LA PAROLA EUTANASIA SIGNIFICA "DOLCE MORTE", MA E' UN PURO EUFEMISMO QUANDO UN MALATO VIENE CRUDELMENTE PRIVATO DI ACQUA E CIBO. IL MONDO E' PREDA DI UNA DIABOLICA E DISUMANA CORRENTE CHIAMATA "MALTHUSIANESIMO" O EUGENETICA
Eugenetica: disciplina che si prefigge di favorire e sviluppare le qualità innate di una razza, giovandosi delle leggi dell’ereditarietà genetica. Il termine fu coniato nel 1883 da
Galton, il quale credeva necessario un intervento delle istituzioni per questo fine. Sostenuta da correnti di ispirazione darwinistica e malthusiana, l’eugenetica si diffuse inizialmente nei paesi anglosassoni, grazie anche alla forte impostazione
positivista della scienza e all’ideale imperante di
progresso della
civiltà.
I programmi eugenetici più efferati sono stati applicati dalla Germania nazista con il progetto “Aktion T4”, il cui obiettivo era l’eliminazione di persone affette da malformazioni genetiche. Iniziato nel 1939, il drammatico provvedimento ha mietuto oltre 70 mila vittime, considerate “indegne di vivere”, anche se la maggioranza degli storici del nazismo è concorde nel valutare questa cifra inferiore ai dati reali. Inoltre l’eliminazione dei disabili andò avanti anche dopo l’annuncio ufficiale di sospensione del criminale progetto. La politica eugenetica nazista è riassunta chiaramente nelle parole di Heinrich Wilhelm Kranz (1897-1945), allora direttore dell’Istituto di Eugenetica dell’Università di Giessen:
“Esiste un numero assai elevato di persone che, pur non essendo passibili di pena, sono da considerarsi veri e propri parassiti, scorie dell’umanità. Si tratta di una moltitudine di disadattati che può raggiungere il milione, la cui predisposizione ereditaria può essere debellata solo attraverso la loro eliminazione dal processo riproduttivo”.
In sintonia con questa visione il regime nazista implementò subito dopo l’ascesa al potere di Hitler le prime politiche di igiene razziale. Il 14 luglio
1933 venne discussa dal parlamento tedesco la Gesetz zur Verhütung erbkranken Nachwuchses («Legge sulla prevenzione della nascita di persone affette da malattie ereditarie»). Questa legge stabiliva la
sterilizzazione forzata di persone affette da una serie di malattie ereditarie – o supposte tali – tra le quali
schizofrenia,
epilessia,
cecità,
sordità,
corea di Huntington e
deficienza mentale. Inoltre la legge prevedeva la sterilizzazione degli
alcoolisti cronici.
Un ulteriore campo di intervento a favore dell’eugenetica fu rappresentato dalle scuole dove gli studenti si trovarono a risolvere problemi di aritmetica di questo tipo: “Un malato di mente costa circa 4 marchi al giorno, un invalido 5,5 marchi, un delinquente 3,5 marchi. In molti casi un funzionario pubblico guadagna al giorno 4 marchi, un impiegato appena 3,5 marchi, un operaio […] a) rappresenta graficamente queste cifre […]”.
Nonostante le numerose proteste popolari ed i ricorsi fatti dai parenti dei pazienti si stima che tra il
1933 ed il
1939 siano state sterilizzate 200.000 – 350.000 persone.
Successivamente in data 1° settembre 1939 Adolf Hitler scrisse questo ordine:
“Il Reichsleiter Bouhler e il dottor Brandt sono incaricati, sotto la propria responsabilità, di estendere le competenze di alcuni medici da loro nominati, autorizzandoli a concedere la morte per grazia ai malati considerati incurabili secondo l’umano giudizio, previa valutazione critica del loro stato di malattia”.
Il 18 agosto 1939 la Direzione Sanitaria del Reich emanò un provvedimento segreto noto con la sigla IV-B 3088/39-1079 Mi. Grazie a questa disposizione i medici dei “Centri di consulenza” dovevano essere obbligatoriamente informati dagli ospedali e dalle levatrici della nascita di bambini affetti da gravi tare fisiche o psichiche. Ottenuto il consenso dei genitori i bambini venivano ricoverati in cinque centri: Brandenburg, Eichberg, Eglfing, Kalmenhof e Steinhof. Qui giunti i bambini venivano solitamente uccisi con un’iniezione di scopolamina o lasciati progressivamente morire di fame. A decesso avvenuto i bambini venivano sezionati, ai medici interessava soprattutto studiarne il cervello.
Fu il dottor Viktor Brack a creare una Direzione della “Aktion T4”: il cosiddetto “Comitato dei Periti”. Esso era, di fatto, il vertice dell’operazione ed era costituito da tre persone: il professor Werner Heyde, il professor Paul Nitsche e il professor Maximilian de Crinis. I tre, psichiatri e nazisti fidati, crearono la struttura amministrativa e idearono i successivi passaggi esecutivi per lo sterminio dei disabili fisici e psichici.
All’inizio dell’ottobre 1939 tutti gli ospedali, case d’infanzia, case di riposo per anziani e sanatori ebbero l’obbligo di riportare su di un apposito modulo tutti i pazienti istituzionalizzati da cinque o più anni, i «pazzi criminali», i «non-ariani» e coloro ai quali era stata diagnosticata una qualsiasi malattia riportata in un’apposita lista. Inizialmente i pazienti vennero uccisi, come già accadeva nel programma per i bambini, con iniezioni letali. Il metodo era però lento ed inefficace e con il prosieguo della guerra, quando i farmaci utilizzati nelle iniezioni divennero sempre più scarsi, divenne chiaro che sarebbe stato necessario trovare un nuovo metodo. Hitler stesso, basandosi sul consiglio del professor Heyde, propose a Brandt l’utilizzo di monossido di carbonio, dopo che una serie di esperimenti effettuati nel gennaio 1940 a Brandeburgo con diversi tipi di iniezioni letali raffrontate con l’impiego del gas avevano dimostrato la superiore efficienza di quest’ultimo.
Si stima che l’attuazione del programma T4 abbia portato all’uccisione di un totale di persone compreso tra le 60.000 e le 100.000. Per quanto concerne la sola terza fase dell’aktion T4, i medici incaricati di portare avanti l’operazione decisero di uccidere il 20% dei disabili presenti negli istituti di cura, per un totale di circa 70.000 vittime. Ad ogni modo l’uccisione di disabili proseguì anche oltre la fine ufficiale dell’operazione, portando quindi il totale delle vittime ad una cifra che si stima intorno ai 200.000 individui.