Mentre gli italiani restano “reclusi” nei comuni di residenza sotto la minaccia dei “controlli inflessibili” (con l’impiego di ingenti forze di sicurezza, elicotteri, droni e persino controlli a tappeto sui social) annunciati dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, non cessano gli sbarchi di immigrati clandestini che varcano i confini nazionali non solo impuniti ma persino attirati dalle iniziative del governo.
Ieri sera, poco prima di Capodanno, un barchino, con a bordo 20 tunisini è arrivato direttamente a Cala Galera, a Lampedusa. Altri 169 immigrati illegali, per lo più eritrei (o più probabilmente tigrini di nazionalità etiope) che si spacciano per sono stati raccolti in mare dalla nave dell’Ong Open Arms dopo essere salpati da Sabratha, sulla costa occidentale della Tripolitania ed è difficile immaginare che vengano sbarcati in un luogo diverso da un porto italiano.
La città libica è tornata ad essere la “tortuga” dei trafficanti di esseri umani della Tripolitania dopo che i criminali che gestivano i traffici di esseri umani incarcerati dalle truppe del generale Khalifa Haftar sono stati liberati l’estate scorsa in seguito alla riconquista della regione da parte delle forze militari turche e delle milizie del governo di Tripoli.
Negli ultimi giorni dell’anno erano sbarcati nel crotonese 32 clandestini iraniani e iracheni a bordo di una barca a vela guidata da un equipaggio di tre moldavi spesso reclutati insieme agli ucraini dai trafficanti turchi che gestiscono questi traffici diretti verso la Calabria ionica.
Lo stesso giorno, il 23 dicembre, 25 algerini sono sbarcati in Sardegna, sulle coste del Sulcis mentre il 26 un centinaio di migranti illegali sono sbarcati a Lampedusa.
Il forte maltempo che ha caratterizzato le condizioni del mare ha ridotto sensibilmente gli sbarchi nel mese di dicembre limitati al 28 dicembre a circa 1.600 clandestini sbarcati, meno di un terzo dei 5.360 sbarcati in novembre ma pur sempre il triplo di quanti sbarcarono nel dicembre 2019 con l’attuale governo e ben cinque volte il numero di sbarcati nel dicembre 2018 quando era in carica il governo precedente e al Viminale sedeva Matteo Salvini.
Il mese più caldo per gli sbarchi nel 2020 resta luglio con 7.063 arrivi dal mare mentre il conto complessivo dell'intero 2020 indica 34.154 clandestini sbarcati dal mare, cioè il triplo degli 11.439 del 2019 dei quali peraltro il 60 per cento raggiunse le nostre coste dopo l’insediamento del governo PD-M5S, a conferma di come clandestini e trafficanti “fiutino” il vento e colgano al volo le occasioni offerte loro dai partiti immigrazionisti al governo.
Politiche confermate anche dal recente Decreto Immigrazione che rimuove i decreti sicurezza “salviniani” e che trasforma l’Italia nella meta più attrattiva per tutti i traffici di esseri umani in atto nel Mediterraneo inclusi quelli che lungo la ritta balcanica hanno fatto entrare clandestinamente in Italia quest’anno qualche migliaio di persone dal confine sloveno.
Già a settembre il report di Frontex (agenzie europea delle frontiere) rilevava il rovesciamento del trend nei traffici nel Mediterraneo rispetto all’anno scorso. Se col precedente governo si erano ridotti al lumicino gli sbarchi in Italia gonfiando le ritte verso la Grecia e la Spagna, quest’anno è accaduto esattamente l’opposto e il prossimo rapporto trimestrale di Frontex, che verrà reso noto a gennaio, evidenzierà ulteriormente questa tendenza.
Agli ingressi via mare vanno poi aggiunti quelli dei clandestini, per lo più asiatici (pakistani, afghani , bengalesi…), entrati in Italia dalla “rotta balcanica” e quindi dal confine sloveno. Già in agosto il Viminale contava 6.050 ingressi di clandestini contro i 4.700 dei primi 8 mesi del 2019 (+28%) con 825 riportati in Slovenia contro i 200 dell’anno precedente: all’inizio di dicembre i clandestini penetrati quest’anno in Friuli dal confine orientale erano già circa 6.500.
Se teniamo conto delle limitazioni imposte dall’emergenza Covid il numero di migranti illegali sbarcati o comunque penetrati quest’anno in Italia appare ancora più rilevante.
Eppure per cogliere l’esigenza di attuare politiche che scoraggino i flussi invece di incoraggiarli basterebbe guardare cosa fanno gli altri paesi europei in “prima linea”: la Spagna rimpatria i clandestini in Marocco e Algeria, la Grecia attua respingimenti verso la Turchia e processa alcune Ong accusate di complicità con i trafficanti mentre Malta ha un accordo con Tripoli e Ankara che prevede la consegna alle motovedette libiche delle imbarcazioni di clandestini che entrano in acque SAR (Ricerca e Soccorso) di competenza maltese.
Oppure cosa fa a questo proposito la stessa Libia, anzi le “due Libie”. La Guardia Costiera di Tripoli ha soccorso e riportato in Libia centinaia di clandestini diretti in Italia nell’ultimo mese. 120 solo il 17 dicembre e a fine anno 130 immigrati clandestini che aveva cercato di raggiungere l’Europa venendo riportati indietro dalle motovedette libiche sono stati trasferiti in Ruanda attraverso un accordo tripartito tra il governo del Ruanda, l’Unhcr e l’Unione africana.
La Cirenaica controllata dal generale Haftar ha espulso il 27 dicembre 90 clandestini sudanesi dal centro di accoglienza della città di al-Kufra, nel sud della Libia, snodo per i traffici di esseri umani dal Ciad e dall’Africa Orientale.
L’Italia invece col Decreto Immigrazione ha reso ancor più difficili le espulsioni degli immigrati illegali e i provvedimenti adottati vedranno con ogni probabilità il 2021 caratterizzato da un nuovo boom di sbarchi.
Il 38% dei clandestini giunti in Italia quest’anno sono tunisini a (12.903), seguono i 4.141 migranti illegali dal Bangladesh, Costa d’Avorio (1.950), Algeria (1.458), Pakistan (1.400), Egitto (1.284), Sudan (1.125), Marocco (1.030), Afghanistan (1.009), Iran (970) e Somalia (876). Gli altri provengono da altri paesi (per lo più africani) o non ne è stata ancora identificata la provenienza.
Dall’esame delle nazionalità emergono però due dati evidenti: i clandestini sono tutti migranti economici “che possono e devono essere rimpatriati” come affermò il direttore di Frontex, Fabrice Leggeri.
Gioiva ricordare che nessuna legge autorizza neppure chi fugga da guerre, carestie o persecuzioni ad attraversare numerose frontiere africane per poi cercare di arrivare in Europa illegalmente mentre la Convenzione di Ginevra consente alle persone in fuga di chiedere asilo e protezione alle agenzie internazionali appena oltre i confini dello Stato in cui sono in pericolo.
L’altro dato che dovrebbe indurre a riflettere è che si tratta di un’immigrazione illegale proveniente quasi totalmente da paesi islamici inclusi quelli che hanno offerto il maggior numero di volontari alla causa jihadista di al-Qaeda e dell’Isis: organizzazioni che dal traffico di esseri umani hanno sempre tratto importanti finanziamenti.
Entrambi i dati non sono certo nuovi ma a quanto pare non hanno neppure frenato la “furia immigrazionista” che ha caratterizzato quasi tutti i governi italiani dal 2013 a oggi.