SCONCERTANTE... Il gesuita padre Malachi Martin, don Amorth e il Terzo Segreto: "Satana è in Vaticano!!!"
UN LIBRO SCONCERTANTE...
Si tratta del volume di padre Malachi Martin dal titolo “Hostage to the Devil”, pubblicato originariamente nel 1976 e poi di nuovo nel 1992.
Perché questo libro è sconcertante? Molto semplicemente perché la prefazione alla sua seconda edizione sembra scritta oggi, proprio a ridosso di questi ultimi mesi di scandali pedofili nel clero cattolico, d’annata o più recenti.
Padre Martin, un gesuita già stretto collaboratore del cardinal Augustin Bea sotto il papato di Giovanni XXIII, affronta nel suo libro cinque casi esemplari di possessione diabolica, chiarendo la reale esistenza del Maligno e consigliando come evitarne la penetrazione nelle nostre vite. Nella prefazione alla seconda edizione del volume metteva in evidenza la crescita del fenomeno del satanismo, la sua capillare diffusione, la sua penetrazione nella società e l’esposizione sempre più indifesa dei bambini al fenomeno satanista in tutte le sue espressioni. In particolare mi ha colpito questa frase: “In almeno tre grandi città degli USA membri del clero hanno a loro disposizione almeno un coven (luogo di ritrovo per il rituale satanico) pedofiliaco, popolato e mantenuto esclusivamente da membri del clero”.
L’attenzione posta da Martin sul fenomeno della pedofilia nel clero cattolico è evidentemente inusuale per quegli anni (1992), dunque non può che meravigliare. Ed è estremamente interessante scoprire che padre Martin riteneva che i bambini di sesso maschile fossero preferiti dai satanisti in quanto sostituti di Gesù bambino, nel tipico rovesciamento diabolico.
E', a questo punto, importante far riferimento anche ad un altro libro di padre Martin. Si tratta del romanzo del 1996 dal titolo “Windswept house” (La casa spazzata dal vento). Inutile cercarlo in italiano, non lo troverete! Il libro non è mai stato tradotto, infatti, e probabilmente non è un caso.
Il romanzo è ambientato in Vaticano durante gli anni novanta e parla in maniera piuttosto esplicita di vicende legate al pontificato di Giovanni Paolo II. Ciò che è però più interessante è una delle sue tre brevi premesse storiche indicata dall’anno 1963.
Cosa accadde in quell’anno? Secondo il romanzo il 29 giugno del 1963 in Vaticano e per la precisione nella Cappella Paolina fu officiato un rito satanico cui parteciparono alti prelati, vescovi, clero semplice e laici.Stando a Martin si trattava di adempiere ad una profezia del satanismo moderno che annunciava l’avvio dell’era di Satana nel momento in cui un papa avesse assunto il nome di Paolo. L’ultimo papa Paolo fu Camillo Borghese, morto nel 1621. Il 21 giugno 1963 fu eletto papa il cardinal Montini che assunse il nome di Paolo VI. Martin quindi racconta che la notte fra il 28 e il 29 giugno del ’63, ad una settimana dall’elezione di Paolo VI, fu organizzato questo rituale satanico in Vaticano, con lo scopo di intronizzare Satana nel cuore della cristianità.
I satanisti non potevano però organizzare un rituale completo: come avrebbero potuto portare la vittima e l’animale sacrificale nel Palazzo Apostolico? Decisero pertanto di combinare due riti da officiare contemporaneamente. Uno incruento in Vaticano, nella Cappella Paolina ed un altro, cruento, da officiare negli USA. I riti sarebbero avvenuti contemporaneamente e li si sarebbe sincronizzati attraverso un telefono. Chi officiò in Vaticano? Martin non lo dice. Parla solo di Prelati, sacerdoti e laici. Quanto al rito parallelo è più chiaro e racconta che avvenne in una chiesa parrocchiale del South Carolina e ad officiarlo fu un tal “Bishop Leo”.
Un nome così non dev’essere casuale. Ed infatti nell’unica diocesi del South Carolina troviamo nel 1964 il vescovo Ernst Leo Unterkoefler. Questi nel 1963 era già vescovo titolare di Latopolis e partecipava attivamente al Concilio Vaticano II. Ecco dunque perché un vescovo di uno stato periferico degli USA poteva avere così stretti legami in Vaticano, sì da offrirsi per l’organizzazione di un simile abominevole rituale. Ma proseguiamo con la narrazione del romanzo. Il rituale verrà compiuto in South Carolina attraverso la violenza sessuale ai danni di una bambina, prima narcotizzata e poi abusata. In Cappella Paolina verrà invece officiato il rituale principale incruento, concluso dalla lettura di una sorta di “consacrazione” a Satana del Vaticano.
Fin qui si potrebbe dire che sono tutte fandonie, fantasie, orripilanti creazioni di un sacerdote amante della narrativa estrema. E invece ci si dovrebbe chiedere perché Benedetto XVI nel giugno scorso ha riconsacrato la Cappella Paolina e perché l’ha voluta restaurare cancellando il vecchio altare posticcio fatto collocare da Paolo VI nel 1975 e ripristinando quello antico, anche se leggermente staccato dalla parete. E ci si potrebbe anche domandare perché padre Amorth abbia ancora recentemente ribadito che in Vaticano ci sono dei satanisti [1]. Ancora, questa storia potrebbe spiegare benissimo il famoso “fumo di Satana” di cui parlò Paolo VI, probabilmente allorquando venne a sapere, anni dopo, della vicenda.
Ad ogni modo ci terrei ad aggiungere che padre Martin fu tra i pochi che ebbero il privilegio di conoscere il terzo segreto di Fatima, precisamente da uno di coloro che lo lessero nel 1959, il cardinal Bea di cui era segretario. E sempre Martin più avanti nel suo romanzo “Windspwept house” raccontava, certo, nella finzione del romanzo, quanto segue: “Improvvisamente divenne indiscutibile che ora durante questo papato, l’organizzazione della Chiesa Cattolica Romana portava dentro di sè una permanente presenza di chierici che praticavano il culto di Satana e lo apprezzavano; di vescovi e preti che si sodomizzavano a vicenda e sodomizzavano bambini; di suore che praticavano i “riti neri” della wicca e che vivevano in relazioni lesbiche … Ogni giorno, inclusa la domenica e i giorni santi, atti di eresia e blasfemia erano commessi e permessi ai sacri altari da uomini che un tempo erano chiamati preti. Atti e riti sacrileghi non solo erano effettuati dinanzi i sacri altari, ma avevano la connivenza o almeno il tacito permesso di alcuni cardinali, arcivescovi e vescovi … Il loro numero totale era minoritario – qualcosa come dall’uno al dieci percento dei consacrati. Ma di questa minoranza, molti occupavano sorprendentemente alte posizioni o ranghi … I fatti che conducevano il papa ad un nuovo livello di sofferenza erano principalmente due: i sistematici legami organizzativi – la rete, in altre parole – che era stata stabilita fra alcuni gruppi di chierici omosessuali e covens satanisti. E la disordinata potenza ed influenza di questa rete” (pp.492-493).
Sappiamo tutti che spesso si sceglie la strada della narrativa per raccontare vicende che sarebbe meglio non rivelare e alle quali difficilmente si riuscirebbe a credere. Pure, qualcuno mi deve spiegare come fosse possibile che padre Martin avesse dinanzi a sè un chiarissimo quadro della situazione della Chiesa Cattolica e di una parte della sua gerarchia in un’epoca nella quale non si gridava ancora allo scandalo pedofilo, quando nessuno ne parlava e nessuno prendeva provvedimenti. Ma soprattutto perché padre Martin collegava a Satana e al suo culto la devianza morale di una parte della Chiesa?
Molto probabilmente Martin avrebbe condiviso le parole del Santo Padre riguardo alla vera natura del terzo segreto: “oggi lo vediamo in modo realmente terrificante che la più grande persecuzione alla chiesa non viene dai nemici di fuori, ma nasce dal peccato nella chiesa. E che la chiesa ha quindi un profondo bisogno di rimparare la penitenza, accettare la purificazione, imparare il perdono ma anche la necessità della giustizia.”
Sebbene siano molte le resistenze che il Santo Padre ha subito e molte le omertà anche del mondo dell’informazione che sembra preferire – e forse a ragione – la vulgata del Cardinal Bertone all’evidenza sia dei fatti che delle parole del papa, credo sia ormai difficilmente discutibile che il terzo segreto parli proprio di questa connessione fra satanismo ed una parte minoritaria del clero cattolico dedito ad atti abominevoli. Chi lo conosceva, come padre Martin, ha cercato per tutta la sua vita di lanciare segnali, di indicare l’elemento sconvolgente e raccapricciante dal quale nasce la persecuzione della Chiesa. E’ rimasto inascoltato ed è morto nel 1999, prima che scoppiasse negli Stati Uniti lo scandalo pedofilo in tutto il suo orrore. Padre Martin celebrò per tutta la sua vita la messa secondo il rito antico. Oggi non possiamo non considerarlo una sorta di profeta, uno scrittore ed un sacerdote, un esorcista infine, che già da tempo proclamava la necessità di una purificazione della Chiesa senza demonizzare il Vaticano II e senza esaltarlo per trasformare la Chiesa Cattolica in una succursale del protestantesimo.
L’equilibrio e la lungimiranza di padre Martin stavano forse nella sua capacità di osservare e raccontare fatti. E quei fatti oggi ci riconducono alla domanda ancora senza risposta: perché non è stato rivelato per intero il terzo segreto di Fatima?
Di Francesco Colafemmina
NOTE
[1] Anche padre Gabriele Amorth, esorcista ufficiale della Diocesi di Roma, è al corrente dell’esistenza di sette sataniche, tra il clero, a Roma. In un estratto delle sue “Memorie” si legge: “Satanisti in Vaticano? Sì,anche in Vaticano ci sono membri di sette sataniche. E chi vi è coinvolto? Si tratta di preti o di semplici laici? Ci sono preti, monsignori e anche cardinali! Mi perdoni, don Gabriele, ma lei come lo sa? Lo so dalle persone che me l’hanno potuto riferire perché hanno avuto modo di saperlo direttamente. Ed è una cosa “confessata” più volte dal Demonio stesso sotto obbedienza, durante gli esorcismi. Il papa ne è informato? Certo che ne è stato informato! Ma fa quello che può. È una cosa agghiacciante. Tenga presente poi che Benedetto XVI è un papa tedesco, viene da una nazione decisamente avversa a queste cose. In Germania, infatti, praticamente non ci sono esorcisti, eppure il papa ci crede: ho avuto occasione di parlare con lui tre volte, quando ancora era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Altroché se ci crede! Allora è vero quello che diceva Paolo VI: che il “fumo di Satana” è entrato nella Chiesa? È vero, purtroppo, perché anche nella Chiesa ci sono adepti alle sette sataniche. Questo particolare del “fumo di Satana” lo riferì Paolo VI il 29 giugno 1972. Certo, ha rotto il ghiaccio, sollevando un velo di silenzio e censura che durava da troppo tempo, però non ha avuto conseguenze pratiche. Ci voleva uno come me, che non valeva niente, per spargere l’allarme, per ottenere conseguenze pratiche.
Fonte:
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Segnalo anche questo articolo molto interessante in cui si parla più nello specifico della relazione che intercorre tra il prelato gesuita e il Terzo Segreto di Fatima:
Traggo da qui alcune lapidarie affermazioni di padre Martin sull'importantissimo Documento:
« Il castigo che sta per sopraggiungere, di potenza "esponenziale", sarà il peggiore dei vostri incubi »
« L'Apostasia nella Chiesa costituisce il substrato su cui poggia il Terzo Segreto ed è già cominciata! I castighi preannunciati in esso sono di natura fisica, perciò ben reali e terribili! »
[Circa scambio che aveva avuto con il cardinal Bea, dopo che quest'ultimo si era incontrato con papa Giovanni XXIII per discutere sui contenuti del Terzo Segreto]: « Il Cardinale Bea uscì da quell'incontro pallido in volto. “Che cosa c'è, Eminenza”, gli chiesi. E lui mi rispose: “Abbiamo appena ucciso un miliardo di persone... Guarda qui”. Mi dette un foglio di carta contenente uno scritto su 26 righe, che lessi in pochi istanti. Sin da quel momento, ogni singola parola di quel testo rimase scolpita nella mia mente per sempre, e non potrò mai più dimenticarla. Il Cardinale Bea aveva parlato della morte di un miliardo di persone, e questo perché papa Giovanni aveva appena deciso di non pubblicare il Terzo Segreto e di non consacrare la Russia ».
« Se il Vaticano rendesse pubblico il Terzo Segreto, sarebbe un tale shock per le genti che le chiese si riempirebbero immediatamente di fedeli in ginocchio e i confessionali di tutti i santuari, cattedrali e basiliche collasserebbero per l'eccessiva affluenza sino al sabato sera! ».
Tempi di Maria
Segreto di Fatima
Le precise domande cui Roma non risponde
28 dicembre 2018, Santi Innocenti martiri
Pubblichiamo il testo della lettera inviata il 26 settembre 2018 (ed inoltrato nuovamente l’8 dicembre scorso) con la quale abbiamo rivolto alcune domande di chiarimenti specifici alla Rev.ma Congregazione per la Dottrina della Fede senza ricevere alcuna…smentita.
Invitiamo ciascun lettore ad inviare anch’egli, cooperando ad avere risposta esplicita, il presente testo al seguente indirizzo:
Rev.ma Congregazione per la Dottrina della Fede
Palazzo del Sant’Uffizio
00120 - Città del Vaticano
Chiediamo a codesta Rev.ma Suprema Congregazione:
- Se Suor Lucia Dos Santos, veggente di Fatima, abbia mai redatto uno scritto collegato al Terzo Segreto ed esplicativo della visione, uno scritto che ne abbia ad oggetto il significato ovvero l’interpretazione.
- Se il testo del Terzo Segreto di Fatima è stato scritto soltanto una volta oppure, in qualche modo, più volte.
- Quali siano le «alcune aggiunte fatte nel 1951» - secondo l’asserto del Cardinale Angelo Amato, già Segretario di codesta Congregazione, a un Convegno e su l’Osservatore Romano del 7 maggio 2015 - da Suor Lucia alle «prime due parti» del Segreto.
In filiale fiducia che non si opponga il muro del silenzio a quesiti posti all’Autorità ecclesiastica, ringraziamo per la cortese attenzione assicurando fervide preghiere.
Don Stefano Carusi
Abbé Louis-Numa Julien
Abbé Jean-Pierre Gaillard
kl. Lukasz Zaruski
Pubblicato da Disputationes Theologicae