sabato 11 maggio 2019

Come è stata svenduta l’Italia





Era il 1992, all’improvviso un’intera classe politica dirigente crollava sotto i colpi delle indagini giudiziarie. Da oltre quarant’anni era stata al potere. Gli italiani avevano sospettato a lungo che il sistema politico si basasse sulla corruzione e sul clientelismo. Ma nulla aveva potuto scalfirlo. Né le denunce, né le proteste popolari (talvolta represse nel sangue), né i casi di connivenza con la mafia, che di tanto in tanto salivano alla cronaca. Ma ecco che, improvvisamente, il sistema crollava.
Cos’era successo da fare in modo che gli italiani potessero avere, inaspettatamente, la soddisfazione di constatare che i loro sospetti sulla corruzione del sistema politico erano reali? 
Mentre l’attenzione degli italiani era puntata sullo scandalo delle tangenti, il governo italiano stava prendendo decisioni importantissime per il futuro del paese.
Con l’uragano di “Tangentopoli” gli italiani credettero che potesse iniziare un periodo migliore per l’Italia. Ma in segreto, il governo stava attuando politiche che avrebbero peggiorato il futuro del paese. Numerose aziende saranno svendute, persino la Banca d’Italia sarà messa in vendita. La svendita venne chiamata “privatizzazione”.

Il 1992 fu un anno di allarme e di segretezza. L’allora Ministro degli Interni Vincenzo Scotti, il 16 marzo, lanciò un allarme a tutti i prefetti, temendo una serie di attacchi contro la democrazia italiana. Gli attacchi previsti da Scotti erano eventi come l’uccisione di politici o il rapimento del presidente della Repubblica. Gli attacchi ci furono, e andarono a buon fine, ma non si trattò degli eventi previsti dal Ministro degli Interni. L’attacco alla democrazia fu assai più nascosto e destabilizzante.

Nel maggio del 1992, Giovanni Falcone venne ucciso dalla mafia. Egli stava indagando sui flussi di denaro sporco, e la pista stava portando a risultati che potevano collegare la mafia ad importanti circuiti finanziari internazionali. Falcone aveva anche scoperto che alcuni personaggi prestigiosi di Palermo erano affiliati ad alcune logge massoniche di rito scozzese, a cui appartenevano anche diversi mafiosi, ad esempio Giovanni Lo Cascio. La pista delle logge correva parallela a quella dei circuiti finanziari, e avrebbe portato a risultati certi, se Falcone non fosse stato ucciso.

Su Falcone erano state diffuse calunnie che cercavano di capovolgere la realtà di un magistrato integro. La gente intuiva che le istituzioni non lo avevano protetto. Ciò emerse anche durante il suo funerale, quando gli agenti di polizia si posizionarono davanti alle bare, impedendo a chiunque di avvicinarsi. Qualcuno gridò: “Vergognatevi, dovete vergognarvi, dovete andare via, non vi avvicinate a queste bare, questi non sono vostri, questi sono i nostri morti, solo noi abbiamo il diritto di piangerli, voi avete solo il dovere di vergognarvi”.
Che la mafia stesse utilizzando metodi per colpire il paese intero, in modo da spaventarlo e fargli accettare passivamente il “nuovo corso” degli eventi, lo si vedrà anche dagli attentati del 1993.

Gli attentati del 1993 ebbero caratteristiche assai simili agli attentati terroristici degli anni della “strategia della tensione”, e sicuramente avevano lo scopo di spaventare il paese, per indebolirlo. Il 4 maggio 1993, un’autobomba esplode in via Fauro a Roma, nel quartiere Parioli. Il 27 maggio un’altra autobomba esplode in via dei Georgofili a Firenze, cinque persone perdono la vita. La notte tra il 27 e il 28 luglio, ancora un’autobomba esplode in via Palestro a Milano, uccidendo cinque persone. I responsabili non furono mai identificati, e si disse che la mafia volesse “colpire le opere d’arte nazionali”, ma non era mai accaduto nulla di simile. I familiari delle vittime e il giudice Giuseppe Soresina saranno concordi nel ritenere che quegli attentati non erano stati compiuti soltanto dalla mafia, ma anche da altri personaggi dalle “menti più fini dei mafiosi”.[1]

Falcone era un vero avversario della mafia. Le sue indagini passarono a Borsellino, che venne assassinato due mesi dopo. La loro morte ha decretato il trionfo di un sistema mafioso e criminale, che avrebbe messo le mani sull’economia italiana, e costretto il paese alla completa sottomissione politica e finanziaria.
Mentre il ministro Scotti faceva una dichiarazione che suonava quasi come una minaccia: “la mafia punterà su obiettivi sempre più eccellenti e la lotta si farà sempre più cruenta, la mafia vuole destabilizzare lo stato e piegarlo ai propri voleri”, Borsellino lamentava regole e leggi che non permettevano una vera lotta contro la mafia. Egli osservava: “non si può affrontare la potenza mafiosa quando le si fa un regalo come quello che le è stato fatto con i nuovi strumenti processuali adatti ad un paese che non è l’Italia e certamente non la Sicilia. Il nuovo codice, nel suo aspetto dibattimentale, è uno strumento spuntato nelle mani di chi lo deve usare. Ogni volta, ad esempio, si deve ricominciare da capo e dimostrare che Cosa Nostra esiste”.[2]

I metodi statali di sabotaggio della lotta contro la mafia sono stati denunciati da numerosi esponenti della magistratura. Ad esempio, il 27 maggio 1992, il Presidente del tribunale di Caltanissetta Placido Dall’Orto, che doveva occuparsi delle indagini sulla strage di Capaci, si trovò in gravi difficoltà: “Qui è molto peggio di Fort Apache, siamo allo sbando. In una situazione come la nostra la lotta alla mafia è solo una vuota parola, lo abbiamo detto tante volte al Csm”.[3]
Anche il Pubblico Ministero di Palermo, Roberto Scarpinato, nel giugno del 1992 disse: “Su un piatto della bilancia c’ è la vita, sull’altro piatto ci deve essere qualcosa che valga il rischio della vita, non vedo in questo pacchetto un impegno straordinario da parte dello Stato, ad esempio non vedo nulla di straordinario sulla caccia e la cattura dei grandi latitanti”.[4]
Nello stesso anno, il senatore Maurizio Calvi raccontò che Falcone gli confessò di non fidarsi del comando dei carabinieri di Palermo, della questura di Palermo e nemmeno della prefettura di Palermo.[5]

Che gli assassini di Capaci non fossero tutti italiani, molti lo sospettavano.
Il Ministro Martelli, durante una visita in Sudamerica, dichiarò: “Cerco legami tra l’assassinio di Falcone e la mafia americana o la mafia colombiana”.[6] Lo stesso presidente del consiglio Amato, durante una visita a Monaco, disse: “Falcone è stato ucciso a Palermo ma probabilmente l’omicidio è stato deciso altrove”.
Probabilmente, le tecniche d’indagine di Falcone non piacevano ai personaggi con cui il governo italiano ebbe a che fare quell’anno. Quel considerare la lotta alla mafia soprattutto un dovere morale e culturale, quel coinvolgere le persone nel candore dell’onestà e dell’assenza di compromessi, gli erano valsi la persecuzione e i metodi di calunnia tipici dei servizi segreti inglesi e statunitensi. Tali metodi mirano ad isolare e a criminalizzare, cercando di fare apparire il contrario di ciò che è. Cercarono di far apparire Falcone un complice della mafia. Antonino Caponnetto dichiarò al giornale La Repubblica: “Non si può negare che c’è stata una campagna (contro Falcone), cui hanno partecipato in parte i magistrati, che lo ha delegittimato. Non c’è nulla di più pericoloso per un magistrato che lotta contro la mafia che l’essere isolato”.[7]

L’omicidio di due simboli dello Stato così importanti come Falcone e Borsellino significava qualcosa di nuovo. Erano state toccate le corde dell’élite di potere internazionale, e questi omicidi brutali lo testimoniavano. Ciò è stato intuito anche da Charles Rose, Procuratore distrettuale di New York, che notò la particolarità degli attentati: “Neppure i boss più feroci di Cosa Nostra hanno mai voluto colpire personalità dello Stato così visibili come era Giovanni, perché essi sanno benissimo quali rischi comporta attaccare frontalmente lo Stato. Quell’attentato terroristico è un gesto di paura… Credo che una mafia che si mette a sparare ai simboli come fanno i terroristi… è condannata a perdere il bene più prezioso per ogni organizzazione criminale di quel tipo, cioè la complicità attiva o passiva della popolazione entro la quale si muove”.[8]

Infatti, quell’anno gli italiani capirono che c’era qualcosa di nuovo, e scesero in piazza contro la mafia. Si formarono due fronti: la gente comune contro la mafia, e le istituzioni, che si stavano sottomettendo all’élite che coordina le mafie internazionali.
Quell’anno l’élite anglo-americana non voleva soltanto impedire la lotta efficace contro la mafia, ma voleva rendere l’Italia un paese completamente soggiogato ad un sistema mafioso e criminale, che avrebbe dominato attraverso il potere finanziario.

Come segnalò il presidente del Senato Giovanni Spadolini, c’era in atto un’operazione su larga scala per distruggere la democrazia italiana: “Il fine della criminalità mafiosa sembra essere identico a quello del terrorismo nella fase più acuta della stagione degli anni di piombo: travolgere lo stato democratico nel nostro paese. L’obiettivo è sempre lo stesso: delegittimare lo Stato, rompere il circuito di fiducia tra cittadini e potere democratico…se poi noi scorgiamo – e ne abbiamo il diritto – qualche collegamento internazionale intorno alla sfida mafia più terrorismo, allora ci domandiamo: ma forse si rinnovano gli scenari di dodici-undici anni fa? Le minacce dei centri di cospirazione affaristico-politica come la P2 sono permanenti nella vita democratica italiana. E c’è un filone piduista che sopravvive, non sappiamo con quanti altri. Mafia e P2 sono congiunte fin dalle origini, fin dalla vicenda Sindona”.[9]

Anche Tina Anselmi aveva capito i legami fra mafia e finanza internazionale: “Bisogna stare attenti, molto attenti… Ho parlato del vecchio piano di rinascita democratica di Gelli e confermo che leggerlo oggi fa sobbalzare. E’ in piena attuazione… Chi ha grandi mezzi e tanti soldi fa sempre politica e la fa a livello nazionale ed internazionale. Ho parlato in questi giorni con un importante uomo politico italiano che vive nel mondo delle banche. Sa cosa mi ha detto? Che la mafia è stata più veloce degli industriali e che sta già investendo centinaia di miliardi, frutto dei guadagni fatti con la droga, nei paesi dell’est… Stanno già comprando giornali e televisioni private, industrie e alberghi… Quegli investimenti si trasformeranno anche in precise e specifiche azioni politiche che ci riguardano, ci riguardano tutti. Dopo le stragi di Palermo la polizia americana è venuta ad indagare in Sicilia anche per questo, sanno di questi investimenti colossali, fatti regolarmente attraverso le banche”.[10]

Anni dopo, l’ex ministro Scotti confesserà a Cirino Pomicino: “Tutto nacque da una comunicazione riservata fattami dal capo della polizia Parisi che, sulla base di un lavoro di intelligence svolto dal Sisde e supportato da informazioni confidenziali, parlava di riunioni internazionali nelle quali sarebbero state decise azioni destabilizzanti sia con attentati mafiosi sia con indagini giudiziarie nei confronti dei leaders dei partiti di governo”.
Una delle riunioni di cui parlava Scotti si svolse il 2 giugno del 1992, sul panfilo Britannia, in navigazione lungo le coste siciliane. Sul panfilo c’erano alcuni appartenenti all’élite di potere anglo-americana, come i reali britannici e i grandi banchieri delle banche a cui si rivolgerà il governo italiano durante la fase delle privatizzazioni (Merrill Lynch, Goldman Sachs e Salomon Brothers).

In quella riunione si decise di acquistare le aziende italiane e la Banca d’Italia, e come far crollare il vecchio sistema politico per insediarne un altro, completamente manovrato dai nuovi padroni. A quella riunione parteciparono anche diversi italiani, come Mario Draghi, allora direttore delegato del ministero del Tesoro, il dirigente dell’Eni Beniamino Andreatta e il dirigente dell’Iri Riccardo Galli. Gli intrighi decisi sulla Britannia avrebbero permesso agli anglo-americani di mettere le mani sul 48% delle aziende italiane, fra le quali c’erano la Buitoni, la Locatelli, la Negroni, la Ferrarelle, la Perugina e la Galbani.
La stampa martellava su “Mani pulite”, facendo intendere che da quell’evento sarebbero derivati grandi cambiamenti.
Nel giugno 1992 si insediò il governo di Giuliano Amato. Si trattava di un personaggio in armonia con gli speculatori che ambivano ad appropriarsi dell’Italia. Infatti, Amato, per iniziare le privatizzazioni, si affrettò a consultare il centro del potere finanziario internazionale: le tre grandi banche di Wall Street, Merrill Lynch, Goldman Sachs e Salomon Brothers.

Appena salito al potere, Amato trasformò gli Enti statali in Società per Azioni, valendosi del decreto Legge 386/1991, in modo tale che l’élite finanziaria li potesse controllare, e in seguito rilevare.
L’inizio fu concertato dal Fondo Monetario Internazionale, che, come aveva fatto in altri paesi, voleva privatizzare selvaggiamente e svalutare la nostra moneta, per agevolare il dominio economico-finanziario dell’élite. L’incarico di far crollare l’economia italiana venne dato a George Soros, un cittadino americano che tramite informazioni ricevute dai Rothschild, con la complicità di alcune autorità italiane, riuscì a far crollare la nostra moneta e le azioni di molte aziende italiane.
Soros ebbe l’incarico, da parte dei banchieri anglo-americani, di attuare una serie di speculazioni, efficaci grazie alle informazioni che egli riceveva dall’élite finanziaria. Egli fece attacchi speculativi degli hedge funds per far crollare la lira. A causa di questi attacchi, il 5 novembre del 1993 la lira perse il 30% del suo valore, e anche negli anni successivi subì svalutazioni.

Le reti della Banca Rothschild, attraverso il direttore Richard Katz, misero le mani sull’Eni, che venne svenduta. Il gruppo Rothschild ebbe un ruolo preminente anche sulle altre privatizzazioni, compresa quella della Banca d’Italia. C’erano stretti legami fra il Quantum Fund di George Soros e i Rothschild. Ma anche numerosi altri membri dell’élite finanziaria anglo-americana, come Alfred Hartmann e Georges C. Karlweis, furono coinvolti nei processi di privatizzazione delle aziende e della Banca d’Italia.
La Rothschild Italia Spa, filiale di Milano della Rothschild & Sons di Londra, venne creata nel 1989, sotto la direzione di Richard Katz. Quest’ultimo diventò direttore del Quantum Fund di Soros nel periodo delle speculazioni a danno della lira. Soros era stato incaricato dai Rothschild di attuare una serie di speculazioni contro la sterlina, il marco e la lira, per destabilizzare il sistema Monetario Europeo. Sempre per conto degli stessi committenti, egli fece diverse speculazioni contro le monete di alcuni paesi asiatici, come l’Indonesia e la Malesia. Dopo la distruzione finanziaria dell’Europa e dell’Asia, Soros venne incaricato di creare una rete per la diffusione degli stupefacenti in Europa.

In seguito, i Rothschild, fedeli al loro modo di fare, cercarono di far cadere la responsabilità del crollo economico italiano su qualcun altro. Attraverso una serie di articoli pubblicati sul Financial Times, accusarono la Germania, sostenendo che la Bundesbank aveva attuato operazioni di aggiotaggio contro la lira. L’accusa non reggeva, perché i vantaggi del crollo della lira e della svendita delle imprese italiane andarono agli anglo-americani.
La privatizzazione è stata un saccheggio, che ancora continua. Spiega Paolo Raimondi, del Movimento Solidarietà:

Abbiamo avuto anni di privatizzazione, saccheggio dell’economia produttiva e l’esplosione della bolla della finanza derivata. Questa stessa strategia di destabilizzazione riparte oggi, quando l’Europa continentale viene nuovamente attratta, anche se non come promotrice e con prospettive ancora da definire, nel grande progetto di infrastrutture di base del Ponte di Sviluppo Eurasiatico.[11]

Qualche anno dopo la magistratura italiana procederà contro Soros, ma senza alcun successo. Nell’ottobre del 1995, il presidente del Movimento Internazionale per i Diritti Civili-Solidarietà, Paolo Raimondi, presentò un esposto alla magistratura per aprire un’inchiesta sulle attività speculative di Soros & Co, che avevano colpito la lira. L’attacco speculativo di Soros, gli aveva permesso di impossessarsi di 15.000 miliardi di lire. Per contrastare l’attacco, l’allora governatore della Banca d’Italia, Carlo Azeglio Ciampi, bruciò inutilmente 48 miliardi di dollari.
Su Soros indagarono le Procure della Repubblica di Roma e di Napoli, che fecero luce anche sulle attività della Banca d’Italia nel periodo del crollo della lira. Soros venne accusato di aggiotaggio e insider trading, avendo utilizzato informazioni riservate che gli permettevano di speculare con sicurezza e di anticipare movimenti su titoli, cambi e valori delle monete.
Spiegano il Presidente e il segretario generale del “Movimento Internazionale per i Diritti Civili – Solidarietà”, durante l’esposto contro Soros:

È stata… annotata nel 1992 l ‘esistenza… di un contatto molto stretto e particolare del sig. Soros con Gerald Carrigan, presidente della Federal Reserve Bank di New York, che fa parte dell’apparato della Banca centrale americana, luogo di massima circolazione di informazioni economiche riservate, il quale, stranamente, una volta dimessosi da questo posto, venne poi immediatamente assunto a tempo pieno dalla finanziaria “Goldman Sachs & co.” come presidente dei consiglieri internazionali. La Goldman Sachs è uno dei centri della grande speculazione sui derivati e sulle monete a livello mondiale. La Goldman Sachs è anche coinvolta in modo diretto nella politica delle privatizzazioni in Italia. In Italia inoltre, il sig. Soros conta sulla strettissima collaborazione del sig. Isidoro Albertini, ex presidente degli agenti di cambio della Borsa di Milano e attuale presidente della “Albertini e co. SIM” di Milano, una delle ditte guida nel settore speculativo dei derivati. Albertini è membro del consiglio di amministrazione del “Quantum Fund” di Soros.

III. L’attacco speculativo contro la lira del settembre 1992 era stato preceduto e preparato dal famoso incontro del 2 giugno 1992 sullo yacht “Britannia” della regina Elisabetta II d’Inghilterra, dove i massimi rappresentanti della finanza internazionale, soprattutto britannica, impegnati nella grande speculazione dei derivati, come la S. G.Warburg, la Barings e simili, si incontrarono con la controparte italiana guidata da Mario Draghi, direttore generale del ministero del Tesoro, e dal futuro ministro Beniamino Andreatta, per pianificare la privatizzazione dell’industria di stato italiana. A seguito dell’attacco speculativo contro la lira e della sua immediata svalutazione del 30%, codesta privatizzazione sarebbe stata fatta a prezzi stracciati, a beneficio della grande finanza internazionale e a discapito degli interessi dello stato italiano e dell’economia nazionale e dell’occupazione. Stranamente, gli stessi partecipanti all’incontro del Britannia avevano già ottenuto l’autorizzazione da parte di uomini di governo come Mario Draghi, di studiare e programmare le privatizzazioni stesse. Qui ci si riferisce per esempio alla Warburg, alla Morgan Stanley, solo per fare due tra gli esempi più noti. L’agenzia stampa EIR (Executive Intelligence Review) ha denunciato pubblicamente questa sordida operazione alla fine del 1992 provocando una serie di interpellanze parlamentari e di discussioni politiche che hanno avuto il merito di mettere in discussione l’intero procedimento, alquanto singolare, di privatizzazione.[12]

I complici italiani furono il ministro del Tesoro Piero Barucci, l’allora Direttore di Bankitalia Lamberto Dini e l’allora governatore di Bankitalia Carlo Azeglio Ciampi. Altre responsabilità vanno all’allora capo del governo Giuliano Amato e al Direttore Generale del Tesoro Mario Draghi. Alcune autorità italiane (come Dini) fecero il doppio gioco: denunciavano i pericoli ma in segreto appoggiavano gli speculatori.
Amato aveva costretto i sindacati ad accettare un accordo salariale non conveniente ai lavoratori, per la “necessità di rimanere nel Sistema Monetario Europeo”, pur sapendo che l’Italia ne sarebbe uscita a causa delle imminenti speculazioni.
Gli attacchi all’economia italiana andarono avanti per tutti gli anni Novanta, fino a quando il sistema economico- finanziario italiano non cadde sotto il completo controllo dell’élite. Nel gennaio del 1996, nel rapporto semestrale sulla politica informativa e della sicurezza, il Presidente del Consiglio Lamberto Dini disse:

I mercati valutari e le borse delle principali piazze mondiali continuano a registrare correnti speculative ai danni della nostra moneta, originate, specie in passaggi delicati della vita politico-istituzionale, dalla diffusione incontrollata di notizie infondate riguardanti la compagine governativa e da anticipazioni di dati oggetto delle periodiche comunicazioni sui prezzi al consumo… è possibile attendersi la reiterazione di manovre speculative fraudolente, considerato il persistere di una fase congiunturale interna e le scadenze dell’unificazione monetaria.[13]

Il giorno dopo, il governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, riferiva che l’Italia non poteva far nulla contro le correnti speculative sui mercati dei cambi, perché “se le banche di emissione tentano di far cambiare direzione o di fermare il vento (delle operazioni finanziarie) non ce la fanno per la dimensione delle masse in movimento sui mercati rispetto alla loro capacità di fuoco”.
Le nostre autorità denunciavano il potere dell’élite internazionale, ma gettavano la spugna, ritenendo inevitabili quegli eventi. Era in gioco il futuro economico-finanziario del paese, ma nessuna autorità italiana pensava di poter fare qualcosa contro gli attacchi destabilizzanti dell’élite anglo-americana.

Il Movimento Solidarietà fu l’unico a denunciare quello che stava effettivamente accadendo, additando i veri responsabili del crollo dell’economia italiana. Il 28 giugno 1993, il Movimento Solidarietà svolse una conferenza a Milano, in cui rese nota a tutti la riunione sul Britannia e quello che ne era derivato.[14]
Il 6 novembre 1993, l'allora presidente del Consiglio, Carlo Azeglio Ciampi scrisse una lettera al procuratore capo della Repubblica di Roma, Vittorio Mele, per avviare “le procedure relative al delitto previsto all’art. 501 del codice penale (“Rialzo e ribasso fraudolento di prezzi sul pubblico mercato o nelle borse di commercio”), considerato nell’ipotesi delle aggravanti in esso contenute”. Anche a Ciampi era evidente il reato di aggiotaggio da parte di Soros, che aveva operato contro la lira e i titoli quotati in Borsa delle nostre aziende.

Anche negli anni successivi avvennero altre privatizzazioni, senza regole precise e a prezzi di favore. Che stesse cambiando qualcosa, gli italiani lo capivano dal cambio di nome delle aziende, la Sip era diventata Telecom Italia e le Ferrovie dello Stato erano diventate Trenitalia.
Il decreto legislativo 79/99 avrebbe permesso la privatizzazione delle aziende energetiche. Nel settore del gas e dell’elettricità apparvero numerose aziende private, oggi circa 300. Dal 24 febbraio del 1998, anche le Poste Italiane diventarono una S.p.a. In seguito alla privatizzazione delle Poste, i costi postali sono aumentati a dismisura e i lavoratori postali vengono assunti con contratti precari. Oltre 400 uffici postali sono stati chiusi, e quelli rimasti aperti appaiono come luoghi di vendita più che di servizio.

Le nostre autorità giustificavano la svendita delle privatizzazioni dicendo che si doveva “risanare il bilancio pubblico”, ma non specificavano che si trattava di pagare altro denaro alle banche, in cambio di banconote che valevano come la carta straccia. A guadagnare sarebbero state soltanto le banche e i pochi imprenditori già ricchi (Benetton, Tronchetti Provera, Pirelli, Colaninno, Gnutti e pochi altri).
Si diceva che le privatizzazioni avrebbero migliorato la gestione delle aziende, ma in realtà, in tutti i casi, si sono verificati disastri di vario genere, e il rimedio è stato pagato dai cittadini italiani.

Le nostre aziende sono state svendute ad imprenditori che quasi sempre agivano per conto dell’élite finanziaria, da cui ricevevano le somme per l’acquisto. La privatizzazione della Telecom avvenne nell’ottobre del 1997. Fu venduta a 11,82 miliardi di euro, ma alla fine si incassarono soltanto 7,5 miliardi. La società fu rilevata da un gruppo di imprenditori e banche, e al Ministero del Tesoro rimase una quota del 3,5%.
Il piano per il controllo di Telecom aveva la regia nascosta della Merril Lynch, del Gruppo Bancario americano Donaldson Lufkin & Jenrette e della Chase Manhattan Bank.
Alla fine del 1998, il titolo aveva perso il 20% (4,33 euro). Le banche dell’élite, la Chase Manhattan e la Lehman Brothers, si fecero avanti per attuare un’opa. Attraverso Colaninno, che ricevette finanziamenti dalla Chase Manhattan, l’Olivetti diventò proprietaria di Telecom. L’Olivetti era controllata dalla Bell, una società con sede a Lussemburgo, a sua volta controllata dalla Hopa di Emilio Gnutti e Roberto Colaninno.

Il titolo, che durante l’opa era stato fatto salire a 20 euro, nel giro di un anno si dimezzò. Dopo pochi anni finirà sotto i tre euro.
Nel 2001 la Telecom si trovava in gravi difficoltà, le azioni continuavano a scendere. La Bell di Gnutti e la Unipol di Consorte decisero di vendere a Tronchetti Provera buona parte della loro quota azionaria in Olivetti. Il presidente di Pirelli, finanziato dalla J. P. Morgan, ottenne il controllo su Telecom, attraverso la finanziaria Olimpia, creata con la famiglia Benetton (sostenuta da Banca Intesa e Unicredit).

Dopo dieci anni dalla privatizzazione della Telecom, il bilancio è disastroso sotto tutti i punti di vista: oltre 20.000 persone sono state licenziate, i titoli azionari hanno fatto perdere molto denaro ai risparmiatori, i costi per gli utenti sono aumentati e la società è in perdita.
La privatizzazione, oltre che un saccheggio, veniva ad essere anche un modo per truffare i piccoli azionisti.
La Telecom, come molte altre società, ha posto la sua sede in paesi esteri, per non pagare le tasse allo Stato italiano. Oltre a perdere le aziende, gli italiani sono stati privati anche degli introiti fiscali di quelle aziende. La Bell, società che controllava la Telecom Italia, aveva sede in Lussemburgo, e aveva all’interno società con sede alle isole Cayman, che, com’è noto, sono un paradiso fiscale.

Gli speculatori finanziari basano la loro attività sull’esistenza di questi paradisi fiscali, dove non è possibile ottenere informazioni nemmeno dalle autorità giudiziarie. I paradisi fiscali hanno permesso agli speculatori di distruggere le economie di interi paesi, eppure i media non parlano mai di questo gravissimo problema.
Mettere un’azienda importante come quella telefonica in mani private significa anche non tutelare la privacy dei cittadini, che infatti è stata più volte calpestata, com’è emerso negli ultimi anni.

Anche per le altre privatizzazioni, Autostrade, Poste Italiane, Trenitalia ecc..., si sono verificate le medesime devastazioni: licenziamenti, truffe a danno dei risparmiatori, degrado del servizio, spreco di denaro pubblico, cattiva amministrazione e problemi di vario genere.
La famiglia Benetton è diventata azionista di maggioranza delle Autostrade. Il contratto di privatizzazione delle Autostrade dava vantaggi soltanto agli acquirenti, facendo rimanere l’onere della manutenzione sulle spalle dei contribuenti.
I Benetton hanno incassato un bel po’ di denaro grazie alla fusione di Autostrade con il gruppo spagnolo Abertis. La fusione è avvenuta con la complicità del governo Prodi, che in seguito ad un vertice con Zapatero, ha deciso di autorizzarla. Antonio Di Pietro, Ministro delle Infrastrutture, si era opposto, ma alla fine si è piegato alle proteste dell’Unione Europea e alla politica del Presidente del Consiglio.

Nonostante i disastri delle privatizzazioni, le nostre autorità governative non hanno alcuna intenzione di rinazionalizzare le imprese allo sfacelo, anzi, sono disposte ad utilizzare denaro pubblico per riparare ai danni causati dai privati.
La società Trenitalia è stata portata sull’orlo del fallimento. In pochi anni il servizio è diventato sempre più scadente, i treni sono sempre più sporchi, il costo dei biglietti continua a salire e risultano numerosi disservizi. A causa dei tagli al personale (ad esempio, non c’è più il secondo conducente), si sono verificati diversi incidenti (anche mortali). Nel 2006, l’amministratore delegato di Trenitalia, Mauro Moretti, si è presentato ad una audizione alla commissione Lavori Pubblici del Senato, per battere cassa, confessando un buco di un miliardo e settecento milioni di euro, che avrebbe potuto portare la società al fallimento. Nell’ottobre del 2006, il Ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, approvò il piano di ricapitalizzazione proposto da Trenitalia. Altro denaro pubblico ad un’azienda privatizzata ridotta allo sfacelo.

Dietro tutto questo c’era l’élite economico finanziaria (Morgan, Schiff, Harriman, Kahn, Warburg, Rockfeller, Rothschild ecc.) che ha agito preparando un progetto di devastazione dell’economia italiana, e lo ha attuato valendosi di politici, di finanzieri e di imprenditori. Nascondersi è facile in un sistema in cui le banche o le società possono assumere il controllo di altre società o banche. Questo significa che è sempre difficile capire veramente chi controlla le società privatizzate. E’ simile al gioco delle scatole cinesi, come spiega Giuseppe Turani: “Colaninno & soci controllano al 51% la Hopa, che controlla il 56,6% della Bell, che controlla il 13,9% della Olivetti, che controlla il 70% della Tecnost, che controlla il 52% della Telecom”.[15]
Numerose aziende di imprenditori italiani sono state distrutte dal sistema dei mercati finanziari, ad esempio la Cirio e la Parmalat. Queste aziende hanno truffato i risparmiatori vendendo obbligazioni societarie (“Bond”) con un alto margine di rischio. La Parmalat emise Bond per un valore di 7 miliardi di euro, e allo stesso tempo attuò operazioni finanziarie speculative, e si indebitò. Per non far scendere il valore delle azioni (e per venderne altre) truccava i bilanci.

Le banche nazionali e internazionali sostenevano la situazione perché per loro vantaggiosa, e l’agenzia di rating, Standard & Poor’s, si è decisa a declassare la Parmalat soltanto quando la truffa era ormai nota a tutti.
I risparmiatori truffati hanno avviato una procedura giudiziaria contro Calisto Tanzi, Fausto Tonna, Coloniale S.p.a. (società della famiglia Tanzi), Citigroup, Inc. (società finanziaria americana), Buconero LLC (società che faceva capo a Citigroup), Zini & Associates (una compagnia finanziaria americana), Deloitte Touche Tohmatsu (organizzazione che forniva consulenza e servizi professionali), Deloitte & Touche SpA (società di revisione contabile), Grant Thornton International (società di consulenza finanziaria) e Grant Thornton S.p.a. (società incaricata della revisione contabile del sottogruppo Parmalat S.p.a.).

La Cirio era gestita dalla Cragnotti & Partners. I “Partners” non erano altro che una serie di banche nazionali e internazionali. La Cirio emise Bond per circa 1.125 milioni di Euro. Molte di queste obbligazioni venivano utilizzate dalle banche per spillare denaro ai piccoli risparmiatori. Tutto questo avveniva in perfetta armonia col sistema finanziario, che non offre garanzie di onestà e di trasparenza.
Grazie alle privatizzazioni, un gruppo ristretto di ricchi italiani ha acquisito somme enormi, e ha permesso all’élite economico-finanziaria anglo-americana di esercitare un pesante controllo, sui cittadini, sulla politica e sul paese intero. Agli italiani venne dato il contentino di “Mani Pulite”, che si risolse con numerose assoluzioni e qualche condanna a pochi anni di carcere.

A causa delle privatizzazioni e del controllo da parte della Banca Centrale Europea, il paese è più povero e deve pagare somme molto alte per il debito. Ogni anno viene varata la finanziaria, allo scopo di pagare le banche e di partecipare al finanziamento delle loro guerre. Mentre la povertà aumenta, come la disoccupazione, il lavoro precario, il degrado e il potere della mafia.
Il nostro paese è oggi controllato da un gruppo di persone, che impongono, attraverso istituti propagandati come “autorevoli” (Fondo Monetario Internazionale e Banca Centrale Europea), di tagliare la spesa pubblica, di privatizzare quello che ancora rimane e di attuare politiche non convenienti alla popolazione italiana. I nostri governi operano nell’interesse di questa élite, e non in quello del paese.

Antonella Randazzo ha scritto Roma Predona. Il colonialismo italiano in Africa, 1870-1943, (Kaos Edizioni, 2006); La Nuova Democrazia. Illusioni di civiltà nell’era dell’egemonia Usa (Zambon Editore 2007) e Dittature. La Storia Occulta (Edizione Il Nuovo Mondo, 2007).

[2] La Repubblica , 27 maggio 1992.
[3] La Repubblica , 28 maggio 1992.
[4] La Repubblica , 10 giugno 1992.
[5] La Repubblica , 23 giugno 1992.
[6] La Repubblica , 23 giugno 1992.
[7] La Repubblica , 25 giugno 1992.
[8] La Repubblica , 27 maggio 1992.
[9] La Repubblica , 11 agosto 1992.
[10] L’Unità, 12 agosto 1992.
[11] Solidarietà, anno IV n. 1, febbraio 1996.
[12] Esposto della Magistratura contro George Soros presentato dal Movimento Solidarietà al Procuratore della Repubblica di Milano il 27 ottobre 1995.
[13] Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Democratica , Rivista N. 4 gennaio-aprile 1996.
[14] Solidarietà, anno 1, n. 1, ottobre 1993.
[15] La Repubblica , 5 settembre 1999.

Il mistero del pentacolo in Kazakistan… Satanismo? Nucleare?

stella - kazakistan-tuttacronaca
Google Earth mostra una stella a cinque punte  in un campo di grano in Kazakistan e scoppia il caso in rete. Secondo il Daily News che riporta la notizia non ci sarebbero dubbi è simbolo satanico anche perché gli utenti che hanno per primi segnalato la foto si chiamano Adamo e Lucifero… Ma c’è anche chi invece  quella stella che ha un diametro di circa 366 metri l’associa a un messaggio in codice… in quella zona tempo fa c’era una base militare sovietica e forse può indicare un luogo nucleare visto che si trattava di una base missilistica.
Girando in Internet non è difficile scoprire i significati deI pentacolo, cioè una stella a cinque punte che di solito viene iscritta in un cerchio, ma può anche non esserlo. Simbolo da molti ritenuto magico che poi con l’avvento del cristianesimo venne  trasformato in simbolo demoniaco e legato alle forze oscure.
E’ possibile informarsi, girando in rete, e scoprire che molte basi missilistiche nel mondo adottano questa particolare forma, non è quindi un simbolo segreto, ma una forma dettata dall’utilizzo del sito.


PROPONIMENTO DI OGGI DOMENICA 12 MAGGIO







Cercherò di seguire la mie aspirazioni, ma senza disperarmi o avvilirmi se le cose non seguono la strada che volevo percorrere, ricordando che il Signore vuole il mio bene e sa cosa è meglio per me


LITURGIA DI DOMENICA 12 MAGGIO


LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -
  
  





 PRIMA LETTURA 

At 13,14.43-52
Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, Paolo e Bàrnaba, proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiòchia in Pisìdia, e, entrati nella sinagoga nel giorno di sabato, sedettero.
Molti Giudei e prosèliti credenti in Dio seguirono Paolo e Bàrnaba ed essi, intrattenendosi con loro, cercavano di persuaderli a perseverare nella grazia di Dio.
Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola del Signore. Quando videro quella moltitudine, i Giudei furono ricolmi di gelosia e con parole ingiuriose contrastavano le affermazioni di Paolo. Allora Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono: «Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha ordinato il Signore: “Io ti ho posto per essere luce delle genti, perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra”».
Nell’udire ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola del Signore, e tutti quelli che erano destinati alla vita eterna credettero. La parola del Signore si diffondeva per tutta la regione. Ma i Giudei sobillarono le pie donne della nobiltà e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li cacciarono dal loro territorio. Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a Icònio. I discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.

 SALMO 

Sal 99
Noi siamo suo popolo, gregge che egli guida.

Acclamate il Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza.

Riconoscete che solo il Signore è Dio:
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo.

Perché buono è il Signore,
il suo amore è per sempre,
la sua fedeltà di generazione in generazione.


 SECONDA LETTURA 

Ap 7,9.14-17
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

Io, Giovanni, vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani.
E uno degli anziani disse: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide col sangue dell’Agnello. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo tempio; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro.
Non avranno più fame né avranno più sete,
non li colpirà il sole né arsura alcuna,
perché l’Agnello, che sta in mezzo al trono,
sarà il loro pastore
e li guiderà alle fonti delle acque della vita.
E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi».


 VANGELO 

Gv 10,27-30
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

PROPONIMENTO DI OGGI


Non solo oggi, ma da oggi voglio impegnarmi a vivere la Carità: - a non fare agli altri ciò che non avrei piacere fosse fatto a me - a fare agli altri ciò che avrei piacere fosse fatto a me - ad amare le Anime, come Gesu' amò la mia!


LITURGIA DI OGGI


LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -
   



 PRIMA LETTURA 

At 9,31-42
Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, la Chiesa era in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samarìa: si consolidava e camminava nel timore del Signore e, con il conforto dello Spirito Santo, cresceva di numero.
E avvenne che Pietro, mentre andava a far visita a tutti, si recò anche dai fedeli che abitavano a Lidda. Qui trovò un uomo di nome Enèa, che da otto anni giaceva su una barella perché era paralitico. Pietro gli disse: «Enèa, Gesù Cristo ti guarisce; àlzati e rifatti il letto». E subito si alzò. Lo videro tutti gli abitanti di Lidda e del Saròn e si convertirono al Signore.
A Giaffa c’era una discepola chiamata Tabità – nome che significa Gazzella – la quale abbondava in opere buone e faceva molte elemosine. Proprio in quei giorni ella si ammalò e morì. La lavarono e la posero in una stanza al piano superiore. E, poiché Lidda era vicina a Giaffa, i discepoli, udito che Pietro si trovava là, gli mandarono due uomini a invitarlo: «Non indugiare, vieni da noi!». Pietro allora si alzò e andò con loro.
Appena arrivato, lo condussero al piano superiore e gli si fecero incontro tutte le vedove in pianto, che gli mostravano le tuniche e i mantelli che Gazzella confezionava quando era fra loro. Pietro fece uscire tutti e si inginocchiò a pregare; poi, rivolto alla salma, disse: «Tabità, àlzati!». Ed ella aprì gli occhi, vide Pietro e si mise a sedere. Egli le diede la mano e la fece alzare, poi chiamò i fedeli e le vedove e la presentò loro viva.
La cosa fu risaputa in tutta Giaffa, e molti credettero nel Signore.


 SALMO 

Sal 115
Che cosa renderò al Signore, per tutti i benefici che mi ha fatto?

Oppure:
Ti rendo grazie, Signore, perché mi hai salvato.

Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.

Adempirò i miei voti al Signore,
davanti a tutto il suo popolo.
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.

Ti prego, Signore, perché sono tuo servo;
io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.


 VANGELO 

Gv 6,60-69
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

venerdì 10 maggio 2019

Il Giappone è all'avanguardia: nessun mandato vaccinale e nessun vaccino MMR = bambini più sani





Dalla parte della salute dei bambini,

I fatti: Questo articolo è stato scritto da Kristina Kristen, ospite scrittore, per la difesa della salute dei bambini, pubblicata qui con il suo permesso. 
Riflettete : quanto le aziende farmaceutiche si preoccupano veramente della nostra salute? Perché le informazioni importanti sui vaccini non sono mai riconosciute e neutralizzate dal mainstream?
Negli Stati Uniti, molti legislatori e funzionari della sanità pubblica sono impegnati a rendere i vaccini obbligatori - o rimuovendo la scelta genitoriale / personale data dalle esenzioni di vaccini esistenti o imponendo eccessive quarantene e multe a coloro che non si conformano ai Centers for Disease Control and Prevention’s (CDC). Funzionari in California cercano di ignorare l'opinione medica sull'idoneità alla vaccinazione, mentre quelli di New York chiedono il vaccino contro morbillo-parotite-rosolia (MMR) per bambini di 6-12 mesi per i quali la sua sicurezza ed efficacia " non sono stati stabiliti . "


Gli Stati Uniti hanno il più alto tasso di mortalità infantile di tutti i paesi industrializzati, con più bambini americani che muoiono alla nascita e nel loro primo anno rispetto a qualsiasi altra nazione comparabile e più della metà di quelli che sopravvivono sviluppano almeno una malattia cronica.
I bambini americani sarebbero meglio serviti se questi funzionari, prima di imporre misure draconiane discutibili, studiassero gli esiti della salute infantile in Giappone. Con una popolazione di 127 milioni di persone, il Giappone ha i bambini più sani e la più alta "speranza di vita in buona salute" nel mondo, e i bambini meno vaccinati di qualsiasi paese sviluppato. Gli Stati Uniti, al contrario, hanno il programma di vaccinazione più aggressivo del mondo sviluppato nel numero e nei tempi, a partire dalla gravidanza, alla nascita e nei primi due anni di vita. Questo rende i bambini statunitensi più sani? La risposta chiara è no. Gli Stati Uniti hanno il più alto tasso di mortalità infantile di tutti i paesi industrializzati, con più bambini americani che muoiono alla nascita e nel loro primo anno di vita più che in qualsiasi altra nazione comparabile - e più della metà di quelli che sopravvivono sviluppa almeno una malattia cronica. L'analisi della mortalità infantile nel mondo reale e dei risultati sulla salute mostra che la politica statunitense in materia di vaccini non costituisce una vittoria per i bambini americani.

Giappone e Stati Uniti; Due diverse politiche di vaccinazione

Nel 1994, il Giappone si è ritirato dalla vaccinazione mandata dai centri di salute pubblica alla vaccinazione volontaria agli uffici dei medici, guidata dal "concetto secondo cui è meglio che le vaccinazioni siano eseguite da medici di famiglia per bambini che hanno familiarità con le loro condizioni di salute ". due categorie di vaccini non obbligatori: vaccini "di routine" che il governo copre e "raccomanda vivamente" ma non impone, e ulteriori vaccini "volontari", generalmente pagati a parte. A differenza degli Stati Uniti, il Giappone non ha requisiti di vaccino per i bambini che entrano nell'asilo o nella scuola elementare.

Il Giappone ha anche vietato il vaccino MMR nello stesso arco di tempo, a causa di migliaia di feriti gravi su un periodo di quattro anni, producendo un tasso di infortunio di uno su 900 bambini "oltre 2.000 volte superiore al tasso previsto". Inizialmente offerto in vaccini separati contro il morbillo e la rosolia in seguito all'abbandono del vaccino MMR; Il Giappone ora raccomanda un vaccino combinato contro la morbillo e la rosolia (MR) per l'uso di routine, ma comunque evita l'MMR. Il vaccino contro la parotite si trova nella categoria " volontario ".

Qui ci sono le principali differenze tra i programmi vaccinali giapponesi e statunitensi:


Il Giappone non ha mandati vaccinali,raccomanda invece vaccini che (come discusso sopra) sono "di routine" (coperti da assicurazione) o "volontari" (auto-retribuzione).
Il Giappone non vaccina i neonati con il vaccino contro l'epatite B (HepB), a meno che la madre sia positiva per l'epatite B.
Il Giappone non vaccina le donne in gravidanzacon il vaccino contro la pertosse e la pertosse acellulari (Tdap).
Il Giappone non rilascia vaccini antinfluenzali a madri in gravidanza o a bambini di sei mesi.
Il Giappone non fornisce il vaccino MMR, raccomandando invece un vaccino MR.
Il Giappone non richiede il vaccino contro il papillomavirus umano (HPV).
Nessun altro paese sviluppato amministra il maggior numero di dosi di vaccino nei primi due anni di vita.


Al contrario, il programma vaccinale degli Stati Uniti (vedi Tabella 1) prescrive la vaccinazione di routine durante la gravidanza, richiede la prima dose di vaccino HepB entro 24 ore dalla nascita, anche se il 99,9% delle donne in gravidanza, dopo aver testato, è negativo all'epatite B, e segue con 20-22 dosi di vaccino solo nel primo anno. Nessun altro paese sviluppato amministra il maggior numero di dosi di vaccino nei primi due anni di vita.

Il vaccino HepB iniettato in un neonato con un carico dialluminio di 250 microgrammi, un adiuvante neurotossico e immunotossico utilizzato per provocare una risposta immunitaria. Non ci sono studi per sostenere la sicurezza di esporre i bambini a livelli così elevati di metallo iniettato. In effetti, il limite superiore di FDA (Food and Drug Administration) per l'alluminio nei liquidi per via endovenosa (IV) per i neonati è di gran lunga inferiore acinque microgrammi per chilogrammo al giorno (mcg / kg / die) e anche a questi livelli i ricercatori hanno documentato il potenziale per lo sviluppo neurologico compromesso . Per un neonato medio del peso di 7,5 libbre, il vaccino HepB ha oltre 15 volte più alluminio rispetto al limite superiore della FDA per le soluzioni IV.

A differenza del Giappone, gli Stati Uniti amministra vaccini antinfluenzali e Tdap a donne in stato di gravidanza (durante ogni trimestre) e i bambini ricevono vaccini antinfluenzali a sei mesi di età, continuando successivamente ogni anno. I produttori non hanno mai testato la sicurezza dei vaccini per influenza somministrati durante la gravidanza e la FDA non ha mai formalmente autorizzato alcun vaccino "specificamente per l'uso durante la gravidanza per proteggere il bambino".


Inizialmente, il Giappone raccomanda il vaccino contro l'HPV, ma smise di farlo nel 2013, dopo che gravi problemi di salute provocarono numerose azioni legali. I ricercatori giapponesi hanno confermato una relazione temporale tra la vaccinazione contro l'HPV e lo sviluppo dei sintomi da parte dei riceventi.

I sostenitori del vaccino degli Stati Uniti affermano che il programma vaccinale degli Stati Uniti è simile a quello degli altri paesi sviluppati, ma questa richiesta è inaccurata al momento del controllo. La maggior parte degli altri paesinon raccomanda la vaccinazione durante la gravidanza epochissimi vaccinano il primo giorno di vita. Questo è importante perché il numero, il tipo e il momentodell'esposizione ai vaccini possono influenzare notevolmente il loro impatto negativo sullo sviluppo di feti e neonati, che sono particolarmente vulnerabili alle esposizioni tossiche e all'attivazione immunitaria precoce.Gli studi dimostrano che l' attivazione del sistema immunitario delle donne incinte può causare problemi di sviluppo nella loro prole. Perché le donne incinte negli Stati Uniti consigliano di proteggere i loro feti in via di sviluppo evitando alcol e mercurio contenenti tonno, ma spingono attivamente a ricevere vaccini Tdap e influenzanti cheattivano il sistema immunitario, che contengono ancora mercurio (in fiale multidose) e altre sostanze non testate?

Inizialmente, il Giappone raccomandò il vaccino contro l'HPV, ma smise di farlo nel 2013, dopo che gravi problemi di salute provocarono numerose azioni legali. I ricercatori giapponesi hanno confermato una relazione temporale tra la vaccinazione contro l'HPV e lo sviluppo dei sintomi da parte dei riceventi. I regolatori statunitensi hanno ignorato questi e altri rapporti simili e non solo continuano a promuovere in modo aggressivo e persino a prescrivere il vaccino HPV precedentemente facoltativo che inizia nellapreadolescenza, ma che ora lo stanno spingendo in età adulta . Il vaccino HPV prodotto da Merck ha ricevuto un'approvazione accelerata dalla FDA, nonostante la metà di tutti i soggetti di studi clinici che riportano gravi condizioni mediche entro sette mesi.

Il migliore e peggiore: due diversi risultati di mortalità infantile

Il CDC considera la mortalità infantile uno degli indicatori più importanti della salute generale di una società . L'agenzia dovrebbe prendere nota del tasso del Giappone, che, a 2 morti infantili ogni 1.000 nati vivi, è il secondo più basso al mondo, secondo solo al Principato di Monaco. In confronto, quasi tre volte il numero di bambini americani muoiono (5,8 per 1.000 nati vivi), nonostante la massicciaspesa pro-capite per l'assistenza sanitaria per i bambini (vedi Tabella 2). La mortalità infantile negli Stati Uniti si colloca dietro 55 altri paesi ed è peggiore del tasso in Lettonia, Slovacchia o Cuba.


Se i vaccini salvano vite, perché i bambini americani muoiono a un ritmo più veloce e ... muoiono più giovani rispetto ai bambini di altri 19 paesi ricchi - traducendo in un rischio maggiore di morte del 57 per cento prima di raggiungere l'età adulta?

Per ribadire, gli Stati Uniti hanno il programma vaccinale più aggressivo dei paesi sviluppati (somministrando il maggior numero di vaccini al più presto). Se i vaccini salvano vite, perché i bambini americani "muoiono a un ritmo più veloce e ... più giovani " rispetto ai bambini di altri 19 paesi ricchi - traducendosi in un " 57 per cento in più di rischio di morteprima di raggiungere l'età adulta"? I bambini giapponesi, che ricevono il minor numero di vaccini, senza alcun mandato governativo per le vaccinazioni, crescono per godersi vite " lunghe e vigorose ". Le statistiche internazionali sulla mortalità infantile e sulla salute e la loro correlazione con i protocolli di vaccinazione mostrano i risultati che funzionari governativi e sanitari stanno ignorando a grande pericolo per i nostri figli.

Tra i 20 paesi con i migliori risultati mondiali di mortalità infantile , solo tre paesi (Hong Kong, Macao e Singapore ) amministrano automaticamente il vaccino HepB a tutti i neonati, in base al fondamento logico che l'infezione da epatite B è altamente endemica in questi paesi. La maggior parte degli altri 17 paesi top-ranking - Giappone compreso - danno il vaccino HepB alla nascita solo se la madre è positiva per l'epatite B (Tabella 1). Gli Stati Uniti, con la disonorevole classifica della mortalità infantile n. 56, danno il vaccino HepB a tutti e quattro i milioni di bambini nati ogni anno nonostante una bassa incidenza di epatite B.

Gli Stati Uniti stanno sacrificando la salute dei bambini per profitto? 

Merck, il produttore del vaccino MMR, è in tribunale per frode relativa al MMR. Gli informatori sostengono che il gigante farmaceutico ha truccato i suoi dati di efficacia per la componente parotite del vaccino per assicurare il suo continuo monopolio sul mercato. Le prove informative hanno dato luogo a due procedimenti giudiziari separati . Inoltre, un informatore CDC ha affermato che il vaccino MMR aumenta i rischi di autismo in alcuni bambini. Altri hanno riferito che il potenziale rischio di lesioni permanentida parte del vaccino MMR riduce i rischi di contrarre il morbillo.

Perché la FDA e il CDC continuano ad approvare il problematico vaccino MMR nonostante le implicazioni di Merck nella frode sulla sicurezza e l'efficacia del vaccino? Perché legislatori e funzionari governativi statunitensi non chiedono un'alternativa migliore, come ha fatto il Giappone più di due decenni fa? Perché le città e gli Stati Uniti costringono il vaccino MMR di Merck ai bambini americani?Il governo degli Stati Uniti protegge i bambini, o Merck?Perché i funzionari statunitensi ignorano il modello esemplare del Giappone, il che dimostra che il programma di vaccinazione più misurato nel mondo industrializzato con " servizi igienico-sanitario e livelli di nutrizione di prima classe " possono produrre risultati ottimali per la salute dei bambini che stanno guidando il mondo?

Un principio centrale di una società libera e democratica è la libertà di prendere decisioni informate sugli interventi medici che comportano gravi rischi potenziali. Ciò include il diritto di essere informati dei benefici e dei rischi e la possibilità di dire no. Il Codice etico di Norimberga stabilì la necessità del consenso informato senza "alcun elemento di forza, frode, inganno, costrizione, eccessiva o altra forma ulteriore di costrizione o coercizione". Costringendo il vaccino MMR, o qualsiasi altro vaccino, a quelli chi non è informato o chi non acconsente rappresenta nientemeno che la tirannia medica.

Dopo aver abbandonato la cristianità, le potenti corporazioni dei media, abbracciano il satanismo







C'è uno sforzo concertato per riabbracciare il satanismo come un sistema religioso benevolo e onnicomprensivo caratterizzato da tolleranza, diversità e inclusione, in opposizione al culto rituale e palese del diavolo che la maggior parte della gente conosce. E guidare l'accusa nel diffondere questo tipo di satanismo di nuova generazione tra le masse non è altro che Hollywood e i media mainstream, che hanno abbandonato da tempo qualsiasi parvenza dei valori cristiani, stanno apertamente proclamando che il loro vero obiettivo e scopo è quello di inaugurare questo più seducente sistema dell'Anticristo in preparazione e anticipazione dell'Uomo del Peccato. 


Come ha spiegato Matthew Jacobs, su The Huffington Post di proprietà di Verizon, il satanista Penny Lane ha recentemente pubblicato un suo nuovo documentario, Hail Satan? , che dà il tono a questo nuovo tipo di adorazione del diavolo e che sicuramente guadagnerà popolarità per le sue fondamentali dottrine del "fai come ti pare". Invece degli aderenti che devono indossare indumenti neri mentre cantano attorno a pentagrammi e simili, la versione di Satanismo di Lane consente alle persone di fare essenzialmente ciò che vogliono, e qualunque cosa "sentono" giusta - ed è, forse, meglio rappresentato dai sei colori "arcobaleno" della bandiera della Mafia LGBT, un'immagine popolare che simboleggia questo nuovo di qualsiasi cosa: l'accettazione di qualsiasi cosa, eccetto il vero cristianesimo. 


Il satanista, si scopre, è tutto ciò che pensate non sia: patriottico, caritatevole, etico, orientato alla parità, dedito a raccogliere rifiuti con forconi su un'autostrada dell'Arizona, "Jacobs scrive nel suo brillante riconoscimento del marchio di Satanismo di Lane, e aggiunge "Reclamando l'iconografia pop che ha a lungo spaventato l'America evangelica - culto del diavolo, sacrificio rituale, corna, pentagrammi, la cosiddetta Messa Nera - il Tempio Satanico mira a catturare l'attenzione della gente e poi sorprenderli con messaggi di libertà di parola, compassione, libertà e giustizia per tutti ". 


Il satanismo è tollerante verso tutti, a meno che tu non abbia fiducia in Cristo come tuo Salvatore. 



Non c'è nessun limite nel regno del Satanismo - tranne, ovviamente, credere che Gesù Cristo è il Figlio di Dio, e confidare in lui per la salvezza. I cristiani, in altre parole, non hanno alcun posto all'interno del satanismo, né saranno accolti nel sistema globale dell'Anticristo che Lane e i suoi compagni satanici stanno ammorbidendo un pochino per vederlo attuato a forza. 


Mentre esalta le "virtù" del satanismo in termini di propagazione e di coesistenza dogmatica, Lane chiarisce che persone come il vicepresidente Mike Pence, che si identifica apertamente come cristiano, non devono coesistere perché, a suo avviso, sta cercando di attuare una teocrazia cristiana. Il cristianesimo non può coesistere con il satanismo, in altre parole, e quindi deve essere calpestato nell'oblio - tutto nel nome dell'"amore", naturalmente. 


Questo sembrerebbe essere il futuro del satanismo: un sistema religioso più tenero e dolce per abbracciare il "vero te" mentre si uniscono a tutti gli altri, indipendentemente dalle differenze percepite, al fine di affrontare "problemi" come il "riscaldamento globale" che presumibilmente influenzano l'intero pianeta, e quindi richiedono una soluzione unificata e tutto-in-uno dalla nuova cittadinanza globale che marcia a passo lento sotto lo stendardo dell'orgoglio dell'"arcobaleno"-pride, essendo il primissimo peccato che Satana ha coltivato nuovamente nel Giardino dell'Eden. 


"Mentre questi sono intesi come segni di inclusività e tolleranza, la loro presenza è in realtà un segno della spudorata sfrontatezza dell'antico nemico di Cristo che pianta la sua bandiera ovunque possa rivendicare il popolo di Dio per se stesso", scrive Doug Mainwaring per LifeSiteNews.com su ciò che le bandiere "arcobaleno" di Satana rappresentano veramente. "La bandiera arcobaleno nelle chiese sta nel giudizio e nella beffa del Sacramento Primordiale, l'amore sponsale di Cristo per il suo complemento perfetto, i suoi promessi sposi, la Chiesa ... È solo un segno uguale per: smantellare la Croce di Cristo". 

Fonti 










PROPONIMENTO DI OGGI


Mortificherò gli occhi tenendoli qualche istante fissi sopra un crocifisso o sopra una immagine di Maria.