mercoledì 27 maggio 2020

Intelligenza artificiale e riconoscimento facciale: verso una società ipercontrollata


Non è un film ma la realtà: i progressi dell’intelligenza artificiale sono notevoli e ineluttabili tanto da portare a un miglioramento assoluto anche per esempio nell’ambito dell’utilizzo della tecnologia del riconoscimento facciale. Questo ha comportato nel giro di pochi anni una diffusione capillare e un utilizzo sistematico nelle strade pubbliche, nei centri sensibili come banche, centri commerciali o monumenti di grande interesse.

Il riconoscimento facciale è una tecnica di elaborazione digitale delle immagini utilizzata in biometria per identificare o verificare l’identità di una persona a partire da una o più immagini che la ritraggono. I primi sistemi per funzionare tenevano conto che un viso umano è composto da due occhi, un naso e una bocca, ma gli algoritmi più recenti invece riescono a riconoscere una persona anche se questa ha il viso ruotato o comunque non in visione frontale.

Secondo il Dipartimento della Sicurezza interna statunitense entro il 2023 il 97% dei passeggeri dei voli, per esempio, sarà identificato proprio attraverso il riconoscimento facciale. La polizia britannica, invece, già lo utilizzava per individuare le persone, precedentemente finiti nel loro database per un qualche motivo, che circolano nelle strade pubbliche. Proprio dall’Inghilterra però arrivano le prime forme di protesta contro tale tecnologia da parte di gruppi civici a difesa del diritto alla privacy.

Ancora più sofisticato il sistema utilizzato invece dalla polizia cinese che ha dotato i propri agenti di occhiali speciali che svolgono in istantanea la funzione di face recognition. In Cina, inoltre, sono state installate circa 170 milioni di telecamere in grado di effettuare il riconoscimento facciale.

Il tema della sorveglianza è di grande attualità anche in Italia, dove la Polizia di Stato ha attivato il sistema SARI (acronimo di Sistema Automatico per il Riconoscimento delle Immagini) basato proprio su tecnologie di riconoscimento facciale. Tale database contiene già le foto di circa 16 milioni di persone (in altre parole, un italiano su tre compresi i bambini, risulterebbe schedato).

Il riconoscimento facciale viene utilizzato ormai anche da alcuni modelli di smartphone per sboccarne l’utilizzo in sostituzione alla classica password. I maggiori colossi tecnologici sono molto interessati a tale tecnologia e stanno inoltre sviluppando dei propri software specifici in tal senso. Facebook già dal 2014 ha tra le proprie innumerevoli opzioni la possibilità di attivare il riconoscimento facciale attraverso DeepFace sostenuto da un sistema di apprendimento in deep learnig. Google nel 2015 ha introdotto Facenet basato su un algoritmo in grado di garantire un’efficienza del 100%. Amazon invece ha sviluppo un sistema chiamato Rekognition. Sembra andare in controtendenza Microsoft che avrebbe cancellato il proprio database contenente circa dieci milioni di immagini.

Eppure in Italia, per esempio, secondo le ultime disposizione normative per il trattamento delle immagini ai fini del riconoscimento facciale delle persone al di fuori delle finalità di polizia e giustizia è necessario senza dubbio il consenso dell’interessato.

NEGLI USA I DEMOCRATICI PUNTANO TUTTO SUL RAZZISMO PER TORNARE AL POTERE

IN USA JOE BIDEN PUNTA TUTTO SUL RAZZISMO PER VINCERE LE ELEZIONI CONTRO TRUMP. MENTRE A MINNEAPOLIS, COME IN ALTRI STATI, LA POLIZIA UCCIDE LE PERSONE DI COLORE SUSCITANDO LA RABBIA DEGLI AFROAMERICANI CONTRO TRUMP. MA NON TUTTO E' COME SEMBRA AD UNA SUBDOLA APPARENZA....

di Cinzia Palmacci

Le immagini forti di questo video ricordano i metodi da TSO a Dario Musso in Italia


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Conversation


RIP GEORGE FLOYD. KILLED IN COLD BLOOD BY A DIRTY RACIST COP AND 4 OF HIS CRONIES IN MINNEAPOLIS. THE VIDEO IS DISGUSTING AND THESE MEN SHOULD PAY WITH THERE LIVES IN PRISON. THE COP LITERALLY STOLE HIS LIFE FROM HIM WHILE FLOYD WAS BEGGING HIM, SAYING THAT HE “CANT BREATHE”.
11:31 AM · May 27, 2020Twitter Web App





La frase da vero razzista è quella del candidato democratico alla Casa Bianca Joe Biden durante uno show radiofonico, poi fa finta di pentirsi e dice: "Era davvero sprezzante, non avrei dovuto pronunciarla"


Joe Biden il gaffeur ne ha fatta un'altra delle sue: mandando su tutte le furie l'intera comunità afroamericana per aver detto che chi vota Trump non è "un vero nero". Una frase gravissima. Sì, perché questa volta non si tratta di aver confuso l'Iowa con l'Ohio come fece lo scorso novembre durante un dibattito. O come quando a maggio chiamò Margaret Thatcher l'ex premier britannica Theresa May. La frase detta durante un'intervista al celebre show radiofonico del mattino The Breakfast club è inequivocabilmente razzista: e colui che pure è stato il numero due di Barack Obama, l'ex vicepresidente oggi seriamente intenzionato a correre per la Casa Bianca in ticket con una donna di colore, è stato costretto a scusarsi. Tanto più che la frase della vergogna è stata pronunciata parlando col dj nero Charlmagne The God - un nome d'arte che è già sintesi del programma. "Chi è indeciso se votare per me o per Trump non è un vero nero", ha detto dunque Biden. 
Intanto a Minneapolis, come in altre città degli Stati Uniti, la polizia ha ucciso un uomo di colore in modo spietato mentre questo chiedeva aiuto perché non poteva respirare. George Floyd, questo il nome della vittima dell'azione spietata della polizia. E in Usa c'è già chi attribuisce la colpa al "razzista" Trump. 
L'ennesima porcata dei democratici che cercano disperatamente di raccattare voti tra la numerosa comunità di afroamericani che rappresentano l'ago della bilancia alle elezioni. Negli Usa la polizia  annovera una forte componente democratica nei suoi organici al punto da poter affermare con certezza che la Cabala tiene in pugno la polizia statunitense (come i democratici in Italia). 
Negli Usa gli afroamericani sono vittime due volte: vittime del pregiudizio politico, e vittime di una spietata Cabala democratica e satanica che pur di ritornare in sella è disposta perfino a sacrificare vite umane. Gli afroamericani non possono e non devono farsi ingannare e deviare da un sistema corrotto consolidato proprio da anni di strapotere democratico. Negli Usa come in Europa, il razzismo è diventato lo storico spauracchio preferito delle sinistre per impedire l'avanzata degli avversari politici. Le sinistre che oggi si definiscono "democratiche" hanno scheletri nell'armadio ben più inquietanti. Scheletri che l'avanzata del comunismo cinese nel mondo sta scoperchiando rinfrescando tante memorie.

Queste le reazioni deviate di molti afroamericani alla notizia:

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