martedì 28 gennaio 2020

L’esplosione di Betelgeuse e il ritorno di Cristo



QUESTO ARTICOLO DEL 2011 DIMOSTRA COME LA STELLA BETELGEUSE SIA APPARSA INSTABILE AGLI ASTRONOMI GIA' DA QUALCHE ANNO. INTANTO GLI STATI UNITI PREPARANO UN ESERCITO SPAZIALE. TEMONO FORSE QUESTO EVENTO A BREVE? L'INSTABILITA' DI BETELGEUSE E' DA RICONDURRE AL RITORNO DI CRISTO?....








IL VATICANO - La storia mai raccontata

Nei mesi scorsi una notizia ha messo in fibrillazione i naviganti del web. Betelgeuse, una stella supergigante rossa di classe spettrale M1-2 Iab, starebbe per esplodere. Il fenomeno porterà la Terra a essere illuminata e riscaldata da due Soli, ma soltanto per poche settimane. Betelgeuse è la seconda stella più luminosa della costellazione di Orione, dopo Rigel, e si trova a 640 anni luce dalla Terra; con lo scoppio si trasformerà in supernova, lo stadio finale dell'evoluzione delle stelle massicce.

La notizia arriva dall'Australia, dal fisico Brad Carter della prestigiosa università del Queensland, e secondo il Daily Telegraph, il quotidiano del Regno Unito, «potrebbe succedere a breve», addirittura nel 2012.

Questa notizia ha inevitabilmente scatenato i catastrofisti che hanno associato l’evento alle tante profezie sulla fine del mondo, che molti sostenitori della teoria della catastrofe associano all’anno 2012.

Da Massimo Turatto, direttore dell’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) tuttavia arriva una tesi più tranquillizzante. L’esplosione della supergigante rossa Betelgeuse potrebbe avvenire in un tempo cosmologico “breve”, ovvero nell’arco dei prossimi milioni di anni. Massimo Turatto smentisce così molte delle supposizioni arguite dopo le dichiarazioni dell’astrofisico australiano Brad Carter, tra cui la possibilità di uno strano fenomeno in cielo, un punto luminoso simile al nostro Sole.

Secondo il dottor Turatto è impossibile l’apparizione di due soli nel cielo, data la distanza di Betelgeuse da noi, di 640 anni luce. Ciò che si presenterà nella nostra volta celeste sarà un puntino luminoso molto intenso nella Costellazione di Orione e non una palla infuocata come il nostro Sole.

Tale effetto visivo avrà la durata di qualche giorno e, secondo le diverse teorie riguardo tale fenomeno, il pianeta Terra potrebbe subire delle conseguenze preoccupanti.

Nelle prime ore dopo la deflagrazione della stella massiccia Betelgeuse, il nostro pianeta sarà investito da un imponente flusso di radiazioni elettromagnetiche, principalmente raggi ultravioletti e raggi X, i quali andrebbero a modificare l’atmosfera terrestre.

Inoltre, il dottor Turatto stima che la quantità di energia da cui saremmo investiti, fino a 10.000 volte più potente di quella solare, metterebbe fuori uso i sistemi di telecomunicazione satellitare e i sensori posti nei telescopi spaziali, i quali non sono tarati per recepire queste enormi quantità di energia.

Fortunatamente per l’uomo e la natura, queste esplosioni di supergiganti rosse a tali distanze non provocano danni significativi, anche se secondo alcuni studiosi l’estinzione dei dinosauri è avvenuta a causa dell’autodistruzione di una stella massiccia molto vicina alla Terra.

Betelgeuse, la stella supergigante rossa della costellazione di Orione

In media nella nostra galassia, la Via Lattea, avviene una esplosione ogni 50 anni di supergiganti rosse come Betelgeuse; di conseguenza le stelle candidate a “imminenti” deflagrazioni sono numerose.
Il fenomeno più recente osservato dai moderni telescopi risale al 1987, quando una stella con le stesse caratteristiche di Betelgeuse è esplosa nella grande Nube di Magellano.

E’ da notare che le supergiganti rosse con masse maggiori di otto volte quelle solari, come Betelgeuse, al termine della loro vita si trasformano in una stella di neutroni oppure in buchi neri, di conseguenza non più osservabili a occhio nudo.

L’esplosione di una stella gigante è già stata registrata anche nel passato. In Cina si vide brillare una stella gigante di giorno nel 1054. Era nella nostra galassia, nella costellazione del Granchio. Nel 1572 il danese Tycho Brahe ne osservò una e nel 1604 Giovanni Keplero e Galileo Galilei ne videro un'altra a occhio nudo.


La profezia Maya

La notizia della presunta imminente esplosione di Betelgeuse ha riportato alla ribalta i miti e le profezie riferite ad una imminente fine del mondo. La più citata è la profezia Maya, anche se in realtà nel caso dei Maya non si tratta di una profezia, ma di un calendario.

Secondo i Maya ci sono cinque Ere cosmiche, corrispondenti ad altrettante civiltà. Le precedenti quattro Ere (dell’Acqua, dell’Aria, del Fuoco e della Terra) sarebbero tutte terminate con degli immani sconvolgimenti ambientali.
Alcuni studiosi affermano che la prima civiltà - quella distrutta dall’Acqua - era Atlantide. Nel “Popol Vuh” (il Libro della Comunità), un antico corpus di miti e leggende dei Quiché, una etnia Maya che vive in Guatemala, si legge: "un diluvio fu suscitato dal Cuore del Cielo... una pesante resina cadde dal cielo.. la faccia della Terra si oscurò, e una nera pioggia cadde su di essa, notte e giorno".

Secondo i Maya, ciascun ciclo corrisponde ad un'era del mondo; il passaggio da un'era all'altra è segnato dunque da un cambiamento positivo preceduto da eventi più o meno significativi. Il ciclo attualmente in corso, che secondo la mitologia maya è il quarto, è iniziato nel 3114 a.C. ed è molto vicino al termine: il nuovo ciclo inizierà il 21 dicembre 2012.


Nell’opera "De Prodigiis" di Giulio Ossequiente (IV secolo) vi è il disegno di due Soli che apparvero su Alba nel 204 a.C.

Secondo il Popol Vuh dei Maya Quiché, l’era attuale è la quarta in ordine di tempo poiché gli dei avrebbero distrutto le tre precedenti creazioni ritenendole fallimentari. La terza creazione fu distrutta al termine del 13º bak'tun (ciclo del calendario Maya).

Alcuni studiosi americani affermano che la civiltà Maya fu distrutta da calamità naturali, quali l’improvviso innalzamento della temperatura terrestre. E secondo loro tali fenomeni sono ciclici.

I sostenitori della teoria del catastrofismo vedono come segni premonitori gli eventi che sembrano incalzare negli ultimi tempi. Il 2011 è iniziato con misteriose stragi di uccelli e pesci su tutto il pianeta, milioni di uccelli e pesci morti per cause tuttora ignote.

L’anno è proseguito con il terrificante tsunami in Giappone con decine di migliaia di vittime. Molti altri eventi, di portata minore ma non meno inquietanti, si sono susseguiti in questi primi mesi dell’anno. Possiamo citare ad esempio le crepe e le voragini che si stanno verificando inspiegabilmente in tutto il mondo. Nel mese di aprile una enorme crepa larga 100 metri e lunga 3 km. è apparsa all'improvviso a Puno, nel sud del Perù. Per i geologi e i tecnici della protezione civile le cause sono ancora ignote. Numerose misteriose voragini si formano in pochi istanti nel suolo di tutto il pianeta inghiottendo case e persone, ma i ricercatori non trovano alcuna spiegazione a questo fenomeno. L'abisso su cui si aprono è valso loro il nome di "porte sull'inferno".

I segnali non sembrano rassicuranti, eppure proprio dal calendario Maya ci arriva una ipotesi confortante.
E’ bene precisare che la civiltà Maya non è scomparsa. La tradizione dei Maya è conservata dagli sciamani che continuano ancora oggi la loro opera di conservazione e trasmissione delle conoscenze ancestrali. Le comunità che discendono dai Maya sono culture tuttora vive e presenti sul pianeta e hanno i loro rappresentanti all’ONU nel Forum Permanente dei Popoli Indigeni.

Proprio parlando con loro si scopre che l’interpretazione catastrofista di quella che è ormai chiamata la “profezia Maya” non è condivisa dagli stessi Maya.

L’interpretazione dei Maya riferita al loro calendario è che nel 2012 finirà un ciclo e ne inizierà un altro, più spiritualmente elevato per l’umanità.


La fine del mondo e i due Soli

Esistono altre profezie sulla fine del mondo che si collegano alla comparsa di “due Soli”, riportandoci all’ipotesi dell’esplosione di Betelgeuse.

Secondo gli Hopi il “quarto mondo”, cioè il nostro, finirà quando nel cielo compariranno due soli.

«Quando il Purificatore arriverà lo vedremo prima come una piccola Stella Rossa che verrà molto vicina e siederà nei nostri cieli a guardarci. Ci osserverà per vedere come abbiamo ricordato gli insegnamenti sacri. Questo Purificatore ci mostrerà molti segni miracolosi nei nostri cieli. In questo modo sapremo che il Creatore non è un sogno. Anche coloro che non sentono il loro collegamento con lo Spirito potranno vedere il volto del creatore nel cielo. Le cose invisibili si faranno sentire molto forte».

Anche Nostradamus in una sua quartina parla dell’Apocalisse finale quando nel cielo si vedranno apparire due soli:

Fuxi e Nüwa, divinità della mitologia cinese rappresentate come due Soli


«La Grande Stella nel Cielo Brillerà per Sette notti
Nel cielo si vedranno apparire due soli
Il Gran Mastino Urlerà tutta la notte
quando il Gran Pontefice lascerà la sua terra»

Giulio Ossequiente, storico romano del IV secolo, nella sua opera “Il Libro dei Prodigi” (De Prodigiis) narra di avvistamenti, effettuati sia di giorno che di notte, riguardanti "scudi di fuoco", "torce", "più soli", "più lune", "ruote luminose" ecc., apparsi su Roma e su altri luoghi. Nel "De Prodigiis" vi è il disegno di due Soli che apparvero su Alba nel 204 a.C.


Il mito cinese di Fuxi e Nüwa

Nei miti della creazione cinesi troviamo due divinità, Fuxi e Nüwa, rappresentate come due Soli.

Sono raffigurate come due divinità-serpente, intrecciate tra di loro, e ognuna di essi è un Sole. In pratica, due Soli che scaturiscono da una unità.

Le più belle raffigurazioni di Fuxi e Nüwa sono collocate nelle tombe della regione Tourfan, nell'Est della Cina. Sono datate dal IV all'VIII secolo d.C., epoca in cui la regione era tokhariana. Le due divinità hanno code di serpente. Le più antiche raffigurazioni risalgono invece a 4000 anni fa. In alcune tombe degli Ittiti, datate intorno al 2000 a.C., si trovano raffigurazioni simili di due gemelli, maschio e femmina, accompagnati da due Soli. Secondo la leggenda, Fuxi e Nüwa sono nati in una palude abitata da draghi.

Fuxi, è considerato il primo eroe civilizzatore cinese, in quanto a lui vengono attribuite l'invenzione del sistema divinatorio, la metallurgia, la scrittura e il calendario.

Nüwa è la divinità femminile e secondo la tradizione è Nüwa a inventare la musica e la tecnica per suonare il flauto, ma soprattutto è lei a creare gli uomini, plasmandoli dall'argilla.

Dapprima Nüwa diede vita agli uomini neri, che furono però cotti un po' troppo, poi limitando eccessivamente i tempi di cottura sfornò gli uomini bianchi, ed infine finalmente i gialli.

Ma la cosa interessante è che nelle raffigurazioni, le due divinità vengono sempre accompagnate da due Soli.

Negli antichi testi cinesi, Fuxi è il dio del Sole e del Cielo, mentre Nüwa è la dea dell’altro Sole e della Terra. Il mito cinese sembra far trapelare che in epoche remote il nostro pianeta sarebbe stato illuminato da due Soli, riportandoci così all’ipotesi dell’esplosione di una supernova. Come spesso succede per i miti che attraversano i millenni per giungere fino a noi, forse anche questo mito in realtà narra di eventi realmente accaduti.

Fuxi e Nüwa sono due divinità civilizzatrici, rappresentate da due soli, e sembrano riecheggiare il mito di Fetonte, figlio del Sole, interpretato come un dio civilizzatore dalle tradizioni celtiche. Anche se il mito di Fetonte è stato interpretato come una leggenda, Platone sosteneva che in realtà si trattasse dell’allegoria di un evento antico che ha cambiato radicalmente i destini dell’umanità.

In conclusione, forse le profezie e i miti ci vogliono suggerire un futuro diverso da quello interpretato dalle teorie della catastrofe. L’interpretazione dei Maya lascia intendere un nuovo inizio per l’umanità, un salto di civiltà per il nostro pianeta.


In definitiva, quando Betelgeuse diventerà una supernova, sarà il più affascinante atto della natura mai visto dall’uomo. Altre supernove apparse nell’antichità come la SN 185 e la SN 1604 erano molto più lontane di Betelgeuse. Quando Betelgeuse diventerà una supernova, sarà il terzo oggetto più luminoso del cielo, dopo il sole e la luna piena. Ma alcune stime dicono che sarà ancora più luminosa della luna.



Betelgeuse illuminerà il cielo come nessun’altra supernova, e durerà per mesi, visibile di giorno, e proietterà ombre di notte. Poi, dopo circa tre anni, svanirà alla sua attuale luminosità. Circa sei anni dopo l’esplosione come supernova, Betelgeuse non sarà più visibile nel cielo notturno. Orione il Cacciatore non sarà più lo stesso.



Quando, esattamente, tutto questo accadrà, nessuno lo sa. E anche se questo recente oscuramento probabilmente non è direttamente collegato all’esplosione in supernova di Betelgeuse, gli astronomi non lo sanno con certezza.


Quale sarà il grande segno della seconda venuta di Cristo?



Mentre la sua vita volgeva al termine, il profeta Joseph Smith parlò ad una conferenza generale della Chiesa, tenutasi a Nauvoo il 6 Aprile 1843. Egli parlò del ritorno di Gesù Cristo e della Sua seconda venuta in termini suggestivi ed espliciti.



La maggior parte di noi ha familiarità con la terminologia usata nel parlare di guerre, dei segni nel cielo e sulla terra, del sole che si trasforma in tenebre e la luna in sangue, dei terremoti e dell’aumento del livello del mare oltre i suoi limiti.



Ma egli disse qualcosa che nessuno aveva mai sentito prima. Ed è composto da due parti.



Nella sua revisione della Bibbia, il profeta aveva fatto una correzione alle parole del Salvatore, come riportate in Matteo 24:25-26, quando Egli parla ai suoi discepoli della Sua seconda venuta:


Pertanto, se vi diranno: Ecco, Egli è nel deserto; non uscite. Ecco, Egli è nelle stanze segrete; non credete.

Infatti, come il lampo che arriva da levante e si vede fino a ponente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo.

Il profeta senza dubbio non sapeva nulla della meteorologia in Terra Santa e non poteva sapere che il fulmine, in realtà, ha origine ad ovest (nel Mediterraneo) e non ad est.

Sotto ispirazione ha ripristinato il testo originale di questo versetto per fare riferimento al sorgere del sole, piuttosto che ad un fulmine:


Infatti, come la luce del mattino arriva da oriente e brilla fino ad occidente, e copre tutta la terra, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo.

Nel suo sermone, il profeta ha continuato con questo commento ispirato, ampliando Matteo 24:30:

…allora apparirà un grande segno del Figlio dell’uomo nel cielo. Ma cosa farà il mondo? Essi diranno che è un pianeta, una cometa, ecc.

Il Gran Segno del Figlio dell’Uomo


Il tema riguardante quale potrebbe essere il Grande Segno del Figlio dell’Uomo, ha dato vita a molte speculazioni tra gli studenti delle Scritture. Partendo dalla descrizione del profeta, vengono in mente molte possibilità.

Una cometa? Le comete sono raramente visibili ad occhio nudo, ma quando si vedono – come sa chiunque abbia visto la cometa di Halley nel suo ultimo passaggio – possono certamente essere spettacolari. Una stella?

Gli sviluppi dell’astronomia sollevano molte domande: il nostro sole è parte di un sistema stellare binario, che come sappiamo è molto comune nell’universo.

Quindi potrebbe essere la stella compagna del nostro sole, forse una stella nana, ad avvicinarsi nella sua orbita? O una Super-Nova, una stella che esplode lontano diventando visibile? La seconda venuta del Salvatore sarà, come la prima, annunciata da una stella?

Potrebbe essere un pianeta, come suggerito nella profezia? A prima vista, sembra improbabile. Dopo tutto, diversi pianeti del nostro sistema solare sono visibili quasi tutte le sere: di fatto cinque di essi, in un raggruppamento spettacolare, si vedono al sorgere del sole fino alla fine di marzo.

Quindi dovrebbe essere qualcosa di molto diverso dall’apparire di un pianeta, a soddisfare questa profezia. Potrebbe essere un pianeta ancora sconosciuto del nostro sistema solare? Non è così improbabile come potrebbe apparire all’inizio.

Alcuni astronomi, uno dei quali ha scoperto numerosi pianeti minori, hanno pubblicato dei nuovi dati per indicare che il nostro sistema solare potrebbe essere sede di un pianeta massiccio – forse 10 volte più della Terra – e sconosciuto.

Con un’orbita molto ellittica che lo porta ben oltre i pianeti esterni come Nettuno, il pianeta, chiamato “Pianeta 9”, finora è sfuggito. Potrebbero volerci migliaia di anni prima che la sua orbita lo porti vicino alla terra.

Questo nuovo annuncio ha scatenato, tra gli astronomi di tutto il mondo, la ricerca per poter essere i primi a vederlo. Non sappiamo ancora la sua posizione o se è diretto verso la terra.

L’esistenza di un pianeta (o più pianeti) di grandi dimensioni nel nostro sistema solare, è stata a lungo ipotizzato dagli scienziati come la causa più probabile dei disturbi ai pianeti esterni e agli oggetti della fascia di Kuiper, oltre Nettuno e Plutone.

Mentre i dati rendono l’esistenza di questo pianeta più probabile, in contemporanea vengono fuori possibilità interessanti in relazione alle parole di Joseph Smith.
Per ora, tutto quello che possiamo dire con sicurezza è che questo corpo celeste potrebbe essere descritto come un pianeta o una cometa.


E c’è un’altra cosa. Nel 1843 due scribi principali avevano registrato il sermone del profeta: Willard Richards e James Burgess. La nostra ricostruzione del discorso si basa, in gran parte, sulle registrazioni dell’anziano Richard.

Tuttavia, fratello Burgess ha registrato un ulteriore ed importante aspetto di ciò che il profeta ha detto:

L’alba del mattino fa la sua comparsa nella parte orientale e si muove gradualmente: così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Sarà minima, alla Sua prima apparizione, e diventerà via via più grande, fino a che ogni occhio lo vedrà… i malvagi… lo attribuiranno ad una causa naturale. Essi probabilmente supporranno si tratti di due grandi comete entrate in contatto l’una con l’altra.

Qui si aggiunge il fatto che questo grande segno, qualunque esso sia, arrivi gradualmente da est, come il sole, crescente e brillante, fino a che verrà visto da tutta la terra.

Naturalmente, questo combacia con quanto detto dal Salvatore, mentre parlava della luce che emerge da est. Anche il commento aggiuntivo che le persone sulla terra possano pensare si tratti di due comete che si scontrino nel cielo, e non una cometa soltanto, è interessante.

Forse, come fratello D. Kelly Ogden ha detto, facendo riferimento a Joseph Fielding Smith, il “Grande Segno” non è altro che il Signore stesso, che ritorna in gloria con una miriade di altri che erediteranno il regno celeste: uno spettacolo senza precedenti che la gente sulla terra attribuirà semplicemente ad un evento astronomico.

In ogni caso, un tale evento che cambierà letteralmente la terra, è talmente significativo che, così come i profeti non erano i soli nel prevedere la prima venuta di Cristo, anche altri sono stati ispirati a guardare al futuro verso la Sua seconda Venuta.

Normalmente pensiamo alle fedi abramitiche; le credenze cristiane generalmente parlano di un Cristo che ritornerà, il popolo di Giuda aspetta il Messia e l’Islam attende la venuta del Mahdi che, credono, sarà accompagnato da Gesù e da Maometto.

Altri gruppi religiosi come i buddisti e la Ba’hai hanno aspettative simili.

Questa convinzione si può trovare anche tra i vari popoli indigeni di tutto il mondo. Gli Hopi nativo-americani sono tra di essi: insegnano che la fine del nostro mondo, che essi chiamano Quarto Mondo, avverrà alla conclusione di nove profezie, otto delle quali già compiute, che includeranno l’arrivo di una stella blu.

Allo stesso modo, il popolo Maya aspettava il ritorno di esseri sacri il cui arrivo sarà annunciato da una stella.

In conclusione, i Santi degli Ultimi Giorni non sono gli unici che guardano al cielo per la venuta di un messia, un Salvatore, un portatore di verità, di giustizia e di un nuovo mondo.

Lo fanno anche un gran numero di altre fedi, persone e culture; molti di loro sono in attesa della manifestazione che verrà annunciata da un nuovo spettacolo nel cielo. Le parole di Cristo non sono mai sembrate più applicabili:

“Perciò anche voi siate pronti, perché nell’ora che non pensate, il Figlio dell’uomo verrà.” (Matteo 24:44)


Matteo 24 Conferenza Episcopale Italiana (CEI)
2. DISCORSO ESCATOLOGICO
Introduzione

24 Mentre Gesù, uscito dal tempio, se ne andava, gli si avvicinarono i suoi discepoli per fargli osservare le costruzioni del tempio. 2 Gesù disse loro: «Vedete tutte queste cose? In verità vi dico, non resterà qui pietra su pietra che non venga diroccata».

3 Sedutosi poi sul monte degli Ulivi, i suoi discepoli gli si avvicinarono e, in disparte, gli dissero: «Dicci quando accadranno queste cose, e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo».
L'inizio dei dolori

4 Gesù rispose: «Guardate che nessuno vi inganni; 5 molti verranno nel mio nome, dicendo: Io sono il Cristo, e trarranno molti in inganno. 6 Sentirete poi parlare di guerre e di rumori di guerre. Guardate di non allarmarvi; è necessario che tutto questo avvenga, ma non è ancora la fine. 7 Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi; 8 ma tutto questo è solo l'inizio dei dolori. 9 Allora vi consegneranno ai supplizi e vi uccideranno, e sarete odiati da tutti i popoli a causa del mio nome. 10 Molti ne resteranno scandalizzati, ed essi si tradiranno e odieranno a vicenda. 11 Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; 12 per il dilagare dell'iniquità, l'amore di molti si raffredderà. 13 Ma chi persevererà sino alla fine, sarà salvato. 14 Frattanto questo vangelo del regno sarà annunziato in tutto il mondo, perché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine.
La grande tribolazione di Gerusalemme

15 Quando dunque vedrete l'abominio della desolazione, di cui parlò il profeta Daniele, stare nel luogo santo - chi legge comprenda -, 16 allora quelli che sono in Giudea fuggano ai monti, 17 chi si trova sulla terrazza non scenda a prendere la roba di casa, 18 e chi si trova nel campo non torni indietro a prendersi il mantello. 19 Guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni. 20 Pregate perché la vostra fuga non accada d'inverno o di sabato.

21 Poiché vi sarà allora una tribolazione grande, quale mai avvenne dall'inizio del mondo fino a ora, né mai più ci sarà. 22 E se quei giorni non fossero abbreviati, nessun vivente si salverebbe; ma a causa degli eletti quei giorni saranno abbreviati. 23 Allora se qualcuno vi dirà: Ecco, il Cristo è qui, o: E' là, non ci credete. 24 Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti. 25 Ecco, io ve l'ho predetto.
L'avvento del Figlio dell'uomo sarà manifestato

26 Se dunque vi diranno: Ecco, è nel deserto, non ci andate; o: E' in casa, non ci credete. 27 Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. 28 Dovunque sarà il cadavere, ivi si raduneranno gli avvoltoi.
Dimensione cosmica di questo avvento

29 Subito dopo la tribolazione di quei giorni,

il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, gli astri cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte.

30 Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell'uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria. 31 Egli manderà i suoi angeli con una grande tromba e raduneranno tutti i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all'altro dei cieli.
Parabola del fico

32 Dal fico poi imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. 33 Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che Egli è proprio alle porte. 34 In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo accada. 35 Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

36 Quanto a quel giorno e a quell'ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre.
Vegliare per non essere sorpresi

37 Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. 38 Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell'arca, 39 e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo. 40 Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l'altro lasciato. 41 Due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l'altra lasciata.

42 Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43 Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44 Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà.
Parabola del maggiordomo

45 Qual è dunque il servo fidato e prudente che il padrone ha preposto ai suoi domestici con l'incarico di dar loro il cibo al tempo dovuto? 46 Beato quel servo che il padrone al suo ritorno troverà ad agire così! 47 In verità vi dico: gli affiderà l'amministrazione di tutti i suoi beni. 48 Ma se questo servo malvagio dicesse in cuor suo: Il mio padrone tarda a venire, 49 e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a bere e a mangiare con gli ubriaconi, 50 arriverà il padrone quando il servo non se l'aspetta e nell'ora che non sa, 51 lo punirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano: e là sarà pianto e stridore di denti.





PRONTA LA MONETA BREXIT CHE SEGNA L'USCITA DEL REGNO UNITO DALL'EUROPA




Il segretario al Tesoro britannico Sajid Javid ha presentato la moneta da 50 pence coniata all’uscita del Regno Unito dall’Unione europea – scrive la BBC.
Venerdì, gli inglesi faranno il loro debutto con la moneta commemorativa della Brexit, che è stata appena svelata dal Ministro delle finanze, che ha avuto l’idea. Per inciso, Sajid Javid aveva precedentemente ordinato una parte di quella che era in precedenza una data di uscita definitiva, il 31 ottobre 2019, ma poiché la loro esecuzione di brexite era stata spostata al 31 gennaio di quest’anno, circa un milione di monete dovevano essere fuse e riutilizzate.

La moneta finale reca le parole “Pace, prosperità e amicizia con tutte le nazioni” e la data del 31 gennaio 2020.

Il ministro delle finanze ha già ricevuto le prime copie dalla zecca reale, una delle quali sarà consegnata al primo ministro Boris Johnson alla fine di questa settimana. A proposito, gli inglesi dovranno affrontare la nuova moneta da 50 penny venerdì, quando circa tre milioni verranno versati in contanti. Questo importo sarà seguito da altri sette milioni nel corso dell’anno.
Un evento importante legato alla presentazione della moneta è che la Menta nel Galles del Sud terrà una speciale giornata aperta il 31 gennaio 24, quando i visitatori potranno coniare e persino realizzare la propria moneta commemorativa Brexit.
Il ministro delle finanze ha spiegato l’estrazione della moneta dicendo che la storia del paese ha raggiunto un punto di svolta con la partenza dell’UE e che inizia un nuovo capitolo.

Esiste un collegamento tra il borgo di Oriolo Romano e la costellazione di Orione?



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Il collegamento tra Oriolo ed Orione

Oriolo Romano è un comune italiano di 3.819 abitanti della provincia di Viterbo, distante circa 37 km dal capoluogo di provincia e circa 56 km dalla capitale. "Già il nome Oriolo sembra richiamarsi ad Orione, ma un ulteriore collegamento, più profondo, ci consente di associare queste due realtà:la costellazione è perfettamente allineata con la planimetria di Oriolo, come in alto così in basso. Lo stesso Giorgio III Santa Croce, fondatore nel 1562 di Oriolo, ne indicò le direttrici riportandole su una mappa che si trova all’Archivio Segreto Vaticano. La costellazione di Orione è ben visibile nel confronto con la mappa del Catasto Gregoriano posizionando la cintura con l’inizio delle 3 vie, che nella planimetria risultano perfettamente sfalsate come le 3 stelle centrali della Costellazione o della cintura di Orione.





Planimetria del borgo di Oriolo Archivio Segreto Vaticano (1585)


Se poi allarghiamo la visuale, e ci riferiamo alla carta tecnica regionale in scala 1:10000 del 1990, la costellazione di Orione combacia perfettamente con la particolare morfologia urbana: la clessidra è visibile ad occhio nudo e le stelle di Orione corrispondono a punti molto particolari di Oriolo, infatti:


• Betelgeuse, chiamata anche Alpha Orionis, è una grande stella rossa nella costellazione di Orione. È la 13ª stella più brillante del cielo, una supergigante rossa, e uno dei vertici del triangolo invernale; corrisponde al bivio per la Mola.

• Heka o Meissa (ë Ori) è la testa di Orione, corrisponde alla chiesa di San Rocco.

• Bellatrix (ã Ori), di magnitudine 1,7: “la donna guerriera” forma la sua spalla sinistra. Indica la via verso la faggeta.

• Alnitak, Alnilam e Mintaka (æ, å e ä Ori) compongono la Cintura di Orione. Queste tre stelle brillanti messe in fila bastano da sole per identificare la costellazione.

• Alnilam: corrisponde alla piazza Umberto I.

• Mintaka: corrisponde alla chiesa di San Giorgio.

• Saiph (ê Ori) di magnitudine 2: si trova all’altezza del ginocchio destro di Orione. È allineata insieme ad Alnitak lungo l’asse della via delle Olmate dove si racconta vi fossero due colonne.

• Rigel (â Ori) è la stella più luminosa della costellazione (magnitudine 0,2). Situata all’altezza del ginocchio sinistro, è una supergigante blu estremamente calda e luminosa. Corrisponde al convento dei Cappuccini.

Costellazione Orione Archivio di Stato di Roma Catasto Gregoriano. Prov. di Viterbo e Orvieto, n. 209, anno 1819

Chi era Orione?

Orione è un personaggio della mitologia greca. Numerosi e diversi miti sono stati scritti su di lui. Nell’epopea Omerica figura come un bellissimo cacciatore, un gigante che avendo scandalizzato l’Olimpo a causa dei suoi amori con Aurora, viene ucciso con una freccia da Artemide presso l’isola di Ortigia. Sembra che fosse ucciso nuovamente da Artemide (Diana), gelosa per la sua perizia nella caccia. In altre versioni, la dea indignata generò uno scorpione che lo punse a morte. Sia Orione che lo scorpione furono poi portati in cielo ma collocati in zone opposte affinché il pungiglione dell’animale non potesse più insidiare il grande cacciatore. Infatti, quando le stelle dello scorpione sorgono a est, Orione, sconfitto, tramonta ad ovest. A proposito delle radici del nome, Pindaro lo chiama Oarion, che significa guerriero. In cielo è rappresentato come l’inseguitore delle Pleiadi e viene associato ad un altro mito: egli cercava una di esse, Merope, per questo motivo sarebbe stato accecato da Oenopion, re di Chio. Su consiglio di Vulcano egli si arrampicò su un monte dell’isola di Lemno e si volse verso il Sole nascente, riacquistando la vista.

Sia Orione che le Pleiadi compaiono nei miti più antichi anche perché furono utili agli agricoltori ed ai naviganti. Orione venne chiamato da Virgilio, Plinio e Orazio il “tempestoso” ovvero “l’annunciatore di pericoli in mare”.

Un vascello nel mare in tempesta è visibile nella sala di Giuseppe in Palazzo Altieri, ed è noto che il viaggiatore si orienta grazie alla conoscenza delle stelle.

Orione, ci conduce con il pensiero all’antico Egitto e alla sua relazione con le piramidi di Giza: Cheope, Chefren e Micerino, allineate secondo la cintura della costellazione. In particolare Bauval nel suo libro The Orion Mystery, notò che solo le piramidi di Giza sono allineate rispetto alla cintura di Orione, secondo la posizione della costellazione riferita al 10150 a.C., momento in cui Orione ha assunto la posizione più bassa. Bauval considera la Grande Piramide di Giza con i suoi canali di areazione, come un perfetto strumento per la misurazione del firmamento e un segnatempo, una specie di orologio stellare per contrassegnare le epoche di Osiride e la sua epoca primordiale chiamata dagli egizi Zep Tepi, in cui gli dei fraternizzavano con gli umani, che è l’equivalente dell’età dell’oro per i greci.

L’immagine della clessidra che rimanda alla Costellazione di Orione ritorna anche negli affreschi della già citata Sala di Giuseppe in Palazzo Altieri. La notiamo nella parete ad Est, nella raffigurazione dove è presente un uomo anziano e che ci ricorda il tempo che passa. Sotto a questa immagine una lettera, dove è scritta la parola Giordano: che sia forse il testamento di Giorgio. Inoltre la costellazione di Orione rappresenta un guerriero e il guerriero lo ritroviamo al centro del labirinto sempre in un dipinto presente nella parete ad Ovest della Sala di Giuseppe.

Questo guerriero, questo uomo che ancora si riproduce nella morfologia urbanistica di Oriolo non sarà forse l’uomo del futuro, l’uomo che troverà qui ad Oriolo, come in altri luoghi Alti, delle particolari forze di trasformazione?" .


Tratto da "Oriolo Romano: un luogo un simbolo un messaggio" di Patrizia Di Filippo

Breaking News, fonti affermano: L'assassino di Soleimanai è stato ucciso sull'aereo spia abbattuto in Afghanistan




La squadra ha detto che nell'aereo erano inclusi uomini della CIA, del NSA e militari di alto rango

L'aereo abbattuto era il Comando Mobile della CIA con Michael D'Andrea, Capo delle Operazioni contro Iraq, Iran e Afghanistan, la piattaforma spia più avanzata d'America e il centro di comando mobile con tutte le attrezzature e i documenti ora nelle mani dei nemici

VT Damasco: (fonti dell'intelligence russa confermano) È stato riferito che (Mike de Andrea) responsabile del dossier dell'assassinio del martire maggiore generale Qassem Soleimani sia rimasto ucciso nell'incidente dell'aereo americano abbattuto in Afghanistan. Figura di spicco dell'intelligence CIA nella regione. Massimo ufficiale della CIA è morto nell'incidente del bombardiere americano in Afghanistan.




Dal 2017, D'Andrea gestisce i false flag e i programmi di assassinio della CIA in Medio Oriente, presumibilmente responsabili non solo dell'omicidio del generale Soleimani, ma anche dell'uccisione di 300 manifestanti iracheni.

Dal discorso del Primo Ministro iracheno Mahdi al parlamento che si è concluso con un voto unanime per costringere gli Stati Uniti a ritirare tutte le forze da quella nazione:

“... Ecco perché ho visitato la Cina e ho firmato un importante accordo con loro per intraprendere la costruzione. Al mio ritorno, Trump mi ha chiamato per chiedermi di rinunciare a questo accordo. Quando mi sono rifiutato, ha minacciato di scatenare enormi dimostrazioni contro di me e che avrebbero posto fine alla mia premiership. 
Enormi manifestazioni contro di me si sono materializzate debitamente e Trump mi ha chiamato di nuovo per minacciare che se non avessi ottemperato alle sue richieste, avrebbe fatto in modo che i cecchini dei Marine su alti edifici avrebbero preso di mira manifestanti e personale di sicurezza allo scopo di farmi pressione. 
Ho rifiutato di nuovo e consegnato le mie dimissioni. Ancor oggi gli americani insistono nel ritirare il nostro accordo con i cinesi. 
Dopo ciò, quando il nostro Ministro della Difesa ha dichiarato pubblicamente che un terzo soggetto stava prendendo di mira sia i manifestanti che il personale di sicurezza (proprio come Trump aveva minacciato di fare), ho ricevuto una nuova chiamata da Trump che minacciava di uccidere sia a me che il Ministro della Difesa se avessimo continuato a parlare di questa "terza parte". 
Il generale iraniano Soleimani è stato assassinato da Donald Trump. C'è una speculazione che parla del coinvolgimento segreto russo. La Russia ha cercato un modo per inviare un messaggio a Pompeo ed Esper in risposta all'esercito americano che giocava a "rimpiattino" con i parlamentari russi nel nord della Siria, bloccando le strade in cui gli americani non hanno alcun diritto in essere.


RT / Mosca: l'esercito americano ha riconosciuto la perdita di un aereo Bombardiere / Northrop Grumman E-11A nell'Afghanistan centrale. Hanno aggiunto che non hanno trovato alcuna "indicazione" che l'aereo è stato abbattuto.







· 16h



A U.S. Bombardier E-11A crashed today in Ghazni province, Afghanistan. While the cause of crash is under investigation, there are no indications the crash was caused by enemy fire. We will provide additional information as it becomes available.





Another video of #US aircraft which was shot down by #Taliban in #Ghazni #Afghanistan . pic.twitter.com/UKJW938Prf





L'aereo si è schiantato nella zona di Ghazni lunedì. È in corso un'indagine sull'incidente e l'esercito fornirà ulteriori informazioni quando saranno disponibili, un portavoce della forza americana in Afghanistan, il colonnello Sonny Leggett ha twittato. Questa affermazione dei talebani:


IMAGE:

These are claimed to be the remains (covered by a blanket) of someone who was on the plane. My sources now also tell me that Taliban fighters moved in very quickly after the crash and took some stuff from the plane. #Ghazni #Afghanistan


We can't show you everything!
We automatically hide photos that might contain sensitive content.Show Media



UPDATE:

Taliban's detailed English statement for #Ghazni plane crash is out. As I've been saying, Taliban never explicitly claimed that they shot down the aircraft. #Afghanistan








Il funzionario ha anche respinto l'affermazione dei talebani che un altro aereo si era schiantato nel paese, descrivendoli come "falsi". In precedenza, i talebani avevano affermato che un elicottero militare era precipitato a est del paese poco dopo l'incidente aereo. Il gruppo militante non ha fornito alcun dettaglio sul presunto incidente, né ha specificato a chi appartenesse l'elicottero.

C'è stata una certa confusione sul fatto che i militanti talebani abbiano rivendicato la responsabilità dell'incidente aereo. La loro dichiarazione iniziale in Pushtu affermava solo che l'aereo era precipitato.

Il Bombardiere / Northrop Grumman E-11A è un aereo di sorveglianza e comunicazione. I filmati della scena mostra il relitto sui social media e sono state scoperte foto che sembrano mostrare un aereo con lo stesso numero di serie.

I video hanno mostrato il guscio dell'aereo in fiamme sul terreno. In gran parte distrutto nell'incendio con la sola eccezione della sua sezione di coda sopravvissuta allo schianto






#Afghan forces head to the site of US plane crash







I giornalisti arrivati ​​sulla scena dell'incidente aereo in Afghanistan, scattano foto del relitto e persino di alcuni documenti. Arrivato il capo dello staff dell'aeronautica militare americana, ha confermato la perdita dell'aereo militare.

AGGIORNAMENTO: "Nessuna indicazione di fuoco nemico": le forze statunitensi in Afghanistan confermano la perdita dell'aereo di ricognizione

"Sembra che abbiamo perso un aereo. Non conosciamo lo stato dell'equipaggio", ha detto ai giornalisti il ​​generale David Goldfein, Capo dello staff dell'Aeronautica, durante una riunione di lunedì a Washington. Questa dichiarazione è la conferma dell'esercito americano più recente, cosa che il Pentagono ha rifiutato di commentare.

L'aereo, che si ritiene sia un bombardiere USAF / Northrop Grumman E-11A, un aereo di sorveglianza e comunicazione, è sceso lunedì nel centro dell'Afghanistan. C'è stata una certa confusione sul fatto che i militanti talebani abbiano rivendicato la responsabilità dell'incidente, tuttavia, la loro dichiarazione iniziale a Pushtu ha dichiarato esclusivamente che l'aereo era precipitato.

I talebani sostengono che un aereo che trasportava alti ufficiali statunitensi si è schiantato in Afghanistan. Le riprese della scena mostrano che l'aereo è bruciato all'impatto, con la sola sezione di coda rimasta in gran parte intatta.





@pajhwok reporter Saifullah Maftoon visited the area in #Ghazni province, where an Aircraft crashed today, #Taliban said few US force officers were killed in this incident. #Afghanistan





Alcuni documenti, tuttavia, sono riusciti a sopravvivere all'incendio e sono stati raffigurati dai media locali sparsi sul luogo dell'incidente.




@pajhwok reporter Saifullah Maftoon visited the area in #Ghazni province, where an Aircraft crashed today, 
Our reporter found some document there. #Taliban said few US force officers were killed in this incident. #Afghanistan






Altre immagini grafiche della scena mostrano almeno un cadavere gravemente carbonizzato, che è stato recuperato dal relitto. L'aereo distrutto reca segni corrispondenti a quelli di un aereo militare americano, utilizzato dal 430° squadrone di combattimento elettronico di spedizione dell'Aeronautica americana, che è di stanza alla base aerea di Kandahar. Gli E-11A sono utilizzati come aerei di comunicazione per fornire una copertura affidabile nelle comunicazioni per le truppe sottostanti, il che è un lavoro particolarmente complicato sul terreno montuoso.


L'IMPORTANZA DELLE STELLE NELLA BIBBIA

NELLA BIBBIA E ANCHE NEL DISCORSO ESCATOLOGICO DI GESU' VIENE DATO PARTICOLARE RISALTO AGLI ASTRI SOPRATTUTTO IN RIFERIMENTO AGLI "ULTIMI TEMPI" PRIMA DELL'IRA DIVINA CONTRO I MALVAGI DEL MONDO....


Risultati immagini per costellazione orione



STELLA

Sia il termine ebraico kohkhàv che quelli greci astèr e àstron si riferiscono genericamente a qualsiasi corpo luminoso nello spazio, tranne il sole e la luna, per i quali vengono usati altri nomi.

Ordine delle stelle. Inoltre in diversi brani Biblico scritturali viene messa in risalto la disposizione ordinata di questi corpi celesti, con riferimento a "statuti", "regolamenti" e "orbite" ("corso", VR). (Ger 31:35-37; Gdc 5:20; cfr. Gda 13). Le enormi forze che determinano la posizione relativa di certe stelle secondo le leggi fisiche sono indicate dalle domande che Dio rivolse a Giobbe: "Puoi tu allacciare i legami della costellazione di Chima, o puoi sciogliere le medesime corde della costellazione di Chesil? Puoi tu far uscire la costellazione di Mazzarot al suo tempo fissato? . . . Hai conosciuto gli statuti dei cieli, o potresti porre la sua autorità sulla terra?" (Gb 38:31-33; vedi AS; CHESIL n. 1; CHIMA; MAZZAROT). Pertanto un dizionario biblico dice: "Affermiamo dunque che la Bibbia coerentemente presume l’esistenza di un universo pienamente razionale, e di enormi dimensioni, a differenza della tipica idea secolare contemporanea, secondo la quale l’universo non era razionale, e non era più grande di quanto si potesse effettivamente constatare con i soli sensi". — New Bible Dictionary, a cura di J. D. Douglas, 1985, p. 1144.

AS

Il fatto che `Ash o `Àyish e altri termini ebraici siano usati in relazione a sole, stelle e cielo indica che si riferiscono a qualche costellazione. (Vedi Gb 9:7-9; 38:32, 33). È impossibile attualmente sapere a quale costellazione si riferissero e quindi è più sicuro traslitterare il nome ebraico (come in questa voce) che cercare di tradurli con nomi specifici come "Arturo" (gr. Arktoùros, lett. "custode dell’orsa") (Ri), oppure "Orsa" (CEI; VR).Il fatto che Giobbe 38:32 menzioni As "insieme ai suoi figli" dà ragione di ritenere che si tratti di una costellazione. È opinione comune che si tratti dell’Orsa Maggiore, costellazione formata di sette stelle principali che potrebbero essere i "suoi figli". Il punto importante del versetto non è la precisa identificazione della costellazione, ma la domanda: "Li puoi condurre?" Dio ribadisce così a Giobbe la sua sapienza e potenza quale Creatore, in quanto è assolutamente impossibile per l’uomo dirigere il moto di questi immensi corpi stellari.

CHESIL(Chèsil).

[Ebr. kesìl, "stupido"]. Anche se questo termine è usato molte volte col significato fondamentale di "stupido" (cfr. Sl 49:10; 92:6; Pr 1:22), in quattro casi (Gb 9:9; 38:31; Am 5:8; Isa 13:10 [qui al pl.]) il contesto indica che si riferisce a una costellazione o insieme di stelle.
Molti ritengono che si tratti di Orione, o "il cacciatore", costellazione assai notevole di cui fanno parte stelle gigantesche come Betelgeuse e Rigel. La Vulgata latina rende kesìl con "Orion" in Giobbe 9:9 e Amos 5:8 e la maggior parte delle traduzioni fanno altrettanto. Un Targum e antiche versioni siriache hanno "gigante", che corrisponde al nome arabo di Orione, gabbar, "forte", (equivalente ebraico, gibbòhr).

In Amos 5:8 il termine è usato nel riprendere Israele per non aver cercato il vero Dio, il Fattore delle costellazioni celesti. In Isaia 13:9, 10, dove troviamo il plurale kesilehhèm (reso "le loro costellazioni di Chesil"), viene descritto il "giorno di Dio", in cui i tiranni superbi e altezzosi saranno umiliati e i corpi celesti non daranno più la loro luce.

CHIMA

Termine che ricorre in Giobbe 9:9; 38:31 e Amos 5:8 a proposito di una costellazione. Viene riferito in genere alle Pleiadi, ammasso stellare formato di sette stelle maggiori e altre minori, avvolto in nebulosità e situato a circa 300 anni luce dal sistema solare. In Giobbe 38:31 Dio chiede a Giobbe se può stringere "i legami della costellazione di Chima", e secondo alcuni ciò si riferisce alla compattezza dell’ammasso delle Pleiadi, ben visibili a occhio nudo. Anche se l’identificazione con una particolare costellazione non è sicura, il senso della domanda è evidentemente se un semplice uomo può unire insieme un gruppo di stelle onde formino una costellazione permanente. Quindi con questa domanda Dio fece capire a Giobbe l’inferiorità dell’uomo rispetto a Lui, il Sovrano Universale.

MAZZAROT(Mazzaròt).

Secondo il Targum aramaico, Mazzarot corrisponde alle mazzalòhth di 2 Re 23:5, "costellazioni dello zodiaco" o "dodici costellazioni". (NM; Ri) Alcuni ritengono che il termine derivi da una radice che significa "cingere" e che Mazzarot si riferisca all’anello zodiacale. Tuttavia in Giobbe 38:32, nell’espressione "al suo tempo fissato", in ebraico viene usato un pronome singolare, mentre in 2 Re 23:5 è al plurale. Sembra dunque che Mazzarot si riferisca a una determinata costellazione e non all’intero anello zodiacale, anche se attualmente non è possibile identificarla.

In Giobbe 38:32 Dio chiede a Giobbe: "Puoi tu far uscire la costellazione di Mazzarot al suo tempo fissato? E in quanto alla costellazione di As insieme ai suoi figli, li puoi condurre?" Quindi, anche se non si sa di quali costellazioni si tratti, Dio chiede a Giobbe se è in grado di dirigere i visibili corpi celesti, facendo apparire una costellazione nella sua stagione o guidandone un’altra nel suo stabilito corso celeste.

L’osservazione dell’apostolo Paolo circa la diversità fra le singole stelle può essere ancor più apprezzata alla luce dell’astronomia moderna, che ha rivelato la differenza esistente fra le stelle in quanto a colore, grandezza, luminosità, temperatura e densità relativa. — 1Co 15:40, 41.

Adorazione delle stelle. Mentre l’adorazione delle stelle era assai diffusa fra le antiche nazioni del Medio Oriente, il concetto scritturale condiviso dai fedeli servitori di Dio era che quegli astri erano semplici corpi materiali soggetti alle leggi e all’autorità di Dio, che non dominavano l’uomo, ma servivano come luminari e indicatori del tempo. (Ge 1:14-18; Sl 136:3, 7-9; 148:3) Nell’esortare Israele a non fare alcuna rappresentazione del vero Dio, Mosè comandò di non lasciarsi indurre ad adorare il sole, la luna e le stelle, (De 4:15-20; cfr. 2Re 17:16; 21:5; 23:5; Sof 1:4, 5). Le nazioni pagane identificavano particolari divinità con alcune stelle e quindi avevano un concetto nazionalistico di quei corpi stellari. Saccut e Caivan, menzionati in Amos 5:26 come dèi adorati dall’Israele apostata, si ritiene siano nomi babilonesi del pianeta Saturno, chiamato Refan nella citazione del versetto fatta da Stefano. (At 7:42, 43) L’adorazione delle stelle era particolarmente rilevante a Babilonia, ma risultò vana al momento della sua distruzione. — Isa 47:12-15.

La "stella" vista dopo la nascita di Gesù. Gli "astrologi [che] vennero da luoghi orientali", quindi dalle vicinanze di Babilonia, la cui visita al re Erode dopo la nascita di Gesù provocò la strage di tutti i bambini maschi di Betleem, evidentemente non erano servitori o adoratori del vero Dio. (Mt 2:1-18; vedi ASTROLOGI). In quanto alla "stella" (gr. astèr) che videro, sono state avanzate molte ipotesi: una cometa, una meteora, una supernova o, più semplicemente, una congiunzione di pianeti. Nessuno di questi corpi celesti poteva logicamente essersi ‘fermato sopra il luogo dov’era il fanciullino’, identificando così la sola casa del villaggio di Betleem in cui si trovava il bambino. È pure degno di nota che solo quegli astrologi pagani ‘videro’ la stella. A motivo del fatto che praticavano l’astrologia, benché fosse condannata,

ASTROLOGI

Il termine gazerìn ricorre solo nella parte di Daniele scritta in aramaico (Da 2:4b–7:28), e ha il significato fondamentale di "tagliare", a indicare, si pensa, coloro che dividono i cieli in configurazioni. (Da 2:34) Alcune versioni italiane (Di, CEI) traducono la parola originale aramaica gazerìn "indovini". (Da 2:27; 4:7 [v. 4, CEI]; ÞDan. Ü5:7, 11) Gli astrologi erano coloro "che, dalla posizione delle stelle all’ora della nascita, con varie arti di calcolo e divinazione . . . determinavano il fato degli individui". (Gesenius’s Hebrew and Chaldee Lexicon, trad. inglese di S. P. Tregelles, 1901, pp. 166, 167). L’astrologia è essenzialmente politeistica; la sua origine nella bassa Mesopotamia risale probabilmente a poco dopo il Diluvio quando gli uomini si allontanarono dalla pura adorazione di Dio. Il nome "caldeo" col tempo divenne praticamente sinonimo di "astrologo".

Secondo la falsa scienza dell’astrologia si credeva che un dio diverso controllasse ciascuna sezione dei cieli. Ogni movimento e fenomeno celeste, come il sorgere e il calare del sole, gli equinozi e i solstizi, le fasi lunari, le eclissi e le meteore, era attribuito a questi dèi. Perciò si osservavano i movimenti cosmici, si tracciavano elaborati grafici e si compilavano tabelle della loro ricorrenza, e su questa base venivano predetti avvenimenti terrestri e casi umani. Ogni cosa, pubblica e privata, si credeva fosse determinata da queste divinità astrali. Di conseguenza non si prendevano decisioni politiche o militari senza invitare gli astrologi a leggere e interpretare i presagi ed esprimere un parere. In tal modo questa classe sacerdotale acquistò grande potere e influenza nella vita della gente. I sacerdoti vantavano grande sapienza, percezioni e poteri soprannaturali. Nessun grande tempio costruito dai babilonesi mancava del suo osservatorio astronomico.

Nell’VIII secolo a.E.V. il profeta Isaia, nel predire la distruzione di Babilonia, sfidò i consiglieri astrologici che osservavano le stelle a salvare la città condannata: "[Tu, Babilonia,] ti sei stancata della moltitudine dei tuoi consiglieri. Stiano in piedi, ora, e ti salvino, gli adoratori dei cieli, quelli che guardano le stelle, che alle lune nuove divulgano conoscenza circa le cose che verranno su di te". — Isa 47:13.

Chi erano i magi che fecero visita al bambino Gesù?

Alcuni astrologi (gr. màgoi; reso di solito in italiano "magi"; "uomini sapienti", PS; "maghi", ED) portarono doni al bambino Gesù. (Mt 2:1-16) Discutendo su chi fossero questi màgoi, un dizionario biblico dice: "Secondo Erodoto i magi erano una tribù della Media [I, 101], asserivano di interpretare i sogni, e avevano l’incarico ufficiale dei sacri riti . . . erano, in breve, la classe dotta e sacerdotale, e avevano, si supponeva, l’abilità di trarre dai libri e dall’osservazione delle stelle una percezione soprannaturale di eventi futuri . . . Ricerche successive tendono a considerare Babilonia piuttosto che la Media e la Persia il centro dell’attività dei magi. ‘In origine i sacerdoti medi non erano chiamati magi . . . Dai caldei ereditarono tuttavia il nome di magi riferito alla casta sacerdotale, e così si spiega quanto dice Erodoto secondo cui i magi erano una tribù della Media’ . . . (J. C. Müller nell’encicl. di Herzog)". — The Imperial Bible-Dictionary, a cura di P. Fairbairn, Londra, 1874, vol. II, p. 139.A ragione dunque Giustino Martire, Origene e Tertulliano, nel leggere Matteo 2:1, considerarono i màgoi degli astrologi. Tertulliano (De idolatria, IX) scrive: "Conosciamo la mutua alleanza fra magia e astrologia. Gli interpreti delle stelle furono dunque i primi . . . a presentare [a Gesù] doni". Il nome magi divenne comune "in Oriente come termine generico per astrologi". — The New Funk & Wagnalls Encyclopedia, 1952, vol. 22, p. 8076.

Tutto indica dunque che i màgoi che fecero visita al bambino Gesù erano astrologi. Infatti La Sacra Bibbia a cura del Pontificio Istituto Biblico di Roma nella nota in calce a Matteo 2:1 dice in parte: "Si dava il nome di ‘magi’ ai sacerdoti e ai sapienti persi, medi e babilonesi, i quali erano dediti . . . specialmente alla scienza degli astri". Molto appropriatamente quindi diverse traduzioni bibliche in varie lingue ha "astrologi" in Matteo 2:1, Non è rivelato quanti di questi astrologi venuti "da luoghi orientali" portarono "oro, olibano e mirra" al bambino Gesù; non c’è alcuna prova concreta a sostegno della tradizione secondo cui erano tre. (Mt 2:1, 11) Essendo astrologi erano servitori di falsi dèi e, consapevolmente o inconsapevolmente, erano guidati da qualcosa che sembrava loro una "stella" in movimento. Essi avvertirono Erode che era nato il "re dei giudei", ed Erode, a sua volta, cercò di far uccidere Gesù. Il piano però non riuscì. Dio intervenne e si dimostrò superiore agli dèi demonici degli astrologi, i quali perciò, dopo aver ricevuto "in sogno divino avvertimento", anziché tornare da Erode si diressero verso il loro paese per un’altra via. — Mt 2:2, 12.

Uso figurativo. Le stelle sono usate nelle scritture ebraico aramaiche e greco cristiane (Bibbia) in senso figurato e in metafore o similitudini per rappresentare persone, come per esempio nel sogno di Giuseppe in cui i genitori erano rappresentati dal sole e dalla luna, e gli 11 fratelli da 11 stelle. (Ge 37:9, 10) Giobbe 38:7 fa un parallelo fra "le stelle del mattino" che gridarono gioiosamente alla fondazione della terra e gli angelici "figli di Dio". Il risuscitato e glorificato Gesù parlò di se stesso come della "luminosa stella del mattino" e promise di dare "la stella del mattino" ai suoi seguaci vittoriosi, evidentemente per indicare che avrebbero condiviso con lui la posizione e la gloria celeste. (Ri 22:16; 2:26, 28; cfr. 2Tm 2:12; Ri 20:6). I sette "angeli" delle congregazioni, ai quali vengono recapitati messaggi scritti, sono simboleggiati da sette stelle nella destra di Cristo. (Ri 1:16, 20; 2:1; 3:1) Anche "l’angelo dell’abisso" chiamato Abaddon è rappresentato da una stella. — Ri 9:1, 11; vedi ABADDON.

Il detto proverbiale riportato in Isaia capitolo 14 presenta il vanaglorioso e ambizioso re di Babilonia (cioè la dinastia dei re babilonesi rappresentata da Nabucodonosor), definito il "risplendente" (ebr. hehlèl; "Lucifero", CEI), che cerca di elevare il suo trono "al di sopra delle stelle di Dio". (Isa 14:4, 12, 13). La metafora di una "stella" viene usata profeticamente a proposito dei re di Giuda discendenti di Davide (Nu 24:17), e la storia biblica mostra che con la conquista di Gerusalemme la dinastia babilonese per qualche tempo si elevò effettivamente al di sopra di quei re giudei. Una profezia simile in Daniele capitolo 8 descrive il piccolo "corno" di una futura potenza mondiale nell’atto di calpestare alcune stelle appartenenti "all’esercito dei cieli" e avanzare contro il Principe dell’esercito e il suo santuario (Da 8:9-13); mentre in Daniele capitolo 12, mediante una similitudine, coloro che "hanno perspicacia" e portano altri alla giustizia sono raffigurati nel "tempo della fine" luminosi "come le stelle". (Da 12:3, 9, 10) Invece le persone immorali che deviano dalla verità sono paragonate a "stelle senza corso stabilito". — Gda 13.

L’oscurarsi delle stelle, come pure del sole e della luna, è una figura che ricorre spesso in avvertimenti profetici di disastri risultanti dal giudizio di Dio. (Isa 13:10; Ez 32:7; Ri 6:12, 13; 8:12; cfr. Gb 9:6, 7). L’offuscarsi di questi luminari è anche usato in Ecclesiaste 12:1, 2 per descrivere gli ultimi anni di vita delle persone anziane. Altrove si parla di stelle cadenti o scagliate sulla terra. (Mt 24:29; Ri 8:10; 9:1; 12:4) "Segni" nel sole, nella luna e nelle stelle sono stati predetti come evidenza del tempo della fine. — Lu 21:25.