Una guerra di pochi contro molti per il dominio sulla grande rete e sull’opinione pubblica. Un piano per minare e distruggere Internet, insieme alla libertà d’espressione e di comunicazione che essa offre ad ognuno di noi. Un disperato tentativo che potrebbe spingere il genere umano ad evolversi ed abbandonare la rete in favore di una nuova forma di comunicazione e condivisione, a prova di falsità e manipolazioni.
Internet è emersa da tempo come il più potente strumento di libertà individuale fin dall’avvento della stampa di Johann Gutenberg. Libertà in tutti i sensi: di espressione, di opinione, di comunicazione, di condivisione, di mobilità, di stampa e di fruizione. Internet non è solo un mezzo di comunicazione istantaneo che collega miliardi di persone in tutto il mondo, poiché consente il libero accesso ad un’immensa ricchezza di informazioni dirette e illuminanti, come strumento di liberazione dalle catene dell’informazione mainstream unidirezionale, filtrata, controllata e manipolata contro gli interessi della popolazione.
L’ho detto e scritto più volte, Internet è forse la più grande invenzione dell’uomo nell’epoca moderna, una moderna forma di comunicazione pervasiva, persistente, onnipresente, rapida ed efficace, che ha molto a che vedere con il concetto della comunicazione telepatica. Purtroppo l’essere umano, accecato dal proprio ego e dalla costante bramosia di voler essere attraverso l’avere, non si dimostra in grado di valorizzare ed utilizzare per il bene comune gli strumenti meravigliosi che poche menti illuminate sono state in grado di concepire, realizzare e consegnare all’umanità.
Agli occhi degli uomini che privilegiano il proprio bene a scapito di quello altrui, che prediligono il sotterfugio e il compromesso, che bramano di ergersi a superiori attraverso il controllo impositivo e la vessazione, che rifuggono l’onestà e hanno estrema paura della verità, Internet non può che rappresentare un’enorme pericolo da neutralizzare in tutti i modi possibili. Internet, infatti, è attualmente l’unico e ultimo strumento che la popolazione mondiale ha a disposizione per scardinare lo status quo di angherie, differenze, falsità e criminalità che è alla fonte di tutti i problemi dell’umanità.
La distruzione di Internet è stata appunto intrapresa da tempo su più fronti, ad esempio con la manipolazione della libera informazione, della controinformazione e del pubblico dissenso, o con l’introduzione di regolamentazioni sempre più restrittive e vessatorie, oppure ancora con il blocco dell’accesso. Qualsiasi cosa è valida e giustificata pur di impedire la libera fruizione della grande rete e del Web in questa particolare epoca di crescente dissenso.
La manipolazione di Internet avviene minandone la neutralità attraverso l’introduzione di nuove politiche di accesso, velocità e fruizione che avvantaggino in termini di visibilità, raggiungibilità e comunicazione i soggetti economicamente più facoltosi (tipicamente governi, politici, enti religiosi e grandi corporation) a scapito del normale utente. In pratica una sorta di ritorno al monopolio unidirezionale televisivo e giornalistico calato sulla grande rete, grazie al quale i media mainstream potrebbero imperversare sull’inconscio e sull’opinione di ciascun utente senza alcuna perturbazione mediatica.
Inoltre è ormai di pubblico dominio la grande e vasta opera di manipolazione del Web per mezzo della deliberata disinformazione di agenzie e organi governativi. Lo testimoniano le esternazioni di Wikileaks o quelle del whistleblower Edward Snowden sulle operazioni occulte dell’NSA nell’ambito del cosiddetto Datagate, che si svolgono tuttora in compagnia delle altrettanto occulte operazioni delle autorità federali, dell’amministrazione Obama, dell’Unione Europea, per mezzo di aziende private farcite di troll e specializzate nell’aggredire chat room, forum, social media e aree di commento su particolari argomenti chiave. Tutto ciò che è dissenso verso la strada tracciata per noi da governi, eserciti e multinazionali deve essere combattuto ed annientato.
Questa infiltrazione cognitiva è mirata ad annacquare qualsiasi fonte di verità scomode, di informazioni dirette, di whistleblowing, di disclosure sui tanti scheletri che ciascun governo ha accatastato nei propri armadi. Annacquare, smontare, mettere in dubbio, deviare, manipolare, aumentare a dismisura il rumore di fondo, affinché l’opinione pubblica percepisca chiaramente solo ciò che è allineato con lo status quo, nient’altro.
L’introduzione di nuove regolamentazioni restrittive e vessatorie, sia per gli utenti che per i produttori di contenuti (che non siano ufficiali, ovviamente), è un altro efficace modo di indebolire le voci non allineate attraverso sanzioni, provvedimenti restrittivi, maggiori tasse e la spada di Damocle della possibile denuncia penale con annesso risarcimento danni, ad esempio per presunte violazioni di copyright. Un problema attualissimo anche in Italia, dato che il 31 marzo scorso è entrata in vigore la nuova regolamentazione Agcom a tutela del copyright (ma sarebbe più giusto dire a tutela degli interessi di pochi) che invito il lettore a consultare per capire quanto la propaganda occidentale (soprattutto statunitense) venga sempre più profondamente infiltrata nella nostra legislazione. Basta confrontare il testo Agcom con quello degli atti statunitensi SOPA e PIPA, tanto per fare un esempio.
Come viene promossa questa crescente imposizione normativa? Semplice, con la cara vecchia propaganda sui terribili e devastanti effetti economici del crimine informatico e delle violazioni di copyright (sugli interessi dei soliti pochi). Oppure con il sempre attuale metodo del false flag, validissimo non solo nel mondo reale (vedi 9/11, Boston, Sandy Hook, Palazzo Chigi, ecc.) ma anche in quello virtuale: basta allestire un terrificante attacco informatico, ovviamente auto indotto, per poi urlare ai quattro venti che è ora di imporre norme più restrittive ed efficaci per regolamentare Internet una volta per tutte.
Norme indirizzate al solo utente normale, al semplice cittadino, ignorante e pecorone, che deve per forza essere controllato e indirizzato per evitare che faccia danni, di certo non indirizzate a governi, politici, militari, forze dell’ordine e grandi compagnie multinazionali che, in virtù del consenso divino acquisito a suon di dollari o euro, hanno il diritto sacrosanto di imporre un solo pensiero, una sola opinione, un solo tipo di scelte, un unico consenso. Sarà questa una delle facce del Nuovo Ordine Mondiale dato ormai per imminente? Staremo a vedere.
Infine, un altro efficace modo di combattere il dissenso online è negare l’accesso ad Internet. Un metodo semplice, rapido e maledettamente efficace, già in parte attuato nel contrasto al crimine informatico e alla violazione del copyright, ora supportato da nuove idee come il Kill Switch promosso dalla Homeland Security USA per spegnere l’intera rete in un sol colpo o come l’introduzione dell’Universal Internet ID System (guarda caso sempre promosso dagli Stati Uniti), una sorta di patente di accesso alla grande rete che potrà però essere revocata ad insindacabile giudizio delle autorità governative, senza possibilità di appello, a fronte di presunte violazioni del privilegio di usare Internet.
Ormai non c’è più alcun dubbio sull’esistenza di un piano piuttosto articolato di minare e distruggere Internet così come la conosciamo oggi, privandola delle libertà che essa ha così brillantemente introdotto e reso accessibili ai più.
Per tranquillizzare il lettore più ansioso, condivido quello che è il mio pensiero personale: qualsiasi sforzo intrapreso per occultare la verità, a beneficio proprio e contro l’interesse del prossimo, è destinato a fallire miseramente. Numerose prove vengono sottoposte all’opinione pubblica ogni giorno: inchieste, collusioni, arresti, condanne, scandali, accordi occulti, frodi, inganni. Lentamente, molto lentamente, l’opinione pubblica, pur fra mille manipolazioni e condizionamenti, imparerà a riconoscere i segni che consentono di distinguere fra verità e falsità, fra intenzioni sincere e false promesse, fra altruismo ed ego. Se non altro perché spinta dagli irresistibili impulsi evolutivi della razza umana.
C’è chi ritiene che gli utenti debbano contrastare con tutte le loro forze queste minacce alla libertà di espressione su Internet. Io sono convinto che il contrasto non faccia che generare altri contrasti. In fondo è tutto un gioco, in cui pochi psicopatici e molti loro pusillanimi seguaci trovano terreno fertile per poter vessare e opprimere il prossimo a beneficio del proprio ego, nel loro disperato e patetico tentativo di essere attraverso l’avere. Il paradigma in base al quale più si ha e più importanti si è non funziona più, ed è il concetto stesso di importanza che non è più calzante. Piuttosto meglio uscire dal gioco, disconnettersi e lasciarli sguazzare nelle loro malefatte virtuali, magari per dedicarsi di più ai problemi del mondo reale.
L’essere umano deve capire, una volta per tutte, che l’essere felici, appagati e sereni passa inevitabilmente attraverso la felicità, l’appagamento e la serenità del prossimo, di chi ci sta intorno, di chi condivide con noi l’esistenza su questa pianeta che è fatto per garantire abbondanza a ciascun singolo essere vivente, senza distinzioni né favoritismi. Essere significa dare, condividere, regalare. Solo così ognuno di noi potrà essere veramente qualcuno per il prossimo.
E poi, in fondo, vivevamo, condividevamo e comunicavamo fra noi anche quando Internet non esisteva. Sono passati solo vent’anni dal suo avvento, eppure ci comportiamo come se non potessimo più farne a meno. Abbiamo un chiaro esempio nella morte cerebrale dei giornali cartacei e nella malattia terminale della televisione. Lo spirito di adattamento e di evoluzione che da sempre contraddistingue l’essere umano ci garantisce sempre una via d’uscita in qualunque situazione: che chiudano pure Internet, che continuino pure la loro affannosa opera di coercizione, manipolazione e deviazione. Riempirla di tanti mirabolanti servizi e stupefacenti applicazioni non basterà.
Tutti i loro sforzi non faranno altro che spingere l’umanità intera alla ricerca di un modo alternativo di comunicare e condividere col prossimo, più nuovo, meraviglioso, tremendamente efficiente e a prova di manipolazioni e falsità. Magari proprio la telepatia.
Ettore Guarnaccia
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