sabato 4 gennaio 2020

I SATANISTI VOGLIONO LA GUERRA CONTRO L'IRAN MA ANCHE LA SUA BANCA



Il punto di Giulietto Chiesa - Guerra all’Iran. L’Italia dica che non parteciperà


È possibile che il conseguimento del controllo sulla Banca Centrale della Repubblica Islamica d’Iran sia uno dei motivi principali per cui l’Iran si trova ad essere oggetto di attenzioni minacciose da parte delle forze occidentali e israeliane? 

Dal momento che si percepisce una sempre maggiore tensione che suggerirebbe l’imminenza di una inconcepibile guerra con l’Iran, è opportuno esplorare il sistema bancario iraniano e confrontarlo con quelli statunitense, britannico e israeliano.
Alcuni ricercatori fanno notare che l’Iran è uno dei soli tre paesi rimasti al mondo la cui banca centrale non sia sotto il controllo dei Rothschild. Prima dell’11 settembre esistevano, a quanto pare, sette paesi con tale caratteristica: Afghanistan, Iraq, Sudan, Libia, Cuba, Corea del Nord e Iran. A partire dal 2003, tuttavia, Afghanistan e Iraq sono stati inghiottiti dalla piovra Rothschild; dal 2011 la stessa sorte è toccata a Sudan e Libia. In Libia una banca dei Rothschild è stata istituita a Bengasi mentre ancora imperversava la guerra.
L’Islam vieta l’addebito di interessi, il che costituisce un problema rilevante, nella prospettiva del sistema bancario dei Rothschild. Fino a pochi secoli fa, la pratica di disporre interessi sul credito era vietata anche nel mondo cristiano, e talora punita con la pena capitale. Era paragonata allo sfruttamento e alla schiavitù.
Da quando i Rothschild hanno rilevato la Banca d’Inghilterra attorno al 1815, il loro controllo ha cominciato ad espandersi sulle banche di tutto il mondo. Il loro metodo è quello di far accettare un prestito ingente a un politico corrotto di un dato paese: si tratta naturalmente di un prestito che quel paese non è in grado di ripagare, e che lo conduce all’indebitamento con la potenza bancaria dei Rothschild. L’esponente della classe dirigente che si rifiuta di accettare il prestito è spesso spodestato o ucciso. Se non ci si riesce, si può arrivare all’invasione, con successiva installazione di una banca usuraia dei Rothschild.
I Rothschild esercitano un’influenza considerevole sulle principali agenzie di stampa mondiali. La narrativa riprodotta in serie da queste ultime induce le masse a credere a racconti horror che parlano di criminali malvagi. I Rothschild controllano la Banca d’Inghilterra, la Federal Reserve, la Banca Centrale Europea, il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e la Banca dei Regolamenti Internazionali. Posseggono anche la maggior parte dell’oro del mondo, così come il London Gold Exchange che fissa quotidianamente il prezzo dell’oro. Si dice che la famiglia possegga più della metà della ricchezza del pianeta, stimata dalla Credit Suisse in 231 trilioni di dollari, e che sia controllata da Evelyn Rothschild, attuale capo famiglia.
Ricercatori obiettivi sostengono che il motivo per cui l’Iran viene demonizzato non è legato a una presunta minaccia nucleare, così come non erano minacce i talebani, l’Iraq di Saddam Hussein, la Libia di Gheddafi. Qual è, dunque, il vero motivo? I trilioni in gioco nel giro d’affari del petrolio o quelli dei profitti di guerra? Si tratta di portare a compimento la bancarotta degli Stati Uniti o di cominciare la Terza Guerra Mondiale? Si tratta di distruggere i nemici di Israele o di distruggere la Banca Centrale Iraniana, in modo che non si possa sfuggire al controllo finanziario dei Rothschild? Il motivo vero potrebbe essere ognuno di quelli citati, o, peggio, potrebbero essere tutti insieme. 

"Non vi è alcun crimine che l'America non commetterà per mantenere il suo dominio politico, economico, culturale e militare su quelle parti del mondo in cui predomina". I satanisti che hanno letteralmente creato il caos in Iraq, Afghanistan, Libia e Siria stanno ora applaudendo a Donald Trump per l'assassinio del Generale Maggiore iraniano Qassem Soleimani. John Bolton, che è per la pulizia etnica è guerrafondaio, ha recentemente affermato: “Congratulazioni a tutti coloro che hanno partecipato all'eliminazione di Qassem Soleimani. Nel lungo processo, questo è stato un duro colpo contro le attività maligne dell'Iran in tutto il mondo. Spero che questo sia il primo passo per il cambio di regime a Teheran. " Bolton non è alla Casa Bianca, ma certamente sta sorridendo perché sta testimoniando che Trump sta realizzando l'aspirazione di Israele. La cosa interessante è che nel 2011, Trump era dappertutto nei media che attaccavano Obama e dicevano che Obama voleva condurre una guerra inutile con l'Iran. Trump disse allora: “Il nostro presidente inizierà una guerra con l'Iran perché non ha assolutamente alcuna capacità di negoziare - è debole e inefficace. Quindi l'unico modo in cui pensa che verrà rieletto, di sicuro è che inizi una guerra con l'Iran. " Nel 2012, Trump dichiarò di nuovo: "Non lasciate che Obama giochi la carta Iran e inizi una guerra per essere eletto - state attenti repubblicani!"  Nel 2013, Trump non riuscì affatto a chiudere la bocca: "Prevedo che il presidente Obama ad un certo punto attaccherà l'Iran per salvare la faccia!" 

Obama non aveva intenzione di attaccare l'Iran. In realtà, si è sempre scontrato con il regime israeliano, la stessa entità che continua a inviare preziosi soldati americani a morire in Medio Oriente. Obama è stato il primo presidente della storia a dichiarare apertamente il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu "una cagna". 

Quindi ora Trump sta facendo la stessa cosa che pensava che Obama avesse intenzione di fare. Allora perché gli Stati Sionisti d'America hanno assassinato Qassem Soleimani? Beh, stavano cercando di salvare centinaia di vite americane! Trump ha dichiarato: "Il generale Qassem Soleimani ha ucciso o ferito gravemente migliaia di americani per molto tempo, e stava pianificando di ucciderne molti altri ... ma è stato catturato! Era direttamente e indirettamente responsabile della morte di milioni di persone, incluso il recente gran numero di dimostranti uccisi nello stesso Iran." 
Qualcuno può dare a Trump una copia di On Bullshit di Harry G. Frankfurt? "Una delle caratteristiche più salienti della nostra cultura è che ci sono così tante cazzate", scrive Frankfurt. "Lo sanno tutti."  
Trump sa di essere un burattino del regime israeliano e che sta cercando di compiacere i suoi padroni. Sa che nessun americano serio sosterrebbe un'altra guerra in Medio Oriente. Sa che la guerra in Iraq costerà all'America almeno sei trilioni di dollari. Ma deve obbedire ai poteri satanici in Israele. Deve provocare l'Iran affinché gli Stati Uniti possano trovare una scusa per un'altra guerra. In effetti, non appena il generale è stato assassinato, Benjamin Netanyahu è rapidamente salito sul podio politico e ha dichiarato che Trump ha fatto un buon lavoro, poiché ha agito "rapidamente, con forza e decisione".

Ma sia Israele che gli Stati Uniti potrebbero pentirsi di una simile mossa perché Russia, Cina e Francia non sono contente. Inoltre, la diabolica attività di Trump provoca una massiccia reazione in tutto il mondo e sembra che i funzionari israeliani e i loro burattini negli Stati Uniti non fossero pronti per quella reazione.

Tieni presente che i leader iraniani hanno sempre simpatizzato con gli americani, nonostante il fatto che l'establishment anglo-americano abbia rovesciato un presidente democraticamente eletto iraniano di nome Mohammad Mosaddegh nel 1953. 

Ad esempio, subito dopo l'attacco dell'11 settembre, furono gli stessi leader iraniani che si offrirono di unire le forze con le forze armate statunitensi per combattere il terrorismo. Gli Stati Uniti, tuttavia, hanno respinto la generosa offerta.

Inoltre, l'Iran, a differenza dell'America, non ha mai avuto il compito di invadere i paesi e distruggere il tessuto morale e politico di quei paesi. Sappiamo già quanto sia stata catastrofica la guerra in Iraq. 

Quindi, quando Khamenei dichiara che l'America è "malvagia e cattiva", si riferisce alla manifestazione di un'ideologia diabolica che è arrivata a avvolgere senza dubbio l'intero pianeta. Non si riferisce in alcun modo al popolo americano. Khamenei ancora oggi ha chiarito che la "morte dell'America" ​​non ha nulla a che fare con l'americano medio ma ha tutto a che fare con l'ideologia sionista, che cerca di spremere l'intero pianeta. Questa politica è stata perfezionata nel 1979 ed è ancora attuale oggi. L'ayatollah Khomeini postulò quindi:

“Non esiste alcun crimine che l'America non commetterà per mantenere il suo dominio politico, economico, culturale e militare su quelle parti del mondo in cui predomina. Sfrutta le popolazioni oppresse del mondo per mezzo di campagne di propaganda su larga scala che sono coordinate per essa dal sionismo internazionale. 
“Per mezzo dei suoi agenti nascosti e insidiosi, succhia il sangue delle persone indifese come se solo lei, insieme ai suoi satelliti, avesse il diritto di vivere in questo mondo. L'Iran ha cercato di recidere tutte le sue relazioni con questo Grande Satana ed è per questo motivo che ora si trova coinvolta in guerre imposte da esso. "Il "sionismo internazionale" è una descrizione appropriata di ciò che stava accadendo allora. Come ho già suggerito, gli Stati Uniti e l'Inghilterra avevano già rovesciato un presidente democraticamente eletto in Iran nel 1953 ed entrambi i paesi si stavano espandendo in modo aggressivo in Medio Oriente per mantenere vivo e vegeto un impero diabolico.

L'ayatollah Khomeini fece un tentativo di risolvere il problema del "sionismo internazionale" facendo appello all'unità musulmana. Ma quello era di nuovo un altro problema perché paesi come l'Arabia Saudita si stavano già prostrando al "sionismo internazionale". Come afferma E. Michael Jones:

“Nel momento stesso in cui ha invocato l'unità islamica, Khomeini è stato costretto a ammettere che l'Islam si stava dividendo in due fazioni in guerra. La grande battaglia climatica della crociata anticomunista mascherò questa divisione per decenni, ma ora, mentre le guerre intra-islamiche imperversavano nello Yemen e in Iraq, Khomeini si mostrò più un profeta che un politico che poteva portare all'unità islamica. In entrambi i casi, il Grande Satana stava esacerbando la divisione come mezzo per raggiungere obiettivi geo-politici. " 
Khomeini ovviamente ha acceso un fuoco profetico che ancora oggi è ancora rilevante. Il "sionismo internazionale" sta ancora succhiando il sangue di praticamente ogni nazione sulla terra attraverso attività segrete, spionaggio e mezzi ingannevoli. Rifiutando metafisicamente l'ordine morale e politico e abbracciando il caos e la distruzione, il sionismo internazionale è diventato essenzialmente satanismo.

Questo principio fu articolato da sant'Atanasio, il quale postulò che qualsiasi idea metafisica che nega ontologicamente il Logos e il suo posto centrale nell'universo finirà per essere satanica. In un universo satanico, ciò che è vero è in realtà una bugia e ciò che è una bugia è per definizione vero. Il regime israeliano e i loro burattini negli Stati Uniti rappresentano il satanismo. Trump è uno dei loro predicatori. In breve, una "fedeltà attiva a Satana" è l'ideologia politica degli Stati Uniti, dell'Arabia Saudita e di Israele, in particolare quando si tratta di affrontare questioni importanti in Medio Oriente.

Khamenei ha aggiunto che fino a quando la politica estera degli Stati Uniti rimarrà "malvagia e cattiva", l'Iran e i suoi leader continueranno a recitare per la morte di coloro che perpetuano la pulizia etnica ovunque in Medio Oriente. I rappresentanti del male in Medio Oriente, afferma Khamenei, non sono altro che Donald Trump, John Bolton e Pompeo. Khamenei ha continuato a dire: "Gli Stati Uniti sono l'incarnazione del male, ma si lamentano ancora quando gridi: Morte all'America!".


Gli Stati Uniti sono l'incarnazione del male perché i politici hanno abbracciato un principio talmudico che sostanzialmente dice che le guerre perpetue e la pulizia etnica in Medio Oriente e altrove fanno bene all'America, nonostante l'evidenza del contrario.

La posizione difficile dell'Italia

Franco Bradanini, ex ambasciatore nei due Paesi “caldi”, Cina e Iran, ha dichiarato a Business Insider che “se l’Iran trovasse una maggiore stabilità è evidente che le ingenti risorse energetiche che possiede consentirebbero un flusso commerciale rilevante con il resto del mondo e una politica di investimenti in infrastrutture che attirerebbe molte aziende europee e italiane. Tutto ciò, però, è impedito dalla politica sanzionatoria americana e dal sostanziale asservimento europeo a questa”, con l’Italia che sconta l’ulteriore percezione di Teheran secondo cui l’Italia è marginale politicamente e strategicamente. Non potendo scegliere alternative né costruirne di nuove, sull’Iran per l’Italia il rischio è di cacciarsi in un vicolo cieco e di abdicare a qualsiasi possibilità di azione autonoma. Per indorare la pillola, gli Stati Uniti sembrava stessero prospettando a Roma un dividendo per la lealtà sull’Iran: il rilancio del sostegno alle iniziative italiane di pacificazione della Libia. Obiettivo fallito. 



A differenza del contesto iraniano, quello libico era un teatro dove l’Italia poteva presentarsi davanti a Washington con possibili strategie e iniziative: perdere di fronte alla superpotenza la possibilità di far sentire la propria voce in capitolo ove c’era spazio di manovra è stato un errore irreparabile. A questo punto, avendo perso ogni influenza sulla pacificazione in Libia, non sussiste nemmeno più l'interesse dell'Italia ad appoggiare gli USA contro l'Iran. 

CINZIA PALMACCI

Fonti:







LITURGIA DEL GIORNO

La Liturgia di Sabato 4 Gennaio 2020
Feria propria del 4 Gennaio

Risultati immagini per immagini sacre


Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Bianco

Antifona d'ingresso
Il popolo che camminava nelle tenebre
vide una grande luce:
su coloro che abitavano una terra tenebrosa
sfolgorò il sole della vita. (Is 9,1)

Colletta
Dio onnipotente, il Salvatore che tu hai mandato,
luce nuova all’orizzonte del mondo,
sorga ancora e risplenda su tutta la nostra vita.
Egli è Dio, e vive e regna con te...

PRIMA LETTURA (1Gv 3,7-10)
Chiunque è stato generato da Dio non commette peccato.


Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo

Figlioli, nessuno v’inganni. Chi pratica la giustizia è giusto com’egli [Gesù] è giusto. Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché da principio il diavolo è peccatore. Per questo si manifestò il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo.
Chiunque è stato generato da Dio non commette peccato, perché un germe divino rimane in lui, e non può peccare perché è stato generato da Dio. In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi non pratica la giustizia non è da Dio, e neppure lo è chi non ama il suo fratello.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 97)
Rit: Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne.

Davanti al Signore che viene a giudicare la terra:
giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine.

Canto al Vangelo (Eb 1,1-2)
Alleluia, alleluia.
Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi
aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti,
ultimamente, in questi giorni,
ha parlato a noi per mezzo del Figlio.
Alleluia.

VANGELO (Gv 1,35-42)
Abbiamo trovato il Messia.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Con il Natale, Gesù ha posto la sua dimora in mezzo a noi. Chiediamo al Padre che ci aiuti a scoprire dove abita e per quale strada lo possiamo raggiungere, dicendo insieme:
Ascoltaci, o Signore.

Per i cristiani che nel battesimo hanno ricevuto il potere di diventare figli di Dio, perchè annuncino a tutto il mondo la buona notizia che Gesù è il messia. Preghiamo:
Per i pastori delle Chiese che hanno il mandato di indicare agli uomini e portare a tutti la salvezza, perchè vivano con umiltà e gioia il loro servizio. Preghiamo:
Per chi ha scelto, secondo la propria vocazione, di mettersi alla sequela del Cristo, perchè doni totalmente la sua vita alla causa del vangelo. Preghiamo:
Per quanti sono alla ricerca del senso della vita, perchè trovino nella Parola di Dio e nell'esempio dei santi la piena risposta alle loro aspirazioni. Preghiamo:
Per noi riuniti attorno al Cristo, perchè l'eucaristia che celebriamo diventi la fonte della nostra missione in questo giorno. Preghiamo:
Per quanti, in occasione del Natale, si sono accostati ai sacramenti.
Perchè continui nelle famiglie il clima di gioia di questi giorni.

Signore onnipotente, che nel tuo grande amore per noi hai voluto donarci il tuo Figlio, fa’ che la nostra vita sia la migliore testimonianza che il Cristo vive e abita in mezzo a noi. Egli è Dio e vive e regna con te per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Preghiera sulle offerte
O Dio, sorgente della vera pietà e della pace,
salga a te nella celebrazione di questi misteri
la giusta adorazione per la tua grandezza,
e si rafforzi la fedeltà e la concordia dei tuoi figli.
Per Cristo nostro Signore.

Oppure:
Accogli, Signore, i doni che ti offriamo
a lode della tua gloria,
e fa’ che diventino per noi sacramento di salvezza.
Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO DI NATALE I
Cristo luce

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.
Nel mistero del Verbo incarnato
è apparsa agli occhi della nostra mente
la luce nuova del tuo fulgore,
perché conoscendo Dio visibilmente,
per mezzo suo siamo rapiti all’amore delle realtà invisibili.
E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante
l’inno della tua gloria: Santo...

Oppure:

PREFAZIO DI NATALE II
Nell’incarnazione Cristo reintegra l’universo

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
lodarti e ringraziarti sempre per i tuoi benefici,
Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore.
Nel mistero adorabile del Natale,
egli, Verbo invisibile,
apparve visibilmente nella nostra carne,
per assumere in sé tutto il creato
e sollevarlo dalla sua caduta.
Generato prima dei secoli,
cominciò ad esistere nel tempo,
per reintegrare l’universo nel tuo disegno, o Padre,
e ricondurre a te l’umanità dispersa.
Per questo dono della tua benevolenza,
uniti a tutti gli angeli,
cantiamo esultanti la tua lode: Santo...

Oppure:

PREFAZIO DI NATALE III
Il misterioso scambio che ci ha redenti

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.
In lui oggi risplende in piena luce
il misterioso scambio che ci ha redenti:
la nostra debolezza è assunta dal Verbo,
l’uomo mortale è innalzato a dignità perenne
e noi, uniti a te in comunione mirabile,
condividiamo la tua vita immortale.
Per questo mistero di salvezza, uniti a tutti gli angeli,
proclamiamo esultanti la tua lode: Santo...


Antifona di comunione
La vita che era presso il Padre
si è manifestata a noi,
e noi l’abbiamo veduta. (1Gv 1,2)

Oppure:
Andrea disse a suo fratello Simone:
“Abbiamo trovato il Messia, il Cristo”.
E lo condusse da Gesù. (Gv 1,41-42)


Preghiera dopo la comunione
Sostieni, Signore, con la tua provvidenza
questo popolo nel presente e nel futuro,
perché con le semplici gioie che disponi sul suo cammino
aspiri con serena fiducia alla gioia che non ha fine.
Per Cristo nostro Signore.

Oppure:
O Dio, che ci hai accolti al tuo sacro convito,
donaci un’esperienza sempre più viva del tuo amore,
perché rimaniamo in perenne rendimento di grazie.
Per Cristo nostro Signore.



Commento
Giovanni ci dà un esempio del “discepolo modello”. Nel vangelo di oggi si parla di vocazione, di Dio che ci chiama a sé. Il primo passo consiste nel sentire la voce di Gesù; qualcuno ce lo indica: “Ecco l’agnello di Dio!”. E, come i due discepoli, cominciamo a seguirlo. Poi Gesù si volta verso di noi e ci chiede: “Che cercate?”. In risposta dobbiamo dire: “Dove abiti?”.
Ricordiamoci delle parole di sant’Agostino e ripetiamole: “I nostri cuori sono inquieti fino a che non riposano in te”.
All’inizio della nostra vita di discepoli, Gesù ci fa questo invito: “Venite e vedrete”.
In molte pagine dell’Antico Testamento è ricordato l’invito del Signore a tornare a lui, ad abbandonare le cattive abitudini e a volgersi di nuovo a lui. Dio desidera il ritorno dei suoi figli ribelli.
In seguito, nella pienezza dei tempi, nel mistero dell’Incarnazione, Dio ci chiama di nuovo, con parole semplici perché possiamo comprendere: “Vieni!”. Seguendo Gesù e diventando suoi discepoli ci incamminiamo verso una meta, diamo un senso alla nostra vita terrena: il fine ultimo è unirsi a Dio e restare con lui per l’eternità. Pregando al Getsemani Gesù dice: “Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato, siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo” (Gv 17,24).

venerdì 3 gennaio 2020

IL RITORNO DEL GRAN TURCO




Oggi il Parlamento della Turchia si appresta a votare per l’invio di truppe in Libia al fianco del Governo di Al Serraj, l’unico riconosciuto dall’ONU, dietro sua esplicita richiesta.

Una richiesta che era stata formulata anche all’Italia.
Il guaio di Al Serraj è che le fazioni che lo supportano gravitano attorno all’orbita della Fratellanza Musulmana. E’ il gran bel regalo lasciato in eredità dal cripto-islamico Obama e Sarkozy che per abbattere Gheddafi hanno permesso che la Fratellanza, che era al governo anche in Egitto e Tunisia, prendesse il potere.
L’Italia non è stata politicamente in grado di capire come con l’elezione di Trump tutti gli equilibri venissero rimescolati. Era troppo affaccendata a tifare per la Clinton.
L’unico governo appoggiato dall’ONU è di fatto quello che per il nostro paese rappresenta la minaccia peggiore: l’islamismo alle porte di casa.
La lentezza nel capire la geopolitica dell’area e di prendere dunque parte alla campagna laica sponsorizzata dall’Egitto di Al Sisi contro i Fratelli Musulmani ci ha messo oggi fra l’incudine e il martello, incapaci a prendere una decisione, impreparati ad affrontare le conseguenze dell’inazione.
Non così per il Turco, che ha sfruttato al volo l’occasione. Sempre avendo bene in testa l’obiettivo di configurarsi come potenza regionale mediterranea del gas. Sfruttando le divisioni e le inettitudini occidentali.


Dal punto di vista profetico possiamo dire che la realtà supera la fantasia. La questione libica l’ho affrontata nel 2014 principalmente in tre articoli:




In questi articoli si possono vedere, anni fa, due cose: il pericolo rappresentato dai flussi migratori incontrollati in relazione al terrorismo islamico e l’inettitudine dei nostri governanti, all’inizio della campagna del Generale Haftar, impersonificati da Gentiloni e Renzi.


Le quartine di Nostradamus, i messaggi di Anguera, le visioni di Zaro tutte insieme evidenziavano ed evidenziano il pericolo specifico per l’Italia che rappresenta la Libia; quello che non potevamo immaginare era che riemergesse nell’uscio di casa il pericolo del Gran Turco.


Avevo sempre ipotizzato infatti che la lettura dovesse essere simbolica laddove nel ‘500 l’Impero Ottomano rappresentava lo spauracchio dell’Europa così come oggi lo rappresenta il terrorismo islamico. Ma la sempre maggiore fusione fra la Fratellanza Musulmana e la Turchia di Erdogan non può lasciarci indifferenti. Perché rischia di concretizzare in Libia uno scenario siriano con migliaia di veri combattenti islamisti armati dalla Turchia, finanziati dal Qatar e sostanzialmente liberi ed indipendenti di organizzarsi come bande armate in grado di compiere azioni terroristiche sfruttando la nostra incapacità totale a controllare i confini meridionali italiani.
Ecco che il pericolo esistenziale per l’Italia di cui parlavo anni fa legato all’immigrazione clandestina acquisisce un peso assai maggiore potendosi incanalare in questi flussi islamisti addestrati alla guerra. La minaccia di Erdogan considerato il peso della Turchia nel controllare queste bande, si fa concreta ed intimidatoria.


Rivediamo i due messaggi si Anguera:


Anguera messaggio N. 2595 del 29/10/2005

La Libia inciamperà e i miei poveri figli conosceranno grandi sofferenze. Per gli uomini del terrore sarà un regalo di valore. Intensificate le vostre preghiere.

Anguera messaggio N. 2691 del 07/06/2006

Cari figli, a Cirene si udranno grida di disperazione e i miei poveri figli temeranno i grandi eventi. Dio vi chiama a vivere rivolti verso la sua grazia salvifica e misericordiosa.


Il primo messaggio forse trova maggiore conferma proprio in questi giorni se diventerà possibile che Qatar e Turchia assistano e prendano direttamente parte alla guerra civile libica.
Il secondo messaggio che poteva far pensare alla caduta di Gheddafi con le rivolte cominciate a Cirene può anch’esso aver a che fare con i nostri giorni se consideriamo la frase “e i miei poveri figli temeranno i grandi eventi”. Si sente infatti nell’aria, a vari livelli, un fastidioso odore di zolfo che attanaglia l’Europa. Dalla stupidità con cui Berlino ha condannato il continente alla stagnazione ed alla divisione alla Brexit, dalle rivolte sempre più massicce in Francia alla questione catalana in Spagna, dall’immobilismo del sistema di potere politico italiano non rappresentativo del popolo che persegue una politica anti patriottica e ormai fuori tempo al disastro ogni giorno più evidente di questo pontificato.


I grandi eventi devono proprio farci temere la conflagrazione generale di tutte queste crisi.


Sappiamo già ad esempio che la Turchia andrà incontro alla propria dissoluzione proseguendo in questa politica, ma fino a quel momento, che sembra comunque essere vicino, i danni che può produrre, ad esempio in Libia, sono tanti. Il terrorismo in Italia è stato già annunciato sempre ad Anguera, ma anche a Zaro:


2553 – 24/07/2005
Gli uomini del terrore raggiungeranno il Vaticano. La piazza sarà piena di cadaveri. L’umanità vedrà l’azione malefica degli uomini dalla grande barba. Il Colosseo crollerà.




Nel bosco di Zaro ad Ischia la Madonna ha mostrato una visione, l’otto Gennaio del 2013.


All’improvviso la Madonna mi ha detto: “Guarda figlia”.

Mi sono trovata in Piazza San Pietro, era sull’imbrunire, c’era un venticello tiepido e ho guardato il cupolone, da esso fuoriusciva un fumo grigio, denso e continuo.
Giù nel piazzale c’era come un tumulto, ma io all’inizio non vedevo chiaro quello che stava accadendo. Man mano alla mia vista apparivano sembianze e colori e le scene mi si presentavano vicine. La piazza era piena di gente e di soldati vestiti con pantaloni neri e a righe tenuti negli stivali, sopra bluse larghe. In mano avevano delle scimitarre tipo falci a forma di mezza luna allungata, avevano strani copricapi, come dei cappelli. C’erano corpi riversi a terra e tanto sangue, talmente tanto che la piazza sembrava una conca piena. Alcuni dei sopravvissuti hanno alzato una bandiera.
La bandiera era verde con dentro una mezza luna e una stella a cinque punte bianca.
Dopo si sono avvicinati al portone principale per entrare, ma era di fuoco e non sono riusciti ad entrare. Poi il cielo si è schiarito e tante colombe bianche sorvolavano la piazza ed il sangue e i cadaveri scomparivano. Infine la Mamma ha benedetto tutti in modo particolare, nel nome del Padre, del Figlio e del Santo Spirito Santo.
Amen.


I due messaggi si equivalgono descrivendo in Piazza San Pietro una grande strage. Notiamo che all’inizio della visione di Zaro si vede il fumo uscire dalla Cupola. La spiegazione di questo simbolo ho provato a darla in “Le Visioni della Madonna di Zaro: La Grande Battaglia”. Il fumo rappresenta satana che viene cacciato dalla Chiesa; ma furioso per la sconfitta, dove pensava di poter operare nel segreto e nell’ombra, si tramuta in un’orrida bestia che attacca frontalmente ed apertamente la Chiesa provocando un gran tumulto proprio nella piazza. Se vi fosse correlazione fra l’attacco terroristico e la cacciata del diavolo dovremmo pensare che l’attentato avverrà quando la Chiesa riuscirà o proverà ad uscire dalla spaventosa crisi interna che la attraversa. Cosa che non può avvenire senza una decisa operazione “verità”.

Anche le quartine libiche acquisiscono nuovo significato alla luce dello sviluppo degli eventi:


Dal Ramo XIX del ‘900 “Il Risveglio Islamico”


260
La foy Punicque en Orient rompue.
Grand Iud, & Rosne Loyre & Tag changeront:
Quand du mulet la faim sera repue,
Classe espargie, sang & corps nageront.

260
La fede Punica in Oriente sarà abbattuta.
I grandi d’Europa faran cambiamenti:
Quando del muletto la fame sarà riempita,
Dalla flotta sangue si spargerà e i corpi galleggiare.

Cade Gheddafi per i bombardamenti occidentali.
La fame del muletto (mezzo di trasporto) è saziata dal petrolio.
La flotta libica è composta di barconi di immigrati, cominciano le stragi dei mari


Dal Ramo XIX del '900 "Il Risveglio dell'Islam"


109
De l'Orient viendra le coeur Punique
Fascher Hadrie, & les hoires Romulides,
Acompagne de la classe Libique,
Trmbler Melites & proches Isles vuides.

109
Dal’Oriente verrà anima Punica
Incollerirà l’Italia e gli eredi di Romolo,
Accompagnata dalla flotta libica,
Vedi Malta e l’isole vicine tremare.




Roma e l’Italia, a causa della stupidità politica dei propri governanti, sono invase da immigrati che arrivano grazie ad una flotta di barconi. Tutte le isole del canale di Sicilia come Lampedusa e Malta vengono messe a dura prova.




Dal Ramo XXIII del ‘900 “Il Secolo di Febo”

230
Vn qui les dieux d’Annibal infernaux,
Fera renaistre, effrayeur des humains.
Oncq’ plus d’horreur ne plus pire iournaux,
Qu’auint viendra par Babel aux Romains.

230
Un che, terrore degli umani, d’Annibale
Farà rinascere gli dei infernali.
Che non peggiori orrori ne fatali,
L’avvento verrà da Babele ai Romani. 




Qui la minaccia sembra cambiare e farsi più concreta. Annibale sembra rappresentare simbolicamente non solo l’invasione dei migranti, ma qualcosa di peggio dal punto di vista militare: l’islamismo. Annibale è infatti anagramma di Bin Laden (così è cominciato molto tempo fa l’accostamento simbolico), ma oltre che un uomo può rappresentare un movimento, un evento di massa. Senza escludere ovviamente l’identificazione con un soggetto (lo yemenita di Anguera?) che al momento però non credo sia Erdogan.
L’avvento verrà da Babele, in pieno Medioriente islamico. L’ISIS nasce lì, a due passi da Baghdad.




Dal Ramo IV del 2000 "La Chiesa degli Ultimi Tempi"

Presagio 11 Septembre.
Pleurer le ciel. A' il cela faict faire?
La mer s'appreste. Annibal fait ses ruses:
Denys mouille. Classe tarde. Ne taire,
Na sçeu secret. & à quoy tu t'amuses?

Presagio 11 Settembre
Piangere il cielo, ma chi ce l'ha fatto fare?
La flotta s'appronta, Annibale compie le sue astuzie:
Denys allagato, flotta in ritardo, nessuna sicurezza,
Il segreto dissigillato, di che cosa ti meravigli?




Presagio arcano, ma molto interessante. Torna Annibale in relazione ad una flotta. Il che purtroppo mi fa pensare sempre ai flussi di immigrati che senza controllo alcuno giungono sulle nostre coste. Sembra contrapporsi ad un’altra flotta, che è in ritardo e che lascia pensare all’inesistenza della difesa dei nostri confini. Chi è Denys? In passato l’ho accostato all’attuale papa che, in quanto pontefice, è timoniere della Barca di S. Pietro. Che è fradicia d’acqua, zuppa, allagata (mouillè); come non pensare all’immagine citata anche da Benedetto XVI di una barca che sembra in procinto di ribaltarsi persa fra i flutti del mare. Insomma una metafora della grave crisi della Chiesa.
L’ultimo verso annuncia un segreto aperto, dissigillato: il segreto di Anguera? O un altro?
Di fatto questa è l’unica quartina in cui compaiono due domande. Chi ce l’ha fatto fare? Di cosa ti meravigli? Sembra quasi che Nostradamus entri in empatia con il lettore con domande retoriche.
L’apertura e la chiusura sono quindi emblematiche: un segreto è aperto e il cielo piange. In mezzo crisi della Chiesa e Annibale in azione. E’ praticamente il contenuto della visione di Zaro.


Dal Ramo XIX del '900 "Il Risveglio dell'Islam" e dal V del 2000 “La Guerra in Europa”


150
De l'aquatique triplicité naistra,
D'vn qui fera le ieudy pour sa feste:
Son bruit, loz, regne, sa puissance croistra,
Par terre et mer aux orients tempeste.


150
Dall’acquatica triplicità nascerà
D’uno che stabilirà il giovedì per sua festa:
Sua fama, sua gloria, regno, sua potenza crescerà,
Per terra e mare agli orienti tempesta.


La quartina compare due volte sia nel Ramo del risveglio islamico che nel penultimo del Poema. Annuncia un personaggio o un movimento eretico poiché viene da chi vuole il Giovedì come festa in contrapposizione al Venerdi dei Musulmani, il Sabato degli Ebrei e la Domenica dei Cristiani.
Il luogo di provenienza è la triplicità acquatica che nella geografica tolemaica indica nella sua parte esterna la Libia intesa come Nordafrica escluso l’Egitto e nella sua parte interna la Turchia esclusa la costa meridionale.
Neanche a farlo apposta abbiamo Turchia più Libia connesso al risveglio islamico e alla guerra in Europa. Insomma il ritorno del Gran Turco in tutte le sue accezioni.


Concludo con altre due quartine entrambe del Ramo I del 2000 di cui la prima vista nel precedente articolo e che uso per mostrare la contiguità cronologica degli eventi:


Dal Ramo I del 2000 “Guerra in Medioriente”


Pres. 40 Giugno
De Maison sept par mort mortelle suite,
Gresle, Tempeste. Pestilent mal, fureurs:
Roy d'Orient d'Occident tous en fuite,
Subiuguera ses iadis conquereurs.


Pres. 40 Giugno
Della settima casa per morte mortale successione,
Grandine, tempesta, pestilente male, furori:
Il re d’Oriente d’Occidente tutti in fuga,
Soggiogherà i suoi d’un dì conquistatori.


Pres. 99 Luglio
En peril monde et rois feliciter,
Razes esmeu. par conseil ce qu'estoit
l'Eglise rois pour eux peuple irriter,
Un monstrera apres ce qu'il n'estoit.


Pre 99 Luglio
Mondo in pericolo e i re felicitare
Saracena sommossa, per consiglio che c’è stato
La Chiesa i re per loro popoli irritare
Un mostrerà in appresso quel c’egli non è stato




La prima quartina mette in relazione l’emersione del Re Orientale che va a soggiogare i conquistatori di un tempo, classica allusione allo scontro fra europei ed ottomani, oggi rappresentato dal Sultano Erdogan. La sua politica sta mettendo l’Europa in soggezione, con i migranti, con il gas, con la Libia e vedremo con cos’altro fino a che non si giungerà alla rottura.
Al primo verso la successione della casa di Bilancia, l’Inghilterra, in relazione alla Brexit. Sarà mortale e porterà il regno alla disgregazione in quattro parti.


La seconda quartina vede il mondo in pericolo per l’islamismo e lo scontro fra i popoli e i re. La Chiesa è irritata per questi scontri e a causa di questi popoli (non sarà mica il populismo che angoscia Bergoglio?).
Alla fine uno si mostrerà diversamente da come è stato e come ho detto in passato potrebbe riguardare proprio l’attuale pontefice.


Se la scaletta degli eventi che ho elaborato è grosso modo corretta il 2020 sarà un anno difficile che dovrà introdurci dentro al culmine degli eventi profetizzati a partire dalla metà del 2021.

MESSAGGI E PROFEZIE - 1 GENNAIO 2020 - LUZ DE MARIA : ITALIA IN PERICOLO? TERREMOTO?






AUGURI 2020?






CATASTROFE NUCLEARE PLANETARIA - Intervista a Andrea Bertaglio

Allarme Rosso!


Siamo in stato di Allarme Rosso fino a notifica di cessato allarme.
Tutte le necessarie procedure sono da ora attivate.

62 persone hanno in mano la ricchezza corrispondente a quello di 3,5 MILIARDI di persone. Vogliamo fare loro gli auguri per Natale e per l’anno prossimo?

Gli Stati Uniti d’America hanno pubblicamente dichiarato di avere una missione nel mondo e che, per questo, nessun altro paese deve solo pensare a contrastare questo destino manifesto e divino e che si traduce: 

a) nella presenza di basi militari USA in tutto il mondo (oltre 800, con o senza il consenso dei rispettivi popoli, vedi Guantanamo); 

b) nella presenza permanente di flotte militari comprensive di portaerei, sommergibili, bombardieri e droni in ognuna delle sei zone di controllo in cui gli Stati Uniti hanno diviso il mondo intero (compresi i ghiacci dei poli e l’atmosfera che circonda e protegge la Terra); 

c) nelle spese militari di gran lunga le più elevate (700 miliardi di dollari annui- 35 Russia – 49,5 Cina). E’ di oggi la notizia che hanno superato anche questa cifra.
Vogliamo fare gli auguri a chi ha messo in piedi questo meccanismo di guerra e di distruzione delle risorse di questa Terra? I governi italiani che si sono succeduti, fin dalla fine della Guerra Mondiale, hanno ceduto sempre maggiori quote di sovranità e di ricchezze del nostro paese ad altri, con l’adesione sempre più convinta e non discussa alla Nato, hanno di fatto realizzato l’occupazione del nostro paese (113 basi), la partecipazione ad atti di guerra che niente avevano a che fare con la difesa del nostro territorio e l’esposizione inutile a rappresaglie nucleari per la presenza di 70 bombe di questo tipo in violazione dei trattati internazionali dal nostro paese firmati e soprattutto in violazione della nostra Legge Fondamentale la Costituzione che non si limita a condannare le guerre ma che le RIPUDIA quale strumento di soluzione dei conflitti internazionali.

Vogliamo fare gli auguri anche a chi (tutti) nell’attuale parlamento continua a sostenere questa suicida scelta politica, economica e militare? I mercati considerati legge naturale, assoluta e indiscutibile per la regolazione delle attività economiche in realtà cosa hanno prodotto? Prendendo esempio dal colpo in Cile dell’11 settembre 1973 ritenuto il battesimo del fuoco del neoliberismo oggi universalmente imperante, scopriamo che il mondo è stato realmente unificato nell’economia, nell’informazione,e nel tipo di consumi ma che ha visto contemporaneamente crescere le disuguaglianze fra gli esseri umani come mai nella storia: non solo tra paesi poveri e paesi ricchi ma anche all’interno dei paesi più ricchi. Cosa sono poi questi Mercati? Sono presenze automatiche, autonome, extraterrestri o sono governati da persone fisiche e giuridiche ben definite e ben delimitate? non rientreranno in ballo quelle famose 62 persone che tramite aziende multinazionali, e istituti finanziari rigorosamente privati e opachi controllano una economia che non ha più nulla a che vedere con le necessità fondamentali dei 7,5 miliardi che abitano attualmente il nostro piccolo e circoscritto Pianeta? Sicuramente non ci considerano loro “pari”.
Vogliamo fare gli auguri anche a loro? Vi confesso che non ci tengo neppure un poco; gli auguri li voglio fare a voi che ci seguite da tempo e che avete compreso la serietà e la coerenza con cui operiamo; gli auguri li dobbiamo fare ai 6 miliardi di esseri umani che vivono sul pianeta ma non contano un accidente (indipendentemente che vivano in paesi cosidetti democratici o no in quanto chi decide lo fa altrove senza il controllo di nessuno). Le condizioni sociali, culturali, tecniche e scientifiche oggi potrebbero garantire a tutti una vita decorosa e dignitosa, non dobbiamo più lottare contro le fiere feroci o uccidere per procurarsi il cibo ma, clamorosamente, contro chi sta distruggendo indiscriminatamente le risorse disponibili per produrre il superfluo.Allora gli auguri li rivolgo non alle persone ma agli obiettivi che, come persone, ci dobbiamo porre per difendere realmente la sopravvivenza del genere umano e la giustizia nel loro vivere assieme.Primo obiettivo: auguriamoci di scongiurare definitivamente il rischio di un conflitto nucleare, io non vedo nella Russia, nell’Iran e nella Cina dei nemici che ci stanno minacciando e da cuidobbiamo difenderci; nel nostro paese questo vuol dire uscire da qualsiasi alleanza militare, per una neutralità attiva con tutti i popoli del mondo; vuol dire rimandare le bombe nucleari, presenti illegalmente ed illegittimamente nel nostro territorio, al loro “legittimo” proprietario; significa operare perchè l’Italia rispetti il trattato di non proliferazione e ratifichi il nuovo trattato proposto da 113 paesi al’ONU di totale interdizione delle armi nucleari. Il nostro paese per voce della sua Costituzione, nata alla fine di una devastante guerra mondiale, non si limita a rifiutare la guerra ma la RIPUDIA come strumento di regolazione dei rapporti internazionali.
Il nostro comitato (NoGuerraNoNato) e la nostra associazione onlus “Per un Mondo Senza Guerre” sono in azione in tutto il paese e da due anni anche in Europa per informare, documentare, realizzare incontri, promuovere iniziative unitarie contro la guerra, il traffico d’armi, la partecipazione dell’Italia alla presenza aggressiva della Nato oramai in tutto il mondo.
Infine gli auguri li facciamo a noi stessi (il nostro appello originale e quindi gli aggiornamenti settimanali che facciamo ai firmatari dello stesso, è oggi sottoscritto da 40 mila persone) per il nostro lavoro totalmente volontario, assolutamente sganciato da ogni scopo elettorale o partitico diretto o indiretto. Non abbiamo alcun finanziamento o appoggi istituzionali, possiamo contare esclusivamente sul vostro appoggio operativo (organizzate ovunque possibile momenti di incontro di discussione su i nostri temi e noi vi daremo ogni appoggio e sostegno possibile); ma soprattutto abbiamo bisogno del vostro sostegno economico (fondamentale per continuare).
Il migliore degli auguri possibile sarebbe sfruttare la piattaforma che abbiamo costruito recentissimamente in rete NATOEXIT.IT sia per utilizzare la valanga di documenti, articoli, video, informazioni che troverete (tutte facilmente scaricabili) sia utilizzando il bottone DONAZIONI presente nel frontespizio e che senza oneri consente, tramite il mezzo PayPal, di offrire donazioni anche minime, anche mensilizzabili, come potrebbe essere il valore di un cappuccino e una pasta, da fare ogni tanto; oppure donazioni una tantum anche più consistenti (in attesa di avere disponibile il meccanismo gratuito del 5 per mille) che come associazione possiamo certificare (basta avere il vostro indirizzo mail) perchè lo possiate scaricare nella denuncia dei redditi. Breve nota :i soldi che versate su Change.org per la nostra campagna vanno integralmente a Change e non a noi. Tutto questo sarà integralmente utilizzato per organizzare eventi e produrre documenti; noi non abbiamo nè dipendenti nè prestatori d’opera ma dobbiamo pagare servizi come il sito in rete, le conferenze o gli incontri via zoom, locandine,volantini etc. La difesa della nostra sopravvivenza può essere una buona motivazione.


BUON NATALE E BUONE FESTE IN SERENITA’ UN ANNO 2020 DI ATTACCO ALLA GUERRA E ALLA NATO

Giuseppe PadovanoPresidente della APS “per un mondo senza guerre”Coordinatore del Comitato No Guerra No Nato cell. 3939983462mail giuseppepadovano.gp@gmail.com


NOTIZIA PRIVA DI FONDAMENTO O NOTIZIA DI INSABBIAMENTO?

Sono "totalmente prive di fondamento" le notizie che circolano da alcuni giorni relative al trasferimento di armamento nucleare dalla Turchia all'Italia, in particolare verso la base di Aviano. Lo afferma, in una nota, il Ministero della difesa. Nel comunicato "si sottolinea inoltre che ogni aspetto relativo alla postura 'nucleare' in seno alla Nato viene discusso collegialmente fra tutti i Paesi membri". Sembra quindi essersi sgonfiato quindi il nuovo "caso Aviano" e l'ipotesi di trasferire cinquanta testate nucleari dalla Turchia, che sarebbe ritenuta non più affidabile dall'amministrazione statunitense, alla base Usaf di Aviano.


Una smentita che viene tuttavia dopo anni di smentite sulla presenza degli ordigni nucleari sul territorio italiano. La notizia del possibile arrivo di nuove testate era stata pubblicata giorni fa dal quotidiano il Gazzettino ed era poi rimbalzata sulle testate nazionali ingenerando numerose prese di posizioni. Il Gazzettino in realtà riportava le dichiarazioni di un generale dell'aeronautica americana in pensione all'agenzia Bloomberg. Il generale dell'Air Force Chuck Wald, aveva ventilato, come analista, il possibile trasferimento delle testate nucleari americane dalla base turca di Incirlik, in Anatolia, alla base Usaf di Aviano di cui Wald è stato comandante, a metà degli anni '90. Il militare, parlando dei complessi rapporti tra Stati Uniti e Turchia, aveva citato la necessità di ricollocare le testate: "Vista la crescita dell'antiamericanismo in Turchia e la volontà di Erdogan di avvicinarsi alla Russia, abbiamo urgentemente il bisogno di ricollocare le armi nucleari che abbiamo nella base di Incirlick e che non hanno più la stessa utilità a fini strategici del passato. Dobbiamo spostarle". "Idealmente - aveva detto - la loro nuova destinazione dovrebbe essere sul suo europeo ed una possibilità potrebbe essere la base italiana di Aviano. Da un punto di vista logistico non ci sarebbero difficoltà".



Lutti, dolore, macerie e incubi. Al momento vale la regola non tutti i terremoti sono naturali. Abbiamo una certezza: il sisma non colpirà né Ghedi in provincia di Brescia, né Aviano in provincia di Pordenone. Perché? Un centinaio di ordigni nucleari (modello B 61) Usa pronti all’uso. Già, ma se allo Zio Sam la situazione sfugge di mano? Che fine fa lo Stivale ormai ridotto ad una portaerei a stelle e strisce? Ma l’Italia ha violato il Trattato di non Proliferazione Nucleare? 

L’Europa continua a non rendersi conto della quantità di bombe atomiche nord-americane, disseminate sul vecchio continente (ufficialmente 480). I Rapporti segreti del Pentagono e dell’US Air Force (di cui siamo in possesso), per quanto riguarda l’Italia, parlano chiaro: «La loro forza esplosiva distruggerebbe all’istante e completamente un’area equivalente alla metà della superficie geografica italiana, con un impatto distruttivo avvertibile in un’area equivalente a 10 volte le dimensioni della Penisola». Altro che nuove centrali per fornire energia e scorie prive a tutt’oggi di sicurezza o affondate nei mari della Penisola. «Si tratta di una presenza ignorata dal 60 per cento degli europei e da quasi il 70 per cento degli italiani». E’ il risultato di un sondaggio commissionato da Greenpeace a StratCom (Eurisko per l’Italia) nel 2006 e molto poco noto. Non è tutto: «Il 71,5 per cento degli italiani dice no alla presenza di testate nucleari in Europa e i due terzi degli europei che ospitano testate Nato la pensano allo stesso modo». Una volta informati della presenza di testate nucleari nel Belpaese, sei italiani su dieci si sono mostrati preoccupati. E a ragione.  Recep Tayyp Erdogan è stato negli USA ospite di Donald Trump il 13 novembre 2019. Lo ha reso noto lo stesso presidente americano in un tweet in cui sottolineava come "la Turchia sia un alleato della Nato importante e con buona reputazione". "In tanti dimenticano con opportunismo che la Turchia è un grande partner commerciale degli Stati Uniti, costruisce (anche, ndr) i telai in acciaio degli F-35", ha precisato Trump. Considerando che la Turchia è un grande alleato USA-NATO denunciamo a gran voce l'atteggiamento complice e irresponsabile del nostro Ministero della Difesa!

BOMBE ATOMICHE: USA IN ITALIA. ASCOLTATE BENE....CI PRENDEREMO ANCHE GLI ARSENALI DEL RESTO D'EUROPA?!










Yankees go home - L’ultimo report in materia di Greenpeace “Ordigni nucleari Usa/Nato: sicuri?” delinea il rischio offerto da questi potenziali obiettivi di attacchi terroristici. Ogni testata è anche un impedimento a ulteriori riduzioni degli ordigni tattici in Russia e ai negoziati in corso in Iran sul disarmo nucleare. Lo studio dell’associazione ecologista sottolinea come, attraverso l’ammodernamento tecnologico in corso nella Nato, i sei Paesi che ospitano le armi atomiche possano rimuovere questa minaccia restituendo agli Usa le testate: la strada è già stata tracciata da Canada, Grecia, Danimarca e Islanda. “Il presidente degli Stati Uniti Obama può decidere l’impiego delle armi nucleari senza il permesso italiano”, commenta Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia. “Non è lontano uno scenario di guerra in Iran che preveda l’impiego di bombe B61, proprio quelle 480 presenti nelle basi europee. Questa complicità nella politica estera di un altro Paese, che ha rivisto la dottrina nucleare, postulando la possibilità di fare un primo “colpo” nucleare preventivo è inaccettabile. Il centinaio di testate nucleari che stanno a Ghedi Torre e Aviano devono tornare negli Usa”.

In guerra -L’aveva ribadito anche Romano Prodi: “La strada da privilegiare è quella preventiva e diplomatica perché c’è la possibilità che dall’Italia possa essere sferrato un attacco nucleare contro l’Iran”. Dopo l’ultima revisione del Nuclear Posture Review del Pentagono, gli USA non escludono la possibilità di impiegare armi nucleari per prevenire un attacco nucleare imminente o potenziale o per evitare che altri paesi possano dotarsi di capacità nucleare militare. La guerra atomica è, allo stato dei fatti, una minaccia reale. E i piloti statunitensi possono decollare con armamenti nucleari dalla basi italiane senza che sia necessaria alcuna decisione del nostro Governo efficacemente eterodiretto.





Sovranità azzerata - Le atomiche di proprietà degli Stati Uniti d’America schierate in Italia complessivamente hanno una potenza distruttiva pari a 900 volte l’effetto prodotto sulle bombe sganciate alla fine della seconda guerra mondiale dagli Usa sul Giappone (Hiroshima e Nagasaki). «Gli ordigni in questione sarebbero le bombe B61, ordigni tattici affusolati adatti ad essere trasportati, fissati alle ali, dai cacciabombardieri; la loro potenza può variare da 0,3 a 170 chilotoni; quella della bomba sganciata su Hiroshima era di circa 15». E’ quanto si legge nell’interrogazione parlamentare di Mauro Bulgarelli (Verdi) indirizzata al ministro della Difesa il 17 febbraio 2005, a tutt’oggi senza alcuna risposta. Ognuno di questi ordigni ha una capacità distruttiva fino a quindici volte quella di Hiroshima e messi insieme avrebbero la capacità di disintegrare in pochi attimi la vecchia Europa. Come mai la situazione viene celata al popolo italiano che, nel 1987 e poi nel 2011 che mediante due referendum referendum hanno espresso un rifiuto netto del nucleare? “L’Italia è un Paese a sovranità limitata”, argomenta l’ammiraglio (in pensione) Falco Accame, ex presidente della Commissione Difesa della Camera, “in caso di incidente, non esiste alcun piano coordinato di emergenza tra autorità militari, protezione civile, prefettura ed enti locali. E’ del tutto evidente che ci troviamo di fronte a una grave lesione delle prerogative democratiche del Parlamento, che rimane all’oscuro di ciò che accade nelle basi e della natura degli accordi tra Italia e Usa”. Secondo uno studio del Natural Resources Defence Council «La presenza di bombe nucleari a Ghedi Torre sarebbe relativamente recente e posteriore alla guerra fredda». Il campo di aviazione a capacità di offesa atomica più vicino al Ticino avrebbe infatti ricevuto a metà degli anni ’90 le testate in precedenza schierate a Rimini. “La responsabilità operativa è passata dagli Stati Uniti all’Italia e gli ordigni sarebbero destinati a essere lanciati dai Tornado della 102a e della 154a squadriglia, appartenente al sesto stormo” spiega l’ex presidente della Commissione Parlamentare Difesa, Falco Accame. La presenza degli ordigni nucleari in Italia non è mai stata confermata ufficialmente se non in un’occasione, il 1 marzo 2005, dal sottosegretario alla Difesa Giuseppe Drago in risposta ad un’interpellanza urgente (2/01481) sottoscritta da 32 parlamentari. Drago aveva ammesso a denti stretti che «la presenza di armi nucleari in Europa, sul territorio di paesi alleati non detentori di ordigni nucleari, costituisce un aspetto essenziale del nuovo concetto strategico della NATO che assicura la copertura, ma anche il coinvolgimento dell’intera Alleanza, nel cosiddetto ombrello nucleare della NATO stessa».


Pericolo nucleare - Aviano è una struttura in territorio italiano che gode di un’ampia extraterritorialità, ma anche nell’aeroporto tricolore di Ghedi le regole non cambiano: i nostri militari non hanno potere decisionale sulle bombe nucleari. Oltretutto, nello Stivale, dai tempi della guerra fredda, quando decine di missili nucleari a lunga gittata stazionavano in Puglia, più precisamente sulla Murgia barese (poi smantellati dal presidente Kennedy) - all’insaputa dei comuni mortali - l’allarme atomico non è mai cessato. Ben due documenti dell’aviazione militare Usa (“U.S. Air Force in Europe”) siglati dai generali Worden e Farrell hanno sgretolato la barriera bellica che avvolge gli arsenali atomici in Europa. I due elaborati militari rivelano che gli Usa mantengono nel Vecchio Continente un numero di ordigni nucleari notevolmente superiore a quello finora conosciuto. Tale decisione è stata presa nel novembre 2000 dal presidente Clinton (Directive/NSC-74) e ribadita nel 2005 dal successore Bush (Directive/NSC-75). Ben «480 bombe nucleari sono dislocate in otto basi aeree in sei Paesi europei della Nato: 150 in Germania, 110 in Gran Bretagna, 90 in Italia, 90 in Turchia, 20 in Belgio e 20 in Olanda». Nel 2006 -secondo qualificate fonti militari Usa- i 24 ordigni atomici che stazionavano in Grecia, sono stati trasferiti segretamente ad Aviano. Gli ignari cittadini sono forse esposti a rischi? Come documentano i rapporti dell’U.S. Air Force, «vi sono crescenti problemi di sicurezza relativi alla conservazione di queste armi». L’aeronautica militare americana ammonisce che «la normale procedura può comportare il rischio di esplosioni nucleari accidentali se un fulmine, ad esempio, colpisse gli ordigni del tipo B61». Per quale ragione di Stato i vari governi italiani (Prodi, Dini, D’Alema, Berlusconi, Monti) non hanno informato l’opinione pubblica? Lo spiegamento delle armi nucleari Usa in Europa è regolato da una serie di accordi segreti, che i governi del Vecchio continente e l’Unione europea non hanno mai sottoposto ai rispettivi parlamenti. Quello che regola le armi nucleari Usa in Italia è lo ‘Stone Ax’: il piano ‘ascia di pietra’. Esso non solo dà agli Usa la possibilità di schierare armi nucleari sul nostro territorio, ma stabilisce il principio della doppia chiave, ossia prevede che una parte di queste armi possa essere usata dalle forze armate italiane una volta che gli Usa ne abbiano deciso l’impiego. A tal fine, documenta il rapporto occulto «piloti italiani vengono addestrati all’uso delle bombe nucleari nei poligoni di Capo Frasca (Oristano) e Maniago II (Pordenone)».


Ufficiale - La conferma, seppure velata giunge da un addetto ai lavori. Nel 2005 il colonnello Nicola Lanza De Cristoforis, intervistato quando era comandante del 6° stormo di Ghedi, aveva rivelato: «Da qualche anno ci addestriamo soltanto in Sardegna e sono a conoscenza in parte di questi accordi intergovernativi segreti Italia-Usa». In tal modo, l’Italia, che fa parte con gli Usa del “Gruppo di pianificazione nucleare” della Nato, viola il Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari che, all’articolo 2, stabilisce: «Ciascuno degli stati militarmente non-nucleari, si impegna a non ricevere da chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, direttamente o indirettamente». Non è tutto: nell’aprile 1999 il governo italiano ha sottoscritto, senza sottoporlo al Parlamento, un accordo sulla “pianificazione nucleare collettiva” della Nato in cui si stabilisce che «l’Alleanza osserverà forze nucleari adeguate in Europa, con caratteristiche di flessibilità e capacità di sopravvivenza tali da essere percepite come un elemento credibile ed efficace nella strategia atlantica di prevenzione dei conflitti». Tale strategia, consistente nel «prevenire i conflitti» tenendo gli altri sotto mira con le proprie armi nucleari, fa propria la “Direttiva 60” promulgata nel 1997 dal presidente Clinton: essa stabilisce che «le armi nucleari non solo continuano a essere puntate su Russia e Cina, ma possono essere usate contro stati-canaglia e contro soggetti non-statali che minaccino gli Stati Uniti, le loro truppe all’estero e i loro alleati con armi di distruzione di massa, anche non nucleari».
Non ha dubbi Falco Accame: “L’Italia, che ha sempre giocato un ruolo positivo per il disarmo nucleare, deve intervenire in sede diplomatica per ricostruire un clima e una sensibilità politica favorevole al disarmo e alla non proliferazione atomica. L’Europa deve essere libera da armi nucleari. Senza il disarmo nucleare delle potenze atomiche attuali, sarà difficile perseguire la non proliferazione in Paesi come la Corea del Nord, l’Iran o il Giappone che si sentiranno legittimati a proseguire nella direzione sbagliata”.
Ai micidiali ordigni alati si sommano missili e ordigni nucleari nelle basi di Camp Derby (Toscana), a Longare (Veneto), e a Sigonella (Sicilia). Greenpeace chiede ai ministri della Difesa europei di concordare il rientro delle testate atomiche negli Stati Uniti. “La minaccia di un uso di armi nucleari tattiche per risolvere la crisi iraniana è all’orizzonte” segnala Pippo Onufrio “La necessità di riprendere il cammino interrotto del disarmo atomico è urgente e indifferibile. L’Italia deve tornare a giocare un ruolo attivo di pace”. Il generale James Jones, già comandante supremo delle forze Nato, qualche tempo fa ha sottolineato come «alcuni Paesi che mantengono sul loro territorio ordigni nucleari, e tra questi l’Italia, insistono per mantenere questa presenza»; ciò perché, secondo il rapporto, consente loro di mantenere influenza nell’ambito dell’alleanza. La base di Ghedi è l’unica a livello europeo nella quale gli hangar che proteggono l’arsenale atomico sono pieni al 90 per cento della capacità teorica, contro una media delle altri basi del 50 per cento. Al Sesto Stormo dell’Aeronautica militare italiana di stanza nella base di Ghedi può essere assegnata una missione di attacco in caso di conflitto nucleare. «Negli ultimi 5 anni», rivela il rapporto Us Nuclear Weapons in Europe «esperti americani hanno compiuto un intervento discreto su tutte le testate atomiche in Europa, per renderli più agevoli da controllare e più stabili durante il trasporto sui bombardieri, spostandole dalle aviorimesse e smontandole per la manutenzione».


Suprema Corte - La Corte di Cassazione stabilisce che la magistratura italiana (i cittadini italiani) non ha voce in capitolo sugli ordigni nucleari presenti nel nostro territorio. Così è stata arrestata la causa intentata a Pordenone dai pacifisti sulle atomiche ad Aviano. Ecco due lanci Ansa inequivocabili. « (ANSA) - ROMA, 26 FEB 2009 - CASSAZIONE: BASE AVIANO, PACIFISTI NON POSSONO CONTESTARLA - Infatti, informa la maggiore agenzia giornalistica dell’ex giardino d’Europa - I pacifisti non possono contestare la presenza, sul suolo italiano, della base militare americana di Aviano (Pordenone). Lo sottolineano le Sezioni unite civili della Cassazione nella sentenza 4461, nella quale si dichiara il difetto di giurisdizione della magistratura italiana ad interferire nelle «iniziative volte a realizzare un apparato difensivo nell’interesse comune di due Stati (Stati Uniti e Italia), a tutela della rispettiva sicurezza e nel rispetto di obblighi convenzionalmente assunti». È stato così bocciato il ricorso presentato da alcuni pacifisti, dal comitato “Via le bombe” e dalla Procura del Tribunale di Pordenone».
Inoltre: «CASSAZIONE: BASE AVIANO, PACIFISTI NON POSSONO CONTESTARLA. Senza successo i pacifisti friulani - le cui ragioni sono state patrocinate da Joachim Lau, l’avvocato che contro la Germania ha ottenuto in Cassazione il diritto al risarcimento per i deportati nei campi di lavoro nazisti – hanno sostenuto che le testate nucleari presenti nella base di Aviano rappresentano un crimine contro l’umanità per il rischio connesso ad eventuali incidenti nucleari. Negli ultimi 50 anni - hanno fatto presente i pacifisti - ci sarebbero stati cinque casi di rischio incidente che avrebbero potuto coinvolgere la zona di Pordenone. Il primo nel 1960, l’ultimo nel 1995. Per la Suprema Corte - si legge nella sentenza depositata oggi e relativa all’udienza svoltasi lo scorso 2 dicembre - la presenza di testate nucleari - «in forza di pregressi impegni sovranazionali obiettivamente preordinati al perseguimento di imprescindibili esigenze di sicurezza nazionale» - non è in «alcun modo assimilabile» ai crimini contro l’umanità. Agli Stati Uniti deve essere pertanto riconosciuta - come previsto dal trattato Nato firmato a Londra nel giugno 1951 e ratificato dall’Italia nel 1955 – l’immunità statale che non «trova deroga» nemmeno ‘in presenza di attività idonee a ledere o porre in pericolo di vita l’incolumità o la salute dei cittadini dello stato ospitante’ la base straniera».


Us Nuclear Weapons - Tutte quelle trasferite in Europa sono bombe tattiche B-61, a caduta, in tre versioni (B61-3, B61-4 e B61-10), la cui potenza va da 45 a 300 chilotoni. Le bombe, lunghe 3,5 metri con un peso di 320 chilogrammi, sono tenute in particolari hangar, insieme ai caccia F-15 ed F-16 statunitensi, che dispongono complessivamente di 300 bombe; F-16 e Tornado dei Paesi europei della Nato, che hanno a disposizione complessivamente 180 bombe. Tra questi i Tornado italiani -dislocati attualmente in Afghanistan- che sono armati con 40 bombe (a Ghedi Torre). Dai risultati di una ricerca condotta dall’associazione ambientalista statunitense Natural Resource Defence Council (NRDC) sulle armi atomiche americane in Europa (Us Nuclear Weapons in Europe) -mai smentita dal governo Usa- emerge un quadro molto diverso da quello che anche in Italia i responsabili della Difesa hanno tentato di avvalorare. Nelle basi di Aviano e Ghedi le bombe sono sotto custodia americana ma, mentre ad Aviano si tratta di ordigni che i piani militari assegnano, in caso di conflitto, ad aerei da caccia degli Usa, gli ordigni nucleari presenti nei depositi di Ghedi sono invece assegnate ad aerei italiani Pa-200 Tornado, con la conseguente necessità di addestramento costante dei piloti italiani nell’eventualità bellica che il presidente americano ordini il loro utilizzo. Secondo il suddetto rapporto «questo contraddice le regole di non proliferazione che Stati uniti ed Europa cercano di imporre ad altri Paesi». La presenza di ordigni bellici nucleari si configura come una violazione della legislazione italiana, che inibisce la presenza e l’uso del nucleare nel territorio nazionale; questa presenza e l’uso di armi nucleari in Europa sono regolati da accordi segreti fra i singoli Paesi e gli Usa; ciò che emerge alle 102 pagine del rapporto riguarda l’attuale assetto nucleare scelto dagli Usa per affrontare possibili scenari di crisi, con obiettivi nel Medio Oriente come Iran, Siria e anche Russia.


SITE PLUTO - Longare, ad uno sputo da Vicenza. Top secret le finalità dei lavori avviati nel 2007 nella base di Longare, l’ex ‘Pluto Site’ utilizzato per l’immagazzinamento di mine e testate nucleari per i missili a corto raggio dell’US Army. Nelle profonde gallerie della base sarebbero stati ammodernati e riattivati i depositi di stoccaggio armi, munizioni e attrezzature della 173^ Brigata Aviotrasportata e dei reparti che saranno utilizzati in ambito AFRICOM, il Comando USA per le operazioni nel continente africano di recente costituzione. Secondo il MILCON (Military Construction) , 350.000 dollari del budget 2008 sono stati spesi per “allargare, allungare e riparare le strade, i marciapiedi e i sentieri di Longare, e per installare nuove fognature, linee elettriche e impianti d’illuminazione”. Dal dicembre 2008 l’Unità statunitense della Riserva di stanza a Longare è stata posta agli ordini del 7° Civil Support Command dell’US Army con base in Germania, l’unico presente fuori dagli Stati Uniti d’America, responsabile della gestione degli affari civili delle forze terrestri USA in Europa. Alla vigilia dell’attivazione del Civil Support Team di Longare, i militari ad esso assegnati hanno condotto una controversa esercitazione di 76 giorni nel poligono di Fort Leonard Wood (Missouri) simulando uno scenario realistico di guerra chimica con l’uso di gas nervini. Successivamente il CVT di Longare ha avviato corsi basici per i residenti USA di Vicenza sulle armi nucleari, chimiche e batteriologiche e sull’equipaggiamento personale di protezione.



Ghedi, Tornado.



b 61, bomba atomica Usa a Ghedi.