LA RECRUDESCENZA DELL'ISIS VERSO I CRISTIANI AUMENTA DOPO LA SCONFITTA IN SIRIA. EUROPA A RISCHIO....
IMPRENDITRICE DI 60 ANNI VITTIMA DEL BRANCO
NELL’ENNESIMO TURPE CRIMINE DEI TERRORISTI
AIUTATI DALLA TURCHIA CON ARMI E MEDICINE
ISRAELE BOMBARDA ANCORA VICINO AL GOLAN
MA IL PONTEFICE FRANCESCO AMMONISCE ASSAD
___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___
Da cristiano mi ero ripromesso di non indugiare nelle critiche al Pontefice della Chiesa Cattolica Apostolica Romana perché sono ben lungi da essere prossimo a quella perfezione che consente di giudicare gli altri potendo reggere alla conseguenza evangelica di essere giudicati. Ma quanto accaduto nei giorni scorsi in Siria ha dell’incredibile e palesa la grave incapacità del Vaticano di analizzare ciò che sta accadendo nel mondo e soprattutto in Medio Oriente. È una terribile coincidenza a mettere alla berlina la superficialità della Santa Sede nel valutare i fenomeni di politica estera senza la facoltà di approfondirli e sviscerarli ma affidandosi ad una retorica qualunquista che predica un amore e benessere terreno talmente utopico da non essere profetizzato nemmeno nella Bibbia: almeno fino alla Parusia, il ritorno di Cristo.
Papa Francesco I, al secolo Jose Maria Bergoglio
Il male c’è. C’è sempre stato ma oggi è sempre più forte e potente nel mondo. Ogni guida spirituale dovrebbe saperlo individuare ed additare ai fedeli affinché evitino di lambirlo o proteggerlo.
Il 18 luglio una benestante donna cristiana di 60 anni che abitava nella provincia di Idlib in Siria è stata rapita dai jihadisti, stuprata dal branco, torturata per malefico divertimento e quindi lapidata: si sa che per i musulmani radicali, quali sono i miliziani sunniti salafiti di Hayat Tahrir al-Sham (HTs, ex Al Nusra, affiliati di Al Qaeda), anche una donna stuprata va messa a morte in quanto complice di adulterio. Lo insegnano alcune Sure del Corano di Maometto.
Ebbene quattro giorni dopo Papa Francesco I, con tutta probabilità ispirato da consiglieri fraudolenti porporati, fa recapitare una lettera al presidente della Repubblica Araba della Siria, Bashar Al Assad, per invitarlo a tutelare i diritti umani della popolazione della provincia di Idlib, usata sovente come scudo dai terroristi islamici per difendersi dagli atacchi della coalizione siriano-russa e denunciare vittime tra i civili. Una battaglia continua senza esclusione di colpi che procede ininterrotta perchè i jihadisti hanno ripetutamente violato la tregua concordata da Russia e Turchia allo scopo di consentire ai turchi di permettere la fuoriuscita protetta dei terroristi: mai attuata da Ankara.
La missiva, portata al Palazzo di Governo brevi manu dal Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, Prefetto della Dicastero per la promozione dello sviluppo Umano Integrale, accompagnato da padre Nicola Riccardi ofm, sottosegretario del medesimo Dicastero vaticano, e dal Cardinale Mario Zenari, Nunzio apostolico a Damasco (come riporta l’agenzia Fides) sa di bacchettata al capo di stato del paese mediorientale devastato dalla guerra più incivile del terzo millennio. Un conflitto infame che ormai anche i bambini ignoranti sanno essere stato scatenato dai finanziamenti USA all’Isis a partire dal 2011 e dagli armamenti forniti dai Fratelli Musulmani della Turchia ai jihadisti qaedisti di Al Nusra per allargare i propri confini in quei territori siriani occupati, in pacifica convivenza coi siriani, nel Nord e nel Rojava, dai Curdi, considerati nemici etnici dai turchi tanto da piangere la morte dei più feroci combattenti jihadisti.
Dopo otto anni di guerra civile scatenata da ribelli armati fino ai denti fin dai progetti americani di George Bush jr. nel 2006 (vedi reportage I cospiratori contro Assad) tutto il mondo che non è asservito alle politiche USA sa di chi è la colpa di quasi mezzo milione di morti. Tutti gli analisti seri di geopolitica sanno che, come ripetutamente denunciato dall’ambasciatore siriano all’Onu, il conflitto in Siria prosegue con morti ammazzati ogni giorno per colpa della presenza di contingenti militari americani e turchi che proteggono, aiutano e finanziano i terroristi jihadisti in quanto non vogliono accettare l’onta e il danno economico di una vittoria di Assad contro il quale hanno investito miliardi di dollari in armamenti per toglierlo dal potere. Lo sanno tutti. Tanto che i giornalisti occidentali filotrumpiani ormai si vergognano persino a scrivere della Siria calando solo un velo più impietoso che pietoso.
CRISTIANA STUPRATA DAL BRANCO JIHADISTA: TORTURATA E LAPIDATA
Ebbene dall’immagine che mi sono fatto del pontefice Jorge Maria Bergoglio posso assolutamente credere che lui, immerso nei sogni di un paradiso terrestre che non è quello descritto dall’apostolo San Giovanni Evangelista nel libro dell’Apocalisse, non abbia cognizione di questi fatti, ma non posso credere che non li conoscano i suoi collaboratori cardinali o i responsabili della sala stampa vaticana che divulgano le notizie sulle iniziative del Papa e dovrebbero però prima almeno leggere gli organi d’informazione, almeno quelli cristiani. Come ha fatto il mensile Tempi riprendendo la notizia diffusa da un media cattolico francese.
La sessantenne cristiana Suzan Der Kirkour violentata, torturata e lapidata dai jihadisti
Tempi riferisce una notizia tremenda. «I jihadisti l’hanno rapita, stuprata a ripetizione, torturata per nove ore e poi lapidata. È morta così Suzan Der Kirkour, cristiana armena di 60 anni, residente nel villaggio siriano di Yacoubieh, nella provincia di Idlib. La donna è scomparsa l’8 luglio ed è stata ritrovata il giorno dopo morta da uno dei pochi sacerdoti della zona, l’ultima rimasta sotto il controllo dei terroristi islamici» scrive il mensile cattolico.
Come riportato da Sos Chrétiens d’Orient, Suzan proveniva da una famiglia agiata e viveva occupandosi degli uliveti di famiglia e insegnando gratuitamente l’arabo ai bambini della chiesa del villaggio di Knayeh. Preoccupato per la sua assenza, il 9 luglio il sacerdote del villaggio è andato a cercarla e l’ha trovata morta nel suo campo. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, i medici hanno trovato sul suo corpo tracce di stupro e tortura: «La donna è stata torturata per circa nove ore prima di essere lapidata a morte». Gli assassini, non ancora identificati, appartengono quasi certamente alla milizia jihadista di Al-Nusra che, per riabilitarsi agli occhi del mondo dopo anni di efferati crimini, ha cambiato nome in HTS (Hayat Tahrir al-Sham) cercando di spacciarsi per rivoluzionari.
Tempi riporta anche una testimonianza fatta all’Agensir da padre Hanna Jallouf, frate della Custodia di Terra Santa, in cui l’anno scorso raccontava quali difficoltà vivono i cristiani del villaggio di Knayeh (così come quelli di Yacoubieh e Gidaideh, vicini al confine con la Turchia): «Ringraziamo il Signore che siamo ancora vivi. Molti cristiani vengono rapiti, altri uccisi. Nessuno va più a lavorare i propri terreni. Dentro casa i cristiani si sentono più al sicuro. Ogni giorno vengono in chiesa almeno 50-60 persone. La domenica sono molte di più perché arrivano anche dai villaggi vicini. La vita è difficile, manca praticamente tutto: i prezzi per acquistare i beni necessari sono altissimi. Non abbiamo elettricità e acqua corrente. I miliziani di Al Nusra hanno preso le nostre terre, anche quelle dei conventi, e hanno cacciato i cristiani dalle proprie case per dare alloggio ai loro profughi e ai loro combattenti. Le nostre celebrazioni sono tollerate solo se svolte all’interno della chiesa, ma ci è vietato esporre all’esterno croci, statue dei santi, immagini sacre, suonare campane. La situazione è grave ma continuiamo a pregare e ogni giorno sentiamo la mano di Dio che veglia su di noi. Preghiamo per la pace in Siria, perché finisca questa strage inutile».
MEDICINE DEI TURCHI ALL’ISIS, MISSILI ISRAELIANI SULLA SIRIA
C’è poco altro da aggiungere. Con spirito cristiano posso soltanto pensare che in Vaticano regni tanta ignoranza su quanto accade in Siria dove feroci jihadisti, sebbene isolati in una piccola provincia montuosa, continuano a ricevere regolarmente munizioni per cannoni e razzi potenti con cui uccidono, preferibilmente, gli abitanti dei vicini villaggi cristiani. Non è un fatto giustificabile per lo Stato Pontificio ma è una colpa meno grave di essere consapevoli del nome dei responsabili e non volerli accusare pubblicamente: persino il Vangelo invita ad ammonire il fratello che sbaglia.
E l’errore della Turchia è così grave e reiterato da essere ormai diventato orrore soprattutto nel circondario di Afrin dove l’operazione sarcastica Olive Branch, ramo d’ulivo, è stata affidata dall’esercito di Recipe Erdogan, presidente della Turchia, ai miliziani di Al Qaeda che compiono persecuzioni quotidiane e massacri di Curdi nel silenzio dei media: qualche settimana fa, come riportato solo da Gospa News nel civile occidente, i jihadisti protetti dai Turchi hanno sequestrato e brutalmente ucciso, per il mancato pagamento del riscatto, un nonno, un padre ed il fanciullo di 10 anni con la sindrome di Down.
Nei giorni scorsi il media curdo ha pubblicato le ricevute delle forniture di medicinali fatte dalla Turchia ai guerrieri Isis nel lontano 2013. A conferma di una strategia che solo i tentativi, peraltro in gran parte falliti, del presidente russo Vladimir Putin hanno in parte limitato.
Sotto una delle ricevute di consegna di medicinali dalla Turchia all’Isis pubblicate dal media curdo Anf
Pochi giorni fa la Russia si è incontrata con USA ed Israele proprio per concordare un piano di pacificazione in Siria. Il dialogo ha portato al conseguente ritiro degli Hezbollah libanesi dai territori siriani sul confine israeliano in quanto tale presenza veniva ritenuta una minaccia dal governo di Benjamin Netanyahu che l’ha presa come pretesto per bombardare circa 2mila volte la Siria nel 2018 ed almeno un centinaio nel 2019, con l’ultimo attacco degli F-16 dell’Israeli Defense Forces che una settimana fa ha fatto quattro vittime civili tra cui un bambino.
Gli Hezbollah si sono ritirati in altre parti del paese ma proprio ieri l’esercito di Israele ha compiuto un nuovo raid missilistico nel territorio siriano vicino alle alture occupate dagli stessi sionisti nel Golan…
Esimio Pontefice, se vuole sollecitare qualcuno per risolvere il sanguinario conflitto in Siria scriva a Washington, Ankara e Tel Aviv. Oppure faccia come il santo di cui porta il nome: emuli Francesco d’Assisi e vada ad Idlib a parlare coi jihadisti. Magari li converte…
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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