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"Vorrei che tutti leggessero,
non per diventare letterati o poeti,
ma perché nessuno sia più schiavo"
Gianni Rodari
"Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare"
Socrate
martedì 1 gennaio 2019
PREGHIERE E DEVOZIONI DI OGGI INIZIO ANNO NUOVO
DEVOZIONI DEL GIORNO
LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -
PRIMA LETTURA
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CRAIG HAMILTON PARKER: PROFEZIE PER IL 2018 0 2019?
Molto conosciuto nel Regno Unito il veggente che ha già predetto gli incendi disastrosi della California, il successo di Trump e la Brexit avverte il mondo per il 2018: un clima folle che genererà cataclismi di ogni tipo.
Craig Hamilton Parker il veggente britannico annuncia alcune “profezie” per il 2018 e punta il dito sul cambiamento climatico come causa principale delle prossime catastrofi mondiali.
Gli uragani aumenteranno ancora di intensità e diverranno di una categoria nuova e riclassificata. Si abbatteranno sui Caraibi devastando permanentemente i paesi sul loro cammino. Anche il suolo americano verrà colpito da queste immani tempeste e l’amministrazione Trump toccherà con mano gli effetti dei cambiamenti climatici.
Uragani, vulcani e inondazioni
Fuochi e incendi incontrollabili colpiranno ancora la California e l’Australia, larghe zone del paese verranno ridotte in cenere generando problemi umanitari di ogni sorta.
Inondazioni fuori scala colpiranno l’India e la Cina causando vittime come mai prima d’ora. L’Antartide subirà una rottura della sua calotta polare innescando un lungo processo di cambiamento climatico negli oceani di tutto il mondo.
Nuove eruzioni e nuovi terremoti anche questi con maggiore intensità. Anche il Vesuvio si risveglierà (anche Nostradamus l’aveva “predetto” per il 2017 e poi fortunatamente non è successo) e la città di Napoli verrà evacuata per evitare migliai di vittime.
Disordini politici e caduta delle monete
Non solo clima però nel mirino di Hamilton, anche attacchi terroristici che dovrebbero colpire con armi chimiche almeno una capitale europea, probabilmente Londra o Berlino. Tutta l’Europa sarà sull’orlo del caos, cadrà la moneta unica e anche la frode dei Bitcoin verrà scoperta. Tumulti si accenderanno nei vari paesi della Comunità legati a tensioni sociali e razzismo.
Nello scenario asiatico Kim Jong-Un il leader della Corea del Nord verrà deposto dal suo stesso popolo ma il suo corpo non verrà mai trovato innescando la leggenda che sia nascosto e vivo in Cina.
Negli Stati Uniti Trump dovrà fare i conti con processi e favore delle masse elettorali. Secondo il veggente ne uscirà rafforzato vincendo alcune cause contro calunniatori di ogni tipo. La marina americana perderà una delle sue navi da guerra anche se non è chiaro quale sarà il motivo.
Ragionamenti e predizioni più che profezie
Tutte queste “profezie” sembrano più dettate da una analisi e da un ragionamento piuttosto che da una trance mistica. Moltissime sono un seguitare di quello che sta accadendo nel mondo e sicuramente vi sono molte possibilità che alcune di queste accadano. I terremoti, gli uragani ed in generale le catastrofi climatiche sono in aumento da anni ed è gioco facile pensare che continui questo trend.
I disordini europei sono da anni sul punto di accadere, tutte le monete mondiali sono sotto forte stress e anche la moneta unica non fa differenza. L’arrivo di migliaia e migliaia di immigrati ha messo a durissima prova la tenuta dell’ordine sociale europeo e non è detto che la bolla non scoppi in caos generale.
Direi che determinate analogie, si sovrappongano con il 2018 e il futuro e imminente 2019: quale sarà la verità?
I 3 giorni di buio profetizzati saranno determinati dall'ingresso della Madre Terra nella Cintura Fotonica
I tre giorni di buio saranno determinati dall'ingresso della Madre Terra nella Cintura Fotonica. Questo evento produrrà tre giorni di buio preannunciando l'inizio del cambiamento o la risalita alla quarta dimensione.
La prova definitiva di ciò è il riscontrato accrescimento di 10 volte del plasma interstellare nella eliosfera.
Per comprendere la teoria della Cintura Fotonica di Dmitriev è necessario fare per un attimo un passo indietro.
La Terra, oltre a compiere quotidianamente un giro completo intorno al proprio asse e annualmente un giro completo intorno al Sole, si muove anche, insieme al sistema solare, attraverso la Via Lattea che, a sua volta, si sposta nell'universo. L'ipotesi di poter entrare in una regione caratterizzata da condizioni diverse, con un contenuto di energia più elevato, con requisiti forse ostili, non solo quindi non è scartabile, ma è addirittura molto plausibile. In fondo perché lo spazio interstellare dovrebbe essere omogeneo?
Di fatto, tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta del XX secolo, nell'atmosfera terrestre ha improvvisamente fatto la sua comparsa una presenza inedita: un numero sempre crescente di particelle di luce dette "fotoni". Particelle che assomigliano molto alla luce che, secondo la profezia maya interpretata da José Arguelles, dovrebbe investire il nostro pianeta quando i Maya Galattici giungeranno ancora una volta sulla Terra per aiutare l'uomo a realizzare il suo salto evoluzionistico...
Alexei Dmitriev chiama la fascia di densa luce che la Terra sta attraversando Cintura Fotonica e sostiene che questa densa luce che la caratterizza provenga dal buco nero al centro della galassia... José Arguelles, nell'interpretare la profezia maya, ha sostenuto che, come un raggio sottile, l'onda d'informazione genetica codificata nelle particolari frequenze e qualità del pianeta prescelto si manifesterebbe in modo istantaneo e che, attraverso essa, i Maya Galattici riuscirebbero a penetrare nei diversi sistemi. Ha aggiunto che un'informazione di qualsiasi tipo, quindi anche l'informazione genetica, deve partire da Hunab Ku, il centro galattico, e passare attraverso la stella del sistema ricevente, nel nostro caso il Sole, che ha il ruolo di mediatore.
Così Alexei Dmitriev spiega la serra interplanetaria:
"L'intensificazione dell'attività solare è una conseguenza diretta dei flussi crescenti di materia, energia e informazione che stiamo rilevando via via che penetriamo nella nube interstellare di energia"
Lo scienziato ritiene che l'intero sistema solare si stia riscaldando proprio per tale ragione: per l'attraversamento di questa nube interstellare di energia caratterizzata da strisce magnetizzate, da detriti spaziali, forse resti di una stella esplosa, e da striature contenenti idrogeno, elio e ossidrile.
Abbiamo detto che la prova definitiva della tesi di Dmitriev deriva dal riscontro di un accrescimento di 10 volte del plasma interstellare contenuto nell'eliosfera: dopo aver riscontrato il fenomeno, lo scienziato ha anche provato a spiegarlo. Avanzando nello spazio interstellare, l'eliosfera, la gigantesca bolla magnetica che contiene il sistema solare, avrebbe generato un'onda d'urto davanti a sé e tale onda d'urto sarebbe divenuta più grande e più compatta nel momento in cui l'eliosfera sarebbe entrata in questa regione più densa dello spazio. Il geofisico calcola che l'onda d'urto prodotta dall'eliosfera si sia dilatata al punto da tornare indietro e penetrare nell'eliosfera stessa. Il risultato sarebbe che le grandi quantità contrastanti di energia immesse nella regione interplanetaria del sistema solare abbiano spinto il Sole a un comportamento erratico, mettendo sotto sforzo il campo magnetico terrestre e, verosimilmente, aggravando questo riscaldamento globale che il nostro pianeta stava già subendo.
Dmitriev deve la scoperta di quest'onda d'urto all'analisi dei dati provenienti dalle regioni più esterne del sistema solare inviati dalle due sonde Voyager.
Nel 1977, approfittando di un raro allineamento di Giove, Saturno, Urano e Nettuno tale che i campi gravitazionali dei pianeti potessero essere utilizzati per accelerare i veicoli delle sonde nello spazio fino a velocità altrimenti impensabili, è partito il "programma Voyager", costituito, appunto, da due sonde spaziali, la Voyager 1 e la Voyager 2.
E' bello, e anche romantico, a questo punto aggiungere che a bordo di ognuna delle sonde si trova una copia del Voyager Golden Record, un disco d'oro che contiene immagini e suoni della Terra insieme alle istruzioni su come adoperarlo nel caso qualcuno dovesse trovarlo.
Dmitriev ha confrontato i dati Voyager con i risultati di ricerche più recenti che ha tratto da riviste scientifiche russe e occidentali, e con i dati raccolti dalla statunitense NASA, National Aeronautics and Space Administration (l'Amministrazione Nazionale dell'Aeronautica e dello Spazio), e dall'ESA, European Space Agency (l'Agenzia Spaziale Europea). Ha così trovato prove convergenti del fatto che, dalle più minuscole lune gelate in orbita intorno ai pianeti esterni fino al cuore del Sole stesso, l'eliosfera si sta comportando in modo più eccitato e turbolento di quanto non facesse decenni fa, quando le sonde Voyager hanno effettuato le loro prime misurazioni.
Forte delle testimonianze raccolte a sostegno della sua tesi, Dmitriev è andato avanti prevedendo che l'eliosfera rimarrà lungo l'onda d'urto per i prossimi 3000 anni. Ovviamente l'onda d'urto avrebbe una maggiore intensità al bordo di entrata dell'eliosfera, perché quel bordo sarebbe il primo a impattare: pertanto essa produrrebbe, almeno inizialmente, l'effetto più rilevante sulle atmosfere, i climi e i campi magnetici dei pianeti esterni del sistema solare.
Il sistema solare è costituito da otto pianeti che, in ordine di distanza dal Sole, sono: Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno. A metà del 2008 cinque corpi del sistema solare sono stati classificati come pianeti nani: Cerere, situato nella fascia degli asteroidi; e altri quattro collocati al di là dell'orbita di Nettuno, e cioè Plutone, che in precedenza era stato classificato come il nono pianeta, Haumea, Makemake ed Eris. Ci sarebbe poi il pianeta X, il decimo pianeta, un pianeta ipotetico al di là di Plutone, la cui esistenza è stata supposta sulla base di apparenti discrepanze nell'orbita di Nettuno.
Abbiamo detto che la prova definitiva della tesi di Dmitriev deriva dal riscontro di un accrescimento di 10 volte del plasma interstellare contenuto nell'eliosfera: dopo aver riscontrato il fenomeno, lo scienziato ha anche provato a spiegarlo. Avanzando nello spazio interstellare, l'eliosfera, la gigantesca bolla magnetica che contiene il sistema solare, avrebbe generato un'onda d'urto davanti a sé e tale onda d'urto sarebbe divenuta più grande e più compatta nel momento in cui l'eliosfera sarebbe entrata in questa regione più densa dello spazio. Il geofisico calcola che l'onda d'urto prodotta dall'eliosfera si sia dilatata al punto da tornare indietro e penetrare nell'eliosfera stessa. Il risultato sarebbe che le grandi quantità contrastanti di energia immesse nella regione interplanetaria del sistema solare abbiano spinto il Sole a un comportamento erratico, mettendo sotto sforzo il campo magnetico terrestre e, verosimilmente, aggravando questo riscaldamento globale che il nostro pianeta stava già subendo.
Dmitriev deve la scoperta di quest'onda d'urto all'analisi dei dati provenienti dalle regioni più esterne del sistema solare inviati dalle due sonde Voyager.
Nel 1977, approfittando di un raro allineamento di Giove, Saturno, Urano e Nettuno tale che i campi gravitazionali dei pianeti potessero essere utilizzati per accelerare i veicoli delle sonde nello spazio fino a velocità altrimenti impensabili, è partito il "programma Voyager", costituito, appunto, da due sonde spaziali, la Voyager 1 e la Voyager 2.
E' bello, e anche romantico, a questo punto aggiungere che a bordo di ognuna delle sonde si trova una copia del Voyager Golden Record, un disco d'oro che contiene immagini e suoni della Terra insieme alle istruzioni su come adoperarlo nel caso qualcuno dovesse trovarlo.
Dmitriev ha confrontato i dati Voyager con i risultati di ricerche più recenti che ha tratto da riviste scientifiche russe e occidentali, e con i dati raccolti dalla statunitense NASA, National Aeronautics and Space Administration (l'Amministrazione Nazionale dell'Aeronautica e dello Spazio), e dall'ESA, European Space Agency (l'Agenzia Spaziale Europea). Ha così trovato prove convergenti del fatto che, dalle più minuscole lune gelate in orbita intorno ai pianeti esterni fino al cuore del Sole stesso, l'eliosfera si sta comportando in modo più eccitato e turbolento di quanto non facesse decenni fa, quando le sonde Voyager hanno effettuato le loro prime misurazioni.
Forte delle testimonianze raccolte a sostegno della sua tesi, Dmitriev è andato avanti prevedendo che l'eliosfera rimarrà lungo l'onda d'urto per i prossimi 3000 anni. Ovviamente l'onda d'urto avrebbe una maggiore intensità al bordo di entrata dell'eliosfera, perché quel bordo sarebbe il primo a impattare: pertanto essa produrrebbe, almeno inizialmente, l'effetto più rilevante sulle atmosfere, i climi e i campi magnetici dei pianeti esterni del sistema solare.
Il sistema solare è costituito da otto pianeti che, in ordine di distanza dal Sole, sono: Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno. A metà del 2008 cinque corpi del sistema solare sono stati classificati come pianeti nani: Cerere, situato nella fascia degli asteroidi; e altri quattro collocati al di là dell'orbita di Nettuno, e cioè Plutone, che in precedenza era stato classificato come il nono pianeta, Haumea, Makemake ed Eris. Ci sarebbe poi il pianeta X, il decimo pianeta, un pianeta ipotetico al di là di Plutone, la cui esistenza è stata supposta sulla base di apparenti discrepanze nell'orbita di Nettuno.
A conferma della tesi che l'onda d'urto eserciti una maggiore pressione sui pianeti esterni è il dato che Urano e Nettuno abbiano entrambi visto una migrazione dei poli magnetici, analoga a quella che, secondo un numero consistente di scienziati, ha iniziato a verificarsi anche sulla Terra; inoltre le atmosfere di entrambi i pianeti risplendono in modo più brillante e, a quanto pare, sia Urano che Nettuno si stanno riscaldando, che è proprio quanto dovrebbe accadere nel caso di apporti di nuova energia.
Gli effetti dell'onda d'urto però non interesserebbero più soltanto i pianeti esterni ma avrebbero cominciato a essere osservabili anche in quelli interni.
L'atmosfera di Marte sta diventando più densa e pertanto potenzialmente più favorevole alla vita, dal momento che, come abbiamo visto nel caso della Terra, un'atmosfera più densa fornisce una maggiore protezione dai raggi cosmici e dalla radiazione solare.
L'atmosfera di Venere si sta modificando nella composizione chimica e nelle proprietà ottiche, diventando più luminosa: una buona indicazione del fatto che il suo contenuto di energia sta aumentando.
E ora veniamo al Sole: sebbene esso sia al centro dell'eliosfera, e quindi nel punto più lontano dagli effetti dell'onda d'urto, c'è da dire che, in quanto grumo fuso di energia, è molto più sensibile dei pianeti agli influssi di ulteriore energia perché ha molta meno capacità, rispetto a un corpo compatto e freddo, di assorbirla e dissiparla. Per questo, secondo la teoria di Dmitriev, anche i relativamente piccoli afflussi iniziali provenienti dall'onda d'urto starebbero già avendo effetti significativi sul Sole.
E, come giustamente osserva lo scienziato russo, qualunque cosa turbi il Sole, turba anche noi.
Dmitriev sostiene che tutti i pianeti, compresa la Terra, sono, per questo rapporto d'interdipendenza con il Sole, soggetti a un doppio legame con l'onda d'urto: subendone sia le conseguenze dirette, sia quelle dirette che dall'astro derivano.
Lo scienziato afferma che:
Gli effetti dell'onda d'urto però non interesserebbero più soltanto i pianeti esterni ma avrebbero cominciato a essere osservabili anche in quelli interni.
L'atmosfera di Marte sta diventando più densa e pertanto potenzialmente più favorevole alla vita, dal momento che, come abbiamo visto nel caso della Terra, un'atmosfera più densa fornisce una maggiore protezione dai raggi cosmici e dalla radiazione solare.
L'atmosfera di Venere si sta modificando nella composizione chimica e nelle proprietà ottiche, diventando più luminosa: una buona indicazione del fatto che il suo contenuto di energia sta aumentando.
E ora veniamo al Sole: sebbene esso sia al centro dell'eliosfera, e quindi nel punto più lontano dagli effetti dell'onda d'urto, c'è da dire che, in quanto grumo fuso di energia, è molto più sensibile dei pianeti agli influssi di ulteriore energia perché ha molta meno capacità, rispetto a un corpo compatto e freddo, di assorbirla e dissiparla. Per questo, secondo la teoria di Dmitriev, anche i relativamente piccoli afflussi iniziali provenienti dall'onda d'urto starebbero già avendo effetti significativi sul Sole.
E, come giustamente osserva lo scienziato russo, qualunque cosa turbi il Sole, turba anche noi.
Dmitriev sostiene che tutti i pianeti, compresa la Terra, sono, per questo rapporto d'interdipendenza con il Sole, soggetti a un doppio legame con l'onda d'urto: subendone sia le conseguenze dirette, sia quelle dirette che dall'astro derivano.
Lo scienziato afferma che:
Gli effetti del passaggio della nube interstellare di energia sulla Terra vanno ricercati nell'accelerazione dello spostamento dei poli magnetici, nella distribuzione verticale e orizzontale del contenuto di ozono e nell'aumento della frequenza e dell'intensità degli eventi climatici significativi
Ma se così fosse davvero, se davvero insieme all'universo stessimo attraversando la Cintura Fotonica e se davvero i mutamenti del sistema solare fossero imputabili a questo evento, quali conseguenze potrebbero esserci per il nostro pianeta?
Quali conseguenze potrebbero esserci per questo nostro pianeta che abbiamo imparato a riconoscere come un organismo vivente e che quindi come un organismo vivente tenterebbe di reagire per difendersi?
Se la biosfera dovesse improvvisamente riscaldarsi, per esempio per effetto dell'attraversamento della nube interstellare di energia descritta da Dmitriev, sicuramente cercherebbe il modo di raffreddarsi; possiamo ipotizzare che proverebbe a farlo aumentando la corporatura protettiva delle nuvole per schermarsi da un Sole troppo intenso e possiamo ipotizzare che proverebbe a farlo arrivando addirittura all'esplosione di un supervulcano, un'esplosione che potrebbe essere potente quanto l'esplosione di magnitudo 8 del lago Toba che circa 74.000 anni fa ha portato molti organismi sull'orlo dell'estinzione.
Queste sarebbero probabilmente le prime misure prese dalla Terra, misure necessarie, anche se gli effetti per noi potrebbero essere disastrosi. Naturalmente ci sono dei limiti alla capacità della biosfera di autoregolarsi in modo da mantenere un confortevole status quo; e tale capacità di compensazione diminuisce ogni volta che componenti chiave della biosfera vengono disattivate.
E qui torna in campo il fattore umano.
In una simile circostanza potremmo pagare molto cara la distruzione della Foresta Amazzonica: infatti, essa non solo agisce come un gigantesco sistema di condizionamento dell'aria nelle regioni più calde della Terra, non solo ci regala una grande quantità di ossigeno, ma produce anche nuvole che riparano il pianeta e tali nuvole a loro volta producono enormi quantità di pioggia che raffreddano le regioni equatoriali e contribuiscono a impedire che si trasformino in deserto.
E potremmo pagare molto caro l'inquinamento con il quale abbiamo compromesso l'atmosfera e molti ecosistemi.
Se, forse, l'organismo vivente Terra avesse la capacità di difendersi dai turbamenti incontrati, se, forse, avesse la capacità di superare l'impatto con la Cintura Fotonica, la menomazione che l'essere umano gli ha inflitto potrebbe metterla comunque seriamente in difficoltà. E noi con lei.
Ma c'è ancora un altro problema da prendere in considerazione.
Tutti i corpi si attirano a vicenda a causa della forza di gravità: la Terra attira tutti noi, la Luna e i satelliti artificiali verso il suo centro; il Sole attira la Terra e i pianeti verso il proprio; le lontanissime galassie o i giganteschi buchi neri sparsi nel cosmo ci attirano verso il loro centro anche se, ovviamente, molto debolmente a causa della grande distanza.
Ma dobbiamo chiederci:
"Che cosa succederebbe se, come afferma Dmitriev, i buchi neri o le galassie non stessero fermi?"
Se una galassia si spostasse improvvisamente da una posizione all'altra, allora la direzione dell'attrazione gravitazionale che essa esercita su di noi si dovrebbe muovere per seguire lo spostamento del suo centro. L'obiezione che si può facilmente fare è che la galassia è lontana milioni di anni luce da noi e che quindi non è possibile che l'informazione che il suo centro si è spostato ci arrivi immediatamente. Invece questo è potenzialmente possibile: così come la forza elettromagnetica si propaga sotto forma di onde che viaggiano alla velocità della luce, così anche la gravità si deve propagare nello stesso modo. E la luce viaggia più velocemente di qualunque altro tipo di informazione. Così, se un cataclisma si verificasse ora da qualche parte nello spazio a un anno luce da noi e rimescolasse la posizione di un gruppo di stelle, fra un anno una piccolissima perturbazione nella forza peso ipoteticamente passerebbe dalle nostre parti.
Tutto questo è grandioso e, proprio perché enormemente grande, è anche spaventoso e inquietante.
Inquietante come il ricordo della profezia maya che si chiude dicendo che al volgere della quinta età del mondo le forze magnetiche e attrattive saranno talmente forti che opporci potrebbe esserci fatale.
Quali conseguenze potrebbero esserci per questo nostro pianeta che abbiamo imparato a riconoscere come un organismo vivente e che quindi come un organismo vivente tenterebbe di reagire per difendersi?
Se la biosfera dovesse improvvisamente riscaldarsi, per esempio per effetto dell'attraversamento della nube interstellare di energia descritta da Dmitriev, sicuramente cercherebbe il modo di raffreddarsi; possiamo ipotizzare che proverebbe a farlo aumentando la corporatura protettiva delle nuvole per schermarsi da un Sole troppo intenso e possiamo ipotizzare che proverebbe a farlo arrivando addirittura all'esplosione di un supervulcano, un'esplosione che potrebbe essere potente quanto l'esplosione di magnitudo 8 del lago Toba che circa 74.000 anni fa ha portato molti organismi sull'orlo dell'estinzione.
Queste sarebbero probabilmente le prime misure prese dalla Terra, misure necessarie, anche se gli effetti per noi potrebbero essere disastrosi. Naturalmente ci sono dei limiti alla capacità della biosfera di autoregolarsi in modo da mantenere un confortevole status quo; e tale capacità di compensazione diminuisce ogni volta che componenti chiave della biosfera vengono disattivate.
E qui torna in campo il fattore umano.
In una simile circostanza potremmo pagare molto cara la distruzione della Foresta Amazzonica: infatti, essa non solo agisce come un gigantesco sistema di condizionamento dell'aria nelle regioni più calde della Terra, non solo ci regala una grande quantità di ossigeno, ma produce anche nuvole che riparano il pianeta e tali nuvole a loro volta producono enormi quantità di pioggia che raffreddano le regioni equatoriali e contribuiscono a impedire che si trasformino in deserto.
E potremmo pagare molto caro l'inquinamento con il quale abbiamo compromesso l'atmosfera e molti ecosistemi.
Se, forse, l'organismo vivente Terra avesse la capacità di difendersi dai turbamenti incontrati, se, forse, avesse la capacità di superare l'impatto con la Cintura Fotonica, la menomazione che l'essere umano gli ha inflitto potrebbe metterla comunque seriamente in difficoltà. E noi con lei.
Ma c'è ancora un altro problema da prendere in considerazione.
Tutti i corpi si attirano a vicenda a causa della forza di gravità: la Terra attira tutti noi, la Luna e i satelliti artificiali verso il suo centro; il Sole attira la Terra e i pianeti verso il proprio; le lontanissime galassie o i giganteschi buchi neri sparsi nel cosmo ci attirano verso il loro centro anche se, ovviamente, molto debolmente a causa della grande distanza.
Ma dobbiamo chiederci:
"Che cosa succederebbe se, come afferma Dmitriev, i buchi neri o le galassie non stessero fermi?"
Se una galassia si spostasse improvvisamente da una posizione all'altra, allora la direzione dell'attrazione gravitazionale che essa esercita su di noi si dovrebbe muovere per seguire lo spostamento del suo centro. L'obiezione che si può facilmente fare è che la galassia è lontana milioni di anni luce da noi e che quindi non è possibile che l'informazione che il suo centro si è spostato ci arrivi immediatamente. Invece questo è potenzialmente possibile: così come la forza elettromagnetica si propaga sotto forma di onde che viaggiano alla velocità della luce, così anche la gravità si deve propagare nello stesso modo. E la luce viaggia più velocemente di qualunque altro tipo di informazione. Così, se un cataclisma si verificasse ora da qualche parte nello spazio a un anno luce da noi e rimescolasse la posizione di un gruppo di stelle, fra un anno una piccolissima perturbazione nella forza peso ipoteticamente passerebbe dalle nostre parti.
Tutto questo è grandioso e, proprio perché enormemente grande, è anche spaventoso e inquietante.
Inquietante come il ricordo della profezia maya che si chiude dicendo che al volgere della quinta età del mondo le forze magnetiche e attrattive saranno talmente forti che opporci potrebbe esserci fatale.
Altre teorie al riguardo
L’astronomo Josè Comas Sola, ha condotto uno studio particolare della Pleiadi, chiamate anche "Le Sette Sorelle", avanzando l’ipotesi che esse formino un sistema che include il nostro e altri Soli. Nel suo studio su quel sistema planetario, Paul Otto Hesse ha dichiarato di avere scoperto una cintura di energia estremamente potente che ha definito Cintura Fotonica.
L’astronomo Josè Comas Sola, ha condotto uno studio particolare della Pleiadi, chiamate anche "Le Sette Sorelle", avanzando l’ipotesi che esse formino un sistema che include il nostro e altri Soli. Nel suo studio su quel sistema planetario, Paul Otto Hesse ha dichiarato di avere scoperto una cintura di energia estremamente potente che ha definito Cintura Fotonica.
Molti fisici e scienziati esoterici concordano sull’esistenza di questa cintura di energia ad alta carica, concentrata nel sistema stellare delle Pleiadi, che si calcola disti 500 anni luce dalla Terra (noi entriamo nella cintura fotonica circa ogni 12.000 anni e ci restiamo per circa 2.000 anni, ndr.).
Secondo i suoi calcoli, ci vogliono 24.000 (secondo altri 26.000) anni perchè il nostro Sistema solare compia un giro completo intorno alle Pleiadi e alla stella che si ritiene stia al centro della cintura, nota come Alcione. Ancora una volta ci sono antiche leggende in tutte le civiltà a proposito di questa stella.
Ora sembrerebbe che abbiamo raggiunto il punto in cui questo sistema solare sta entrando nella Cintura Fotonica e nel suo campo di energia altamente positivo. L’influsso della cintura sulla Terra cominciò nei primi anni sessanta, condizionando positivamente il pensiero di molte persone, ma ciò non è niente al confronto di quello che succederà nei prossimi 35 anni... e le vibrazioni e la struttura molecolare di ogni cosa dovranno affrontare drastici cambiamenti. Ciò influirà sul pensiero, sul comportamento e sui corpi fisici di tutte le forme di vita.
Queste sono le energie che stanno cambiando la vita sul nostro pianeta da un minuto all’altro, diciamo da un giorno all’altro, e queste stesse energie stanno riequilibrando la Quarta Dimensione, disperdendo da lì la negatività e la manipolazione (...).
Stiamo parlando di una trasformazione multidimensionale che avverrà contemporaneamente in molti universi paralleli e non solo su un singolo pianeta. Quando tale trasformazione sarà compiuta, e ciò sarà il risultato soprattutto di quello che noi faremo sulla Terra grazie all’influsso dei pianeti della Cintura Fotonica, la frequenza bloccante sarà sopraffatta e la porta della prigione si aprirà. Noi saremo allora di nuovo liberi ed integri.
L’incubo sarà finito. La frequenza bloccante si sta già disperdendo e la luce si sta già riversando nel nostro mondo. Man mano che il processo avanza, i portali o ingressi ad altre realtà spazio-temporali (dimensioni) cominciano ad aprirsi. Il periodo di quarantena si sta avvicinando alla fine.
Questi ingressi, in luoghi come Stonehenge, Machu Picchu in Perù, il Tibet, Cnosso a Creta, Ayers Rock, il lago Titicaca nelle Ande, il Monte Fujii, il Monte Shasta, e le terre dove anticamente abitavano i Sumeri e i Babilonesi (l’attuale Iraq), si stanno via via aprendo. E’ un fenomeno simile all’apertura di una valvola che consente alle energie e alle vibrazioni di altre dimensioni di riversarsi sulla nostra.
Secondo i suoi calcoli, ci vogliono 24.000 (secondo altri 26.000) anni perchè il nostro Sistema solare compia un giro completo intorno alle Pleiadi e alla stella che si ritiene stia al centro della cintura, nota come Alcione. Ancora una volta ci sono antiche leggende in tutte le civiltà a proposito di questa stella.
Ora sembrerebbe che abbiamo raggiunto il punto in cui questo sistema solare sta entrando nella Cintura Fotonica e nel suo campo di energia altamente positivo. L’influsso della cintura sulla Terra cominciò nei primi anni sessanta, condizionando positivamente il pensiero di molte persone, ma ciò non è niente al confronto di quello che succederà nei prossimi 35 anni... e le vibrazioni e la struttura molecolare di ogni cosa dovranno affrontare drastici cambiamenti. Ciò influirà sul pensiero, sul comportamento e sui corpi fisici di tutte le forme di vita.
Queste sono le energie che stanno cambiando la vita sul nostro pianeta da un minuto all’altro, diciamo da un giorno all’altro, e queste stesse energie stanno riequilibrando la Quarta Dimensione, disperdendo da lì la negatività e la manipolazione (...).
Stiamo parlando di una trasformazione multidimensionale che avverrà contemporaneamente in molti universi paralleli e non solo su un singolo pianeta. Quando tale trasformazione sarà compiuta, e ciò sarà il risultato soprattutto di quello che noi faremo sulla Terra grazie all’influsso dei pianeti della Cintura Fotonica, la frequenza bloccante sarà sopraffatta e la porta della prigione si aprirà. Noi saremo allora di nuovo liberi ed integri.
L’incubo sarà finito. La frequenza bloccante si sta già disperdendo e la luce si sta già riversando nel nostro mondo. Man mano che il processo avanza, i portali o ingressi ad altre realtà spazio-temporali (dimensioni) cominciano ad aprirsi. Il periodo di quarantena si sta avvicinando alla fine.
Questi ingressi, in luoghi come Stonehenge, Machu Picchu in Perù, il Tibet, Cnosso a Creta, Ayers Rock, il lago Titicaca nelle Ande, il Monte Fujii, il Monte Shasta, e le terre dove anticamente abitavano i Sumeri e i Babilonesi (l’attuale Iraq), si stanno via via aprendo. E’ un fenomeno simile all’apertura di una valvola che consente alle energie e alle vibrazioni di altre dimensioni di riversarsi sulla nostra.
Etna: i movimenti sismici e l’eruzione spostano il suolo di 50 cm
A seguito dell’eruzione del vulcano Etna iniziata il 24 dicembre 2018 e dello sciame sismico che ha accompagnato questo evento e in corso tuttora, i ricercatori del CNR-IREA e delle Sezioni dell’INGV di Catania-Osservatorio Etneo e Osservatorio Nazionale Terremoti di Roma, hanno misurato i movimenti permanenti del terreno grazie ai radar satellitari italiani ed europei .
I valori massimi di spostamento registrati superano i 30 cm verso Ovest e i 50 cm verso Est sulla sommità dell’Etna e, nell’area attivata dal terremoto di Mw 4.9, uno spostamento massimo verso Est di circa 13 cm, ed uno verso Ovest di circa 16 cm: le eruzioni e le sequenze sismiche vengono tenuti costantemente sotto stretto monitoraggio 24 ore su 24.
Russia: crolla palazzo, 15 morti, bimbo estratto vivo dalle macerie
Russia - È di 15 morti il bilancio provvisorio del crollo avvenuto lunedì di un palazzo di 10 piani a Magnitogorsk. Secondo le autorità russe, decine di persone risultano ancora disperse, ma come per miracolo è stato estratto vivo dalle macerie un bimbo di 11 mesi. Il bambino è riuscito a resistere per 35 ore dopo il crollo, ma le sue condizioni sono molto gravi. È stato ritrovato nella sua culla, avvolto nelle coperte e cosciente.
Si indaga sui motivi che hanno causato l’esplosione, ma l’ipotesi più accreditata è quella della fuga di gas. L’edificio è crollato lunedì mattina, ma dopo i primissimi soccorsi, le operazioni si sono interrotte nel timore che altre parti del palazzo potessero crollare. In seguito, i soccorritori hanno ripreso la loro opera, mentre al contempo venivano messe in atto le operazioni di messa in sicurezza dell’edificio.
Tutto questo ha un nome: tradimento...
La "dignità dell’uomo" al posto della verità oggettiva. Quando il concetto massonico della “dignità dell’uomo” (specie di diritto naturale) sostituì il concetto della verità oggettiva della
Rivelazione cristiana e del Magistero.
di Francesco Lamendola
C’è un concetto chiave che collega gli ultimi sei pontificati e li differenzia dai duecentosessanta pontificati precedenti; un concetto che a un osservatore distratto può essere passato del tutto inosservato e che perfino moltissimi cattolici non sembrano aver notato in maniera chiara e distinta, pur se “qualcosa” di diverso si percepisce, nella prospettiva d’insieme di prima e dopo il Concilio Vaticano II. Si tratta di questo: che fino al pontificato di Pio XII, al centro della dottrina e della catechesi c’è il concetto della verità oggettiva della Rivelazione cristiana e del Magistero cattolico; a partire dal pontificato di Giovanni XXIII, esso viene sempre più messo in subordine, e, ultimamente, perfino attaccato frontalmente da teologi ed alti esponenti del clero, mentre al suo posto è stato messo il concetto della “dignità dell’uomo”.
Lo scriviamo fra parentesi per sottolineare che non si tratta della dignità umana così come l’ha sempre concepita ed insegnata il cattolicesimo, ossia come una naturale conseguenza della filiazione dell’umanità dal Padre celeste, concetto tante volte ricordato da Gesù Cristo, con i suoi discorsi e con le sue parabole, ma un concetto diverso, di origine massonica e illuminista, che intende la dignità umana come un dato intrinseco e originario, una specie di diritto naturale, che può essere rintracciato, andando ancor più indietro, nell’umanesimo e nel rinascimento, con il violento rigetto di tutta la tradizione medievale (e dunque, in particolare, del tomismo e della scolastica) e con l’affermazione di una dignità umana intesa in senso prevalentemente, o anche meramente, immanentistico. In altre parole, la “dignità umana”, continuiamo a metterlo fra virgolette per capirci e per distinguere tale concetto da quello autenticamente cristiano, è un corpo estraneo, caduto nella dottrina e nella pastorale, ma prima di tutto nella liturgia, a partire dal Concilio Vaticano II; e che non solo non se n’è più andato, ma vi ha messo così salde radici da passare ormai per un elemento basilare e irrinunciabile, al punto che soprattutto i giovani sono portati a credere che faccia parte, da sempre, del Deposto della Fede e che sia ricavato direttamente dal Vangelo. Nulla di più falso e nulla di più lontano dall’insegnamento di Gesù Cristo, il quale non si è incarnato e non è venuto sulla terra per insegnare la “dignità umana”, ma, come disse quasi al termine della sua missione terrena, per rendere testimonianza alla verità (cfr. Gv, 18,37). Ora, per un cristiano e per un cattolico, la verità è Lui, Gesù Cristo, insieme alle altre due Persone della Santissima trinità, il Padre e lo Spirito Santo: Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me (Gv 14,6): Persone che non litigano affatto tra di loro, come affermato empiamente dall’ateo signore argentino che usurpa la cattedra di san Pietro, ma procedono in perfetta armonia reciproca.
Per un cristiano e per un cattolico, la verità è Lui, Gesù Cristo, insieme alle altre due Persone della Santissima trinità, il Padre e lo Spirito Santo: Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me (Gv 14,6): Persone che non litigano affatto tra di loro, come affermato empiamente dall’ateo signore argentino che usurpa la cattedra di san Pietro.
È chiaro che, a secondo che si adotti la prospettiva della verità oggettiva oppure quella della dignità umana, cambia completamente tutta la visione del reale. Nel primo caso si resta ancorati alla trascendenza, alla spiritualità, all’onnipotenza di Dio; nel secondo caso ci si affida a un percorso tutto umano, che rivendica la propria centralità e che ha in sospetto ogni forma di spiritualità “eccessiva”, vista come un’alienazione o addirittura come un misconoscimento della dignità umana e quasi come un tradimento rispetto ai compiti concreti e ai doveri che l’amore materiale per il prossimo impone al cristiano. La prima prospettiva è quella autenticamente cristiana, che parte dal dato della umana fragilità e della incapacità dell’uomo, dopo il Peccato originale, di conseguire il bene con le sue sole forze (pessimismo antropologico); la seconda è quella umanistica, massonica e illuminista, fondata su un netto ottimismo antropologico, che, al limite, rende inutile l’Incarnazione e superflua la Redenzione di Cristo, ma, soprattutto, misconosce il carattere transitorio ed effimero dell’esistenza terrena e, al contrario, la esalta e la assolutizza, relegando sullo sfondo la prospettiva della vita eterna (che infatti, da qualche anno a questa parte, si direbbe scomparsa dalla pastorale e soprattutto dalla omiletica, sostituita com’è, da discorsi sui migranti, sulla giustizia terrena, sull’ambiente e sul clima). In pratica, a seconda che si adotti l’una o l’altra prospettiva, ci si trova in presenza di due diverse concezioni della realtà e addirittura di due diverse e opposte religioni: la religione di Dio e la religione dell’Uomo; la Città di Dio, come direbbe sant’Agostino, animata dall’amore di Lui, e la Città terrena, nata dall’amor di sé, vale a dire dall’orgoglio. Che cosa hanno ancora in comune queste due religioni? Tranne il nome, che ormai è fonte di ambiguità ed equivoci, nulla, assolutamente nulla. Fra Gesù Cristo che parla agli uomini del loro destino eterno, e il sedicente vicario di Cristo che parla agli uomini di migranti e di ambiente, non c’è alcun punto in comune, neppure una lingua mediante la quale ci si possa intendere. Solo considerando le cose in questa prospettiva si arriva a capire perché la cosiddetta riforma liturgica sia stata una rivoluzione, e perché essa abbia gettato il seme dell’eresia e dell’apostasia generalizzata, cui oggi stiamo assistendo, ma che non fu percepita affatto, sul momento, come tale. Solo così riusciamo a capire, per esempio, perché aver sostituito l’altare delle chiese, rivolto verso il presbiterio e concepito in modo che il sacerdote, come un buon pastore, celebrasse i sacri riti rivolgendosi, e rivolgendo l’attenzione dei fedeli, verso l’alto, cioè verso un Dio trascendente, con un “altare” moderno, brutto e posticcio, che altro non è se non una tavola per celebrare una cerimonia umana e immanente, rivolta al pubblico dei fedeli e facendo di essi il centro del rito stesso, sia un totale stravolgimento anche della dottrina, e più precisamente uno degli elementi che sottolineano la sostituzione del concetto chiave della verità oggettiva con quello della dignità dell’uomo. È chiaro che non si tratta più dello stessi rito e che non si sta adorando più lo stesso Dio. Tutte le aberrazioni dottrinali e pastorali cui stiamo oggi assistendo partono da qui, hanno qui la loro radice: dalla svalutazione della verità oggettiva. Grazie a tale svalutazione, diventa possibile affermare che gli ebrei non hanno alcun bisogno di convertirsi, perché sono già nella verità di Dio, essendo sempre valida l’Antica Alleanza; che Lutero è stato un grande dono dello Spirito Santo; che Marco Pannella è stato una figura dotata di altissima spiritualità e degna di esser presa a modello da tutti; che non esiste alcun terrorismo islamico; che voler convertire gli altri è una enorme sciocchezza; e che il male più grande che affligge la Chiesa è il “clericalismo”.
Qualcuno ha attuato deliberatamente una rivoluzione nella Chiesa, e più precisamente nella comprensione che la Chiesa aveva di se stessa: è possibile immaginare un quadro di sovversione più chiaro e più eloquente? Per millenovecento anni la Chiesa ha ritenuto di essere una certa cosa, fondata su certe premesse, e finalizzata a un certo scopo; poi, nel giro di tre anni, dal 1962 al 1965, i gesuiti s’impadroniscono del vertice della Chiesa, usando il cavallo di Troia del concilio ecumenico, e capovolgono tutte queste cose: ciò che la Chiesa pensa di se stessa, le premesse su cui si fonda, il fine a cui tende.
Diventa inevitabile, perciò, domandarsi se un tale capovolgimento di prospettiva, realizzato con tale astuzia da passare pressoché inosservato dai diretti interessati, cioè dai fedeli cattolici, i quali, un bel giorno (anzi un bruttissimo giorno) si sono svegliati non più cattolici, ma post-cattolici, sincretisti, relativisti, umanisti o quel che si vuole, ma comunque non cattolici, sia stato il frutto di un movimento spontaneo o il risultato di un piano ben architettato da chi aveva l’interesse, i mezzi e la volontà per sovvertire dall’interno la Chiesa cattolica e privarla della verità oggettiva, senza la quale essa diventa inevitabilmente una nave sanza nocchiero in gran tempesta, fatalmente destinata ad infrangersi contro gli scogli. Ebbene, ci sia consentito osservare che già a fil di logica, cioè ancor prima di affrontare la questione in termini strettamente storici, è estremamente improbabile, per non dire inverosimile, che si trattato di un movimento spontaneo. È impensabile, cioè, che un numero consistente di cardinali abbia deciso di optare per questa via; che abbia eletto una serie di papi conformi a un tale progetto; che abbia preso la direzione di un concilio ecumenico per portarlo là dove aveva stabilito; e che tutto questo sia accaduto secondo una tendenza naturale degli animi, delle intelligenze, delle sensibilità. Tanto varrebbe dire che il teorema di Pitagora è stato scoperto per gioco da un bambino di quattro anni, o che una scimmietta ammaestrata, brancicando sui tasti di un computer, è in gradi di scoprire il calcolo infinitesimale. Ci sono delle cose che sono troppo evidenti per aver bisogno di una dimostrazione, e il non volerle vedere per ciò che realmente sono equivale a una cecità intenzionale, ossia a una cecità ideologica e pregiudiziale, non a un vero ottundimento dell’intelligenza: e questa è una di esse. Se qualcuno ha deciso che qualcosa non è possibile, costui non la vedrà mai, neppure se gliela mettessero sotto il naso; e se qualcuno ha deciso che, stante l’opera dello Spirito Santo, i Padri conciliari non possono errare, né peccare, il collegio cardinalizio non può complottare, e un clero infedele non può apostatare, con costui non possiamo dialogare, perché non esiste dialogo possibile con chi rifiuta di prender atto delle cose. La verità è che la natura umana, soggetta alla concupiscenza, può cadere in peccato, anche gravissimo, nonostante l’azione benefica dello Spirito Santo; se così non fosse non ci sarebbe bisogno del libero arbitrio, avrebbe ragione Pelagio e, per motivi opposti, avrebbe ragione anche Lutero: ma in tal caso non ci sarebbe bisogno del Vangelo, e Gesù Cristo si sarebbe incarnato inutilmente, e inutilmente si sarebbe immolato sulla croce. Ma può un cristiano credere questo?
Gli accordi segreti del Concilio Vaticano II? dopo di allora cambio' il concetto della verità oggettiva della Rivelazione cristiana e del Magistero cattolico, sostituito dal concetto massonico della “dignità dell’uomo”, ovvero una specie di diritto naturale.
Ci sia permesso, arrivati a questo punto, citare un breve passaggio tratto dal libro di Giacomo Galeazzi e Ferruccio Pinotti,Vaticano massone. Logge, denaro e poteri occulti: il lato segreto della Chiesa di papa Francesco (Milano, Edizioni Piemme, 2013, pp. 44-45):
In merito al Concilio, il gesuita Reinhold Sebott affermava: “Con la ‘Dichiarazione sulla libertà religiosa’, il Concilio Vaticano II ha creato una base per un possibile accordo con i massoni”. La stessa cosa asseriva il massone Charles von Bokor nella sua storia della massoneria pubblicata nel 1980 con il titolo “Squadra e compasso”: “Questo compito viene facilitato dal fato che il Concilio Vaticano II si è espresso senza riserve per l’esercizio della libertà religiosa e per il riconoscimento di ogni ideologia”.
Questa linea interpretativa conteneva al fondo, una lettura del Concilio Vaticano II che si poteva delineare così’: il Concilio avrebbe sostituito il concetto basilare di verità oggettiva con quello della dignità dell’uomo, una vera rivoluzione copernicana nell’autocomprensione della Chiesa. Su questa premessa i massoni cedettero fosse possibile una base d’intesa.
Interessante, vero? Il Concilio Vaticano II ha realizzato una vera rivoluzione copernicana nell’autocomprensione della Chiesa.Copernicana o non copernicana, parliamo di una rivoluzione: è meglio non giocare con le parole, perché la cosa è estremamente seria.Qualcuno ha attuato deliberatamente una rivoluzione nella Chiesa, e più precisamente nella comprensione che la Chiesa aveva di se stessa: è possibile immaginare un quadro di sovversione più chiaro e più eloquente? Per millenovecento anni la Chiesa ha ritenuto di essere una certa cosa, fondata su certe premesse, e finalizzata a un certo scopo; poi, nel giro di tre anni, dal 1962 al 1965, i gesuiti s’impadroniscono del vertice della Chiesa, usando il cavallo di Troia del concilio ecumenico, e capovolgono tutte queste cose: ciò che la Chiesa pensa di se stessa, le premesse su cui si fonda, il fine a cui tende. Questo incredibile risultato è stato ottenuto, in particolare, con la pubblicazione della dichiarazione Dignitatis humanae del 7 dicembre 1965, che suggella l’intera opera del Concilio: un documento che, affermando solennemente il principio della libertà religiosa, relativizza e svaluta automaticamente quello della verità oggettiva e perciò fa strame di millenovecento anni di dottrina e di pastorale cattoliche, aprendo le porte a un “dialogo” con gli altri che pone il cattolicesimo sullo stesso piano di qualunque altra fede o ideologia.
Oggi fra Gesù Cristo che parla agli uomini del loro destino eterno, e il sedicente vicario di Cristo che parla agli uomini di migranti e di ambiente, non c’è alcun punto in comune, neppure una lingua mediante la quale ci si possa intendere.
lunedì 31 dicembre 2018
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