venerdì 28 giugno 2019

Del potere, della pedofilia, del male categorico

a cura di Stefano Fait e Norats
“Il deputato laburista Tom Watson afferma che un membro di una rete di pedofili aveva dei legami con un consigliere di primo piano di un ex primo ministro britannico: “la pista non è stata seguita ma se esistono ancora i file voglio assicurarmi che la polizia metta al sicuro gli indizi, riesamini il caso ed investighi su una potente rete di pedofili legati al parlamento ed alla residenza del Primo Ministro”.
http://www.ultimaora.net/notizie-mondo/scandalo-pedofilia-bbc-a-downing-street.html
http://www.independent.co.uk/news/uk/crime/was-there-a-paedophile-ring-in-no-10-mp-tom-watson-demands-probe-8224702.html
Nel mondo succedono cose indicibili – aggregazioni di un male ineffabile.
Purtroppo, nell’ articolo di Sofri, come, del resto, nella lettera della Francescato, manca il fatto. Non c’ è il sunto e non c’ è il senso di quel testo di trenta pagine che Cohn-Bendit scrisse nel 1976 e che nulla ha da spartire con «la scoperta del bambino come persona dotata di sessualità» (Francescato), né con «il rifiuto dell’ ipocrisia e della reticenza» (Sofri). Mi dispiace doverlo ricordare, ma il testo di Cohn-Bendit è, nei suoi passi più espliciti, talmente crudo che il Corriere, come qualsiasi altro giornale, non è contento di pubblicarlo e neppure di sunteggiarlo. Cohn-Bendit racconta infatti di come i bambini suoi allievi gli sbottonassero i pantaloni e lo carezzassero, e di come egli, il loro maestro, lasciandoli fare, li carezzasse a sua volta. Questo testo, nei suoi momenti più scabrosi, è certamente pedofilo. Anche se ora Cohn-Bendit, con l’ autorevole e credibile conforto dei suoi ex allievi diventati adulti, ci dice di non avere mai fatto le cose che racconta. Sappiamo valutare la differenza tra chi scrive sconcezze e chi le fa. Ma allora perché Cohn-Bendit non si prende la responsabilità – personale e non epocale – del suo scritto e la fa finita? Ci dispiace che un uomo raffinato come Sofri, del quale siamo sempre curiosi lettori, abbia citato, per difendere quel testo, il professore Marcello Bernardi, i cui libri, soprattutto «Il Nuovo Bambino», ci hanno svezzato nella strana professione di padre. Ci addolora per Bernardi, che è morto, ma anche per Sofri. Purtroppo infatti questo di Cohn-Bendit è un caso in cui il testo non può essere pretesto, in cui il fatto non può essere nascosto, se non per malafede (d’amico). A volte, però, per difendere un amico, è molto meglio dargli un calcio nel sedere.
Francesco Merlo
IL CASO DUTROUX
Maria Grazia Cutuli, “Caso Dutroux, giustizia non è fatta”, Corriere della Sera, 23 agosto 2001
Cinque anni dopo l’ arresto di Marc Dutroux, il belga sospettato di pedofilia e assassinio, c’è un poliziotto in un bar che tormenta un bicchiere tra le mani. «I vertici della procura di Bruxelles, quelli della gendarmeria, tutti contro di me, Eimé Bille, le “petit policier” colpevole solo di aver denunciato un’ indagine zeppa di atti falsi e irregolarità». C’è una giovane avvocatessa dal sorriso gentile, Patricia van der Smissen, che ha dovuto spalare montagne di fango per difendere la sua cliente, «la testimone X1», accusata di mitomania e allucinazioni dopo aver raccontato di minorenni torturati, violentati, uccisi nei festini perversi dell’alta società. Ci sono i genitori di due bambine, Julie Lejeune e Mélissa Russo, stuprate e lasciate morire di fame in un sotterraneo dell’orrore, talmente stanchi da preferire il silenzio. «Troppe parole sono state fraintese», dice uno dei legali, l’avvocato Hissel. Ci sono altri protagonisti messi a tacere, minacciati, rimossi dai loro incarichi per lo stesso motivo: essere entrati in uno degli «affari» più torbidi del Belgio moderno.
È il 13 agosto 1996. Marc Dutroux, 39 anni, un pregiudicato con una lista impressionante di delitti alle spalle – rapimenti, violenze sessuali, furti d’auto – viene arrestato su mandato della procura di Neufchâteau, una cittadina belga vicina ai confini con il Lussemburgo. Sotto la sua casa di Marcinelle, periferia di Charleroi, la polizia scopre un cunicolo scavato nella terra con dentro due ragazzine, Sabine (12 anni) e Laetitia (14 anni), terrorizzate ma ancora vive. Niente da fare invece per Julie e Mélissa, otto anni a testa, scomparse nel 1995. I loro corpi giacciono nel giardino di una seconda residenza dell’ uomo, a Sars-la-Buissière, sepolti sotto il cadavere di Bernard Weinstein, complice di Dutroux. Tre mesi dopo, i resti di altre due ragazze: Ann e Eefje, 17 e 19 anni, sparite a Ostenda nel 1995. Non c’ è solo Dutroux dietro la catena di orrori. La moglie, Michèle Martin, è accusata di aver filmato gli stupri del marito. Un tossicomane, Michel Lelièvre, è riconosciuto come complice. Appare un terzo personaggio, Michel Nihoul, il «principe della notte», sospettato di far da tramite in un commercio di minorenni tra Dutroux e le «alte sfere». Il Paese è sotto choc. Spuntano connessioni internazionali. Scenari foschi dove si materializzano incubi orgiastici, sadismi insospettabili, ma anche interessi d’ altro genere.
Il Belgio, quartiere generale dell’ Unione Europea, della Nato, di migliaia di multinazionali, scopre che dietro l’ affare della pedofilia si potrebbe nascondere una rete criminale che mina lo Stato dai vertici alle fondamenta.
Cinque anni dopo, nessun imputato è alla sbarra. I grossi nomi sono spariti dai dossier. Le connivenze sospette sono accantonate. L’ inchiesta, attualmente in mano a Jacques Langlois, giudice istruttore di Neufchâteau, è ferma all’ esame del Dna di 6 mila capelli prelevati sui luoghi dei delitti. A maggio scorso, e solamente sotto pressione del procuratore Michel Bourlet, il magistrato ha cominciato a ordinare i primi test, per scoprire che su 1.300 capelli analizzati, ce ne sono una ventina che non appartengono ai protagonisti della vicenda. Ma per Langlois, non esiste una rete criminale: il «mostro di Marcinelle» è un predatore isolato. Non ha stuprato Julie e Mélissa, sostiene il magistrato. La data del processo continua a slittare. Forse settembre 2002. Forse più in là. Forse alla fine Dutroux potrebbe cavarsela con cinque, dieci anni di galera o poco più. Il «mostro di Marcinelle» è rinchiuso nella prigione di Arlon, in una cella d’ isolamento dai muri imbottiti. Un secondino lo controlla ogni sette minuti. Ha un team di quattro prestigiosi avvocati che nessuno sa da chi vengano pagati. Sua moglie e il complice Lelièvre si trovano nella stessa prigione. Libero invece Nihoul, che continua a mandare messaggi ben indirizzati: «E’ vero – ammette durante un’ intervista televisiva – ho frequentato club dove si tenevano orge. Ho incontrato ministri, magistrati, gente piazzata ancora più in alto».
La casa reale? Anche questo è uno dei fantasmi che ossessionano il Belgio. Eppure all’inizio l’inchiesta parte bene. Un magistrato zelante, Jean Marc Connerotte, in brevissimo tempo riesce a trovare Sabine e Laetitia e a scoprire i quattro omicidi. La sua rimozione ad ottobre 1996, per aver partecipato a una spaghettata con i parenti delle vittime, fa esplodere la piazza: 600 mila persone protestano davanti al palazzo di GiustiziaComincia l’affossamentol’ investigatore Patrick De Baets e il suo aiutante Eimé Bille, dopo aver ascoltato una decina di testimoni che chiamano in ballo il jet set belga, vengono messi da parte e accusati di malversazioni.
«Tutti i procedimenti a carico nostro non hanno portato a nulla – dice le petit policier Bille mentre beve acqua minerale in un bar di Bruxelles -. Ma la persecuzione continua. Perché?». Stesse domande in un altro quartiere della città. A parlare è Patricia van der Smissen, l’ avvocatessa quarantenne dal viso da ragazzina: «E’ il 1997 a segnare la svolta: il giudice decide la rilettura delle testimonianze». La sua cliente, Régina Louf, testimone «X1», ha cominciato a parlare l’ anno prima. «Aveva riconosciuto Dutroux e Nihoul alla televisione. Voleva raccontare quello che sapeva degli ambienti pedofili». E’ stata violentata e venduta sin da bambina, Régina Louf. Dice di aver preso parte a orge con altri minorenni, di aver visto ragazzini costretti ad accoppiarsi con cani, torturati, uccisi. Ma soprattutto sostiene di aver riconosciuto Nihoul tra gli assassini di una sua amica, Christine van Hees, 16 anni, ritrovata carbonizzata nel 1984. «Régine è stata dichiarata pazza – racconta l’ avvocatessa -. E anche noi legali abbiamo passato anni a difenderci dalle accuse».
Inutile anche il lavoro della commissione d’inchiesta parlamentare, istituita ad ottobre 1996. Un deputato socialista che ne ha fatto parte racconta di minacce e intimidazioni. «Abbiamo raccolto migliaia di testimonianze, ma non avevamo i poteri di un giudice istruttore. Tutto è rimasto a livello di voci». Non crede, lui, alla teoria del grande complotto. Ma all’ effetto domino, sì. «Se si andasse troppo lontano con l’ inchiesta, Dutroux potrebbe far cadere una testa dopo l’altra». Il Belgio si ridurrebbe a un castello di carte.
Il cammino giudiziario
L’ ARRESTO
Marc Dutroux è arrestato il 13 agosto del ‘ 96: lo ha tradito il tubo di scappamento rumoroso del furgoncino Renault con cui prelevava le sue vittime. Due giorni dopo, l’ uomo conduce la polizia nella casa degli orrori di Marcinelle: in una cisterna-prigione la polizia trova ancora vive due dodicenni scomparse da alcune settimane, Sabina e Laetitia. In un’ altra casa, vengono rinvenuti i cadaveri di Julie e Mélissa, rapite nell’ estate del 1995, violentate e lasciate morire di fame. Il 3 settembre, sono rinvenuti i cadaveri di altre due ragazze, An e Edfje, 17 e 19 anni, nello chalet di un amico di Dutroux. Coinvolta anche la moglie, Michelle Martin
I PRECEDENTI
Trentanove anni al momento dell’ arresto, il «mostro di Marcinelle», elettricista disoccupato, era già stato condannato nell’ 86 a 13 anni di carcere per abusi su minori, ma rilasciato nel 1992 per buona condotta (una grazia con sigillo reale)
LA FAMIGLIA
I genitori di Dutroux si separano quando Marc è un adolescente. Il padre dubita della sua paternità biologica. La madre lo lascia per andare a vivere con un ragazzo di 17 anni. Marc, che allora ha 14 anni, va a stare con la madre ma tre anni dopo litiga definitivamente con la donna (che più tardi lo accuserà di incesto con uno dei suoi fratelli in cura psichiatrica) e se ne va di casa
IL CASO POLITICO
Nell’ agosto del’ 96 migliaia di belgi scendono in piazza. Chiedono giustizia. C’ è il sospetto che i pedofili abbiano goduto della protezione di politici e giudici. E’ istituita una commissione d’ inchiesta. Il suo verdetto, nel febbraio ‘ 98: nessuna copertura, ma grave incompetenza della polizia
LA FUGA
Aprile ‘ 98, Dutroux riesce a fuggire dal tribunale. Catturato dopo tre ore in un bosco. Si dimettono il capo della polizia e i ministri dell’ Interno e della Giustizia
Blog con lista di morti sospette legate all’affaire
Laurent Louis, il giovane parlamentare belga che vuole riaprire il caso e che è stato anche aggredito e minacciato per questo:
Marcel Vervloesem, l’attivista arrestato perché ha osato denunciare la rete che è connessa con il mostro di Marcinelle (assomiglia vagamente a Renato Pozzetto, il che me lo rendo anche più simpatico):
Stanno isolando Marcel Vervloesem in carcere, perché hanno paura che faccia delle rivelazioni sulle reti pedopornografiche in relazione al Caso Amsterdam in atto in questi giorni. Si tratta di decine di abusi da parte di Robert M. su neonati e bambini molto piccoli in un asilo nido. Marcel Vervloesem, che studia ed analizza le reti da una quindicina di anni, aveva dato molte informazioni rilevatrici e prove anche sul nesso tra le reti e gli asili nido ad Amsterdam già anni fa al Procuratore Bourlet a Neufchâteau. A quest’ultimo è stato ordinato però di nòn fare indagini sul suddetto materiale, ma ad inviarelo a Turnhout ma… lì il materiale essenziale per indagini è stato insabbiato dal procuratore di Turnhout e un suo sostituto, proprio le stesse persone che ora stanno tenendo in carcere Marcel Vervloesem con delle accuse costruite di proposito. Lo vogliono azzittire. Stiamo parlando dell’insabbiamento del Dossier Zandvoort con quasi 90.000 files di bambini torturati, violentati e spesso anche amazzati per i cosiddetti snuffmovies che valgono decine di migliaia di euro. Molti bambini sono morti anche in rituali esoterici o satanici.
In soldoni, Dutroux liberato nel 1992 per decreto ministeriale di Melchior Wathelet se n’è andato in Thailandia (Roosor ci traffica ed è uno degli indagati) e una volta domiciliato di nuovo in Belgio a Goutroux in via Ferrer continuava a ricevere da lui, nella sua casa d’accoglienza, (casa famiglia qui in Italia), bambini. È inoltre stato visto due volte da un bambino abusato – circolo satanista, a Valence ed a Tournai, non molto chiaro nelle sue deposizioni. 4 dossiers aperti a suo carico tra il 1981 ed il 1996. Quasi 12.000 K7 (credo che parlino di processori CPU) trovati al termine di questo dossier, (compreso quello bis), e nessuna conseguenza dopo il processo!
IL CASO SAVILE-BBC-CASA REALE
“Cade la prima testa nello scandalo del presentatore pedofilo della Bbc. Peter Rippon, responsabile di Newsnight, una delle più seguite trasmissioni di approfondimento giornalistico, ha lasciato l’incarico con effetto immediato. È accusato di non avere mandato in onda un anno fa un programma che rivelava il ruolo di predatore sessuale avuto da Jimmy Savile, per quattro decenni presentatore di classifiche della hit parade e di altri spettacoli televisivi dell’emittente radiotelevisiva pubblica britannica. Saville è morto nel 2011 e non può più rispondere direttamente dello scandalo. Ma sotto accusa ora è la Bbc, sospettata di avere saputo da tempo che il suo presentatore abusava ragazzine minorenni e di non avere fatto nulla per fermarlo. Non solo: una email pubblicata oggi dai giornali solleva un’imputazione anche più grave nei confronti della leadership del network, quella di avere deliberatamente cercato di mettere a tacere la vicenda”.
Sono probabilmente almeno 300 le vittime di Savile e di altri indagati dei quali non si conosce ancora l’identità.
Eccellente commento di un lettore del Guardian:
“Durante il programma Panorama la scorsa notte c’è stata una dichiarazione del giornalista investigativo Meirion Jones, la cui zia ha lavorato presso la scuola Duncroft (è lì che Savile ha perpetrato una parte dei suoi abusi [sessuali contro minori]), e che Jones stesso ha visitato un paio di volte per vedere la sua zia.
Le sue esatte parole sono state:
Era un posto molto strano, pieno di celebrità e membri minori della famiglia reale
Dato ciò che sappiamo circa le ragioni per la visita di Savile a Duncroft, sicuramente dovremmo chiederci chi sono queste altre celebrità e membri della famiglia reale?
Per che diamine di motivo queste persone facevano visite regolari a questa particolare scuola per ragazzine con disturbi psichici?
Cosa c’era di talmente speciale a Duncroft, da renderlo un posto ideale per le celebrità e i reali?
Sicuramente tutto questo merita una specifica investigazione della polizia, non vi pare?”
Altri commenti:
“Così la polizia non è riuscita ad individuare e fermare un molestatore seriale di bambini che ha operato per diversi decenni, il servizio sanitario nazionale e vari operatori sanitari hanno autorizzato questa celebrità a fruire di un libero accesso non-sorvegliato a pazienti vulnerabili e, a quanto pare, hanno ignorato le accuse delle vittime; i tabloid, felici di rivelare la privata quotidianità di innumerevoli celebrità, non hanno detto nulla in quaranta anni di questo individuo davvero molto singolare”.
“Ci sono interrogativi molto più importanti da affrontare. Come ha fatto quest’uomo ad ottenere soggiorni privati ​​negli ospedali e in che modo si è procurato le chiavi dei reparti. Come è stata presa una tale decisione e da chi? Perché le ripetute denunce sono state ignorate? Sembra che tutti sapessero, ma nessuno ha fatto nulla. Perché?
Questo tizio è stato nominato cavaliere e aveva amici ai piani alti: che tipo di protezioni gli hanno queste relazioni? Sapeva troppo riguardo ad altre persone e ciò l’ha reso intoccabile? C’è molto da scoprire in questa storia sordida..”.
“Paul Gambaccini sostiene che Savile era ‘un necrofilo’ (prese i corpi dall’obitorio!), su Five Live.
Max Clifford reputa che ci fossero “molte altri” coinvolti con Savile in questi “eventi”. Quanti, e chi? Tutti hanno guardato dall’altra parte, o non volevano crederci. Orripilante”.
“Sì, e che dire delle scuole, ospedali, unità psichiatriche, persino gli obitori …
Perché gli hanno permesso di andare e venire a suo piacimento? Non hanno il dovere di prendersi cura delle persone che hanno la sfortuna di essere ricoverate o di giacere al loro interno?
Che cosa possiamo imparare da questo? Quanto sono sicuri i pazienti ricoverati negli ospedali, per esempio?”
“Savile, che è morto l’anno scorso a 84, ha rivelato: ‘Uno dei miei compiti è quello di portare via i defunti. Puoi prenderti cura di qualcuno, restare da solo con qualcuno, che ha vissuto tutta la vita, e io sto solo dicendo addio e prendendomi cura di lui”.
Exposure – The Other Side of Jimmy Savile | 2012 | Full Documentary – inchiesta dell’investigatore Mark Williams-Thomas: le testimonianze delle ragazzine violentate (ormai adulte) e dei colleghi; le relazioni di Savile con celebrità e potenti:
Attore Corey Feldman: “Posso dirvi che il problema numero 1 problema di Hollywood è stato, è e sempre sarà la pedofilia. Questo è il problema più grande per i bambini in questo settore …. È il grande segreto
Psicopatia: l’orrore che la gente non vuole vedere e non vuole sapere
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/10/15/psicopatia-portami-via-la-gente-ce-lha-sotto-il-naso-ma-non-la-vuole-vedere/

La loggia degli innocenti


Questo romanzo giallo è stato davvero una piacevole scoperta. Piacevole per il modo in cui è scritto, innanzitutto: un italiano scorrevole e concreto, descrittivo e fattuale - come ci si aspetta dal genere - ma non privo di sfaccettature e di variazioni di stile, che seguono docilmente le esigenze narrative.
E' piacevole, poi, che sia ambientato in Italia, non per una mera questione di amore verso il proprio Paese, ma perché ciò rende la storia - con i luoghi, i cognomi, le situazioni - più viva e reale, legata alle vicende che se anche non viviamo direttamente, seguiamo spesso con apprensione sui nostri giornali.
E d'altra parte non potrebbe essere altrimenti, visto che il protagonista, il commissario Michele Ferrara, capo della Squadra Mobile di Firenze, è palesemente l'alter ego dell'autore, Michele Giuttari, funzionario della Polizia di Stato che in passato ha ricoperto proprio questa carica; e proprio a Firenze.
Giuttari conosce dunque molto bene gli ambienti che descrive, i metodi d'indagine, le difficoltà che ogni investigatore deve superare per riuscire a ricostruire il puzzle che si cela dietro ogni delitto. Ma se fosse solo un bravo poliziotto, avremmo come risultato un resoconto piatto e noioso, di quelli che, come da copione, essi odiano scrivere alla fine dell'indagine, mentre qui ci troviamo di fronte ad uno che sa anche scrivere bene, come dicevo, che sa organizzare il materiale narrativo per ottenere un sicuro effetto di suspence sul lettore.
Quanto alla storia, ovviamente non è bene raccontarla tutta, altrimenti toglierei al lettore il gusto della scoperta, ma la parte iniziale penso si possa accennare senza problemi. Nei dintorni di una Firenze affogata nel caldo estivo viene rinvenuta una ragazza molto giovane, forse solo 12 o 13 anni, senza documenti e in fin di vita per overdose. Portata in ospedale, muore di lì a poco, senza mai riprendere conoscenza. Nessuno sa chi sia, nessuno la cerca, forse è un'immigrata clandestina. Mentre si occupa di questo caso, il commissario viene sconvolto dalla contemporanea scomparsa del suo migliore amico ed inizia così ad occuparsi di entrambe le vicende. Durante l'inchiesta, scoprirà cose terribili, ma molto italiane.

Alcuni brani:
Della ragazzina, forse solo una bambina, il commissario Ferrara, capo della Squadra Mobile di Firenze, cominciò ad occuparsi quasi una settimana dopo che fu trovata all'alba di domenica 29 luglio ai margini di un bosco sulla strada sopra Scandicci sommariamente vestita, priva di documenti e in fin di vita per overdose. Era stata portata all'Ospedale Nuovo e ricoverata con prognosi riservata.

Petra aveva messo le Arie italiane cantate da Cecilia Bartoli nello stereo per accompagnare la cena, e gli andava bene. C'era un che di struggente nell'aria che lo invitava alle confidenze, e si sentiva in vena di confessioni.
"Lo sai che penso?" le disse mentre sorseggiava il Pinot Grigio della Terra dei Forti. Dalla strada giungeva il frastuono della città, attutito dal fruscio delle foglie del pergolato.
"Cosa, Michele?" domandò lei premurosa come sempre.
"Che sono isolato. Non appartengo."
"Che vuoi dire?"
"Non lo so esattamente. Ma è come se in questo paese tutti facessero parte di qualche cosa: la chiesa, un partito politico, la mafia, la 'ndrangheta, la massoneria... Io niente. La polizia, sì. Ci credo. Ma basta? Poi scopri che forse il questore è soggetto alle pressioni di chissà chi, il tuo migliore amico magari è un massone, il sostituto procuratore dipende dalle disposizioni di un organo superiore che noi neanche immaginiamo che ci sia, e io... io sono lì, in mezzo, come un birillo in un gioco di bocce in cui non ho nessun controllo".

Grazia Barbieri incominciò il racconto della giornata di sabato, quando a metà mattinata era giunto alla villa Ugo Palladiani che lei aveva visto pochissime altre volte nei cinque anni in cui era stata a servizio da Simonetta.
"Una visita inaspettata, che lei non gradì"
"Perché?... cosa si dissero?" domandò il commissario.
"Incominciarono subito a litigare. Ho capito solo qualche parola perché in quel momento andai in un'altra stanza... sentii che si misero a gridare e che Simonetta lo rimproverava accusandolo tra l'altro di essere arrivato senza averla avvisata prima".

Lo condusse verso il fianco della montagna tagliato a gradoni dove un gruppo di operai stava lavorando un blocco per estrarlo.
L'operazione era affascinante. Le macchine da taglio segavano il marmo come fosse burro, sollevando nuvole di polvere bianca come borotalco.
Il vecchio si avvicinò a un mucchio e tirò su una manciata che gli porse. Ferrara ne prese un pizzico con le dita e la fece scorrere sui polpastrelli. Avrebbe potuto essere eroina, o cocaina pura.
"Più o meno è questa roba qui" spiegò Franchi alzando la voce per sovrastare il rumore delle seghe. "Solo che questa, il residuo della lavorazione, non va bene perché è sporca. Il filo diamantato che taglia il marmo nel processo si consuma contaminando la polvere vera e propria. Perciò si usa quella ricavata dai detriti che vengono appositamente macinati."

INTERVISTA SHOCK!!! SATANISMO - ORGE - E DROGA IN VATICANO - MAI ANDATA IN TV

LA VERITA' SUL CASO ORLANDI DA QUESTA TESTIMONIANZA?










 Profezia: Un figlio si pentirà e LA VERITA' sarà rivelata

SARA' QUESTO IL CASO?....

Che fine fanno i 100.000 bambini l’anno che scompaiono?

UN SUGGERIMENTO PER UN FILONE DI INDAGINE SULLA SCOMPARSA, ABUSO E MALTRATTAMENTI DI MINORI





Satanismo e organizzazioni pedofile nel mondo. Nel mondo scompaiono ogni anni circa 100.000 bambini. Nella sola Italia ne scompaiono circa 2000, di cui poco meno della metà non verranno mai ritrovati. A questo numero occorre aggiungere i bambini figli di extracomunitari non registrati ufficialmente, e quelli che vengono comprati già da prima della nascita (si paga una coppia in difficoltà affinché faccia nascere un bambino e lo consegni all’organizzazione che lo richiede; è il modo più sicuro; non lascia alcuna traccia del delitto commesso e il bimbo scompare nel nulla e mai comparirà neanche nelle statistiche).

Che fine fanno questi bambini?

Molti finiscono nel traffico di organi. Alcuni vengono utilizzati per i giochi di morte che abbiamo letto nell’articolo sotto (http://paolofranceschetti.com/?p=681). Altri per snuff movies, o per forgiare una sorta di super soldati agli ordini dei militari.



Più spesso vengono utilizzati per tutti e tre questi fini.Queste reti pedofile sono organizzate a livello internazionale e coperte da capi di stato, politici, nonché vertici della polizia, dei carabinieri e dalle istituzioni dell’ONU preposte in teoria alla salvaguardia dei bambini.

Molte delle organizzazioni antipedofilia e dei centri che accolgono i bambini abbandonati, poi, non sono altro che trappole ben congegnate per accalappiare i malcapitati che cercano aiuto.

Le prove di quello che diciamo?

Prove ce ne sono a bizzeffe. Ma il quadro va ricostruito come un immenso puzzle, potendo offrire alcuni pezzi di esso, spettando al lettore ricomporre ad unità il quadro.

Cominciamo dal caso Dutroux

I particolari di questo caso sono raccontati in un libro edito da Stampa alternativa che si intitola “Tutti manipolati”. Il libro è scritto da un gendarme belga, Marc Toussaint (la gendarmeria è il corpo che in Belgio corrisponde al nostro comando dei carabinieri), che aveva partecipato alle indagini ma che ne fu estromesso perché “troppo ligio al dovere”; tentarono anche di farlo fuori provocandogli un incidente in moto.

Il libro, documentato e basato sugli atti dell’inchiesta, racconta di come nel caso Dutroux furono coinvolti cardinali, ministri, e addirittura il Re del Belgio.

Nel 1996 scomparve una bambina belga, Laetitia. Le indagini individuarono il rapitore in un certo Marc Dutroux.

Le indagini successive appurarono che il pedofilo aveva ucciso almeno sei bambine, ma ci vollero otto anni prima di andare al processo.

Nel frattempo, prima del processo, due bambine erano rinchiuse in casa Dutroux, ma i depistaggi della gendarmeria e della magistratura fecero sì che le bambine non venissero trovate durante le perquisizioni, e quando furono trovate erano già morte.

L’inchiesta portò ad individuare come mandanti personaggi di altissimo livello, che arrivavano fino al coinvolgimento personale del Re del Belgio.

L’organizzazione era dedita a snuff movies e attività identiche a quelle descritte nell’esposto pubblicato da noi pochi giorni fa, compreso il gioco del gatto e del topo, che a quanto pare è una costante di queste organizzazioni.

Ma giornalisti e inquirenti che seguivano la cosa morirono (incidenti e suicidi, ovviamente).

E tutto venne messo a tacere dalla magistratura e dalla gendermeria.

In America un ex agente segreto ha salvato dagli abusi e dal controllo mentale una delle vittime di queste organizzazioni, Cathy O’Brien. Dopo essere sfuggiti più volte alla morte e a difficoltà varie, sono riusciti a scrivere due libri: Accesso negato alla verità (edizioni Macro) e Trance-formation of America.

In quest’ultimo si narra di come l’organizzazione che abusava la donna facesse capo addirittura al presidente degli Stati Uniti Bush.

Si narra dei legami di Bush e Clinton con i signori della droga. Si narra dei legami con le organizzazioni pedofile e con quelle sataniche.

In particolare si evidenziano i legami di Bush e Clinton con l’organizzazione chiamata il Tempio di Seth. Il Tempio di Seth è la più potente organizzazione satanica ramificata a livello internazionale, e fondata dal Michael Aquino, un ex ufficiale dell’esercito statunitense molto amico di Bush.

Stupri, omicidi, pedofilia, droga, satanismo… tutto narrato nero su bianco con nomi e cognomi.

E’ di pochi anni fa la notizia che in Ciad vennero arrestate per pedofilia e commercio di esseri umani alcune persone – appartenenenti ad un’organizzazione dal nome L’arca di Zoe – che stavano portando in Francia 103 bambini. Che fine dovessero fare questi bambini non si sa.

Ma il presidente Sarkozy è andato personalmente in Francia a trattare la liberazione degli arrestati e riportarli in patria.

Inizialmente gli arrestati avevano dichiarato che i bambini erano orfani provenienti dal Darfur. Poi si è scoperto che erano figli di famiglie del Ciad, e i genitori erano ancora viventi.

Da notare che l’organizzazione L’arca di Zoe era sotto inchiesta anche in Francia, sospettata di trafficare in bambini per scopi tutt’altro che leciti.

In Italia inchieste così eclatanti non sono neanche iniziate.

Anzi, diciamola meglio. Quelle iniziate non sono state divulgate.

Nel 2006 venne arrestato un avvocato romano, Alberto Gallo, per pedofilia. I giornali riporteranno la notizia come se si trattasse di un pedofilo isolato, ma in realtà faceva parte di un’organizzazione internazionale, la stessa che fa capo a Dutroux.


Il commissario Giuttari, nel suo libro “La Loggia degli Innocenti”, descrive un’organizzazione pedofila che fa capo al procuratore di Firenze, a cui dà il nome di Alberto Gallo.

In altre parole Giuttari lega chiaramente l’ex procuratore di Firenze Piero Luigi Vigna alla rete pedofila che era sotto inchiesta in quel periodo.

Il nome della Loggia fa anche chiaramente un collegamento all’Ospedale degli Innocenti, storico palazzo fiorentino dove da secoli è ospitato un centro che tutela i minori abbandonati.

A questi pezzi del puzzle potremmo aggiungerne altri, più piccoli. Ma questi frammenti che ho riportato ora sono già sufficientemente grandi per poter avere un’idea del quadro complessivo.


Un quadro in cui è possibile individuare una rete internazionale, con al vertice Capi di Stato, Presidenti, Reali, Ministri, Cardinali e prelati, ben protetta da militari, magistratura e forze dell’ordine.


E ben protetti da una letteratura scientifica e da esperti che continuano a negare il fenomeno del satanismo e delle reti internazionali, in quanto sono i massimi garanti del sistema in cui viviamo. Molti di essi sono addirittura a capo di organizzazioni pedofile e/o sataniche, ma poi compaiono come esperti in programmi TV o su riviste specializzate, negando il fenomeno e partecipando ad associazioni Onlus per “combattere” la pedoflia, che spesso hanno anche riconoscimenti e visite del Presidente Napolitano, o altri personaggi istituzionali.

Mi ricorderò sempre tanti anni fa quando parlai col figlio di un boss della ’ndrangheta. Mi disse: “Da noi c’è più legalità e giustizia. In Calabria e in Sicilia i bambini non si toccano; al nord da voi sì”.

All’epoca mi parve una follia. Oggi capisco quello che intendeva dire. Il motivo di tanta segretezza relativamente a queste vicende è chiaro.

La gente è assuefatta a sapere che un Presidente del Consiglio (che sia il nostro o sia quello americano) ha contatti organici con la mafia.

Siamo disposti ad accettare che si scatenino guerre da milioni di morti in Iraq, Afghanistan, in Africa. In fondo, quelli sono negri. Che ce ne importa a noi? Basta che non ci tolgano la partita di calcio domenicale.

Ma probabilmente se si venisse a sapere la verità sui bambini scomparsi, nessuno potrebbe reggere ad un simile shock. E allora sì, forse qualcuno comincerebbe a capire che il mondo in cui viviamo non funziona esattamente come i giornali e i mass media in genere ce lo descrivono.

Reggio Emilia: elettroshock e lavaggio del cervello su bambini di 6-11 anni

GIU' LE MANI DAI BAMBINI SCHIFOSI ESSERI INUMANI!!!!

Bimbi tra i 6 e gli 11 anni sottoposti a lavaggio del cervello, per toglierli ai genitori accusati di abusi sessuali e maltrattamenti


Orrore a Reggio Emilia, dove a seguito di una inchiesta denominata ‘Angeli e Demoni’ la quale è andata ad indagare sulla rete dei Servizi Sociali di Val’D’Enza e una Onlus torinese, è stato disposto l’arresto di 18 persone tra cui anche il Sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti.

Tra le persone arrestate numerosi professionisti come assistenti sociali, educatori, medici, psicologi uniti insieme per mettere in piedi un piano diabolico. Ma non solo, ci sarebbero altre decine e decine di persone coinvolte tra avvocati, operatori socio-sanitari, dirigenti e dipendenti comunali.

Questi per una mera questione di business, per anni avrebbero sottratto, con false accuse, relazioni, disegni falsi e farse, bambini di età compresa tra i 6 e gli 11 anni alle famiglie d’origine per affidarli a famiglie affidatarie di loro conoscenza per affidi retribuiti, e fondi.

I minori torturati e sottoposti a ‘scosse elettriche’

I minori, vittime di questo giro illecito di affari, venivano inoltre sottoposti ad un programma di terapia psicoterapeutico ad hoc, sovvenzionato con soldi pubblici.

Più che programma terapeutico, si trattava di un vero e proprio lavaggio del cervello, dove i bambini, venivano sottoposti a degli impulsi elettrici e costretti ad assistere a delle farse affinché venissero alterati i lori ricordi in vista delle udienze giudiziarie.

In virtù di ciò i bambini disegnavano nel corso delle suddette udienze, i propri genitori come creature malvage e incapaci di prendersi cura di loro, in grado solo di maltrattarle.

Il tutto accompagnato come già accennato da relazioni menzognere, e disegni alterati dai professionisti, in cui venivano aggiunti caratteri sessuali affinché quelli rappresentassero violenze e atti di abusi sessuali, nella realtà mai avvenuti.

Tali ‘professionisti’ in ultimo accantonavano in un grande magazzino le lettere amorevoli e i regali che le famiglie d’origine inviavano ai loro bambini affidati illecitamente e ingiustamente ad altre famiglie.

Molti dei bambini, oggi adolescenti, presentano purtroppo gravi problematiche. Alcuni hanno sviluppato atteggiamenti autolesionisti e suicidi, altri sono finiti nel tunnel della droga.

Le indagini sono partite nell’estate del 2018 a seguito di un anomalo incremento considerevole di denunce all’Autorità Giudiziaria, da parte dei servizi sociali territoriali, per ipotesi di reati di abusi sessuali, maltrattamenti e violenze commessi dai genitori ai danni dei loro figli minorenni.

Queste sono state condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Reggio Emilia e coordinate dal PM Valentina Salvi e raccontano di un giro d’affari di centinaia di migliaia di euro.

Tra i reati contestati vi sono quelli di: ‘frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamento su minori, lesioni gravissime, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione e peculato d’uso’.




Entrato nel Mediterraneo sottomarino nucleare americano armato con missili Tomahawk

FACCIAMO O NON FACCIAMO PARTE DELLA NATO? ALLORA E' TEMPO DI APPROFITTARE DELLE ALLEANZE ATLANTICHE PER RISOLVERE IL PROBLEMA DEGLI SCAFISTI E DELL'IMMIGRAZIONE CLANDESTINA. INTANTO, UN SOTTOMARINO USA....

Il sottomarino statunitense a propulsione nucleare "Newport News" del modello "Los Angeles", armato con i missili da crociera "Tomahawk", è arrivato nel porto di Gibilterra, segnala il giornale locale Gibraltar Chronicle.
Secondo la pubblicazione, il sottomarino è stato avvistato nell'area portuale giovedì sera. Una motovedetta della dogana spagnola ha cercato di avvicinarsi, ma è stata intercettata dalle forze dell'ordine di Gibilterra.
Il Pentagono ha confermato l'arrivo del sottomarino a Gibilterra sottolineando che si trattava di "una visita tecnica pianificata".
In precedenza il portavoce del ministero russo della Difesa, il generale Igor Konashenkov, aveva detto che, secondo fonti indipendenti, un gruppo islamista stava per preparare una provocazione con armi chimiche contro i civili nella provincia di Idlib per accusare Damasco.
Secondo il dicastero militare russo, la coalizione occidentale guidata dagli Stati Uniti ha intenzione di sfruttare questa provocazione come pretesto per colpire gli obiettivi delle forze governative siriane. Konashenkov aveva osservato che nel Golfo Persico era entrato di recente il cacciatorpediniere The Sullivans della Marina degli Stati Uniti con 56 missili da crociera e nella base militare americana in Qatar era stato trasferito il bombardiere strategico dell'aviazione statunitense B-1B con 24 missili da crociera "aria-terra" AGM-158 JASSM.
Il Pentagono ha smentito la notizia del rafforzamento della presenza militare americana nella parte orientale del Mediterraneo, ma ha fatto sapere allo stesso tempo che "sono pronti all'azione" in caso del corrispondente ordine.

SACRO CUORE DI GESÙ E MARIA, LE COSE DA SAPERE

OGGI LA FESTA


SACRO CUORE DI GESÙ E MARIA, LE COSE DA SAPERE

28/06/2019 Questa solennità ha una data mobile e viene celebrata il venerdì dopo il Corpus Domini; il sabato che segue è dedicato al Cuore Immacolato di Maria. Fu la mistica francese santa Margherita Maria Alacoque la messaggera del culto che nel 1856 papa Pio IX estese a tutta la Chiesa cattolica


Qual è il significato di questa festa? Con il culto al Sacro Cuore di Gesù, la Chiesa Cattolica intende onorare il Cuore di Gesù Cristo, uno degli organi simboleggianti la sua umanità, che per l’intima unione con la Divinità, ha diritto all’adorazione e l’amore del Salvatore per gli uomini, di cui è simbolo proprio il Suo Cuore.


Il Sacro Cuore di Gesù, olio su rame, opera del pittore Pompeo Batoni (1767) che si trova a Roma nella chiesa del Gesù

QUANDO NASCE LA DEVOZIONE?

Già praticata nell’antichità cristiana e nel Medioevo, il culto si diffuse nel secolo XVII ad opera di S. Giovanni Eudes (1601-1680) e soprattutto di S. Margherita Maria Alacoque (1647-1690). La festa del Sacro Cuore fu celebrata per la prima volta in Francia, probabilmente nel 1685.

CHI È STATA LA MESSAGGERA DEL CUORE DI GESÙ? 

S. Margherita Maria Alacoque, suora francese, entrò il 20 giugno 1671 nel convento delle Visitandine di Paray-le-Monial (Saone-et-Loire), visse con grande semplicità e misticismo la sua esperienza di religiosa e morì il 17 ottobre 1690 ad appena 43 anni. Già prima di entrare nel convento, era dotata di doni mistici che si accentuarono con la sua nuova condizione di religiosa; ebbe numerose manifestazioni mistiche, ma nel 1673 cominciarono le grandi visioni che resero famoso il suo nome; esse furono quattro rivelazioni principali, oltre numerose altre di minore importanza.

QUANTE E QUALI FURONO LE VISIONI MISTICHE DI S. MARGHERITA?

La prima visione avvenne il 27 dicembre 1673, festa di s. Giovanni Evangelista, Gesù le apparve e Margherita si sentì “tutta investita della divina presenza”; la invitò a prendere il posto che s. Giovanni aveva occupato durante l’Ultima Cena e le disse: “Il mio divino Cuore è così appassionato d’amore per gli uomini, che non potendo più racchiudere in sé le fiamme della sua ardente carità, bisogna che le spanda. Io ti ho scelta per adempiere a questo grande disegno, affinché tutto sia fatto da me”. 

Una seconda visione le apparve agli inizi del 1674, forse un venerdì; il divin Cuore si manifestò su un trono di fiamme, più raggiante del sole e trasparente come cristallo, circondato da una corona di spine simboleggianti le ferite inferte dai nostri peccati e sormontato da una croce, perché dal primo istante che era stato formato, era già pieno d’ogni amarezza. Sempre nel 1674 le apparve la terza visione, anche questa volta un venerdì dopo la festa del Corpus Domini; Gesù si presentò alla Santa tutto sfolgorante di gloria, con le sue cinque piaghe, brillanti come soli e da quella sacra umanità uscivano fiamme da ogni parte, ma soprattutto dal suo mirabile petto che rassomigliava ad una fornace e essendosi aperto, ella scoprì l’amabile e amante Cuore, la vera sorgente di quelle fiamme. 

Poi Gesù lamentando l’ingratitudine degli uomini e la noncuranza rispetto ai suoi sforzi per far loro del bene, le chiese di supplire a questo. Gesù la sollecitò a fare la Comunione al primo venerdì di ogni mese e di prosternarsi con la faccia a terra dalle undici a mezzanotte, nella notte tra il giovedì e il venerdì. Vennero così indicate le due principali devozioni, la Comunione al primo venerdì di ogni mese e l’ora santa di adorazione.

IN QUALE RIVELAZIONE VENNE ISTITUITA LA FESTA? 

La quarta visione mistica ebbe luogo il 16 giugno 1675 durante l’ottava del Corpus Domini. Nostro Signore le disse che si sentiva ferito dalle irriverenze dei fedeli e dai sacrilegi degli empi, aggiungendo: “Ciò che mi è ancor più sensibile è che sono i cuori a me consacrati che fanno questo”. 

Gesù chiese ancora che il venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini, fosse dedicato a una festa particolare per onorare il suo Cuore e con Comunioni per riparare alle offese da lui ricevute. Inoltre indicò come esecutore della diffusione di questa devozione, il padre spirituale di Margherita, il gesuita san Claude de la Colombiere (1641-1682), superiore della vicina Casa dei Gesuiti di Paray-le-Monial. Margherita Maria Alacoque proclamata santa il 13 maggio 1920 da papa Benedetto XV, ubbidì all’appello divino fatto attraverso le visioni e divenne l’apostola di una devozione che doveva trasportare all’adorazione dei fedeli al Cuore divino. 

Le prime due cerimonie in onore del Sacro Cuore, presente la santa mistica, si ebbero nell’ambito del Noviziato di Paray il 20 luglio 1685 e poi il 21 giugno 1686, a cui partecipò tutta la Comunità delle Visitandine.

IL CULTO AL SACRO CUORE È STATO OSTACOLATO? E DA CHI?

Sì, soprattutto nel XVIII secolo. Nel 1765 la Sacra Congregazione dei Riti affermò essere il cuore di carne simbolo dell’amore; allora i giansenisti intesero ciò come un atto di idolatria, ritenendo essere possibile un culto solo al cuore non reale ma metaforico. Papa Pio VI (1775-1799) nella bolla “Auctorem fidei”, confermava l’espressione della Congregazione notando che si adora il cuore “inseparabilmente unito con la Persona del Verbo”. 

Il 6 febbraio 1765 papa Clemente XIII (1758-1769) accordò alla Polonia e all’Arciconfraternita romana del Sacro Cuore la festa del Sacro Cuore di Gesù; nel pensiero del papa questa nuova festa doveva diffondere nella Chiesa, i passi principali del messaggio di s. Margherita, la quale era stata lo strumento privilegiato della diffusione di un culto, che era sempre esistito nella Chiesa sotto diverse forme, ma dandogli tuttavia un nuovo orientamento. Con lei non sarebbe più stata soltanto una amorosa contemplazione e un’adorazione di quel “Cuore che ha tanto amato”, ma anche una riparazione per le offese e ingratitudini ricevute, tramite il perfezionamento delle nostre esistenze. 

Diceva la santa che “l’amore rende le anime conformi”, cioè il Signore vuole ispirare nelle anime un amore generoso che, rispondendo al suo, li assimili interiormente al divino modello.

QUALE PAPA ISTITUÌ UFFICIALMENTE LA FESTA DEL SACRO CUORE? 

La devozione al Sacro Cuore trionfò nel XIX secolo e il convento di Paray-le-Monial divenne meta di continui pellegrinaggi; nel 1856 con papa Pio IX la festa del Sacro Cuore divenne universale per tutta la Chiesa Cattolica. 

Sull’onda della devozione che ormai coinvolgeva tutto il mondo cattolico, sorsero dappertutto cappelle, oratori, chiese, basiliche e santuari dedicati al Sacro Cuore di Gesù; ricordiamo uno fra tutti il Santuario “Sacro Cuore” a Montmartre a Parigi, iniziato nel 1876 e terminato di costruire dopo 40 anni; tutte le categorie sociali e militari della Francia, contribuirono all’imponente spesa.

QUALI SONO LE PRATICHE DEVOZIONALI PIÙ COMUNI?

Quella dell’adorazione eucaristica ogni primo venerdì del mese e le “Litanie del Sacro Cuore”. Il mese dedicato al culto del Sacro Cuore è giugno.

COS’È L’ATTO DI CONSACRAZIONE AL SACRO CUORE? 

Affinché il culto del Cuore di Gesù esca e penetri nella vita sociale dei popoli, iniziò, su esortazione di papa Pio IX del 1876, tutto un movimento di “Atti di consacrazione al Cuore di Gesù”, a partire dalla famiglia a quella di intere Nazioni ad opera di Conferenze Episcopali, ma anche di illuminati e devoti governanti; tra i quali il presidente dell’Ecuador, Gabriel Garcia Moreno (1821-1875). 

Fu tanto il fervore, che per tutto l’Ottocento e primi decenni del Novecento, fu dedicato al culto del Sacro Cuore, che di riflesso sorsero numerose congregazioni religiose, sia maschili che femminili, tra le principali vi sono: “Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore” fondata nel 1874 dal beato Leone Dehon (Dehoniani); “Figli del Sacro Cuore di Gesù” o Missioni africane di Verona, congregazione fondata nel 1867 da san Daniele Comboni (Comboniani); “Dame del Sacro Cuore” fondate nel 1800 da santa Maddalena Sofia Barat; “Ancelle del Sacro Cuore di Gesù” fondate nel 1865 dalla beata Caterina Volpicelli, diversi Istituti femminili portano la stessa denominazione.

COME NASCE IL CULTO AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA?

Il promotore fu S. Giovanni Eudes (1601-1680) che già verso il 1643, la cominciò a celebrare con i religiosi della sua congregazione. Nel 1668 le festa e i testi liturgici furono approvati dal cardinale legato per tutta la Francia, mentre Roma si rifiutò più volte di confermare la festa. Fu solo dopo l’introduzione della festa del S. Cuore di Gesù nel 1765, che verrà concessa qua e là la facoltà di celebrare quella del Cuore di Maria, tanto che anche il Messale romano del 1814 la annovera ancora tra le feste “pro aliquibus locis”. Papa Pio XII estese nel 1944 la festa a tutta la Chiesa, a perenne ricordo della Consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria, da lui fatta nel 1942. Il Culto del Cuore Immacolato di Maria ha ricevuto un forte impulso dopo le apparizioni di Fatima del 1917, quando la Madonna fece espressa domanda di consacrare la Russia al suo Cuore Immacolato, celeste richiesta ancora disattesa.

PROPONIMENTO DI OGGI


Oggi farò un atto di accettazione del mio dolore e delle mie pene e le offrirò al Cuore di Gesu' per provarGli così tutto il mio amore e per cooperare con Lui alla salvezza delle anime.


LITURGIA DEL GIORNO: SACRO CUORE DI GESU'



LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -




 PRIMA LETTURA 

Ez 34,11-16
Dal libro del profeta Ezechièle

Così dice il Signore Dio:
«Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine.
Le farò uscire dai popoli e le radunerò da tutte le regioni. Le ricondurrò nella loro terra e le farò pascolare sui monti d’Israele, nelle valli e in tutti i luoghi abitati della regione.
Le condurrò in ottime pasture e il loro pascolo sarà sui monti alti d’Israele; là si adageranno su fertili pascoli e pasceranno in abbondanza sui monti d’Israele. Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio.
Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia». 


 SALMO 

Sal 22
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia.

Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincàstro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.


 SECONDA LETTURA 

Rm 5,5-11
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione.


 VANGELO 

Lc 15,3-7
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai farisei e agli scribi questa parabola:
«Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova?
Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”.
Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione».

giovedì 27 giugno 2019

Quando lo Stato perse il controllo del capitale

Prima del 1992, lo Stato controllava il 73% di quella che potremmo chiamare l’industria del credito. Quindi l’operazione di privatizzazione è stata imponente e ha rappresentato un’autentica rivoluzione in nome di una marcata ortodossia liberista.

In circa 10 anni, sono state privatizzate aziende statali per un valore di oltre 220.000 miliardi di lire. Di fatto, è stato liquidato l’IRI, e sono state vendute grandi società pubbliche quali Telecom, ENEL, ENI (quest’ultime 2 solo in parte), e praticamente tutte le banche precedentemente controllate dallo Stato. Su queste ultime concentreremo la nostra analisi.

Esiste un vero esecutore del grande processo di privatizzazione: Mario Draghi, oggi direttore della BCE. Draghi, insieme agli altri economisti come Prodi, non attesero nemmeno una legislazione sulle liberalizzazioni. Legislazione che avrebbe potuto impedire un passaggio da monopoli pubblici a monopoli privati. Due avvenimenti condizionarono questa scelta operativa: il primo era il trattato di Maastricht firmato nel ’92; il secondo, il grande scandalo di Tangentopoli.
Quest’ultimo sembrò delegittimare il parlamento, non ritenendolo in grado di legiferare su questioni di cui non si potevano accettare ritardi intollerabili che avrebbero rallentato un processo verso il liberismo, verso l’euro e la BCE, quelle istituzioni liberiste che erano già previste nel trattato di Maastricht appunto.

Possiamo subito aggiungere che anche chi partecipò alla “struttura” di Draghi ha ammesso recentemente che quella scadenza fu usata come una sorta di leva per ridisegnare e ridurre il ruolo dello Stato, la presenza dello Stato nell’economia italiana.
Paradossalmente i dati non sono sempre omogenei, anche se si tratta di vendita di beni dello Stato, quindi di tutti i cittadini italiani. Ad esempio, il vecchio Credito Italiano, oggi Unicredit, fu venduto per 1830 miliardi di lire, corrispondenti a una capitalizzazione della banca di 2700 miliardi di lire, mentre il valore della banca in base della quotazione di Borsa il giorno di fissazione del prezzo era di 3012 miliardi. Il fatto è che, appena dopo sei anni di privatizzazione, Unicredit capitalizzava già 26593 milioni di euro. Poi nel 2007, dopo la fusione con Capitalia, valeva 100 miliardi di euro e oggi ne vale appena 20,15 (dopo un aumento di capitale da 7 miliardi).
Per quanto riguarda la Banca Commerciale Italiana, la banca di Raffaele Mattioli, che aveva il più grande “know-how” nel credito per l’impresa, fu ceduta per 2891 miliardi di lire che divennero 3005 per via del dividendo del 1993. La Banca di Roma venduta per 977 milioni di euro, capitalizzava 4.087 milioni di euro. Il caso del Banco di Napoli ha addirittura dell’incredibile! Il 60% che lo Stato vendette alla Bnl per 32 milioni di euro (dopo averlo ripulito di crediti inesigibili e di perdite per 6.200 milioni di euro) è stato rivenduto dopo pochi anni da Bnl per mille milioni di euro.

Sentiamo cosa disse il Ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi: “Il Tesoro vuole valorizzare prima di vendere. È un suo dovere nei confronti dei cittadini, che dopo aver profuso risorse per risanare i conti delle imprese pubbliche non tollererebbero regali al momento della loro vendita”, ha fatto proprio un bel lavoro…

E le transazioni dovute alla privatizzazione a chi sono state commissionate? A banche anglosassoni! Questi commissionamenti per i collocamenti in Borsa ci sono costati tra il 2-3% dell’ammontare del ricavato. Circa l’1% sull’ammontare totale (2.200 miliardi di lire), è andato diritto nelle già ampie tasche delle banche d’affari anglosassoni (JP Morgan, Goldman Sachs, Morgan Stanley, Credit Suisse, First Boston, Merril Lynch e via cantando)per la loro attività di consulenza.

Nei primi anni Duemila, la moda prevalente nel sistema bancario internazionale fu quella della corsa alla crescita dimensionale attraverso fusioni e acquisizioni. Anche il sistema bancario italiano si concentrò molto. Troppo: nel senso che si creò un oligopolio di poche grandi banche. Furono così privatizzate tutte le grandi banche commerciali, tutte le banche a medio-lungo termine (che facevano credito per gli investimenti delle imprese), e addirittura banche di sviluppo come il Mediocredito centrale abbiamo cambiato i princìpi guida dell’attività bancaria: prevalse il criterio del profitto di breve termine e della «creazione di valore per gli azionisti», a sua volta identificata con l’andamento in Borsa del titolo. La gestione delle banche cominciò a seguire tutte le «mode» che favorivano la crescita in Borsa del titolo relativo. Inclusi la speculazione finanziaria sempre più spinta, l’uso di società veicolo fuori bilancio per aumentare la leva finanziaria (ossia per fare più operazioni con sempre meno capitale proprio) e l’utilizzo di prodotti finanziari derivati.

Ricordo anche che dal 1987 al 2000 il numero delle banche è sceso da 1200 a 864 e, soprattutto, alla faccia della concorrenza, della liberalizzazione e delle public company si sono costituiti, verso la fine degli anni Novanta, cinque gruppi che, da soli, controllano quasi il 50% del mercato del credito: Unicredit, Intesa Bci, San Paolo Imi, Banca di Roma e Montepaschi. Si pensi che, prima della grande crisi del 2008, Unicredit si è fuso con Capitalia, cioè ex banca di Roma, Intesa con San Paolo. Quindi sono rimasti tre poli.

Alberto Fossadri