mercoledì 20 marzo 2019

I gesuiti: “Tutto a tutti”?

L’ORDINE dei gesuiti non ha mai cercato di distinguersi per il permissivismo. La bolla papale che nel 1540 istituì la Compagnia di Gesù si intitolava Regimini militantis Ecclesiae, “Per il governo della Chiesa militante”. A quel tempo questo nuovo ordine militante sembrava fatto su misura per difendere il cattolicesimo nelle battaglie religiose che si stavano combattendo.
Ignazio di Loyola, pur esortando i suoi seguaci a “combattere . . . sotto la bandiera della Croce”, disse loro anche che dovevano essere “tutto a tutti”. I gesuiti credevano che adattandosi a tutti sarebbero stati meglio in grado di fare tutto; la flessibilità sarebbe stata la chiave che avrebbe aperto molte porte.
Nel giro di poco tempo gli adattabili e istruiti gesuiti erano molto richiesti come insegnanti e diplomatici, uomini di corte e confessori. Forse andarono oltre le intenzioni di Loyola. Il successo in molti campi, specie nella politica, procurò loro denaro e potere, ma seminò anche i semi della catastrofe.
Nel 1773 papa Clemente XIV, cedendo alle pressioni di Francia, Portogallo e Spagna, soppresse l’ordine dei gesuiti “in perpetuo”. Il motivo? Per ‘restituire alla Chiesa vera e durevole pace’. A motivo delle loro ingerenze nella politica, i gesuiti erano diventati per la Chiesa fonte di problemi e di imbarazzo. Anche se 41 anni dopo questa decisione papale fu abrogata, i gesuiti non raggiunsero mai lo splendore di un tempo.
Oggi, con circa 23.000 membri sparsi in tutto il mondo, i gesuiti sono ancora al centro di controversie nel mondo cattolico, sia a proposito della teologia della liberazione, che dell’attivismo politico dei sacerdoti e del controllo delle nascite. Il loro dissenso ha scontentato il papa. Nel 1981 papa Giovanni Paolo II scavalcò la procedura elettorale gesuita e nominò preposito generale dell’ordine un uomo di sua scelta.
Negli ultimi anni il papa si è rivolto sempre più ai membri dell’Opus Dei come al baluardo conservatore della sua chiesa. Ad ogni modo, quello dei gesuiti non è un ordine cattolico qualsiasi. Come mai ha sempre dato luogo a controversie, anche fra cattolici? Si è dimostrato all’altezza del suo nome di Compagnia di Gesù? Qual è, esattamente, la sua missione?
Uomini con una missione
All’inizio, Loyola voleva che la sua piccola armata convertisse la popolazione della Terra Santa. Ma gli avvenimenti del XVI secolo fecero prendere loro un’altra direzione. Lo scisma protestante stava minacciando la chiesa di Roma, e si stavano aprendo nuove rotte per l’Oriente e per le Americhe. Pertanto i gesuiti scelsero una duplice missione: combattere l’“eresia” all’interno della cristianità e guidare la conversione del mondo non cattolico. Il compito che si erano prefissi era immane e loro erano pochi, per cui Loyola stabilì che ogni gesuita dovesse essere ben addestrato.
Egli stabilì i quattro voti dei gesuiti, elaborò una serie di esercizi spirituali per i novizi e redasse le Costituzioni, il codice di comportamento dei gesuiti. (Vedi riquadro). La parola d’ordine era: assoluta ubbidienza alla chiesa. Francesco Saverio, uno dei primi seguaci di Loyola, disse: “Non crederei nemmeno ai Vangeli se la Santa Chiesa lo proibisse”. Nulla doveva impedire loro di portare a termine la loro missione. “Combattete per le anime dovunque le troviate, e con ogni mezzo a vostra disposizione”, disse Loyola ai suoi uomini. Quali mezzi avevano a loro disposizione?
Arginato il dilagare del protestantesimo
L’istruzione e il confessionale furono le principali armi con cui i gesuiti combatterono il crescente potere del protestantesimo. Quasi per caso, scoprirono che le scuole elitarie che avevano appena fondato potevano essere molto più efficaci di qualsiasi campagna di predicazione per instillare il cattolicesimo nei re e nei nobili. E nel XVI secolo erano i nobili ad avere il potere di decidere la religione dei sudditi.
Loyola stesso osservò: “Il bene che l’Ordine può fare per promuovere la causa di Roma dipende meno dal predicare che dall’insegnare nei nostri collegi”. Le scuole elitarie dei gesuiti istruirono e indottrinarono molti futuri regnanti europei che, una volta saliti al potere, furono inclini a sopprimere i protestanti. Questo successo iniziale aumentò grazie a un nuovo modo di concepire la confessione. Lo storico Paul Johnson spiega: “Nel confessionale, i gesuiti e i loro potenti penitenti avevano un rapporto di tipo avvocato-cliente”. Non è strano che questo nuovo modo di fare godesse di maggiore popolarità. In breve tempo, molti monarchi europei ebbero i loro confessori privati gesuiti, che eccelsero nell’arte di adattarsi ad essere tutto a tutti gli uomini influenti che consigliavano.
I confessori gesuiti erano indulgenti in fatto di morale ma implacabili quando si trattava di avere a che fare con gli “eretici”. Un confessore gesuita del re francese Luigi XV raccomandò che, “nell’interesse della decenza”, il re installasse una scala nascosta tra la sua camera da letto e quella della sua amante. D’altra parte il suo bisnonno, Luigi XIV, era stato persuaso dal suo confessore gesuita a revocare l’Editto di Nantes, una legge che concedeva ai protestanti francesi, gli ugonotti, limitata libertà di culto. Questo provvedimento scatenò un’ondata di violenza contro gli ugonotti, molti dei quali furono massacrati.
Paul Johnson, nel suo libro A History of Christianity (Storia del cristianesimo), osserva: “Soprattutto, i gesuiti furono identificati ampiamente con l’idea che il codice morale si potesse in qualche modo accantonare quando gli interessi cattolici erano in pericolo. . . . I gesuiti erano un esempio lampante di un’élite altamente istruita e fortemente motivata che permetteva alle tensioni del conflitto religioso di confondere i loro valori morali”.
Nonostante la loro morale ambivalente, o forse proprio grazie ad essa, i gesuiti ebbero un ruolo determinante nella Controriforma. Solo 41 anni dopo la loro fondazione papa Gregorio XIII scrisse: “Al presente non esiste alcun singolo strumento preparato da Dio per estirpare gli eretici che sia più potente del vostro santo Ordine”. La flessibilità, unita all’influenza esercitata nelle alte sfere, era riuscita a combattere l’“eresia”. Avrebbe anche fatto convertiti?
L’adattabilità dei gesuiti
In Oriente, com’era loro abitudine fare in Europa, i gesuiti si prefissero di convertire i sudditi convertendo prima i governanti. Nel perseguire questo obiettivo, portarono alle estreme conseguenze il comando di Loyola di essere tutto a tutti. Roberto de Nobili, gesuita missionario in India nel XVII secolo, visse come un brahmano (un membro della casta più elevata) per predicare al ceto dominante. Per non offendere gli altri brahmani, a coloro che appartenevano alla casta degli intoccabili offriva l’eucaristia, l’ostia consacrata della Messa, mediante un bastone.
Matteo Ricci divenne un membro influente della corte cinese, soprattutto grazie al suo talento di matematico e di astronomo. Egli tenne per sé le sue credenze religiose. Il suo successore gesuita alla corte Ming, Johann Adam Schall von Bell, creò persino una fonderia di cannoni e addestrò le truppe cinesi a maneggiare i cannoni (a cui furono dati nomi di “santi” cattolici). Per fare convertiti i gesuiti permisero ai cattolici cinesi di continuare a praticare il culto degli antenati, decisione controversa che alla fine fu respinta dal papa. Nonostante questi compromessi, sia in India che in Cina i governanti non si convinsero.
Nell’America Meridionale si tentò un approccio coloniale. Nelle aree non colonizzate dell’interno i gesuiti costituirono insediamenti autonomi in cui gli indios guaranì erano più o meno governati dai missionari gesuiti. In cambio venivano loro insegnate l’agricoltura, la musica e la religione. Questi insediamenti, che al loro apogeo ospitarono 100.000 indigeni, alla fine si disgregarono quando vennero a interferire con gli interessi commerciali di Portogallo e Spagna. Anche se i gesuiti addestrarono un esercito di 30.000 indios, che combatterono almeno una battaglia campale contro i portoghesi, nel 1766 gli insediamenti furono distrutti e i gesuiti deportati.
Nel corso dei secoli molti singoli gesuiti hanno fatto sacrifici eroici per diffondere in lungo e in largo il messaggio cattolico. Alcuni hanno subito un orribile martirio per la loro attività, specie in Giappone, dove i gesuiti avevano conseguito qualche successo prima che lo shogun bandisse la loro attività.*
Anche se i gesuiti avevano zelo e spirito di sacrificio, i loro sforzi di convertire il mondo furono frustrati soprattutto a motivo dei loro stessi metodi subdoli.
Un vangelo politico
Nonostante i problemi avuti in passato, i gesuiti del XX secolo non sembrano affatto disposti a lasciare la politica ai politici. Nondimeno, c’è stato un notevole voltafaccia. Dopo aver appoggiato per secoli governi conservatori e di destra, il gesuita odierno è molto più incline a sostenere cause rivoluzionarie, specie se vive in un paese in via di sviluppo. Un caso emblematico è quello del Nicaragua.
Quando in Nicaragua salirono al potere i sandinisti, essi contarono sull’appoggio di Fernando Cardenal e Álvaro Argüello, due eminenti sacerdoti gesuiti che accettarono di ricoprire cariche nel governo. Argüello difese la sua carica politica sostenendo che “se c’è qualcuno in Nicaragua che non vuole partecipare alla rivoluzione, di certo non è cristiano. Oggi per essere cristiani bisogna essere anche rivoluzionari”. Com’è comprensibile, un tale vangelo politico offende molte persone sincere.
Già negli anni ’30 Miguel de Unamuno y Jugo, famoso filosofo spagnolo, criticò l’ingerenza dei gesuiti in politica definendola estranea agli insegnamenti di Gesù. Scrisse: “I gesuiti . . . se ne vengono con la storia trita e ritrita del regno sociale di Gesù Cristo, e con questa ideologia politica vogliono affrontare i problemi politici e socioeconomici. . . . Cristo non ha nulla a che vedere né con il socialismo né con la proprietà privata. . . . Egli disse che il suo regno non era di questo mondo”.
Anche sul fronte dottrinale i gesuiti moderni tendono ad essere rivoluzionari. Michael Buckley, eminente gesuita americano, ha criticato pubblicamente i decreti del Vaticano in materia di sacerdozio femminile. Nel Salvador, Jon Sobrino difende la teologia della liberazione e l’“influenza di Marx sul concetto di interpretazione teologica”. Nel 1989 il preposito generale dei gesuiti si sentì in obbligo di inviare una lettera a tutti i gesuiti ordinando loro di astenersi dal criticare i decreti del Vaticano in materia di contraccezione.
Visto il loro operato, passato e presente, i gesuiti si possono veramente definire Compagnia di Gesù?
Un’autentica Compagnia di Gesù?
Gesù disse: “Voi siete miei amici se fate quello che vi comando”. (Giovanni 15:14) Un vero amico e discepolo di Gesù deve assoluta ubbidienza a Dio e a Cristo, e a nessun altro. (Atti 5:29) Ubbidire agli uomini anziché a Dio porta inevitabilmente ad abusare del messaggio di Cristo e a politicizzarlo.
Non c’è dubbio che i gesuiti vinsero alcune battaglie nella guerra contro il protestantesimo. Ma a che prezzo? Il successo dipese più dagli intrighi politici che dall’amore per il prossimo. La loro evangelizzazione servì a diffondere un messaggio evangelico inquinato da idee e ambizioni politiche. I gesuiti, che erano partiti decisi a convertire il mondo, ne divennero parte. Era questo che Gesù voleva?
A proposito dei suoi veri discepoli Gesù disse: “Essi non fanno parte del mondo come io non faccio parte del mondo”. (Giovanni 17:16) È vero che l’apostolo Paolo divenne “tutto a tutti”, cioè “ogni cosa a persone di ogni sorta”. (1 Corinti 9:22CEI; NM) Ma questo significava che adattava il suo messaggio al suo uditorio, non che scendeva a compromessi sui princìpi cristiani allo scopo di fare convertiti o di ottenere potere politico.
Loyola voleva che i gesuiti si presentassero al mondo come imitatori di Gesù Cristo, ma questa immagine è stata offuscata dalla politica e dai sotterfugi. Essi sono divenuti “tutto a tutti”, ma non hanno fatto “tutto per la gloria di Dio”. — 1 Corinti 10:31CEI.
[Note in calce]
Compagnia di Gesù è il nome dato all’ordine da Ignazio di Loyola, lo spagnolo che l’ha fondato. Il termine “gesuiti”, con cui sono generalmente noti i membri dell’ordine, è stato coniato dai protestanti.
Latino per “Opera di Dio”. Si tratta di un’organizzazione cattolica prevalentemente elitaria, fondata in Spagna nel 1928 dal sacerdote cattolico José María Escrivá.
La pace di Augusta nel 1555 stabilì la regola del cuius regio eius religio, formula latina che significa “di chi [è] la regione, di lui [sia] la religione”.
In risposta a una minaccia degli spagnoli secondo cui sulle orme dei missionari sarebbero venuti i conquistadores, lo shogun giapponese Hideyoshi mise a morte diversi gesuiti e francescani. Non c’è dubbio che ad alimentare i sospetti sui motivi dei gesuiti in Giappone contribuì un piano gesuita per la conquista della Cina con l’aiuto di volontari filippini e giapponesi. Il bando ufficiale, che fu emesso nel 1614, menzionava specificamente il timore che lo scopo dei cattolici fosse quello di “cambiare il governo del paese e impadronirsi delle terre”.
[Riquadro/Illustrazione a pagina 12]
Come si diventa gesuiti
I quattro voti. Ci sono tre voti iniziali: povertà, castità e ubbidienza. Dopo 12 anni il gesuita pronuncia il quarto voto, impegnandosi ad “ubbidire a ogni istruzione del Papa di Roma”.
Gli Esercizi spirituali sono un manuale che descrive un programma di meditazione che dura quattro settimane e mira ad instillare nel novizio una devozione incrollabile alla causa dei gesuiti.
Durante la prima settimana il novizio immagina, con tutti i sensi, i tormenti dell’inferno. Nella seconda settimana deve decidere se diventare un gesuita. La terza settimana è dedicata all’esplicita meditazione sulla passione e la morte di Gesù, e l’ultima settimana è riservata a “sperimentare” la risurrezione di Cristo.
Vengono provvedute istruzioni dettagliate. Nella prima settimana, ad esempio, al novizio è detto di “sentire l’odore del fumo, dello zolfo, il fetore e la corruzione dell’Inferno” e di “sentire come quelle fiamme afferrano l’anima e la divorano”.
Le Costituzioni sono un libro di regole e regolamenti talmudici compilato da Ignazio di Loyola. Fra le altre cose, al gesuita è detto come tenere le mani, come guardare qualcuno che ha autorità e perché evitare di arricciare il naso.
Al di sopra di ogni altra cosa, le Costituzioni sottolineano l’assoluta ubbidienza del gesuita nei confronti dei superiori: “L’inferiore è come un cadavere nelle mani del suo superiore”.
[Riquadro/Illustrazione a pagina 15]
Perché un gesuita è diventato testimone di Geova
Fu mentre lavoravo nelle parrocchie più povere della Bolivia che cominciai ad avere dubbi. In principio questi non erano intorno alla Chiesa ma intorno ai suoi rappresentanti. Per esempio, ogni mese dovevo consegnare al vescovo locale una certa percentuale delle collette e dei pagamenti ricevuti per messe speciali, matrimoni, funerali e così via. Poiché la mia parrocchia era povera, la porzione del vescovo non era mai molto ragguardevole. Mi dispiaceva profondamente quando egli apriva la busta e diceva con sdegno: “È questa la misera contribuzione che mi porti?” Evidentemente i ‘due spiccioli della vedova’ non contavano per lui. — Luca 21:1-4La Bibbia di Gerusalemme.
Un altro fattore ancora che mi turbava era la volontà della gerarchia di accettare e permettere idee e pratiche pagane locali in relazione con il culto del Cristo de la Vera-Cruz (il Cristo della Vera Croce), che era l’immagine della chiesa della mia parrocchia. In molti casi era un’assoluta manifestazione di fanatismo demonico. Inoltre, con queste feste religiose era spesso associata l’ubriachezza, ma nessuna voce ufficiale si levava contro questo baccanale pagano.
Mi convinsi che nel corso dei secoli la Chiesa Cattolica aveva deviato dalla verità della Bibbia, sostituendola con tradizioni e filosofie umane, e che non erano solo uomini, come individui isolati, a venire meno. Conformemente, mi resi conto che non ero più un cattolico di cuore. — Narrato da Julio Iniesta García.
[Nota in calce]
Per l’intera biografia, vedi La Torre di Guardia del 15 giugno 1983.
[Illustrazioni a pagina 11]
Ignazio di Loyola, il fondatore dei gesuiti, e il suo santuario in Spagna
[Illustrazione a pagina 13]
A motivo della loro reputazione di intriganti politici, nel 1767 i gesuiti furono espulsi dalla Spagna

Il gesuita che fa la morale ai manager cinesi

Religioso svizzero-tedesco di 51 anni, padre Rothlin è segretario generale del Center for International Business Ethics (Cibe) presso la University of International Business and Economics di Pechino. In questo ruolo, dunque, si trova nella condizione di insegnare Etica degli affari alla nuova generazione di dirigenti della rampante economia cinese.

Come domare gli spiriti selvaggi del capitalismo cinese? È una domanda che i governanti di Pechino si pongono spesso, soprattutto dopo che la crisi finanziaria mondiale ha messo in luce tutti i rischi di un'economia "surriscaldata", che cresce vertiginosamente sulla spinta di una bolla speculativa fuori controllo. Per trovare una risposta, quattro secoli dopo la morte di Matteo Ricci, l'Impero di Mezzo si è rivolto ancora una volta ai gesuiti. È così che nel 2004 è nato il Center for International Business Ethics (Cibe) presso la University of International Business and Economics di Pechino, un centro specializzato nella diffusione e promozione in Cina dell'etica negli affari e nel management.

Un uomo nel Distretto degli affari di Pechino in una giornata resa nebbiosa dal tasso di smog.

Un uomo nel Distretto degli affari di Pechino in una giornata resa nebbiosa dal tasso di smog.


Il segretario generale del Cibe, Stephan Rothlin, è uno svizzero-tedesco di 51 anni. Difficilmente riconoscereste il gesuita nell'uomo in giacca e cravatta perfettamente a suo agio in una sala conferenze, mentre fa una presentazione con le slide che scorrono alle sue spalle. «Il mio ruolo qui», spiega, «non ha a che vedere con il mio ministero nella Chiesa». Ma, aggiunge, «le persone sono sempre molto attente se qualcuno vive secondo i suoi principi e mantiene le proprie promesse». Seguendo anche qui una via già tracciata da Ricci, Rothlin cerca anche di fondere le tecniche di meditazione zen con alcuni metodi di preghiera del cristianesimo orientale, come la «Preghiera di Gesù», nei corsi per manager che tiene tre volte all'anno, intitolati "Contemplazione in azione".

Un'operaia cuce calze in una fabbrica non lontano da Shangai.

Un'operaia cuce calze in una fabbrica non lontano da Shangai.


Insegnare i principi dell'etica agli imprenditori e ai manager della ruggente economia cinese non è un compito facile. «Non c'è certamente una grande fame di etica nella maggior parte dei businessmen. Ma sono sempre di più quelli che si rendono conto, dopo lo shock della crisi finanziaria globale, che un'economia priva di una cornice di riferimento morale può facilmente andare fuori controllo». Il Governo è consapevole di questo problema da anni e per questo ha sostenuto la nascita del Cibe: «Hanno capito che c'era molto da migliorare nel campo del management e dell'economia ed è per questo che hanno dato la loro approvazione alla proposta di invitare dei gesuiti a gestire un programma di etica degli affari». Il lavoro del centro si sviluppa in tre campi: in primo luogo la formazione dei manager e del personale delle aziende, ad esempio con la promozione del Corporate social responsability reporting, con cui le società imparano a riferire regolarmente ai propri azionisti non solo dell'andamento economico e finanziario ma anche dell'impegno sociale e ambientale, delle buone pratiche adottate a livello di gestione e così via, come già accade in Occidente. C'è poi la ricerca di tipo accademico, con la traduzione in cinese dei testi fondamentali di etica degli affari e la promozione, ad esempio, di un concorso per le migliori idee per uno sviluppo urbano sostenibile. Infine, c'è l'impegno sociale diretto, attraverso una Fondazione per i bambini autistici e la promozione delle migliori scuole elementari. Il tutto, naturalmente, appoggiandosi alla rete di ricchi imprenditori e società che entrano in contatto con le attività del Cibe.
Per Rothlin, anche sul piano dell'etica degli affari, è importante che l'Occidente non si ponga davanti alla Cina con un atteggiamento di superiorità. «Le critiche rivolte alle aziende cinesi», perché inquinano troppo o non rispettano i diritti dei lavoratori, sono percepite come «ipocrite», soprattutto se arrivano da Paesi le cui società si dotano sì di codici etici altisonanti, ma poi delocalizzano il loro "lavoro sporco" proprio in Cina.

Il padre gesuita Stephan Rothlin riceve la nomina a segretario del Cibe.

Il padre gesuita Stephan Rothlin riceve la nomina a segretario del Cibe.


In questo campo, ci sono grandi possibilità per la dottrina sociale della Chiesa. Già nel 1988, un altro gesuita, László Ladányi, aveva previsto che sarebbe stato proprio il magistero sociale a dare alla Chiesa in Cina il suo «necessario orientamento». La Caritas in veritate di Benedetto XVI «offre analisi complete e suggerimenti utili su come gestire l'economia e mandare avanti un'azienda in modo che siano in molti a trarne profitto», e non solamente il suo proprietario. Il suo mettere assieme «sussidiarietà e giustizia», dice Rothlin, «è rilevante dappertutto ma è particolarmente importante in un'economia cinese che ha bisogno di diventare più umana, più attenta all'ambiente e alla sicurezza delle condizioni di lavoro».

Un monitor mostra la chiusura dell'indice Hang Seng della borsa di Hong Kong.

Un monitor mostra la chiusura dell'indice Hang Seng della borsa di Hong Kong.


Anche qui, però, pesano i limiti posti dal Governo cinese all'azione della Chiesa. Da un'analisi condotta dallo stesso Rothlin, anche la maggior parte degli intellettuali cattolici impegnati ha confessato di non conoscere bene i contenuti dell'enciclica. Meglio è andata a Taiwan, dove però, anche tra i professori universitari, si sottolinea la necessità di dare maggiore visibilità, dentro e fuori la Chiesa, ai temi del magistero sociale. Il lavoro da fare, insomma, è ancora lungo.

Catena di montaggio della fabbrica di automobili Geely, a Ningbo.

Catena di montaggio della fabbrica di automobili Geely, a Ningbo (foto Q. SHEN/ANSA).


Rothlin sa che la sua vocazione lo ha portato in posti che non si sarebbe mai aspettato ma, aggiunge, la Cina e l'etica applicata sono da sempre le sue passioni. «Sono sempre stato interessato alla Cina», racconta. «Già da bambino rimasi affascinato dalla storia di un missionario svizzero che era stato espulso dal Paese». In quegli stessi anni germogliò anche la sua vocazione e, dopo il primo contatto con la Compagnia di Gesù («soprattutto con gli Esercizi spirituali di Sant'Ignazio»), «capii che quella avrebbe potuto essere la mia strada». Successivamente, la scoperta del lavoro dei gesuiti in Giappone contribuì solo a confermare la sua scelta. Rothlin si specializzò in etica applicata, diventando professore alla Facoltà di economia e management dell'Università di Zurigo. Quindi, nel 1996, il «dono inatteso» dell'invito ad andare in Asia, per insegnare in vari atenei a Hong Kong, Singapore e Pechino, fino all'apertura del Cibe nel 2004.

Alcuni operai si recano al lavoro in una centrale elettrica di Changchun.

Alcuni operai si recano al lavoro in una centrale elettrica di Changchun.


Per il futuro, Rothlin è certo che la Cina diventerà sempre più centrale per la Chiesa. «Sono convinto che tutte le denominazioni cristiane, tra cui naturalmente anche il cattolicesimo, abbiano un futuro luminoso qui. C'è una grande fame di cibo spirituale solido e di rigorosa formazione teologica, qualcosa che la Chiesa è sicuramente in grado di offrire».
Alessandro Speciale


Giulietto Chiesa: ad alta velocità verso la catastrofe. La verità sulla TAV

I centri del potere finanziario mondiale ci raccontano ogni giorno storie non verificabili, false, riportate sistematicamente dai media. Per liberarci è quindi prioritario cambiare il mondo della comunicazione: c'è un disperato bisogno di consapevolezza superiore, in un mondo a un passo da una transizione politica, economica e sociale di dimensioni epocali.








DOCUMENTO ESCLUSIVO! La "Mafia di S. Gallo" da molti anni tramava contro Papa Ratzinger al fine di eleggere Bergoglio e riformare (distruggere) la Tradizione della Chiesa cattolica.


PROPONIMENTO DI OGGI


Oggi prometto di impegnarmi a spegnere ogni tanto, soprattutto durante i pasti, la TV e la radio, per leggere un buon libro o conversare in famiglia.


LITURGIA DI OGGI



LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -
  





 PRIMA LETTURA 

Ger 18,18-20
Dal libro del profeta Geremìa

[I nemici del profeta] dissero: «Venite e tramiamo insidie contro Geremìa, perché la legge non verrà meno ai sacerdoti né il consiglio ai saggi né la parola ai profeti. Venite, ostacoliamolo quando parla, non badiamo a tutte le sue parole».
Prestami ascolto, Signore,
e odi la voce di chi è in lite con me.
Si rende forse male per bene?
Hanno scavato per me una fossa.
Ricòrdati quando mi presentavo a te,
per parlare in loro favore,
per stornare da loro la tua ira.


  SALMO  

Sal 30
Salvami, Signore, per la tua misericordia.

Scioglimi dal laccio che mi hanno teso,
perché sei tu la mia difesa.
Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.

Ascolto la calunnia di molti: «Terrore all’intorno!»,
quando insieme contro di me congiurano,
tramano per togliermi la vita.

Ma io confido in te, Signore;
dico: «Tu sei il mio Dio,
i miei giorni sono nelle tue mani».
Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori.


 VANGELO 

Mt 20,17-28
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà».
Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

martedì 19 marzo 2019

Lista partecipanti Bilderberg. Ma sapevate chi c’è dietro a questa gente?



Ecco a voi la lista dei partecipanti al Bilderberg 2013, che si terrà dal 6 al 9 giugno a Watford, cittadina a una ventina di km da Londra, presso l’Hotel Grove (Chandler’s Cross, Watford, Hertfordshire, WD3 4TG).


Prima della lista, voglio dirvi due parole.

Negli ultimi tempi sembra che sempre più gente parli delle riunioni annuali del gruppo Bilderberg. Sembra diventato un circo, con tanto di feste nei dintorni dei luoghi di ritrovo e manifestanti con striscioni e cartelli… insomma, è uno scenario sempre più tragicomico.

Non sono certo questi gli strumenti per contrastare questi infami del Bilderberg, con i manifesti si fa poco o niente. Certo, la gente lo sa… e quindi? Quante cose sappiamo, eppure non abbiamo nemmeno cominciato a prendere in mano le redini del nostro futuro come collettività di cittadini del mondo?

Dovete sapere che, nonostante tutti i partecipanti del Bilderberg rivestino certi posti di “comando”, sono dei pesci piccoli. Sono delle pedine, qualcuna più altre meno importanti, a servizio dei veri capi della finanza mondiale, persone che dominano davvero questo pianeta, gentaccia potentissima che non partecipa mai direttamente ad un incontro tipo il Bilderberg, e se lo fanno, non appaiono mai nella lista dei partecipanti, vogliono e devono, per i propri sporchi obiettivi, agire nell’ombra. Non troverete i loro nomi su Google o simili. I pesci grossi non hanno pagina web, ricordatevelo!

Precisato che il Bilderberg NON è una società segreta, se volete approfondire e scoprire cosa c’è dietro al Bilderberg, sappiate che probabilmente l’unica società “segreta” (ormai nemmeno più ma ciò non toglie che questa è ancora l’organo decisionale più potente del mondo, ndr) ancora attiva e che comanda Bilderberg, CFR, Commissione Trilaterale, Club di Roma e così via, è la “setta” Skull and Bones (anche chiamata “The Order“, ndr) e queste sono le famiglie che ne sono membri oggi e su cui potete investigare:
Whitney 
Wandsworth
Perkins 
Gilman
Stimson 
Payne
Taft 
Davison
Rockefeller 
Pillsbury
Lord 
Sloane
Bundy 
Wayerhaeuser
Phelps 
Harriman

Quindi, non mitizzate troppo il Bilderberg, è poco più di una riunione tipo Davos, G8, G20 e via dicendo, è un’occasione per riunire persone con specifiche cariche nei vari Stati del mondo e dargli ordini, come li si danno ai mozzi in una nave.

Il Bilderberg riveste nel suo piccolo una certa importanza ma non è nient’altro che una riunione in più, dove si discute sul cosa fare e sul come agire nei vari settori politico, economico, industriale, sociale, medico, educativo e propagandistico, per portare avanti il progetto di definizione di un’Impresa Mondiale fondata sul denaro ed il dominio delle masse di cittadini del mondo.

Quello che potremmo definire come il Governo Economico e Finanziario Mondiale del futuro è il progetto reale su cui stanno lavorando queste persone, la cui realizzazione passa attraverso l’implementazione di chiare politiche economiche, sociali ed educative, atte a ridurci, un po’ alla volta ma inesorabilmente, ai minimi termini: poveri, malati e ignoranti o forzuti e convinti schiavi del sistema.

Siate curiosi, investigate e interessatevi ai programmi che stanno attuando queste persone riguardo il vostro futuro e di quello del mondo. Poi, quando saremo pronti, lotteremo insieme e vinceremo questa guerra, per il bene di tutti.

Matteo Vitiello

Queste le nazioni che partecipano:

AUT Austria INT International
BEL Belgium IRL Ireland
CAN Canada ITA Italy
CHE Switzerland NLD Netherlands
DEU Germany NOR Norway
DNK Denmark POL Poland
ESP Spain PRT Portugal
FIN Finland SWE Sweden
FRA France TUR Turkey
GBR Great Britain USA United States of America
GRC Greece 


E questi i nomi e cognomi dei partecipanti (in neretto i nostri cari italiani, ndr)

Chairman
FRA Castries, Henri de Chairman and CEO, AXA Group

DEU Achleitner, Paul M. Chairman of the Supervisory Board, Deutsche Bank AG
DEU Ackermann, Josef Chairman of the Board, Zurich Insurance Group Ltd
GBR Agius, Marcus Former Chairman, Barclays plc
GBR Alexander, Helen Chairman, UBM plc
USA Altman, Roger C. Executive Chairman, Evercore Partners
FIN Apunen, Matti Director, Finnish Business and Policy Forum EVA
USA Athey, Susan Professor of Economics, Stanford Graduate School of Business
TUR Aydıntaşbaş, Aslı Columnist, Milliyet Newspaper
TUR Babacan, Ali Deputy Prime Minister for Economic and Financial Affairs
GBR Balls, Edward M. Shadow Chancellor of the Exchequer
PRT Balsemão, Francisco Pinto Chairman and CEO, IMPRESA
FRA Barré, Nicolas Managing Editor, Les Echos
INT Barroso, José M. Durão President, European Commission
FRA Baverez, Nicolas Partner, Gibson, Dunn & Crutcher LLP
FRA Bavinchove, Olivier de Commander, Eurocorps
GBR Bell, John Regius Professor of Medicine, University of Oxford
ITA Bernabè, Franco Chairman and CEO, Telecom Italia S.p.A.
USA Bezos, Jeff Founder and CEO, Amazon.com
SWE Bildt, Carl Minister for Foreign Affairs
SWE Borg, Anders Minister for Finance
NLD Boxmeer, Jean François van Chairman of the Executive Board and CEO, Heineken N.V.
NOR Brandtzæg, Svein Richard President and CEO, Norsk Hydro ASA
AUT Bronner, Oscar Publisher, Der Standard Medienwelt
GBR Carrington, Peter Former Honorary Chairman, Bilderberg Meetings
ESP Cebrián, Juan Luis Executive Chairman, Grupo PRISA
CAN Clark, W. Edmund President and CEO, TD Bank Group
GBR Clarke, Kenneth Member of Parliament
DNK Corydon, Bjarne Minister of Finance
GBR Cowper-Coles, Sherard Business Development Director, International, BAE Systems plc
ITA Cucchiani, Enrico Tommaso CEO, Intesa Sanpaolo SpA
BEL Davignon, Etienne Minister of State; Former Chairman, Bilderberg Meetings
GBR Davis, Ian Senior Partner Emeritus, McKinsey & Company
NLD Dijkgraaf, Robbert H. Director and Leon Levy Professor, Institute for Advanced Study
TUR Dinçer, Haluk President, Retail and Insurance Group, Sabancı Holding A.S.
GBR Dudley, Robert Group Chief Executive, BP plc
USA Eberstadt, Nicholas N. Henry Wendt Chair in Political Economy, American Enterprise Institute
NOR Eide, Espen Barth Minister of Foreign Affairs
SWE Ekholm, Börje President and CEO, Investor AB
DEU Enders, Thomas CEO, EADS
USA Evans, J. Michael Vice Chairman, Goldman Sachs & Co.
DNK Federspiel, Ulrik Executive Vice President, Haldor Topsøe A/S
USA Feldstein, Martin S. Professor of Economics, Harvard University; President Emeritus, NBER
FRA Fillon, François Former Prime Minister
USA Fishman, Mark C. President, Novartis Institutes for BioMedical Research
GBR Flint, Douglas J. Group Chairman, HSBC Holdings plc
IRL Gallagher, Paul Senior Counsel
USA Geithner, Timothy F. Former Secretary of the Treasury
USA Gfoeller, Michael Political Consultant
USA Graham, Donald E. Chairman and CEO, The Washington Post Company
DEU Grillo, Ulrich CEO, Grillo-Werke AG
ITA Gruber, Lilli Journalist – Anchorwoman, La 7 TV
ESP Guindos, Luis de Minister of Economy and Competitiveness
GBR Gulliver, Stuart Group Chief Executive, HSBC Holdings plc
CHE Gutzwiller, Felix Member of the Swiss Council of States
NLD Halberstadt, Victor Professor of Economics, Leiden University; Former Honorary Secretary General of Bilderberg Meetings
FIN Heinonen, Olli Senior Fellow, Belfer Center for Science and International Affairs, Harvard Kennedy School of Government
GBR Henry, Simon CFO, Royal Dutch Shell plc
FRA Hermelin, Paul Chairman and CEO, Capgemini Group
ESP Isla, Pablo Chairman and CEO, Inditex Group
USA Jacobs, Kenneth M. Chairman and CEO, Lazard
USA Johnson, James A. Chairman, Johnson Capital Partners
CHE Jordan, Thomas J. Chairman of the Governing Board, Swiss National Bank
USA Jordan, Jr., Vernon E. Managing Director, Lazard Freres & Co. LLC
USA Kaplan, Robert D. Chief Geopolitical Analyst, Stratfor
USA Karp, Alex Founder and CEO, Palantir Technologies
GBR Kerr, John Independent Member, House of Lords
USA Kissinger, Henry A. Chairman, Kissinger Associates, Inc.
USA Kleinfeld, Klaus Chairman and CEO, Alcoa
NLD Knot, Klaas H.W. President, De Nederlandsche Bank
TUR Koç, Mustafa V. Chairman, Koç Holding A.S.
DEU Koch, Roland CEO, Bilfinger SE
USA Kravis, Henry R. Co-Chairman and Co-CEO, Kohlberg Kravis Roberts & Co.
USA Kravis, Marie-Josée Senior Fellow and Vice Chair, Hudson Institute
CHE Kudelski, André Chairman and CEO, Kudelski Group
GRC Kyriacopoulos, Ulysses Chairman, S&B Industrial Minerals S.A.
INT Lagarde, Christine Managing Director, International Monetary Fund
DEU Lauk, Kurt J. Chairman of the Economic Council to the CDU, Berlin
USA Lessig, Lawrence Roy L. Furman Professor of Law and Leadership, Harvard Law School; Director, Edmond J. Safra Center for Ethics, Harvard University
BEL Leysen, Thomas Chairman of the Board of Directors, KBC Group
DEU Lindner, Christian Party Leader, Free Democratic Party (FDP NRW)
SWE Löfven, Stefan Party Leader, Social Democratic Party (SAP)
DEU Löscher, Peter President and CEO, Siemens AG
GBR Mandelson, Peter Chairman, Global Counsel; Chairman, Lazard International
USA Mathews, Jessica T. President, Carnegie Endowment for International Peace
CAN McKenna, Frank Chair, Brookfield Asset Management
GBR Micklethwait, John Editor-in-Chief, The Economist
FRA Montbrial, Thierry de President, French Institute for International Relations
ITA Monti, Mario Former Prime Minister 2011-2013
USA Mundie, Craig J. Senior Advisor to the CEO, Microsoft Corporation
ITA Nagel, Alberto CEO, Mediobanca
NLD Netherlands, H.R.H. Princess Beatrix of The
USA Ng, Andrew Y. Co-Founder, Coursera
FIN Ollila, Jorma Chairman, Royal Dutch Shell, plc
GBR Omand, David Visiting Professor, King’s College London
GBR Osborne, George Chancellor of the Exchequer
USA Ottolenghi, Emanuele Senior Fellow, Foundation for Defense of Democracies
TUR Özel, Soli Senior Lecturer, Kadir Has University; Columnist, Habertürk Newspaper
GRC Papahelas, Alexis Executive Editor, Kathimerini Newspaper
TUR Pavey, Şafak Member of Parliament (CHP)
FRA Pécresse, Valérie Member of Parliament (UMP)
USA Perle, Richard N. Resident Fellow, American Enterprise Institute
USA Petraeus, David H. General, U.S. Army (Retired)
PRT Portas, Paulo Minister of State and Foreign Affairs
CAN Prichard, J. Robert S. Chair, Torys LLP
INT Reding, Viviane Vice President and Commissioner for Justice, Fundamental Rights and Citizenship, European Commission
CAN Reisman, Heather M. CEO, Indigo Books & Music Inc.
FRA Rey, Hélène Professor of Economics, London Business School
GBR Robertson, Simon Partner, Robertson Robey Associates LLP; Deputy Chairman, HSBC Holdings
ITA Rocca, Gianfelice Chairman,Techint Group
POL Rostowski, Jacek Minister of Finance and Deputy Prime Minister
USA Rubin, Robert E. Co-Chairman, Council on Foreign Relations; Former Secretary of the Treasury
NLD Rutte, Mark Prime Minister
AUT Schieder, Andreas State Secretary of Finance
USA Schmidt, Eric E. Executive Chairman, Google Inc.
AUT Scholten, Rudolf Member of the Board of Executive Directors, Oesterreichische Kontrollbank AG
PRT Seguro, António José Secretary General, Socialist Party
FRA Senard, Jean-Dominique CEO, Michelin Group
NOR Skogen Lund, Kristin Director General, Confederation of Norwegian Enterprise
USA Slaughter, Anne-Marie Bert G. Kerstetter ’66 University Professor of Politics and International Affairs, Princeton University
IRL Sutherland, Peter D. Chairman, Goldman Sachs International
GBR Taylor, Martin Former Chairman, Syngenta AG
INT Thiam, Tidjane Group CEO, Prudential plc
USA Thiel, Peter A. President, Thiel Capital
USA Thompson, Craig B. President and CEO, Memorial Sloan-Kettering Cancer Center
DNK Topsøe, Jakob Haldor Partner, AMBROX Capital A/S
FIN Urpilainen, Jutta Minister of Finance
CHE Vasella, Daniel L. Honorary Chairman, Novartis AG
GBR Voser, Peter R. CEO, Royal Dutch Shell plc
CAN Wall, Brad Premier of Saskatchewan
SWE Wallenberg, Jacob Chairman, Investor AB
USA Warsh, Kevin Distinguished Visiting Fellow, The Hoover Institution, Stanford University
CAN Weston, Galen G. Executive Chairman, Loblaw Companies Limited
GBR Williams of Crosby, Shirley Member, House of Lords
GBR Wolf, Martin H. Chief Economics Commentator, The Financial Times
USA Wolfensohn, James D. Chairman and CEO, Wolfensohn and Company
GBR Wright, David Vice Chairman, Barclays plc
INT Zoellick, Robert B. Distinguished Visiting Fellow, Peterson Institute for International Economics

http://buenobuonogood.com/3747/lista-partecipanti-bilderberg-2013-ma-cosa-ce-dietro-a-questa-riunione-dei-mozzi-dei-potenti/

VEDI ANCHE:


IL DOCUMENTO BILDERBERG DEL 1958 PER IL CONTROLLO DELLE DEMOCRAZIE CON I BILANCI - Domenico Moro









La CIA ammette di usare la Geoingegneria e manipolazione climatica come arma di guerra

Estati torride di terra secca e assetata, primavere scosse da nubifragi e alluvioni. Che il clima stia cambiando sotto ai nostri occhi è ormai accettato da tutti. Il dibattito si è spostato su altri aspetti della questione: il cambiamento è solo frutto del nostro stile di vita, conseguenza inevitabile dell’inquinamento atmosferico? Oppure esistono altri fattori, che non siamo in grado di controllare? Quanto influiscono sul meteo i sempre più numerosi esperimenti di manipolazione climatica? E a che scopo vengono effettuati? Per combattere il surriscaldamento globale oppure per accelerarlo?
A questi ultimi interrogativi, sembra che ci sia una risposta e riguarda la CIA, che ammette che varie nazioni possiedono la capacità di utilizzare la modificazione del clima, o geoingegneria, come arma di guerra. A parlare è il Climatologo della Rutgers University, dr. Alan Robock che sostiene che il suo dipartimento all’università del New Jersey è stato ingaggiato dalla CIA applicare il metodo di controllo del clima di altre nazioni.
Ovviamente, la CIA sembra avere un forte interesse per il tema della modificazione del clima. Infatti, Robock sembra confermare la voce che l’agenzia ha contribuito al finanziamento sulla geoingegneria,  con un progetto di 21 mesi (rinnovato da pochi anni) che vedrà protagoniste la Nazional Academy of Sciences (NAS), la Nazional Oceanic and Atmosferic Administration e la NASA.
Alterare il tempo (meteo) è stato uno stratagemma di guerra per anni. Tuttavia, è probabile che molti paesi hanno ora la capacità di modificare il clima. In realtà, la modificazione del clima, che viene usato come arma, non è un concetto nuovo; esistono diversi esempi storici di manipolazione del clima, attraverso la geoingegneria,  utilizzati in tempo di guerra.
Ad esempio, Robock afferma che la geoingegneria esisteva già durante la guerra in Vietnam, dove, per un periodo di cinque anni, aerei americani impegnati in missioni di cloud seeding, (ovvero inseminazione delle nuvole attraverso irrorazione chimica) hanno avuto successo nell’aumentare le precipitazioni e prolungare le stagioni monsoniche. Gli Stati Uniti hanno anche usato la geoingegneria con le irrorazioni chimiche contro Cuba, nel tentativo di far piovere e rovinare il raccolto di zucchero.
Un rapporto sorprendentemente approfondito sull’argomento, pubblicato sul sito web della filiale locale della CBS WCCO-TV, racconta di un esperimento di geoingegneria condotta dai militari britannici durante i primi anni 1950 che è andato terribilmente storto.  Lauren Casey, della WCCO-TV membro del team meteo, approfondisce l’argomento.
“Dopo la seconda guerra mondiale, l’Inghilterra ha cercato un metodo di modificazione del clima per l’aggiunta al loro repertorio di difesa. La Royal Air Force ha condotto un esperimento su una nuvola irrorandola di sostanze chimiche, esperimento soprannominato ‘Operazione Cumulus‘ vicino a North Devon, un quartiere nel sud dell’Inghilterra. “
Beh quel giorno fu drammatico, spiega Lauren Casey, dove una grande quantità di pioggia era caduta in un breve periodo di tempo, portando alla rovina l’area generale, devastandola completamente.
“L’esperimento ha indotto un diluvio, una vera bomba di acqua in 24 ore, paragonata a  tre mesi di pioggia. Novanta milioni di tonnellate di acqua hanno spazzato via una stretta valle nella città di Lynmouth, distruggendo interi edifici e trascinando case e la popolazione verso il mare. Molti cittadini hanno perso la vita a causa di questa infame tragedia, di questo infame esperimento”. Milioni di dollari sono stati spesi per esperimenti di guerra climatica, del cambiamento del meteo, soprattutto attraverso le irrorazioni chimiche dei cieli.
Ricerca, sviluppo e l’uso di armi di geoingegneria hanno preso posto per molti decenni. Insieme con alcuni altri paesi, gli Stati Uniti hanno ovviamente preso l’idea sul serio, versando milioni di dollari nella ricerca sulla geoingegneria.
Ad esempio, la tecnologia HAARP, dove la principale struttura si trova in Alaska, sono stati spesi centinaia di milioni di dollari con i soldi degli ignari contribuenti. Questa struttura  ha il potenziale di alterare il clima su scala massiccia, e sovralimentare la ionosfera. Infatti, l’Air Force ha ammesso che tali esperimenti meteorologici possono essere tuttora applicati, e anche in passato è stato fatto.
Le tecnologie di geoingegneria utilizzate come armi, potrebbe diventare più comune in futuro, che è una prospettiva terrificante. La tattica di geoingegneria potrebbe aumentare in una situazione di guerra o di escalation delle tensioni tra i paesi, anche se attualmente viene usato in tempo di pace.
Robock avverte: “Se un paese vuole controllare il clima in un determinato modo, e l’altro paese non vuole  che questo accada, vi sarebbe la possibilità di abbattimento di aerei tanker….e se non c’è accordo,  potrebbe avere conseguenze terribili.”
Esistono trattati e documenti che dimostrano che sono in atto tentativi concreti, di intervenire sul clima. Nel gennaio 2002 Italia e Stati Uniti firmarono un accordo chiamato “Cooperazione Italia-Usa su scienza e tecnologia dei cambiamenti climatici”. Il progetto aveva l’obiettivo dichiarato di sviluppare tecnologie per le energie rinnovabili, ma all’interno del rapporto si leggeva che fra gli scopi vi era la “esecuzione di attività di ricerca eco-fisiologica su diversi siti sperimentali italiani dove vengono modificate artificialmente le condizioni ambientali a cui è esposta la vegetazione” e la “progettazione di tecnologie per la manipolazione delle condizioni ambientali con particolare riferimento al controllo della temperatura e della concentrazione atmosferica di CO2”.
Redazione SdC



Intervento di Enzo Pennetta alla conferenza di Firenze del 27 Ottobre 2012 - La guerra ambientale è in atto, dalle mistificazioni scientifiche del global warming alle manipolazioni globali della geoingegneria -