TUTTO QUELLO CHE DOVREMMO SAPERE SUL VERO INTENTO NELLA COSTRUZIONE DEL TAV TORINO-LIONE
“E quale bestia orrenda, ora che alfine è venuta la sua ora Striscia verso Betlemme per venire al mondo?”
Nella poesia “La seconda venuta” W. B. Yeats profetizzava così il termine dell’era cristiana e l’imminente avvento dell’Anticristo. La sensibilità dei poeti sa intuire nel linguaggio dei simboli ciò che la storia poi pronuncerà nei fatti. Yeats scrisse le sue premonizioni nel 1919, quando la prima grande tempesta era appena passata, lasciandosi alle spalle le rovine di un mondo che non sarebbe più tornato, e seminando l’oscuro presagio che una devastazione ancor più grande avrebbe portato il male fin dentro l’anima dell’uomo.
Da allora è passato un secolo, ma la stessa ombra getta ancora lo sgomento nei cuori più sensibili. I nostri giorni, però, sembrano esser orfani di un grande poeta che sappia cantarne le ferite con lucidità visionaria. Ora i segni della fine del mondo non si mostrano più nell’eleganza dell’arte, ma vengono cercati confusamente negli eccessi del mondo dello spettacolo.
Il 1° giugno 2016 il tunnel del San Gottardo è stato inaugurato con una bizzarra cerimonia, a cui hanno partecipato i maggiori capi di stato europei. La stravaganti coreografie pensate dal regista tedesco Volker Hesse hanno però suscitato una reazione popolare forse inattesa: da più parti si sono infatti levati cori di indignazione per quello che a molti è sembrato un vero e proprio rito satanico.
Un articolo su Trunews.com – sito americano che coniuga il fondamentalismo cristiano ad un orientamento politico di estrema destra – sostiene che i simboli della celebrazione siano di natura satanica e pagana. Il titolo di questa analisi è esplicito: “Il Nuovo Ordine Mondiale usa un rituale satanico per svelare il tunnel ferroviario del Gottardo”.
The Vigilant Citizen è un sito U.S.A. dedicato all’analisi di presunte simbologie del complotto nascoste nei prodotti dello show business, dai film di Hollywood fino ai video musicali delle più famose star americane. Alla cerimonia del Gottardo viene dedicata un’ampia analisi, in cui il simbolismo satanico viene addebitato alla regia occulta di sinistre élites occulte: “Come ho discusso nel mio articolo sulle cerimonie di apertura e chiusura delle Olimpiadi di Londra del 2012, l’élite occulta si diverte mettendo a pieno schermo le sue agenda e filosofia simbolica, scenari drammatici che ricordano i drammi messi in scena nei rituali delle società segrete. Inoltre, non c’è modo migliore per mostrare il potere puro e semplice che mettere il «bollino di approvazione degli Illuminati» su enormi mega-progetti come le Olimpiadi o le grandi costruzioni.”
Nelle coreografie dell’inaugurazione compare un ballerino vestito da stambecco, che viene interpretato come un caprone satanico. Un’altra inquietante figura è una sorta di angelo con la testa di un bambino, impersonato da una donna a torso nudo:
The Vigilant Citizen interpreta questa figura come Lucifero, l’angelo caduto, di cui le élites degli “Illuminati” sarebbero servi fedeli.
E’ degno di nota che questo articolo sia stato tradotto e diffuso anche in Italia sul blog di Maurizio Blondet, pur senza indicazione della fonte originale.
Dunque, questa elitaria società segreta avrebbe assoldato un regista svizzero pur di pervertire un’innocua cerimonia di inaugurazione in un oscuro rituale satanico? Non sono mancate critiche a questa azzardata ipotesi, secondo cui la scenografia si baserebbe invece sulle leggende alpine delle montagne attraversate dal tunnel. L’aspetto demoniaco, in particolare, deriverebbe dalla leggenda del Teufelsbrücke, basata sul diffusissimo tema del ponte del diavolo. Nel Canton Uri si trovano infatti le gole della Schöllenen, in cui vi sono non uno, ma ben tre ponti che secondo la leggenda vennero costruiti dal diavolo in persona.
Questa spiegazione è sicuramente più razionale, ma non ha certo un grande potere dissuasivo. Innanzitutto conferma l’aspetto demoniaco insito nella cerimonia: la leggenda, infatti, narra di come la realizzazione di un’opera di ingegneria sia dovuta al diavolo. L’altra contro-obiezione che si leva è invece una classica trappola nel dialogo fra sostenitori del complotto e gli scettici: chi nega la cospirazione si sente infatti rispondere che ormai siamo talmente assuefatti all’immaginario satanico degli Illuminati che non ci facciamo più caso nemmeno quando ce lo mostrano così apertamente. In certi casi la reazione è più accesa, e lo scettico viene persino accusato di essere un “debunker” assoldato dalle élites per mantenere la popolazione all’oscuro della verità.
Si sarebbe tentati di archiviare le stravaganti affermazioni dei “complottisti” come semplici farneticazioni di autori paranoici e squilibrati con troppo tempo a disposizione. L’insistenza con cui questi temi si ripropongono ed il grande successo di pubblico che suscitano ci devono però mettere in guardia. Se una fantasia ha un così intenso potere di convinzione, significa che in essa c’è qualcosa capace di affascinare il pubblico, come se fosse la chiave che incontra la giusta serratura.
Evidentemente qui si sfiora un nervo scoperto, un problema sentito dalla maggior parte della popolazione, per cui però non si è ancora trovata una formulazione cosciente e coerente. Le bizzarrie di certe teorie del complotto sono quindi un linguaggio alternativo per esprimere questo disagio, che si avverte concretamente ma non si sa individuare con certezza. Sono in un certo senso simili ad i sintomi di un malessere, e come tale non dovremmo ignorarli o sbeffeggiarli, ma al contrario ascoltarli e cercare di capirne le cause.
Lasciamo quindi ad altri la discussione sulle vere intenzioni del regista della cerimonia del Gottardo. Invece di stabilire se sia stata intenzionalmente satanica o meno, concentriamoci su un altro fatto, indiscutibile e molto importante: la propensione del pubblico a indulgere nella dietrologia, come se ci fosse una vera e propria necessità di credere in qualcosa che vada oltre la superficie delle apparenze.
L’interpretazione di un simbolo non è un atto neutro; c’è in essa un’ampia partecipazione soggettiva, per cui il significato che ognuno trae è anche lo specchio della propria interiorità. Se così tante persone sono così convinte che dietro ogni stranezza si celi un messaggio satanico, possiamo quindi dedurre che l’ombra del demoniaco è prima di tutto annidata nella profondità dei loro pensieri. Ciò è un aspetto da non sottovalutare: la storia del XX secolo ci insegna come l’oscurità sia in grado di uscire dal cuore umano, portando nel mondo le fiamme dell’Inferno.
Sarebbe un grave errore, dunque, sottovalutare certe creazioni della fantasia popolare; si dovrebbe invece cercarne il senso recondito, come se fossimo alle prese con una sorta di mitologia moderna.
Per comprendere meglio il senso della congiura, è bene ricapitolare la storia dei loro attori. Chi sono veramente queste misteriose élites? A cosa mirano, e perchè adorano il diavolo?
Gli Illuminati sono i protagonisti di una delle più celebri teorie del complotto: una setta potentissima e priva di scrupolo, che comanda da dietro le quinte la politica del mondo intero usando metodi sinistri e senza mostrare alcun riguardo verso i diritti dell’uomo.
Gli Illuminati sono esistiti veramente. La società segreta venne infatti fondata in Baviera nel 1776 da Adam Weishaupt. Aveva una struttura interna simile a quella della massoneria, ed i suoi scopi erano in linea con i princìpi dell’Illuminismo: promuovere la cultura scientifica, limitare l’ingerenza della Chiesa sullo stato, e combattere superstizioni ed oscurantismo.
Nonostante alcune difficoltà interne, gli Illuminati ebbero una discreta diffusione in Baviera ed in Austria, e molti dei loro membri ricoprivano importante cariche istituzionali. Nel 1785, però, Carlo Teodoro di Baviera varò un editto in cui si dichiaravano fuori legge tutte le società segrete. Nel corso di pochi anni, il governo smantellò l’intera organizzazione degli Illuminati, grazie anche all’aiuto della Chiesa Cattolica che vedeva in simili gruppi un potenziale pericolo per la religione.
Qui termina la storia ed inizia la leggenda. Certe idee sembrano dotate di una propria forza vitale, per cui se si cerca di sopprimerle nella realtà materiale esse continuano a manifestarsi nella realtà immaginale, ritornando come un incubo ricorrente nella fantasia popolare.
Nel 1797 l’abate francese Augustin Barruel pubblicò un libro intitolato “Memorie che illustrano la storia del giacobinismo”. Il libro ebbe un notevole successo, e l’anno successivo venne persino tradotto in inglese. Si tratta di un’autentica teoria del complotto, secondo cui la rivoluzione francese sarebbe stata preparata a tavolino dalla massoneria e da società segrete, fra le quali spiccano appunto gli Illuminati, che dopo lo scioglimento ufficiale avrebbero continuato le loro attività in clandestinità.
Sempre nel 1797 venne pubblicato “Prove di una cospirazione”, scritto da John Robison. Anche il professore scozzese sostiene che gli Illuminati siano risorti dalle loro ceneri, continuando in segreto il loro programma, ed in particolar modo infiltrandosi negli ordini della massoneria, contribuendo con le loro trame occulte all’epocale svolta della rivoluzione francese: “E’ difficile mettere in dubbio che gli Illuminati e le altre società cosmopolite abbiano avuto una certa influenza nel causare la rivoluzione francese, o almeno nell’accelerarla”.
Dopo il 1800 gli Illuminati passarono di moda, per ritornare sulla scena soltanto nel primo dopoguerra. A ripescarli fu la scrittrice inglese Nesta Helen Webster, nel suo libro “Secret societies and subversive movements” (1924). Va ricordato che l’autrice fu anche convinta sostenitrice dell’autenticità dei “Protocolli degli anziani di Sion”, uno pseudo-documento riguardante una cospirazione giudaica, tristemente famoso per il ruolo che ebbe come colonna dell’antisemitismo del XX secolo. Anche la statunitense Edith Starr Miller riprese le stesse teorie nel suo “Occult Theocracy” (1933), affermando che lo scopo degli Illuminati di Baviera fosse addirittura la conquista del mondo.
Negli Stati Uniti tali teorie ebbero una notevole diffusione, in particolare negli ambienti del fondamentalismo cristiano e dell’estrema destra. La credenza è sopravvissuta fino ai nostri giorni, grazie ad una moltitudine di autori fra cui spicca l’inglese David Icke. L’avvento di Internet ha poi offerto una fenomenale cassa di risonanza per le teorie del complotto, tanto che gli Illuminati ed i loro simboli sono oramai entrati a pieno diritto nella cultura popolare.
In questa lotta contro nemici segreti ed impalpabili si può leggere l’impronta di un conflitto molto più profondo, che contrappone alla religione la fede nel progresso.
L’Illuminismo ripone la sua massima fiducia nelle capacità dell’uomo e nel potere della scienza. Grazie al progresso sociale, scientifico e tecnologico, l’umanità è in grado di vincere la natura e le proprie limitazioni, debellando piaghe ancestrali quali la miseria, la malattia e la guerra. Così facendo è possibile ricreare un paradiso in terra, rendendo del tutto inutile l’intervento di Dio: grazie a questo nuovo potere, ora è l’uomo il nuovo padrone della creazione.
L’Illuminismo di per sè non fu completamente ostile alla religione, anche se è indubbio che molti dei suoi esponenti si dichiararono atei. Nei suoi sviluppi successivi, però, l’anticlericalismo e la fiducia nel progresso portarono ad alcune derive in cui si utilizzarono apertamente simboli satanici e luciferini.
Nel 1820 Percy Bysshe Shelley scrisse il “Prometeo liberato”, modellando esplicitamente la figura di Prometeo sul Lucifero del “Paradise Lost” di Milton. Il significato simbolico è chiaro: come Prometeo rubò il fuoco agli dèi per donarlo agli uomini, così Lucifero – il portatore di luce – è colui che sottrae a Dio il potere, donando all’umanità il lume della ragione.
Il nostro poeta Giosuè Carducci scrisse persino un “Inno a Satana”:
“Gittò la tonaca
Martin Lutero:
gitta i tuoi vincoli,
uman pensiero,
e splendi e folgora
di fiamme cinto;
materia, inalzati:
Satana ha vinto.
Un bello e orribile
mostro si sferra,
corre gli oceani,
corre la terra:
corusco e fumido
come i vulcani,
i monti supera,
divora i piani,
sorvola i baratri;
poi si nasconde
per antri incogniti
per vie profonde;
ed esce; e indomito
di lido in lido
come di turbine
manda il suo grido,
come di turbine
l’alito spande:
ei passa, o popoli,
Satana il grande”
E’ notevole che per dipingere il suo Satana progressista Carducci usi l’analogia del treno: la locomotiva, al tempo, era il prodigio della tecnologia, capace di correre e divorare la terra, nascondendosi nelle “vie profonde” (le gallerie) per poi riemergere e mandare “il suo grido” (il fischio della locomotiva).
Satana e gallerie ferroviarie, dunque: proprio lo stesso binomio che molti hanno intravisto nella cerimonia inaugurale del tunnel del San Gottardo!
Come nelle antiche leggende, il diavolo può anche costruire per noi un ponte, ma poi il prezzo che chiederà sarà ben duro da pagare. La tecnologia offre all’umanità un potere immenso, ma il fuoco di Prometeo rischia di sfuggirci di mano, con conseguenze potenzialmente disastrose. Nelle parole di C. G. Jung: “Il nostro progressismo però, mentre da un lato rende possibile una serie di magnifiche soddisfazioni dei nostri desideri, d’altro canto sta creando una sempre più immane, gigantesca, prometeica colpa che, di tanto in tanto, viene necessariamente scontata a prezzo di catastrofi fatali. Da quanto tempo non sogna l’umanità di volare, ed ecco che siamo arrivati ai bombardamenti aerei.”
Nel XXI secolo siamo ormai immersi nella tecnologia, eppure le grandi promesse iniziali sono state disilluse. In particolare molti sono convinti che il progresso scientifico non abbia portato affatto ad una sconfitta della povertà o ad un trionfo della democrazia. Al contrario, le grandi potenzialità delle innovazioni hanno di fatto permesso l’arricchimento di pochi e spregiudicati individui, a discapito dell’impoverimento delle grandi masse; le grandi decisioni della politica mondiale, poi, non spettano certo al popolo, ma dipendono dagli interessi egoistici dell’alta finanza. All’uomo comune non resta che accontentarsi con un’illusione: un benessere materiale che si paga con un indebitamento sempre più grave, ed il contentino di votare ogni tanto per scegliere il volto di turno che seguirà sempre le stesse direttive.
Forse nel tunnel del Gottardo il grande pubblico vede l’archetipo della grande opera – quei colossi che costano milioni ai contribuenti e portano benefici soltanto ai più facoltosi imprenditori.
Non è il caso che anche la nostrana TAV sia al centro di una teoria del complotto in cui c’è lo zampino del diavolo. Esisterebbe infatti una linea sacra dedicata a San Michele, simile ad un immenso canale di energia che collega il francese Mont Saint Michel, la Sacra di S. Michele in Val di Susa ed il Monte Sant’Angelo sul Gargano.
IMMAGINE DAL SITO HTTP://MADRETERRA.MYBLOG.IT/)
L’articolo, firmato da Fausto Carotenuto, riprende il tema dell’élite votata al male: “Una operazione che parte da molto in alto nelle gerarchie delle piramidi che portano avanti le strategie oscure. Un qualcosa di così importante che il fronte del potere politico, finanziario, economico, dei mass media – largamente influenzato e diretto dai vertici oscuri – sostiene in modo insolitamente compatto e granitico… senza apprezzabili sbavature.”
Il vero scopo dei trafori in Val di Susa sarebbe proprio di interrompere e corrompere il flusso di questa energia positiva: “E’ il tentativo di portare un colpo al cuore della geografia sacra europea. Tale da appesantire le atmosfere psichiche, creare una cappa di piombo in una vasta zona del nostro continente: il tentativo di creare un vero e proprio infarto nella circolazione delle energie a disposizione di tutti noi per i nostri risvegli.” Un obiettivo strategico in quella che, secondo l’autore, è una lotta fra il Bene ed il Male di portata planetaria.
Non manca una critica esplicita a quello che è considerato il vero volto di ciò che viene chiamato “progresso”: “Ma che cosa è questo progresso? Prima di tutto non è vero che quest’opera porti granché di buono persino dal punto di vista materiale ed economico. Ma su questo argomento chi vuole trova facilmente una messe di documenti chiarificatori. Ma è anche una occasione per fermarsi un attimo e chiedersi: ma che cosa è che a tutti i costi deve progredire? L’economia o l’uomo? E se per caso è l’uomo, cosa deve evolversi dell’uomo, la sua pancia, le sue tasche o la sua interiorità? E’ progresso sacrificare qualcuno in favore di altri? E’ progresso andare velocissimi in mezzo ad una natura devastata a fare un lavoro disumano o a vedere spettacoli alienanti o a fare discorsi inutili? E’ progresso avere i soldi per comunicare velocemente cose stupide? O per comprarsi droghe, cibi devitalizzati, videogames, lussi inutili e dannosi, telefonini sofisticati per scambiarsi idiozie, o grandi televisori al plasma per vedere il wrestling o le partite di calcio truccate? O le notizie false ed i talk show taroccati?”
Gustave Le Bon, in “La psicologia delle folle”, sosteneva che le grandi masse non sono in grado di formulare ragionamenti razionali, ma che il loro modo di pensiero si serve piuttosto di immagini semplici ed immediate. Il tema ricorrente dell’élite che domina il mondo con l’aiuto del diavolo forse esprime col linguaggio del simbolo proprio questa disparità sociale, che porta ad accentrare sempre di più le ricchezze ed il controllo tecnologico e politico nelle mani di pochi tiranni di cui non conosciamo eppure il nome, devastando sia la natura che l’anima dell’uomo comune.
Per saperne di più:
“Favole della Grande Guerra” di Francesco Boer (disponibile su Amazon o su IBS) – Come la percezione popolare tende a riorganizzare la realtà adeguandola ad una meta-narrazione di natura simbolica:
“Contro Dio” di Francesco Boer – (disponibile su Amazon o su IBS, anche in ebook) L’ideologia prometeica per cui l’uomo si sostituisce a Dio grazie alla scienza ed alla tecnica.