giovedì 4 luglio 2019

Bufera su Ikea per aver licenziato un dipendente no Lgbt


(di Mauro Faverzani) In occasione dell’ultima Giornata internazionale contro l’omofobia, lo scorso 17 maggio, si pensava che Ikea avesse già dato il meglio, anzi il peggio di sé. Per tale ricorrenza aveva pensato bene, infatti, di pubblicare sui suoi social uno spot pro-Lgbtqia, 80 secondi con nove storie di «politicamente corretto»; poi volle tingere coi colori arcobaleno la sua borsa più venduta, la Frakta; infine, decise di donare mobili per un progetto di co-housing sociale destinato alla prima casa di accoglienza pensata a Torino per tutti gli Lgbtqia, che dovessero lasciare la propria famiglia, perché rifiutati dopo aver fatto outing. 

Insomma, si può proprio dire che la multinazionale svedese dell’arredamento non si fosse risparmiata. Ma ora ha voluto superare sé stessa in un gioco al continuo ribasso. Come? 

È accaduto in una sua filiale polacca. Alla vigilia della Giornata internazionale contro l’omofobia Ikea ha pubblicato, infatti, sul suo Intranet un avviso, in cui ha chiesto ai propri dipendenti di unirsi alle celebrazioni e di sensibilizzarsi sul tema, ad esempio chiedendo ai trans con quale pronome volessero essere definiti. Un invito, questo, che non è per niente piaciuto ad un suo dipendente, Tomasz K., da molti anni assunto presso la filiale di Cracovia, in Polonia. 

L’uomo ha pensato bene di rispondere picche online, chiarendo di ritenere l’appello lanciato dall’azienda inaccettabile, irricevibile ed in ogni caso lungi dal rappresentare un dovere per i lavoratori, anche perché ha specificato come, in realtà, accettare e promuovere «l’omosessualità ed altre devianze sia fonte di scandalo». Questione di coscienza, insomma. 

Per chiarire meglio il suo pensiero, Tomasz ha aggiunto due brani della Sacra Bibbia. Il primo tratto dal Vangelo di Matteo: «Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino e fosse gettato negli abissi del mare» (Mt 18,6). Ed il secondo brano tratto dal Levitico: «Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro» (Lev 20, 13). 

Il commento non è piaciuto ai superiori di Tomasz, che gli hanno promesso conseguenze. Detto, fatto. Nel giro di pochi giorni l’uomo è stato licenziato in tronco, invitato a raccogliere in fretta le proprie cose dall’armadietto, a restituire il badge aziendale e poi ad andarsene. A Ikea non sono piaciuti i riferimenti dell’Antico Testamento sulla sorte, che attende sodomiti e dintorni, da lui citati nel post. 

A riprova del clima di terrore, che si è ormai generato attorno a queste tematiche, basti la decisione dell’ormai ex-dipendente, colpito dai fulmini gay-friendly della sua azienda, di non voler rivelare il proprio nome per esteso, per paura che nessun’altro poi lo voglia più assumere: «Sono rimasto scioccato – ha comunque commentato nel corso di un’intervista all’emittente Tvp Info – Io sono cattolico e questi sono i miei valori. Non posso censurare Dio». 

Il drastico licenziamento, questa volta, però ha suscitato un vasto malcontento, ottenendo probabilmente il risultato opposto a quello sperato da Ikea. In un tweet, ad esempio, Jerzy Kwaśniewski, presidente dell’istituto Ordo Iuris, si è chiesto se citare un brano del Levitico possa rappresentare un «incitamento all’odio». Ed ha accusato l’azienda di antisemitismo, di cristianofobia, nonché di voler «censurare le Sacre Scritture. Una citazione dell’Antico Testamento è giuridicamente accettabile e non giustifica il licenziamento di un dipendente». 

La decisione di Ikea potrebbe insomma essere interpretata come motivata da pregiudizio contro i cristiani. Per questo, Ordo Iuris ha fatto causa contro la multinazionale svedese, citandola in giudizio presso il Tribunale distrettuale di Cracovia e chiedendo di invalidare il licenziamento e di risarcire Tomasz K. per i danni subiti. Il sindacato Solidarność, a sua volta, si è offerto di appoggiare la causa di questo sfortunato lavoratore, benché non sia un proprio iscritto: «Stiamo monitorando la situazione – ha dichiarato Marek Lewandowski, portavoce del sindacato –. Se potremo essere utili, agiremo». Esponenti di governo hanno invocato il boicottaggio di Ikea in risposta alla sua politica aziendale intimidatoria ed irrispettosa nei confronti dei propri dipendenti. 

Il ministro di Giustizia in carica, Zbigniew Ziobro, ha incaricato la Procura di verificare se il colosso dell’arredamento abbia violato i diritti dei lavoratori e lo stesso codice penale, definendo quanto accaduto «inaccettabile» ed «assolutamente oltraggioso». Il Difensore Civico, dal canto suo, sta verificando se tale licenziamento sia anche gravato dalla pregiudiziale di una discriminazione antireligiosa. 

Già nei giorni scorsi s’era registrata tensione nella fabbrica della Volvo a Breslavia per la decisione dell’azienda di promuovere la costituzione di una sorta di «comunità Lgbtq+» interna. Iniziativa, accolta con malumore dalle stesse forze sindacali. Grzegorz Zachara, presidente di Solidarność, ha spiegato ai media come non competa ad un datore di lavoro «promuovere minoranze o maggioranze sessuali, religiose o politiche». Ciò che pare certo è, come ha sottolineato Grzegorz Upper, caporedattore della rivista cattolica polacca Fronda, il tentativo attuato in molte aziende di promuovere consapevolmente e reiteratamente «l’ideologia estrema degli attivisti omosessuali», creando tra i lavoratori un autentico clima intimidatorio. La minaccia è chiara: o ci si adegua o si perde il posto di lavoro. 

La Polonia ci mostra, non a parole ma coi fatti, come sia possibile dire “no” ed opporsi a questo inaudito ed antisindacale gioco al massacro. Che se ne prenda accurata nota anche in Italia. E che si agisca. (Mauro Faverzani)



LITURGIA E PREGHIERE DEL GIORNO

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Giovedì 04 Luglio 2019



LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -
  






 PRIMA LETTURA 

Gen 22,1-19
Dal libro della Gènesi

In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò».
Abramo si alzò di buon mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo. Allora Abramo disse ai suoi servi: «Fermatevi qui con l’asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi». Abramo prese la legna dell’olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutti e due insieme.
Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov’è l’agnello per l’olocausto?». Abramo rispose: «Dio stesso si provvederà l’agnello per l’olocausto, figlio mio!». Proseguirono tutti e due insieme.
Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna, legò suo figlio Isacco e lo depose sull’altare, sopra la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio.
Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito».
Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio.
Abramo chiamò quel luogo “Il Signore vede”; perciò oggi si dice: «Sul monte il Signore si fa vedere».
L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».
Abramo tornò dai suoi servi; insieme si misero in cammino verso Bersabea e Abramo abitò a Bersabea.


  SALMO  

Sal 114
Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi.

Amo il Signore, perché ascolta
il grido della mia preghiera.
Verso di me ha teso l’orecchio
nel giorno in cui lo invocavo.

Mi stringevano funi di morte,
ero preso nei lacci degli inferi,
ero preso da tristezza e angoscia.
Allora ho invocato il nome del Signore:
«Ti prego, liberami, Signore».

Pietoso e giusto è il Signore,
il nostro Dio è misericordioso.
Il Signore protegge i piccoli:
ero misero ed egli mi ha salvato.

Sì, hai liberato la mia vita dalla morte,
i miei occhi dalle lacrime,
i miei piedi dalla caduta.
Io camminerò alla presenza del Signore
nella terra dei viventi.


 VANGELO 

Mt 9,1-8
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati».
Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua.
Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

Aggiornamento 3 Luglio – DNI

Pressione dall'Asia 1-3 Luglio 2019
Pressione dall’Asia 1-3 Luglio 2019
La prima immagine in questo aggiornamento mostra la spinta inizialmente sulla M5 che proviene dall’Asia e si è manifestata in Afghanistan, un’altra spinta verso Asia ed Europa proviene dall’Oceano Indiano ed ha origine dal trasferimento di pressione all’Indonesia.
La prima delle due ha originato dei movimenti a valle in Iran e continuando il suo trasferimento, la pressione ha generato oggi una scossa in Grecia nella zona di Creta.
La seconda spinta dall’Indiano potrebbe causare altri movimenti sulle coste del Pakistan e Iran ma anche risalendo il Mar Rosso e rilasciando la pressione nelle zone del Mar Morto e di Cipro.
La seconda immagine mostra la situazione in Europa di questi ultimi 2/3 gironi con i movimenti che mostrano come la spinta della pressione in trasferimento abbia raggiunto la zona attiva in questo momento che è quella tra Albania e Grecia, apparentemente questa ha bloccato ulteriori movimenti a nord nella ex Iugoslavia.
In Italia le relativamente scosse leggere si stanno manifestando al centro, mentre la pressione dei movimenti dei giorni precedenti ha continuato l’espansione come al solito verso Francia, Pirenei e Gibilterra-Azzorre.
E’ possibile che vedremo il solito movimento sulla M3 in Romania e ancora movimenti in Italia, sulla M3, al centro e al sud.
Dutchsinse Previsione Terremoti Italia - Scosse Europa 2-3 Luglio 2019

“Vi dimostro chi ha scelto realmente i nuovi vertici della UE”



“Nel 2016 il Cartello finanziario internazionale riuniva in Germania, Ursula Von Der Leyen, Christine Lagarde e Charles Michel al Bilderberg per parlare di riforme della Unione Europea. Alla prima occasione utile sono arrivati tutti e 3 ai vertici di quelle istituzioni europee che dovranno portare avanti quelle riforme” – così il giornalista d’inchiesta Francesco Amodeo in un video diffuso su YouTube:


https://www.cronaca.news/la-garde-unione-europea-bilderberg-bce/

I DUE PERSONAGGI DEL MOMENTO: LE TEDESCHE RAKETE E VON DER LEYEN. QUESTO VIDEO INTERESSANTE RESTITUISCE UNA INEDITA PROSPETTIVA ESCATOLOGICA DI QUESTE DUE FIGURE FEMMINILI.... 



CAROLA RACKETE E URSULA VON DER LEYEN : DONNE MASSONICHE?


mercoledì 3 luglio 2019

ECLISSI DI SOLE 2019 IN SUDAMERICA






ll punto migliore per l'eclissi totale di sole del 2 luglio 2019 è stato il deserto cileno di Atacama, dove la mancanza di umidità e di luci cittadine hanno creato un effetto spettacolare. Qui centinaia di migliaia di turisti hanno assistito al fenomeno della sovrapposizione della luna al sole, che ha lasciato per massimo due minuti tutti al buio.



Secondo la società astronomica cilena in questa zona non si vedeva un'eclissi dal 1592. La prossima sarà nel 2165.



L'eclissi totale di sole del 2 luglio vista da alcuni boliviani anche con strumenti di fortuna (cosa altamente sconsigliata).



La fase di totalità, con il sole completamente oscurato, è durata poco più di due minuti a seconda della località da cui è stata vista.



SITUAZIONE REAL TIME DEI VULCANI STROMBOLI, POPOCATEPETL, YELLOWSTONE, SAKURAJIMA E ETNA







C'entra forse l'eclisse solare del 2 luglio 2019?



Putin in Italia, una visita cruciale

Il presidente russo Vladimir Putin a G20

LA VISITA LAMPO DI PUTIN IN ITALIA. GIUSTO IL TEMPO DI FARSI DUE RISATE PER IL FINALE DELLA VICENDA SEA WATCH....

La visita arriva a pochi giorni dall’intervista al “Financial Times” in cui il presidente russo ha sostenuto la necessità di trovare alternative ad un sistema liberale diventato obsoleto. E l’Italia è il primo stato europeo che ha rotto con quel sistema.
Quella di Vladimir Putin atteso a Roma per incontrare il Papa, il presidente Sergio Mattarella, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i due vice premier Matteo Salvini e Luigi Di Maio non è una visita di circostanza. Né tantomeno di cortesia. E’ una visitacruciale per mettere a punto nuovi rapporti tra Russia ed Europa e impostare nuove forme di collaborazione con chi nel Vecchio Continente punta sull’amicizia con Mosca anziché costruire nuove cortine di ferro. Per capirlo basta notare come la visita sia stata preceduta dall’importante intervista di Putin al Financial Times. Un’intervista in cui il Presidente russo definisce “obsoleto” quel liberalismo che domina l’Europa dal dopo guerra ad oggi imponendo come valori supremi il multiculturalismo e la tolleranza senza limiti. 

Il liberalismo obsoleto

Dietro quel termine “obsoleto” non c’è, come vuole far credere qualcuno, il brutale rifiuto dlella democrazia, ma la condanna delle forme degenerative della democrazia liberale. Una democrazia liberale trasformatasi da sistema di garanzie capace di proteggere il cittadino dagli abusi dello stato in arbitrio individuale o elitario. Un arbitrio pronto a compromettere l’autorità dello stato sulla base di concetti e idee condivisi non dalla maggioranza, ma da piccole e ristrette élite persuase della propria supremazia etica e morale. Elite sostenute dai grandi gruppi multinazionali o da quei giganti di internet decisi a erodere l’autorità degli stati nazionali colpevoli di rappresentare in virtù delle leggi e dei propri sistemi fiscali l’ultimo ostacolo ad uno sviluppo e ad una crescita incontrollate.
“L’idea liberale è diventata obsoleta” - spiega Putin perché ormai “in conflitto con gli interessi della stragrande maggioranza della popolazione”.

L’impotenza degli stati

Subito dopo Putin introduce un ragionamento che sembra la metafora di quanto avviene quotidianamente nel nostro paese. “Quest’idea liberale presuppone che nulla debba venir fatto. I migranti possono uccidere, depredare e violentare impunemente perché i loro diritti di migranti devono venir protetti”. Un concetto confermato platealmente dalla vicenda di Carola Rackete, la “capitana” della Sea Watch rimessa in libertà da un giudice che considera la sua azione in difesa dei migranti moralmente più significativa dello speronamento di una motovedetta della Guardia di Finanza in cui è stata messa a rischio la vita dell’equipaggio. Ma alla luce di quanto sostiene Vladimir Putin è ancor più significativo come gli atti pirateschi della Capitana Carola Rackete non vengano giustificati soltanto da un magistrato figlio di quell’elite delle procure che da trent’anni influenza la politica italiana, ma anche da Parigi e Berlino capitali di quell’ asse liberale deciso ad allontanare la Russia dall’Europa.

L’asse liberale di Parigi e Berlino

Il primo a condannare l’Italia è stato, non a caso, il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Mass: "Salvare vite umane è un dovere umanitario Soccorrere vite umane" scrive su twitter - non può essere criminalizzato".
Una condanna seguita dal comunicato con cui il ministro dell’interno francese Christophe Castaner spiega che "La chiusura dei porti è una violazione del diritto del mare".
Per dimostrare la faziosità dei due ministri basterebbe ricordare come Parigi continui a respingere in Italia migliaia di migranti e come la Berlino negli ultimi tre anni abbia deportato quasi seicento richiedenti asilo in un Afghanistan devastato dalla guerra. Ma il problema originario, come ricorda Putin nell’intervista al Financial Times, sono le politiche di una Angela Merkel impostasi come la paladina dell’accoglienza fuori controllo aprendo le porte, contro la volontà dei tedeschi, a un milione di migranti. La severa erosione del consenso elettorale di Angela Merkel e la rivolta, in Francia, dei gilet gialli seguita dal successo di Marine Le Pen alle europee dimostrano come le politiche liberali ed elitarie dei governi di Parigi Berlino si scontrino con un aperta ostilità popolare che le considera un’aperta violazione dei diritti della maggioranza.

Le prospettive dell’Italia

Ma il paese in cui questo sentimento è più evidente e ha portato alla nascita di un governo giallo verde in aperta antitesi con i sistemi liberali del resto d’Europa è l’Italia. Nel nostro paese il voto degli elettori alle politiche del 2018 e alle recenti europee rispecchia il rifiuto delle politiche di austerità imposteci da esecutivi piegati ai diktat di Bruxelles, come quello di Mario Monti, o l’accoglienza indiscriminata aggravata dal tentativo di introdurre lo “ius soli” impostaci dai governi del Pd. Per questo Putin ci tiene a ricordare che viene in Italia a “parlare di prospettive”. Prospettive che vedono nell’Italia la capofila di un sistema forse ancora imperfetto, ma capace, nel lungo periodo, di sostituirsi alla degenerazione della democrazia liberale, rafforzare uno Stato sostenuto dal consenso della maggioranza dei cittadini e mettere un freno all’egemonia delle elite e grandi gruppi finanziari decisi ad imporci politiche globali in aperto contrasto con gli interessi nazionali.

FOLKLORE E DEGUSTAZIONI REGIONE PER REGIONE 2019

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