuro ben presente questa scena il Papa Leone XIII, quando, alla fine del secolo scorso, introdusse in tutta la Chiesa una speciale preghiera a San Michele: “San Michele Arcangelo difendici nella battaglia contro i mali e le insidie del maligno; sii nostro riparo . .

Anche se oggi questa preghiera non viene più recitata al termine della celebrazione eucaristica, invito tutti a non dimenticarla, ma a recitarla per ottenere di essere aiutati nella battaglia contro le forze delle tenebre e contro lo spirito di questo mondo.

Giovanni Paolo II. Regina Coeli. Domenica, 24 aprile 1994

Esorcismo di Leone XIII
Contro Satana e gli angeli ribelli 

Due specie di esorcismi:
1) L’esorcismo solenne e pubblico fatto dal sacerdote col consenso del vescovo
2) L’esorcismo privato che tutti i fedeli possono fare con frutto, da soli o in comune, in chiesa o fuori.

Esso è consigliabile:
a) quando si sente che piú intensa si fa l’azione del demonio in noi (tentazione di bestemmia, di impurità, di odio, di disperazione, ecc.);
b) nelle famiglie (discordie, epidemie, ecc.);
c) nella vita pubblica (immoralità, bestemmia, profanazione delle feste, scandali, ecc.);
d) nelle relazioni tra i popoli (guerre, ecc.);
e) nelle persecuzioni contro il clero e la Chiesa;
f) nelle malattie, nei temporali, nell’invasione di animali nocivi, ecc.

Al segno + si fa il segno di croce senza parole

In nómine Patris et Fílii et Spíritus Sancti. Amen. 
Ad S. Michaëlem Archangelum precatio

Prínceps gloriosíssime cœléstis milítiæ, sancte Michaël Archángele, defénde nos in prœlio advérsus príncipes et postestátes advérsus mundi rectóres tenebrárum harum, contra spirituália nequitiæ, in cœléstibus.
Veni in auxílium hóminum: quos Deus ad imáginem similitúdinis suæ fecit, et a tyránnide diáboli emit prétio magno.
Te custódem et patrónum sancta venerátur Ecclésia; tibi trádidit Dóminus ánimas redemptórum in supérna felicitáte locándas.
Deprecáre Deum pacis, ut cónterat sátanam sub pédibus nostris, ne ultra váleat captivos tenére hómines, et Ecclésiæ nocére.
Offer nostras preces in conspéctu Altíssimi, ut cito anticipent nos misericórdiæ Dómini, et apprehéndas dracónem, serpéntem antíquum, qui est diábolus et sátanas, et ligátum mittas in abyssum, ut non sedúcat ámplius gentes. 

Preghiera a San Michele Arcangelo

Gloriosissimo Principe delle celesti milizie, Arcangelo San Michele, diféndici nelle battaglie contro tutte le potenze delle tenebre e la loro spirituale malizia.
Vieni in aiuto degli uomini creati da Dio a sua immagine e somiglianza e riscattati a gran prezzo dalla tirannia del demonio.
Tu sei venerato dalla Chiesa quale suo Custode e Patrono, e a te il Signore ha affidato le anime che un giorno occuperanno le sedi celesti.
Prega, dunque, il Dio della Pace a tenere schiacciato Satana sotto i nostri piedi, affinché non possa continuare a tenere schiavi gli uomini e danneggiare la Chiesa.
Presenta all’Altissimo con le tue le nostre preghiere, perché discendano tosto su di noi le Sue divine misericordie, e tu possa incatenare il dragone, il serpente antico, Satana, e incatenato ricacciarlo negli abissi, donde non possa piú sedurre le anime. 
Exorcísmus

In nómine Iesu Christi Dei et Dómini nostri, intercedénte immaculata Vírgine Dei Genitríce Maria, beáto Michaële Archángelo, beátis Apóstolis Petro et Paulo et ómnibus Sanctis, et sacra ministérii nostri auctoritáte confisi, ad infestatiónes diabólicæ fraudis repelléndas secúri aggrédimur. 
Psalmus 67 (si reciti in piedi)

Exsúrgat Deus, et dissipéntur inimici eius, et fúgiant qui odérunt eum, a fácie eius.
Sícut déficit fumus, defíciant: sícut fluit cera a fácie ignis, sic péreant peccatóres a fácie Dei.

V – Ecce Crucem Dómini, fúgite, partes advérsæ;
R – Vicit Leo de tribu Juda, radix David.
V – Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos.
R – Quemádmodum sperávimus in Te. 

Exorcizamus te, omnis immúnde spíritus, omnis satánica potéstas, omnis incúrsio infernális adversárii, omnis légio, omnis congregátio et secta diabólica, in nómine et virtúte Dómini nostri Iesu + Christi, eradicáre et effugáre a Dei Ecclésia, ab animábus ad imáginem Dei cónditis ac pretióso divini Agni sánguine redémptis +.
Non ultra áudeas, sérpens callidíssime, decípere humánum genus, Dei Ecclésiam pérsequi, ac Dei eléctos excútere et cribráre sicut tríticum.
+ Imperat tibi Deus Altíssimus +,
cui in magna tua supérbia te símilem habéri adhuc præsúmis; qui omnes hómines vult salvos fieri, et ad agnitiónem veritátis
venire.
Imperat tibi Deus Pater +;
Imperat tibi Deus Fílius +;
Imperat tibi Deus Spíritus Sanctus +.
Imperat tibi Christus, ætérnum Dei Verbum caro factum +,
qui pro salúte géneris nostri tua invídia pérditi, humiliávit semetípsum factus obédiens usque ad mortem;
qui Ecclésiam suam ædificávit supra firmam petram et portas ínferi advérsus eam numquam esse prævalitúras edíxit, cum
ea ipse permansúrus ómnibus diébus usque ad comsummatiónem sæculi.
Imperat tibi sacraméntum Crucis +, omniúmque christiánæ fídei Mysteriórum virtus +.
Imperat tibi excélsa Dei Génitrix Virgo Maria +,
quæ superbíssimum caput tuum a primo instánti immaculátæ suæ Conceptiónis in sua humilitáte contrivit.
Imperat tibi fides sanctórum Apostolórum Petri et Pauli ceterorúmque Apostolórum +.
Imperat tibi Mártyrum sanguis, ac pia Sanctórum et Sanctárum ómnium intercéssio +. 

Ergo, draco maledícte et omnis légio diabólica, adjurámus te per Deum + vivum, per Deum + verum, per Deum + sanctum, per Deum, qui sic diléxit mundum, ut Fílium suum unigénitum dáret, ut omnis, qui credit in eum, non péreat, sed hábeat vitam ætérnam; cessa decípere humánas creatúras, eisque ætérnæ perditiónis venénum propináre: désine Ecclésiæ nocére et eius libertáti láqueos inícere.
Vade, sátana, invéntor et magíster omnis falláciæ, hostis humánæ salútis.
Da locum Christo, in quo nihil invenísti de opéribus tuis: da locum Ecclésiæ unæ, sanctæ, cathólicæ et Apostólicæ, quam Christus ipse acquisívit sánguine suo. 

Humiliáre sub poténti manu Dei; contremisce et éffuge, invocáto a nobis sancto et terríbili Nómine Iesu, quem ínferi trémunt, cui Virtútes cœlórum et Potestátes et Dominatiónes subiéctæ sunt; quem Chérubim et Séraphim indeféssis vócibus láudant, dicéntes:
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sabaoth. 

V – Dómine, exáudi oratiónem meam.
R – Et clámor meus ad te véniat. 

Orémus 
Deus cœli, Deus terræ, Deus Angelórum, Deus Archangelórum, Deus Patriarchárum, Deus Prophetárum, Deus Apostolórum, Deus Mártyrum, Deus Confessórum, Deus Vírginum, Deus qui potestátem habes donáre vitam post mortem, réquiem post labórem: quia non est Deus præter Te, nec esse postest nisi Tu, creátor ómnium visibílium et invisibílium, cuius regni non érit finis: humíliter maiestáti glóriæ tuæ supplicámus, ut ab ómni infernálium spirítuum potestáte, láqueo, deceptióne et nequítia nos poténter liberáre, et incólumes custodíre dignáris.
Per Christum Dóminum nostrum. Amen. 

Ab insídiis diáboli, líbera nos, Dómine. 

V – Ut Ecclésiam tuam secúra tibi fácias libertáte servire,
R – Te rogámus, áudi nos.
V – Ut inimícos sanctæ Ecclésiæ humiliáre dignéris,
R – Te rogámus, áudi nos.

Esorcismo

In nome di Gesú Cristo, nostro Dio e Signore, e con l’intercessione dell’Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, di San Michele Arcangelo, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e di tutti i Santi, fiduciosi intraprendiamo la battaglia contro gli attacchi e le insidie del demonio. 
Salmo 67 (si reciti in piedi)

Sorga il Signore e siano dispersi i suoi nemici; fuggano dal cospetto di Lui coloro che lo odiano.
Svaniscano come svanisce il fumo: come si fonde la cera al fuoco, cosí periscano i peccatori dinanzi alla faccia di Dio. 

V – Ecco la Croce del Signore, fuggite potenze nemiche;
R – Vinse il Leone della tribú di Giuda, il discendente di Davide.
V – Che la tua misericordia, Signore, sia su di noi.
R – Siccome noi abbiamo sperato in Te. 

Ti esorcizziamo, spirito immondo, potenza satanica, invasione del nemico infernale, con tutte le tue legioni, riunioni e sétte diaboliche, in nome e potere di nostro Signore Gesú + Cristo: sii sradicato dalla Chiesa di Dio, allontànati dalla anime riscattate dal prezioso Sangue del divino Agnello +.
D’ora innanzi non ardire, perfido serpente, d’ingannare il genere umano, di perseguitare la Chiesa di Dio, e di scuotere e crivellare, come frumento, gli eletti di Dio.
+ Te lo comanda l’Altissimo Dio +,
al quale, nella tua grande superbia, presumi di essere simile;
Te lo comanda Dio Padre +;
Te lo comanda Dio Figlio +;
Te lo comanda Dio Spirito Santo +;
Te lo comanda il Cristo, Verbo eterno di Dio fatto carne +,
che per la salvezza della nostra razza perduta dalla tua gelosia, si è umiliato e fatto ubbidiente fino alla morte;
che edificò la sua Chiesa sulla ferma pietra, assicurando che le forze dell’inferno non avrebbero mai prevalso contro di Essa
e che sarebbe con Essa restato per sempre, fino alla consumazione dei secoli.
Te lo comanda il segno sacro della Croce + e il potere di tutti i misteri di nostra fede cristiana.
Te lo comanda la eccelsa Madre di Dio, la Vergine Maria +,
che dal primo istante della sua Immacolata Concezione, per la sua umiltà, ha schiacciato la tua testa orgogliosa.
Te lo comanda la fede dei santi Pietro e Paolo e degli altri Apostoli +.
Te lo comanda il Sangue dei Martiri e la potente intercessione di tutti i Santi e Sante +.
Dunque, dragone maledetto, e tutta la legione diabolica, noi scongiuriamo te per il Dio + Vivo, per il Dio + Vero, per il Dio + Santo; per Iddio che tanto ha amato il mondo da sacrificare per esso il suo Unigenito Figlio, affinché, chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia la vita eterna; cessa d’ingannare le umane creature e di propinare loro il veleno della dannazione eterna; cessa di nuocere alla Chiesa e di mettere ostacoli alla sua libertà.
Vattene Sàtana, inventore e maestro di ogni inganno, nemico della salvezza dell’uomo.
Cedi il posto a Cristo, sul quale nessun potere hanno avuto le tue arti; cedi il posto alla Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica, che lo stesso Cristo conquistò col suo sangue.
Umíliati sotto la potente mano di Dio, trema e fuggi all’invocazione che noi facciamo del santo e terribile Nome di quel Gesú che fa tremare l’inferno, a cui le Virtú dei cieli, le Potenze e le Dominazioni sono sottomesse, che i Cherubini e i Serafini lodano incessantemente, dicendo:
Santo, Santo, Santo il Signore Dio Sabaoth. 

V – O Signore, ascolta la nostra preghiera.
R – E il nostro grido giunga fino a Te. 

Preghiamo 

O Dio del cielo, Dio della terra, Dio degli Angeli, Dio degli Arcangeli, Dio dei Patriarchi, Dio dei Profeti, Dio degli Apostoli, Dio dei Martiri, Dio dei Confessori, Dio delle Vergini, Dio che hai il potere di donare la vita dopo la morte, e il riposo dopo la fatica, giacché non v’è altro Dio fuori di Te, né ve ne può essere, se non Tu, Creatore eterno di tutte le cose visibili e invisibili, il cui regno non avrà fine; umilmente supplichiamo la tua gloriosa Maestà di volerci liberare da ogni tirannia, laccio, inganno e infestazione degli spiriti infernali, e di mantenercene sempre incolumi.
Per Cristo nostro Signore. Amen. 

Líberaci, o Signore, dalle insidie del demonio. 

V – Affinché la tua Chiesa sia libera nel tuo servizio,
R – ascoltaci, Te ne preghiamo, o Signore.
V – Affinché ti degni di umiliare i nemici della santa Chiesa,
R – ascoltaci, Te ne preghiamo, o Signore. 


Il Rituale redatto ad opera di Leone XIII e reso operante nel 1890, conteneva degli esorcismi sotto il titolo “Exorcismus in Sa­tanam et angelos apostaticos”; proprio questi testi, nel corso de­gli anni, subiranno i maggiori rimaneggiamenti. Se consideriamo la preghiera a san Michele Arcangelo nella sua traduzione definitiva riportata negli Acta Apostolicae Sedis del 1890, che rientrava nel­le formule di esorcismo, avremo occasione di comprendere il per­ché di tali cambiamenti:

“O gloriosissimo principe della milizia celeste, san Michele Arcan­gelo, difendici nella lotta e nella battaglia, che per noi e contro i principi e le potestà, contro i capi del mondo, contro gli spiriti del male che abitano le regioni celesti. Vieni in aiuto degli uomini che Dio creò invincibili fece a immagine della sua somiglianza e riscat­tò dalla tirannide del diavolo a caro prezzo. Combatti oggi con l’e­sercito degli angeli beati le battaglie del Signore, come un giorno combattesti contro Lucifero, capo di superbia, e i suoi angeli tra­ditori: e non prevalsero, né si trovò più posto per essi in cielo. Ma quel grande dragone, il serpente antico, che viene chiamato dia­volo e Satana, che seduce il mondo intero, è stato scagliato in ter­ra e con lui sono stati mandati i suoi angeli. Ecco, il nemico antico e omicida si è eretto con forza. Trasfigurato in angelo di luce, da ogni dove circonda e invade la terra con tutta la caterva de­gli spiriti maligni, per cancellare in essa il nome di Dio e del suo Cristo e per rapire le anime destinate alla corona della gloria eterna, per ucciderle e condannarle alla morte eterna. Il malefico dragone trasfonde il veleno della sua malvagità, come fiume im­mondissimo, negli uomini depravati di mente e corrotti di cuore, lo spirito di menzogna, di empietà. e bestemmia, e il mortifero alito della lussuria, tutti i vizi e le iniquità. (Nemici molto astuti hanno riempito di amarezze la Chiesa, sposa immacolata dell’Agnel­lo, l’hanno ubriacata di assenzio; hanno posto le loro empie mani su tutte le cose desiderabili. Laddove è stata posta la sede del beatissi­mo Pietro e la cattedra della verità per illuminare le genti, là hanno posto l’abominevole trono delle loro empietà, affinché, colpito il pa­store, riuscissero a disperdere anche il gregge). Assisti dunque, gui­da invincibile, il popolo di Dio contro le irrompenti malvagità spirituali, e ottieni la vittoria. La santa Chiesa ti venera custode e patrono, contro le nefaste potestà terrestri e infernali; a te il Si­gnore ha affidato le anime dei redenti da collocare nella felicità suprema. Supplica il Dio della pace, affinché schiacci Satana sotto i nostri piedi, perché non possa più tenere prigionieri gli uomini e danneggiare la Chiesa. Offri le nostre preghiere al cospetto dell’Al­tissimo, affinché presto ci ottengano le misericordie del Signore, e cattura il drago, il serpente antico che è diavolo e Satana, e riman­dalo legato nell’abisso affinché non seduca più le genti. Perciò, con­fidando nel tuo presidio e tutela, con l’autorità del nostro sacro ministero, ci accostiamo a te fiduciosi e sicuri per respingere le infestazioni del frode diabolica nel nome di Gesù Cristo, Dio e Signore nostro.

La preghiera risultava essere molto lunga e per questo, nel 1915, furono tolte le parti in corsivo sottolineate allorché venne pubblicato il Rituale Romanum da papa Pio X con l’aggiunta dell’esorci­smo di Leone XIII. Nell’edizione del Rituale del 1933, sotto il pontificato di Pio XI, era esclusa la parte messa fra parentesi e ri­portata in questa forma anche nell’edizione del 1956 da papa Pio XII.

A tale proposito la Radoani afferma che in alcuni rituali publicati nel 1932, come quello sloveno non più in latino ma adattato alla lingua locale, le omissioni erano già avvenute. Ciò che fa­ceva problema da una parte erano le affermazioni come “uomi­ni che Dio creò invincibili” poiché non era riconosciuta l’indi­struttibilità umana e dall’altra la parte riguardante la teologia del­la caduta del demonio, tuttora discussa, giacché non era ammis­sibile in un rituale che aveva il suo valore in tutta la Chiesa cat­tolica.

Pio XI nel 1933, rivisitando il Rituale con l’intento di emanar­ne una nuova edizione, si accorse del grande problema che pro­vocavano alcune frasi della preghiera di Leone XIII come ad esempio: “nemici molto astuti”. “Laddove è stata posta la sede del beatissimo Pietro… hanno posto l’abominevole trono delle loro empietà … “. Affermazioni del genere andavano contro la gerar­chia della Chiesa e tanto più contro il romano pontefice in quan­to si diceva che la Chiesa era stata ubriacata di assenzio, derubata dal demonio e dove c’era il soglio papale era presente in pieno l’abominazione. A motivo di tutto ciò il papa con prontezza prov­vide a rimuovere le suddette espressioni. Il Rituale così riveduto presentava diverse differenze rispetto a quello che vigeva nel 1890. Esso infatti iniziava tralasciando la recita dei salmi 67 e 34 per passare subito alla preghiera di san Michele Arcangelo. Seguiva il vero e proprio esorcismo, ripreso interamente dalla prima ver­sione, che si concludeva con un’invocazione finale e con l’asper­sione del luogo, in cui si effettuava l’esorcismo, con acqua esorcizzata.

Nel Rituale edito da Pio XII con decreto del 1952, gli esorcismi sono riportati nel titolo XII con l’espressione “De exorcizandis obsessis a daemonio” il quale comprende un capitolo sulle norme da osservare quando si esorcizza il demonio, un capitolo che ri­produce il rito vero e proprio dell’esorcismo sugli ossessi dal de­monio e un capitolo che riprende l’Exorcismus in Satanam et angelos apostaticos. Una delle più vistose diversità nei confronti del Rituale precedente di Pio XI nell’edizione del 1926 è lo spo­stamento del capitolo sugli esorcismi dal titolo XI al titolo XII che comporta anche il venir meno e l’aggiunta di alcune preghiere soprattutto nei salmi. È inoltre stabilito che il rito sia presieduto esclusivamente da un sacerdote delegato a questo dall’Ordinario del luogo anche se è consentita la presenza di assistenti laici allo scopo di aiutare il sacerdote nella preghiera e nell’immobilizzare l’ossesso durante lo svolgimento degli esorcismi. Due altre modi­fiche di grande rilievo nel titolo XII sono da rintracciarsi nelle norme preliminari al numero 3:

Prima di tutto non creda facilmente che qualcuno sia possedu­to dal demonio; a tale scopo sia bene a conoscenza di quei sinto­mi da cui si distingue un posseduto da coloro che sono affetti da una qualche malattia, soprattutto psichica. Possono essere segni del­la presenza del demonio: parlare correttamente lingue sconosciu­te o capire chi le parla; conoscere fatti distanti o nascosti; dimo­strare di avere delle forze superiori all’età e alla naturale condi­zione; e altri fenomeni di questo genere che più sono numerosi e più sono indicativi.

Ciò che faceva problema era il tipo di linguaggio che non ri­specchiava più il sentire del nuovo periodo: era necessario sosti­tuire una espressione vecchia con una terminologia nuova che si basava pure sui recenti studi medici. Anche la parola “segno” non esprimeva più una fenomenologia determinata a priori ma inten­deva parlare ora di “indizio”. Per poter meglio comprendere il cri­terio diagnostico occorre fare una precisazione. Osservando un indemoniato nel suo modo di atteggiarsi non è difficile ricono­scere come i suoi comportamenti possano raggrupparsi in due di­versi tipi: alcuni presentano una somiglianza con quelli che han­no dei disturbi e delle malattie psichiche (potremmo indicarle con il nome di fenomenologia psichiatrica della possessione), altri, per il loro sembrare a certi fenomeni della parapsicologia, potremmo definirli con il nome di fenomenologia parapsicolo­gica della possessione. Per quanto concerne la fenomenologia

Psichiatrica (*), afferma mons. Balducci, il Rituale ne suppone sia la presenza sia la naturalità ma proprio su questa situazione la pre­senza della fenomenologia parapsicologica acquista (**) un valore indicativo. È però insufficiente affermare che la parapsicologia concomitante con la fenomenologia psichica possa essere solo un indizio ma anzi è sempre un indizio di possessione.

A conclusione di questo paragrafo riportiamo il testo integrale degli esorcismi contenuti nel Rituale Romanum nella sua ultima edizione del 1956:

NORME DA OSSERVARE CON CHI VIENE ESORCIZZATO CONTRO IL DEMONIO
Il sacerdote che si appresta a esorcizzare persone tormentate dal de­monio deve essere munito di speciale ed espressa autorizzazione del­l’ordinario e deve essere fornito di pietà, prudenza, integrità di vita; confidando non nel suo potere, ma in quello divino; sia distaccato da ogni cupidigia dei beni umani, per poter compiere il suo compi­to religioso mosso da costante carità e umiltà. Deve inoltre essere di età matura e degno di rispetto non solo per l’incarico, ma per la se­rietà dei costumi.
Perciò, per poter adempiere nettamente al suo ufficio, si sforzi di co­noscere molti altri documenti utili al suo compito, scritti da provati autori e che qui, per brevità, non indichiamo, e si valga dell’espe­rienza; inoltre deve osservare diligentemente queste poche norme, particolarmente necessarie.
Prima di tutto non creda facilmente che qualcuno sia posseduto dal demonio; a tale scopo sia bene a conoscenza di quei sintomi da cui si distingue un posseduto da coloro che sono affetti da una qualche malattia, soprattutto psichica. Possono essere segni della presenza del demonio: parlare correttamente lingue sconosciute o capire chi le parla; conoscere fatti distanti o nascosti; dimostrare di avere delle forze superiori all’età e alla naturale condizione; e altri fenomeni di questo genere che più sono numerosi e più sono indicativi.
Per acquistare una maggiore conoscenza dello stato della persona, dopo uno o due esorcismi, egli interroghi il posseduto su quanto ha percepito nella mente o nel corpo; per conoscere anche a quali parole i demoni si siano maggiormente turbati, per insistervi e ripeterle con più frequenza in seguito.
Si renda conto di quali artifici e inganni usino i demoni per fuor­viare l’esorcista: infatti sono soliti rispondere con menzogne; si ma­nifestano docilmente, affinché l’esorcista, ormai stanco, ci rinunci; oppure il colpito si finge malato e non posseduto dal demonio.
Talvolta i demoni, dopo essersi manifestati, si nascondono e lascia­no il corpo libero da ogni molestia, così che il colpito crede di essere totalmente liberato. Ma l’esorcista non cessi finché non vede i segni della liberazione.
Talvolta i demoni pongono in atto tutti gli impedimenti che possono, perché il malato non si sottoponga agli esorcismi, o si sforzano di convincere che si tratta di una malattia naturale; qualche volta, du­rante l’esorcismo, fanno sì che il malato dorma e gli mostrano una qualche visione, nascondendo se stessi, perché sembri che il malato sia liberato.
Alcuni dichiarano di aver ricevuto un maleficio, dichiarano da chi è stato fatto e in che modo vada distrutto. Ma si stia attenti che per questo, non ci si rivolga a maghi o a indovini o ad altri, anziché ri­correre ai ministri della Chiesa; che non si ricorra a nessuna forma di superstizione o ad altri mezzi illeciti.
Altre volte il demonio permette che l’infermo riposi e riceva la san­tissima eucaristia, perché sembri che se ne sia andato. Inoltre sono innumerevoli gli artifici e le frodi del demonio per ingannare l’uomo; per non lasciarsi imbrogliare da questi modi l’esorcista deve es­sere molto prudente.
Perciò l’esorcista, memore di quanto ha detto il Signore, che, certo ge­nere di demoni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno, si sforzi di fare uso di questi due potentissimi rimedi per impetrare l’aiuto divino ed espellere i demoni, secondo l’esempio dei santi pa­dri, in quanto gli è possibile, o personalmente o incaricandone altri.
I posseduti vengano esorcizzati in chiesa, se si può fare comoda­mente, o in altro locale religioso e conveniente, lontano dalle folle. Ma se il posseduto è ammalato, o per altro giusto motivo, si può com­piere l’esorcismo anche in casa.
Venga avvisato il posseduto, se è fisicamente e mentalmente in gra­do di farlo, di pregare a suo vantaggio, di digiunare, di ricevere spes­so la confessione e la comunione a suo sostegno, secondo il consiglio del sacerdote. E mentre viene esorcizzato, che stia raccolto, che si ri­volga a Dio con ferma fede per chiedergli la salute con tutta umiltà. E mentre viene maggiormente tormentato, sopporti con pazienza, senza mai dubitare dell’aiuto di Dio.
Abbia il Crocifisso in mano o in vista. Anche le reliquie dei santi, quando si possono avere; tenute con sicurezza e avvolte convenien­temente, possono essere poste con riverenza sul petto o sul capo del posseduto. Ma si stia attenti che gli oggetti sacri non vengano tratta­ti in modo indegno o possano subire danno dal demonio. Non si ponga la santissima eucaristia sul capo del posseduto o su altra par­te del suo corpo, per il pericolo di irriverenza.
L’esorcista non si perda in molte parole, né in domande superflue o di curiosità, soprattutto riguardo a fatti futuri o nascosti che non si addicono al suo ufficio. Ma imponga allo spirito immondo di tacere e di rispondere solo alle sue domande; e neppure gli creda se il de­monio finge di essere l’anima di un qualche santo, o di un defunto o di un angelo buono.
Le domande necessarie da farsi sono, ad esempio, quelle sul nume­ro e sui nomi degli spiriti presenti, sul tempo in cui sono entrati, sul­la causa della possessione, e altre simili. Quanto alle altre futilità sul demonio, il riso, le inezie, l’esorcista lo tronchi o le disprezzi; e am­monisca i presenti – che debbono essere pochi – di non farvi caso e di non rivolgere domande al posseduto; ma piuttosto di pregare Dio per lui, con umiltà e insistenza.
Gli esorcismi vanno detti o letti comandando con autorità, con grande fede, umiltà e fervore; e quando ci si accorge che lo spirito è più tormentato, allora si insista e lo si incalzi con più forza. Qualo­ra ci si accorga che il posseduto soffre in qualche parte del corpo, o è colpito, o compare in qualche parte un bubbone, vi si faccia il se­gno della croce é si asperga con acqua benedetta, che si deve sempre avere pronta.
L’esorcista osservi anche a quali parole i demoni tremano di più, e le ripeta più volte; e quando giunge al comando, lo ripeta spesso, au­mentando sempre la punizione. Se poi nota un progresso, continui per due, tre, quattro ore, e più che può, fino a conseguire il successo. 18. Si guardi inoltre l’esorcista dal somministrare o consigliare una qualsiasi medicina, ma lasci ai medici questo compito.
Esorcizzando una donna, sia sempre presente qualche persona fida­ta, che tenga stretta la posseduta mentre viene agitata dal demonio; se è possibile, queste persone siano della famiglia della posseduta. Inoltre l’esorcista, geloso della delicatezza, si guardi bene dal fare o dire qualsiasi cosa che possa essere per lui o per gli altri occasione di cattivi pensieri.
Durante l’esorcismo, usi di preferenza le parole della sacra Scrittura, anziché quelle proprie o di altri. E imponga al demonio di dire se è entrato in quel corpo in seguito a magia, o a segni malefici, o a co­se maleficiate che il posseduto ha mangiato; in questo caso le vomi­ti, se invece ci si è serviti di cose esterne alla persona, dica dove sono e, dopo averle trovate, si brucino. Si avverta il posseduto di rivelare all’esorcista le tentazioni a cui viene soggetto.
Se poi il posseduto venisse liberato, lo si ammonisca con cura di guardarsi dal peccato per non offrine al demonio l’occasione di ri­tornare; in questo caso la sua condizione potrebbe diventare peggio­re di quella di prima della liberazione.

Note:

(*) La possessione è caratterizzata da un dominio dispotico, che il demonio esercita sul corpo di una persona, servendosi di esso a suo piacimento, do­po aver ridotto all’impotenza la forza direttiva dell’anima. C’è quindi una ve­ra sostituzione di comando dove il corpo si muove, parla agisce mosso dal­l’individuo che con violenza lo domina. Il paziente, nel suo comportamento esteriore, manifesterà una fenomenologia molto simile a quella propria di certi disturbi mentali, caratterizzati dallo sdoppiamento della personalità o dalla presenza di. un principio interno che spinge ad agire in modo diverso dal normale. Cfr. C. Balducci, “Il diavolo”, Mondadori, Milano 1994, pp. 252­253.

(**) Nella persona posseduta, il demonio che agisce ha un potere molto più este­so di quello proprio alla natura umana. Ora nel comportamento dell’indivi­duo dovrà apparire questo potere eccezionale che farà assumere all’ossesso posizioni instabili, camminerà, si muoverà, eseguirà perfettamente qualsiasi azione ad occhi chiusi, saprà disimpegnare attività mai apprese, come suo­nare, dipingere, potrà parlare lingue sconosciute, manifesterà conoscenze occulte circa oggetti, persone e avvenimenti passati, nascosti, lontani. Egli potrà sollevarsi dal suolo e sospeso nel vuoto muoversi e compiere vere acrobazie, sposterà oggetti e mobili senza toccarli e verificarsi altre cose straordinarie e impressionanti. Queste possibilità sono del tutto al di fuori dell’ordine psichiatrico. Cfr. I, p. 254.


Note:

[1] HUMANUM GENUS. LETTERA ENCICLICA. “CONDANNA DEL RELATIVISMO FILOSOFICO E MORALE DELLA MASSONERIA”. Il link alla lettera enciclica: