In Boeing, Volkswagen, Pfizer, Astrazeneca e non solo ci sono state sezioni del Partito comunista cinese “sono state istituite in seno a grandi aziende occidentali”. Lo scoop di Sky News Australia nella sintesi di Agenzia Nova
Bufera su Boeing, Volkswagen, Pfizer, Astrazeneca e non solo. Ecco perché.
Una lista contenente i nomi di quasi due milioni di affiliati al Partito comunista cinese (Pcc) è stata divulgata online. Lo ha annunciato Sky News Australia, che la definisce “la più grande fuga d’informazioni di questo genere al mondo”.
Il registro, che sarebbe parte di documenti ufficiali cinesi, include “i dettagli” di 1,95 milioni di membri del Pcc. Secondo l’emittente televisiva australiana, “ciò che rende questo database straordinario non è solo il fatto di esporre come membri del Partito comunista cinesi (migliaia di persone) che attualmente vivono e lavorano in tutto il mondo, dall’Australia agli Usa al Regno Unito. Ad essere straordinario è il fatto che questa lista alza il sipario sulle modalità attraverso le quali il Partito opera sotto la leadership del presidente Xi Jinping”.
Il database, che “dissidenti cinesi” avrebbero estrapolato da un server di Shanghai lo scorso settembre, è stato consegnato a un consorzio di quattro organizzazioni mediatiche: “The Australian”, “The Sunday Mail”, “De Standaard” e un editore svedese, che ne hanno analizzato i contenuti per due mesi.
Dal database emerge che sezioni del Partito comunista cinese “sono state istituite in seno a grandi aziende occidentali, consentendo l’infiltrazione di quelle aziende da parte di membri del Pcc che, se necessario, rispondono direttamente al Partito, al suo segretario, al presidente (Xi) in persona”.
Assieme ai dettagli identificativi di 1,95 milioni di iscritti al Partito, perlopiù originari di Shanghai, i documenti trapelati contengono i dettagli ben 79 mila sezioni di partito, molte istituite in seno ad aziende internazionali.
Secondo la stampa australiana, tra le grandi aziende i cui nomi compaiono nella lista figurano il colosso aerospaziale Boeing, il gruppo bancario Hsbc, i costruttori di automobili Volkswagen, Jaguar e Rolls Royce, e addirittura le compagnie farmaceutiche Pfizer e Astra Zeneca, protagoniste degli sforzi globali per lo sviluppo di vaccini sperimentali contro la Covid-19.
Ancor più allarmante, secondo la stampa australiana, è il fatto che alcuni dei membri del partito in questione avrebbero fatto giuramento di “tutelare i segreti del Partito, essere leali al Partito, lavorare duramente, lottare per il comunismo per tutta la vita (…) e non tradire mai il Partito”.
Secondo Sky News Australia, il vasto database rappresenta un grave imbarazzo per numerose grandi aziende multinazionali, che “sembrano non essersi dotate di alcun piano per tutelarsi dal furto della proprietà intellettuale e dallo spionaggio economico”. I media australiani evidenziano che dal database non emerge alcuna prova che i soggetti elencati abbiano compiuto attività di spionaggio: non è chiaro però se e fino a che punto le aziende interessate siano a conoscenza dell’affiliazione dei loro dipendenti, e quali misure abbiano intrapreso per premunirsi sul fronte della sicurezza.
La giornalista investigativa di The Australian e Sky news Australia, Sharry Markson con due articoli, un comunicato a Sky news e alcuni tweet dal suo profilo personale, parla di un database contenente i dettagli di quasi 2 milioni di membri del PCC.
Nei registri, come riportato da ‘Skynews Australia‘ ci sono i loro nomi, la posizione nel partito, la data di nascita, il numero di carta d’identità nazionale ed etnia.
The weekend Australian. China Comunist Party ghosts in the global machine, Sharri Markson
“La cosa sorprendente di questo database non è solo che espone persone che sono membri del partito comunista e che ora vivono e lavorano in tutto il mondo, dall’Australia agli Stati Uniti al Regno Unito. Ma è sorprendente perché solleva il coperchio su come opera il partito sotto il presidente Xi Jinping. I rami del partito comunista sono stati istituiti all’interno delle società occidentali, consentendo l’infiltrazione di quelle società da parte dei membri del PCC – che, se chiamati, rispondono direttamente al partito comunista e al presidente stesso. Insieme ai dettagli di identificazione personale di 1,95 milioni di membri del partito comunista, per lo più da Shanghai, ci sono anche i dettagli di 79.000 rami del partito comunista, molti dei quali all’interno di aziende”, ha detto la Markson.
La giornalista afferma inoltre: “questo dimostra che i rami del partito sono incorporati in alcune delle più grandi aziende del mondo e persino all’interno di agenzie governative”, ma anche che questa fuga di notizie “metterà in imbarazzo alcune aziende globali che sembrano non avere alcun piano in atto per proteggere la loro proprietà intellettuale dal furto e dallo spionaggio economico”.