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martedì 4 febbraio 2020

MESSAGGIO RIVOLTO A TUTTI I CINESI DI BUONA VOLONTA':

IL POPOLO CINESE DOVREBBE COMINCIARE A FARSI UN ESAME DI COSCIENZA SUL SUO ATTEGGIAMENTO VERSO L'UOMO, VERSO GLI ANIMALI E VERSO LA NATURA. POTREBBE COMINCIARE A CHIEDERSI COME MAI LE PEGGIORI EPIDEMIE SCOPPIANO SEMPRE IN CINA. LE REPRESSIONI CONTRO LA RELIGIONE CRISTIANA, LE TORTURE, GLI ANIMALI USATI COME CAVIE E IL DISPREZZO VERSO IL CREATO SONO PECCATI TROPPO GRAVI PER NON FARSI QUALCHE DOMANDA. ESISTE DIO E LA SUA GIUSTIZIA, LE DITTATURE UMANE SONO ESPRESSIONE DI UN ODIO MALEFICO VERSO GLI UOMINI E LA CREAZIONE.....


Quale sarà la prossima pandemia? Video profetico del 19 dicembre 2019!


Coronavirus: gli Strumenti per Capire


MEDICINA TRADIZIONALE CINESE - BILE DI ORSO




La bile di Orso è un ingrediente molto apprezzato in Medicina Tradizionale con un storia di 3000 anni di utilizzo. Il liquido di bile delle cistifellee di orso è classificato come rimedio “amaro-rinfrescante” che espelle il calore corporeo. E’ utilizzato per trattare disturbi collegati alla testa come la febbre, per problemi di fegato e per piaghe agli occhi. I rimedi di bile d’orso sono utilizzati in Cina, Giappone, Corea, Vietnam e Paesi in tutto il mondo aventi un numero significativo di popolazioni Asiatiche.


L’ingrediente attivo della bile d’orso, acido ursodeoxycholic (UDCA), è più abbondante negli orsi che in qualunque altro animale. Tuttavia, tutti i medici Cinesi insistono sul fatto che i prodotti a base di bile d’orso possono essere facilmente sostituiti da alternative erboristiche o di sintesi, che sono meno costose, più facilmente disponibili ed altrettanto efficaci.

I prodotti principali degli allevamenti di orsi sono: estratto secco di bile in polvere e alcune specialità farmaceutiche Cinesi. La bile d’orso è usata principalmente in quantità limitata come elemento secondario nelle preparazioni.
L’uso di bile d’orso si può suddividere in due categorie: medicine di bile d’orso (sia preventive che curative), e alimenti e tonificanti di bile d’orso. La farmacologia Cinese asserisce che gli effetti sono quelli di: rimuovere il calore dal fegato, alleviare spasmi e convulsioni, migliorare la vista, espellere dal corpo calore e tossine.

Ci sono 28 tipo di brevetti farmaceutici contenenti bile d’orso, che sono suddivisi come segue:
- 15 sono utilizzati in oftalmologia
- 8 in chirurgia esterna
- 4 in medicina interna (malattie vascolari e gastriche)
- 1 utilizzato per il trattamento del cancro

Produzione.
Da ogni orso si produce in media circa 2 Kg di estratto secco di bile in polvere all’anno. Prima che gli allevamenti di orsi iniziassero a produrre la bile su larga scala la richiesta locale era di 500 kg all’anno. Oggi è salita drammaticamente a 4000kg e la produzione di estratto secco di bile in polvere è stata di circa 7 tonnellate all’anno tra il 1994 e il 1998, quasi il doppio rispetto alla domanda.

Purtroppo, a causa di questa saturazione del mercato di bile, molti allevatori ora si sono orientati verso la produzione di prodotti non essenziali come lozioni, shampoo, vino e tè, al fine di utilizzare la sovrapproduzione. I prodotti non sono di alcun beneficio per la salute, ma permettono ai produttori di continuare a guadagnare sfruttando il simbolo di questa specie maestosa e le credenze popolari dei consumatori locali.

Prezzo
Una ricerca effettuata da Animals Asia nel Dicembre 2002 nella provincia del Sichuan ha rivelato che il prezzo all’ingrosso della polvere di bile d’orso era di 500$ al kg. Una cistifellea in Corea del Sud si vende per circa 10.000$, mentre in Giappone il prezzo medio per una cistifellea d’orso e di 33$ al grammo.

Fonte: Animal Asia Foundation

lunedì 18 novembre 2019

Il sistema Mose e “Mafia Capitale”

MOSE DI VENEZIA: ALLE ORIGINI DEL FLOP....



Il sistema Mose e “Mafia Capitale”

Pubblicato da Redazione EcoMagazine 24/07/2017

Ieri, proprio in contemporanea con il servizio del TG3 veneto con intervista agli ingegneri del progetto alternativo al Mose “Paratoia a gravità” (che invito tutti vedere, link), siamo stati subissati dai commenti della stampa nazionale sulla sentenza del processo “Mafia Capitale”.
Lo scandalo Mose e “Mafia Capitale” sono certo episodi corruttivi non comparabili, sia in termini quantitativi, il maltolto con il Mose ammonta a circa un miliardo di euro – la più grande rapina del secolo, mentre “Mafia Capitale” mi pare solo un centinaio di milioni, che in termini temporali, qualche anno il “mondo di mezzo” di Carminati-Buzzi, addirittura dal 1984 – anno di definizione per legge della concessione unica al Consorzio Venezia Nuova per i lavori di salvaguardia in Laguna. Inoltre oggetto del ladrocinio per Roma sono gli appalti su verde pubblico, assistenza agli immigrati e campi Rom, mentre per Venezia l’imposizione di una grande opera inutile e ambientalmente devastante.

Ora il Tribunale di Roma ha condannato a pene pesantissime gli imputati per corruzione ed altri reati, ma non ha riconosciuto l’associazione mafiosa, individuando però due associazioni a delinquere contigue che si sono spartite, con l’appoggio di personaggi politici in modo bipartisan, sia di centrodestra che di centrosinistra (come per il Mose), appalti e subappalti del Comune di Roma.
A Venezia invece sta proseguendo il processo agli unici 8 imputati che non hanno patteggiato pene ridicole, in cambio di qualche spicciolo di risarcimento (rispetto all’entità del maltolto) e sempre con la spada di Damocle della prescrizione.

Ora ci chiediamo perché la Magistratura (i cui PM hanno indagato in modo encomiabile, pur in ritardo) non abbia imputato i reati associativi. Non dico associazione di stampo mafioso (anche se alcuni episodi pongono alcuni dubbi: dai legami con alcuni servizi segreti, all’invito a Baita in carcere – prima che cominciasse a parlare – da parte degli avvocati del Consorzio a sottoporsi ad una delicata operazione al cuore – di cui non aveva bisogno), ma almeno per associazione a delinquere.
L’inchiesta ha dimostrato che c’era una vera e propria cupola, costituita da Mazzacurati e i manager delle “grandi” imprese del CVN e delle “piccole” delle cooperative di tutti i colori, che si divideva lavori e dazioni da pagare a tecnici e politici più o meno eccellenti. Lo scopo non era ottenere appalti, visto la concessione unica, ma far ottenere tutti i via libera ad un progetto sbagliato e ultra costoso e senza il confronto con altri (gli ingegner Di Tella, Vielmo e Sebastiani progettisti della “paratoia a gravità” sono stati pure portati in Tribunale per diffamazione dal CVN).

La gestione politica del caso Mose invece, da parte dell’ex procuratore generale C. Nordio (ora in pensione) è stata che “il Mose è la più grande opera di ingegneria ambientale al Mondo, ma c’è stata qualche mela marcia” (conferenza stampa del 4 giugno 2014, subito dopo la grande retata).
Ricordo, nel dicembre 2014, alla presentazione del libro dei giornalisti del Gazzettino G. Amadori e M. Dianese “Mose: la grande retata”, una domanda “cattiva” della prof. Zitelli al giudice Nordio appunto, sul perché non fossero stati imputati reati associativi e la non risposta di Nordio, che si è appellato al silenzio per una inchiesta ancora in corso.

Non sono certo competente in questioni giudiziarie, ma presumo che se ci fosse stata l’imputazione di associazione a delinquere (che di solito non negano neppure ad una banda di rubagalline) di certo la “prescrizione” sarebbe stata più in là nel tempo, con la possibilità di un processo sull’intera vicenda della salvaguardia, con l’emergere dei veri motivi dello scandalo Mose: un progetto sbagliato che si sta rivelando e si rivelerà un grande bidone (così come emerge dal libro “Il Mose salverà Venezia? dei succitati ingegneri delle “paratoie a gravità”, che invito a leggere – si trova ancora su Amazon).

E invece sta continuando tutto come prima, con lavori che proseguono senza quella verifica tecnico-scientifica sul progetto che le associazioni ambientaliste chiedevano, con la permanenza della concessione unica – a parte qualche appalto che in passato la Comunità Europea aveva imposto – e pure degli oneri di concessione al 12%, una maggiorazione su tutti i lavori, una vera e propria tangente legalizzata.
Le associazioni ambientaliste non sono state neppure riconosciute parte civile al processo: secondo il Tribunale si trattava di corruzione e non di reati ambientali.
Credo che con l’approssimarsi della fine del processo Mose – ai primi di settembre – si debba cercare di far emergere questo punto di vista, magari con mobilitazione con presenza in Tribunale il giorno della sentenza.
Scadenza che tra l’altro potrebbe essere in preparazione e in avvicinamento delle giornate internazionali del 23 e 24 settembre. Del resto Mose, salvaguardia della laguna e grandi navi sono questioni strettamente collegate e sulla vicenda delle grandi navi stiamo assistendo a giochi e giochetti poco trasparenti che ricordano la vicenda Mose (*).

Venezia, 22 luglio 2017

Stefano Micheletti per l’associazione AmbienteVenezia

(*) Vedi sul Gazzettino del 19 luglio: Grandi navi l’idea, in linea con la volontà del Comune, illustrata a Musolino Marghera porto per i colossi delle crociere.


E’ stato presentato a Musolino l’intento di elaborare il progetto di D’Agostino per Marghera; proponente una nuova ATI tra Technital, Net Engineerig, Fm ex Favero & Milan, ED di Roberto D’Agostino. Se non sbaglio Technital è il progettista del Mose e Net Engineering è un altro studio ingegneristico di riferimento dell’ex (?) sistema Galan.

sabato 26 ottobre 2019

La bufala sui cambiamenti climatici aumenta man mano che la nuove ricerche scientifiche scoprono che l'attività umana ha un impatto praticamente nullo sulle temperature globali



La bufala del cambiamento climatico è caduta. È stata appena pubblicata una serie devastante di articoli di ricerca, che rivelano che l'attività umana non può rappresentare per niente più di un aumento di 0,01° C delle temperature globali, il che significa che tutte le attività umane prese di mira dai radicali allarmisti sui cambiamenti climatici: motori a combustione, voli aerei, trattori diesel - non ha praticamente alcun impatto misurabile sulla temperatura del pianeta.


Gli scienziati finlandesi hanno guidato la ricerca, pubblicando un documento intitolato "Nessuna prova sperimentale per il significativo cambiamento climatico antropogenico".


Il documento spiega che l'analisi IPCC delle temperature globali soffre di un errore evidente - vale a dire, la mancata spiegazione delle "influenze della bassa copertura nuvolosa" e di come influisce sulle temperature globali. Le variazioni naturali della copertura nuvolosa bassa, che sono fortemente influenzate dalla capacità della radiazione cosmica di penetrare nell'atmosfera terrestre a causa delle variazioni nella forza della magnetosfera del nostro pianeta, spiegano quasi tutti i cambiamenti della temperatura globale, spiegano i ricercatori.


Come rivela questo grafico, una maggiore copertura nuvolosa è inversamente proporzionale alla temperatura. In altre parole, le nuvole proteggono la superficie della Terra dal sole, fornendo il raffreddamento della copertura dell'ombra , mentre una mancanza di nuvole provoca un maggiore riscaldamento:


La copertura nuvolosa dei cieli rappresenta i veri cambiamenti delle temperature globali


Ciò è ulteriormente supportato dai ricercatori dell'Università di Kobe in Giappone che hanno pubblicato un articolo quasi simultaneo che rivela come i cambiamenti nel campo magnetico del nostro pianeta regolano l'intensità della radiazione solare che raggiunge l'atmosfera inferiore, causando la formazione di nuvole che alterano le temperature globali.




Le registrazioni delle variazioni climatiche su scala suborbitale durante gli ultimi periodi glaciali e olocenici possono essere utilizzate per chiarire i meccanismi di rapidi cambiamenti climatici ... Almeno un evento è stato associato a una diminuzione dell'intensità del campo magnetico terrestre. Pertanto, i registri climatici dell'interglaciale MIS 19 possono essere utilizzati per chiarire i meccanismi di una varietà di cambiamenti climatici, compreso testare l'effetto dei cambiamenti nella forza del campo di dipolo geomagnetico sul clima attraverso la formazione di nubi indotta da raggi cosmici galattici (GCR) ...

In effetti, i raggi cosmici che sono normalmente deviati attraverso la magnetosfera sono, in periodi di campi magnetici deboli o mutevoli che emana la Terra, in grado di penetrare ulteriormente nell'atmosfera terrestre, causando la formazione di nuvole di basso livello che ricoprono la terra in una specie di "effetto ombrello" che oscura la terra dal sole, consentendo il raffreddamento. Ma la mancanza di nuvole rende la superficie più calda, come ci si aspetterebbe. Questo fenomeno naturale è ora documentato come il motore principale delle temperature globali e del clima , non dell'attività umana.


Brucia tutto il petrolio che vuoi, in altre parole, ed è ancora solo una goccia nel secchio rispetto al potere del sole e ad altre influenze cosmiche. Tutti i consumi di combustibili fossili nel mondo contribuiscono a malapena alle effettive temperature globali, hanno confermato i ricercatori.

Come spiegano, i modelli climatici dell'IPCC stanno sovrastimando selvaggiamente l'influenza dell'anidride carbonica sulle temperature globali:


... i modelli [IPCC] non riescono a derivare le influenze della bassa frazione di copertura nuvolosa sulla temperatura globale. Un componente naturale troppo piccolo si traduce in una porzione troppo grande per il contributo dei gas serra come l'anidride carbonica. Ecco perché J. KAUPPINEN E P. MALMI IPCC rappresentano la sensibilità climatica di un ordine di grandezza più grande della nostra sensibilità di 0,24° C. Poiché la parte antropogenica nell'aumento di CO2 è inferiore al 10%, non abbiamo praticamente alcun cambiamento climatico antropogenico. Le nuvole basse controllano principalmente la temperatura globale.

L'intera bufala del "cambiamento climatico" è una frode

L'anidride carbonica , in altre parole, non è l '"inquinante" che gli allarmisti dei cambiamenti climatici hanno da tempo affermato di essere. La CO2 non distruggerà il pianeta e non ha praticamente alcun effetto sulle temperature globali (la stima dell'IPCC sul suo effetto è, secondo i ricercatori finlandesi, circa un ordine di grandezza troppo grande, o dieci volte la quantità effettiva).


In effetti, la NASA è stata costretta ad ammettere di recente che l' anidride carbonica sta ri-inverdendo la Terra su vasta scala sostenendo la crescita di foreste pluviali, alberi e praterie. Vedi queste mappe che mostrano l'aumento della vita delle piante verdi, grazie all'aumento di CO2:




È importante sottolineare che la riduzione del nostro consumo globale di combustibili fossili non avrà praticamente alcun impatto sulle temperature globali . Il governatore di gran lunga più grande del clima e delle temperature è la forza e la configurazione della magnetosfera terrestre, che è sempre stata in flusso sin dalla formazione del pianeta miliardi di anni fa. Più debole è la magnetosfera, più raggi cosmici penetrano nell'atmosfera, provocando la generazione di nuvole, che proteggono la superficie del pianeta dal sole. Pertanto, una magnetosfera più debole provoca il raffreddamento globale, mentre una magnetosfera più forte provoca il riscaldamento globale, secondo questa ricerca. Questo fenomeno è chiamato "Effetto Svensmark".




Ciò suggerisce che l'aumento dei raggi cosmici è stato accompagnato da un aumento della copertura delle nuvole basse, l'effetto ombrello delle nuvole ha raffreddato il continente e che l'alta pressione atmosferica siberiana è diventata più forte. Aggiunta ad altri fenomeni durante l'inversione geomagnetica - evidenza di un calo di temperatura medio annuo di 2-3 gradi Celsius e di un aumento delle gamme di temperatura annuali dal sedimento nella baia di Osaka - questa nuova scoperta sui monsoni invernali fornisce ulteriori prove che i cambiamenti climatici sono causati dall'effetto ombrello nuvola.
La "guerra al carbonio" deriva dalla pura stupidità, arroganza e analfabetismo scientifico

L'estremo allarmismo dei pazzi per i cambiamenti climatici - meglio personificato dall'insistenza di Alexandria Ocasio-Cortez sul fatto che l' umanità sarà distrutta in 12 anni se non smettiamo di bruciare combustibili fossili - si basa tutto solo sulla paura della propaganda dei media e della scienza falsa. (L'IPCC e il NOAA hanno entrambi i dati sulla temperatura di routine per cercare di creare una "tendenza" di riscaldamento dove non esiste.)


È tutta una frode massiccia e coordinata e i media mainstream deliberatamente mentono al pubblico sui cambiamenti climatici per spingere schemi di mercato non-libero che distruggerebbero l'economia americana mentre trasferiscono letteralmente trilioni di miliardi di dollari nelle tasche dei ricchi globalisti come parte di una "imposta sul carbonio".

Eppure il carbonio non è affatto il problema. E la "guerra al carbonio" è una politica stupida e insensata creata da idioti, dato che gli umani sono forme di vita basate sul carbonio, il che significa che ogni "guerra al carbonio" è una guerra all'umanità.



Vedi altri articoli di ricerca di Jyrki Kauppinen 

martedì 8 ottobre 2019

RISCALDATORI IONOSFERICI – UN SISTEMA DI ARMAMENTI CON EFFETTI DEVASTANTI SUL CLIMA


Tour HAARP and the Ionospheric Heaters worldwide 3D Map & Details


E' QUESTO IL "RISCALDAMENTO" GLOBALE DI CUI PARLA GRETA? IL RISCALDAMENTO GLOBALE MILITARMENTE CAUSATO NON E' MAI STATO NEANCHE PAVENTATO DALLA RAGAZZINA DI 16 ANNI CON PROBLEMI DI SALUTE CHE NULLA PUO' SAPERE DI TUTTO QUESTO.... 

HAARP – Un sistema di armamenti con effetti devastanti sul clima
Nel 1999 il parlamento europeo pubblica una relazione sull’ambiente preoccupato per l’utilizzo delle risorse militari (in particolare del sistema HAARP) che arrecano danni irreparabili all’ambiente. La prima parte espone i rischi e pericoli dell’utilizzo di tale sistema di manipolazione climatica. La seconda parte propone una risoluzione al problema, rimasta ancora senza alcuna risposta.



RELAZIONE DEL 1999 DEL PARLAMENTO EUROPEO SU H.A.A.R.P:



RELAZIONE

14 gennaio 1999
PE 227.710/def. A4-0005/99
sull’ambiente, la sicurezza e la politica estera
Relatore per parere: (Procedura “Hughes”)
on. Olsson, commissione per la protezione dell’ambiente, la sanità pubblica e la tutela dei consumatori
Commissione per gli affari esteri, la sicurezza e la politica di difesa
Relatrice: on. Maj Britt Theorin

Nella seduta del 13 luglio 1995 il Presidente del Parlamento ha comunicato di aver deferito la proposta di risoluzione della on. Rehn Rouva sull’uso potenziale delle risorse di carattere militare per le strategie ambientali, presentata in conformità dell’articolo 45 del regolamento, alla commissione per gli affari esteri, la sicurezza e la politica di difesa per l’esame di merito e, per parere, alla commissione per per la protezione dell’ambiente, la sanità pubblica e la tutela dei consumatori.

Nel 1999 il parlamento europeo pubblica una relazione sull’ambiente preoccupato per l’utilizzo delle risorse militari (in particolare del sistema HAARP) che arrecano danni irreparabili all’ambiente. La prima parte espone i rischi e pericoli dell’utilizzo di tale sistema di manipolazione climatica. La seconda parte propone una risoluzione al problema, rimasta ancora senza alcuna risposta.

ESTRATTO:

HAARP – Un sistema di armamenti con effetti devastanti sul clima

Il 5 febbraio 1998 la sottocommissione “Sicurezza e disarmo” del Parlamento europeo tenne un’audizione in cui si parlò anche di HAARP. Benché invitati, i rappresentanti della NATO e degli USA preferirono non partecipare. La commissione deplora che gli USA non abbiano inviato nessuno all’audizione e non abbiano approfittato dell’occasione per commentare il materiale presentato(22).

HAARP, il programma di ricerca sulle radiazioni ad alta frequenza (High Frequency Active Auroral Research Project) è condotto congiuntamente dall’aeronautica militare e dalla marina militare americane e dall’Istituto di geofisica dell’Università dell’Alaska di Fairbanks. Progetti analoghi vengono condotti addirittura in Norvegia, probabilmente in Antartide, ma anche nell’ex Unione Sovietica(23). HAARP è un progetto di ricerca in cui, attraverso impianti basati a terra e una serie di antenne, ciascuna alimentata da un proprio trasmettitore, si riscaldano con potenti onde radio parti della ionosfera(24). L’energia così generata riscalda talune parti della ionosfera provocando buchi e lenti artificiali.

Lo HAARP può essere impiegato per molti scopi. Manipolando le proprietà elettriche dell’atmosfera si diventa in grado di porre sotto controllo forze immani. Facendovi ricorso quale arma militare, le conseguenze potrebbero essere devastanti per il nemico. Attraverso HAARP è possibile convogliare in una zona prestabilita energia milioni di volte più intensa di quella che sarebbe possibile inviare con qualsiasi altro trasmettitore tradizionale. L’energia può anche essere indirizzata verso un obiettivo mobile, per cui si potrebbe applicare anche contro i missili del nemico.

Il progetto consente anche di migliorare le comunicazioni con i sommergibili e di manipolare la situazione meteorologica globale. Ma è possibile anche il contrario, cioè disturbare le comunicazioni. Manipolando la ionosfera è possibile ostacolare le comunicazioni globali facendo però arrivare a destinazione le proprie. Un’altra applicazione del sistema è quella di scandagliare a raggi X la terra per vari chilometri di profondità (con un’apposita tomografia a effetto penetrante) per esplorare campi di petrolio e di gas, ma anche attrezzature militari sotterranee. Radar in grado di vedere oltre l’orizzonte e di definire gli oggetti a grande distanza sono un’altra delle applicazioni del sistema HAARP. Ciò consente di individuare gli oggetti in arrivo da dietro la curvatura del pianeta.

A partire dagli anni ’50 gli Stati Uniti hanno effettuato esplosioni di materiale nucleare nelle fasce di Van Allen(25) per sondare gli effetti delle esplosioni atomiche ad un’altezza così elevata sulle trasmissioni radio e le operazioni radar in virtù dell’intenso impulso elettromagnetico scatenato dalle deflagrazioni. Esse crearono nuove fasce di radiazione magnetica comprendenti quasi tutta la terra. Gli elettroni correvano lungo linee di campo magnetiche creando un’aurora boreale artificiale sopra il Polo Nord. Con questi test militari si rischia seriamente di danneggiare per molto tempo la fascia di Van Allen. Il campo magnetico terrestre può essere distrutto in vaste aree impedendo le comunicazioni via radio. Secondo scienziati americani ci vorranno probabilmente molte centinaia di anni prima che la fascia di Van Allen si stabilizzi nella sua posizione normale. Il sistema HAARP può provocare mutamenti delle costanti meteorologiche. Esso può anche influenzare tutto l’ecosistema, soprattutto nella sensibile area antartica.

Un’ulteriore seria conseguenza del sistema HAARP sono i buchi ionosferici causati dalle potenti onde radio inviate. La ionosfera ci protegge dalle radiazioni provenienti dal cosmo. Si spera che i buchi giungano a riempirsi nuovamente, ma le esperienze compiute con i mutamenti dello strato di ozono puntano in direzione contraria. Ciò significa che esistono buchi non indifferenti nella fascia protettiva della ionosfera.

A causa delle sue notevoli ripercussioni sull’ambiente, HAARP è una questione che riguarda tutto il mondo e bisogna anche chiedersi se i vantaggi di sistemi del genere controbilancino effettivamente i rischi. Le conseguenze ecologiche ed etiche vanno analizzate approfonditamente prima di qualsiasi altra ricerca e sperimentazione. HAARP è un progetto quasi totalmente sconosciuto all’opinione pubblica, ed è importante aumentare la consapevolezza di quest’ultima in proposito.

HAARP è il proseguimento di cinquant’anni di ricerca spaziale intensiva di chiaro stampo militare, portata avanti anche nel quadro delle “guerre stellari” per il controllo delle fasce più alte dell’atmosfera e delle comunicazioni. Tale ricerca va considerata seriamente nociva per l’ambiente, con conseguenze incalcolabili per la vita umana. Nessuno è oggi in grado di dire con sicurezza quali possono essere le conseguenze di HAARP. La cultura della segretezza nell’ambito della ricerca militare dev’essere combattuta. E’ necessario promuovere il diritto alla trasparenza e alla verifica democratica dei progetti di ricerca militari, come pure il controllo parlamentare.

Tutta una serie di atti normativi internazionali (“Convenzione sul divieto dell’utilizzo a scopi militari o ad altri scopi ostili delle tecniche di modificazione dell’ambiente”, “The Antarctic Treaty”, “Trattato recante principî per il comportamento degli Stati nell’esplorazione dello spazio esterno, compresi la luna e gli altri corpi celesti” e la Convenzione dell’ONU sulle leggi del mare) fanno risultare HAARP assai dubbio non soltanto dal punto di vista umano e politico, ma anche da quello giuridico. Il trattato sull’Antartide prevede che l’Antartide possa essere utilizzata unicamente a scopi pacifici(26). Ciò potrebbe anche significare che HAARP rappresenta una violazione del diritto internazionale. Tutte le conseguenze dei nuovi sistemi di armamenti devono essere valutate da organismi internazionali indipendenti. Vanno inoltre elaborati altri accordi internazionali tesi a proteggere l’ambiente da inutili devastazioni in caso di guerra.

CONCLUSIONI

11. considera il sistema militare USA di manipolazione ionosferica, HAARP, con base in Alaska – che è solo una parte dello sviluppo e dell’impiego di armi elettromagnetiche ai fini della sicurezza sia interna che esterna – un esempio della più grave minaccia militare emergente per l’ambiente globale e la salute umana, dato che esso cerca di manipolare a scopi militari la sezione della biosfera altamente sensibile ed energetica, mentre tutte le sue conseguenze non sono chiare; invita inoltre la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri ad esercitare pressioni sui governi degli Stati Uniti, della Russia e di qualsiasi altro Stato impegnati in tali attività affinché vi pongano fine e si giunga ad una convenzione globale contro questo tipo di armi;

12. chiede in particolare una convenzione internazionale per una messa al bando globale di tutte le ricerche e di tutti gli sviluppi, sia militari che civili, volti ad applicare le conoscenze del funzionamento del cervello umano nel settore chimico, elettrico delle vibrazioni sonore o altro allo sviluppo di armi che possono consentire qualsiasi forma di manipolazione degli esseri umani, ivi compreso un divieto di qualsiasi impiego reale o possibile di tali sistemi. http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+REPORT+A4-1999-0005+0+DOC+XML+V0//IT



mercoledì 25 settembre 2019

NOTIZIA CLAMOROSA: esperimento di geoingegneria globale (scie chimiche) promosso da Bill Gates finanziato anche dalla Fondazione Alfred P. Sloan legata ai nazisti, all'eugenetica e allo spopolamento



I media mainstream stanno spingendo apertamente la geoingegneria e le scie chimiche come soluzione per il cosiddetto "riscaldamento globale", che ovviamente è una bufala completa per cominciare. La rete di propaganda globalista CNBC ha appena pubblicato un nuovo video (vedi sotto) che è un palese informatore per le scie chimiche, propagandando i benefici dell'inquinamento dei cieli con carbonato di calcio e anidride solforosa, due inquinanti che devasterebbero la vita sulla Terra. Matt Agorist di The Free Thought Project ha pubblicato un articolo informativo .

Il progetto si chiama SCoPEx è stato ideato da chi è a favore dell'eugenetica e dagli spacciatori di spopolamento ai massimi livelli del governo e del mondo accademico. È finanziato e approvato da Bill Gates, ad esempio, che chiede apertamente di ridurre la popolazione umana di miliardi. Ne abbiamo ampiamente discusso su Natural News, avvertendo come Bill Gates stia finanziando un piano per realizzare il genocidio planetario .

Come spiego nei video su OblivionAgenda.com , questo progetto SCoPEx inquinerebbe i cieli di tutto il pianeta, oscurerebbe il sole, comprometterebbe la fotosintesi e porterebbe al collasso della biosfera globale . Ciò, naturalmente, porterebbe alla fame di massa in tutto il mondo man mano che le colture alimentari falliscono e la carestia inizia. Questo è l'obiettivo del progetto, tra l'altro, non un effetto collaterale indesiderato.
La stessa Alfred P. Sloan Foundation che censurava la verità sui vaccini ha finanziato anche il progetto SCoPEx per commettere un genocidio planetario

Nel video, mostrato di seguito tramite YouTube, sono elencate le organizzazioni no profit coinvolte nel finanziamento di questo progetto SCoPEx. Tra quelli che finanziano il progetto, nientemeno che la Fondazione Alfred P. Sloan.





Devi familiarizzare con questo nome, perché Alfred P. Sloan ha cercato a lungo di compiere l'omicidio di massa di esseri umani. Come pubblicato su NaturalNews.com nel 2016 :

L'industriale Alfred P. Sloan, a capo della General Motors, era un collaboratore nazista e ardente ammiratore di Hitler. L'odio di Sloan per i neri era intenso quasi quanto il suo odio per gli ebrei. Aveva una stretta connessione con il movimento eugenetico che alla fine divenne il Progetto Genoma Umano. La Fondazione Sloan, insieme al nesso Rockefeller, nutriva un interesse di vecchia data nella riduzione della popolazione, compreso il loro coinvolgimento con l'introduzione di nuovi misteriosi vaccini insieme all'Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha una politica dichiarata di riduzione della popolazione, come chiaramente indicato in Ordine del giorno 21.

Fu anche la Alfred P. Sloan Foundation a fare pressioni sul Tribeca Film Institute per censurare il film VAXXED , che espone la verità su vaccini e infertilità, aborti spontanei e danni intenzionali a bambini e adulti con sostanze tossiche aggiunte ai vaccini. Sloan e l'OMS sono stati ripetutamente collegati a vaccini arricchiti con HCG, una sostanza chimica per l'infertilità.
Ristampato anche su Natural News:

Questa apparentemente altruistica Sloan Foundation ha anche finanziato il Community Blood Council of Greater New York, Inc., che ha permesso a più di 10.000 emofiliaci e innumerevoli altri di essere mortalmente infettati da HIV / AIDS. Inoltre, Sloan Foundation deteneva 24.000-53.000 azioni emesse da Merck and Co., il cui presidente George W. Merck era direttore dell'industria americana delle armi biologiche e i cui vaccini contro l'epatite C e la poliomielite sono stati sospettati di trasmettere AIDS; e chissà cos'altro.

La Sloan Foundation è attualmente guidata da un globalista tale Paul Joskow, membro del Council on Foreign Relations (CFR), un gruppo di élite globale con legami profondi con l'avvocato dello spopolamento Bill Gates, che assegna anche grandi sovvenzioni a numerosi siti Web che accettano di pubblicare pro propaganda vaccinale.

Quindi ora conosci la verità sul progetto SCoPEx, che farà cadere enormi quantità di piombo - metallo pesante - sui raccolti, sui suoli e sugli oceani del mondo. Questo progetto non è altro che il genocidio di massa dell'umanità, finanziato da Bill Gates e 14 fondazioni senza scopo di lucro come elencate qui:


J. Baker Foundation
The Blue Marble Fund
OW Caspersen Foundation
Thw Crows Nest Foundation
The William and Flora Hewlett Foundation
Constance C. e Linwood A. Lacy Jr. Foundation
Open Philanthropy Project
Pritzker Innovation Fund
Ronin Private Investments LLC
The Alfred P. Sloan Foundation
The Tansy Foundation
Teza Technologies LLC
VoLo Foundation
Il Weatherhead Center for International Affairs


Guarda il video sulle scie chimiche di CNBC, che ora ammette apertamente di voler inquinare i cieli, proprio come ti abbiamo avvertito da anni. Ecco perché abbiamo lanciato Terraforming.news e Geoengineering.news . Questo è peggio mille volte Adolf Hitler in termini di genocidio in corso qui (miliardi di persone moriranno, che è l'obiettivo).

Guarda e condividi:



Ora sai perché devono cercare disperatamente di etichettare Natural News come "fake news" o "cospirazione". Perché la cospirazione di ieri è il progetto scientifico di Harvard di oggi finanziato da sostenitori dell'eugenetica che vogliono uccidere sei miliardi di persone (o più). Solo due anni fa, le "scie chimiche" sono state derise come una teoria della cospirazione. Ora CNBC sta eseguendo pezzi di sfoglia promuovendolo!

La vera agenda è l'annientamento del genere umano. Questo è il motivo per cui abbiamo lanciato OblivionAgenda.com per spiegare la verità sull'agenda globalista per distruggere l'umanità. Non è più fantascienza; è un fatto scientifico.

martedì 17 settembre 2019

Così l'Europa ha rinunciato a SALVARE LE API!



STIAMO DISTRUGGENDO IL PIANETA CON L'UNIONE EUROPEA COME SPONSOR!



Non ci sarà tregua per le api.
L'Unione europea ha deciso di ignorare i consigli dei propri esperti
e della più ampia comunità scientifica per fermare il declino di tali insetti...
Nel cuore dell'estate, il 17 luglio scorso,
ha rinunciato a salvare subito questi impollinatori.
(Le Monde, 27 agosto 2019, QUI).


Sebirblu, 11 settembre 2019


Ho riproposto l'articolo precedente (QUI) per dar modo a tutti coloro che volessero documentarsi sull'importanza massima della vita delle api ‒ che sono in stretto rapporto con la sopravvivenza umana e la sua alimentazione ‒ di prendere coscienza di quanto siano preziose per noi e per l'intero ambiente circostante.


L'incremento massiccio della loro sparizione è dovuto principalmente all'irrorazione insensata, avida e funesta delle più potenti multinazionali del pianeta che, presiedute dall'oligarchia occulta, proseguono imperterrite a "seminare morte" pur di soddisfare i loro cinici interessi.


L'inchiesta condotta da un prestigioso giornalista francese, Stéphane Foucart, autore di diversi testi scientifici (QUI e QUI due interessanti saggi in italiano; ndt) ha portato alla luce il modo in cui i grandi colossi dell'industria agrochimica avvelenano le colture e l'habitat del mondo, mettendo a rischio l'incolumità del genere umano e raggirando tutti: media, governi ed esperti!


Vincent Lucchese è l'autore della relazione che segue. Egli sintetizza molto bene l'opera investigativa condotta da Foucart ed esposta sul suo ultimo libro "E il mondo divenne silenzioso".

Reminiscenza archeologica dell'Angelus di Jean François Millet (cfr. QUI)


Come l'agrochimica distrugge la biodiversità e manipola la scienza


Da trent'anni gli insetti spariscono ad una velocità siderale. Il disastro in corso è stato codificato da uno studio apparso nell'ottobre 2017 nella rivista PLoS One, evidenziando un declino in aree protette tedesche del 76% di insetti volanti in soli 27 anni.


I ricercatori stimano che l'ordine di grandezza è lo stesso nel resto dell'Europa occidentale. Nell'insieme del mondo, pressoché il 40% delle specie d'insetti stanno diminuendo e più del 30% sono sotto minaccia di estinzione, secondo un altro rapporto 2019 presentato in Biological Conservation.


Una pletora di ricerche locali conferma questa tendenza, con una caduta del 70% di farfalle pratensi in Olanda; l'85% di coleotteri in Francia, senza parlare del continuo allarme degli apicultori sull'estinzione esponenziale delle api domestiche.


Tale catastrofe ecologica, già allarmante in sé, lo è ancor di più per l'insieme degli ecosistemi che dipendono da questi insetti, come dimostra la scomparsa di un terzo degli uccelli dalle campagne francesi in appena quindici anni.


È preoccupante altresì per le attività umane, poiché i ¾ delle principali colture alimentari che occupano più di un terzo delle aree agricole mondiali dipendono dagli insetti impollinatori in agonia.


Non solo, ma è anche scandaloso perché la causa maggiore di questa grandissima sparizione è conosciuta, almeno dagli specialisti del settore.


Si tratta di un certo tipo particolarmente devastante di insetticidi, detti sistemici, che invadono il mercato e i campi sin dagli anni '90, ossia l'epoca in cui è iniziata la morìa degli invertebrati.






I venditori di queste sostanze velenose, cioè i "néonicotinoidi e il fipronil", hanno condotto per più di vent'anni gigantesche campagne di manipolazione dell'opinione pubblica, delle politiche e della ricerca per continuare a vendere i loro prodotti.


Hanno appiccato incendi, influenzato, corrotto e addirittura minacciato i ricercatori, infiltrandosi nelle agenzie di regolamentazione «fino a riuscire in tale straordinario "tour de force" a farci dimenticare che gli insetticidi... uccidono gli insetti», scrive Stéphane Foucart.


Nel suo libro-inchiesta "E il mondo divenne silenzioso", il giornalista di "Le Monde" ha analizzato le strategie del'industria agrochimica per evitare ogni messa al bando dei suoi lucrativi "néonicotinoidi e fipronil".


Lo strapotere della lobby agrochimica è nota. I "Monsanto Papers" (i documenti della Monsanto) hanno già ampiamente dimostrato la sua forza d'attacco.


Nondimeno, l'analisi di Foucart è una lettura molto preziosa, indispensabile per comprendere da quali fattori sottili il grande pubblico, i media, la classe politica e persino diversi scienziati hanno potuto e possono essere ancora vittime di uno stravolgimento dei fatti e di un'alterazione del loro giudizio a profitto degli interessi privati.


Al di là delle semplici correlazioni tra l'impiego di queste sostanze e l'improvviso crollo delle popolazioni di api o di farfalle nelle zone corrispondenti, il libro enumera i diversi studi che mostrano l'impatto potenzialmente mortale dei suddetti pesticidi sugli insetti: sia che vengano sottoposti a livelli d'esposizione immediata in dosi letali misurate nei campi, o ad una irrorazione cronica in piccole quantità, ma capaci di uccidere un'ape in soli otto giorni.







"Sono sufficienti solo alcuni miliardesimi di grammo d'imidaclopride per uccidere immediatamente un'ape bottinatrice (raccoglitrice di polline; ampia e approfondita documentazione QUI; ndt), ma lo stesso risultato si ottiene con pochi picogrammi (millesimi di miliardesimo di grammo) somministrati pressoché ogni giorno per una settimana!" ‒ dice il giornalista.


Ora, soltanto nell'anno 2010, sono state utilizzate nel mondo 20.000 tonnellate di questo veleno, senza parlare dei néonicotinoidi.


Particolarmente nocivi, i pesticidi sistemici sono anche quelli più soggetti ad entrare in contatto con gli insetti; contrariamente ad altri prodotti che rimangono sulla foglia irrorata, i sistemici si diffondono su tutta la pianta, dalle radici al fiore, fino al polline e al nettare. Essi inoltre sono estremamente persistenti nell'habitat, vi permangono per diversi mesi.


E i metodi applicativi, specialmente quello più praticato di polverizzarli rivestendone i semi prima della semina (detto concia, ved. foto; ndt), ne favorisce la dispersione in tutto l'ambiente: terre, corsi d'acqua, fiori selvatici, colture biologiche... Così, i prodotti tossici per invertebrati si possono rintracciare ovunque!








Dall'inizio degli anni 2000, i fatti sono ben noti e comprovati, ribadisce Stéphane Foucart: i néonicotinoidi e il fipronil sono mortali per gli insetti e lo sono anche a dosi infinitesimali, perché distruggono il loro sistema nervoso, li disorientano rendendoli incapaci di ritornare all'alveare o di alimentarsi; indeboliscono pure il loro sistema immunitario esponendoli all'attacco di malattie e parassiti letali.


Come hanno potuto, dunque, gli industriali continuare a vendere questi prodotti? "Ispirandosi a strategie utilizzate dall'industria del tabacco", risponde il giornalista. Piuttosto che opporsi alla scienza, si è trattato di impiegarla ai propri fini. Così l'agrochimica ha finanziato moltissime ricerche con un leitmotiv (= ritornello; ndt), ossia suscitare dubbi là dove i fatti erano a priori già limpidi.


Poco importa che gli studi siano viziati o disonesti, i politici e i giornalisti hanno solo il tempo di leggere i sunti finali. Ed anche se altri ricercatori ne criticano a posteriori i risultati, la conclusione sarà che l'argomento "crea dibattito", che "non v'è consenso" e che, di conseguenza, necessitano altre verifiche. E mentre la disputa si impantana, le vendite esplodono.


I "mercanti del dubbio" non hanno forzatamente bisogno di fomentare della cattiva scienza. È sufficiente talvolta finanziare molto di più le ricerche sulle cause reali ma minori della caduta degli insetti, non imputabili ai pesticidi, per nascondere la loro responsabilità.


Proprio come l'enorme profusione di lavoro sui legami tra genetica, inquinamento atmosferico e cancro ai polmoni è riuscita da tempo a nascondere le responsabilità delle multinazionali sul tabacco, così l'agrochimica insiste oggi sul lato multiforme del declino degli insetti, sul ruolo delle malattie, del riscaldamento planetario e sulla scomparsa del loro habitat naturale.


Gli scienziati, troppo contenti di trovare finanziamenti che così spesso mancano, possono così in buona fede lavorare sulla loro specializzazione, ad esempio sulla 'varroa' (parassita dell'ape realmente problematico) senza essere consapevoli di partecipare ad una vasta strategia di diversione della lobby agrochimica.





Molti altri ricercatori, meno scrupolosi, rasentano tentativi di corruzione più o meno diretti. Il libro di Stéphane Foucart è saturo di aneddoti dal profumo scandalistico: un certo studioso entra a far parte del direttivo dell'agrochimica DuPont soltanto poco dopo aver pubblicato un rapporto sdoganante i néonicotinoidi; un altro viene assunto dalla Syngenta in una situazione analoga, e via dicendo...


Gli scienziati che continuano ad interessarsi dei gravi disastri procurati dai pesticidi summenzionati subiscono talvolta pressioni dalla loro direzione, minacce di azioni legali da parte delle aziende, o perdono stranamente i loro posti di lavoro insieme ai finanziamenti alcuni mesi dopo.


Ancor più inquietante è il fatto che l'inefficienza degli organi di regolamentazione, riguardante gli insetticidi in questione, emerga chiaramente dalla lettura del libro-inchiesta del giornalista di Le Monde.


Nel 2012, l'EFSA (l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, con sede a Parma) sottolineava le sue stesse carenze nei criteri di valutazione per immettere sul mercato un certo tipo di prodotto.


È una vera e propria "macchinazione" quella che Stéphane Foucart denuncia. Non ha nulla di sorprendente, spiega, perché numerosi istituti di ricerca preposti a definire i test sono per metà composti di impiegati dell'azienda agrochimica e per l'altra metà esperti che saranno "assorbiti" dalla multinazionale medesima.

Senza contare che gli stessi test vengono finanziati o realizzati dai produttori delle sostanze da analizzare. È come chiedere alla Philip Morris di esprimersi dichiarando se il tabacco sia nocivo o no per la salute...


Stéphane Foucart (classe 1973) e il suo ultimo libro.


"Questa prossimità di vedute tra i laboratori di ricerca e le società agrochimiche ‒ né sistematiche, né generalizzate ‒ segnala un preoccupante indebolimento dell'integrità e/o dell'efficacia delle competenze scientifiche" ‒ scrive Foucart.


La carenza di un ente regolatore si nota anche quando quest'ultimo decide di agire: nel 2013 l'Europa votò una moratoria su alcuni néonicotinoidi, corredata però di numerose deroghe, in modo che il loro utilizzo non solo non è mai diminuito ma, al contrario, ha continuato ad aumentare.


I tre principali "veleni" di tale classe (imidaclopride, clothianidine et thiaméthoxame) alla fine sono stati ritirati dal mercato europeo nel 2018, mentre la Francia ne ha bandito tutto l'insieme.


Ma i negoziati europei per rivedere le procedure fallimentari di test riguardanti nuovi prodotti si trovano ora ad un punto morto e sono stati rinviati all'estate 2021.

Le nuove sostanze, per sostituire quelle vietate, hanno quindi tutte le probabilità d'essere altrettanto nocive e di terminare di distruggere la vita selvatica. Perché con gli insetti, rischiano di diventare vittime di questo avvelenamento di massa anche gli uccelli, gli anfibi e i pesci ‒ allerta il giornalista.


Trenta anni fa, avremmo potuto prevenire pure il riscaldamento globale, ha scritto qualche mese fa un altro giornalista, lo statunitense Nathaniel Rich, nel suo libro "Perdere la Terra" (Seuil, 2019).


Gli scienziati, negli anni '80, conoscevano già tutto del problema, ma le lobby dei combustibili fossili sono riuscite perfettamente a creare dubbi e a ritardare la presa di coscienza.


"E il mondo divenne silenzioso" non fa che confermare questa urgenza vitale: liberare la competenza scientifica dal dominio degli interessi industriali, o reclameremo ancora di approfondire la ricerca quando non ci saranno più insetti da osservare.

Traduzione e cura di Sebirblu.blogspot.it


Fonte: usbeketrica.com

mercoledì 11 settembre 2019

Piove, la crosta terrestre si deforma!


L’accumularsi dell’acqua durante periodi piovosi determina deformazioni non trascurabili della crosta terrestre.

Negli anni passati essa ha permesso notevoli progressi nella comprensione dei fenomeni geodinamici dell’area italiana mostrando, per esempio, il progressivo allontanamento tra la costa adriatica e tirrenica ad un tasso di circa 3 mm/anno. La deformazione elastica che si accumula grazie a questo “stiramento” è responsabile della sismicità dell’Appennino e dei recenti terremoti che hanno interessato l’Umbria, le Marche e l’Abruzzo.

In una serie di studi recentemente pubblicati da ricercatori INGV in collaborazione con ricercatori dell’Università di Napoli e Benevento, Istituto Nazionale per la Protezione Ambientale, Dipartimento di Protezione Civile, Scripps Institution of Oceanography e Acquedotto Pugliese SpA, emerge però che i lenti processi tettonici non sono gli unici responsabili della deformazione osservata in Appennino e che la crosta terrestre risponde anche alle sollecitazioni indotte dalla variazione della quantità di acqua presente nei cosiddetti acquiferi carsici. Gli acquiferi carsici sono zone dove le rocce prevalentemente calcaree, per effetto della fratturazione e dell’erosione chimica da parte delle acque piovane, permettono l’infiltrazione e l’immagazzinamento di ingenti quantità d’acqua. In funzione dell’apporto della pioggia e della neve nei mesi autunnali e invernali, questi acquiferi subiscono forti variazioni stagionali del livello della quantità di acqua raccolta. L’Appennino è ricco di questo tipo di acquiferi che, tra l’alto, rivestono un ruolo fondamentale per l’approvvigionamento idrico di alcune metropoli italiane come Roma, Napoli e Bari fornendo acqua di ottima qualità in maniera costante durante l’anno.

L’analisi delle serie temporali delle stazioni GPS ha mostrato come la crosta terrestre vicino ai rilievi calcarei (e quindi agli acquiferi carsici) subisca una deformazione orizzontale correlata con l’entità della quantità di acqua presente negli acquiferi carbonatici. Il meccanismo proposto prevede che l’effetto dell’aumento della pressione esercitata dall’acqua presente (corrispondente ad una significativa ricarica dell’acquifero dovute ad abbondanti piogge o neve) contribuisca ad aprire le fratture determinando così la dilatazione orizzontale della parte più superficiale della crosta osservata alle stazioni GPS. Lungo l’Appennino questo processo modula l’intensità della deformazione tettonica amplificandone gli effetti durante le fasi di ricarica degli acquiferi e riducendone l’intensità durante le fasi di scarsa ricarica in occasione delle annate siccitose.

Schema degli effetti delle deformazioni idrologiche. Nella fase di ricarica degli acquiferi (in alto) la deformazione orizzontale di origine idrologica (frecce divergenti blu) si somma positivamente a quella tettonica (frecce divergenti nere) amplificandone gli effetti e inducendo un aumento della sismicità di bassa magnitude (stelle viola). Nei periodi di siccità (in basso) si verifica una contrazione orizzontale della crosta (frecce convergenti in rosso) di segno opposto a quella tettonica che sfavorisce e riduce la generazione di terremoti.

Lo studio della sismicità in Irpinia, area oggetto di accurato monitoraggio strumentale attraverso la rete ISNET dell’Università Federico II di Napoli, ha mostrato che gli effetti della ricarica degli acquiferi carsici non sono limitati alla deformazione crostale. L’analisi della frequenza di piccoli terremoti (magnitudo compresa tra 1.2 e 3.8 fino a profondità di 12 km) dal 2008 al 2018 ha mostrato, infatti, una correlazione sorprendente tra gli andamenti della sorgente Sanità di Caposele (situata in provincia di Avellino e rappresentativa dello stato di ricarica dell’acquifero carsico) e la sismicità dell’area: quando le portate della sorgente sono più abbondanti si registrano più terremoti. Questa correlazione suggerisce che le deformazioni indotte dalle fasi di ricarica degli acquiferi carsici, inducano sforzi fino a profondità di 5-10 km, di lieve entità ma capaci di influenzare e modulare la frequenza dei piccoli terremoti. L’analisi retrospettiva delle condizioni idrologiche al momento del grande terremoto dell’Irpinia del 23 novembre 1980 (magnitudo 6.9), ha mostrato una serie di annate consecutive particolarmente piovose e un evento eccezionale di pioggia un mese prima del terremoto (500 millimetri di pioggia in pochi giorni). Questi eventi metereologici non sono chiaramente responsabili della sismicità in maniera diretta; possono, però, aver contribuito alla generazione del terremoto sommandosi alla deformazione tettonica accumulatasi nel corso di centinaia di anni, fornendo l’ultima quantità di sforzo necessario per raggiungere il punto di rottura ed innescare il conseguente terremoto. Non è ancora chiaro il ruolo sistematico degli eventi meteorologici nel complesso processo di generazione dei terremoti dell’Appennino ma ulteriori ricerche sono in corso per approfondire questa ipotesi.

Per approfondire:

Borsa, A.A., Agnew D.C., Cayan D.R. (2014), Ongoing drought-induced uplift in the western United States. Science, doi:10.1126/science.1260279.

Silverii, F, D’Agostino N., Borsa A.A., Calcaterra S., Gambino P., Giuliani R., Mattone M. (2019), Transient crustal deformation from karst aquifers hydrology in the Apennines (Italy), Earth and Planetary Science Letters, 506, 23-37, doi:10.1016/j.epsl.2018.10.019. 

D’Agostino N., Silverii F., Amoroso O., Convertito V., Fiorillo F., Ventafridda G. (2018), Crustal deformation and seismicity modulated by groundwater recharge of karst aquifers, Geophysical Research Letters, 45(22), 12253-12262, doi: 10.1029/2018GL079794.

Devoti R., Riguzzi F., Cinti F.R., Ventura G. (2018), Long-term strain oscillations related to the hydrological interaction between aquifers in intra-mountain basins: A case study from Apennines chain (Italy), Earth and Planetary Science Letters, 501, 1-12, doi: 10.1016/j.epsl.2018.08.014.

Le acque radioattive di Fukushima potrebbero finire nel Pacifico



GLI AMICI DI GRETA NON HANNO NULLA DA DIRE IN PROPOSITO? IL MARE DIVENTA SEMPRE PIU' UN'ENORME DISCARICA RADIOATTIVA MA COSA C'ENTRA CON IL FATIDICO "RISCALDAMENTO GLOBALE"? DEL RESTO, IL MARE E' GIA' INQUINATO DAL NUCLEARE A CAUSA DEGLI ESPERIMENTI MILITARI SOTTOMARINI CHE FANNO STRAGE DI ORGANISMI VIVENTI E DI ESSERI UMANI....

Lo ha detto il Ministro dell'Ambiente giapponese, in una dichiarazione poi ridimensionata. La decisione potrebbe essere motivata da motivi di spazio: stipate nei serbatoi della Tepco ci sono oltre un milione di tonnellate di liquido contaminato.


I serbatoi di stoccaggio dell'acqua contaminata presso la centrale di Fukushima Daiichi, in Giappone. L'ipotesi di uno sversamento in mare preoccupa sia la comunità locale di pescatori, sia Paesi vicini come la Corea del Sud.

La Tokyo Electric Power Company Holdings (Tepco), la compagnia giapponese che gestisce la centrale nucleare di Fukushima Daiichi danneggiata dallo tsunami che investì la costa del Tōhoku dopo il terremoto dell'11 marzo 2011, potrebbe dover riversare enormi quantità di acque radioattive nel Pacifico, quando lo spazio di stoccaggio sarà esaurito.


Lo ha dichiarato il Ministro dell'Ambiente giapponese Yoshiaki Harada, durante una conferenza stampa avvenuta a Tokyo martedì 10 settembre. Al momento oltre un milione di tonnellate di acqua contaminata sono conservate in quasi un migliaio di serbatoi attorno alla struttura. Quando lo spazio finirà, «l'unica opzione sarà liberarla in mare e diluirla» ha detto il Ministro, che ha aggiunto: «L'intero governo dovrà discuterne, ma mi piacerebbe offrire la mia semplice opinione».



UN MARE DI PROBLEMI. La Tepco è da anni alle prese con l'accumulo di acqua radioattiva. L'acqua di falda che scorre sotto la struttura si contamina quando entra in contatto con quella usata per impedire che i nuclei danneggiati dei tre reattori fondano. Il governo giapponese ha investito 34,5 miliardi di yen (l'equivalente di 291 milioni di euro) per costruire una barriera ghiacciata sotterranea che impedisca all'acqua di falda di raggiungere i reattori, ma la struttura è riuscita soltanto a ridurre il flusso da 500 a 100 tonnellate al giorno.


Operai della TEPCO vicino ai reattori 3 e 4. Nel 2013 l'azienda ammise che una ridotta quantità di acqua contaminata proveniente dai basamenti degli edifici dei reattori era arrivata fino al mare. | REUTERS/TORU HANAI

TUTTO DA RIFARE. Nel 2018, la Tepco ha ammesso che un sistema che avrebbe dovuto purificare l'acqua dalla maggior parte dei suoi elementi radioattivi non è risultato efficace. L'Advanced Liquid Processing Systems (ALPS) avrebbe dovuto rimuovere tutte le sostanze radioattive tranne il trizio, un isotopo radioattivo dell'idrogeno relativamente poco dannoso che è molto difficile separare dall'acqua. Acqua contaminata con il trizio viene regolarmente rilasciata nell'ambiente dagli impianti nucleari di tutto il mondo.

Incalzata da alcune inchieste giornalistiche, la Tepco ha dovuto tuttavia riconoscere che anche dopo il trattamento in molte delle taniche erano rimaste tracce di stronzio-90 e altri elementi radioattivi, forse perché i materiali assorbenti utilizzati non erano stati cambiati con la dovuta frequenza. L'azienda ha quindi promesso che procederà a una nuova purificazione, se il governo dovesse decidere per l'opzione di liberare l'acqua in mare.





LE SOLUZIONI SUL TAVOLO. Questa sarebbe la soluzione più economica tra quelle finora considerate. Altre possibilità sono l'evaporazione dell'acqua, la "sepoltura" dei serbatoi o lo stoccaggio a lungo termine in taniche praticamente inattaccabili, finché la radioattività del trizio, che ha un'emivita di 12,3 anni, non sarà pari a un millesimo di quella originaria.


La decisione finale spetterà al governo giapponese, che attende il parere di una commissione di esperti per dare istruzioni all'azienda. La dichiarazione di Harada è stata definita dai colleghi un'"opinione personale". Intanto gli esperti avvertono: un altro forte terremoto potrebbe creare crepe nei serbatoi di stoccaggio, con il pericolo di una nuova contaminazione radioattiva.